Crocifissi a Montescudo (RN): proseguono le polemiche

Sono molti gli articoli sui media relativi alla notizia dei crocifissi in una scuola di Montescudo (RN) (vedi post), e non riusciamo a riportarli tutti, anche su L’Avvenire compare un pezzo che però, erroneamente, collega la decisione del preside alla pubblicazione della lettera sul nostro sito, inviata invece direttamente al dirigente scolastico da parte del genitore. Si moltiplicano le richieste di intervento a ministeri, provveditorati, diocesi e sindaci, per fare “piena luce sull’accaduto” (sic!).
Viene enfatizzato l’utilizzo del termine “feticci”, decontestualizzato dalla lettera, come spiega direttamente il genitore in un intervento sul sito UAAR. Ci permettiamo a nostra volta un’arbitraria interpretazione: forse si intendevano come feticci tutti i simboli ad esclusione di quelli cattolici, che per definizione sono puri buoni e giusti.
Il dizionario restituisce uno dei significati di fetìccio [fe’titʧo]: [in senso figurato] persona o cosa che sia oggetto di culto fanatico o di stima esagerata. Già.
Tornando all’argomento del contendere, possono essere fatte alcune considerazioni: in un caleidoscopico e fumoso assemblaggio terminologico, il crocifisso viene costretto a trasformarsi in cartoncino colorato, lavoro dei bambini, dono del parroco, simbolo religioso, foto artistica, santino, certamente a voler rafforzare l’idea, poco cristiana, che sia un qualcosa utilizzabile in tutte le occasioni e incarnato (o incartonato?) forzosamente in tutti e ovunque, quel “tanto non fa male a nessuno” unito alla definizione di “indifferente”, sembra rendere felice molta chiesa organizzata (ma non altrettanti cattolici); è poi singolare la frequente accusa, in altre circostanze, di “strumentalizzare i bambini” da parte della chiesa che in ciò si è dimostrata sovrana pure questa volta; per quanto riguarda l’aspetto “culturale” milioni di atei e agnostici sono conoscitori di arte e storia, apprezzandone, come tali, le manifestazioni del pensiero e della bellezza.
E’ certamente difficilissimo, in un confronto impari, riuscire a spiegare che si richiede riflessione non solo sulla presenza di simboli religiosi in sé quanto sulla, pare, ineliminibale pervasività del potere clericale in ogni ambito del vivere, posta come obbligatoria anche a chi non la desidera o non ne ha bisogno.
Ma lo stesso Benedetto XVI ammonisce proprio in questi giorni che “serve una nuova evangelizzazione” educando a questo i bambini “fin da piccoli”. Può contare indubitabilmente su un esercito di esecutori.
Tutto questo, forse non a caso, alla vigilia della visita papale a San Marino e nel Montefeltro, già pubblicizzata da giorni; anche all’uscita del casello autostradale campeggia, su un totem pubblicitario, l’immagine del papa che saluta (secondo alcuni minacciosamente), forse a ricordarci che i pedaggi non finiscono mai.

Il circolo UAAR di Rimini

Spett.le Redazione di Avvenire,
se mi è consentito, vorrei apportare delle precisazioni all’articolo da Voi pubblicato. Poichè ho già risposto esaurientemente sui fatti svolti, compreso lo spiacevole errore di copiatura per cui non è apparsa la mia firma, la presente sarà breve. Perché dovrei avere problemi a dire ciò che penso apertamente? Non è già diventato reato vero?
Come già chiarito in merito ai “feticci”: …”decontestualizzato il termine colpisce, ma vorrei ricollocarlo al suo posto: “..il che permetterebbe a tutti di appendere i propri feticci e di fare sfoggio delle preferenze personali”. In effetti forse avrei dovuto ampliare il concetto, errore mio. “A tutti” non significa ai cattolici, ma significa appunto “a tutti”, all’insegnante comunista di appendere falce e martello, all’insegnante indiano di appendere la dea Calì, al rivoluzionario di appendere l’immagine di Che Guevara, a quello Woodoo di appendere una testa di gallina e via dicendo, compresi i docenti atei che si sentirebbero autorizzati ad appende i loghi delle associazioni umanitarie, le uniche che si rivolgono davvero a tutti, senza distinzione di razza, religione ecc..ecc.. O tutti o nessuno!” .
La protesta non era anonima, è stata inviata firmata al dirigente scolastico. Non sta a me rispondere per la decisione da lui presa, decisione che ovviamente condivido.
La precisazione che più mi preme è che i lavori non erano stati eseguiti in classe durante l’anno scolastico e che tutti i lavori dei bambini sono regolarmente affissi alle pareti, così come i crocifissi facenti parte dell’arredamento scolastico fornito dall’amministrazione comunale.
Libertà ed identità di tutti non dovrebbe significare che ai credenti tutto sia permesso mentre gli altri devono rispettare le regole. Se si ritiene lecito che alcuni insegnanti appendano in classe oggetti personali, perché di dono del parroco alle maestre ha parlato una delle insegnanti, allora si dovrà ritener lecito che lo facciano tutti. Se il Ministro decreterà che ogni insegnante è libero di esprimere i propri ideali religiosi, filosofici ecc appendendo materiale personale in classe, tutti, ma proprio tutti saranno liberi di approfittarne.
Distinti saluti

Gabriella Bertuccioli

31 commenti

Francesco

Non e’ che mi brucia se tu che te sei uscito con mogol e’ ora te lo tieni vigliacco.

maxalber

Hysteron Proteron risponde:
mercoledì 15 giugno 2011 alle 18:46
Cara Gabriella, benvenuta nel club.
… delle eterne esigue minoranze.

No, io intendevo nel club dei perseguitati dall’arrogante protervia di pseudo-maggioranze che pescano nel torbido con azioni di lobbismo occulto; e dalla violenza del terrorismo religioso e ideologico nei confronti di “nemici” da combattere con i mezzi più disparati. A cominciare dalla menzogna e dalla minaccia.

nightshade90

un’esigua minoranza che persino in italia è in percentuale maggiore dei cattolici “veri” (cioè quelli che non si limitano a dire di essere cattolici ma praticano davvero il cristianesimo, andando in chiesa)

Il Filosofo Bottiglione

via i feticci dalle scuole!

visto che non pare così facile eliminarli, affinché non sembri che il principale simbolo della nostra cultura sia un feticcio religioso, ho preparato parecchi quadretti con il Galileo di Sustermans da appendere alle pareti delle aule.
almeno questi non sono feticci.

àugh

La signora Bertuccioli ha contribuito a rendere questa società migliore: grazie!

Giorgio Pozzo

Vorrei postare qui, sul tema del crocifisso nelle scuole, una lettera che il circolo UAAR di Torino ha ricevuto, indirizzata ai suoi soci, e che io personalmente ho avuto il permesso di divulgare a mia discrezione, con consenso via e-mail dell’autore.

Riporto quindi la lettera come se il post fosse stato scritto dall’autore stesso. Mi impegno anche a comunicare all’autore ogni post di risposta a tale lettera, purchè questo raggiunga un livello minimo di buona educazione.

Vorrei aggiungere che il Centro di Cultura Evangelica “Paschetto” fa parte, come il circolo UAAR di Torino e diverse altre associazioni, della Consulta Torinese:

http://www.torinolaica.it/index.php?option=com_content&view=article&id=50&Itemid=57

Spettabili Soci,

premetto che, rappresentando un ente culturale di cultura protestante, considero
aberrante l’esposizione di un simbolo di sofferenza a sintesi di quello che dovrebbe
essere un annuncio di fede e di speranza. Il culto del dolore di cui è intriso il cattolicesimo è il nemico ultimo contro cui dovrebbe ergersi una cultura civile degna di
questo nome. Personalmente sono cresciuto in un luogo in cui la Chiesa di Roma aveva perso ogni autorità presso la società italiana, che aderiva per la massima parte o al messaggio marxista o al cattolicesimo sociale dei Don Milani, che i cilici e le reliquie
aveva messo in soffitta a favore dei canti di gioia intorno al fuoco: nel mio corso al
Liceo Cavour il crocifisso era stato rimosso da anni, e ne restava la brechtiana
impronta sulla polvere del muro. I giornali riportavano i pareri dei vescovi in trafiletti
di ventesima pagina. Poi, come tutti sappiamo, il Concilio Vaticano del Marketing
trovò nell’asse polacco-tedesco un team vincente che progressivamente ha riportato
San Pietro in primo piano sul palcoscenico mondiale e ha allargato la sua presa sulle ondivaghe coscienze degli italiani – che , in quanto privi di una loro identità storica e
culturale, sono sempre stati proni a qualsiasi moda e parola d’ordine, e non fanno
grandi distinguo tra fascismo, comunismo, edonismo reaganiano, liberismo videocra-
tico e veterocattolicesimo : l’importante è aderire a una proposta già compiuta, facendo
il solo sforzo di apporre una firma o una croce su una scheda ed evitando così un lavoro di faticosa elaborazione personale che potrebbe porli in distonia con il pensare comune.
Il Paese in cui viviamo, pur contando all’incirca un modesto 30% di cattolici osservanti,
continua a battezzare i bambini e a percorrere l’iter dei sacramenti per puro conformismo sociale. si tratta di riti, e nessuno distingue più veramente la funzione della cresima da quella dell’acquisto dello zainetto o dell’ostentazione del cellulare ultimo modello con suoneria del momento. Si tratta di quelli che un tempo si definivano status symbol.
Ecco perchè ritengo che la vostra contro il crocifisso sia una lotta di retroguardia, vista e
percepita come il capriccio politico di pochi intellettuali e non più come una petizione di
principio ampiamente condivisa. Se fossi in voi la metterei da parte per concentrare il fuoco delle polemiche sui punti effettivamente deboli dell’egemonia cattolica, là dove la società italiana è già meglio disposta, come sull’eutanasia e la pedofilia, le coppie di fatto, il celibato ecclesiastico, la prevenzione delle nascite.

Rispettosamente vi saluto.

Dario Segato Janese,
Presidente del Centro di Cultura Evangelica ” Paschetto” di Torino

Elvetico

interessanti e concrete le osservazioni esposte, grazie.
Capisco che la richiesta di togliere il crocifisso sia talvolta frainteso come una richiesta di intellettuali salottieri però lo scopo non è l’eliminazione in sé dei simboli religiosi ma il riconoscimento del diritto di essere lasciati in pace, senza ricevere pubblicità.
Sono invece assolutamente contrario ad avviare un discorso sul celibato dei preti cattolici: non mi interessa, non mi riguarda e non vorrei dare l’idea che la chiesa cattolica sia migliorabile con un paio di ritocchi.

Hysteron Proteron

Dario Segato Janese, un evangelico, scripsit:

rappresentando un ente culturale di cultura protestante, considero
aberrante l’esposizione di un simbolo di sofferenza a sintesi di quello che dovrebbe
essere un annuncio di fede e di speranza.

Fratello protestante hai capito tutto di Cristo e della sua venuta, non c’è che dire! 🙁

evitando così un lavoro di faticosa elaborazione personale

Elaborazione personale grazie alla quale si moltiplicano di anno in anno le “Chiese” riformate, con dottrine a tratti antitetiche, e in gran parte ostili ad ogni forma di ecumenismo… Dai frutti li riconoscerete!

FSMosconi

Domanda: come fai a capire che non sei tu nell’errore?
E non mi riferisco alle parole di tale tizio (Gesù men che meno, il papa… sarebbe come chiedere all’oste che la sua locanda è di qualità…) ma proprio logicamente? Bada: logicamente non per questioni di fede personale…

maxalber

Quanto è divertente vedere come fra questi depositari della Verità (quellla con la V maiuscola) ognuno si arroghi il diritto di affermare la propria a discapito di quella degli “eretici”.

Non vi rendete conto di quanto siete ridicoli quandio litigate come adolescenti per vedere chi ce l’ha più lunga (la Verità)?

Hysteron Proteron

maxalber scripsit:

Quanto è divertente vedere come fra questi depositari della Verità (quellla con la V maiuscola) ognuno si arroghi il diritto di affermare la propria a discapito di quella degli “eretici”.

Non vi rendete conto di quanto siete ridicoli quandio litigate come adolescenti per vedere chi ce l’ha più lunga (la Verità)?

Eppure a tanti atei qui gli Evangelici e le loro verità stanno tanto simpatici (per ben noti motivi)… Non li legge i commenti in queste pagine? 😉

FSMosconi

@Hysteron Proteron

Vuoi paragonare gli Evangelici Americani (i TeoCon noti per la loro fama creazionista, pro-pena capitale, filo-teocratici…) a quelli Italiani?
Mi meraviglio di te… 😯

maxalber

Certo che stanno simpatici, certo che leggo qui, ma sicuramente con più attenzione di quanto lo faccia tu.

La simpatia per loro infatti sta nell’atteggiamento di laicità e quindi di civiltà/civismo che loro dimostrano ripetutamente.
E’ una simpatia che deriva da una migliore di convivenza civile.
Che con la stragrande maggioranza dei cattolici e sicuramente con la CCAR manca.

Ma quando affermano la loro Verità rivelata, anche se lo fanno con meno arroganza e protervia dei cattolici, li metto sullo stesso piano di tutti coloro che affermano la Verità rivelata dal loro amico immaginario.

Roberto Grendene

“Se il Ministro decreterà che ogni insegnante è libero di esprimere i propri ideali religiosi, filosofici ecc appendendo materiale personale in classe, tutti, ma proprio tutti saranno liberi di approfittarne.”

esatto

chi ora si straccia le vesti (e semina falsità) sarebbe stato il primo a protestare se verso fine anno gli insegnanti avessero esposto un cartellone che ricordava le radici pagane del natale (ed anche se avessero fatto un lezioni di storia dedicate al Sole Invitto e vari culti del sostizio d’inverno tra cui, agli ultimi posti in ordine cronologico, quello cattolico)

Federico Tonizzo

Come già dissi recentemente, ogni tanto medito di iniziare ad andare in giro con al collo un ciondolo con la scritta “ATEO”, come molti vanno in giro con al collo una croce.

noateo

A Federico Tonizzo: fai fai. Chissà che risate quando ti vedremo.

Kaworu

non dovreste pensare alla vostra trave prima di indicare e sbefeggiare la pagliuzza altrui?

Federico Tonizzo

@ noateo:
Ridi pure quanto ti pare.
Intanto io rido del fatto che, se tutti gli Italiani portassero scritti in fronte i loro pensieri religiosi, il 9% di essi si sarebbe visto “ateo” 10 anno fa: shttp://www.uaar.it/ateismo/statistiche/numeri_italia/ (ora suppongo che la % sia salita), la maggioranza di essi si vedrebbe “supposto cattolico, ma in realtà confuso”, e solo una piccolissima % si vedrebbe “cattolica”: questo perchè, a parte alcuni comportamenti farisaici o formali o bigotti o conformistici, solo una esigua minoranza conosce “come dovrebbe” la religione in cui dice di credere. Basta pensare a quanti fanno sesso fuori dal matrimonio, per averne una vaga stima 🙂

Kaworu

tu conosci il significato della parola “decenza”, si?

perchè tu che sei il primo intollerante suoni terribilmente ridicolo a dare agli altri degli intolleranti.

FSMosconi

@aletroll

Un filo-nazi che da dell’intolleranti ad altri senza manco aver, presumibilmente, letto ciò che gli altri scrivono.

Divertente… ma mamma che tristezza.

maxalber

E’ giusto non tollerare gli intolleranti.
Se si fosse stati intolleranti con Hitler forse avremmo evitato qualche milione di morti.
Ecco perchè bisogna essere intolleranti con l’arrogante protervia dei dittatori come la CCAR.

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