Teheran, regime islamista contro battaglia con pistole ad acqua

Grazie ad un appello su FaceBook e complice il caldo si sono riunite ieri centinaia di persone nel parco di Ab Atash, a nord di Teheran, per ingaggiare una ‘battaglia’ a colpi di gavettoni e pistole ad acqua. L’evento, segnala il Guardian, ha lasciato moltissime persone zuppe d’acqua e divertite e visto in una situazione di ‘promiscuità soprattutto giovani di entrambi i sessi, in contrasto con i dettami dell’islam più integralista. Ciò non è piaciuto agli esponenti del regime iraniano. La polizia ha lasciato fare, ma quando il gioco è finito, ha proceduto a diversi arresti. Il capo della polizia religiosa della capitale, Ahmad Roozbehani, ha parlato di “evento contro le norme sociali”.
Il governo sta cercando di ottenere informazioni su chi ha organizzato l’allegra battaglia estiva. Un politico, Hossein Ibrahimi, ha detto che eventi di questo genere spargono la “corruzione” e sono “vergognosi”. Visto il successo dell’evento, ne sono stati organizzati di simili in altre città e ciò rappresenta di fatto una sfida alle autorità.

Valentino Salvatore

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26 commenti

G.B.

I regimi totalitari uniscono sempre alla violenza il ridicolo.

stefanogio

Sarebbe un sogno:
IL regime iraniano sconfitto dalle pistole ad acqua!!

maxcyberx

è quello che ho pensato io! Sarebbe bellissimo e antidepressivo…

ser joe

Quello che il regime iraniano teme è la “promiscuità sopratutto di giovani di entrambi i sessi” non solo, ma poi impiccano anche quelli dello stesso sesso. Per reprimere il sesso non c’è che un bel regime religioso formate da tante teste di ca22o.

Laverdure

Il regime ha perfettamente ragione:battaglie con pistole ad acqua sono segno di infantilismo vergognoso.
Le persone serie e responsabili combattono con armi vere e relativi spargimenti di sangue,
e il regime da decenni ha avuto la massima cura nel fornirne le opportunita,basti pensare al
conflitto con l’Irak e al milione di morti che ne e’ derivato,che ha anche contribuito al controllo del’eccesso demografico.
Quel che e’ giusto e’ giusto .

Florenskij

Una domanda ( non provocatoria ) a chi sa. Qual è il flusso informativo ( TV, Internet ) che giunge in Iran dai paesi “infedeli”? La gente si uniforma quando non c’è altro, ma se l’altro si conosce abbondantemente… scatta “normalmente” l’ipocrisia forzata, con fenomeni di “dissolutezza” in ambienti privati ( alcool e sesso in salotto ), ma accompagnata dal timore ossessivo delle spie; poi, nel giorno della rivolta, dallo scatenamento popolare, soprattutto giovanile.

Personalmente ( non ve ne abbiate a male ) sto cercando fonti bibliografiche per capire quale fosse il “clima” vissuto dalla gente nei vari strati sociali dirante la Controriorma. Mordevano il reno e soffrivano solo gli intellettuali dissidenti ( eretici ) o anche vaste masse?

Ci sono testimonianze di adesione popolare alla cultura controriformistica ( sul genere della pia Lucia Mondella – che non dice mai una bugia – e del bravo giovane Renzo ) come i casi di giovani donne con la vocazione del servizio ai poveri; ma anche di fenomeni di dissidenza: frequantatori di osterie, “plebei” non certo ligi e pronti al saccheggio, mariuoli e “bravi”…

D’altra parte in Occidente ci sono cantanti, attori e attrici che fanno gli ultratrasgressivi per creare pseudoscandalo e fare cassetta ( anzi cassaforti fornitissime ). Questo non mi sembra un fenomeno tale da incidere positivamente sull’educazione dei preadolescenti. Certi casi di cronacaccia dicono pur qualcosa.

Gérard

Potrei raccomandarti il libro del dissidente iraniano Armin Arefi, pubblicato se non mi sbaglio 1 o 2 anni fa : si chiama ” Dentelles et tchado ” Casa editrice : L’ Aube .
E poi i diversi libri della famosa Chahdortt Djavann ( fra gli altri ” Bas les voiles ”
Non so se questi libri sono stati tradotti in italiano .

Personalmente conosco abbastanza l’ Iran ” popolare ” che soffre di questa mancanza di liberta ( almeno nelle citta )

teologo cattolico

Certo che se passeggiassi liberamente in una giornata afosa in un parco pubblico e mi lavassero con dei gavettoni d’acqua avrei dei motivi per lamentarmi. Altra cosa se lo fanno dei privati cittadini in spazi privati.

carneade

ahahahahah, sisi è proprio quello il nocciolo della questione, il pericolo degli schizzi di rimbalzo su ignari passanti. Onestà intellettuale a litri eh?

Sandra

Il buon vecchio Jorge da Burgos non è morto, purtroppo, eh?

Francesco

Anche in spazi pubblici ottenuti dopo regolare permesso e con l’obbligo di non coinvolgere anche chi non vuole, ma in Iran non e’ questo il problema per cui vogliono vietare l’evento.

Nikolaus

E’ vero teologo! Non sia mai che poi la gente si diverta! Magari attraverso lo svago comincia a capire anche il pericolo dei regimi e cominci pericolosamente a pensare con la propria testa. Vade retro libertà!

Paul Manoni

@teologo
Vergognati un pochino. Se fossi nato a Kabul, saresti stato uno di quelli che avrebbe spaccato gli aquiloni ai bambini.
Io invece, con uno che ragiona come te ed i vari pasdaran del regime iraniano, le pistole ad acqua le caricherei ad urina.

#Aldo#

E invece io, questa volta, non colgo niente di strano nell’affermazione di Teologo. Anzi, devo dire che la condivido. Nel contempo, non credo che sia molto attinente col fatto descritto nell’Ultimissima, perché davvero dubito che le intenzioni delle autorità iraniane siano quelle di tutelare la tranquillità dei passanti.

Sandra

Il Guardian cita un blogger iraniano residente a Londra, Potking Azarmehr, che scrive: “Sono due le cose che preoccupano il regime: che la gente si diverta e che la gente si organizzi attraverso i social media. Entrambe sono percepite come una minaccia al regime:

Il blogger, commentando la notizia degli arresti dei giovani partecipanti alla mattinata nel parco (alcuni dei quali sono visibili di spalle nel video postato il giorno dopo), in un post dal titolo “Republic of no fun”, conclude:

Tutto questo accade in un momento in cui il tasso di criminalità sta salendo. La polizia è incapace di affrontare le numerose aggressioni e lotte al coltello che includono attacchi mortali a numerose celebrità iraniane nelle recenti settimane. Alcuni di questi attacchi si sono verificati di fronte alla polizia che ha semplicemente osservato senza interferire. C’è anche un allarmante incremento di stupri di gruppo. come quello durante una festa privata di compleanno a Khomeini-Shahr, dove bande armate che includono membri del Baseej – forza paramilitare ausiliaria – locale hanno preso d’assalto la festa, rinchiuso gli uomini e violentato le donne, compresa una incinta. La polizia ha impiegato parecchie ore prima di intervenire e la reazione ufficiale del capo locale della preghiera del venerdi è stata di attribuire parte della responsabilità alle donne che sono state stuprate, perché “hanno provocato la gioventu’ locale ballando nella loro proprietà senza un hejab appropriato”. Commenti che sembrano aver avuto come effetto quello di fornire l’alibi per altre bande di stupratori attivatesi in seguito.
Eppure un’innocente battaglia con le pistole ad acqua, dove giovani e vecchi si divertono, nessuno si fa male e tutti si divertono, è un comportamento impensabile e non islamico per la Repubblica islamica dell’Iran.”

Julia

Verrebbe da ridere per la ridicolaggine del regime, se quest’ultimo, in quanto regime e teocrazia, non facesse in realtà piangere.

Gérard

C’é nell’ Islam una festivita per i giovani chiamata ” Ashura ” durante la quale loro buttano gavettoni d’acqua su tutte le persone che incontrono per la strada ( Ne ho preso alcuni quando guidavo la macchina con finestre aperte in Marocco ) . Questa festa cambia data come lo fa il Ramadan ….

luigi

“Per reprimere il sesso non c’è che un bel sistema religioso formato da tante teste di caxxo” Concordo totalmente con ser joe.

cesares

Quello che non piace ai preti è che la gente si diverta. Mangiare, bere, scopare, fare baldoria…tutto è peccato. E’ naturale che in un regime teocratico il divertimento diventi una forma di sovversione politica.

Paul Manoni

La dove l’ordinamento non pone differenze tra peccati (violazione morale religiosa) e reati (violazione della legge), e’ piuttosto normale che anche degli innocenti bambini intenti a difendersi dall’arsura divertendosi con pistole ad acqua, diventino dei criminali.

Focalizzerei ulteriormente il commento di Sandra, che riporta le parole di un blogger londinese, circa la paura del regime dei social network. Come ogni regime degno di questo nome, e’ normale che voglia tenere sotto controllo tutto e tutti, per paura che i cittadini diventino capaci di organizzarsi e conseguentemente ribellarsi. Dopotutto, la cosidetta “Primavera araba”, soprattutto quella tunisina ed egiziana, e’ partita proprio dai social network. Hanno una strizza maledetta, di tutto cio’ che non possono controllare capillarmente.

Southsun

Il regime di Teheran sta facendo le stesse cose infami che faceva quello di Roma prima del 1870.

Noi abbiamo avuto Garibaldi che ha spaccato il chiulo flaccido a Pio IX, loro no.

Tutta qui la differenza.

Airon90

Avranno anche loro la possibilità di ribellarsi. È questione di tempo (e di pressioni internazionali).

Francesco

“Teheran, regime islamista contro battaglia con pistole ad acqua”

La rabbia della ayatollah che dice: “Pistole ad acqua? Non dico che dovete usare pistole vere ma almeno caricatele con l’acido solforico”

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