Studio Usa, “Istruzione rende religiosità più aperta”

Uno studio pubblicato sulla Review of Religious Research, a firma del professor Philip Schwadel della University of Nebraska-Lincoln, fornisce un ulteriore contributo sul rapporto tra istruzione e religiosità. Lo rende noto Usa Today. Analizzando i comportamenti di circa 1.800 adulti statunitensi, Schwadel è giunto alla conclusione che un più alto grado di istruzione favorisce un’attitudine più ‘liberale’ tra i credenti. Per ogni anno di istruzione in più, sarebbe più diffusa l’idea tra i credenti che la verità di fede sia condivisa anche da altre religioni e che anche chi non è di una certa confessione possa salvarsi.
La motivazione di ciò sarebbe prima di tutto legata alla socializzazione: passando dalle superiori all’università, la gente fa amicizie più ad ampio raggio, includendo anche persone con credenze differenti. “La gente non vuole dire che i loro amici andranno all’inferno”, sintetizza lo studioso.
I più istruiti tendono a credere in un non meglio definito “potere superiore” piuttosto che in un Dio personale, a spostarsi verso denominazioni meno fondamentaliste e con regole meno stringenti, oltre a contestare con maggiore decisione l’idea che la Bibbia sia “parola di Dio”.

Valentino Salvatore

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19 commenti

Giorgio Pozzo

“La gente non vuole dire che i loro amici andranno all’inferno”, sintetizza lo studioso.

Non lo dicono ma lo pensano.

Senza contare che per quanto riguarda i nemici invece che gli amici, non lo dicono ma lo sperano.

Io devo ancora trovare un credente che mi rassicuri sull’inferno.

Marcvs

*Interessante notare anche come i più istruiti rigettino il “Dio” personale del teismo. Mi pare un aspetto confermato pienamente anche dai dati sulla comunità di scienziati -americani e inglesi- I pochi scienziati credenti nonostante guardati con aria divertita dal resto della comunità si definiscono deisti e non senz’altro teisti.

bruno gualerzi

“!I più istruiti tendono a credere in un non meglio definito “potere superiore” piuttosto che in un Dio personale, a spostarsi verso denominazioni meno fondamentaliste e con regole meno stringenti, oltre a contestare con maggiore decisione l’idea che la Bibbia sia “parola di Dio”.”

Ciò che rileva questo studio (prendendolo per buono) è un attestarsi, in fatto di religione, su posizioni deiste, quelle che l’atesimo in genere considera espressione di religiosità piuttosto che adesione a qualsiasi religione istituzionalizzata. Se così fosse naturalmente ci sarebbe solo da rallegrarsene… ma resta sempre il dubbio su come questi nuovi deisti si rapporterebbero all’ateismo.
Se fosse per J. Locke, considerato uno dei principali esponenti del deismo, si dovrebbero ‘tollerare’ tutte le religioni, ma non l’ateismo, non essendo gli atei – ai quali mancherebbe il riferimento a un qualche principio superiore – affidabili sul piano morale.
Da allora molto tempo è passato, ma questo ‘potere superiore’ di cui qui si parla qualche perplessità la suscita…

Batrakos

La perplessità è semmai sulle ‘regole meno stringenti’: un deista non dovrebbe avere precetti morali rivelati e regole se non quelle derivate dalla razionalità.

Per il resto possiamo, credo, star tranquilli: dopo Locke c’è stato Einstein, deista pure lui, ma senza idee di esclusione dalla tolleranza.
Vedendoti così dubbioso mi viene quasi di rovesciare il tuo ultimo quesito e pensare a come gli atei si rapportino ai deisti 😉

bruno gualerzi

“Vedendoti così dubbioso mi viene quasi di rovesciare il tuo ultimo quesito e pensare a come gli atei si rapportino ai deisti”

Indovinato!

Batrakos

Appunto: lasciando perdere Locke, normalmente un vago deismo non dovrebbe essere foriero di problemi di intolleranza, sempre che di deismo si tratti.
I riferimenti ai precetti morali e al Pardiso e l’Inferno mi fanno invece pensare che si tratti pur sempre di religione cristiana (o comunque abramitica) un po’ a la carte.
Ma se l’essere a la carte porta a meno dogmatismo (mentre per molti cattolici italiani è solo una forma di comodità personale ipocrita…vedi rapporti prematrimoniali e condom) per me può andar bene, visto che noi vogliamo la laicità.
Ma, appunto, di mezzo c’è un ‘se’ che non garantisce molto per definizione.

Batrakos

Credo che non ci fosse bisogno di chissà quale studio per capire che l’istruzione rende, tendenzialmente, meno fanatici (a meno che non si tratti di un’istruzione di tipo esclusivamente religioso).

bruno gualerzi

“(…) meno fanatici (a meno che non si tratti di un’istruzione di tipo esclusivamente religioso).”

Aggiungerei: o esclusivamente ideologico.
Non dimentichiamo mai come l’istruzione, la scuola, abbia ricoperto (e tuttora ricopra) un ruolo fondamentale nei regimi totalitari, fino al punto (parlo ad esempio di nazismo e stalinismo) di ‘sfornare’ fior di scienziati… non saprei però quanto ‘aperti’ mentalmente.
Questo per dire che l’istruzione di per sè, se non risponde a certi requisiti, diciamo, ‘socratici’, se orientata solo a trasmettere – sia pur al livello piò serio e approfondito possibile – nozioni, non contribuirà più di tanto al progresso di una collettività. Al suo sviluppo forse, ma il progresso è altra cosa.

Batrakos

Bruno, stavolta concordo.
Diciamo che il termine ‘dogmatico’ è quello che rende meglio la comunanza tra fanatismo non direttamente religioso e fanatismo religioso.

Alecattolico

Chi dice il contrario,per le teorie scientifiche ,son teorie,cio opinioni come tutte le altre,It fanatici della scienza ,proprio perch fanatici ,non posson darni ragione.

FSMosconi

No: Teoria da Theaomai: guardare, osservare (la realtà)…

fab

In ogni caso, l’esempio di Aluccio fa congetturare che la mancanza di istruzione renda la religiosità più intensa.

schiaudano

Non ti preoccupare che di certo la tua religiosità non corre pericoli.

Southsun

Hanno scoperto l’acqua calda. I deisti clericali più facinorosi sono nel 90% dei casi ignoranti come pigne.

Lo dimostrano i pazzoidi del Tea Party americano, che sembrano usciti ieri dalle spelonche e credono che il mondo appartenga a loro e ai loro dei di cartone (e cartamoneta).

Perchè?

Maggiore istruzione sarà anche la fine della religiosità, mentre una modesta istruzione, con censura a cura dei vari guardini dell’ortodossia, è solo una questione di necessità per non rimanere tagliati fuori dalla reqaltà.

Tuttavia, visto come vinono nel Medioevo, anche solo aprire le porte all’istruzione laica sarà come aprire le finestre per far entrare un po’ di aria fresca.

I più istruiti tendono a credere in un non meglio definito “potere superiore” piuttosto che in un Dio personale, a spostarsi verso denominazioni meno fondamentaliste e con regole meno stringenti, oltre a contestare con maggiore decisione l’idea che la Bibbia sia “parola di Dio”.

Sarebbe bene che la Parola di Dio fosse posta da questi cristiani, più o meno aperti all’istruzione, sullo stesso piano della Mitologia e delle leggende, meglio se fossero aperti all’istruzione laica e scientifica.

alessandro pendesini

L’audacia della conoscenza è senza limiti. Questo è uno dei tratti più accattivanti della ricerca scientifica. (J. P. Changeux)
La natura non è né bella né triste, né spaventosa : cio’ che ci mostra non deve spaventarci, ma piuttosto aiutare a interrogarci su “quali sono le nostre caratteristiche psicosomatiche inconfutabili ? e dove si situano i nostri limiti cognitivi ?”

bruno gualerzi

“(…) aiutare a interrogarci su “quali sono le nostre caratteristiche psicosomatiche inconfutabili ? e dove si situano i nostri limiti cognitivi ?”

Domandarcelo è utile, quindi necessario e giusto… purchè non si pretenda di definire una volta per tutte quali sono le nostre caratteristiche psicosomatiche e stabilire una volta per tutte quali sono i nostri limiti conoscitivi. Questo più che utile sarebbe fuorviante e pericoloso.

alessandro pendesini

Per « limiti cognitivi », riferiti al nostro modo di ragionare (limiti dell’astrazione mentale umana) , intendo che l’uomo non sarà MAI in grado di dare una definizione assoluta della realtà ! Anche se sappiamo che questa esiste. E’ anche più che probabilmente per questo che gli scienziati, degni di questo nome, sono « naturalmente » modesti…..
Inoltre si sa che l’universo non è statico ma bensi isotropicamente dinamico, per cui sarebbe assurdo pensare che una qualsiasi conclusione scientifica (assiomatica) alla quale l’uomo arrivi, possa essere ritenuta definitiva !
Se dobbiamo avere fiducia nella scienza, non é perché offre delle certezze assolute, ma proprio perché non ne ha.

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