“Civiltà cattolica” e il “neoateismo”

L’ultimo numero del periodico La Civiltà Cattolica contiene un articolo del gesuita Giandomenico Mucci su Il neoateismo. Dall’abstract disponibile online si evince che, per il religioso, “esiste oggi, e va di moda, un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite”: Tale ateismo è “un ateismo non dotto, che si affida all’improntitudine e all’allegra impreparazione di alcuni suoi apostoli attivi in campo mediatico”, e inoltre “un ateismo aggressivo e polemico con i credenti, che pretende di soverchiare con argomenti empirici e populistici, come se tutti gli scienziati fossero atei, come se chi vive e partecipa della cultura contemporanea non sarebbe uomo compiuto se non fosse ateo”. Secondo Mucci esiste anche un’altra moda, quella di “rafforzare il pregiudizio ateistico con le scienze, l’antropologia, la psicanalisi, distorte dal loro campo d’indagine e usate per esprimersi in un ambito nel quale sono incompetenti”. Tuttavia, ammonisce l’autore, “il neoateismo tiene in troppo poco conto il fatto che esistono moltissimi scienziati, antropologi, psicanalisti che sono credenti: il che significa che l’opzione per credere o per non credere ha radici diverse dalla scienza”.

Raffaele Carcano

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102 commenti

Stefano

“esiste oggi, e va di moda, un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite”

Su quale tesi precostituita si basa questa critica?

Matamaser

Parole vuote di veri contenuti, putroppo i prelati hanno il vizio di cadere spesso nel peccato di presunzione, sono conviti che la verità alberghi nelle loro parole, che come dovremmo credere sono sempre ispirate da Dio, fortunatamente la conoscenza è sempre più attributo di molti, e questo fatto a loro non piace. Perché come dicono loro, la salvezza e per i semplici di spirito, ovvero i “cretini” che non è un’insulto visto deriva da “cristiano”; se ti interessi di Matematica, Logica, di Fisica ed altre scienze che non hanno il bisogno di tirar fuori un dio dal cassetto per funzionare; sei finito non riuscirai e non potrai più credergli, anzi li avverserai sempre, perché non ci sarà più alcun inferno a spaventarti.

Alessandro Baoli

…apostoli attivi in campo mediatico…

Il solito vittimismo, falso come una moneta bucata, il metodo “chiagni e fotti”. Cosa gli da fastidio, che ci siano atei (ma poi a chi si riferisce?) che non stanno nascosti, zitti e buoni?

hexengut

Stefano. E che dire di questa perla di un manuale per controbattere le argomentazioni atee: “Naturalmente questo discorso presuppone la fede cristiana…Gli scienziati seri rimarranno all’interno dei confini della propria disciplina e nel momento in cui parlano “da scienziati” lasceranno aperto l’interrogativo se non esista una conoscenza di fede che si differenzia da tutte le forme di conoscenza delle scienze naturali, ma che è tuttavia una conoscenza autentica”. Ah, be

Stefano

@ hexengut

“ma che è tuttavia una conoscenza autentica”

Non so come mai a questo punto si dimenticano sempre di dire come fanno a saperlo….

E come la loro conoscenza autentica si differenzi da quelle altrettanto autentiche dei parenti prossimi e lontani.

Al riguardo se si tratta di giustificarsi si mettono in evidenza gli “elementi di verità”, se qualcuno non guarda si manda (bei tempi) sul “rogo”.

Florenskij

@ Hexengut. A proposito di atteggiamento critico e di tesi precostituite: non ho ancora visto ( può darsi che mi sia sfuggita ) la sua risposta sul perchè i libri di Giampaolo Pansa sono deplorevoli e da evitare. Data la sua indubbia preparazione lei è senz’altro in grado di spiegare. Potrebbe anche ripetere in sintesi, se sono stato io a non vedere, così per cortesia.

NB. Pansa non è per me il Vangelo, anche perchè non sono il “fascistello” ( quale la differenza con “fascista”? ) che tale Ferrer vuol individuare e bollare; però nopn saprei dire quale sia il punto debole della sua argomentazione e della sua documentazione. Ho letto anche il libro di Anna Setti Carraro, la madre della moglie del generale dalla Chiesa, che come crocerossina di guerra ne vide di tutti i colori ( colori cupi ) e descrisse le angherie dei partigiani nell’Aosta liberata, nonchè lo spettacolo dei giovani e delle giovani dell’altra parte resi cadaveri e abbandonati nelle strade.

Quanto all’atteggiamento antiscientifico, sono convinto che padre Mucci abbia detto la verità. Di fronte alle obiezioni sul Darwinismo, nel caso mio fondate su non dico una montagna, ma almeno una montagnetta di letture ad hoc, e non a senso unico, ho avuto come rispopsta solo sarcasmi, invettive e giuramenti “in verba magistri”: segno indubbio di debolezza critica e informativa. Tanto per dirne una, ho citato John Eccles ( premio Nobel ) come autore da riprendere criticamente e mi sono sentito dire “il tuo eroe”. Per non parlare delle critiche al convegno antidarwinista su “Micromega” del livoroso Flores D’Arcais: la risposta più documentata è che la maggioranza degli scienziati è darwinista e che l’antidarwinismo è reazionario, con tanto di sarcasmi del prof. ( universitario )Pievani conditi in salsa acida. Poteva rispondere così anche Cesare Cremonini, il cattedratico di Padova che non voleva guardare nel cannocchiale ( e che non era affatto un filogonnellone, essendo “attenzionato” dall’Inquisizione in quanto negatore dell’immortalità dell’anima ).

In sintesi : PADRE MUCCI HA RAGIONE DA VENDERE. Le cose stanno proprio così.

* PS Ho appena preso in biblioteca il testo del convegno del Pro. De Mattei: a una prima scorsa non mi sembra affatto la boiata che dite pregidizialmente . Si è detto anche che il prof. Pievani l’abbia stroncato senza aver letto nulla, con espressioni, a proposito dei convegnisti, come “geologo in pensione”. Perchè, la prof. Hack non è in pensione? Tra l’altro, lei che interviene in questioni filosofiche, dichiara espressamente di non avere alcun interesse in questo campo ( da cui, presumibilmente, pochissime letture ).

Stefano

@ Florenskij

Non so più come dirle che se il darwinismo dovesse essere falso o non completo non sarebbe per ciò vero il creazionismo o l’ID.
Se domani dovesse spuntare una teoria scientifica che spiega l’evoluzione meglio di quella attuale non sarebbe valida la sua perché il darwinsimo non lo è più.
Dopo che avrà portato prove a supporto della prima tesi spero si degnerà di portarne – almeno nello stesso numero di quelle a sostegno della teoria di Darwin – delle seconde.

Ne riparliamo allora?

Per inciso, Dawkins ha un forum online: perché non prova a proporgli le sue innegabili evidenze?

Magari ne tiene conto nella prossima edizione del suo libro….

Stefano

@ Florenskij

PS. Chi dovesse portare prove che falsifichino la teoria darwiniana si candiderebbe (probabilmente vincendolo) al Nobel.
Informi gli autori delle pubblicazioni che ha letto che se sottopongono le loro tesi a riviste specializzate del settore (Nature?) – peer reviewed – e sono pubblicate possono provarci.

Magari le saranno grati….

Giorgio Pozzo

@ Florenskij

Obiezioni al Darwinismo o alla teoria dell’Evoluzione? C’è una bella differenza. La biologia moderna può spiegare come certi aspetti del Darwinismo siano stati riveduti e corretti, ma la teoria dell’Evoluzione sta reggendo alla grande il confronto con il Creazionismo, per almeno due motivi di indubbia consistenza:

1) è l’unica teoria scientifica esistente al riguardo (il Creazionismo non è affatto una teoria scientifica)
2) ha numerossisime conferme (il Creazionismo, non potendo essere falsificabile, ha conferme di valore epistemolgicamente nullo)

firestarter

ancora una volta florenskji dimostra la sua pochezza intellettiva. Non mi ci avveleno neanche piu’ perche’ non e’ giusto prendersela con chi non ci arriva.

Sergio

Fede e conoscenza sono concetti antitetici. La fede non è conoscenza. La fede non spiega niente. La fede è il linguaggio del potere: devi credere, se non credi sei finito, di qua e di là, ma soprattutto già di qua.
La fede ci illumina sul senso della vita e il destino dell’uomo – dicono. Ma davvero? Ma pensa!
Hanno torturato e ucciso per illuminarci, con metodo e per secoli. Non basta, caro Giovanni Paolo II, chiedere scusa e poi tornare a tuonare: comando io, ubbidite, dopo Dio vengo io. Chi ha quel passato alle spalle dovrebbe vergognarsi, chiedere scusa e andare a nascondersi.

Florenskij

@ Sergio. la sua visione della storia della scienza è, mi scusi il termine, grottesca. Roba da filmastro “Il nome della rosa”, con tanto di inquisitore isterico e bavoso. La cultura cattolica ha preso moltissimo del pensiero greco, neoi contenuti e nel metodo.

La fede, molto più che una autolimitazione o una limitazione imposta, è come un “innamoramento” per una realtà affascinante* a cui può seguire una ricerca critica sulle ragioni obiettive di questo fascino, compreso lo studio critico delole obiezioni.

* “affascinante*: definizione non mia, ma del ( celebre ) studioso di fenomenologia religiosa Rudolf Otto: il sacro come “tremendum et fascinans”.

Alessandro Bruzzone

Caro Florenskij, citare un testo dotto non risolve la verità storica della religione cristiana (religione, cosa diversa dal sacro: concorderebbe anche Otto) come sistema imposto.

Rothko61

Difficile mettere in dubbio che sia “affascinante”. Il problema è se sia “realtà”.

Sergio

Non La capisco. Lei è troppo colto e io troppo ignorante. Lo stesso qualcosa capisco e non mi faccio mai fregare sul resto. Ma poi – come ho già scritto una volta – non mi faccio troppo impressionare dall’erudizione che è una bellissima cosa, certo, ma conta meno dell’intelligenza. Con ciò non dico che lei non sia intelligente (il suo IQ è magari superiore al mio), ma diciamo che la sua intelligenza è – come dire – selettiva (del resto come la mia: per certe cose sono una frana).

P.S. A me “Il nome della rosa” – libro e film – sono piaciuti. Certo, anche il film, che ha una scena sublime (alla fine – l’offerta di amore di quella zingara che il monaciello non sa o non può accettare – ma a cui ripenserà tutta la vita).
Rudolf Otto? E chi era costui (vede come sono ignorante?). Però ce l’ho sullo scaffale nel cofanetto dei classici della filosofia proposti da Severino (con Papini [?], Tolstoi [?], Dostoevskij [?], Manzoni [?], Goethe [?], Bachelard, Martinetti, R. Otto, Berkeley, Gentile, Ardigò, Rosmini). Che dice? Sarebbe ora di leggerlo? (e solo dopo avrei diritto di aprir bocca?).
Herzliche Grüsse aus der Schweiz (= cordiali saluti dalla Svizzera)

Stefano

@ Alessandro Bruzzone

Fare obiezioni sulla verità a chi ha DECISO che è vero che “Io sono la verità, la vita e la via” è esercizio per masochisti, quali noi siamo 🙂

Soprattutto quando si fanno le pulci al darwinismo e si porta a favore delle proprie tesi “il sacro come “tremendum et fascinans”.

Sandra

“Non La capisco. Lei è troppo colto e io troppo ignorante. Lo stesso qualcosa capisco e non mi faccio mai fregare sul resto.”

Bravo Sergio!

Stefano

@ Florenskij

Mi porta un esempio di scoperta scientifica fatta da un credente in cui la scoperta DIPENDA LOGICAMENTE dalla sua fede o dalla tonaca che vestiva (a proposito di motori e orologi) piuttosto che dal fatto di essere vestito casual o essere calvo o biondo?
In parole povere, quanto il motore a scoppio dipende dalla tonaca piuttosto che dalla scienza, tanto che solo avendola si poteva inventarlo?
Quindi, che c’entra la SUA storia della scienza con quest’ultima?
Scienza e religione sono compatibili nella medesima persona come adulterio e matrimonio.
Altro è se siano compatibili perché le rispettive conoscenze siano inferibili l’una dall’altra. E coerenti tra loro.
Riparliamo anche di questo quando ci avrà portato qualche prova?

Hysteron Proteron

Florenskij scripsit:

La fede, molto più che una autolimitazione o una limitazione imposta, è come un “innamoramento” per una realtà affascinante* a cui può seguire una ricerca critica sulle ragioni obiettive di questo fascino, compreso lo studio critico delole obiezioni.

Bella definizione! L’unica modifica che apporterei è quel “può seguire una ricerca”; io preferirei di gran lunga “è molto auspicabile che segua una ricerca”.

Molti degli atei che frequentano questo sito (lungi da me dire tutti!) sono convinti che la nostra “ricerca critica delle ragioni obiettive del fascino” della fede in Gesù Cristo non ci sia mai stata, perché a loro dire se ci fosse stata noi ora non saremmo credenti! E a questo punto elencano una serie di motivazioni, quali la presunta irrazionalità del nostro credo che deriverebbe, a loro dire, ad esempio dal credere in eventi soteriologici o comunque miracolosi a cui l’uomo non sa dare spiegazioni esaustive (la verginità perpetua di Maria è tra i più usati, rasentando un po’ la sessuofobia che spesso associano agli stessi cristiani; ma potrei citare anche la transustanziazione, l’incarnazione del Verbo e tante altre verità di fede). Insomma la riprova dell’irrazionalità della fede sarebbe la constatazione della limitatezza della ragione umana.

Proprio ieri, a Matrix, sentivo Odifreddi dire (più o meno, anche se riporto in virgolettato) che, «se per Dio s’intende il λόγος con la lambda minuscola» ossia «la ragione che è il fondamento di tutte le leggi della natura», allora anche lui poteva definirsi credente in Dio, e ricordava così come il procedere dello scienziato alla ricerca delle vestigia di tale logos nella natura sia una ricerca senza fine e destinata all’incompiutezza ma non per questo meno affascinante.

Hysteron Proteron

Le scoperte scientifiche fatte da credenti non “dipendono logicamente” dalla loro fede o dal loro ordine sacro. Immagino però lo stupore di don Georges Lemaître nel constatare che i riscontri sperimentali alla sua teoria del Big Bang che andava delineando negli anni ’20, fossero in perfetta sintonia col suo credo.

Il fisico Ugo Amaldi, figlio di Edoardo uno dei “ragazzi di via Panisperna”, ex ricercatore al CERN e docente di Fisica Medica all’università Bicocca di Milano, e cattolico, ha dichiarato in un’intervista su Famiglia Cristiana (numero 23, 5/6/2011), rispondendo ad una domanda sulla compatibilità tra scienza e fede:

«Lo scienziato, se lo è davvero, deve assumere tutto ciò che la scienza svela. Chi crede, non fa ricerca in modo diverso. C’è un’unica differenza fra uno scienziato credente e uno non credente: il primo pensa che il mondo esiste perché è stato creato da Dio. Ma si tratta di un salto che non modifica la sua attività di ricerca.»

Stefano

“Chi crede, non fa ricerca in modo diverso”

Chi l’ha mai detto? Si sta sostenendo proprio il contrario.

“C’è un’unica differenza fra uno scienziato credente e uno non credente: il primo pensa che il mondo esiste perché è stato creato da Dio. Ma si tratta di un salto che non modifica la sua attività di ricerca”

Se è un salto – non giustificato dalla ricerca fatta in modo diverso o uguale – rimane un salto.
E se salto è, rimane ancora da dimostrare che sia compatibile. E giustificato.
Al di là degli innamoramenti.

Nel frattempo lo scienziato credente è nella posizione del monogamo adultero. O della vergine partoriente. O dell’ostia transustanziata. Anche se è innamorato dei concetti e della ricerca che ha fatto per innamorarsene.

“Immagino però lo stupore di don Georges Lemaître nel constatare che i riscontri sperimentali alla sua teoria del Big Bang che andava delineando negli anni ’20, fossero in perfetta sintonia col suo credo”
Col salto.

nightshade90

hysterion

in generale, ugo ha ragione. questo perchè la maggior parte degli scienziati credenti ha il buon senso di tenere il suo credo completamente al di fuori dalla sua attività di ricerca e di fare in modo che la fede non influenzi in alcun modo le sue ipotesi scientifiche (in sostanza risolvono tramite compartimenti stagni: quando fanno scienza tengono fuori la fede, che invece usano fuori dal lavoro. iul che però concorda poco con la pretesa di “sinergia tra fides e ratio”, visto che il risultato è che la fede convive con la ratio solo se si tiene ben lontana dall’attività di lavoro della ratio).

la cosa però non è sempre vera: a volte alcuni scienziati credenti sono abbastanza stupidi da non afre ciò, ed allora, invece di osservare i dati e giungere a delle conclusioni sulla base di essi, partono con le conclusioni trovate nella loro fede e cercano dei dati che le supportino. è il caso ad esempio di quei pochi scienziati creazionisti o pro-intelligent designers che ci sono, che di fatto, non per nulla, sono tutti credenti.

Stefano

“Insomma la riprova dell’irrazionalità della fede sarebbe la constatazione della limitatezza della ragione umana”

Il rilievo presupporrebbe che si fosse dimostrato che tramite la fede si possono ottenere conoscenze attendibili che vanno al di là della limitatezza della ragione umana.
Pare non sia il caso per esplicita ammissione di chi fa la petizione di principio.
Le verità oltre ragione è pretesa tale. Ma non si può discriminarla dal falso.
Di fatto ne convivono molte. Ciascuna l’unica.

Stefano

Florenskij per una volta concederà a me di usare una metafora (con tutti i pregi e i limiti del caso).

Qui qualcuno sostiene di avere un cannone che spara più lontano del nostro e fa sempre centro.

Ha una balistica differente, per certi versi incompatibile con quella del nostro.

Il problema è che non si vede il cannone, il bersaglio e se questo viene centrato.

Tuttavia, proprio per questo è superiore al nostro (?).

Di più, ci sono artiglieri che si dannano col nostro ma che non disdegnano di cogliere SEMPRE il bersaglio con l’altro.

Tuttavia pur essendo le due cose compatibili (?) non è possibile trasferire la conoscenza sui centri certi al dannato lavoro quotidiano. Che per essere rispettabile deve tenere conto di mille variabili e controlli, sia per tentare di centrare il bersaglio sia per verificare di averlo fatto.

Per misteriosi motivi simili preoccupazioni non sono necessarie per l’altro cannone.

Perché c’è uno (a onor del vero ciascuno ha il suo) che dirige il tiro.

Anche lui come cannone, bersaglio e centri.

Tutto questo è perfettamente razionale, perché se ne sono innamorati.

P.S. Stefano Marullo in altro thread spiega che una volta costoro fecero un’ammissione compromettente: il bersaglio sarebbe stato centrato in tre minuti e tutti se ne sarebbero accorti. Poi si è scoperto trattarsi di minutoni, (oni, oni): nulla di male, è la contestualizzazione.

Hysteron Proteron

Ribadisco che faccio mie le parole di Ugo Amaldi: «Chi crede, non fa ricerca in modo diverso». E non potrebbe essere altrimenti, come ricorda la solita frasetta da due soldi, in sé però esaustiva: la scienza si occupa dei “come” e la fede dei “perché”.

Un vero scienziato non partirà mai da un “perché” per ricercare un “come”. Ossia, volendo esemplificare, don Georges Lemaître non sarà partito dalla riflessione: «Devo ricercare una teoria scientifica che spieghi l’origine dell’universo, ma che sia compatibile con la mia fede, quindi verificare sperimentalmente se sia plausibile». Semplicemente don Lemaître avrà avuto la sua intuizione iniziale, come tutti gli scienziati (di qualunque credo o agnostici), e avrà quindi cercato evidenze sperimantali.

Il salto di cui parla Ugo Amaldi consiste nei due piani conoscitivi di cui ho appena parlato: il “come” e il “perché”, piani paralleli, non intersecanti, tali che la ricerca dei “come” non abbia alcuna variazione nei metodi e nei fini in ambo i casi, dunque non solo è compatibile e giustificato, ma è ininfluente ai fini della ricerca.

Lo scarto, se lo si vuole ricercare, è per me nelle applicazioni delle conoscenze acquisite, dunque a valle non a monte: si pensi alla bioetica. Una volta raggiunta una conoscenza, ad esempio sul cos’è una cellula staminale, starà allo scienziato, in base alle proprie convinzioni, decidere se sviluppare conoscenze tecniche, quali la formazione di tessuti, attraverso le cellule staminali adulte, o amniotiche (che non portano alla distruzione di embrioni e dunque a questioni etiche) piuttosto che con cellule staminali embrionali.

Ad ogni modo con la fede si acquisiscono sì conoscenze (non solo attendibili, ma certe) che vanno al di là della limitatezza della ragione umana, e che in quanto tali devono necessariamente essere rivelate da chi questi limiti non li ha. Ma proprio perché vanno al di là della limitatezza umana non potranno mai essere circoscritte compiutamente in ragionamenti umani. Il cristiano vi aderisce per fede, seppure tali verità incomprensibili sono coerenti e razionalmente accostabili a tutto ciò che egli crede, ma proprio perché incomprensibili anche il cristiano non smette mai di interrogarsi su di esse, perché ne è affascinato e rapito, ma ciò non toglie che talvolta possa avere delle umane cadute e dubitare di esse.

nightshade90 scripsit:

in generale, ugo ha ragione.

Siete intimi, nightshade? 😀

Dice bene comunque: la fede non influenza in alcun modo le ipotesi scientifiche, ma questo non vuol dire che lo scienziato non resti credente anche quando fa ricerca. Come dicevo altrove un credente è credente sempre, non può prescindere dal proprio credo nella sua attività lavorativa. La compresenza in lui di fede e ragione lo influenza nelle scelte sugli sviluppi successivi alla sua ricerca dei “come”.

a volte alcuni scienziati credenti sono abbastanza stupidi da non fare ciò, ed allora, invece di osservare i dati e giungere a delle conclusioni sulla base di essi, partono con le conclusioni trovate nella loro fede e cercano dei dati che le supportino. È il caso ad esempio di quei pochi scienziati creazionisti o pro-intelligent designers che ci sono, che di fatto, non per nulla, sono tutti credenti.

Mi sta facendo esempi che riguardano percentuali irrisorie di scienziati credenti. Sarebbe come ricercare tra gli scienziati atei o agnostici persone che ritengono l’Aktion T4 un valido programma da riproporre.

Stefano

“con la fede si acquisiscono sì conoscenze (non solo attendibili, ma certe) che vanno al di là della limitatezza della ragione umana, e che in quanto tali devono necessariamente essere rivelate da chi questi limiti non li ha”

Arriecco la cannonata!

“non solo attendibili, ma certe” = fede

A questo punto si capirà quanto senso hanno le considerazioni sulla scienza….

Stefano

“la scienza si occupa dei “come” e la fede dei “perché”

Se con perché si intende una causa se ne occupa la scienza.
Se si intende uno scopo, affinché si possa pensare ad uno stato desiderato diverso dall’attuale (=scopo) in un essere onnipotente, onnisciente, immateriale (?) e – si badi bene – atemporale (?) occorrerebbe prima stabilire “come”.
A quel punto si potrebbe cominciare a parlare con qualche significato dei suoi perché.
I perché di chi non esiste hanno la stessa sorte.
O possono esistere nella mente di qualcun altro.
Contro la sua ragione, sicuramente (auto)limitata.

Stefano

Vorrei chiarire, visto che non è stato fatto, che SOLO LA PROPRIA FEDE produce

“conoscenze (non solo attendibili, ma certe) che vanno al di là della limitatezza della ragione umana, e che in quanto tali devono necessariamente essere rivelate da chi questi limiti non li ha”

Già quella dei parenti prossimi fa acqua.

L’affermazione è fatta non tanto o non solo in base ai “perché” ma soprattutto sul “come” si sono ottenute tali conoscenze.

Non è concessa sul tema la condizione di reciprocità, sia sui “come” sia sui “perché”.

P.S. Si rammenta che i “come” sono di competenza della scienza.

Giudizio personale: tutto questo è estremamente razionale poiché va oltre la limitatezza della ragione umana. E soprattutto c’è chi se ne innamora (a volte da morire. Col salto. Per aria)

Sennarsy

Non so voi, ma io definisco gli scienziati credenti “poser” della scienza.

P.C.

Non sono del tutto d’accordo: ho notato, negli scienziati (in senso lato) credenti che conosco, una profonda ignoranza della dottrina della propria religione ed una profonda indifferenza per le conseguenze reali che avrebbe ciò in cui credono se solo fosse vero, il che permette loro di essere scienziati capaci e competenti continuando al contempo a definirsi credenti.

Alessandro Bruzzone

I soliti argomenti ritriti: la teoria dei “distinti ambiti”, la svalutazione della scienza, salvo poi difendere la religione tramite l’autorevolezza dei (pochi) scienziati credenti. Inoltre lo svilimento dell’avversario senza una critica concreta.
Civiltà Cattolica, Nomen Omen.

FSMosconi

Proiezione.
Quei pochi scienziati credenti, soprattutto se lo danno a vedere, sono incapaci di porre limiti alla loro fede onde avere una visione il più possibile disincata e oggettiva.

spapicchio

Mucci attacca atei e scienziati non cattolici, richiamando all’ordine ed alla subordinazione alla gerarchia cattolica, scherzando sulla una presunta allegria non cattolica.

Ma trascura ed omette di considerare il satanismo cattolico presente nella chiesa cattolica e l’attaccamento al potere, all’oro, al vizio (vedasi pedofilia) ed al denaro di tanti cattolici anche clericali e chierici, così come la corruzione a cui tanti di loro sono caduti preda come presbiteri, vescovi, arcivescovi, e membri dell’ordine sacerdotale.

spapicchio

Mucci attacca atei e scienziati non cattolici, richiamando all’ordine ed alla subordinazione alla gerarchia cattolica, scherzando su una presunta “allegria” non cattolica.

Sandra

“Un ateismo non dotto”. Dopo secoli di cattolicesimo da analfabeti “grazie” alla Chiesa cattolica, questo tentativo di sminuire gli avversari rivela snobismo e paura.

FL

«un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite»: ad esempio quello degli atei devoti o di Ratzinger nei suoi discorsi sul rapporto fra scienza e fede?

Lumen Rationis

“esiste oggi, e va di moda, un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite”

Tesi precostituite chi?
La scienza o le religioni?

Discorsi adatti a chi legge disconnettendo momentaneamente il cervello; basta infatti un minimo di raziocinio per vedere la grande ipocrisia di questi discorsi

Fabio S.

Questo articolo mi ricorda una riflessione che lessi tempo addietro:
la chiesa è solita astrarre il concetto di fede da quello di ragione.
E facendo questo implica (in modo esplicito) che gli strumenti razionali non detengono valore significativo davanti alla realtà divina.
(lasciamo perdere il merito dell’assunto)

L’ironia potrebbe emergere nel momento in cui però la ragione stessa attraverso quegli strumenti vituperati in frequenti occasioni dimostrasse il merito di alcuni ambiti della fede.

Faccio un parallelo-esempio (surreale):

La ricerca scientifica che producesse, attraverso un metodo scientifico basato su prove, teorie che affermino, oltre ogni ragionevole dubbio, l’esistenza di Gesù o ancor più la sua resurrezione sarebbe una ricerca scientifica che verrebbe salutata dalla chiesa come straordinaria e fondamentale.
La conferma, non necessaria, ma importantissima dei miracoli.

Una ricerca che dimostrasse l’assoluta inconsistenza della sindone o dell’esistenza di gesù sarebbe invece una ricerca che essendo basata sulla ragione non si dovrebbe realmente considerare attendibile poiché estranea al concetto di fede.
O che al più andrebbe derubricata ad una ricerca da inserirsi nel solco delle “ricerche terrene”

Detto questo trovo agghiacciante la frase di Mucci:
“Secondo Mucci esiste anche un’altra moda, quella di “rafforzare il pregiudizio ateistico con le scienze, l’antropologia, la psicanalisi, distorte dal loro campo d’indagine e usate per esprimersi in un ambito nel quale sono incompetenti””

L’antropologia si utilizza in campi dei quali non ha competenza?
E la scienza cosa si permette di fare?
Ma, di grazia, Mucci si rende conto di cosa afferma?

Per reciprocità: quale sarebbe il campo della chiesa?
Perché davvero mi sfugge.

Mettiamo da parte anche in questo caso la facile ironia ma la conclusione ormai classica del
“ci sono un sacco di scienziati religiosi” comincia a stancare.

Paul Manoni

@Fabio S.
“quale sarebbe il campo della chiesa?”

Secondo la Chiesa…TUTTO. Tenendo poi conto che e’ competenza dell’antropologia, SOLO l’antropologia, che e’ competenza della Matematica, SOLO la matematica, che e’ competenza della botanica, SOLO la botanica, ecc, ecc…E che ovviamente nno spetta minimamente ad un antropologo, un matematico o un botanico, esprimere giudizi o critiche, sulle faccende che riguardano la religione e gli annessi e connessi. 😉
Tagliando corto, in estrema sintesi, loro possono ciarlare di qualsiasi cosa, perche’ ad avvalorare le loro affermazioni, c’e’ dio onnipotentississimissimo in persona, mentre invece gli scienziati, si possono occupare solo degli affaracci loro, e soprattutto se non sono affaracci che vanno a collidere con i loro. 😉
Della serie:”Ti piace vincere facile vers.7.0″

alessandro pendesini

Affermare che « esistono moltissimi scienziati credenti » è pura ipocrisia !
La stragrande maggioranza degli scienziati -degni di questo nome- NON sono affatto credenti !!!
Certi « scientifici » -ma che in realtà non sono altro che pseudo-scientifici-, cercano di « poetizzare » la scienza con argomenti non conformi alla metodologia e fatti scientifici accertati, cercando di deviarla dalle verità verificabili, conducendola verso lo spiritualismo….
E tutto cio’ con la complicità e sostegno dei clericalisti !
P.S. L’epistemologia dalla scienza ci suggerisce che non serve a niete richiamare « Dio » per mitigare la nostra ignoranza !
L’umiltà rispetto ai fatti è più feconda che la certezza o false simmetrie….

Federico Tonizzo

Il solito scandaloso RIBALTAMENTO DI FRITTATA… ANZI QUESTA VOLTA DI 100 FRITTATE IN UN COLPO SOLO! 👿

civis romanus sum

Sono alla frutta .

Anzi al dolce ,,, trapasso.

E se adesso arrivano pure a temere il demone de ,,, “l’ateismo non dotto che si affida all’improntitudine e all’allegra impreparazione di alcuni suoi apostoli attivi in campo mediatico” ,,, è chiaro che vogliono evitare il conto finale .

Io mi candido per recarglielo, ci aggiungerò solo corda e sapone, gli interessi di secoli .

Ilaria

mmmm…. mi piacerebbe vedere l’articolo al completo per vedere se è un po’ meno qualunquista dell’abstract…
Vorrei capire, ad esempio, in che modo e in quali casi questo neoateismo (che sarebbe poi il New Atheism americano e inglese?) ha strumentalizzato i risultati della scienza, mi piacerebbe vedere queste trasposizioni delle varie scienze in ambiti in cui non sono competenti, mi piacerebbe sentire quali sono gli argomenti empirici (dove sarebbe il problema con gli argomenti empirici?) e populistici.
Bah… a giudicare dall’abstract è la solita montagna di argomentazioni fallaci e pseudo-erudite.
Niente che possa impressionare qualcuno che abbia affrontato anche solo mezza volta l’argomento…

Francesco

Con sette euro te ne compri di rotoli di carta igienica tradizionale.

Hysteron Proteron

Kaworu scripsit:

che ladrata

Non pensa che per esprimere un giudizio su un’opera frutto dell’intelletto di una decina di persone scelte che hanno studiato per decadi ciò di cui scrivono (i Gesuiti sono notoriamente tra gli ordini religiosi più esigenti in fatto di preparazione, e i loro corsi di studi tra i più lunghi), opera che è pubblicata su una rivista che vanta 160 anni di storia e che è pertanto la più antica rivista ancora edita in Italia, sarebbe il caso di leggerne almeno una copia?

Se non vuole spendere neppure un centesimo, può sempre cercare un’emeroteca pubblica nella sua zona. L’importante è che il giudizio diventi fondato, e non frutto di preconcetti.

Stefano

@ Hysteron

sarebbe il caso di leggerne almeno una copia?

Può consigliarcene una islamica tra quelle che ha letto?
O Induista?

Hysteron Proteron

Stefano scripsit:

Può consigliarcene una islamica tra quelle che ha letto?
O Induista?

La farò sentire male, rispondendole direttamente, o forse le permetterò di gridare all’ennesima ipocrisia (faccia pure, se questi sono i suoi unici argomenti) ad ogni modo le chiedo: me ne può consigliare? Non ne conosco. Non avrei problemi a leggerle, al contrario di lei. Può indicarmi riviste che siano in italiano, inglese e francese (le uniche lingue che comprendo adeguatamente). Aspetto consigli!

P.C.

@Hysteron Proteron Posso risponderti io?
No. Non è il caso di leggerlo solo perchè l’ha scritto un gesuita sulla più antica rivista ancora edita in Italia.
Se il tuo dio in persona dovesse magicamente comparirmi davanti (e dimostrarmi di esistere e di non essere una allucinazione) e dirmi che 2+2=5, non importa che l’abbia detto l’essere più grande e perfetto e potente e colto di tutti gli universi possibili: 2+2=5 resterebbe comunque una str0nzata.
Perchè non è importante chi affermi una certa cosa: è importante solo cosa abbia affermato.

Certo, se fosse possibile leggere l’articolo senza svenarsi solo per quello, varrebbe la pena di leggerlo ed approfondire…

Stefano

@Hysteron Proteron

forse le permetterò di gridare all’ennesima ipocrisia (faccia pure, se questi sono i suoi unici argomenti) ad ogni modo le chiedo: me ne può consigliare?

Hysteron, sto fornendo argomenti in tutto il thread e lei mi dice che accusarla di ipocrisia è il mio unico appiglio? Ma cerca per forza la rissa? 🙂
Non l’accuso di ipocrisia: non ho da consigliargliene perché non le ho lette. E con molta probabilità per lo stesso motivo per cui non l’ha fatto lei. Per approfondire qualcosa occorre trovare i principi interessanti, plausibili, razionali, coerenti. Non occorre entrare nei dettagli dell’omeopatia quando si conoscono i presupposti che la reggono. O leggere volumi sui Fiori di Bach. A meno di essersi innamorati dell’omeopatia e dover trovare il modo di giustificarla. E allo stesso tempo dire che i Fiori di Bach non hanno fondamento.

bruno gualerzi

Secondo me questa conta per vedere quali scienziati sono credenti e quali atei sembra piuttosto infantile… anche da parte atea.
Non capisco infatti perchè la validità di uno scieniato come scienziato debba dipendere dal suo essere credente o meno. Il rimettersi o meno al metodo sperimentale, DI PER SE’ non significa niente in termini di fede o non fede. In questo senso: dire che pervenire ad una ‘verità assoluta’ non è obiettivo della scienza, come è scontato, può portare a due atteggiamenti radicalmente diversi, che sono propri anche degli scienziati: o (come ovviamente la penso io in quanto ateo) la scienza non vuole giungere ad alcuna verità assoluta mentre considera le uniche forme di reale conoscenza quelle conquistate con la ricerca scientifica… oppure, per le stesse ragioni, si può dar credito alla scienza sotto certi aspetti, fino a un certo punto, ma contemporaneamente ritenere che esista una forma di conoscenza superiore costituita dalla fede.
La radicale superiorità dell’una rispetto all’altra sta nel fatto che il metodo sperimentale che sta alla base della ricerca scientifica porta a conoscenze che sono tali proprio perchè, come esige il metodo stesso, sono verificabilki, mentre le ‘verità di fede’ non hanno niente a che fare con la conoscenza scientifica… ma che uno scienziato il quale pratica il metodo sperimenta si possa rendere maggiormente conto del fatto che altre forme di conoscenza sono arbitrarie, non esclude di per sè il contrario.

bruno gualerzi

Dimenticavo. La superiorità della scienza rispetto alla fede consiste anche – e per certi aspetti soprattutto – nel fatto che storicamente tante presunte conoscenza ricavate dalla fede sono state dimostrrate (e presumibilmente continueranno ad essere dimostrate), appunto, false, arbitrarie… ma anche questo non esclude – proprio perchè l’orizzonte entro il quale si muove la scienza è di volta in volta definibile in quanto verificabile e verificabile in quanto definibile – che il credente creda in qualcosa che comunque, quale che siano (e che saranno) le conquiste della scienza, sta sempre ‘aldilà’

bruno gualerzi

Concludo e lascio. Il rapporto scienza e fede non fa che riprodurre, anzi esemplificare nel miglior modo possibile, il rapporto tra ragione e fede. Per il credente la ragione vale, può valere, certamente per quanto riguarda fenomeni che possono essere colti razionalmente… ma è la ragione stessa che (sempre per il credente) ci fa verificare la sua inadeguatezza di fronte a certi quesiti esistenziali, per affrontare i quali occorre la fede.
E questa per me è ciò che rende inonciliabili – anche nel Cortile dei Gentili (^_^)- raligione e ateismo, perchè, se si vuole davvero andare a fondo nella questione, qui si arriva e da qui… ognuno per la sua strada.

P.C.

Secondo me c’è una falla nel tuo ragionamento: parli di “fede” molto in generale, come credenza in un qualcosa di “oltre”; mentre il suo ragionamento si applica molto bene a scienziati panteisti e spiritualisti, gli scienziati credenti di cui si parla di solito (almeno così mi sembra) riguardo al rapporto tra scienza e fede sono quelli appartenenti ad una qualche religione (cattolici, protestanti, islamici, che si voglia), la quale ha spesso dei dogmi molto terreni che si scontrano proprio con le verità oggettive che la scienza anallizza tanto bene.
Ed è qui che nasce, secondo me, il problema: resteranno impigliati nella loro fede ed ignoreranno la realtà o accetteranno la realtà mettendo da parte la loro fede?

nightshade90

“il neoateismo tiene in troppo poco conto il fatto che esistono moltissimi scienziati, antropologi, psicanalisti che sono credenti: il che significa che l’opzione per credere o per non credere ha radici diverse dalla scienza”.

1) “moltissimi” è una parola grossa: una percentuale non minima, diciamo.
2) ci sono altrettanti (o quasi) scienziati superstiziosi o che credono nei rapimenti alieni. quindi l’opzione per essere superstiziosi o meno o credere negli omini verdi rapitori e stupratori o meno ha basi diverse dalla scienza?

Giorgio Pozzo

Io la farei semplice, altrimenti si va avanti a discutere (come effettivamente sta accadendo) degli anni se non secoli.

La scienza è oggettiva.
La fede è soggettiva.
La Terra è rotonda per tutti.
Il soprannaturale riguarda solo qualcuno.

OK, ho cercato di darci un taglio con la scimitarra, ma sono ben consapevole che la storia non finisce qui. Pazienza. Aggiungo allora che l’oggettività della scienza non impedisce affatto ad uno scienziato di essere credente, essendo questa una caratteristica totalmente soggettiva. La Terra è rotonda anche se io preferisco la pizza agli spaghetti, oppure se il mio vicino di casa crede nel dio Uz.
Mi arrabbio come una iena invece quando uno scienziato credente tenta proditoriamente di mescolarmi scienza e fede, annacquando la prima con la seconda, e facendole perdere il suo proprio valore epistemologico.

civis romanus sum

Io ci aggiungerei anche che la Scienza in confronto alla fede ha un altra caratteristica che la differenzia e la eleva al di sopra della fede : il suo Metodo Scientifico .

Che risulta essere ,,,
L’UNICO LINGUAGGIO UNIVERSALE
a disposizione della nostra specie, per comprenderci e comprendere quello che ci sta intorno, ossìa l’unico mondo di cui disponiamo, quello fisico .

Come direbbe Oddifreddi : 2 + 2 è uguale a 4, in TUTTE le lingue e le culture del mondo.

Comprese le subculture che si affidano solo alla sapienza di sciamani che si dicono tutori e rappresentanti del mondo meta-fisico .

teologo cattolico

Si può certamente non essere d’accordo con quanto scrive Mucci, ma per quello che posso avvertire devo confermare che quella è la lettura che il cattolico dà del fenomeno dell’ateismo odierno, è cioè quanto il cattolico pensa generalmente dell’ateo (io ad esempio condivido quanto dice Mucci).

Stefano

@ teologo cattolico

io ad esempio condivido quanto dice Mucci

Non potevamo aspettarci meno da un mastro artigliere cattolico 😉

Stefano

@ teologo cattolico

A proposito e che ci fai sempre in mezzo ai buzzurri? 🙂

E’ davvero strana questa mania, tutti idioti e sempre più presenza di cattolici.
E l’interesse di Civiltà Cattolica….
E di Fanzaga.
E di Pontifex.
E un sito che scimmiotta (UCCR, il nome strozza).
Mah!

Alecattolico

Il neo ateismo rozzo e volgarePunta diritto ad offendere la sensibilit dei fedeli ,irrompere in chiesa bestemmiare davanti a fedeli o in chiesa o durante le processioni,(che sono sempre legali, segno di grave squilhbrio mentale,vogiia di sfidare sia la.Pazienza ,la tolleranza,dei fedeli,sia lo stato perch,vi piacciappure no sono ambe due reato,come imbrattare le pareti sia interne dei luoghi di culto,e nessuna maggioranza n parlamentare vuole abolire questi reati.il razionalisno non d le risposte alle domande pi importanti per l’ umanit 🙁 dopo la nostra morte una part di noi vivr ancora,dove andr ,in che condizione si trover.perch esiste il bene,perch esiste la fede.

Stefano

si, si, il neoateismo è rozzo, grazie per avercelo fatto notare in modo elegante ale.

FSMosconi

@aletroll

Immagino che la tua mancanza d’argomenti abbia creato un vuoto logico-dialettico da qualche parte dell’Universo che ha dato via a un buco nero linguistico, immagino che lì si sia perso l’uso della parola in favore delle clave…

MetaLocX

Sono decisamente assurdi. A volte si ha la sensazione di aver a che fare con dei bambini. E come i bambini accusano gli altri di aver fatto quello che hanno fatto loro:

“esiste oggi, e va di moda, un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite”

Siamo forse noi a strumentalizzare la scienza interpretandola come più ci fa comodo? Tipo “Sulla terra ci sono le giuste condizioni per la comparsa della vita per cui tale condizioni sono state create da Dio”.

“un ateismo aggressivo e polemico con i credenti, che pretende di soverchiare con argomenti empirici e populistici, come se tutti gli scienziati fossero atei, come se chi vive e partecipa della cultura contemporanea non sarebbe uomo compiuto se non fosse ateo”.

E rieccoci. Adesso i polemici siamo noi? Evidentemente Mucci non ha mai notato tutti gli attacchi gratuiti del Papa che dobbiamo subire con cadenza quasi settimanale, per non dire tutto il resto. Ma dal momento che anche noi vogliamo esprimere le nostre opinioni diventiamo noi “aggressivi e polemici”.
Troppo facile accusare di polemica un interlocutore solo perché ha espresso un’opinione diversa. Come al solito non entrano in merito agli argomenti, ma mirano a screditare le persone.
E quanto agli argomenti empirici e populisti? Sarei ricco se avessi avuto un euro per ogni volta che ho sentito dire che Dio esiste per forza perché ci crede molta gente (o perché me lo sento dentro).

Dei bambini. Sembrano dei bambini.

Marcvs

Mucci ha descritto il profilo dell’ateo scientista laicista alla Dawkins per intenderci -nel quale mi riconosco e identifico nella sua più intera pienezza – e comprendo totalmente le sue preoccupazioni essendo quello descritto il profilo dell’ateo che mina le fondamenta della credenza demolendola come fosse castello di carte

MetaLocX

Sono decisamente assurdi. A volte si ha la sensazione di aver a che fare con dei bambini. E come i bambini accusano gli altri di aver fatto quello che hanno fatto loro:

“esiste oggi, e va di moda, un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite”

Siamo forse noi a strumentalizzare la scienza interpretandola come più ci fa comodo? Tipo “Sulla terra ci sono le giuste condizioni per la comparsa della vita per cui tale condizioni sono state create da Dio”.

“un ateismo aggressivo e polemico con i credenti, che pretende di soverchiare con argomenti empirici e populistici, come se tutti gli scienziati fossero atei, come se chi vive e partecipa della cultura contemporanea non sarebbe uomo compiuto se non fosse ateo”.

E rieccoci. Adesso i polemici siamo noi? Evidentemente Mucci non ha mai notato tutti gli attacchi gratuiti del Papa che dobbiamo subire con cadenza quasi settimanale, per non dire tutto il resto. Ma dal momento che anche noi vogliamo esprimere le nostre opinioni diventiamo “aggressivi e polemici”.
Troppo facile accusare di polemica un interlocutore solo perché ha espresso un’opinione diversa. Come al solito non entrano in merito agli argomenti, ma mirano a screditare le persone.
E quanto agli argomenti empirici e populisti? Sarei ricco se avessi avuto un euro per ogni volta che ho sentito dire che Dio esiste per forza perché ci crede molta gente (o perché me lo sento dentro).
Straordinaria soprattutto l’ultima accusa, dato che viene da persone che da sempre urlano che senza Dio non c’è vita, non c’è speranza… Non siamo persone vere!
In poche parole, proiettano sugli altri il proprio modo di ragionare.

Dei bambini. Sembrano dei bambini.

fab

Già il fatto che per questo giornalista la psicanalisi sia una scienza dà la meschina misura della sua autorevolezza.

Kaworu

in effetti…

avesse detto psicologia, ok.

ma la psicanalisi è proprio ancora lontana dallo status di scienza (ci stanno provando eh, a usare il metodo scientifico anche lì. ma per ovvi motivi è difficile se non impossibile)

giuseppe

Stefano scrive:

10 giugno 2011 alle 6:53
“esiste oggi, e va di moda, un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite”

Su quale tesi precostituita si basa questa critica?

Nessuna tesi precostituita. Si tratta di osservazione empirica della realtà ( quella che amate tanto ), di un fenomeno che é sotto gli occhi di tutti. Basta navigare da queste parti per capirlo.O leggere alcuni articoli di Odifreddi.

Stefano

@ giuseppe

Immagino che l’osservazione empirica ti abbia condotto a validare i presupposti sulla base dei quali critichi i nostri. Attendiamo le prove.

Così non fosse, fare critiche sulla base di un criterio che non usi per validare i tuoi presupposti è tesi precostituita.

Riprova.

FSMosconi

@giuseppe

Il tuo concetto di oggettivo lascia parecchio desiderare…

Diocleziano

giuseppe,
avete proprio la faccia come il cu|o: la chiesa ha bistrattato e umiliato la scienza per secoli, si è arrogata il diritto di affermare e imporre falsità puerili e adesso si vuole spacciare come difensore della scienza?

maxalber

@giuseppe.
Per cortesia non vi lamentate se vi trattiamo da troll.

1) L’articolo di civiltà cattolica riportato e di cui stiamo discutendo parla di:
“un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite”
2) Stefano chiede: quale tesi precostituita?
3) Giuseppe risponde: nessuna tesi precostituita.

Perchè vi lamentate se vi trattiamo da provocatori?
L’alternativa, se ti piace di più, è trattarvi da deficenti.

civis romanus sum

Alla fine la questione è sempre quella, di come conviene usare più la fede o la ragione per arrivare alla verità .

Sempre che se ne ricerchi una, o le infinite, perchè c’è pure chi “dont care”, che si accontenta di riconoscere e adeguarsi alla più evidente, quella del vivere, semplicemente .

Ma a chi importa sarà necessario decidersi per quale concetto adottare per la “verità” e per quale metodo usare nella sua ricerca .

E qui o si usa la fede o la ragione .
Mente sapendo di mentire chi dice che tra le due ci può essere un dialogo sulle verità . Non si possono usare entrambi perchè i metodi di indagine sono diversi, il concetto stesso di verità ricercato è diverso, e tra di essi non comunicano e non si comprendono .

Non comunicano perchè quando si vuole discutere delle verità bisogna pure che i due metodi di ricerca collimino sulla natura dello stesso obiettivo della ricerca che qui invece risulta essere differente, che si riconoscano tali e valide per entrambi le presunte verità, e per riconoscerle tali io conosco un solo metodo, quello per il quale bisogna necessariamente applicare il “principio di non contraddizione”, ovvero che se una cosa è nera non può essere nello stesso momento anche bianca .

Altrimenti salta tutto, non ci si comprende più, è evidente .
Se solo si introduce nel discorso un elemento di contraddizione sarà possibile introdurne infiniti altri, e allora così i cadaveri resuscitano, gli asini volano ,,, e mì nonno era un caretto co le rote .

EX FALSO QUOD LIBET ,,, a proposito de mì nonno, diceva quello,
Dal falso qualunque cosa !

Questo per indagare delle verità riconosciute tali, adottando il metodo scientifico, che è l’Unico Linguaggio Universale, l’unico comprensibile dalla nostra specie .

Poi c’è chi adotta solo la fede per la ricerca di una verità, si affida solo ad “altri”, “autorevoli” o alle suggestioni, alle emozioni, alle emozioni, alla poesia, ed è lecito e pure gradevole, fa parte del carattere della specie abbandonarsi ai sogni e alle illusioni, ma a questo punto come le suggestioni e le emozioni sono emanazioni soggettive anche la verità così ricercata e magari pure trovata, rimarrà soggettiva, non universalmente compresa .

Così concludo che per me è evidente che tra fede e ragione NON ci può essere un dialogo ,,, perchè lavorano su due diversi concetti di verità e perchè usano diversi metodi per indagarli, che tra di loro si autoescludono .

Per dire infine solo che io diffido di chi afferma il contrario, perchè non è onesto intellettualmente .

E non mi pare OT, ho solo seguito la deriva del discorso .

bruno gualerzi

Non posso che essere d’accordo, anche per quanto ho provato ad argomentare più sopra.
Nel quale commento tuttavia (e qui non ho trovato ne consenso nè dissenso) intendevo soprattutto sostenere – prospettandone i motivi – che non deve meravigliare più di tanto se uno scienziato, anche al massimo livello, si professa credente.

civis romanus sum

Certo, restando fermo il punto di tenere separate le cose, fede e ragione, che agiscono su piani differenti e applicano metodi differenti nella ricerca di quelle che ritengono le verità .
Le verità scientifiche e il metodo per indagarle sono una cosa, quelle religiose e il metodo per indagarle, un altra .
La religione ricerca la verità nel suo campo quello della meta-fisica, la scienza le sue le ricerca nel campo delle cose fisiche .
Due piani differenti e due metodi di indagine differenti .
Che non possono parlarsi appunto perchè parlano di cose differenti .

Quello che volevo dire insomma, è che non ci può essere dialogo tra fede e ragione, o si sceglie uno campo, un piano di indagine, un concetto di verità o l’altro, e occorre pure che nessuno invada il campo dell’altra, sconfinamenti e abusi che sono quelli che poi creano i conflitti .

Però devo pure rilevare il fatto che mentre la scienza dalla sua prima applicazione da parte dell’uomo è riuscita a risolvergli moltissime domande, è riuscita a dimostrare l’esistenza di diverse verità del mondo fisico, nel suo settore d’indagine quindi senza mai sconfinare in quello della fede ecco che da questa parte invece non è avvenuto lo stesso : La religione non ha risolto nessuno dei dubbi del credente, nemmeno uno .
Un differenza di successo e di efficacia che salta agli occhi, al punto che se oggi uno scienziato di duemila anni fa volesse discutere con un suo collega di adesso rimarrebbe fulminato dagli enormi passi avanti fatti dall’uomo nella conoscenza del mondo fisico, nemmeno si capirebbero parlandosi, mentre se uno stesso antico sacerdote si mettesse a parlare col papa teologo ecco che questi avrebbero ancora molti punit in comune, gli stessi punti da risolvere e si comprenderebbero ancora benissimo ,,, fissi, fermi al punto di partenza .

Se s’è capito qualcosa, questo è quello che penso, per quel che vale .

Vale !

Stefano

@ civis romanum sum

Assolutamente d’accordo, salvo un particolare:

“lavorano su due diversi concetti di verità”

No, uno lavora sulla verità l’altro sulla pretesa di verità. Che essendo pretesa non può essere negata e pertanto non ha alcun valore epistemologico.
Cioè non è verità, neanche come concetto, le manca – per loro stessa ammissione – il polo semantico necessario a darle significato: la possibilità di falsità.

civis romanus sum

@ stefano

Giusto, un altro punto, e definitivo direi, a favore della scienza, che a questo punto determina anche la superiorità della scienza nei confronti della fede, e rispetto ai succesi ottenuti e per l’impegno infuso, disciplinato, faticoso ma realmente fruttuoso .
Utile alla specie in definitiva .

Mentre dall’altra parte è da chiedersi oggi, qual’è l’utilità ?

Qual’è ancora l’utilità del prete ,,, E se non si tratta invece della sua dannosità .

Sono domande che uno si fa .

Alecattolico

Le irruzioni nelle chiese bell’ esempio di tollerannza ,da parte degii ate,che non condannano gli aGli atei intolleranti e,le loro azioni,spero che il governo faccia controllare dalla polizia tuttte le organizzazioni atee e le faccia chiudere,poich essd incitano a profanare i santi valori Cristiani e vogliono far diventare l’ uomo una bestia,confido che il governo far chiudere tutte le associazioni atee ed,in seguito i governi di destra faranno altrettanto ineuropa e nel mondo. o ateizzanti presenti in italia

FSMosconi

Strano concetto di libetà il tuo.
Ovviamente prendi per assodato che quell’episodio sia stato voluto dall’UAAR invece che, come riportava la notizia, da alcuni giovani dei centri sociali. Ma capisco che il concetto di onestà intellettuale ti sia sconosciuto…

Maurizio_ds

Mah, se questo gesuita con l’espressione “ateismo non dotto” si riferisce a persone come Odifreddi, Hack, Flores D’Arcais e altri, mi sa che ha proprio sbagliato bersaglio.

coyotenero

Aah, un classico caso di bue che dice cornuto all’asino: accusano i loro “concorrenti” di usare i loro stessi metodi.

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