Amos Oz commenta il movimento israeliano degli “indignati”

Sono scesi in piazza anche loro, i giovani “indignati” israeliani: per protestare contro il caro-alloggi hanno piantato le proprie tende nelle piazze delle principali città del loro paese. Lo scrittore Amos Oz, commentando il movimento per il quotidiano Haaretz, non ha nascosto la sua soddisfazione per quello che ha definito “un revival di reciproca fraternità”. E non ha mancato di evidenziare, tra le risorse economiche a cui ricorrere per giungere a un’effettiva giustizia sociale che non penalizzi i più giovani, anche “le gigantesche somme convogliate nelle ultra-ortodosse yeshiva, in cui si allevano generazioni di scrocconi ignoranti, imbottiti di disprezzo verso lo Stato, i suoi cittadini e la realtà del ventunesimo secolo”.

Raffaele Carcano

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9 commenti

Ratio

……………..“le gigantesche somme convogliate nelle ultra-ortodosse yeshiva, in cui si allevano generazioni di scrocconi ignoranti, imbottiti di disprezzo verso lo Stato, i suoi cittadini e la realtà del ventunesimo secolo”.

Mi pare che questo discorso si possa dattare benissimo anche alle madrasse e alle scuole cattoliche.

Gabriel

Non posso che essere d’accordo sulle affermazioni. Pensate che questi religiosi ricevono un sussidio statale direttamente proporzionale alla grandezza della propria famiglia, fanno delle conigliere di 12-15 figli e non hanno nessun altro obbligo che pregare. Sono esonerati dal servizio militare obbligatorio. Poi veramente vivono in un mondo parallelo, non conoscono la realtà perchè vivono ghetizzati e auto controllati nelle loro ieshivot (le congregazioni). Alcuni fanno anche studi universitari ma cercano sempre di portare la religione nel contesto universitario. non guardano la tv, ascoltano soltanto le loro radio e dubbito che abbiano tempo per sfogliare i giornali in quanto sono completamente astratti dal compimento delle 613 mitzvot (i precetti che devono compiere obbligatoriamente durante la vita e che vanno dalla preghiera all’alimentazione, dalla procreazione ai riti quotidiani). Per loro lo Stato d’Israele è soltanto una mamella a cui attaccarsi.

Senjin

Verissimo. Si meriterebbero un sonoro calcio nel deretano e via a lavorare per vivere. Questi parassiti dovrebbero solo vergognarsi di esistere.

Paul Manoni

Le “yeshivah” sono dei centri di studo della Torah e del Talmud dell’ebraismo ortodosso. Definirli testualmente dei posti “in cui si allevano generazioni di scrocconi ignoranti, imbottiti di disprezzo verso lo Stato, i suoi cittadini e la realtà del ventunesimo secolo” rende piuttosto bene l’idea. 😉

Elvetico

l’equivalente dei Messori nostrani che disquisiscono sull’usi del “voi da parte della figura di Lourdes ?

Tino

Il movimento degli indignati israeliani è diverso da quelli europei. Quelli europei sono esclusi non trovano lavoro, quelli israeliani sono giovani inclusi attivi ma devono pagare salato per mantenere i nullafacenti ortodossi che studiano la bibbia.

Perchè?

“le gigantesche somme convogliate nelle ultra-ortodosse yeshiva, in cui si allevano generazioni di scrocconi ignoranti, imbottiti di disprezzo verso lo Stato, i suoi cittadini e la realtà del ventunesimo secolo”.

La stessa cosa la stiamo dicendo anche noi riguardo alla chiesa cattolica apostolica romana, anch’essa si ritrova benissimo nel profilo che ha tracciato Amos Oz riguardo agli ultraortodossi, anzi è stato ancora gentile a descriverli come scrocconi ignoranti, meriterebbero lo stesso disprezzo che hanno per lo stato laico e meriterebberpo di essere preso a calci nel sedere.

antoniadess

ognuno ha la sua “croce”! gli integralisti son tutti uguali, anche se il nome del loro dio è diverso, gli effetti sulla convivenza civile pure, a casa loro (Italia, Israele o Iran…) secolarismo e laicità sono parolacce, sono il diavolo da combattere

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