Al San Raffaele continua la guerra di logoramento tra la vecchia dirigenza, legata a don Verzé, e quella nuova, sostenuta dal Vaticano. Su MF di oggi è comparsa un’intervista sul “ruolo bifronte del Vaticano” al commercialista Giovanni La Croce: il quale ha dato voce, si scrive, “all’ira degli advisor”. Della Croce afferma di non capire perché “il nuovo cda del San Raffaele abbia deciso di prendere altro tempo per cercare di trovare quello che gli advisor del vecchio cda non hanno trovato in quattro mesi e mezzo”. Il commercialista pensa che lo stop al progetto di concordato “sia il cavallo di Troia con cui conquistare l’ospedale a sconto facendo pagare la ristrutturazione ai creditori”.
Don Verzé non sta però con le mani in mano: scrivono Mario Gerevini e Simona Ravizza sul Corriere della Sera che, oltre ad aver preso le distanze dalle operazioni compiute dal manager suicida Mario Cal, ha compiuto un vero e proprio blitz per escludere la nuova dirigenza di impronta vaticana dell’università Vita e Salute. Sempre sul Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo di Massimo Mucchetti su Il sacro (il profano) nei conti del San Raffaele, in cui chiede bilanci trasparenti e certificati per “imprese sociali” della dimensione dell’ospedale.
Luciano Vanciu
San Raffaele: continua il confronto tra don Verzé e il Vaticano
8 commenti
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Religione + potere + soldi pubblici = corruptissima cloaca maxima
tutta la faccenda puzza di marcio e la ciliegina sulla torta è stato il funerale a Cal, malgrado i dettami folli della chiesa (a Welby li hanno negati e non si è sparato per coprire chissà quale fattaccio…..)
Hai ragione Druso. Ci ho pensato subito anche io. Com’è che a Welby i funerali li hanno negati e a questo tipo li hanno concessi? E’ ovvio. Anche stavolta hanno applicato lo stesso principio in virtù del quale De Pedis è stato sepolto a Sant’Apollinare a Roma. Le vagonate di cash, qualsiasi provenienza abbiano, assicurano il perdono e aprono le porte del paradiso e quando le acque si saranno calmate magari una bella beatificazione postuma.
Si chiama “contestualizzazione”, cioè le regole cattoliche si INTERPRETANO per i ricconi potenti e si APPLICANO per i poveracci bloccati in un letto.
Non per nulla madama la marchesa ha la fessa più grande del Grand Canyon: è sempre in vendita al miglior offerente.
Prendere tempo è il loro scopo. Il tempo ha sempre lavorato a loro favore, …chissà che non arrivi qualche aiutino dalla ‘provvidenza’…
spero che la feccia vaticana lasci lavorare don verze’ il quale insieme all’amico unto e’ in procinto di donarci la cura per il cancro
Don Verzé non sta però con le mani in mano: scrivono Mario Gerevini e Simona Ravizza sul Corriere della Sera che, oltre ad aver preso le distanze dalle operazioni compiute dal manager suicida Mario Cal, ha compiuto un vero e proprio blitz per escludere la nuova dirigenza di impronta vaticana dell’università Vita e Salute.
Don V. è il vero responsabile del fallimento, è troppo comodo gettare la colpa su M. Cal; Don V. ha fatto il passo più lungo della gamba e il suo impero è crollato e i suoi collaboori ne hanno approfitato, adesso si merita che gli avvoltoi gli soffino sul collo, eccome se lo merita.
Carino “l’albero genealogico” (pubblicato da MF in alto a dx) delle partecipazioni della Fondazione San Raffaele, denominato “L’impero”. 😉
Se lasceranno lavorare i magistrati su tutto quel popò di scartoffie, collegamenti e registri contabili, ne vedremo delle belle! 😀