Timeo catholicos et dona ferentes

Giulio Cesare Vallocchia*

Giulio Cesare Vallocchia

Virgilio nell’ Eneide, Libro II, faceva dire a Lacoonte che temeva i Danai, soprattutto se portavano doni. E’ venuto forse il momento per gli atei di temere i gerarchi cattolici dal momento che in troppi si interessano ad allacciare rapporti amichevoli con loro ? Dopo il cardinale Ravasi iniziatore di un tentativo di dialogo con il suo “Cortile dei Gentili” è ora il cardinale Bertone a formulare avances, come leggiamo su l’Avvenire. Ricordiamo subito che entrambi i cardinali non pensano assolutamente a contatti con l’UAAR , l’unica Associazione di Atei e Agnostici attivamente presente in Italia, e neppure con rappresentanti dell’ Unione Internazionale Etico-Umanistica (consulente ufficiale di ONU, UNESCO, UNICEF e Consiglio d’Europa), ma solo con atei o agnostici di propria scelta e possibilmente “devoti” se non a Dio almeno al potere rappresentato dal loro sistema religioso.
Dobbiamo subito chiederci se questa iniziativa del cardinale Bertone sia in qualche modo concordata e allineata con quella già sperimentata dal Ravasi nel quadro di una strategia vaticana di cordiale appeasement con scienziati e intellettuali non credenti, ovvero si tratti soltanto di concorrenza fra due cardinali rampanti in cerca di prestigiosi riconoscimenti internazionali ai fini della propria personale carriera ecclesiastica. Ma se si tratta di una strategia complessiva e unitaria dobbiamo trarre una conclusione molto confortante. Pur non essendo l’UAAR, e nemmeno i suoi referenti internazionali, i destinatari di tanto inaspettato interesse al dialogo possiamo ipotizzare che l’avanzata del secolarismo sia talmente preoccupante da spingere le più alte gerarchie vaticane a stabilire almeno un “entente cordiale” con prestigiose personalità atee, purché accuratamente selezionate secondo la convenienza del momento. Grandi progressi rispetto ad epoche in cui quei rapporti erano tenuti dalla Santa Inquisizione ai margini di roghi fiammeggianti.

* Curatore del sito No God.

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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41 commenti

Agita&Gusta

“formulare avances” sono passati dai bambini agli adulti?
Battute a parte, solo l’interesse economico politico, a mio parere, può portare atei e agnostici ad allacciare rapporti con la chiesa.

Otzi

Ben detto! Solo ed unicamente l'”auri sacra fames”. E l’espressione mimica del Bertone ne è tutto un programma. Per carità! tutta gente che mangia e beve e gozzoviglia nel benessere e nei piaceri senza conoscere la fatica di un lavoro umano utile per il bene materiale dell’uomo. Sono solo impostori di una inesistente realtà dello spirito. Fanno tre voti spirituali di ubbedienza, povertà e purezza. Ma detengono le chiavi del potere sugli ignoranti; hanno banche e sono una spietata multinazionale e per il resto ne fanno di tutti i colori compreso i più efferati misfatti, coperti da segreto in nome del loro dio! Hanno tutto senza neppure il fastidio della conquista. Adesso qualcosa scricchiola… A dio si è tarlato il trono…

eduardo

Ma chi vuole allacciarli?
Io son ben contento di allacciare rapporti con persone interessanti, anche se credenti, ma perché con la chiesa?

Alessandro Baoli

Questi tentativi sono solo fumo negli occhi. Però, forse alla lunga verrà fuori la necessità per noi di distinguerci -e difenderci- sempre più chiaramente e nettamente dagli ateidevoti. Alla fine per noi saranno peggio questi ultimi delle sottane del vaticano?

carneade

Come li allacciano questi rapporti? Vanno a bussare alle 7 di domenica mattina stile testimoni di geova?

Perchè?

Il secolarismo sta facendo un buon lavoro, aiutiamolo con sempre più informazione e interventi giuridici, se è necessario; ormai hanno l’acqua alla gola, infatti questi cardinali, vescovi e il papa straparlano e sproloquiano, non sanno più nemmeno loro come parlare alla gente e al terzo millenio, oggi le loro str….ate se le bevono sempre meno le persone, ed io sono ottimista perchè anche il relativismo sta facendo strage delle certezze assolute e delle presunzioni monoteiste.

Io opto per una relativizzazione delle verità religiose, anche perchè già tra loro, in qualsiasi testo sacro le leggiate, sono relative alla fede infantile di coloro che vi credono ancora senza alcun senso critico, magari anche senza alcuna educazione al senso critico.

Tutto è relativo per me, soprattutto quel che le religioni fan passare per assoluto, e non lo è, ma l’assoluto è stato impugnato da ogni religione e in modo sclusivo da ognuno di esse, ma tra loro sono sempre in contraddizione da millenni, seppure siano religioni con lo stesso dio o di divinità diverse.

Mi domando che cortile possano aprire nei nostri confronti senza cedere alla tentazione di farci la predica sulla laicità positiva e altre prediche moraliste sui modelli di società che noi appoggiamo laicamente ma loro condannano a priori, vedi ultime uscite del papa in Croazia e a San Marino. Con queste uscite del papa non riesco proprio a vedere un cortile disponibile ad ascoltare la società che cambia, figuriamoci se ascolterebbe noi atei dell’UAAR.

Per la chiesa cattolica non esiste alcun corridoio in cui può esservi del relativo, meno che mai aperture ad ambienti relativisti, meno che mai a noi, ma a gente che è disposta a cedere all’assoluto in base al quale ancora una volta la chiesa cattolica valuta se sono atei inquieti che cercano dio o che lo negano a priori. Questa per ora è la realtà nei nostri confronti!

Maurizio_ds

Concordo con le conclusioni dell’articolo. Per il resto, direi che tra bertone e ravasi si possa trattare della continua lotta alla successione di ratzinger, che vede a questo punto diversi contendenti. Sul Fatto Quotidiano di qualche giorno fa c’era un articolo di Flores D’Arcais il quale ipotizzava che la nomina di scola a Milano potesse essere un’indicazione di successione da parte di ratzinger. Intendiamoci, per noi andrebbe anche bene: finché ci sono questi personaggi alla ribalta, la chiesa continuerà a perdere fedeli. Però il quadro complessivo è desolante.

Congo

Per me iniziano ad allacciare rapporti (per ora fantocci) con gli atei, perché presto (direi già adesso in diversi Stati Europei) dovranno venire a patti con le associazioni realmente laiche.

Da qualche parte dovranno cominciare a parlare con gli atei e per il momento hanno scelto di giocare in casa, scegliendosi gli interlocutori.

Molto presto questa manfrina non avrà più senso e dovranno confrontarsi con le vere associazioni laiche.

Augusto Di Benedetto

Con tutto il rispetto, il mio interesse per le “strategie” di alta politica o per le schermaglie paraculturali di personaggi come Bertone è prossimo allo zero.
Credo che relazionarsi su questo piano con costoro sia legittimarli come interlocutori politico-culturali se non addirittura filosofici. E li si legittima in misura tanto più sostanziale ed efficace quanto più lo si fa in modo implicito, radicato nella praxis discorsiva. Da tale convinzione ricavo la seguente massima: nel commercio con i cattolici, o, più esattamente, con le gerarchie cattoliche, mai parlare di argomenti “alti”, di qualunque natura siano, ma “in modo ostinato e pertinace” richiedere in primis la restituzione della refurtiva.
La refurtiva: diritti, spazi informativi e, soprattutto e banalmente: SOLDI. Queste sono le cose di cui si sono appropriati preti vescovi cardianali ordini religiosi. Tasse, posti di lavoro pubblici assegnati senza concorso, otto per mille.
Se blocchiamo un ladro che ci ha scippato, cosa facciamo, intavoliamo con lui una discussione sulla libertà di coscienza? Sull’esistenza di dio e le sue prove? Sul principio di laicità? Non sono così farisaico e meccanico da pensare che un ladro non sia altro che un ladro, e che non possa pensare e dar vita a un dialogo significativo con me, magari decisivo per la mia esistenza. Cionostante, prima di iniziare questa magnifica interazione umana e umanistica, gli ingiungeri “restituiscimi il portafogli!”.
Informando costantemente a questa massima i miei eventuali rapporti con i chierici, non rischio a fortiori di cadere in dialoghi-tranello.
Va da sé che gli atei devoti e simili nei dialoghi-tranello, più che cascarci, ci sguazzano consenzienti. Ma chi abbocca a simili messinscene?

Diocleziano

Di Benedetto,

Se la chiesa cerca il dialogo è evidente che non goda più della posizione di forza del passato. Ma, conoscendoli, ci vorrà molta cautela nel comprendere le loro mosse: questa loro ricerca di interlocutori addomesticati può nascondere l’intenzione di costituire un gruppo di facciata che, agli occhi del pubblico, rappresenti ‘ufficialmente’ l’ateismo tout court. Un ateismo alla ‘quisling’ che non crei problemi.

Perchè?

a loro interessa solo farci la predica, quando in quel cortile, in cui vogliono passarci al setaccio, avranno la nostra attenzione, allora diranno che nememno l’UAAR è davvero atea, ma solo inquieta e che sta cercando Dio; eh no, questa falsa versione dei fatti a nessun uarrino piacerebbe, perchè non è la realtà ed è solo un’altra maniera di presentare ilcortile dei gentile come l’anticamera della conversione.

Augusto Di Benedetto

Diocleziano,
dico che il dialogare con i rappresentanti della chiesa cattolica è di per sé un fare, un agire, che sopravanza, nei suoi effetti, la dimensione dei significati e delle tesi che vi trovassero espressione. Insomma: chiunque, ateo anticlericale etc., dialoghi con Bertone & Co. di questioni teoriche è già, con ciò stesso, un ateo-quisling. Infatti, qualunque cosa poi affermi, foss’anche la più rigorosa e dialetticamente valida posizione antireligiosa, il suo “fare”, il suo aver accettato di confrontarsi su temi teorici, “alti”, ha trasformato un interlocutore che avrebbe dovuto essere trattato come un ladro in un teoreta, un contemplatore o un intellettuale, nobilitandolo e legittimandolo come pensatore e intellettuale.
Il clero è infatti ladro di denaro, ma anche di diritti. Il clero è sessista; dispregiatore della natura, della storia, del diritto (costituzionale in primis).
Non ce la faccio più a vedere i preti in cattedra nelle scuole pubbliche, in cattedra sui mezzi di informazione. Chiamati come esperti, anzi come “testimoni”, quando si tratta di affrontare problemi etici o pretesi filosofici. Non è della loro etica, teologia o quant’altro che bisogna discutere, ma va denunciata come assurda la pretesa che costoro siano titolati ad essere assunti come punti di riferimento in questo genere di questioni. Mentre siamo lì a contrastarli sull’esistenza o meno di dio, sul rapporto fede-ragione, sulla libertà e la responsabilità individuali etc. etc., questi si fottono l’8 per mille, si piazzano nella RAI, si sottraggono all’imposizione fiscale, gestiscono migliaia di posti di lavoro a carico dello Stato mandando in cattedra gente la cui unica funzione è ostacolare il lavoro degli insegnanti veri sottraendo risorse economiche e tempo alla formazione culturale degli studenti (alludo ovviamente ai docenti di religione cattolica). E potrei continuare. Queste sono le cose che rilevano quando si ha a che fare con la setta cattolica.

Diocleziano

Di Benedetto,

concordo in toto.
Cercano il dialogo? Va bene, ma solo per trattare la loro resa! 😉

stefano

da umile operaio quale sono mi chiedo in quale località di questo pianeta, o di un altro a scelta vostra, un ateo e un credente fanatico possano avere qualcosa da dirsi o alcune opinioni in comune su cui convergere … suvvia siamo seri.

Andrea65

Infatti è impossibile che un ateo che generalmente è razionalista possa discutere con un credente della sua religione. Il credente quando discute della propria religione, stacca la spina del proprio cervello e ripete a pappagallo le teorie religiose del momento.

Ciao a tutti

Otzi

Certo è impossibile. Per questo selezionano atei devoti. Per non sentirsi delegittimati. La loro verità è con la “V” maiuscola finchè avranno soldi e ricchezze materiali, vera fonte del potere, per tener maiuscole le due liniette.

firestarter

il pollaio dei gentili e’ un luogo offensivo, a meno di essere un ateo gentile che sospira triste perche’ vorrebbe credere ma non ci riesce.

Federico Tonizzo

“Timeo ILLOS catholicos QUI SUNT dona ferentes”! 🙂

Stefano Grassino

“I preti non sono mai così pericolosi come quando sembra che dormano”
Anonimo medioevale

Occhio ragazzi, quando i preti si fanno mansueti vuol dire che si preparano all’attacco, un attacco preparato con cura e meticolosità che solo loro conoscono.
E’ la quiete prima della tempesta, il morso della vipera che ti arriva quando meno te lo sapetti. Un nemico che ringhia non fa paura perchè lo vedi, lo senti e attendi il suo attacco.
Loro no; loro sanno essere amichevoli, arrendevoli, si dimostrano pronti al dialogo aspettando la tua prima distrazione così, come ti volti un attimo…..una coltellata alle spalle e sei finito.

Federico Tonizzo

“come ti volti un attimo…..una coltellata alle spalle e sei finito.”

Già… devono essersi allenati con la pedofilia 🙁

Halftrack

Concordo con Stefano Grassino e rispondo all’altro stefano.
“In questo segno vincerai!”
Non è: “In questo segno cercherai di andare d’accordo con gli altri”

Diocleziano

La chiesa sta facendo la fine dei suoi troll: vengono a cercare gli atei perché non hanno fedeli con cui parlare. 😉

Federico Tonizzo

🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

Red Passion

Bella!! Eppur vera. Mi ricordo molti anni fa, quando studente di liceo contestavo i temi dell’ora di religione. In quinta, a 18 anni, fui il primo (e purtroppo l’unico) della classe a volere l’ora alternativa. Chiesi al preside di usare il laboratorio di scienze per i miei studi e lui accettò molto volentieri. L’unico a disperarsi era proprio il prete dell’IRC. Era dispiaciuto perchè ero l’unico, che in un modo o nell’altro seguivo le sue lezioni. In fondo, anche per contestare bisognava partire da quello che diceva. Come dire che almeno uno lo cagava davvero. Tutti gli altri compagni di scuola, avevano scelto l’IRC solo perchè era l’ora di fancazzismo: chi giocava con gli aeroplanini, chi a tris, chi si leggeva il giornale, chi i giornaletti, i più seri ripassavano per l’interrogazione dell’ora successiva. Perchè perdere un’ora di siffatto divertimento? Ma questo la dice lunga sull’effettivo livello di cattolicesimo degli italiani. Essere cattolico, in fondo, voleva dire divertirsi, mica come me, noioso ateo amante delle scienze e di sinistra. Sempre serio. Sempre a ragionare sul perchè e sul percome delle cose. Sempre a contestare il potere costituito, sempre a parlare di diritti e di doveri. Ma in Italia vige la legge del più furbo, di chi sa ottenere il massimo metttendola nel di dietro al suo vicino. Ed il re di tutto questo, l’essere che tutti aspirano a diventare, l’Italia l’ha ovviamento eletto quale suo rappresentante massimo, presidente del consiglio!

FSMosconi

Che dire: alla faccia della “ragionevolezza” della religione! 😀

Federico Tonizzo

@ Red Passion:
Per molti versi mi ricordi me stesso! 🙂

Luciano Volpato

@ Red Passion: Perfetta radiografia degli” italocattolici”.

Paul Manoni

Prima di tutto, rinuncino ai privilegi ed ai quattrini…Poi vediamo se sia il caso che gli Atei si abbassino al loro livello, a parlare di fuffa religiosa e metafisica dei miracoli e delle resurrezioni. Vogliono un confronto, che facciano loro il primo passo. 😉

Sergio

Scusate, ma com’è che uno come Flores d’Arcais – che non è sicuramente un ateo devoto ma un ateo a tutto tondo – dialoghi con Ratzinger (ieri) e con Scola (oggi) ? Anzi, di Scola fa addirittura l’elogio nel sito di MicroMega! Mah! Scola è uno che vuol farci il mazzo, cominciando da Flores.

Dario Colombera

Credete che siano pochi gli infiltrati cattolici nella UAAR? Comunque
il vero problema con la chiesa in Italia, è quello di aiutare i preti a superare i demenziali condizionamenti ai quali sono stati sottoposti.
A tal proposito ricordo una disciplina interiore del tutto laica, che va bene per tutti e fa miracoli in poco tempo: lo yoga evolutivo. Vedi in google dario colombera

Federico Tonizzo

E tu credi che siano pochi gli infiltrati atei (disonesti) tra i preti, e soprattutto nell’alto clero? 🙂

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