Andrea Cataldi e Simona Dalmazio*
Lettera inviata al responsabile Ufficio Relazioni con il Pubblico Regione Marche Asur Zona 10, Camerino, e al Direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale B. Eustachio, San Severino Marche. E, per conoscenza: al Tribunale per i diritti del Malato, Ancona; all’Osservatorio sulle Diseguaglianze, Ancona; all’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, Roma
Una storia. Uno sfogo. Mi auguro vogliate mostrare indulgenza e seguirmi sino alla fine.
Martedì 31 maggio, a letto con una tonsillite acuta, privo di forze, non mi alzerei per nulla al mondo. In soggiorno mia moglie, alla diciottesima settimana di gravidanza, cerca di tenere a bada il nostro primogenito. Daniele non le concede tregua. E’ inarrestabile. Fa il suo lavoro e lo fa egregiamente. Nella frenesia, si fa largo il trillo di un telefono che non avremmo voluto sentire. Simona alza una cornetta che non avrebbe dovuto alzare, quantomeno non lei: “Signora buonasera… sono arrivati i risultati dell’amniocentesi… dovremmo parlare con voi…”. Tutto si fa buio, improvvisamente. Pochi minuti dopo ci precipitiamo attoniti in Ospedale. La tonsillite è già una questione vecchia.
Trisomia 13, Sindrome di Petau. Un caso su diecimila. Incompatibile con la vita. Già, incompatibile con la vita, un coro comune, una osservazione che ci sentiremo ripetere sempre, da tutti, di lì ad una settimana. Poi, piano piano, bisbigliando quasi, ci viene illustrato l’unico scenario plausibile, proprio quello più impensato, proprio quello che non avremmo mai preso in considerazione.
Sì perchè quasi si fa fatica a pronunciarla la parola Aborto, persino il personale medico accenna, ammicca, ricorre agli acronimi: IVG, ITG. Figuriamoci poi quando devono confessare che: “no, noi qui di cose così non ne facciamo, cioè sì, eseguiamo l’amniocentesi, poi però… poi però in Ascoli Piceno no… potete andare a San Severino Marche, Ancona, Pesaro… qui no, qui siamo Obiettori…”
E pensare che sul momento ci sembrava persino normale. Poco male, si farà di necessità virtù. Ancona dunque? No, in Ancona la lista d’attesa è lunga. Pesaro magari. E San Severino?
Solo c’è poco tempo perché alla diciottesima settimana, come dire: più si va in là più il parto può rivelarsi esperienza difficile. Il parto… l’aborto… l’aborto… il parto… Eh sì, perché non c’è altro modo. In età gestazionale così avanzata l’aborto si sostanzia in un parto indotto! Una sorpresa dopo l’altra, una matrioska del dolore che ad ogni stadio mostra una bambola sempre più raffinata.
Epilogo. Ci decidiamo: San Severino Marche. In un giorno ci organizzano il ricovero e Lunedì 6 giugno ore 8.30 siamo lì. Le prime carte, le prime firme, il prelievo del sangue. Il colloquio con la psichiatra. Routine. “Tornate nel pomeriggio poi per il ricovero vero e proprio”. Alle 17.00 quindi siamo in reparto, di nuovo. Abbiamo anche delle domande da fare, in fondo nessuno ci ha illustrato la trafila. Ci riceve un’ostetrica, la caposala ci informa qualcuno, ma chi può dirlo con certezza: “nessuno vi ha detto niente??…” Ok, sembra dire, tocca a me. Si chiude la porta alla spalle e spalanca l’inferno: “l’interruzione di gravidanza è una vostra scelta volontaria… non ci piove… potevate decidere di portare avanti la gravidanza e poi se non ve la foste sentita esiste sempre l’affidamento… dovete capire che noi rispettiamo la vostra scelta, ma voi dovete rispettare la nostra… anch’io, sì anch’io, sono obiettrice… vi verrà data assistenza ma dovete capire che esistono delle priorità… dovremo privilegiare chi dà la vita… se la sala parto fosse occupata dovrete aspettare… tutto chiaro?” . Beh sì, anzi no, ma sì.
Ed il padre, accenna mia moglie, potrà assistere al parto, potrà aiutarmi? Con Daniele è stato così, non ci siamo lasciati mai… “assolutamente no, in sala parto assolutamente no… ed il bambino non lo potete vedere…”
Poi, in un alito, l’ultima domanda, di quelle che non si sanno da dove vengano, fatte così, di getto: il bimbo nascerà vivo?
“Signora lei ha fatto una scelta, queste cose non la riguardano… non più. E poi no, Signora nascerà morto… e poi… e poi andrà all’inceneritore… come dite? Lo volete portare a casa? Sì, si può anche fare ma dovete pensare a tutto voi ed avvisarci per tempo anche se poi, dove lo trovate un prete compiacente… sebbene di questi tempi… ieri sono stata ad una comunione con un prete… da prendere a schiaffi”.
Quanto può resistere un uomo senza reagire? Ve lo dico io: un tempo infinito. Un po’ l’ha promesso a se stesso, un po’ la moglie lo aveva supplicato di non trascendere, un po’ non vuole peggiorare la situazione, un po’ non trova le parole adatte. Alla fine però su tutto: non ne ha la forza! Fisica e morale. Trova spazio e modo solo per subire.
Il resto della rappresentazione ricalca perfettamente il copione. L’unica vera visita la fa un dottore non obiettore affacciatosi appositamente la mezzanotte del lunedì, poi grossomodo più nulla. Niente epidurale, niente analgesici, nonostante se ne fosse parlato. Gel, fiale di Nalador, un primo ciclo. Poi mercoledì alle sette di mattina le contrazioni, attese come si può attendere il patibolo. “Non si alzi signora”, ci raccomandano tutti, “…non si alzi. L’espulsione poi può essere improvvisa. A letto, in bagno… Se dovesse verificarsi non vi spaventate…”
Sei ore dopo, sei ore di spasmi, di sofferenza, di abbandono, di impotenza, di rabbia, di amarezza, di rancore, sperimentando in stille, quasi fosse una flebo, l’intera gamma di sfumature del dolore, la sorte si ricorda di noi. La sala parto, per l’intera mattinata congestionata, è finalmente libera. Diventiamo d’un tratto importanti.
Ed infine sarà mancato il tempo o forse sarà che nessuno se la sia sentita di chiedermi di uscire, o sarà che Simona mi stringeva come se fossi la sua unica speranza, assisto al parto, ed al raschiamento che segue. Vedo nascere mio figlio Francesco e lo vedo morire. Se non fosse stato per quell’ultima fortunata mezz’ora, in pratica l’interruzione di gravidanza l’avremmo dovuta gestire autonomamente, nella più totale solitudine di una stanzetta le cui pareti incombono ancora sui ricordi. Poi tutto finisce e ci chiediamo di dimenticare, dobbiamo dimenticare. Ma si può?
Forse no. Come d’altronde, altra faccia della Luna, non potrò mai dimenticare la carezza spontanea di un’infermiera ad una Mamma in lacrime quel lunedì mattina durante il prelievo, la normale e quindi inconsueta disponibilità di un’altra infermiera che mi ha consentito di salutare un figlio per la prima ed ultima volta, e la grazia infinita, la squisita comprensione ed i gesti gentili di una anestesista, incontrata pochi secondi prima di varcare la sala parto. Non ne conosco i nomi, ma ne serbo le immagini.
Non mi rimane altro. Nessuna denuncia. Vi chiedo unicamente una replica. Ve lo imporrebbe la Legge (cfr. L. 241/90). Già, la Legge…
* Cittadini.
Vi esprimo tutta la mia solidarietà per il modo barbaro in cui siete stati trattati, augurandovi tanta serenità. Per me è grande la vergogna di vivere in italia
non saprei trovare parole migliori di quelle di Gianluca
non vi esprimo solidarietà di nulla. il problema di quando scrivono le lettere chi ha abortito, è la loro profusione enorme di parole atte a spiegare come stanno male loro dentro, come se un omicidio, compiuto da un assassino che piange, non fosse omicidio.
ps.per cortesia, kaworu non ricominciano gli stessi discorsi già fatti.
non avrebbe senso.
tra l’altro ho troppo rispetto per la sofferenza di queste due persone per “litigare” inutilmente in questo thread.
Ma io, se permetti, non ho capito quello che hai scritto. Forse sono troppo materialista?
Volevi dire forse che è tutto falso? Perché non dirlo allora chiaramente?
Forse volervi dire che è tutta una montatura? Allora perché non dirlo chiaramente?
Volevi dire forse che è…Allora perché non dirlo chiaramente?
Smettiamola con questa filosofia da quattro (4) soldi, approposito di “profusione enorme di parole”.
Scusa l’ardire.
@manlio
se leggi qui, capisci abbastanza bene cosa voleva dire e il suo punto di vista
http://www.uaar.it/news/2011/07/20/bologna-nate-gemelline-con-un-solo-cuore-discussioni-etiche/#comments
Della tua solidarietà facciamo volentieri anche a meno…non ti preoccupare.
La mia solidarietà
Grazie per aver voluto condividere con noi questa vostra esperienza, già terribile in se’ e però resa ancora più tragica dalla lucida volontà di mettervi in difficoltà invece di sostenervi nel migliore dei modi, come pure – in strutture sanitarie attrezzate e professionisti qualificati – avrebbero avuto il DOVERE, umano, di fare. Grazie perché questo resoconto, che è doloroso anche solo leggere, a scriverlo per voi sarà stato rivivere un dramma, ma è importante per tutti noi sapere. Un abbraccio, e tanta solidarietà da parte mia
Condivido le parole di Anna Balderi.
Per Andrea Cataldi e Simona Dalmazio: sono contento che perlomeno le due infermiere e la anestesista (tutte donne: sarà un caso?) vi si siano dimostrate solidali, e che un medico non obiettore ci sia stato! Non è ancora proprio tutto nero in Italia…
Vi auguro di tutto cuore buona vita!!!
@Federico
Non sarà tutto nero, ma piuttosto grigio scuro si! 🙁
è il vecchio problema, il maggior ostacolo all’applicazione della 194: l’obiezione di coscienza 🙁
a suo tempo aveva un senso, ma sabbe ora di eliminarla, anche se sono consapevole che sarà impossibile, basta vedere la vicenda del biotestamento, figuriamoci se facilitano l’applicazione della 194, nemmeno quando si tratta di aborto terapeutico, siamo messi male, troppo male.
Tutta la mia solidarietà alla coppia che ha subito questo calvario, che tristezza e che rabbia!
Che paese incivile. Testimoniare queste esperienze, per quanto difficile emotivamente, può renderlo meno incivile.
La mia solidarietà.
Tutta la mia solidarità ma non capisco lo strazio aggiunto di definirlo bambino e di dargli addirittura un nome.
Forse perchè il figlio lo volevano? Avevano scelto il nome prima di scoprire che aveva una patologia che lo avrebbe condotto allo morte fra atroci sofferenze poco dopo il parto (rendendo quindi l’aborto la scelta più umana)?
Non è una “definizione” è la normale percezione di una coppia innamorata che aspetta un figlio.
E’ una cosa pericolosissima…. il nome va dato solo dopo nati. Altrimenti si rende umano il feto e qualcuno viene a dire che si tratta di omicidio. d’altra parte può essere un interessante analogia con l’eutanasia. NOn so, sono perplessa.
beh è normale che quando si vuole un bambino, si tenda a “personificarlo” ben prima della nascita, a fantasticarci sopra… è tutto un processo normale psicologico di familiarizzazione. ovvio che se poi le cose non vanno nel modo previsto, si soffre molto di più. però è anche abbastanza impossibile per una coppia che vuole un figlio, non fantasticarci sopra e non fare “nulla” prima della nascita (pensa anche agli acquisti, alla cameretta e cose così)
@ANNINA
Guarda che un feto così come un embrione è UMANO (per il DNA), il problema è se è una PERSONA? Solo per essere precisi.
E aggiungo, ma questa è la mia opinione che una volta formatosi il cervello diventa anche una persona. Soltanto che fino ai 3 mesi (se non ricordo male) il diritto della madre prevale sul quello del nascituro.
a Francesco S.
Allora vorresti dire che quell’aborto non dovevano farlo perchè hanno ammazzato una persona?? Il diritto alla vita si acquisisce con la nascita: prima si è solo parte del corpo della madre che ha tutto il diritto di eliminarlo come e quando le pare. Per questo è sbagliato, e anche masochistico, parlare del feto abortito addirittura chiamandolo “Francesco”. E’ una cosa da brividi, sembra che parlino di aver ammazzato un bambino vero. Ribadisco: pericoloso, masochistico e pure un’arma ideologica consegnata nelle mani degli integralisti anti-aborto.
@Annina
Forse hai frainteso le mie parole, guarda che io sono favorevole all’aborto quando questo è necessario.
Il mio era un discorso filosofico siccome il feto ha un cervello->è una persona->ha diritto a un nome.
Poi è stato stabilito per legge quando il diritto alla vita dell’uno prevale sull’altro e sono daccordo con i tempi stabiliti per legge: max 3 mesi per l’aborto volontario, il tuo “l’elimino come mi pare”, fino a 6 mesi per l’aborto terapeutico, per le gravi malformazioni e la salute della madre, che poi era il caso in questione. I tempi corrispondo a particolari stadi dello sviluppo.
Ps. secondo me non si poteva far altrimenti la trisomia 13 è una gravissima malattia incompatibile con la vita. Non mi è piaciuta la tua uscita sul fatto del nome, secondo me questi genitori devono avere tutta la comprensione, anche per avuto voler dare il nome al feto.
Non basta che hanno subito tutte queste vessazioni dai medici in più devono sentirisi dalle persone a cui si sono rivolte (noi e l’UAAR) per ottenere comprensione che hanno SBAGLIATO a dargli il nome. Pensa se stessero leggendo il blog?
Avete tutta la mia solidarietà, così come quest’imbecilli ottusi hanno il mio disprezzo.
Obiettori sì, ma dell’intelligenza. Che cambiassero mestiere se non sono in grado di farlo, e non lo sono.
Ho vissuto la stessa esperienza, 17 settimana: hanno tentato di convincermi che avrei potuto far tutto da sola, a casa. A casa? Da sola? E comprendo sin nel midollo l’agghiacciante sensazione del congelamento alla reazione. Solo non ci si può credere. Non si riesce a credere. Pura devastazione.
Vi abbraccio.
Da sola a casa? E’ pazzesco.
Ma sono pazzi? E se ci fossero state complicazioni? E il supporto psicologico dove lo mettiamo?
Non so se commuovermi o incazzarmi
Un abbraccio e la mia solidarietà.
Non me la sento di dire altro.
Tanto è l’affetto per voi quanto il disprezzo per questo miserabile paese.
Un’abbraccio Stefano e Sonia.
in un paese civile avrebbero dovuto trattarvi in maniera decente e umana, cosa che purtroppo non è successa.
mi dispiace molto per la sofferenza extra che siete stati costretti a subire.
solo una precisazione: la sindrome è di Patau, c’è un errore nel testo.
per il resto, massima solidarietà.
Solidarietà a voi. Siete stati fin troppo forti ed assistiti da gente troppo “debole” per il vostro stato d’animo.
Alcuni “professionisti” non meritano questo nome: sono solo meri esecutori di una professione, il che è diverso.
Io non capisco perchè non si preveda per legge la presenza di N medici non obiettori in ciascun ospedale. Capisco la necessità di garantire il diritto del medico ma bisogna garantire anche il diritto dei cittadini. Dovrebbe essere garantita una quota di non obiettori in sede d’assunzione. Il vero problema è che dopo potrebbero cambiare opinione (per interesse nelle cliniche private o per convincimento).
Rimango dell’idea che se uno vuol fare il ginecologo debba mettere in conto la possibilità di dover eseguire aborti, altrimenti si specializzi in un altro campo.
sono perfettamente d’accordo con te su tutta la linea, ma in questo paese i diritti dei cittadini somigliano sempre più a quelli dei sudditi. e i sudditi non è che ne abbiano poi molti, di diritti.
Sto già dicendo un rosario per voi, un rosario a modo mio con molti animali dentro…
Fuori gli obiettori dagli ospedali perdinci!!!
Mi si è stretto il cuore. Obiettori… Sono pronta giocarmi la mano destra che i tre quarti questi piccoli, poveri incompresi obiettori di questa min*hia sono obiettori solo perché così devono lavorare di meno.
Non posso che aggiungermi al coro di solidarietà, seppur sia magra cosa…
Che vergogna, che schifo…
Fuochino Valeria…Il 70% dei ginecologi obiettori, lo e’ perche’ altrimenti, come medico, sarebbe costretto a praticare unicamente aborti.
Il 1° ginecologo si dichiara obettore. Il suo collega, il 2° ginecologo, sarebbe costretto a praticare le IVG che non pratica il 1°, allora si dichiara obiettore pure lui. Il 3° ed il 4° ginecologo cosa ti credi che facciano, le IVG dei primi 2 ginecologi obiettori?…Giammai! Dopotutto e’ tanto semplice dichiararsi obiettori.
Il 1° ginecologo obiettore, magari sarà anche pro-life, baciasantini ciellino, e la sua obiezione di coscienza, sarà pienamente giustificabile per la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo….Ma l’obiezione di coscienza degli altri 3 che magari vanno in Chiesa 2 volte l’anno, bestemmiano come dei camionisti in trattoria, e gli aborti li praticano o li hanno praticati fino al giorno prima in ambulatorio e a pagamento!?!?
C’e’ qualcosa di storto in tutta questa deprecabile situazione, ed a farne le spese, sono i cittadini privati di uun servizio e di un diritto. Un servizo ed un diritto, garantito per legge!!
Omicidio
@alecatt
ma dove hai lasciato il cervello? l’ hai lasciato in un ciripà quand’eri un infante?
Nasconditi che è meglio!
Non rispondo agli imbecilli.
Ma stai zitto mentecatto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Patau
Si dice “suicidio” Ale, e pure se sei venuto a comunicarcelo, noi non ti fermeremo.
Sì, causato, nella tua visione, da quella fonte d’amore del tuo dio.
Lui sì che è un assassino.
E fai bene ad accusarlo di omicidio!
Con questo, Ale, ti sei declassato definitivamente dall’essere umano.
Spero solo un giorno di incontrari per strada, per riempirti di calci. Tanto non rischio niente: non sei umano. Al massimo le associazioni animaliste chiederanno la multa, ma c’è da vedere se riescono a farti rientrare nel mondo animale. La vedo proprio dura.
Mi vergogno per gli ignobili funzionari pubblici che vi hanno fatto vivere un incubbo di questo genere. Un abbraccio a voi ed uno sputo a loro ed ai pro life ignoranti bigotti.
E’ incredibile la violenza, la prepotenza e l’ipocrisia di questa frase. Mettono sullo stesso piano il diritto di scegliere per se stessi e il diritto inesistente di scegliere per gli altri. Finto diritto che credono di possedere.
Nella giungla
Prigioniero: Ma io non vorrei essere mangiato.
Cannibale: Devi capire che io rispetto la tua scelta, ma tu devi rispettare la mia.
Avete tutta la mia solidarietà, è inconcepibile che nel 2011 succedano queste cose.
Per quello che serve, aggiungo al suddetto coro unanime, tutta la mia solidarietà…
Vi sono vicino con tutta la mia solidarietà. Coraggio e avanti!
Grazie per aver condiviso con noi questa vostra esperienza.
Gli obiettori del ca$$o consigliano l’aborto ma ti dicono di andare in un’altra città… bel modo di lavarsi la coscienza! Ipocriti.
Un abbraccio da parte nostra.
Massimo e Stefania
Obiettori: medici con la selezione all’ingresso.
Dolorosissima esperienza. Non ci sono parole per commentare ciò che avete dovuto subire. Vi sono vicina.
Negli ospedali non dovrebbero esserci obiettori di coscienza.
Mi chiedo: ma questi individui piccini piccini, tanto da diventare miseri miseri, che si definiscono “obiettori”, l’avevano fatto il giuramento di Ippocrate oppure no? Una socia di Torino, medico a sua volta, mi diceva che la deontologia professionale medica impone di curare chiunque ne abbia bisogno. No, dico, chiunque, chiunque, significa fosse anche, diceva lei, l’assassino della propria madre…
““no, noi qui di cose così non ne facciamo, cioè sì, eseguiamo l’amniocentesi, poi però… poi però in Ascoli Piceno no… potete andare a San Severino Marche, Ancona, Pesaro… qui no, qui siamo Obiettori…””
Ma un cartone in faccia no eh?
Un servizio pubblico per cui il cittadino paga DEVE essere garantito. Se un medico obietta e non puo’ garantire di fare il suo mestiere al 100% allora il problema deve essere suo non del paziente.
L’interruzione di gravidanza aomicida.
Chissenefrega, dicono i credenti, tanto c’è l’immortalità.
..infatti in greco “a” sta per privazione/negazione, l’aborto è aomicida, cioè non è un pensabile definirlo un omicidio.
Credo che in questi casi così atroci il cittadino abbia il diritto di ricorrere anche alla violenza armata per imporre agli ipocriti obiettori asserviti alla pretaglia criminale il rispetto delle leggi dello stato e il diritto dei cittadini contribuenti di avere un servizio pubblico dovuto. E’ scandaloso che esista questo obbrobrio solo nel nostro paese!
La violenza armata è sempre sbagliata tanto più per un razionalista che non deve cedere mai a sentimenti così bassi.
Un abbraccio.
Che operatori sanitari …
Non so come certi cattolici possano dire che l’aborto è una scelta non ponderata. Che non porta sofferenza.
Ancora un abbraccio.
Sta ai cittadini migliorare il paese in cui viviamo.
La realtà è che l’immagine del figlio morto e voluto tale non abbandonerà mai questo misero padre. Il quale cerca invano di cancellare i suoi incubi prendendosela con infermiere, medici, asur, ecc. ecc..
Che Dio abbia pietà di lui.
E di sua moglie.
http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Patau
Dopo aver LETTO BENE il link, compresi TUTTI I COLLEGAMENTI scoprirai che “il misero” sei tu e tutti quei schifosi inetti ginecologi obiettori di sto paio di palle.
Detto questo, e’ fuori da ogni ragionevole dubbio che sei un imbecille patentato.
Prova a crescerlo tu un figlio (che comunque non arriverà a compiere i 3 mesi di vita!) come quello che sarebbe nato in questo caso.
(ecco perché non trovavo nulla! Nel testo c’è scritto Petau :O)
@caprone48
sei un miserabile cattopiteco. Vergognati, e informati prima di sparare ca22ate!!!!
io i vermi come te li schiaccio, caro caprone48. non meriti nessuna empatia perche’ sei a tutti gli effetti inumano. La tua eventuale dipartita non sottrarrebbe nulla al pianeta.
Che paese di barbari…siamo degli sfi*ati servi del vaticAno, incapaci di reagire. Questa storia dovrebbe finire su tutti i telegiornali, che giustamente saranno più impegnati nel mostrare il peto mattutino del papa o la te*te di qualche mi**otta.
Consiglio a tutti di emigrare in un paese più civile, fidatevi, è molto meglio.
Conosco una infermiera rumena, mi diceva che se da loro vai in ospedale a lavorare non ti puoi permettere di dire “no” ad un intervento medico.
Per loro è inconcepibile, mi dice “allora scegli un lavoro diverso”.
Un conto sarà commettere un reato, un conto è dire di no perchè credi in valori diversi da quelli della democrazia, rispondendo ad altri poteri. (spero sia chiaro malgrado l’ora tarda)
Questi cittadini non sono criminali ma li hanno trattati come tali, ma che paese siamo e cosa stiamo diventando??
Tutta la mia solidarietà.
Solidarietà e vicinanza ai cittadini Andrea Cataldi e Simona Dalmazio.
Vivo a Camerino, quindi conosco bene la (pessima) zona.
Avete fatto un errore: ci sono numerose cliniche private (anche nella zona) che vi avrebbero tutelato meglio.
Purtroppo la nostra nazione non è in mano al Diritto. È una cosa di cui dobbiamo prendere coscienza e agire di conseguenza.
Aborto=clinica privata. Chi non rispetta questa equazione subisce pene che superano abbondantemente le spese sostenute.
Non ho mai letto esperienze dei cosiddetti medici obiettori. E dopo aver letto questa lettera avrei tanto voluto rimanere ignorante. Mi dispiace tantissimo per come siete stati trattati.
Dovrebbero rendere i medici obiettori fuori legge: o fai il tuo lavoro o puoi andare a fare altro altrove.
(L’80% dei bambini nati con tale sindrome muoiono entro i primi tre mesi di vita[1]. Secondo i cattoobiettori sarebbe stato meglio quindi farlo nascere e passare (o far passare, se fosse stato preso da un’altra coppia) tre mesi di inferno perché vivi sapendo che dovrà morire. Non ho commenti!)
secondo me hanno fatto bene a drgli un nome… anche se non sarà con loro fisicamente rimarrà nei loro cuori, perchè loro il figlio lo avevano, ma hanno fatto la scelta d’amore più grande, ovvero evitare che soffrisse inutilmente facendosi carico di questo dolore. Avranno qualcuno da ricordare.. poi in queste situazioni drammatiche credo che sia difficile sancire cosa è giusto o sbagliato e cosa sarebbe meglio evitare di fare o non fare. A Questa sfortunata coppia vorrei dare tutto il mio sostegno poichè sono drammi che nussuno dovrebbe vivere.
Condivido a pieno lo sdegno di chi punta il dito contro lo stato che sempre più diventa la “periferia del Vaticano”… un vero schifo!!!
Esprimo a te e a tua moglie tutta la mia solidarietà.
Ce la faremo, impegniamoci e prima o poi ce la faremo ad avere un paese migliore.
Un forte abbraccio,
Amedeo
Siete stati trattati come criminali, ma in gattabuia sappiamo bene chi ci dovrebbe andare.
Ragazzi se c’è qualcosa che non sopporto è che qualcuno venga torturato e quella che vi è stata riservata è una vera e propria tortura fisica e psicologica. Sono BESTIE.
Tutta la mia solidarietà; poco altro posso fare. Spero vivamente che questa comunità possa aiutarvi materialmente a vedere un giorno puniti i responsabili (forse è chiedere troppo ma lo spero vivamente).
Io e mia moglie abbiamo avuto una splendida bambina 2 anni fa presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia di San Severino Marche. Il parto era programmato con cesareo nel pomeriggio, ma è avvenuto con cesareo d’urgenza di notte per la fretta che la bambina ha avuto di venire al mondo.
Posso solo ringraziare a nome mio e di mia moglie tutto il personale che ho avuto modo di incontrare in quella occasione e negli innumerevoli accessi sia al pronto soccorso che ai reparti dall’inizio della gravidanza ad oggi.
Conosco bene il personale di quell’ospedale per avervi partecipato al corso preparto e aver avuto molti amici che ci hanno partorito. Ho raccolto abbastanza elementi (anzi ne avanzano) per decidere di far partorire mia moglie a Fabriano.
ad Andrea, al piccolo Daniele e soprattutto a Simona, un abbraccio affettuoso, e un ringraziamento sentito per avere avuto il coraggio di rendere pubblico il vostro strazio, che chissà mai, potrà essere utile ad altri genitori nelle vostre condizioni, o toccare il cuore di pietra di qualche sedicente obiettore e convincerlo a fare il suo dovere verso chi soffre.
@ Sol
E a Francesco?
ti sputo in faccia elettronicamente, caro escremento rinsecchito
si dice “nun te sputo sennò te disinfetto”, a roma
:l
Non è possibile stilare e pubblicare un elenco di tutte le strutture nelle quali operano medici non obiettori? Qualora lo stato di obiettore fosse un dato pubblico, potrebbero addirittura essere presenti elenchi dei singoli medici per ogni struttura. Se lo si facesse in modo facilmente reperibile per mezzo dei motori di ricerca, non appena uno si trovasse in situazioni critiche potrebbe avere un valido punto di riferimento, per andare a colpo sicuro ed evitare pericolose perdite di tempo (magari talora pure provocate dolosamente).
L’ho buttata lì, magari è un’impresa irrealizzabile.
Mi sembra un’idea interessante. Se sia realizzabile, non ne ho idea.
Per essere realizzabile, certamente lo è.
Dipende solo dalla volontà.
E si dovrebbe considerare la possibilità di querela per le strutture che non danno questo tipo di informazione, in quanto mettono a repentaglio la salute dei cittadini. Soprattutto dove sono presenti obiettori.
Nel 2011 c’è ancora una TOTALE SUDDITANZA DEL PAZIENTE nei confronti dei medici. le scelte che vuole fare il paziente sono CONDIZIONATE COMPLETAMENTE dal parere del medico. NO AGLI OBIETTORI DI COSCIENZA. Cambiassero lavoro. NO AL DOMINIO ASSOLUTO DELLA CHIESA CATTOLICA SUI CORPI SULLE MENTI SULLA SESSUALITA’ DELLA PERSONA. La storia raccontata dai coniugi marchigiani è veramente drammatica,data dallo strapotere del cattolicesimo. Se mi è consentito porgo tanti auguri ai coniugi marchigiani per un futuro migliore,in cui siano loro i padroni assoluti della loro vita.