Filippine contro la Chiesa. Parla lo scrittore Syjuco

Per gentile concessione di Left-Avvenimenti pubblichiamo in anteprima questa intervista contenuta nel numero in edicola domani.

Liberiamoci dalle croci

La religione cattolica ha bloccato il nostro sviluppo e ci ha resi sudditi”. Parola di Miguel Syjuco,vincitore del Man Asian  literary Prize in Italia il 17 giugno per la finale del Premio von Rezzori

di Simona Maggiorelli

Illustrado ovvero illuminato; così nelle Filippine del XIX secolo si chiamava chi fra gli intellettuali si alzava per combattere l’occupazione spagnola. E questo è significativamente il titolo che Miguel Syjuco (Manila, 1976) ha scelto per il suo romanzo d’esordio, portentosa «opera-mondo», densa di storia, con cui ha vinto il Man Asian Literary Prize. Un libro coraggioso, fluviale, coltissimo ma al tempo stesso ironico e irriverente nel ripercorre  secoli di storia filippina avendo scelto come protagonista un antieroe alla Tristram Shandy. Pubblicato in Italia da Fazi, Illustrado è tra i romanzi finalisti del Premio von Rezzori- Festival degli scrittori che viene assegnato il 17 giugno a Firenze. Left ne ha approfittato per rivolgere qualche domanda all’autore.
In Italia sono tantissimi gli immigrati filippini. Ma c’è ancora grande ignoranza verso la vostra cultura.Che ne pensa?
E’ davvero triste che, nonostante il ruolo trainante dei lavoratori filippini, si sappia poco e niente della nostra cultura. Evidentemente l’uguaglianza è un diritto ancora tutto da conquistare. Certo, ci saranno sempre disuguaglianze e differenze di classe, ma l’indifferenza totale verso chi ti pulisce casa, alleva i tuoi figli, si prende cura di te, mi sembra rivelare qualcosa di peggio di una ingiustizia. Perché quando le persone hanno un rapporto davvero umano allora curiosità, interesse, empatia scaturiscono naturalmente. Se tu ignori chi ti lavora accanto tutto il giorno, se non ti interessano le ragioni che l’hanno spinto a lasciare tutto per andare alla disperata ricerca di una vita migliore, allora è molto più facile “disumanizzare” l’altro, vederlo come se valesse meno di te, ridurlo a un numero statistico o a una oscura minaccia. Tutto questo porta al razzismo, alla xenofobia, a politiche demagogiche, con tutta la sofferenza che determinano.
La letteratura può aiutare a cambiare questo stato di cose?
Prima di tutto spetta ai politici progressisti (che hanno avuto il nostro voto per migliorare il Paese) lavorare perché gli immigranti abbiano le stesse opportunità degli altri; poi sì la letteratura può aiutare a debellare questa triste ignoranza. Penso che questo sia proprio il punto critico dello Zeitgeist europeo oggi,  viste le reazioni violente che molti europei hanno verso l’immigrazione. Che riguarda tutti, non solo gli autoctoni. Nelle Filippine un’intera generazione di bambini è cresciuta senza genitori, costretti a cercare lavoro all’estero. La nostra classe dirigente si è dimostrata del tutto incapace di creare posti di lavoro e opportunità; non ha saputo aiutare  le fasce più deboli.  Spero che Paesi come l’Italia, che fanno parte del  mondo sviluppato, vogliano condividere le opportunità che hanno realizzato con lavoratori che vengono da altre parti del mondo, pagandoli in modo giusto, trattandoli con umanità e magari anche con un pizzico di gratitudine.
Illustrado è un libro che non si limita a  descrivere i fatti della storia filippina, ne offre una rappresentazione. Un romanzo può più di un manuale?
Non penso che la storia possa essere narrata in modo troppo meticoloso in un romanzo. Certo, posso sempre inserire fatti, dettagli, date. Ma ciò che mi interessa davvero è capire la storia, come siamo arrivati a essere quello che siamo, quali lezioni possiamo trarre dagli errori e dai successi delle generazioni che ci hanno preceduto. Le Filippine hanno una storia lunga e  intricata. Con i miei libri vorrei approfondirne gli aspetti più complessi o meno noti. Vorrei sollevare domande. Senza didatticismi. Spero che i miei lavori stimolino il lettore a pensare con la propria testa.  Al fondo scrivere romanzi è fare dei reportage  sulla condizione umana.
La religione ha pesato molto nella storia delle Filippine. Qual è il suo punto di vista?
Ovunque la religione è una forza che produce superstizione, divisione , ingiustizia e mentalità ristrette. Certo la Chiesa si è fatta mecenate di arte , ma  anche una società progressista, meno oppressive e alienante, avrebbe potuto svolgere questo ruolo e anche meglio. Purtroppo nelle Filippine la religione è ancora oggi  molto potente. La maggioranza delle persone sono cattoliche. E io  penso che  la religione ci abbia resi fatalisti, pronti ad accettare ogni durezza presente nell’illusione di una ricompensa nell’al di là; penso che ci abbia bloccati nel creare una società migliore qui ed ora. Una persona povera nelle Filippine spreca il suo tempo pregando e non si muove attivamente. Molti filippini assumono un atteggiamento “bahala na” un’espressione che significa “sia fatta la volontà di dio”. Questo modo rinunciatario,  per secoli, ha permesso ai colonizzatori spagnoli di mantenersi al potere e, da più generazioni, permette agli speculatori di distruggere impunemente il nostro paesaggio.
Complice una classe politica genuflessa?
In realtà il nostro attuale presidente, Benigno Aquino, sta cercando di contenere la sovrappopolazione  con l’educazione sessuale nelle scuole e, più in generale, con  elementi di pianificazione familiare.  Ma la Chiesa cattolica  fa di tutto per vanificare i suoi tentativi.  Lo hanno scomunicato e cercano di impedirgli anche di distribuire preservativi e opuscoli informativi sulla contraccezione. In passato è vero la  Chiesa si è opposta al dittatore Marcos, ma poi ne ha approfittato per  pilotare la politica. Purtroppo da noi ancora non c’è una vera separazione fra Stato e Chiesa.
Trova similitudini fra le Filippine e l’Italia?
Ne trovo tantissime! Attualmente sto scrivendo un romanzo su una storia di tangenti e corruzione,  su quel malaffare che intossica profondamente il mio Paese e che so che anche l’Italia sta affrontando. Anche noi, come voi, patiamo storiche divisioni regionali e abusi di potere da parte dei politici. E poi, ahimé, ci rendono simili il cattolicesimo, il primato della famiglia, la tendenza al machismo e al mammismo. Ma anche il piacere della buona tavola e l’amore per la bellezza. E anche un certa passione per il dramma. E poi si dice che i filippini siano gli italiani d’Asia…  ma anche che gli italiani siano i filippini d’Europa.

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42 commenti

Florenskij

Moltissimi filippini trasferiti in Italia trovano lavoro come personale di servizio domestico e di custodia stabili; credo che l’esempio offerto dalla coppia Vianello-Mondaini, che ha trovato nei figli dei domestici filippini il sostituto dei figli non avuti, forse fino ad adottarli legalmente, abbia un significato molto importante: gli Italiani generalmente considerano i Filippini persone fidate, a cui consegnare le chiavi di casa. Altro che pregiudizio antiimmigrati!

Non si tratta solo di similarità esteriore:evidentemente sono segnati dalle stesse radici cattoliche. Quali sono presumibilmente gli sviluppi di queste radici? Il senso di una famiglia unita, strutturata gerarchicamente, con sagge distinzioni di ruolo ( il marito a faticare fuori, la moglie matriarca-mammona in casa ) ma anche capace di erogare certezza di solidità relazionale nel tempo e di calore affettivo. Come esempio di queste “prestazioni” ricordo la commedia – dramma di Eduardo De Filippo “Filumena Marturano”, con tanto di rifiuto dell’aborto come soluzione evasiva e disumana, contraria al principio di maternità; scelta ispirata dall’immagine mariana ( “‘E figlie so’ figlie”, riconducibile all’adagio “‘ E figlie so’ piezz’e core ” e perfino a “Ogni scarrafone è bello p’a mamma soia”). E’ significativo che lo scomunicato presidente ilippino porti un nome interamente cattolico (Aquino da san Tommaso e Benigno dall’attyitudine indulgente, checchè se ne dica,della relazionalità cattolica. Delo resto la sua illustre parente – madre? non ho presente si chiama Corazon ).

L’intervento di Miguel Syjuco è espressione evidente di “manicheismo progressista”. Non dico che lo scrittore debba provare entusiasmo per il Cattolicesimo: ma l’esclusione di qualsiasi ricaduta positiva, nemmeno la più piccola, nel tessuto sociale filippino mi sa molto di faziosità-dente avvelenato.

Questo senza escludere affatto la lettura del libro, che si prospetta come documento interessante non solo della realtà filippina, sia pure presumibilmente filtrata da occhiali con lenti deformanti, ma anche del tipo umano “intellettuale illustrado”.

Visto che ama sottolineare le analogie Filippini – ItalIani lo scrittore dovrebbe chiedersi
( e su questo lavorare criticamente ) perchè durante l’egemonia dei famigerati gonnelloni l’Italia sviluppò forme economiche e giuridiche all’avanguardia e una civiltà artistica trainante-esemplare per tutto l’Occidente e oltre, sia nelle arti figurative che nellla musica
( la più immediata espressione dell’anima ).

Basta vedere le produzioni artistiche esposte a Venezia ( del genere “Le vacanze intelligenti” con Alberto Sordi ) per constare quali siano i meravigliosi frutti della civiltà ateizzzante. Giotto della Cappella degli Scrovegni, Tiziano e Tintoretto in conronto a “opere d’arte” come uno sturalavandino su tavola a diecimila euro e forse più. Il tutto a spese delgli enti pubbiuci ( ritorco un vostro bolso leit-motiv ). Ivisitatori-uomini della strada dell’ultima Biennale intervistati per la TV dichiaravano tutti o quasi tutti di non aver gustao nè capito, Come arte razionalistica edemocratica non c’è male.

Gianluca

@ Florenskij

” lo scrittore dovrebbe chiedersi
( e su questo lavorare criticamente ) perchè durante l’egemonia dei famigerati gonnelloni l’Italia sviluppò forme economiche e giuridiche all’avanguardia e una civiltà artistica trainante-esemplare per tutto l’Occidente e oltre, sia nelle arti figurative che nellla musica
( la più immediata espressione dell’anima ).”

Lo stesso scrittore dice:

” Certo la Chiesa si è fatta mecenate di arte , ma anche una società progressista, meno oppressive e alienante, avrebbe potuto svolgere questo ruolo e anche meglio”

Florenskij, lei mi sembra una persona a modo, ma queste risposte “al volo” mi sembrano più dettate da un’emotività impulsiva che da una pacata e calma lettura

Florenskij

@ Gianluca. Ma quale emotività impulsiva? Si tratta di concetti distillati nel corso di molti anni sulla base di una massa di documentazioni e di raffronti. Il tutto nell’ambito della “storia della cultura”, che è una specie di “grafologia” del carattere delle civiltà in cui vengono esaminate le espressioni artistiche e culurali. Al metodo fui introdotto dalla mia ( prestigiosa ) insegnante liceale di storia dell’arte, che di recente ho appurato essere stata amica di Rossana Rossanda, esponente di spiccco del PCI e poi del gruppo del “Manifesto” e legata al “giro” del filosofo marxista Antoniuo Banfi.

Quello che in arte è capace di fare in arte la società progressista è sotto gli occhi di tutti: geometrismo assoluto, spesso freddo e anonimo, oppure disfacimento completo delle forme; valorizzazione degli oggetti d’uso quotidiani ( ruota di bicicletta sghimbescia, tazza non dico per cosa, sturalavandino… ). Il tutto perchè gli oggetti “contingenti” ( appunto come la teiera a voi cara ) sono angosciosamente isolati da un “systema mundi” organicamente collegato e gerarchizzato, come accade nei complessi culturali di natrice platonica ( e dunque razionalistico-religiosi ).

Nel mio intervento non c’è assolutamente nulla di estemporaneo.

Se vuole verificare, legga di Hans Sedlmayr “La perdita del centro” e “La morte della luce” ( vuol provare a veder se l’ultimo titolo non descriva il “mondo” di Francis Bacon, per me autentico pittore infernale ? )

Oppure può guardarsi i quadri di Lucien Freud, pittore inglese nipote di Sigmund, che intenzionalmente rende con apparenza di disfacimento le carni di corpi umani peraltro classicamente configurati; tra i suoi quadri uno rappresenta la figlia nuda, semidisfatta e con le gambe ostentatamente aperte, tanto da mostrare senza la minima reticenza l’organo riproduttivo ( femminile come maschile ) che Leonardo definiva laido e ripugnante.

FSMosconi

@Flo

In pratica non capisci l’arte moderna. Un po’ scarsetto per uno c’ha avuto una “prestigiosa” insegnante dis storia dell’arte. Poi, per carità, può essere che il problema è nello studente più che nell’insegnante…

Ferrer

“Basta vedere le produzioni artistiche esposte a Venezia ( del genere “Le vacanze intelligenti” con Alberto Sordi ) per constare quali siano i meravigliosi frutti della civiltà ateizzzante.”

Ah, già è vero, alla Biennale notoriamente espongono solo gli atei…

“Quello che in arte è capace di fare in arte la società progressista è sotto gli occhi di tutti: geometrismo assoluto, spesso freddo e anonimo, oppure disfacimento completo delle forme;”

Certo, certo, basta vedere Carlo Levi, Guttuso, Diego Rivera, Denieka, Tina Modotti…

“tanto da mostrare senza la minima reticenza l’organo riproduttivo ( femminile come maschile ) che Leonardo definiva laido e ripugnante.”

Courbet, Shiele, Rodin… (piccolezze, vuoi mettere la natrice (sic) platonica razionalistico-religiosa…)

Ferrer

“sagge distinzioni di ruolo ( il marito a faticare fuori, la moglie matriarca-mammona in casa )”

CVD

Florenskij

Ferrer O meglio, FERRARELLE. L’acqua minerale le sia propizia per per fare scivolare il suo strato di livore e di pregiudizio. Si legga la risposta di un “fascistello”. Il “faticare fuori” poteva voler dire emigrare in America oppure in Belgio per scavare il carbone, magare rischiando la vita. Quando i figli erano tanti, chi era nmeglio stesse in casa a curarli, l’uomo o la donna? E in caso di naufragio “Prima le donne e i bambini!”

Ma lei ha una minima idea di che cosa siano la sociologia e la sociologia storica?

“LA STRUTTURA PRODUTTIVA CONDIZIONA LA SOVRASTRUTTURA GIURIDICA E CULTURALE. Lo capisce o le bastano le battute? Lei sa perchè Engels scrisse “L’oroigine della famiglia”?

Ferrer

Egregio Fascistello,

La Ferrarelle è la mia minerale preferita, bravo.

Che le distinzioni di ruolo sociali e sessuali esistano e siano storicamente determinate non credo di averlo messo in dubbio, e non credo che nessuno ne dubiti.
Il mio appunto era dovuto al fatto che lei usi l’aggettivo “SAGGE”, e quindi attribuisca una valenza evidentemente positiva al fatto che OGGI (visto che lei parlava del presente e non dell’ epoca di Engels), in una famiglia in Italia l’uomo debba “faticare fuori” e la donna fare la “mammona in casa”.
Solo una persona reazionaria come lei può trovare una situazione di questo genere “saggia” e non abbruttente e negatrice delle libertà che, per fortuna, le donne sono riuscite a conquistare nelle società più evolute.

P.S. Non so se le conviene dare lezioni di Marxismo, visto che dal tono di molti suoi precedenti interventi si nota chiaramente come lei non riesca a comprendere neppure la differenza tra “Comunismo”, “Marxismo” e il cosiddetto “Socialismo Reale”.

Tra l’altro sto sempre aspettando che lei fornisca le fonti della sua “mostruosa” erudizione a proposito di precedenti sue affermazioni strombazzate con tanta sicumera (anarchici del Poum, Repubblica Spagnola “rossa”, Mameli che inneggia al Fascismo, Oberdank cognome germanico, l’inquisitore Jorge da Burgos, la ricerca religiosa di Leopardi…)

FSMosconi

Poco importa se i cristiani abbiamo preao a piene mani dal Diritto Romano ovviamente…
🙄

giuseppe

Si, é vero, ma anche il diritto romano aveva dei grossi limiti. Per esempio l’idea della schiavitù, che é stata abolita con il ruolo determinante ( anzi unico ) del cristianesimo.

FSMosconi

@giuseppe

A dire il vero non ci fu mai vera e propria schiavitù, almeno tra gli abbienti istruiti. Devo ricordare dei “famigli” e dei “liberti”?

Fri

“che é stata abolita con il ruolo determinante ( anzi unico ) del cristianesimo.”

ahahahhhahahhh che barzelletta! ma dove l’hai studiata la storia? sul manuale delle giovani marmotte?

Stefano

@ Giuseppe

Si, é vero, ma anche il diritto romano aveva dei grossi limiti. Per esempio l’idea della schiavitù, che é stata abolita con il ruolo determinante ( anzi unico ) del cristianesimo.

Efesini 6.5:

«Schiavi, obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, con semplicità di spirito, come a Cristo»

Timoteo I:

«Quelli poi che hanno padroni credenti, non manchino loro di riguardo perché sono fratelli, ma li servano ancora meglio» 🙂 🙂

MEVI

to giuseppe
Se la schiavitù è stato abolito dal cristianesimo,come mai Giovanni Paolo II si è scusato?

Federico Tonizzo

@ giuseppe:
“tutte le superpotenze più evolute in fatto di diritti hanno alle spalle secoli di cristianesimo.”
Ma che razza di discorsi sono? Intendi dire che per essere “evoluti” bisogna aver prima torturato, ucciso, ecc., un gran numero di persone??? Tu hai bisogno di un ottimo psichiatra!!!!!!!!!!!!!!!!

Federico Tonizzo

@ giuseppe:
Tra l’altro: anche il Vaticano ha alle spalle “secoli di cristianesimo”, ciononostante non ha sottoscritto la “La Dichiarazione universale dei diritti umani”. Ti pare una bella cosa?

FSMosconi

Possibili risposte:

-La Vera Dichiarazione dei Diritti Umani è il vangelo
-Si, perché è stata ratificata senza inserire il Cattolicesimo come vera unica religione
-Si perché è stata scritta da Massoni Anticlericali
-Si perché la Dichiarazione è Laicista

🙄

il parroco di Funo

non mi risulta che sia un documento “da sottoscrivere”.

(tu hai sottoscritto la Costituzione?)

Federico Tonizzo

@ il parroco di Funo:
Mi dispiace, ma questa te la potevi anche risparmiare…

FSMosconi

@Parroco

Non so se cogli la differenza: ma Federico non è uno Stato, né una Nazione, né tantomeno un Regno…

Stefano

@ parroco

“non mi risulta che sia un documento “da sottoscrivere”.”

Hai già fatto questa obiezione e Kaworu ti ha risposto (in sostanza) che se non sapete scrivere va bene anche una CROCE mentre dite di essere d’accordo 🙂

Federico Tonizzo

@ giuseppe:
In ogni caso, l’Europa si è “evoluta” con l’Illuminismo, la Rivoluzione Francese e l’ANTICLERICALISMO.
Il BARBARO “Stato della Chiesa”, invece, NON si è “evoluto” nonostante i suoi secoli di “cristianesimo”: semplicemente è stato materialmente “ridimensionato e bastonato” dai Piemontesi, e solo in seguito è addivenuto a (un po’) più miti consigli. Se invece l’avessero lasciato a sè, non si sarebbe (un po’) mitigato rispetto ai secoli predecenti (figurarsi: un sovrano assoluto col DELIRIO di rappresentare “Dio”!!!…).

Florenskij

@ Federico Tonizzo. Mi sto chiedendo per quale motivo lo Stato della Chiesa abbia la fama di “barbaro”. Recentemente ho letto un libro di Paolo Prodi, storico bologhnese ( e fratello di Romano ) intitolato “La monarchia papale” ( prestigioso editore “Il Mulino”). Lo studioso sosteneva che nel Rinascimento il governo pontificio era stato all’avanguardia del processo di concentrazione del potere con perfezionamento e ammodernamento della macchina amministrativa. Anch’io alle elementari lessi sul sussidiario la battuta di Gladstone sul governo borbonico come “Negazione di Dio”. Adesso peròà si rivalutano i Borboni. Che la frase del ministro iungle fosse propagandistica?

I Romani de Roma si sentivano così bastonati dal governo papale che nel 1967, quando Garibaldi tentò una spedizione contro Roma papale, le rivolta cittadina che si era cercato di fomentare non scoppiò affatto. Episodio casuale? Anni fa vidi in TV una intervista al gerarca – diplomatico tedesco Eugen Dollman, presente nei giorni delle Fosse Ardeatine. Dichiaro di aver preveduto con sicurezza, avendo vissuto a Roma per anni, che i Romani non erano tipi da rivoltarsi. “A noi ce piace de magnà bene, de ( non so che altro ) e nun lavorà… ”

So di toccare argomenti delicati, ma lo dico lo stesso. HGo il sospetto che nel 1870 buona parte dei popoilani romani vedessero nel nuiovo regime poco più che una fonte di nuovi introiti da impieghi governativi & turismo. Quanto ai liberatori piemontesi… li chiamavano BUZZURRI.

NB. Personalmente considero Roma la città più bella del mondo.

PS. A esperti come Civis Romanus pongo un quesito ( a cui inora non sono ingrado diu rspondere ): l’indubbiamente eroica della Repubblica Romana sul Gianicolo nel 1849 fu opera prevalentemente di patrioti-rivoluzionari venuti da fuori , nella nuova Mecca dei Mazziniani ( come nel caso della dannunziana impreesa di Fiume ) oppure dei cittadini di Roma? Quanti giovani Roman i de Roma erano a Villa Corsini. a Villa Spada, al Vascello?

“Delirio di rappresentante di Dio”. Non crede che ci sia da fare qualche considerazione sugli organi supremi della comunità europea, che si considerano, nell’ambito di questo mondo sconquassato, I DEPOSITARI DELLA VERITA’ e I CUSTODI DEI VALORI SUPREMI? Non si era detto, che essendo una bufala il Diritto Naturale, i valori sono sempre convenzionali? Su quali tavole di bronzo sta scritto che verità risiede a Bruxelles? O è UNA FORMA DI INFALLIBILISMO LAICO MASCHERATO o NON AUTOCONSAPEVOLE?

Piccolo esempio. Perchè mai si deve essere sicuri che il feto non sia una persona e ne ne possa disporre? Chi l’ha sentenziato autenticamente? Forse i Soloni di Bruxelles?

Federico Tonizzo

@ Florenskij:
A proposito dell’ UE, sono abbastanza d’accordo: l’ UE sta facendo praticamente gli interessi dei ricchi e non della popolazione in generale.

Federico Tonizzo

@ Florenskij:
Ops, dimenticavo il feto: ebbene, fin quando non ha il sistema nervoso, non può ne’ pensare, ne’ avere sensazioni, ecc.: è un grumo di cellule tanto quanto le cellule umane coltivate in mezzi di coltura appropriati, o il sangue nelle sacche per le trasfusioni; “potenzialmente” potrebbe un giorno umanizzarsi, ma di fatto ancora non lo è.

diotassista

sandra e raimondo si sono fidati di una famiglia di filippini, ergo i filippini sono fidati. i filippini sono cattolici, ergo i cattolici sono fidati. ecco un esempio tipico di sillogismo florenskiano. grazie di esistere.

Kaworu

dimentichi “i filippini son bravi domestici” -_-”’

con tutte le implicazioni che a florenskij sembrano sfuggire

Sandra

Vianello si fidava anche di Berlusconi, dichiarò la sua intenzione di voto nel 1994, e guarda dove siamo finiti. Bel sillogismo, sì sì.

Florenskij

@ Sandra. Aristotele ( per Dante “il maestro di color che sanno” ) distingueva tra sillogismo dialettico, in cui si può operare con logica rigorosa, e sillogismo retorico, in cui si conta sulla probabilià perchè oltre non si può andare. Nelle scienza umane, quando non si riescono a fare misurazioni “formalizzate” sul campo, si ricorre alla lettura di autori seri e prestigiosi ( e li si CITA ) e su osservazioni e documantazioni il più possibile numerose.

E’ un dato di fatto che, a prescindere dal caso Vianello-Mondaini, i Filippini trovino impiego in quel settore a differenza di altre etnie. lo stesso credo si possa dire anche di quelli dello Shri Lanka, che hanno una tradizione religiosa buddista.

Questi ragionamenti seguono la linea della sociologia religiosa, uno dei cui massimi rappresentanti fu il gigante Max Weber, autore di una fondamentale “Sociologia della religione”.

Quanto alle accuse di cialtronismo argomentativo, è proprio il caso di dire: “IL BUE DA’ DEL CORNUTO ALL’ASINO”.

Principio fondamentale su questo blog: ALCUNI, ANZI MOLTI PRETI SONO CORROTTI, DUNQUE TUTTI ( T U T T I ) I PRETI SONO CORROTTI. E’ proprio il tipo di sillogismi rifiutati nel ‘700 dal maestro di scetticismo “progressista”David Hume ( uno dei “nonni” dell’UAAR ) e nel ‘900 anche da Bertrand Russel.

Il che vi porta spesso ad affermazioni arbitrarie, spesso pazzesche e in qualche caso disgustose.

Così: MOLTI PRETI SONO CORROTTI, SEMBRA CHE ALCUNI PRETI SIANO DEI BENEFATTOR; DUNQUE QUEI PRETI LO FANNO SOLO COME SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE.

Chapeau.

PS Chaim Perelman “Trattato dell’argomentazione”. Bellissima trattazione delle tecniche di argomentazione retorica. Un testo di qualità eccezionale.

diotassista

“IL BUE DA’ DEL CORNUTO ALL’ASINO”
pronto? prontoooo? anche se tieni a dimostrare che sai cosa vuol dire sillogismo (urca! nientemeno! sei grande!) dimentichi che, a differenza del gregge, ciascun ateo fa per sé. e comunque, questo non toglie nulla alla fallacia della tua argomentazione.

Maurizio_ds

Ovunque la religione è una forza che produce superstizione, divisione , ingiustizia e mentalità ristrette. Certo la Chiesa si è fatta mecenate di arte , ma anche una società progressista, meno oppressive e alienante, avrebbe potuto svolgere questo ruolo e anche meglio. Purtroppo nelle Filippine la religione è ancora oggi molto potente. La maggioranza delle persone sono cattoliche. E io penso che la religione ci abbia resi fatalisti, pronti ad accettare ogni durezza presente nell’illusione di una ricompensa nell’al di là; penso che ci abbia bloccati nel creare una società migliore qui ed ora. Una persona povera nelle Filippine spreca il suo tempo pregando e non si muove attivamente. Molti filippini assumono un atteggiamento “bahala na” un’espressione che significa “sia fatta la volontà di dio”.

Mi sembra che una sintesi migliore non si possa fare.

Florenskij

@ Maurizio. Se uno scopre un tumore, su di sè ( come il pirendelliano “Uomo dal fiore in bocca” o su una persona cara, è meglio infuriarsi con il destino o dire “bahala na”?

Il testo dello scrittore “illustrado” è un concentrato di faziosità e di pseudocultura socioiogica.

Ecco una “perla”.

“La religione ci ha reso fatalisti”. Ma si ricorda questo capoccione del Mar dei Coralli che la condizione per andare in Paradiso è per un cattolico vero l’amare incondizionatamente il proprio prossimo e operare come il Buon Samaritano non una volta tanto pro forma, ma sempre?

“Tiu ringrazio, Signore, perchè ha rivelato queste cose ai piccoli e non ai sapienti…”

Sapiente? Sssst! ( alla Totò ).

FSMosconi

Il testo dello scrittore “illustrado” è un concentrato di faziosità e di pseudocultura socioiogica.

Deto da uno che crede che la psicologia si basi sul teatro. Fa un po’ ridere, non ne conviene?

“La religione ci ha reso fatalisti”. Ma si ricorda questo capoccione del Mar dei Coralli che la condizione per andare in Paradiso è per un cattolico vero l’amare incondizionatamente il proprio prossimo e operare come il Buon Samaritano non una volta tanto pro forma, ma sempre?

“Tiu ringrazio, Signore, perchè ha rivelato queste cose ai piccoli e non ai sapienti…”

Sapiente? Sssst! ( alla Totò ).

Sta dicendo che la religione è per ignoranti?

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