Il ministro dell’agricoltura australiano Joe Ludwig ha vietato l’esportazione di bovini in Indonesia per i prossimi sei mesi in seguito ad una pubblica protesta contro i maltrattamenti loro riservati nei macelli locali, visibili anche su YouTube. La notizia è riportata da vari siti (digitare “Australia cattle ban”). Sotto accusa sono i macelli halal, dove viene seguito il metodo tradizionale musulmano di uccisione degli animali, ai quali viene tagliata la gola mentre guardano verso La Mecca. I leader musulmani hanno dichiarato che la sofferenza degli animali non è “halal”, ma c’è resistenza nei confronti dell’uso di pistole stordenti per fare perdere conoscenza agli animali prima di essere uccisi. Il provvedimento del governo rischia di danneggiare un’industria da 700 milioni di dollari e 10000 posti di lavoro.
Daniele Stefanini
Un governo che va’ contro i suoi stessi interessi economici, solo per tutelare gli animali da una pratica di macellazione religiosa quantomeno obsoleta, non poteva che essere un paese guidato da un Primo Ministro dichiaratamente Ateo. 😉
@Manoni
Oppure da un primo ministro sensibile alle opinioni di quelle che ritiene una porzione
non trascurabile di votanti.
Un primo ministro,ateo o no,e’ innanzitutto un politico,non dimentichiamolo mai.
Infatti mi sto trasferendo a Perth. L’Australia, oltre che essere un paese bellissimo e’proprio all’avanguardia per quello che riguarda la liberta’ e i diritti sociali. Gazie anche al contributo del Primo Ministro e del Governo.
@FelipeFelice
Perth e’ una città fantastica, dove ho passato parecchi mesi della mia vita.
Ti invidio, sai. Se cerchi una spiaggia, “Indiana Cottesloe Beach” e’ il posto giusto! 😉
“il metodo tradizionale musulmano di uccisione degli animali, ai quali viene tagliata la gola mentre guardano verso La Mecca”
Mi rendo conto che la religione non può appartenere a chi è è perfettamente sano di mente, ma ste caz*ate sono eccessive.
quoto
Leggo in un sito di news, tra i vari risultati (piu’ di 2000!!!!!!!) che propone Google digitando come consigliato le parole “Australia cattle ban”, che c’e’ stata una proposta, per nulla sbagliata secondo me, di inviare in Indonesia, bovini già macellati in Australia. 😉
Pare che l’Indonesia stessa si sia opposta, non tanto per mancanza di fiducia nella pratica di macellazione halal, affidata ad un altro paese, ma perche’ gli indonesiani non dispongono dell’energia necessaria per mantenere attivi i freezer, che servirebbero per custodire (a livello industriale o anche casalingo da parte dei cittadini), la carne già macellata. 😯
Al solito: religiosità, ignoranza e miseria sono spesso associate 🙁
Paul tieni conto che il trasporto con un camion frigo di costa 1’000,” € in più se ti va bene, stesso discorso per i container refeer per aereo e nave.
L’indonesia non è esattamente un paese ricco.
Certo potrebbero iniziare ad applicare multazze salatissime ai macelli beccati a NON usare apparati stordenti per ridurre la sofferenza degli animali.
“Certo potrebbero iniziare ad applicare multazze salatissime ai macelli beccati a NON usare apparati stordenti per ridurre la sofferenza degli animali.”
In questo, anche la non islamica Cina avrebbe MOLTO da imparare…
@Senjin
Si, si…Sono perfettamente d’accordo con te. Le motivazioni a cui fai riferimento anche tu, non sono poi distanti dalle motivazioni che venivano espresse nell’articolo che leggevo ieri in merito.
Salvo il fatto che quell’articolo, era piu’ che altro incentrato sulle proteste degli indonesiani, che si sarebbero dovuti accollare l’onere dell’acquisto di frigo o l’onere del dover produrre piu’ energia, per questi.
Pero’ la soluzione di questo problema, sta tutta nelle mani, proprio degli indonesiani. Insomma sono loro che dovrebbero in qualche modo adeguarsi, visto che sono loro che vogliono che la carne che mangiano, sia macellata con dei requisiti specifici….
O trovano il modo di munirsi di frigo…
O trovano il modo di produrre piu’ energia…
O trovano il modo di macellare la carne con metodi piu’ accettabili….
O trovano il modo di mangiare la carne come la mangiano tutti quanti… 😉
Secondo il libro autobiografico “La masai bianca” di Corinne Hoffmann, i Masai fanno di peggio: uccidono le capre distendendole per terra, tenendole ferme in tanti, e poi uno ne tappa le narici semplicemente premendogliele con le dita, finchè i poveri animali muoiono soffocati anche se cercano di liberarsi agitandosi con tutte le loro forze… 👿
che mangino carote.
Carote halal?… Con la punta rivolta alla Mecca?… 😉
… e anche dissanguate senza prina stordirle? 😉
Il trasporto di bovini dall’Australia in Indonesia avviene ad opera di una compagnia italiana: ci sono navi-stalla che fanno 15 viaggi all’anno, con 50.000/70.000 bovini per viaggio. Le condizioni sono buone, cioè gli animali possono muoversi, hanno acqua e cibo, ci sono due veterinari e stallieri specializzati australiani. Muoiono circa 15 animali a viaggio, i vitellini nati a bordo vengono soppressi. Ho visto condizioni tremendamente peggiori sui camion italiani e europei. Comunque al macello vanno e per di più così crudelmente. Sono cibo per una ristretta classe di persone, mentre la massa, almeno a Giacarta, vive in case di lamiera, con fogne a cielo aperto, con fuochi perenni della spazzatura bruciata , con rivoli di fango se piove.Il ministro dell’agricoltura australiano non poteva fare di più: può non vendere i bovini, sembra che non possa aiutare gli animali umani dell’Indonesia.
Forse anche perché gli animali umani dell’Indonesia sono un po’ tantini…
Nessuno ha visitato i nostri più tecnici e “laici” sistemi di allevamenti di polli
http://www.youtube.com/watch?v=LIFqu_L-0CM
c’è da sbizzarsi sull’argomento
è vero, sono spaventosi; ma che c’azzecca la laicità? quella degli allevamenti intensivi è una delle tante espressioni della società del consumismo e del businnes
Sostenere che quegli allevamenti sono laici vale quanto sostenere che sono cattolici.
@fab
ce l’hai presente il significato della parola M-A-L-A-F-E-D-E?
Ecco, teologo te ne ha data una dimostraizone pratica. 😉
Paul, sai che c’è?
Mi viene in mente che quegli allevamenti hanno addirittura parecchio di cattolico, anzi di cristiano: son loro che danno retta a un libro in cui si sostiene che tutta la natura è a totale servizio dell’homo sapiens, no?
@fab
Beh, dai…Non esageriamo altrimenti si rischia di abbassarsi al suo stesso bassissimo livello. 😉
Teologo di Bengasi ha ragione in cio’ che scrive…Solo che la fa’ fuori dal vaso, per l’ennesima volta, quando ha l’assurda pretesa di appioppare il termine “laici” riferito ai sistemi di allevamento intensivo di polli.
La malafede palese, la ritrovi quando per questi signori diventa necessario, fisiologico e dovuto…o dipingere come “cattivo” tutto cio’ che e’ contrario alle loro logiche convinzioni intime e personali…oppure quando dicono che e’ “laico”, “ateo” o “da non-credenti”, qualcosa che nel sentire comune e’ deprecabile e discutibile.
Un giochino che vale e funziona di fronte ai loro pulpiti, ma di certo funziona pochissimo da queste parti. 😉
Voglio credere che il teologo abbia usato il termine laico perche in questa notizia si parlava di un metodo di macellazione eseguito il metodo tradizionale religioso, avanti per una volta abbiate pieta’.
Certamente il modo in cui vengono macellati gli animali in indonesia è peggiore di di quello usato in altri paesi ma non vorrei che questo fatto consentisse la solita buona coscienza a buon mercato di quegli atei, sedicenti razionalisti, che ritengono moralmente giustificabile la macellazione degli animali per consumo umano.
Si continua a nascondersi dietro un dito raccontando la barzelletta degli allevamenti in cui gli animali vivono bene per giustificare l’ingiustificabile: il consumo di carne da parte della specie umana.
I fatti sono piu’ semplici ma meno digeribili per i necrofagi: la carne non è necessaria alla vita umana. Uccidere per mangiarla è intollerabile per chi sceglie una morale razionale (e atea). Chi puo’ evitare di causare dolore DEVE farlo. Sul piatto della bilancia della giustizia morale laica e razionalista il dolore di un non umano pesa incommensurabilmente di piu’ rispetto ai piaceri necrofagici di un animale umano (e basta una volta per tutte alle solite idiozie sui leoni e le gazzelle o sui naufraghi su un’isola sperduta che muoino di fame se non vanno a pesca!)
Ogni tanto leggo con stupore le sciocchezze di alcuni che vorrebbero i vegani una “setta” e l’antispecismo una “religione”. Personalmente non ho mai conosciuto antispecisti che non fossero anche totalmente atei, ma a prescindere dalla mia personale statistica, per capire che considerare l’antispecismo una religione è un non-senso basta avere almeno una vaga idea cio’ di cui si sta parlando. Prima leggere, poi, EVENTUALMENTE, parlare (e se poi a qualcuno scappa di stare zitto… beh sarà una meravigliosa occasione per tacere finalmente colta).
Queste tue idee New Age sono prive di fondamento scientifico: L’UOMO E’ UN ANIMALE ONNIVORO, e rimarrà tale a prescindere da quello in tu vuoi credere perchè è la sua NATURA. Uccidere animali per nutrirsene non è più sbagliato di uccidere piante per mangiarle, ciò che è sbagliato sono le inutili sofferenze dovute ad esempio a pratiche religiose. L’antispecismo è FILOSOFIA, che pur essendo un’importante branca del pensiero umano (LA FILOSOFIA), non è SCIENZA.
Caro Francesco S., la cosiddetta “natura” dell’uomo è una comodissima invenzione per giustificare tutto e tutti. O per attaccare tutto e tutti, dipende dai casi. “Natura” non è certo una nozione scientifica. Ma se proprio vogliamo la natura, seguiamola al 100%!
Non è naturale scrivere e leggere, eppure lo facciamo. Non è naturale mangiare cibi conservati e inscatolati, eppure lo facciamo. Non è naturale mangiare la carne come la mangiano gli umani: in natura la si mangia cruda, così com’è, con contorno di pelle, peli, piume, azzannandola con artigli e denti, senza forchetta e coltello (altri strumenti estremamente innaturali).
E’ naturale, forse, ammazzare qualcuno che odiamo profondamente, ma abbiamo la ragione, riconosciamo che è sbagliato, e ci diamo dei regolamenti per fare in modo che non succeda. E’ naturale, ancora, non usare mezzi di trasporto ma andare a piedi, non usare detersivi e shampoo ma la sola acqua, non usare un computer, non utilizzare scarpe, biciclette, occhiali da sole e da vista, apparecchi per i denti, medicinali, protesi, aria condizionata, phon, dentifricio… e così via.
Come scrisse De Beauvoir, l’uomo non è (solo) una specie naturale, è una categoria storica: in quanto tale, non è determinato che in minima parte dall’ambiente. Tutto il resto lo sceglie.
L’uomo non è un animale onnivoro, l’uomo è quello che decide di essere: se mangia carne, è perché ha deciso di farlo, non perché glielo impone deterministicamente una fantomatica “natura”. Ergo, se ti piace mangiare la carne sei nel tuo pieno diritto di farlo, ma puoi semplicemente dire “mangio la carne perché mi piace”, non perché sei “onnivoro”. Del resto, chi è veramente onnivoro? Nessuno in realtà mangia tutto quello che sarebbe commestibile, perché c’è sempre qualcosa che non piace o che non possiamo avere, e viviamo benissimo lo stesso.
Cfr Peter Singer, Liberazione animale
Se mi si permette un commento “controcorrente”:l’Indonesia,a quanto mi risulta anche se al momento non dispongo di particolari,non e’ probabilmente uno stato al top in quanto a rispetto dei diritti umani.Il fatto che si tratti di uno stato islamico rende quantomeno lecito il dubbio.
Chissa se il ministro di cui sopra o altri suoi colleghi sono promotori di analoghe sanzioni economiche per questa motivazione,sia verso l’Indonesia sia verso i numerosi stati il cui “status” in proposito e’inequivocabilmente molto piu’ discutibile di quello indonesiano?