Il giorno 19 luglio la Camera dei Deputati dovrà esprimersi, con un voto, sulla proposta di Legge contro l’omofobia e la transfobia, ma, prima ancora, sulle pregiudiziali di costituzionalità al testo stesso, la cui approvazione rischia di bloccare l’iter di votazione della Legge.
Le pregiudiziali di costituzionalità presentate alla Camera dai gruppi parlamentari del PDL, della Lega e dell’UDC contro la legge anti omofobia e transfobia costituiscono un vergognoso atto di discriminazione e di integralismo con le quali il Parlamento italiano si sottrae al suo dovere primario: porsi al servizio delle cittadine e dei cittadini, soprattutto,come in questo caso, di quelli per i quali la Costituzione impone, all’articolo 3, la rimozione degli ostacoli al conseguimento di una piena ed autentica eguaglianza e libertà.
In esse si afferma che l’introduzione di un’aggravante è inutile perché già ricompresa nel codice penale (motivi abbietti e futili) e che addirittura tale proposta di legge introdurrebbe una violazione del principio di uguaglianza, con un’aggravante solo per omosessuali/transessuali, e una violazione del principio di tassatività.
Tutto FALSO. L’aggravante dei motivi abbietti e futili è cosa ben distinta e diversa da quella oggi in discussione e non risulta che sia mai stata applicata nei casi di reati commessi per motivi di omofobia o transfobia. Una specifica e distinta previsione normativa, invece, rappresenta la chiara espressione della volontà, da parte del legislatore, di biasimare e condannare questi comportamenti criminosi. Il Parlamento si assuma la responsabilità di dire espressamente se intende condannare le persecuzioni nei confronti delle persone omosessuali e transessuali.
Quanto al principio di Eguaglianza, a costituirne vera violazione è l’assenza di una tutela nei confronti delle persone omosessuali e transessuali. Perché se si insulta qualcuno in ragione del suo credo religioso si viene puniti espressamente dalla legge, mentre se analogo atteggiamento persecutorio lo si ha nei confronti di una persona gay, lesbica o transessuale non si viene puniti con una specifica previsione di legge? Perché, allora, non estendere alle persone omosessuali e transessuali la Legge Mancino? Il Parlamento abbia il coraggio anche in questo caso di assumersi delle responsabilità e non di ribaltarle.
La tutela, anche dal punto di vista penale, delle persone Lgbt è oramai patrimonio di gran parte dei paesi occidentali; l’Italia da che parte del mondo sta?
Se poi consideriamo che le pregiudiziali in questione si ostinano a definire l’orientamento sessuale come una “scelta” e non come una condizione innata dell’individuo, collocandolo nella sfera esclusivamente privata e sessuale, e di fatto cancellando l’identità, gli affetti, la vita di coppia, la stabilità, la dignità pubblica delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, allora appare chiaro che ci troviamo di fronte ad affermazioni di inaccettabile ed oltraggiosa rimozione e falsificazione della realtà e della vera natura delle persone lgbt.
Esse sono state formulate in spregio alle parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che il 17 maggio scorso, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, aveva auspicato l’approvazione di una legge contro la violenza verso omosessuali e transessuali. Queste pregiudiziali di costituzionalità, inoltre, costituiscono una violazione dei trattati internazionali e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, poiché ci pongono in netta contrapposizione rispetto alle direttive del Parlamento europeo, alle raccomandazioni e alle decisioni assunte da molti organismi comunitari che sollecitano l’adozione di specifiche norme di tutela, oltre che in clamoroso contrasto con la recente risoluzione ONU in materia di diritti delle persone lgbt e con il rapporto del Consiglio d’Europa.
Con queste pregiudiziali il Parlamento italiano rischia di commettere un’ulteriore violenza contro le molte persone omosessuali e transessuali vittime di numerosissimi casi di bullismo, aggressione, violenza e discriminazione.
Pensiamo dunque che questa sia una battaglia che riguarda indistintamente tutti e tutte, dalle Associazioni laiche a quelle cattoliche, dai movimenti per i diritti civili a quelli per i diritti sociali ed è per questo che Arcigay rivolge un appello a tutte le persone e le Associazioni che credono nella Democrazia, nella Giustizia, nella Dignità e nell’Eguaglianza perché siano presenti alla maratona oratoria per la Legge contro l’omofobia e la transfobia, dalle ore 15,00 del giorno 19 luglio, di fronte al Parlamento della Repubblica per aiutarci a dire NO ad una gravissima ingiustizia.
Aiutiamoci tutti e tutte a cambiare l’Italia per farne un Paese europeo.
Comunicato stampa Arcigay