Testamento biologico: la discussione si ferma, l’UAAR no

È stata rimandata ancora una volta la discussione parlamentare sul ddl Calabrò, il progetto che intende negare valore ai testamenti biologici e che è sostenuto dalla maggioranza e da parte dell’opposizione.
L’UAAR valuta positivamente la circostanza, ma continua a impegnarsi per sensibilizzare la popolazione sui rischi di una sua eventuale approvazione. E per questo motivo ha deciso di realizzare un video, della durata di poco più di un minuto, in cui spiega a cosa si potrebbe andare incontro se diventasse legge. “Prima che sia troppo tardi” si conclude con un invito a sensibilizzare i gruppi parlamentari a dire “no” alla legge Calabrò.
Per vedere il video:
http://vimeo.com/uaar/primachesiatroppotardi
http://youtu.be/hmpFjrFfsJQ
Per maggiori informazioni sulla campagna UAAR “Liberi di scegliere”:
http://www.uaar.it/liberi-di-scegliere

Comunicato stampa UAAR


54 commenti

Roberto Grendene

Per sfinimento, di rinvio in rinvio, questi politicanti potrebbero, magari in una seduta estiva, discutere e approvare quella legge illiberale che sarebbe il ddl Calabrò, pagando così un conto sospeso alle gerarchie ecclesiastiche.

L’invito e’ quello di prendere la parola, diffondere questo video (come in passato quelli di altri movimenti) e manifestare alla politica la propria contrarietà:
http://uaar.it/liberi-di-scegliere

fab

Non credo; questi rinvii sono troppi per essere casuali.
Nessuno vuole approvare la legge, sia perché ovviamente impopolare, sia perché i parlamentari hanno quasi tutti una certa età e rischiano seriamente di sperimentare di persona la bontà delle loro trovate.

hexengut

sono riuscito, una volta anche con le brutte, a portarmi a casa dall’ospedale sia mio padre, malato terminale, sia mia madre, afflitta da molte patalogie cui s’erano andate ad aggiungersi piaghe di decubito, polmoniti e infezioni virali contratte in ospedale. Sia il mio ancora molto giovane papà sia la mia fragilissima, anziana mamma, sono stati costantemente assistiti per mesi da me e da medici amici e umani e sono morti in modo naturale e dignitoso, nella loro casa, tra le braccia dei loro cari. Certo il tormento e lo sfinimento di quei mesi sono tremendi, soprattutto quando, come nel mio caso, si è certi che si tratta solo di attesa e non si può minimamente sperare in una guarigione o in un miglioramento; ma non avrei mai potuto perdonarmi di aver sottoposto i miei genitori alle sevizie di un accanimento terapeutico. E confido che mia figlia si comporti in egual modo. E trovo giustissimo quel che dice Grendene e m’associo nell’invito a non diminuire l’attenzione sull’illiberale, anticostituzionale, antidemocratico e osceno decreto Calabrò.

Batrakos

La tua stessa cosa, Hexengut, successe con mia zia anni fa’.
Anche io temo che l’approveranno di soppiatto: Berlusconi vuole tornare ad avere l’appoggio della Chiesa (anche se continuo a credere nella sopravvalutazione della CCAR allo stato odierno di condizionare a tal punto il voto, oltre che pensare che essa si stia sganciando da Berlusconi) e questo sarebbe un ottimo regalo per il vaticano, oltre ai finanziamenti alle scuole confessionali.
Per cui concordo anche io con Roberto.

fab

Non intendevo “abbassiamo la guardia, tanto non passa”; intendevo scrivere che abbiamo ragioni per essere ottimisti.

Hysteron Proteron

hexengut scripsit:

mia madre, afflitta da molte patalogie cui s’erano andate ad aggiungersi piaghe di decubito, polmoniti e infezioni virali contratte in ospedale.

Pensa davvero che le condizioni igieniche della sua casa avrebbero potuto evitare polmoniti e infezioni virali a sua madre, o che comunque fossero migliori di quelle di un ospedale “medio”? E questo a prescindere dall’assistenza di medici amici e umani.

non avrei mai potuto perdonarmi di aver sottoposto i miei genitori alle sevizie di un accanimento terapeutico.

Non specifica (giustamente) a che tipo di terapie sarebbero stati sottoposti, ma spero non voglia fare di tutt’erba un fascio, includendo tra le terapie ad esempio anche la nutrizione e l’idratazione artificiali.
http://www.governo.it/bioetica/testi/PEG.pdf

firestarter

Hystericon,

se da consenziente decido che non voglio essere idratato ed alimentato artificialmente, lei ed i suoi amici dell’opus dei dovreste inserire i tubi in qualche vostro orifizio a scelta e rispettare la mia volonta’. Non capisco perche’ un concetto di tale semplicita’ risulta cosi’ difficile da assimilare.

Hysteron Proteron

@firestarter lo so che non capisce, non ha letto il documento che ho proposto né intende farlo, come sempre. Continui a non capire, ma non se ne bei.

firestarter

Hystericon,

per pieta’ (e per mancanza di spazio a margine) tralascio di dilungarmi sul perche’ lei non puo’ permettersi certa spocchia. Oltretutto se lei capisse concetti molto piu’ basilari di questo non staremmo qui a discutere.

Non voglio giocare con la semantica, ma mi sembra che l’attributo “artificiali” sia assegnato alla idratazione ed alimentazione quando le stesse vengono somministrate a pazineti che non sono in grado di farlo autonomamente. Nello specifico, la mancanza di autonomia e’ dovuta a danni cerebrali irreversibili. Mi pare che il non includere tali pratiche nella categoria delle terapie sia disonesto (ma non mi aspetto altro).

Piu’ in generale (ma ancora una volta non mi aspetto che lei di colpo capisca, le carenze sono evidenti) nessuno vi costringera’ mai a firmare un testamento biologico. Quindi fatevi i c vostri. Se pensate che la vita sia un dono di dio comportatevi di conseguenza con la vostra. La mia non e’ un dono di dio, per cui non tollero che fanatici autolesionisti si impadroniscano del mio corpo nel momento in cui non sono in grado di controllarlo per avvenuti danni cerebrali. Capisco che nel caso di molti religiosi cio’ non fa differenza, visto che hanno bisogno del burattinaio con la barba lunga per non commettere atti impuri, tuttavia non e’ lecito estendere cio’ al resto del mondo.

Mi saluti la roccella, esempio di integrita’ intellettuale e lucidita’.

P.S.: fino a quando si e’ in possesso delle proprie facolta’ cerebrali nessuno verra’ a staccare la spina con il mano il testamento biologico, a meno che non sia il diretto interessato a chiederlo. Smettetela con queste falsita’ da disonesti intellettuali.

firestarter

disonesti intellettuali -> disonesti intellettualmente (ahah) (edit button wanted)

Osvaldo

@Hysteron Proteron

Ho letto il documento che hai linkato, molto interessante.
Soprattutto interessante la postilla del prof. Barni e la lunga nota integrativa redatta da coloro che hanno firmato contro questo documento. Quest’ultima costituisce una disamina documentata e ben articolata delle inesattezze e delle contraddizioni che il testo approvato contiene. In pratica nel documento il Comitato Nazionale di Bioetica spiega bene perchè le sue stesse posizioni in merito a idratazione e alimentazione artificiali siano sbagliate.

Hysteron Proteron

Osvaldo scripsit:

Ho letto il documento che hai linkato, molto interessante.
Soprattutto interessante la postilla del prof. Barni e la lunga nota integrativa redatta da coloro che hanno firmato contro questo documento. Quest’ultima costituisce una disamina documentata e ben articolata delle inesattezze e delle contraddizioni che il testo approvato contiene. In pratica nel documento il Comitato Nazionale di Bioetica spiega bene perchè le sue stesse posizioni in merito a idratazione e alimentazione artificiali siano sbagliate.

Entriamo nel dettaglio:
il prof. Barni scrive

L’affermazione che connota il documento del CNB, secondo la quale l’idratazione e la alimentazione dei pazienti in SVP è da considerare come doveroso “sostentamento” di base del paziente e non come trattamento medico in senso stretto, è espressiva di un inquadramento ideologico del tema, rispettabile ma completamente estraneo alla realtà clinica e alla autonomia tanto dell’assistito

Curioso che scriva ciò quando nella Nota integrativa, da lui stesso firmata, riconosca:
«anche se la parte meramente esecutiva può essere rimessa […] al personale infermieristico o in generale a chi assiste il paziente», riconoscendo in sostanza che una volta introdotto il sondino, il suo uso nel tempo non richiede l’assistenza di personale specializzato, e quindi il paziente potrebbe tranquillamente tornare a casa (salvo i controlli periodici per valutare eventuali modifiche di trattamento).

quanto del medico, siffattamente deprivato della sua fondamentale potestà professionale, ch’è quella di stabilire con scienza e coscienza il momento in cui una terapia anche di mero sostegno vitale si trasforma in futile e impietoso accanimento (condannato da ogni istanza etica, deontologica e scientifica)

Questo è esattamente il caso di “straordinarietà” contemplato nel documento! Caso per cui anche i firmatari contemplano l’interruzione dell’alimentazione ed idratazione artificiale.

d’altronde il trattamento in questione è continuativamente caratterizzato da valutazioni e scelte mediche modulate volta a volta sulla specifica condizione di ogni paziente

Infatti se divenisse straordinaria potrebbe essere etico interromperla, a detta dei firmatari.

Il documento approvato a maggioranza dal CNB risulta, invece costruito, su premesse scientificamente erronee

Il fatto è che questa è la posizione di un membro, ma altri 22 la pensano esattamente al contrario.

data l’assoluta “certezza” di irrecuperabilità dopo un tempo che non supera un anno (da considerare in ogni caso con estremo scrupolo prognostico), sia materia esclusiva di una valutazione clinico-scientifica sorretta così come occorre nella massima parte dei paesi evoluti, da garanzie ed evidenze tecniche e temporali, magari da stabilire indicativamente così come è avvenuto (pacificamente) per la condizione di cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo, certificabile solo nella convergenza di parametri e segni, stabiliti dalla scienza e fatti propri dalla legge, tali da consentire la sospensione di ogni trattamento di sostegno vitale.

Un anno? E perché un anno? Parla di certezza di irrecuperabilità: se fosse così certo altri 22 luminari avrebbero avuto dubbi?

Hysteron Proteron

La nota integrativa dei 13 contrari invece afferma:

occorre sottolineare con forza che esiste una tendenza ormai costante, e sempre più diffusa nella comunità scientifica nazionale e internazionale, a favore della tesi inversa, ovvero che l’alimentazione e l’idratazione artificiali costituiscano a tutti gli effetti un trattamento medico2, al pari di altri trattamenti di sostegno vitale, quali, ad esempio, la ventilazione meccanica. Ventilazione meccanica che viceversa il Documento ritiene inopportuno evocare come elemento di paragone: quasi che fornire meccanicamente aria a un paziente che non può assumerla da sé, non fosse altrettanto “indispensabile per garantire le condizioni fisiologiche di base per vivere”, quanto, secondo il Documento, lo è il fornirgli alimentazione e idratazione artificiali.

È forse la ventilazione meccanica altrettanto facilmente gestibile da personale non medico o paramedico come l’alimentazione e l’idratazione artificiale, che, ricordo, a detta di questi stessi 13 firmatari è applicabile anche per lunghi periodi da potersi svolgere a casa del malato, sotto le cure dei parenti? No, non lo è. La ventilazione forzata rientra dunque tra i trattamenti medici, secondo i 22 firmatari del Documento.

Sono, queste ultime, trattamenti che sottendono conoscenze di tipo scientifico e che soltanto i medici possono prescrivere, soltanto i medici possono mettere in atto attraverso l’introduzione di sondini o altre modalità anche più complesse, e soltanto i medici possono valutare ed eventualmente rimodulare nel loro andamento; ciò anche se la parte meramente esecutiva può essere rimessa – come peraltro accade per moltissimi altri trattamenti medici – al personale infermieristico o in generale a chi assiste il paziente.

La differenza è che i “moltissimi altri trattamenti medici” a cui accennano non sono vitali quanto l’alimentazione e l’idratazione artificiale.

le modalità di somministrazione non sono certamente equiparabili al “fornire acqua e cibo alle persone che non sono in grado di procurarselo autonomamente (bambini, malati, anziani)” (par.7).

Esattamente come un bambino, un malato ed un anziano non verranno alimentati allo stesso modo in un nosocomio!

perché nello stesso contesto si sostenga che “tale valenza non riguarda ad esempio la respirazione artificiale o la dialisi”.

Questa frase è del tutto assente nel Documento! Non so da dove l’abbiano tratta i 13 firmatari, probabilmente da qualche versione precedente a quella definitiva.

il giudizio sull’appropriatezza bioetica di tali trattamenti dipende soltanto in parte – o persino affatto, come sostengono alcuni tra gli scriventi – dalla loro catalogazione come trattamenti medici, come del resto in una certa misura ammette lo stesso Documento nella frase che chiude il par. 4.

Trattavasi di frase ipotetica nell’originale! Non ammetteva alcunché! Che disonestà intellettuale!

Non si tratta di formulare giudizi o di ammettere “giudizi di altri” – come paventato dal Documento – sulla “qualità della vita attuale e/o futura” di questi pazienti, ma, al contrario, di esplorare la possibilità di ricostruire il giudizio che il paziente stesso avrebbe formulato circa la propria condizione, oppure di verificare quali preferenze il paziente stesso abbia esplicitamente e chiaramente espresso sotto forma di direttive anticipate.

Addirittura “esplorare il giudizio che il paziente stesso avrebbe formulato circa la propria condizione”? I medici diventerebbero così degli indovini?

l’idratazione e l’alimentazione artificiali non possono quasi mai trasformarsi in una forma di accanimento terapeutico (sebbene possano diventare accanimento puro e semplice), neppure nei casi, rari ma ipotizzabili, di cui al par.6.

Perché no? È un’affermazione che va motivata, come hanno motivato tutte le precedenti.

tale “abbandono”, secondo lo stesso Documento, non si verificherebbe nel caso di pazienti con ridotta o ridottissima (ma presumibilmente mai nulla, almeno finché i pazienti sono in vita) capacità di assimilazione, per i quali il Documento prospetta addirittura la “doverosità” della sospensione.

Hanno tentato di quantificare tutto, perché non quantificano anche il “ridotta” e “ridottissima”? Di quanti ordini di grandezza in meno stiamo parlando, rispetto ad una normale capacità di assimilazione?

E neppure si comprende perché la difficoltà psicologica e umana di lasciar “morire di fame e di sete” un paziente, venga fatta valere nel caso dei pazienti in SVP e non anche nel caso di altro tipo di pazienti gravi con altrettanto ridotta capacità di assimilazione: conta forse il fatto che nel primo caso il processo del morire potrebbe protrarsi anche per due settimane, mentre nel secondo caso “solo” per pochi giorni o poche ore?

Infatti nessuno ha scritto che tali scelte non varrebbero per simili pazienti! Il documento però si limita a casi ben precisi, tirarne in ballo altri fuori tema è pretestuoso.

quel che accade nella realtà non è certo riconducibile alle immagini strazianti che il linguaggio usato nel Documento indurrebbe a pensare,

Giudizio altrettanto sensazionalistico di quelli formulati dai 22 firmatari.

se il problema è costituito dal disagio psicologico e umano di chi ha in cura i pazienti (sempre che ciò costituisca un valido motivo), allora – una volta decisa la sospensione di quei trattamenti – in fase terminale si potrebbe procedere, nell’uno come nell’altro caso, alla sedazione; nel secondo caso ovviamente col consenso del paziente, se consapevole.

“Sediamo i pazienti così non soffrono e il malato può morire in pace”… Ma che soluzione è??

“Ogni persona ha il diritto di esprimere i propri desideri anche in modo anticipato in relazione a tutti i trattamenti terapeutici e a tutti gli interventi medici circa i quali può lecitamente esprimere la propria volontà attuale”. A giudizio degli scriventi da questa formulazione discende per logica conseguenza che qualunque trattamento o intervento rientra nella disponibilità della persona, indipendentemente dal fatto che sia ordinario o straordinario, che dia luogo o meno ad accanimento terapeutico, oppure […] che sia “ordinaria assistenza di base”.

Qui han ragione i 13 firmatari della Nota: la frase scelta è infatti manchevole perché include anche dei generici “interventi medici” che lasciano spazio ad interpretazioni e sono dunque troppo ambigui.

Infine, non pare agli scriventi che sia il caso di richiamare la distinzione tra vite degne o non degne di essere vissute

Non pare neppure ai 22 favorevoli, si guardi il punto 9b.

Maurizio Cecconi

Io l’unica cosa che mi sento di dire è la seguente: bravo e roberto e brava la uaar per l’ottimo lavoro.

Come Rete Laica Bologna e anche come associazioni aderenti al Coordinamento Laico Nazionale credo dobbiamo impegnarci per diffondere questa bella campagna.

PINK

Mio padre, colpito da ictus, (completamente immobilizzato riusciva solamente ad aprire e chiudere gli occhi), dal reparto emergenza fu portato in reparto, reparto con pochissimo personale e senza aria condizionata, a Luglio Vi lascio immaginare questi poveri ammalati come stavano; ha fatto in reparto quindici giorni e poi si è spento, gli ultimi sette giorni li ha passati con febbroni e infezioni varie e non penso fosse neanche cosciente, aveva sempre detto che non avrebbe voluto essere tenuto in vita artificialmente. Dalla mia esperienza dico che chi è vicino in quei momenti lì perde la ragione e si convince che ogni piccolo movimento si traduca in guarigione (anche se i medici non ti danno nessuna speranza), nei momenti di lucidità però speri che finisca tutto presto, quella non è una situazione sopportabile, sia per l’ammalato sia per chi è vicino.

alessandro pendesini

Chi altro che il paziente puo’ decidere (premesso che ne abbia la lucidità necessaria) di come finire la sua vita ? Specialmente quando si arriva in fase terminale irreversibile, e che le dosi di narcotici sono insufficienti per attutire il dolore insopportabile ; quale altra alternativa potrebbe essere considerata migliore ?
Al diritto alla vita non dovremmo aggiungere -e legalizzare- il diritto di morire dignitosamente ? Questo esiste già da tempo in certi Paesi più evoluti e meno « bigotti » che l’Italia…….
N.B. :La soluzione a questo problema deve coesistere fra l’ammalato e i medici che lo curano. I famigliari non dovrebbere intervenire -per ovvie ragioni- nella decisione paziente/medico !!
Considero che chiunque nega ad un paziente la sua insistente decisione di morire dignitosamente, è un irresponsabile o sadico !!!

PINK

Grazie Kaworu, in sostanza sono d’accordo pure io con Alessandro, dovrebbe essere un rapporto tra ammalato e medico. Io anni fa ho passato alcuni giorni fra la vita e la morte, personalmente non mi sentivo neppure me stesso e non avrei mai pensato di ritornare ad essere quello di prima, se non avessi avuto speranza avrei voluto che finisse al più presto.

Francesco

Alle prossime elezioni tutti dobbiamo votare il Partito Radicale nella speranza che sostituisca l’attuale centro, preferisco che rivinca la destra ma con un forte partito laico con cui confrontarsi pittosto che vinca l’attuale sinistra (solo di nome ma non di fatto) con un forte centro formato dai bigotti attuali, di destra o di sinistra i nostri politici sono per la quasi totalita’ dei prostituti e a quel punto con un forte partito laico che sostituirebbe l’attuale centro sarebbero costretti (anche se di destra) a prostituirsi per noi.

rik

Meglio che questa proposta di legge talebana si fermi. Di rinvio in rinvio meglio aspettare e sperare nell prossima legislatura.

Mario 47

I casi in cui – d’accordo con i medici curanti – si rinuncia ad inutili accanimenti terapeutici e mediante somministrazione di morfina si alleviano patimenti fisici e morali del paziente e se ne accompagna il decesso in termini di giorni o settimane, sono molto più numerosi di quanto si pensi e preponderanti rispetto a quelli in cui la situazione sfugge di mano agli interressati e diventa un fenomeno di stampa e politico.
Di sicuro al congiunto che accetta la morte di una persona cara senza accanimenti terapeutici resta sempre il dubbio di fare anche il suo interesse, oltre a quello del paziente.

Quando farò il mio testamento biologico (qualunque sia il valore legale che esso possa avere) sottolineerò il fatto che il mio rifiuto di qualsiasi accanimento terapeutico ha anche e sopra tutto lo scopo di evitare ai miei congiunti situazioni assurde, scelte difficili, ripensamenti e rimorsi postumi. Preferisco cento volte ridurre la sofferenza di persone vive a me care piuttosto che dedicare la mia sofferenza a dio (espressione secondo me priva di alcun senso logico ed etico).

mario

PS

I sostenitori della vita a tutti i costi citano casi in cui qualcuno esce dal coma dopo mesi od anni: la percezione di tali fatti è che il soggetto, una volta svegliatosi, si vesta, prenda la 24 ore e vada in ufficio. Nessuno poi ti tiene aggiornato sugli sviluppi (recupero parziale o totale, vita vegetativa, decorso e sopravvivenza).

Hysteron Proteron

Mario 47 scripsit:

I sostenitori della vita a tutti i costi citano casi in cui qualcuno esce dal coma dopo mesi od anni: la percezione di tali fatti è che il soggetto, una volta svegliatosi, si vesta, prenda la 24 ore e vada in ufficio. Nessuno poi ti tiene aggiornato sugli sviluppi (recupero parziale o totale, vita vegetativa, decorso e sopravvivenza).

La vita è degna di essere vissuta solo se si è in grado di vestirsi, afferrare una valigia e prendere la metro? Comunque su Internet le informazioni che cerca si trovano, non è vero che “nessuno ci tenga aggiornato”.

Alex

Ogni persona però dovrebbe essere libera di poter scegliere in quali condizioni la PROPRIA vita è degna di essere vissuta.

robby

come parli bene tu,è mistero proteico,ma chi sei tu?,ma se cè gente che non vuol decidere,di avere un senso della vita come pensi tu?,tu devi imporgi il contrario,io penso che se tu volessi buttarti giu da un ponte,magari,ma solo per soledarieta,cercherei di convincerti a non farlo,ma sè lo fai,non ti condannerei,perche io non sono nessuno.
tu invece chi c sei?l avvocato di dio,e poi fai pure le pulci a gente che qui dentro cè passata con queste situazioni.come siete AMOREVOOOOOLI,voi cattolici,che pieta,ce comprensione.

firestarter

la vita e’ degna di essere vissuta nel modo in cui ognuno decide sia degna di essere vissuta. Voi ignobili aguzzini dell’opus dei dovreste vergognarvi per la mancanza di empatia e di senso della liberta’ individuale. Ma non mi aspetto altro da una banda di fanatici autolesionisti.

Hysteron Proteron

Alex scripsit:

Ogni persona però dovrebbe essere libera di poter scegliere in quali condizioni la PROPRIA vita è degna di essere vissuta.

Come concilia questa posizione con la continua variabilità dell’animo umano? Quante volte un uomo può cambiare idea? Chi ci assicura che la persona non più in grado di esprimersi poco prima di perdere tale capacità non abbia cambiato idea e non preferisca vivere/non vivere? I parenti o i congiunti? Non le sembra un po’ labile?

Neanche un testamento può risolvere questo stato di cose: troppo spesso abbiamo bisogno di scottarci per capire che le fiamme bruciano. Molte persone hanno capito quanto fosse importante la vita che era stata loro donata solo quando hanno inteso che stavano per perderla tra atroci sofferenze e inabilità. Solo allora hanno “cambiato idea” sul senso della vita, sulla sua dignità a prescindere dalle capacità comunicative. Il testamento in sé ha anche qualche intento nobile (evitare inutili sofferenze), ma non può essere la risposta al problema, perché (senza entrare in questioni etiche, che ci dividono) è basato esclusivamente sulla caducità della volontà umana, così mutevole al succedersi degli eventi.

Senjin

Me che diritto hai tu di scegliere per me? Vuoi passare la vita ridotto ad avere il cervello di un zucchino, con lo stomaco squarciato da un bisturi e un tubo infilato dentro? Fai pure….. ma perchè di ti arroghi il diritto di imporlo agli altri?
Voi talebani crociati non avete il diritto di IMPORRE AGLI ALTRI i vostri taboo religiosi.

Alex

@Hysteron Proteron

Il testamento biologioco sarebbe modificabile in qualunque momento; se la persona fosse purtroppo incosciente si seguiranno le indicazioni previste dal testamento biologico. Chi eventualmente decidesse di sottoscrivere un testamento biologico sarà preventvamente informato del “rischio”.
Lei afferma che qualcuno potrebbe cambiare idea, ma se invece non la cambiasse?
Lei dice che il testamento biologico non è una soluzione, quale sarebbe la sua proposta? Costringere qualcuno a “sopravvivere” a qualunque costo? Per me questa sarebbe una vera e propria tortura. Se per quella persona fosse intollerabile “sopravvivere” in quelle condizioni, chi è lei per decidere al posto del diretto interessato?

Hysteron Proteron

Senjin scripsit:

Me che diritto hai tu di scegliere per me? Vuoi passare la vita ridotto ad avere il cervello di un zucchino, con lo stomaco squarciato da un bisturi e un tubo infilato dentro? Fai pure….. ma perchè di ti arroghi il diritto di imporlo agli altri?
Voi talebani crociati non avete il diritto di IMPORRE AGLI ALTRI i vostri taboo religiosi.

Ma ha letto il mio intervento perlomeno? Ho spiegato senza entrare nel merito di questioni etiche perché la soluzione da voi proposta è iniqua e dannosa: accetterebbe lei che anche solo una persona morisse pur non volendolo? È ciò che potrebbe accadere se il testamento biologico divenisse realtà: una persona potrebbe scriverlo anche solo un anno prima dichiarando che vuole optare per una dolce morte se dovesse trovarsi in uno stato vegetativo persistente, ma in quell’anno potrebbe cambiare idea e nel frattempo subire un incidente che la riduca in uno stato vegetativo persistente. Quella persona morirebbe per mano di altri senza volerlo. Lei accetterebbe tutto questo?

Osvaldo

@Hysteron Proteron

“Alex scripsit:

Ogni persona però dovrebbe essere libera di poter scegliere in quali condizioni
la PROPRIA vita è degna di essere vissuta.

Come concilia questa posizione con la continua variabilità dell’animo umano?”

Le due posizioni si conciliano con una corretta informazione ed una piena assunzione di responsabilità da parte dell’interessato. La persona che decida di usufruire del testamento biologico deve essere perfettamente cosciente del fatto che, in caso cambiasse idea ma non fosse in grado di comunicare il suo cambiamento ad altre persone, le indicazioni lasciate nel testamento saranno eseguite comunque.
Se una persona non vuole assumersi questa responsabilità, allora, semplicemente, rinuncerà ad avvalersi del testamento biologico.
Naturalmente, nessuno è obbligato a lasciarne uno. Ma si deve garantire la possibilità di lasciarlo a chi, con responsabilità, voglia farlo.

Del resto, noi già facciamo una cosa simile quando, prima di affrontare un intervento chirurgico, firmiamo la liberatoria sui possibili esiti nefasti dell’intervento.
Potremmo trovarci nella situazione limite di avere un ripensamento all’ultimo momento, ma magari non essere più in grado di comunicarlo al chirurgo perchè ormai quasi incoscienti. Eppure la legge consente al chirurgo di operare lo stesso, proprio in virtù dell’assunzione di responsabilità che il paziente fa nel momento in cui firma la liberatoria.

Sandra

Come concilia questa posizione con la continua variabilità dell’animo umano, se a “questa posizione” sostituiamo il matrimonio?

Si può cambiare idea o no, allora? Per il matrimonio no, per i cattolici fondamentalisti, anche se la qualità della vita matrimoniale poggia su un’altra persona. Mentre, stranamente, non si può cambiare idea sul fatto di trovare accettabile passare anni in compagnia di una macchina.

Resta poi da capire come si possa dedurre il cambiamento di idea in mancanza di capacità comunicative.
In ogni caso ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte, se vuole tenersi aperta la via al divorzio basta sposarsi civilmente, e se è convinto di non voler passare anni in stato vegetativo lascerà un testamento biologico. E’ un testamento, e come tale vale, i ripensamenti non contano, come per un testamento normale.

Bee

@Hysteron

Piantala di arrampicarti sugli specchi unti di olio cercando di mettere in bocca alle persone presunte volontà non espresse, e cerca di rassegnarti all’ idea che non tutti la pensano come la Chiesa, nè vogliono che essa o lo Stato mettano bocca nella loro vita privata.

Hysteron Proteron

Alex scripsit:

Il testamento biologioco sarebbe modificabile in qualunque momento; se la persona fosse purtroppo incosciente si seguiranno le indicazioni previste dal testamento biologico.

Con buona pace della persona. Così non difendete affatto la libertà dell’individuo: le ripeto, quante persone hanno cambiato idea su questi temi quando ne sono state direttamente coinvolte?

Chi eventualmente decidesse di sottoscrivere un testamento biologico sarà preventvamente informato del “rischio”.

Lei la morte provocata senza la volontà del malato la chiama semplicemente “rischio”, io “omicidio”.

Lei afferma che qualcuno potrebbe cambiare idea, ma se invece non la cambiasse?

Nessuno può assicurarci né dell’una né dell’altra. Vedo che su questo siamo d’accordo. Ma io la briga di uccidere chi non vuole essere ucciso non me la prenderei mai, lei?

Lei dice che il testamento biologico non è una soluzione, quale sarebbe la sua proposta? Costringere qualcuno a “sopravvivere” a qualunque costo?

No, ma un primo passo è e dovrebbe essere arrivare ad una definizione il più largamente condivisa su ciò che è veramente trattamento medico e ciò che non lo è. Non si è lavorato abbastanza su questo versante, si deve fare di più.

Se per quella persona fosse intollerabile “sopravvivere” in quelle condizioni, chi è lei per decidere al posto del diretto interessato?

Chi siamo noi per uccidere qualcuno non essendo certi della sua volontà, perché non può più esprimerla?

Hysteron Proteron

Osvaldo scripsit:

Le due posizioni si conciliano con una corretta informazione ed una piena assunzione di responsabilità da parte dell’interessato. La persona che decida di usufruire del testamento biologico deve essere perfettamente cosciente del fatto che, in caso cambiasse idea ma non fosse in grado di comunicare il suo cambiamento ad altre persone, le indicazioni lasciate nel testamento saranno eseguite comunque.

È un po’ come dire che lei non è contrario alla roulette russa di persone consenzienti e informate, è così?

Del resto, noi già facciamo una cosa simile quando, prima di affrontare un intervento chirurgico, firmiamo la liberatoria sui possibili esiti nefasti dell’intervento.
Potremmo trovarci nella situazione limite di avere un ripensamento all’ultimo momento, ma magari non essere più in grado di comunicarlo al chirurgo perchè ormai quasi incoscienti. Eppure la legge consente al chirurgo di operare lo stesso, proprio in virtù dell’assunzione di responsabilità che il paziente fa nel momento in cui firma la liberatoria.

Con la differenza che l’intervento chirurgico può (con più o meno alte probabilità) salvarci la vita, mentre l’interruzione dell’alimentazione e idratazione artificiale sicuramente ci porterà alla morte per inedia, in settimane, con atroci sofferenze (che sono solo in parte compensate da un eventuale sedazione!)

Hysteron Proteron

Sandra scripsit:

Come concilia questa posizione con la continua variabilità dell’animo umano, se a “questa posizione” sostituiamo il matrimonio?

Lo concilio col fatto che della nostra vita non possiamo disporre, perché ci è stata donata. Mentre siamo noi a decidere di sposare un’altra persona e di farlo davanti a Dio.

Resta poi da capire come si possa dedurre il cambiamento di idea in mancanza di capacità comunicative.

Il cambiamento di idea può essere avvenuto anche pochi giorni prima dell’evento drammatico, non le pare?

In ogni caso ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte, se vuole tenersi aperta la via al divorzio basta sposarsi civilmente, e se è convinto di non voler passare anni in stato vegetativo lascerà un testamento biologico. E’ un testamento, e come tale vale, i ripensamenti non contano, come per un testamento normale.

Con la differenza che gli altri testamenti coinvolgono solamente chi resta, mentrw questo coinvolge di brutto chi se ne va, non le pare?

Hysteron Proteron

Bee scripsit:

cerca di rassegnarti all’ idea che non tutti la pensano come la Chiesa, nè vogliono che essa o lo Stato mettano bocca nella loro vita privata.

Non le pare che potrei scrivere lo stesso delle vostre posizioni?
«Piantatela di affermare che una vita non è degna di essere vissuta! Nessuno di voi ha il diritto di affermare quale vita è degna di essere vissuta! La vita non vi appartiene, stampatevelo nella mente! La vita non vi appartiene, la vita è un dono!»

Third Eye

Video di fattura scadente, scritte poco leggibili, nero alla fine e non m’è piaciuto come è stato usato il nome di Eluana Englaro, non troppo diversamente da quanto ne han fatto altri pro-life.

Ma vabbè, meglio che niente…

Hysteron Proteron

Third Eye scripsit:

Video di fattura scadente, scritte poco leggibili, nero alla fine

Per una volta un cattolico sarà meno duro di un ateo (o almeno apparentemente tale): a parte le scritte che potevano essere un po’ più leggibili, nella fattura non vedo nulla di così scandaloso, il video non cercava di vendere alcunché, ma solo di far passare un messaggio nel minor tempo possibile e senza annoiare troppo.

Giusto il nero alla fine era davvero troppo e poco professionale.

non m’è piaciuto come è stato usato il nome di Eluana Englaro, non troppo diversamente da quanto ne han fatto altri pro-life.

Concordo, per entrambi i casi (pro-life o contra-life).

Ma vabbè, meglio che niente…

Roberto Grendene

“Giusto il nero alla fine era davvero troppo e poco professionale.”

non c’e’ “nero” alla fine: c’e’ la rappresentazione di un fine vita non desiderato, con solo il rumure delle macchine che mantengono un corpo vivo

Hysteron Proteron

Roberto Grendene scripsit:

non c’e’ “nero” alla fine: c’e’ la rappresentazione di un fine vita non desiderato, con solo il rumure delle macchine che mantengono un corpo vivo

Come vede sia io che Third Eye abbiamo visto il filmato senza audio, e immagino che come noi l’avranno visto così anche buona parte delle 250 persone che ad oggi hanno visto questo filmato. Una scelta quantomeno discutibile, sapendo che in molti, anche volendo, non sentiranno l’audio (perché sono al lavoro, o perché raramente attivano l’audio).

Hysteron Proteron

Fri scripsit:

il contrario di pro-life è pro-choice

So bene che non vi piace contra-life (mette in risalto tutta la negatività della vostra scelta), ma a rigor di logica è il naturale contrario di pro-life!

Alex

@Hysteron Proteron

Non piace il “contra-life” perchè non è un termine corretto.
Nessuno qui vuole che a tutte le persone attaccate alle macchine sia “staccata la spina”.
Si vuole solo dare l’opportunità a chi lo desidera di SCEGLIERE come terminare la propria vita. Se una prsona vuole passare anche 100 anni attaccato ad una macchina faccia pure se lo desidera, ma nello stesso tempo non obblighi TUTTI alla stessa crudele sorte.
Chi è lei per decidere di far “sopravvivere” attaccato alle macchine una persona che non vuole? Uso il termine “sopravvivere” appositamente. perchè per una persona che non vuole trovarsi in simile condizione è solo forzata sopravvivenza, non “vita”.
Non ritiene che sia una vera e propria tortura costringere una persona a “sopravvivere ad ogni costo”?
Nessuno la obbligherà mai a sottoscrivere un testamento biologico, ma perchè lei vorrebbe impedire a chi vuole (ed è CONSAPEVOLE dei rischi che la cosa comporta) di sottoscriverne uno?

Osvaldo

Hysteron

Ma infatti non siamo contra-life (che come termine indicherebbe al più una posizione sempre favorevole alla morte, anche di coloro che volessero continuare a vivere) ma
pro-choice, che significa favorevole alla volontà di vita o di morte del soggetto stesso.
Quindi contra-life è una definizione sbagliata.

albialbi

Papa Giovanni II ha scelto l’eutanasia.
Gesù sapeva che era l’ultima cena… e non scappò.

I cattolici di oggi però fanno tutto il contrario dei loro miti.

robby

sè i cattolici non potrebbero controllare la vita degli altri,che senso avrebbero,loro” amano “il prossimo nel senso che loro devono protergerci,da concetti come libera scelta..ecc…..,è poi vorrei vedere un cattolico osservante sè cambiasse idea in certe situazione,se non si avvalerebbe di una libera scelta ,del non vivere in certe condizioni,….in fondo histerico in profondo,una cosa non esclude l altra,e le religioni troveranno,le loro verita,ma il buon senso lo devo comprare.
dalle liberta degli altri,come lo avete fatto da costantino in poi,a scuola voi eravate gli studenti.

eleuterio

rAFFAELE cALABR0′, l’impresentabile!
Raffaele Calabrò, dell’Opus Dei, senatore Pdl, che ha steso la bozza del disegno di legge sul testamento biologico e il mese scorso ha firmato, insieme a Roberto Formigoni, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio severo nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Sempre Calabrò è presidente dell’istituto IPE (Istituto per ricerche ed attività educative) di cui fanno parte Collegi universitari dell’Opus Dei, che, per statuto, riceve finanziamenti pubblici e nel cui Cda sono seduti altri membri dell’Opera.
Giuseppe Garofano, Giuseppe De Lucia Lumeno, Gastone Colleoni, uomini dell’Opus Dei, sono soci in banca MB, l’istituto di credito milanese che da più di un anno e mezzo è in amministrazione straordinaria , commissariato cioè da Bankitalia anche per aver dato “sostegno a soggetti con evidenti sintomi di difficoltà”.

http://www.cadoinpiedi.it/2011/02/24/roma_le_assunzioni_facili_e_lopus_dei.html

Andrea65

E’ un’infamia che questi cattotalebani continuino ad imporre a tutti la loro volontà su questioni prettamente personali.
Poi si lamentano quando vengono presi a bastonate in paesi dove c’è gente pessima come loro ma di religioni diverse.

Ciao a tutti

tianlu

Come volevasi dimostrare. I politici al momento hanno altro a cui pensare perchè il nanerottolo sta per lasciarci la pelle. Quando fiuteranno che lo scambio di favori col Vaticano potrebbe essere utile ritireranno fuori questa stronzata dal cassetto.

Maurizio_ds

Ho visto il video, mi sembra ben fatto anche se forse il “nero” finale dura un po’ troppo. Per il resto, la questione è semplice: se il ddl calabrò viene approvato, referendum abrogativo e via. L’abrogazione verrebbe votata anche da gran parte dei cattolici, che (e lo dimostrano le vicende di questi ultimi tempi) ne hanno le scatole piene di gerarchie che dicono loro “fai quello che dico io ma non fare quello che faccio io”. E poiché questi signori sanno benissimo che alla prova di un referendum la legge verrebbe cancellata all’istante, sanno anche che il rischio è enorme perché significherebbe, una volta per tutte e in modo chiaro e incontrovertibile, che la gente delle fregnacce della chiesa è stufa! Se se la sentono che approvino la legge, e vadano incontro alla disfatta di un referendum che li caccerà via a calci una volta per tutte.

Roberto Grendene

> forse il “nero” finale dura un po’ troppo

considerato che potrebbe rappresentare i 17 anni (come il mantenimento in vita del corpo di Eluana Englaro), non sono poi troppi questi secondi

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