Nuova recensione sul sito: “iGod”, di Daniele Bolelli

Una nuova recensione è stata pubblicata nella Biblioteca del sito UAAR. Il volume analizzato è iGod. Istruzioni per l’uso di una religione fai da te, di Daniele Bolelli. Recensione a cura di Stefano Marullo.

La redazione

15 commenti

Hysteron Proteron

Come al solito fioccano i commenti nelle Ultimissime che sfiorino un po’ di cultura.
La critica del Càrcano ai soci UAAR sembra non aver sortito effetti 🙁

Ad ogni modo Stefano Marullo da che considerazioni evince che
«per una volta i credenti più intransigenti potranno dire che c’è un libro che non gronda sangue nella sua critica alle religioni», giacché «Bolelli, dopo avere messo a tappeto con sottilissime argomentazioni le religioni, non se l’è sentita di dare il colpo di grazia»?

Daniele Bolelli scrive per autosponsorizzarsi il libro qui:
http://d.repubblica.it/dmemory/2011/05/21/attualita/attualita/129god743129.html
(21 maggio 2011 su D La Repubblica delle donne)

«Ad esempio la Bibbia, con la sua abituale chiarezza, ci dice che gioia e riso sono buoni, a parte il fatto che sono cattivi. Siete confusi? Verificate da voi. Nell’Ecclesiaste 8:15 si legge: “Allora raccomandai la gaiezza, perché per un uomo non c’è nulla di meglio sotto il sole che mangiare e bere ed essere allegro”. Pronti a stappare lo champagne e a dare inizio alla festa? Non ancora, perché nel tentativo di provare che la coerenza logica è sopravvalutata, l’Ecclesiaste 7:3-4 afferma: “Il dolore è meglio del riso; perché il cuore è reso migliore dalla tristezza della compostezza. Il cuore del saggio è nella casa del lamento; mentre il cuore degli stolti è nella casa della gaiezza”. In quanto al modo in cui lo stesso Gesù avesse a che fare con questi messaggi contraddittori, i vangeli tacciono. Non ci dicono se Gesù se la godesse mentre guariva i malati o se ne andava in giro con gli amici. Apprezzava lo humour o era troppo occupato a fare il Messia per permettersi di sorridere? Non lo sapremo mai.»

Imbarazzante come approccio esegetico, ma indubbiamente alla portata di tutti (e immagino sia questo l’obiettivo dell’autore): estrapolare qualche frasetta dal Qohèlet, tra l’altro andando a ritroso come i granchi, ignorando cosa sia e perché fosse stato scritto il Qohèlet (o perlomeno facendo finta di ignorarlo – non so!), lasciando trasparire sia dalla traduzione adottata (che non ho verificato, ma immagino sia una traduzione protestante, mi corregga se sbaglio Stefano) che dalla notazione adottata per le citazioni bibliche (i due punti invece che la virgola tra capitoli e versetti, così british) le sue influenze culturali. È cittadino californiano da tempo no?

Leggo su Wikipedia inglese: «Unlike most scholars who tend to specialize in one particular field of knowledge, Bolelli adopts a “renaissance” man-approach to teaching that has led him to lecture for very diverse departments such as History, Social Sciences, American Indian Studies, Asian American Studies, and World Arts and Cultures. The very wide range of subjects he teaches include American Indian history and philosophy, history of the United States, world religions, history of ancient Rome, history and philosophy of martial arts, the ethnic experience in the United States, world history, plus several courses on the relationship between cinema and history.

Penso sia proprio questo il suo limite: voler essere studioso di “un po’ di tutto” (storia e filosofia degli Indiani d’America, storia degli Stati Uniti, religioni del mondo, storia dell’antica Roma, storia e filosofia delle arti marziali, l’esperienza etnica negli Stati Uniti, storia mondiale), di fatto avendo necessariamente lacune in un po’ di tutto.

Comunque grazie per la recensione! Se qualche biblioteca romana lo renderà disponibile, lo leggerò volentieri.

Giorgio Pozzo

Ovvio che uno studioso possegga lacune. A meno che non sia uno studioso di teologia, dove per definizione le lacune non possono esistere.

Hysteron Proteron

Giorgio Pozzo scripsit:

Ovvio che uno studioso possegga lacune.

Il problema è quando le lacune sono più delle conoscenze sulla materia, come in questo caso.

Hysteron Proteron

Kaworu scripsit:

pensa quando i preti parlano di sesso…

Eppure lei scrive di tantissime cose di cui non è minimamente a conoscenza o di cui non ha minimamente un’esperienza diretta, ma la cosa non la turba minimamente. Alla luce di ciò, perché vorrebbe che lo stesso non valesse per i preti?

Chissà perché, secondo lei, gli unici autorizzati a parlare di sesso dovrebbero essere don Probo Vaccarini, padre di 7 figli, don Giovanni Angeli, padre di un bambino, e tutti i sacerdoti ex padri di famiglia divenuti vedovi…

FSMosconi

@Hysteron

E chi ti da la certezza assoluta che Kaworu non sia mai stata una credente?
(A volte fai delle allusioni troppo banali, a mio dire…)

Kaworu

che dipenda dal fatto che qualcuno prima di contestare o commentare una recensione debba PRIMA leggere il libro?

poi vabbè con l’onniscienza non si discute eh…

Hysteron Proteron

Kaworu scripsit:

che dipenda dal fatto che qualcuno prima di contestare o commentare una recensione debba PRIMA leggere il libro?

Quindi questa ultimissima per lei sarebbe per quei 0? 1? 2? che hanno già letto il libro, considerando che tra un paio di giorni questa ultimissima non sarà più commentabile… 😀

Kaworu

beh non so te, ma io prima di esprimere un parere su un libro o su una recensione che lo stronca o lo idolatra, il libro lo leggo.

capisco che per chi ha a che fare con libri “sconsigliati” e via dicendo questo sia un concetto assurdamente complicato, però per me è così.

una recensione semmai può stimolarti a leggerlo, ma non credo che si possano fare chissà quali commenti senza prima aver letto ciò di cui si parla.

Kaworu

tra l’altro non c’è l’obbligo di commento, quindi non vedo perchè la cosa ti crucci così tanto

Hysteron Proteron

Kaworu l’idea che i commenti potessero vertere sulla recensione in sé, come ad esempio una richiesta di chiarimenti, non l’ha neppure sfiorata vero?

Inoltre capisco che la disinformazione la interessi più dell’informazione, ma come fa ad usare il presente per un libro soppresso nel 1966?

Il cruccio, comunque, non è mio ma del segretario nazionale Càrcano. È lui il primo critico di coloro che preferiscono le chiacchiere ai contenuti. Lei cosa preferisce?

Kaworu

no non mi sfiora granchè, sinceramente.

ma se non capisci il discorso, io delle tue chiacchiere non so cosa farmene (per inciso il libro non lo leggerò dato che non è tra i miei intressi al momento, recensione o meno).

per contenuti e non semplici commenti, come ti ho detto tipo 50 volte, c’è il forum.

tu hai scelto di non scriverci, quindi accontentati dei commenti e non di discorsi sui massimi sistemi.

Hysteron Proteron

Kaworu scripsit:

no non mi sfiora granchè, sinceramente.

Mi dispiace per lei allora, ma accetto con rispetto la sua decisione, spero vorrà fare lo stesso.

(per inciso il libro non lo leggerò dato che non è tra i miei intressi al momento, recensione o meno).

Dunque perché è qui a commentare? Solo per dare fastidio al sottoscritto?

per contenuti e non semplici commenti, come ti ho detto tipo 50 volte, c’è il forum. tu hai scelto di non scriverci, quindi accontentati dei commenti e non di discorsi sui massimi sistemi.

Guardi che ci sono diversi utenti che nei commenti scrivono cose più che interessanti. È lei a non volerlo fare ed è libera di farlo, ma si guardi attorno.
Riguardo al forum vedo che continua a sperare, e sinceramente mi chiedo perché… Sotto sotto le sto simpatico vero? 🙂

Raffaele Carcano

@ Hysteron Proteron
Non mi cruccio di nulla. Le Ultimissime comprendono anche semplici segnalazioni di interesse generale, che peraltro riprendiamo anche in altri luoghi (le nostre mailing list e la Newsletter, per esempio). Non ci aspettiamo certo che ogni notizia generi centinaia di commenti, figuriamoci le recensioni.

Kaworu

beh tu commenti senza aver letto… avrò il diritto anche io di commentare leggendo quel che scrivi, no? 😉

Commenti chiusi.