Effetti collaterali del condizionamento religioso

Raffaele Carcano*

Raffaele Carcano

Il priming è un meccanismo psicologico ormai abbastanza conosciuto: è dimostrato che, quando viene evocato un soggetto o un concetto, la nostra mente reagisce più velocemente all’evocazione di altri soggetti o concetti considerati simili o connessi al primo. Un automatismo su cui abbiamo scarse capacità di controllo, e che può quindi essere sfruttato da chi è in grado di attivare ‘stimoli’ su un numero consistente di individui: autorità politiche, mezzi di informazione, pubblicitari.
Da un po’ di tempo si sta studiando anche il priming religioso: la reattività della mente umana a concetti riferiti a Dio, all’aldilà e ad altre credenze di questo tipo. Due anni l’International Journal for the Psychology of Religion pubblicò un articolo, Speak, Lord, your servant is listening: Religious priming activates submissive thoughts and behaviors (“parla, Signore, il tuo servo sta ascoltando: il priming religioso attiva pensieri e comportamenti sottomessi”), che documentava gli esperimenti condotti da tre ricercatori dell’università cattolica di Lovanio. Lo studio confermava anche empiricamente il forte legame tra credenza religiosa e atteggiamenti di subordinazione e conformismo, nonché la capacità dello ‘stimolo’ religioso di amplificare preesistenti comportamenti sottomessi, tanto da rendere moralmente accettabili inviti eticamente discutibili, ma proposti in modo autoritario.
Un nuovo studio compiuto da quegli stessi ricercatori è stato pubblicato poche settimane fa. Intitolata Beyond Mere Compliance to Authoritative Figures: Religious Priming Increases Conformity to Informational Influence Among Submissive People (“Oltre il semplice rispetto di figure autoritarie: il priming religioso aumenta il conformismo delle persone sottomesse all’influsso dell’informazione”), la ricerca ha mostrato come le persone più disposte ad accettare un’autorità esterna sono anche le più pronte a uniformare le proprie valutazioni alle informazioni altrui, se ‘stimolate’ con  messaggi religiosi.
La circostanza che personaggi dispotici, per far accettare e applicare le proprie volontà, anche le più infime, possano far leva sulla ‘naturale’ mentalità gregaria di gran parte della popolazione umana sembrerà a molti la scoperta dell’acqua calda. Non lo è, molto probabilmente, la conferma anche sperimentale che tali volontà saranno applicate con più fervore se circonfuse di un alone spirituale. Gli stimoli religiosi risultano del resto essere più efficaci, persino sugli scettici, quando si vuole promuovere sollecitare donazioni volontarie e anonime (cfr. God Is Watching You: Priming God Concepts Increases Prosocial Behavior in an Anonymous Economic Game – “Dio ti sta osservando: il priming religioso incrementa il comportamento pro-sociale in un gioco economico anonimo” – pubblicato qualche anno fa su Psychological Science).
Dio è automaticamente associato dalla nostra mente ad atteggiamenti generosi, oppure a un controllo di tipo inquisitoriale che ci spinge, o ci costringe, a comportarci meglio? Bella domanda, a cui mancano per il momento risposte convincenti. Gli studi dei ricercatori belgi orientano tuttavia a ritenere più probabile ritenere che il concetto di Dio ci sollecita a comportarci in un certo modo. Qualunque modo.
La pro-socialità, e la soddisfazione che ne scaturisce, sono soprattutto una conseguenza dell’essere animali sociali: si può essere tali appartenendo indistintamente a una Chiesa, all’UAAR o a una bocciofila. Non è dunque la propensione dei fedeli a fare ciò che è stato insegnato loro a fare per guadagnarsi il paradiso a rendere le persone più ‘buone’, come sosteneva invece Kant, quanto, piuttosto, la propensione a eseguire ordini. Ma cosa accade, quando gli ordini spronano i fedeli a comportamenti violenti?
La storia è piena di esempi, che non è qui il caso di ricordare. Se un mondo pieno di solipsisti a-sociali sarebbe destinato a collassare rapidamente, altrettanto potrebbe dunque accadere a un pianeta di sette miliardi di fanatici pro-sociali, intenti a imporre al prossimo loro ciò che i loro sacerdoti ritengono sia il suo bene. Con una fondamentale differenza: la scala. Le religioni possono potentemente moltiplicare gli effetti del loro operato quanto mai riuscirebbero a fare gruppi di a-sociali (ir)razionalisti, che per la loro stessa natura tendono a non superare mai le poche decine di unità.
In Germania, l’atteggiamento di supina accettazione ed esecuzione di ogni ordine, anche il più criminale, è stato definito kadavergehorsam, l’obbedienza cieca paragonabile a quella di un cadavere. È stato sovente utilizzato per cercare di spiegare la mentalità dei soldati semplici delle SS. Eppure è un’espressione ripresa da perinde ac cadaver: l’obbedienza totale al papa che sant’Ignazio di Loyola volle e impose ai gesuiti.
Le autorità religiose conoscono molto bene il potenziale esplosivo del condizionamento che sono in grado di imporre. Ma non amano parlarne. In passato se ne sono servite ad abundantiam. Chissà se lo faranno anche in futuro.

* Studioso della religione e dell’incredulità, curatore di Le voci della laicità, coautore di Uscire dal gregge, segretario UAAR

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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40 commenti

MASSIMO

Questo è ciò che ho sempre affermato io, cioè che la religione è una forma di plagio.

Quello che cercano di inculcarti si spiega con il semplice sillogismo:
1) Tu devi obbedienza a Dio
2) Io rappresento Dio;
3) Quindi tu devi obbedienza a me.
Da questo si capisce come i preti, nel corso dei secoli abbiano ottenuto denaro e potere.

Il punto di forza di questo è sempre stato inculacre la cosa ai bambini che ancora non capiscono certe cose proprio per creare l’effetto di “priming”.

Ovviamente ce l’hanno con noi atei perchè non siamo abbastanza pecoroni e stupidi da cadere in questo imbroglio.
Da sempre i preti sognano di dominare gli altri in questo modo. Speriamo che l’informazione ed il libero pensiero che stanno prosperando anche grazie ad internet gli rovinino la festa!

Roberto Grendene

“la religione è una forma di plagio”

ok, ma la sostanza dell’articolo mi sembra altra:

… La circostanza che personaggi dispotici, per far accettare e applicare le proprie volontà, anche le più infime, possano far leva sulla ‘naturale’ mentalità gregaria di gran parte della popolazione umana sembrerà a molti la scoperta dell’acqua calda. Non lo è, molto probabilmente, la conferma anche sperimentale che tali volontà saranno applicate con più fervore se circonfuse di un alone spirituale…

Dalila

Ma “più infime” sarà grammaticalmente corretto…?
Per il resto totalmente d’accordo con Raffaele.

P.C.

“Infimo” dovrebbe essere già superlativo di suo, quindi “più infime” dovrebbe essere un orrore grammaticale…

Reiuky

Raga’… se “a me mi” è considerata una forma grammaticale corretta, penso che anche i superlativi possono essere potenziati con un bel più davanti!

Federico Tonizzo

@ Reiuky
In realtà, “a me mi” è scorretto tanto quanto “a te ti”, “più migliore” o “più peggiore”.

Dario Colombera

Era ora che si affrontasse il problema dei condizionamenti dovuti alla didattica “religiosa”.
Mi piacerebbe molto verificare le potenzialità liberatorie di una disciplina interiore del tutto legata alla biologia generale, in quanto è stata formulata da poco e le esperienze in merito sono ancora limitatissime. In particolare ritengo che sarebbe efficace per far recuperare il proprio libero arbitrio sia a prelati di ogni ordine e grado, che a laici e atei.
Qui sotto trovate una sintesi di queste ricerche.

Bismarck

“Le autorità religiose conoscono molto bene il potenziale esplosivo del condizionamento che sono in grado di imporre. Ma non amano parlarne. In passato se ne sono servite ad abundantiam. Chissà se lo faranno anche in futuro.”

Il problema per la ccar e affini è che cominciano a scarseggiare le truppe, adesso chi ci va in chiesa? Chi ci andrà in futuro? Chi è quindi influenzabile direttamente dai loro messaggi? Se è vero il dato dell’eurobarometro che a ben pochi 3/5% della popolazione italiana interessano i valori religiosi la ccar ha perso un bel po’ di potere effettivo sulle masse; nonostante bxvi sia un ora si e l’altra pure ogni giorno su tutti i telegiornali nazionali, una visibilità enorme che non sembra produrre effetti veri sulla popolazione, insomma lo ascolta solo chi vuole ascoltarlo.
Secondo me il potere di coercizione sulle masse dipende anche dalla univocità dell’informazione che una volta era facilmente controllabile. Fino a qualche secolo fa le idee circolavano ma solo agli addetti ai lavori, come si dice. Da quando c’è l’istruzione e i mezzi di comunicazione sono più plurali certe cose sono cambiate e i regimi hanno resistito principalmente perchè avevano il monopolio dell’informazione, ma oggi sempre di meno si può dire che c’è monopolio dell’informazione, o meglio, oggi anche l’uaar con internet ha un bacino d’utenza che fino a vent’anni fa sarebbe stato difficile avere. Con i “pochi” soldi che costa un sito rispetto ad esempio alla tiratura di un bimestrale come l’ateo ha avuto l’effetto di moltiplicare il numero di soci e di informazioni veicolate. Certo adesso siamo solo all’inizio di una nuova era quindi ci vorrà un po’ per uscire dal quasi monopolio della televisione ma gli esempi tipo “raiperunanotte” sono incoraggianti. Già ora basta vedere quanti guardano le messe trasmesse sui canali televisivi e quanti non le guardano, quanti guradano l’angelus la domenica? Quanti non lo guardano potendolo fare cambiando solo canale? E gli esempi possono continuare. Comunque questi studi sono importanti per capire come reagire in futuro.

Luciano Franceschetti

priming = imprinting = pedobattesimo: quanta materia di riflessione per genitori (e insegnanti) sedicenti “cattolici”…meditate, gente, meditate!

paolo

Ormai siamo ai livelli di oscurantismo del progresso.
Corsi e ricorsi storici, non mi meraviglierei se vedessi di nuovo istituita la santa inquisizione.

Federico Tonizzo

Beh, Ratzinger prima di esser fatto papa era a capo della “Congregazione per la Dottrina della Fede”, che prima si chiamava “Sant’Uffizio” e prima ancora “Tribunale dell’Inquisizione”.

Markus

GRAZIE RAFFAELE !!!!

Articoli come questo vanno veramente a fondo nel problema religioso.

Anche io avevo subito il priming dall’infanzia e ci sono voluti anni per eliminare davvero i condizionamenti a livello cognitivo e comportamentale, ma oggi mi sento davvero libero e felice. Non me la prendo nemmeno per il passato, chi lo ha fatto era in buona fede, ma il risultato a mio avviso è pessimo per chiunque (anche se non lo ammette), la vera vita è libertà di scelta morale… libertà da tutti i condizionamenti. Una libertà che auguro a tutti. 🙂

Julia

“Anche io avevo subito il priming dall’infanzia e ci sono voluti anni per eliminare davvero i condizionamenti a livello cognitivo e comportamentale, ma oggi mi sento davvero libero e felice.”

Sei fortunato, io ci sto lavorando, ma certi condizionamenti a volte sono duri a morire 🙁

Florasol

Io sono davvero a buon punto, perchè dall’inizio ‘sta manfrina con me ha attecchito pochissimo… però a volte presa di sorpresa (avete presente il classico martello che ti cade sul piede?) mi capita di esclamare cose cristianoidi tipo ommadonna… e la cosa mi secca tremendamente.

Julia

Capita anche a me, ma la cosa più brutta per quanto mi riguarda è quando istintivamente sono portata a esprimere giudizi o valutazioni sulla base dell’educazione cattolica che ho avuto. E’ solo un attimo, poi la parte “razionale” ed “atea” ha il sopravvento, ma mi capita di doverci sul serio lavorare su alcuni condizionamenti. Penso comunque che il tutto sia aggravato dal vivere ancora nella casa di un padre bigottissimo che tende a “soffocare” la personalità delle persone che non la pensano come lui.

Markus

Serve tempo e ricerca. Quando credevo di essere arrivato mi sono accorto che fare il segno della croce (solo il movimento a prescindere dal significato) ancorava ancora certi stati d’animo… non è facile. Mi sono divertito nel tempo a fare ricerchine di psicologia (EMDR soprattutto) e di meditazioni senza le quali non ce la avrei fatta.

Devo dire però che se fossi uno psicologo un programma per liberarsi dal priming religioso lo istituirei. Secondo me avrebbe mercato 🙂

Paul Manoni

“Chissà se lo faranno anche in futuro.”

Oh Raffaele!! Un’articolo interessante ed autorevole come quello che hai scritto, poteva finire in questo modo!?!? 😉
E’ chiaro che lo hanno fatto, lo stanno facendo e lo faranno finchè avranno anche solo una goccia di sangue nei loro corpi…altro che “ad abundantiam”!!…”In aeternum” direi. 😉
Complimenti ancora.

Roberto Grendene

forse e’ un finale aperto
si puo’ leggere come auspicio, si puo’ leggere come domanda retorica, ma io lo leggo come esortazione: fare in modo che non accada, veicolare lo spirito critico, evitare l’indottrinamento infantile nella scuola pubblica, dare strumenti per conoscere piu’ correnti di pensiero senza dover necessariamente aderire a quella dominante nel paese, a quella dei genitori, a quella della cerchia di amici

Paul Manoni

Hai ragione…Effettivamente manca il punto interrogativo, che per “priming ateo” o chissà per quale altro motivo, avevo eroneamente visto! 😀

天路 tianlu

Mica scemi in Vaticano. La campagna ultramilionaria 8×1000 se la fanno fare da Saatchi & Saatchi, esperti di condizionamento pubblicitario, più volte pizzicati a usare il subliminale nei loro spot, non è escluso che lo usino anche per condizionare le menti fragili di tanti italiani poco istruiti che credono che tutti i loro soldi finiscano per aiutare i poveri. Balle spaziali. Il 73% come sappiamo in pochi, se lo intascano.

La Saatchi & Saatchi poi, per inciso, la paghiamo noi col miliardo di euro che finisce nel cesso della CC

stefano marullo

Sulla tematica (dominio, condizionamento, controllo) suggerirei l’opera di Pierre Bourdieu, alcune sue pagine sono illuminanti.

alessandro pendesini

« Dio è automaticamente associato dalla nostra mente ad atteggiamenti generosi, oppure a un controllo di tipo inquisitoriale che ci spinge, o ci costringe, a comportarci meglio? Bella domanda, »…..

Ad ogni momento, l’uomo non puo’ volere altro che i suoi « valori » (o pseudo-valori) i più forti lo incitano a volere ; se questi gli ordinano d’ignorare la morale, l’ignorerà !!! Questi « valori » sono quelli impregnati dal sistema socioculturale in cui evolve, e che molto spesso, lo marca irreversibilmente. Le credenze che gli sono state inculcate sin dalla tenera infanzia, sono emozionalmente stabili, contribuiscono ampiamente ad una certa « rigidità mentale », e come conseguenza, molto sovente, lo orienta (o abbambina) per tutta la vita !
Le autorità religiose (particolarmente le monoteiste), conoscono benissimo i meccanismi relativi al condizionamento emozionale umano (e non solo), e l’utilizzano da sempre come strumento ad hoc per sottometere e sfruttare le persone di « buona fede », mediante false simmetrie e miti, al loro dominio…
Non dobbiamo inoltre perdere di vista che non esiste nessuna prova pragmatica scientifica che permetta di accertare che « i credenti sono più rispettosi dell’Etica che gli atei » ! Sarei satanicamente tentato dire esattamente il contrario….

CosmoGioioso un Giorno

Che Segretario in gamba che abbiamo, veramente bravo.

statolaico

Bell’articolo, molto interessante. Personalmente assimilo il credente (non appartenente al clero, giacchè quelli li considero molto peggio), ad un adulto incompiuto: soltanto quando l’individuo si libera da ogni superstizione prende il pieno controllo di sé. Di più, egli sviluppa finalmente una coscienza autonoma e dei valori propri. Di me piace pensare “io sono onesto perchè IO sono onesto”, “io non faccio del male perchè IO non faccio del male”, e così via. Non me lo impone nessuno (magari col ricatto di una punizione), e di questo sono orgoglioso.

Nightshade90

Credo che sia sarcastico e riferito ai credenti (visto che fanno tutto quello che ” dio” dice loro……)

CosmoGioioso un Giorno

si l’ho notato..in ritardo ahimè. Se fosse stato un troll vero andava bene come risposta!! 🙂

giulio

Strano che una ricerca come questa sia stata fatta da studiosi di un’università cattolica.

Stefano Grassino

Vi ricordate le elezioni del 1948? Io non ero ancora nato per la verità ma ricordo che sono rimaste famose (credo assieme a quelle successive) per il famoso slogan della democrazia cristiana: “ricordati: nella cabina elettorale Stalin non ti vede, ma Dio si.”
Credo che il priming religioso, anche se lo si sta studiando da poco, qualcuno di nostra conoscenza, già lo applicava da tempo e non solo dal 1948.
Dovremo aver paura dei vivi e non dei morti, eppure quasi nessuno di noi riuscirebbe a dormire di notte in un cimitero.
L’ignoto terrorizza ed un architetto estremamente abile fece mettere una scritta sul proprio edificio: “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia casa.”
Tutte le mura di ogni città, dall’antichità ad oggi sono crollate, ma le mura possenti di questa costruzione, sono ancora in piedi a testimoniare quanta sottomissione si sia riusciti a creare a suo tempo grazie al priming.

daigoro

il priming religioso si fonda sul comportamento sociale dei primati: sottomissione al capobranco.

nel caso della religione al posto del capobranco c’è un essere immaginario ed onnipotente.

tutte le volte che si riesce ad attivare questo meccanismo gli esseri umani si conformano seguendo il “capobranco” senza preoccuparsi di quali orribili nefendezze debbano compiere in suo nome.

l’esempio della dedizione della causa uaar accostato a quello religioso è sbagliato, in quanto manca il “capobranco/dio” a cui sottomettersi, a meno che qualcuno voglia considerare il segretario Carcano un dio…

Maurizio_ds

Ottimo articolo. In effetti la chiesa è da sempre una delle prime organizzazioni a usare tecniche di manipolazione, altrimenti non si spiega come farebbe a sopravvivere da quasi duemila anni.

Maurizio da Gorizia

Un mio amico (abbiamo letto assieme questo intervento, ma ora posso commentarlo) mi ha detto che il termine “priming” in meccanica indica anche il riempimento col liquido di una pompa non aspirante; perchè lo scrivo? perchè lo stesso amico mi ha detto che il termine italiano è… adescamento. Una affinità un po’ curiosa no? 😆 “Adescamento religioso”: non sta mica tanto male? Beh, sì… 😕

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