Secondo Human Rights Watch, durante l’assalto dei salafiti al cinema Africa di Tunisi dove si proiettava il film della regista Nadia El Fani Ni Allah ni maître (Ultimissima del 27 giugno), la polizia non sarebbe intervenuta in maniera adeguata. Lo sostiene tra gli altri Sarah Leah Whitson, direttore dell’HRW per il Medio Oriente e il Nord Africa, in un recente comunicato. Durante un sopralluogo, la polizia avrebbe consigliato di non proiettare il film e poi sarebbe intervenuta tardi e con scarsa decisione, al momento dell’attacco alla sala.
Intanto la regista Nadia El Fani, che si è dichiarata atea ed ha ricevuto insulti e diverse minacce di morte, ha deciso di cambiare il titolo del film in questione, passando da Ni Allah, ni maître ad meno perentorio ma comunque ironico Laïcité, inch’Allah (‘Laicità, se Dio vuole’). Lo ha fatto perché i critici sostengono che il film sia un attacco all’islam. La pellicola uscirà in Francia il prossimo 21 settembre. Il partito islamista Ennahdha ha formalmente condannato l’assalto contro il cinema, ma sostiene che si tratti comunque di una “provocazione” anti-islamica.
Valentino Salvatore
Parigi val bene una messa.
Io vedo il cambio del titolo come una sconfitta…Comunque e’ piuttosto comprensibile la scelta della regista di gettare un tantino di acqua sul fuoco (!). Dopotutto sta rischiando grosso, per mostrare ai suoi concittadini privi di spina dorsale ed attributi, come funziona la faccenda in un paese fortemente influenzato dalla religione islamica.
L’importante e che non si arrivi a modificare a causa delle manifestazioni violente, i contenuti del film. 😉
Non hai altre possibilità: o aspetti una maturazione culturale o fai una strage.
Il problema è: ti permetteranno questi emeriti signori di non farsi sparare addosso?
Tutto cio’ che non si allinea alle logiche della religione o si pone in modo critico verso esse, viene automaticamente qualificato come “anti-religioso”. Non esiste l’accettazione o la tolleranza di chi la pensa in modo anche solo velatamente diverso da loro, ed auspica ad un paese, una nazione o ad un mondo plurale e appagante per tutti (laico). La conseguenza di questo, e’ che risulta impossibile una qualsivoglia maturazione culturale.
Qual’era la seconda possibilità?…Ah si. La strage. Beh, per come la vedo io, una strage non fa’ altro che alimentare a dismisura il problema. E’ noto che le stragi producono morti a tonnellate e quindi martiri. Indovina chi e’ bravissimo a strumentalizzare coloro che muoiono per ideologia o fede religiosa? Si tratterebbe alla fine di un disumano circolo vizioso, dove a guadagnarci sono sempre gli stessi a discapito dei soliti.
Intanto la regista Nadia El Fani ha deciso di cambiare il titolo del film in questione passando da Ni Allah, ni maître ad meno perentorio ma comunque ironico Fathev i caz vhostr.
Nè dio nè padrone fu uno dei motti della comune di Parigi coniato da Blanqui, quindi la regista non ha detto niente di nuovo, poi mettersi contro l’islam in un paese islamico è da fuori di testa. Altra dimostrazione di come la religione possa offuscare la mente umana, comunque il titolo non andava cambiato a mio modo di vedere, certo che andarsene via per sfuggire a minacce che potrebbero tradursi in realtà è più che giusto.
Accade anche a casa nostra che per mettere a tacere opinioni diverse le si bollino come offensive.
Accade anche in questo blog…
Beh, per oggi mi contento che in Tunisia giri per le sale un film “sulla laicità” 🙂