La diffusione, da parte del ministero della giustizia, di un nuovo rapporto sulla pedofilia religiosa, questa volta riferito a fatti avvenuti nella diocesi di Cloyne tra il 1996 e il 2009, sta scuotendo la Chiesa irlandese. Il documento chiama direttamente in causa il vescovo John Magee, già segretario di tre papi, costretto a dare le dimissioni due anni fa (cfr. Ultimissima del 9 marzo 2009). Magee, peraltro sospettato di una “relazione” con un minore, avrebbe deliberatamente cercato di depistare le indagini, e nel corso del suo mandato avrebbe sistematicamente evitato di punire i preti sospettati, evitando di coinvolgere in ogni occasione l’autorità civile. Il rapporto ha messo nero su bianco la richiesta che Magee “non eviti le sue responsabilità”. Secondo quanto scrive il Guardian, anche il Vaticano si è rivelato “completamente inutile” agli inquirenti impegnati a trattare i casi di abusi sessuali.
La diocesi di Dublino ha emesso una nota in cui ha dichiarato che il rapporto “conferma che gravi errori di valutazione sono stati compiuti”, “che vi sono inoltre state gravi carenze di leadership”, e che quanto accaduto “è deplorevole e assolutamente inaccettabile”.
Luciano Vanciu
ormai è chiaro che non si tratta di “fratelli che sbagliano”: ogni giorno si apprendono notizie su scandali sessuali, finanziari, collusioni criminali e ogni altra asorta di nefandezze. mi domando cosa debba ancora succedere affinchè la chiesa venga ampiamente screditata presso i governi nazionali e le opinioni pubbliche
niente: la fede dei cretini non crollerebbe neanche se il papa dichiarasse pubblicamente che stuprare un bambino di 4 anni è cosa buona e giusta.
Anzi, ci sarebbero sicuro persone che chiederanno al prete di stuprare il figlio!
Sentendosene onorate: “Mia cara, schiatta dall’invidia; il mio bambino è stato sodomizzato nientepopòdimenoche dall’arcivescovo, mentre il tuo povera te, solo da un semplice prete. Sai quanti punti qualità ho guadagnato per il paradiso?”
E’ gia successo! Vi ricordate del prete scoperto in tv dalle Iene che maneggiava i seni e le parti basse di donne che andavano a confessarsi da lui? E di come tutti quei sottosviluppati dei parrocchiani, pur avendo davanti le prove evidenti degli abusi, lo difendessero? Selvaggi, sono solo dei selvaggi ritardati!
Ancora preti pedofili in Irlanda. Al peggio non c’è proprio limite. Che schifo. Penso ai traumi che si porteranno dietro tanti ragazzi vittime di violenze sessuali! Sono un esercito, a quanto pare.
E poi questa gentaglia continua ancora ad attaccare gli atei e gli agnostici. Bastardi! Siete voi i lupi travestiti da agnelli!
Considerato anche che un buon numero delle vittime, ha un alto rischio di diventare a sua volta pedofilo da adulto, direi che siamo davanti ad una “fabbrica di pedofili”. E’ agghiacciante..
la notizia su euronews è stata data dando l’impressione che si trattasse esclusivamente di respondabilità personale del vescovo che avrebbe disatteso procedure vaticane, in particolare “l’obbligo di segnalare casi di abusi alle autorità civili””
balle
http://it.euronews.net/2011/07/14/pedofilia-accusato-in-irlanda-ex-segretario-di-tre-papi/
A mio parere i veri CRIMINALI non sono i pedofili che considero come squilibrati mentali (che comunque devono essere giudicati e allontanati dalle loro potenziali prede conformemente alla legge vigente), ma tutti coloro che ERANO (E SONO) AL CORRENTE DEI FATTI , che si sono non solo taciuti ma hanno cercato (e cercano) di mascherarli !!! Non dovremmo inoltre perdere di vista che quello che noi sappiamo dei prelati cattolici (e non solo) relativo alla pedofilia, maltrattamenti, sevizie varie etc., è solo la punta dell’iceberg….. Chi, sano di mente, oserebbe negare questa realtà ?
concordo su chi è al corrente dei fatti e tace (adesso teologo verrà a dirci che non capisce perchè le vittime non denuncino subito e perchè i genitori a volte tacciano. ricordo che l’irlanda è la patria delle case magdalene).
ma un pedofilo, anche se ha un disturbo mentale, è perfettamente lucido e capace di intendere e di volere, e come tale può essere giudicato come una persona appunto sana.
non sono schizofrenici, per capirci.
e purtroppo i vari tentativi di terapia son caduti nel vuoto.
Anche io ho dei disturbi mentali:
1) Vedo una Ferrari e la vorrei ma fino ad ora mi sono trattenuto e non ne ho mai rubata una.
2) Dicasi di un bello Yacht.
3) Vedendo un gran bel pezzo di figliola il sangue mi va alla testa ma non ho mai commesso uno stupro.
4) Incontrando un prete il desiderio di mandarlo a quel paese è in me fortissimo ma le mie convinzioni etiche e la mia educazione, non mi hanno mai permesso di arrivare a farlo.
Questi signori invece pretendono di essere compresi, curati, reinseriti o peggio ancora lasciati liberi di agire, che tanto poi ci penserà uno psicologo specializzato per l’infanzia a curare le loro vittime.
Io non ci sto. L’unica cura che gli concedo è un ritiro spirituale per tutto il resto della loro vita in un convento siberiano, viaggio a piedi d’inverno e spinti con pedate nel sedere, dal giorno di partenza all’arrivo.
@kaworu
…uff…ancora non hai capito..
la contraddizione che indiividuo è tra il pretendere un intervento di un’autorità e il non denunciare il reato. Come si può pretendere che una autorità intervenga se ci si guarda bene di denunciare l’abuso (per i motivi che tu, da fine psicologa conosci e giustifichi)??. Non è contradditorio che le vittime e i genitori non denuncino. Contraddittorio è che si lamentino, pur non denunciando i reati, che i colpevoli non vengano colpiti.
se non denuncio il furto di una automobile come posso lamentarmi se la polizia non fa ricerche e non la trova? questa è la contraddizione… so che sono parole al vento..
Visto che siamo in estate e magari vai in vacanza prova ad impiegare il tempo a risolvere qualche sudoku, magari sviluppi una minimo di razionalità logica. Inizia dal livello più semplice mi raccomando
preferisco le parole crociate, la discalculia mal si concilia col sudoku.
quando magari hai voglia, vatti a rileggere le numerose risposte (da te sempre ignorate) a questa tua trita e ritrita obiezione.
credo che tu non sia dislessico, quindi dovresti farcela a capire quel che leggi 😉
Cosa vogliono ancora i fedeli cattolici, per liberarsi dai falsi profeti che possiedono da secoli il potere in nome di cristo e in questo nome calpestano gli insegnamenti evangelici: povertà, disciplina, carità (oltre il 2% del superfluo), amore (non il sesto grado).
E cosa vogliono i laici, per liberarsi da una spaventosa associazione a delinquere che mira alla distruzione della socialità, dell’etica e della scienza.
ma di tutti questi ce n’è qualcuno che è finito in galera? o almeno in ospedale psichiatrico?
non saprei, ma qualcuno sicuramente sarà già finito in villeggiatura presso il Vaticano o qualche Convento con spiaggia privata.
casi isolati
non sono veri cattolici
colpa di questi e di questi altri
assunzione di responsabilità = 0
Equazione cattolica. Almeno questo tipo di matematica, per loro è inconfutabile.
@Kaw
E il “ma sono loro che a volte provocano” dove l’hai lasciato? 🙁
scusa, le affermazioni troppo ributtanti evidentemente le rimuovo
D’accordo. Ma che barba di queste spiegazioni! Non se ne può più di queste gerarchie incapaci di usare le maniere forti con i delinquenti rovinabambini e ragazzi. Io non starei a spaccare il capello tra efebofilia (= amore per i giovani dai tratti femminei) e pedofilia(= amore pervertito per i bambini), ma spaccherei … la testa agli autori delle violenze e ai loro dannatissimi reggimoccolo.
veramente l’efebofilia credo sia l’attrazione per gli adolescenti o preadolescenti….nessuno riferimento ad aspetti “femminei” (specie perchè si è efebofili sia se attratti dalle ragazzine che dai ragazzini)
si ma che io sappia c’è ancora discussione sull’argomento e non è una distinzione universalmente accettata.
sul dsm IV – tr non c’è e dubito che ci sarà sul V.
sull’icd10 non mi pare che ci sia.
in ogni caso è imho una sega mentale abbastanza superflua.
Sull’ultimo rapporto del John Jay College uscito nel 2011, chiaramente su commissione e specifica della chiesa cattolica, viene proprio ripreso dalla chiesa il concetto di efebofilia ed in più si cerca di non considerare pedofili quelli che hanno abusato una sola volta (mi sembra una distinzione da “utilizzatore finale” alla Ghedini). Insoma si cercano sofismi verbali come se facessero scomparire il reato.
http://www.usccb.org/mr/causes-and-context-of-sexual-abuse-of-minors-by-catholic-priests-in-the-united-states-1950-2010.pdf
si chiamano “scuse”, roberto.
Comunque sia, efebo è un sostantivo maschile. Se poi, per estensione, si arriva a comprendere nell’efebofilia anche le adolescenti femmine, non so.
veramente “efebo” è maschile tanto quanto “pedo” (o meglio “παῖς”, che si legge “pàis”, da cui deriva il prefisso “pedo-” e che significa “bambino”)
Comunque mai peggio degli atei.
sai che nessuno crede al fatto che tu sia diacono?
al massimo puoi essere un daikon.
Comunque mai peggio di te.
E questo che c’entra? Il fatto che esistano gli atei e che tu li consideri male toglie per caso gravità alle porcherie dei preti cattolici? Non credo….
questa tua affermazione dimostra il tuo stato di disadattamento sociale e la tua inattitudine alla civile convivenza. infatti ritieni più grave una convinzione privata che non reca alcun danno agli altri rispetto a un atto violento con conseguenze destinate a rovinare un’intera esistenza, purchè questo sia commesso da una persona convinta che esista un’entità soprannaturale.
@aletroll
Se non hai argomenti non c’è bisogno che commenti…
La diocesi di Dublino ha emesso una nota in cui ha dichiarato che il rapporto “conferma che gravi errori di valutazione sono stati compiuti”, “che vi sono inoltre state gravi carenze di leadership”, e che quanto accaduto “è deplorevole e assolutamente inaccettabile”.
Gravi errori? SOLO?!!!
Per di più: mi dite da quand’in qua gli errori si commettono deliberatamente!?
l’errore è quello di non essere riusciti a insabbiare tutto, questo di sicuro non è stato fatto deliberatamente…
Nonostante la controffensiva della chiesa che cerca di limitare i danni dovuti ai tanti scandali pedofilia nelle varie nazioni (vedere anche il nuovo John Jay Report del 2011, un lavoro chiaramente su commissione e specifica della chiesa cattolica americana), e di mettere la sordina al fenomeno, per fortuna la maggiore attenzione al problema fa si che continueranno queste pubblicazioni (e si spera che qualcosa si muova anche nelle nazioni che attualmente dormono sonni tranquilli) che gettano luce su una realtà nascosta per decenni, soprattutto quando questi rapporti vengono effettuati da commissioni realmente indipendenti.
I vari rapporti usciti e le varie ammissioni di membri della chiesa non così rigidamente allineati con la gerarchia dominante permettono di farsi un’idea del fenomeno, fenomeno che non è legato ad un periodo storico come la chiesa vorrebbe far credere (questo rapporto riguarda il periodo 1996-2000), nè addebitabile a dei “capri espiatori” o a casi singoli, ma fenomeno endemico che se la chiesa vuole veramente combattere come dice pubblicamente a parole dovrebbe affrontare ben diversamente.
Prima di tutto non bisogna illudersi che la pedofilia possa essere sconfitta perché è un grosso problema presente nelle società in modo trasversale da sempre, che sempre sarà presente, come sempre ci saranno dei criminali. L’unico modo per combatterlo è conoscerlo e studiarlo, la trasparenza, mantenere la guardia alta tra la gente e fornire i mezzi idonei ad intervenire rapidamente e con decisione quando vi sono indizi e ad aiutare le persone colpite. Ma esistono situazioni che rendono più agevole il lavoro del pedofilo, situazioni a lui più favorevoli e che in passato lo sono state molto di più ed è questo che la chiesa rifiuta di ammettere con le sue tesi giustificazioniste perché implicherebbe dover apportare dei cambiamenti strutturali per lei inaccettabili, quali per esempio il rapporto particolare tra fedele e prete che nonostante una certa perdita di autorità rispetto al passato, resta particolare rispetto a quello che è successo per i genitori e per gli insegnanti/educatori. A questo va aggiunto lo spirito di casta ed il ritenersi uno stato nello stato, con regole proprie ed il concetto che è più importante la salvezza della chiesa dei singoli episodi, oltre alla visione particolare della sessualità che coinvolge con sensi di colpa anche la vittima. Insomma per un pedofilo fare il prete è meno attraente che in passato (quando rimaneva sostanzialmente impunito), ma resta comunque un’attività di copertura interessante.
aiutare le vittime sarebbe già un ottimo passo avanti per la diminuzione del numero di pedofili, se calcoli che circa il 43% dei “nuovi” pedofili sono ex vittime.
Spero che a furia di ‘scuotere’ questa chiesa, alla fine crolli!
se non sono riusciti da soli a farla crollare in 2000 anni di barbarie…
Perchè no? Alla fine, a suo tempo, è caduto anche l’Impero Romano, come pure tutti gli altri Imperi precedenti e successivi: perchè dunque non dovrebbe poter cadere la “chiesa”? Soprattutto in questi tempi, nei quali le informazioni sulle condotte criminose della chiesa viaggiano alla velocità di Internet… 🙂
Gli abusi sessuali da parte del clero in Irlanda sono stati sistematici ma mi chiedo se cose simili siano successe in altri paesi (incluso l’Italia), dove la popolazione e’ ancora in “denial” e lo scandalo vero e proprio non e’ mai affiorato. Qui in Irlanda gran parte della popolazione ha perso quei timori reverenziali tipici del cattolicesimo e questo ha permesso di sviluppare senso critico e incoraggiare le denunce di abusi. Mi sembra che in Italia invece si pensi di piu’ ad inchiodare croci sui muri invece di prendersi cura dei cittadini e del loro benessere.
L’unica cosa che puo’ scuotere la chiesa e’ vedere che ormai tante persone non hanno paura di lei.
Ormai la chiesa dovrebbe essere scossa dalla MANCANZA di questi rapporti.
”…il Vaticano si è rivelato “completamente inutile” agli inquirenti impegnati a trattare i casi di abusi sessuali…”
Chi è il men†eca††o che ieri affermava che il vaticano è l’unica organizzazione che denuncia i pedofili?
Se i paesi cosiddetti civili avessero gli attributi, dovrebbero dichiarare la chiesa cattolica sciolta per indegnità e abiezione. Alla stregua di Scientology. La cosa più sconcertante è che Bagnasco and friends continuano a ergersi a moralizzatori dei costumi.
I valori fondati sull’etica sono più che sufficienti a dare indicazioni all’uomo su come scegliere fra bene a male. Le religioni sono ormai sterili e pleonastiche.
La chiesa ha la stessa funzione di quelli che vendono i numeri del lotto in televisione: riescono sempre a convincere il gonzo di turno che i loro numeri sono speciali.
….che poi uno si chiede “ma se sanno che sono numeri vincenti perchè non li giocano loro stessi?”
Florasol,
per fare questo ragionamento dovrebbero essere ‘pensanti’, non ‘credenti’…
“I valori fondati sull’etica sono più che sufficienti a dare indicazioni all’uomo su come scegliere fra bene a male.”
Questo concetto presuppone che le persone abbiano tutte una buona educazione, sensibilita’ ed pure un buon reddito.
Putroppo per taluni “semplici” (definizione pretesca) la situazione e’ diversa, sembrera’ ridicolo ma per loro e’ (era) piu’ efficace la paura dell’inferno per fargli scegliere il bene.
Il paradiso e’ invece un miraggio molto meno efficace dell’inferno, un posto noioso (cantare le lodi del s…) come leggenda va detto che e’ assai meglio quello dei mulsulmani, almeno si mangia si beve e ci si diverte ;-).
Lo sviluppo delle religioni, incoraggiato dalle autorita’ (segretamente atee) ha questa chiame di lettura: sono sempre state il miglior modo per controllare le plebi e far fare loro qualsiasi cosa, anche ammazzare i “nemici”, naturamente con opportuna benedizione del cappellano militare (figura che rimane sempre imboscata e protetta nelle retrovie).
Secondo me, fFrank, anche i semplici possono capire certi principi etici se solo venissero adottati dalla cultura di un paese a tutti i livelli. Alla fine entrerebbero nel nostro dna. Non sono concetti così astrusi da necessitare la laurea per la comprensione.
Il problema è che in questo paese all’etica viene fatta una guerra senza quartiere. Molti politici e i preti preferiscono appellarsi alla fumosa religione che copre bene malefatte e furti.
L’etica in italia è vista come dottrina comunista, nonostante ne disquisissero Cicerone e Seneca. L’etica dà fastidio. Può costarti la vita in Italia. L’avvocato Giorgio Ambrosoli, il giudice Rosario Livatino, Peppino Impastato lo hanno imparato a proprie spese.
Al posto di religione nelle scuole si dovrebbe dedicare un’ora a settimana a leggere l’etica Nicomachea di Aristotele. Saremmo un paese migliore e scevro dalla superstizione.
Mi sono speso a lungo presso gli amici cattolici perché provassero ad affrontare la questione pedofilia nella loro comunità e riflettessero sul come sia possibile che tra loro ci siano tanti, tantissimi pedofili e si interrogassero sul comportamento della loro chiesa (laici e clerici) nei riguardi di questi criminali e dei reati che commettevano.
Niente.
Anzi, peggio!
Ecco alcune risposte che ho ricevuto da amici credenti:
– quel che fa il prete non m’interessa. Non vado in chiesa per lui ma per dio.
– se dio ha voluto questo, avrà avuto le sue ragioni, ragioni che non possiamo capire né contestare (chi siamo noi per giudicare dio?)
Ma la più bella di tutte è questa:
“Preoccupati degli islamici e lascia stare i cattolici: il loro maometto era un pedofilo che sposava bambine”
“Ma, veramente anche Maria, quando è rimasta incinta di dio aveva su e giù 12 anni…”
“Si, ma non l’ha mica sverginata!”
Enrico, e i tuoi alter ego Superenrico ed Alecattolico:
spero davvero in una tua/vostra riflessione seria sul tema pedofilia clericale (perchè tanti pedofili nella chiesa e perché hanno potuto agire nella vostra chiesa indisturbati, stuprando tantissimi bambini per tanti decenni?)
Non so perché, ma qualcosa invece mi dice che il tuo/vostro eventuale commento andrà ad allungare la lista di risposte farneticanti…
Senza offesa per i cattolici, ma si distinguono sempre per stupidità.
Quella del disinteresse per l’operato dei preti perchè si va in chiesa per dio, la tira fuori anche mio padre all’occorrenza; mia madre invece in generale è più tipo da “doveva andare così, non si sfugge al proprio destino, l’ha voluto dio e va acccettato”.
Alle tue risposte posso aggiungerne una che mi diede una volta una conoscente, quando espressi il mio profondo schifo nei confronti dei preti pedofili e di chi li ha coperti, e lei mi disse: “si ma com’è possibile che queste cose escono fuori tutte all’improvviso e adesso? Qualche caso ci sarà pure, ma sono i giornalisti che mettono in giro queste cose per sollevare un polverone”. Insomma, la chiesa è sempre santa.
Sarebbe da rispondere “Non ti posso augurare di venir stuprato/a da bambino/a perché ormai è tardi. Ma posso sempre augurarti di venir sturpato da un prete.”
“Senza offesa per i cattolici, ma si distinguono sempre per stupidità.”
Più che di stupidità parlerei di ottusità.
Negano l’evidenza pur di non rinunciare al castello di frottole che si sono costruiti per sfuggire alla paura del dubbio.
Delle volte mi fanno arrabbiare, più spesso mi fanno solo pena.
Aggiungerei conformismo e pigrizia. Dove possono andare a pettegolare certe donnine private dell’alibi della messa domenicale o della pesca missionaria? Dove parcheggiare per ore i figli se non con l’alibi che l’oratorio è un ambiente “sano”?
“In culo ai preti che mettono mani nei pantaloni di bambini innocenti,
in culo alla Chiesa che li protegge non liberandoci dal male.
E dato che ci siamo ci metto anche Gesù Cristo che se l’è cavata con poco:
un giorno sulla croce, un weekend all’inferno e poi gli allelujah degli
angeli per il resto dell’eternità”
(da La 25ª ora di Spike Lee)
Stupenda! 🙂
il grande Monty
Kaworu
« ma un pedofilo, anche se ha un disturbo mentale, è perfettamente lucido e capace di intendere e di volere, e come tale può essere giudicato come una persona appunto sana. »
Non vorrei creare polemiche inutili, e ancora meno essere il difensore dei pedofili !! ma ritengo che una persona affetta da una sindrome, o quadro clinico sessualmente squilibrato, non puo’ essere definita, e tanto meno giudicata, come una persona sana. Per certi casi il « volere » inibire il passaggio all’azione non è sufficiente ; perché lo sia bisogna imperativamente includere il « potere volere ». E qui le cose si complicano…. Inoltre se il « volere » bastasse per, diciamo non soffrire, nessuno soffrirebbe poiché, (salvo eccezioni correlate al masochismo etc.), a nessuno piace soffrire…..
NB E’ stato accertato scientificamente che un cambiamento quantitativo anche minore di una sola componente chimica del cervello, puo’ modificare qualitativamente il comportamento sessuale (e non solo) dell’organismo. A questo punto sarebbe ragionevole dire che la persona, se vuole, puo’ sempre decidere diversamente rispetto al suo « dictat » cerebrale
da wiki:
La definizione di capacità di intendere e di volere comprende due elementi:
la capacità di intendere, vale a dire attitudine dell’individuo a comprendere il significato delle proprie azioni nel contesto in cui agisce. I periti e gli psichiatri forensi tendono quasi sempre a riconoscere la capacità di intendere tranne che nei casi di delirio, allucinazioni e, in genere, fenomeni di assoluto scompenso rispetto alla realtà.
la capacità di volere, intesa come potere di controllo dei propri stimoli e impulsi ad agire. Dal punto di vista della prova dell’imputabilità è un fattore molto difficile da dimostrare nel processo.
sanno quel che fanno e pianificano lucidamente “l’attacco”. per capirci, non sono lo schizofrenico che sente la voce e ti tira il posacenere di murano in faccia.
poi potremmo discutere sul fatto di “come” gestire queste persone dopo un processo… visto che non sono trattabili, purtroppo (non ancora, che io sappia).
Alessandro Pendesini,
a parer mio il tuo intervento, come tutti quelli tuoi che ho letto, è estremamente interessante.
Io penso che, se si tira all’estremo il determinismo (e io personalmente sostengo in buona parte le ragioni del determinismo) si può arrivare a dire che nessuno è responsabile e colpevole delle sue azioni le quali in definitiva dipendono da una serie di rezioni di chimica neuronale anche nei soggetti cosiddetti ‘sani’, cosa su cui concordammo, se ricordi, in una discussione scaturita da un post di Bruno Gualerzi a proposito del libero arbitrio.
Se si accettasse però di sostenere giuridicamente un assunto simile ci sarebbe un caos perchè salterebbe la responsabilità derivante dalla capacità di intendere e volere.
Però è da domandarsi, fondamentalmente, cosa significa questa frase (‘capaictà di intendere volere) se poi tutto alla fine è una risultante della chimica cerebrale e non di una scelta deliberata, se non in senso assoluto (cosa impossibile) comunque per buona parte?
Credo che si sia raggiunto un sufficiente consenso nel sostenere che la capacità di intendere e volere c’è quando si comprende di fare un danno ad altri, ma si compie egualmente l’azione.
Io non sono uno psicologo, ma a questo punto è da domandarsi se un pedofilo (o altrimenti uno stupratore in generale, perchè dal punto di vista diritto versus chimica il problema è ben simile) risponda a tali requisiti, sempre se tu sei d’accordo col discorso.
gli unici “pedofili” che non dovrebbero essere considerati capaci di intendere e di volere sono i pochissimi individui affetti da sindrome di Kluver Bucy che manifestano comportamenti pedofili (pochissimi all’interno dei pochissimi con la kluver bucy).
@Kaworu
Pare che qualcuno ci stia seriamente pensando al “come” gestire queste persone, dopo un processo….
http://qn.quotidiano.net/esteri/2011/07/13/543284-medvedev_dichiara_guerra_pedofili.shtml
non è una gran soluzione secondo me, paul, dato che un’ottima percentuale dei pedofili esclusivi ha già problemi di erezione e affini (difatti le violenze su minore non è affatto detto che si traducano in penetrazione)…
è purtroppo un aspetto più globale della personalità di quegli individui, che secondo me difficilmente sarà risolvibile così.
Per nighthades90.
D’accordo, anche pàis, paidòs, che vuol dire bambino, è maschile.
Spendo ancora qualche parola, così per dialogare, ricorrendo ai dizionari.
Zingarelli: efèbo = (estensivo spregiativo) Giovane con corporatura e atteggiamenti non pienamente virili.
Il Garzanti (grosso) recita invece: efèbo = (spreg.) Giovane effeminato.
Per il Devoto-Oli: efèbo = Adolescente di una bellezza delicata, quasi femminea.
Et de hoc satis. Non mi intrometto sui significati estensivi eventualmente acquisiti dalla parola efebofilìa.
L’impressione che le persone hanno di non potere controllare il proprio cervello è probabilmente la causa di un sentimento fra i più angosciosi che esistono ! Sarebbe quello che spiega che il nostro cervello si da la pena di rassicurarci, dandoci l’impressione cosciente di essere a l’origine delle nostre azioni ?
Quando scopriamo che una decisione è stata determinata da una disfunzione ormonale, una disposizione genetica, un’influenza sociale o culturale, questa idea diventa molto difficile da difendere con la pretesa convinzione che noi abbiamo la capacità di decidere liberamente delle nostre azioni ! E’ di certo scontato che una decisione implica una riflessione, ma porta già in sè, integrando gli elementi del passato, l’atto sul quale sfocia. In altre parole siamo determinati a fare quello che noi facciamo, anche quando noi crediamo sciegliere liberamente, pur non essendo costretti o forzati.
Inoltre dalle esperienze le più recenti gli scienziati (neurofenomenologia) hanno chiaramente identificato un numero tutt’altro che insignificante di casi, che l’impressione del libero arbitrio è un’illusione, e cioè abbiamo la certezza di decidere su cose che in definitiva non abbiamo nessun controllo….
P.S. : L’atto di dire no non sfugge ai determinismi : è solo auna contro-determinazione, che ci da l’illusione della libertà di scelta !
Io ho capito, ma il mio problema è questo: se non facciamo come se un minimo di libera scelta esistesse che facciamo, eliminiamo il principio della responsabilità penale?
Come mantenere un ordine sociale e legale senza tale principio?
I fatti di Cloyne illustrano la patologia della Chiesa
Il sacrificio sistematico della vita emotiva, psicologica e spirituale di bambini innocenti a beneficio dell’immagine e del potere della gerarchia non è stato un “errore”.
La commissione di inchiesta nella diocesi di Cloyne ha mostrato che la risposta distruttiva delle segnalazioni di abusi sessuali non è stata accidentale o isolata ma dentro il tessuto della cultura clericale.
http://www.irishtimes.com/newspaper/opinion/2011/0716/1224300819359.html
Accettare il determinismo (a livello macroscopico) non avrebbe che degli inconvenienti ; certo tutto cio’ che implica la giurisprudenza (e non solo) dovrebbe essere rivisto ; questo non significa che dovremmo lasciare in libertà le persone squilibrate considerate pericolose !!! Il principio di responsabilità non viene pertanto eliminato: da responsabilità “penale” si passa alla responsabilità “civile”; i rei dovrebbero essere internati non in una prigione ma in un istituto particolare. Il sistema carcerale dovrebbe mutare in un sistema tipo asilo « psichiatrico/culturale » ; se cosi fosse potremmo recuperare certe persone squilibrate (irrecuperabili col sistema carcerario attuale) rendendole socialmente e eticamente utili…. Dovremmo solo adattarci a ragionare diversamente poichè l’intolleranza in tutti i campi risulta dal fatto che crediamo gli altri liberi d’agire come fanno, cioè non conforme alle nostre aspettative o progetti. A questo livello di ragionamento, e difficilissimo non risentire sentimenti di rancore o di ODIO, che si trovano alla base di qualsiasi antagonismo sociale, conflitti e guerre, e che potremmo, entro certi limiti, evitare….Un utopia ?
Non dobbiamo perdere di vista che il nostro sistema cerebrale, contrariamente a quello che noi pensiamo, è del tipo « selezionista » e non « istruzionista » !
Come già detto in altre occasioni, il rifiuto (sovente ostinato) del determinismo umano, è dovuto (oltre che a l’ignoranza) a delle considerazioni socio-politiche, etiche e religiose ; poichè (come tu dici chiaramente) se noi siamo determinati a agire, in virtù di quali principii potrebbero condannarci ?
Grazie dell’intervento, ora ho capito e per larga parte concordo, ma c’è un punto che penso si debba sottolineare.
Se ricordi il vecchio discorso tra me e te, io credo che la ragione abbia solo un certo margine di libertà, ma che lo abbia, quando riconsidera gli eventi a posteriori, rendendosi conto delle cause di certe scelte che prima ci erano sfuggite, dunque ha un suo ambito in fase esaminante anzichè deliberante.
Così non fosse il discorso che stiamo ora facendo su questo argomento sarebbe impossibile, a meno da non pensare che anche questa riconsiderazione sia puro determinismo, cadendo nel paradosso dell’insostenibilità della posizione determinista in quanto la sua adozione potrebbe essere a sua volta determinata e dunque non avere, la posizione determinista, alcun valore veritativo: ovvero lo scetticismo estremo che è impensabile.
E, appunto, un intervento chimico (che quindi deve fondarsi sulla ragione scientifica) e culturale (cioè sulla ragione sociale) è possibile solo accettando questo limitato margine di libertà della ragione, viceversa qualsiasi intervento non sarebbe possibile perchè la ricostruzione razionale degli eventi potrebbe mancare di oggettività, anche minima, per le ragioni sovraesposte.
Aggiungo, per capirci, che dalla posizione che sostieni, se mancasse questo margine limitato di libertà (che non so come possa spiegarsi in chimica, non essendo io ferrato), si potrebbe anche desumere che, per la sicurezza di tutti, e visto che tutto è determinato senza margini di libertà, sarebbe più utile ed economico eliminare fisicamente i trasgressori alle norme volte a garantire l’ordine, visto che, proprio per motivi di determinismo stretto, l’intervento riabilitativo diverrebbe intrinsecamente ad altissimo rischio di inefficacia a fronte delle spese economiche e sociali di cui necessita.
Cosa, questa, che ripugna istintivamente il senso di umana solidarietà di (quasi, esiste sempre l’eccezione alla norma generale) tutti noi uomini civili, senso solidale che è certamente pur esso per larghissima parte chimicamente determinato e che si impone di forza alla nostra mente, ma da cui non possiamo prescindere totalmente, e per fortuna aggiungerei, nell’arco della nostra vita.
La nostra « libertà » esiste, consiste nella stima del rischio ; è quello che facciamo periodicamente. Infatti noi siamo in una situazione continua che consiste a pianificare come massimizzare il guadagno e minimizzare le perdite ! Per cui la persona non puo’ fare cio’ che vuole, ma puo’ decidere solamente di qualcosa conforme al valore che predomina al momento della presa di decisione cosciente.
Va aggiunto che decidere vuole anche dire inibire, e cioé non sciegliere fra diverse soluzioni, ma bensi riuscire a bloccare (inibire) i comportamenti non desiderati.
Ricapitolando : entro due azioni possibili, l’animale o l’uomo, scieglie spontaneamente quella che lo ricompensa maggiormente, cioé quella che provoca la più forte attivazione dei circuiti di ricompensa il 100% delle volte (salvo in caso di patologie neuronali)
Certamente, anche qua concordo, ma nemmeno io ho mai sostenuto che vi possa essere una libertà pressochè illimitata, bensì condizionata.
Non credo che ci sia solo il rapporto costi/benefici, ma anche il più generale principio di piacere che è anche appagamento dell’ego e, per alcuni, del superego (anche qua determinismo), altrimenti non si spiegherebbero gli eroi e chi sacrifica la vita per un bene comune, visto che qua i benefici personali stanno allo zero.
Al di là di questo punto marginale, mi pare che sia il discorso stesso che stiamo svolgendo a mostrarci l’importanza della razionalità nella sua fase analitica, razionalità analitica che si accorge di meccanismi che nel momento della (non) scelta, cioè dell’azione, sono totalmente inconsci ed oscuri.