Il governo pensa di accorpare le festività civili alla domenica, e l’opposizione non ha nulla da ridire. È l’incredibile spettacolo andato in onda ieri in parlamento. Il ministro Tremonti, annunciando il progetto, ha mostrato di ritenere più importanti la credenza che la Madonna sia stata concepita senza peccato originale, o che un angelo sia apparso il giorno dopo l’ipotetica resurrezione di Gesù, rispetto a ricorrenze fondanti la società italiana come il 25 aprile, l’1 maggio o il 2 giugno. E nessuno, né dal governo né dall’opposizione, risulta aver avuto il coraggio di criticarlo.
«Siamo di fronte alla resa incondizionata dell’intero arco parlamentare alle esigenze del Vaticano», commenta Raffaele Carcano, segretario dell’UAAR: «l’incapacità di intaccare gli enormi privilegi di cui gode la Chiesa cattolica è giunta ormai alla completa abdicazione del potere temporale nei confronti di quello spirituale: per trovare qualcosa di simile bisogna tornare ai tempi dello Stato pontificio». I valori costituzionali passano ormai in secondo piano rispetto ai dogmi cattolici, anche per chi si riempie spesso la bocca con la Liberazione e la Festa dei Lavoratori. Ma non quando sono in gioco gli interessi della Chiesa cattolica.
Anche da un punto di vista economico un provvedimento del genere è scarsamente giustificabile: «se si vogliono ottenere consistenti risparmi e recuperi di efficienza la prima festività da toccare è quella del santo patrono, che cade in ogni comune in un giorno diverso», osserva l’UAAR.
Comunicato stampa UAAR
sempre più disgustata…
Io non avevo dubbi.
Uaar, facciamo qualche cosa di serio, una protesta che abbia un minimo di seguito al di là dei nostri soliti ambienti?
Sono d’accordo.
Mi accodo.
PORTA PIA TUTTE LE FESTE SI PORTI VIA!
(sottintendo: religiose)
Hai ragione bisogna fare qualcosa adesso che il ferro è caldo, prima che tutta la popolazione metabolizzi il tutto e lo reputi “giusto e doveroso”. Questo è l’ennesimo abuso, scusate la volgarità, ma adesso mi hanno proprio rotto il cazzo.
Tutti gli atei sono stati concepiti senza peccato originale.
Ottimo slogan per la testata UAAR!
Il peccato originale è in fondo roba da cattolici. Vorrebbero farci credere che anche noi dell’UAAR, anzi tutta l’umanità si è macchiata di questa colpa. Ma come, ma quando se non c’eravamo? Ah sì, il peccato originale si tramanda da padre in figlio! E senza peccato originale nessuna necessità di redenzione, tutto l’edificio imponente del cristianesimo-cattolicesimo crolla miseramente.
Nel nostro diritto la “responsabilità collettiva” non esiste, è anzi un monstrum, una bestialità. Nemmeno i nostri eruditissimi cattolici fra pallino, Florenskij e Enrico si sognerebbero d’incolpare i figli dei crimini dei padri.
Condivido! Il peccato originale equivale a dire che l’umanità ha e ha sempre avuto la rogna.
Da denuncia di diffamazione da parte dell’umanità nei confronti della religione cattolica.
Sarebbe anche semplice da smontare. Una caratteristica o, in questo caso, una tara come il c.d. “peccato originale”, tramandandosi di padre in figlio sarebbe dunque ereditaria e farebbe parte del patrimonio genetico delle persone. Se nel d.n.a. delle persone, dunque, si ritrovasse il gene del peccato originale, vabbeh, ma fino a prova contraria, questo gene non esiste, o almeno che io sappia. Ergo… addio a tutti i discorsi di redenzione e via cianciando…
Ma se contrariamente allo stereotipo lavoriamo già non so quante ore in più dei tedeschi, dei giapponesi, degli olandesi e non ricordo chi altri! A dimosrtazione che non è certo qualche giorno in più o in meno di vacanza che potrà migliorare la nostra economia!
@ Barbara
Lavoriamo più dei tedeschi e dei giapponesi? Io sapevo che i giapponesi hanno in media 10-12 giorni di ferie l’anno…
Un classifica di qualche mese fà ci dava dopo i giapponesi, me decisamente prima del resto d’Europa.
Il problema non è il numero di ora lavorate ma la scarsa formazione del personale italiano, in parte causata un bel po’ di menefreghismo degli imprenditori e in parte dalla mancanza cronica di fondi (e dal costo eccessivo dei corsi).
Un parte di colpa la attribuirei anche al sistema scolastico italiano. Posso garantirti che facendo colloqui ho visto un 80% di ragazzi usciti da scuole come linguistico, perito aziendale in lingue o perito turistico in lingue assolutamente NON in grado di esprimersi decentemente in inglese.
Non sono certo pochi giorni di festività a cambiare queste cose e, anzi, l’effetto potrebbe essere deleterio visto che tutti hanno bisogno di staccare ogni tanto per ripartire a mente fresca.
Mi piacerebbe sapere quali grandezze hanno preso per fare i sondaggi che citi, comunque il problema legato alla produttività non è certo quello del numero dei giorni lavorativi, ma di quanti italiani lavorano e qui si che noi abbiamo la maglia nera con le vette di disoccupazione giovanile e meridionale, per non parlare di tutti gli pseudo occupati che sono assunti per clientelismo nella pubblica amministrazione.
una ed una sola parola: RIBELLIAMOCI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
@ Senjin. Provi a pensare al ’68 e quello che è seguito e conseguito. Chi ha voluto l’abolizione degli esami a settembre? Chi ha invocato e ottenuto immissioni in ruolo di massa con “corsi abilitanti” facilitatissimi? Chi ha spinto per l’allentamento dei freni disciplinari? Non voglio dire che la scuola precontestazione fosse l’ideale, soprattutto perchè il modello di riferimento era quello del collegio militare ( anche alle elementari! ) con scarsa attenzione alle esigenze psicologiche degli alunni. Le cose andavano meglio nei casi in cui gli insegnanti, per tendenza e iniziativa propria, fuoriuscivano dalla semplice pedanteria e assurgevano al livello di maestri di cultura e di vita ( “humanitas” che diventava “umanità” ). E’ celebre l’esempio del prof. Augusto Monti ( poi “sollevato” dall’incarico ), che nell’altrettanto celebre liceo D’Azeglio di Torino formò una nidiata di intellettuali ( antifascisti ) d’eccezione, come Leone Ginzburg, Massimo Mila e Cesare Pavese.
Personalmente sono tra il perplesso e l’ostile di fronte al “mito” di don Milani, a mio parere esageratamente gonfiato dalla sinistra. E’ verissimo che gli studenti svantaggiati socialmente vanno aiutati, anche con il necessario supporto psicologico, e non “falciati” indiscriminatamente; però non si comprende il mondo SOLO aprendosi alla cronaca tramite i giornali, ma ANCHE assimilando i classici ( non solo Cicerone, ma anche Marx ) che presentano le cose umane nella loro profondità e nel loro svolgimento non solo nel breve, ma anche nel lungo periodo: pensiero “sistemico” e strategico, non solo “tattico”.
Un bel discorsetto (senza ironia). È vero che negli anni Cinquanta dai salesiani vigeva un regime da caserma, quasi terroristico (espulsione per aver fumato una sigaretta, ceffoni incredibili a tutti perché qualcuno aveva fiatato in fila ecc.). Eppure quegli anni mi hanno segnato anche nel bene.
Lei ha delle doti umane, peccato che sia così superstizioso (crede nel peccato originale che è all’origine di tutti i nostri guai …).
@ Florenskij
Riguardo al 68′ e ai disordini scolastici, se non lo ha già letto le consiglio “Cigni selvatici” di Jung Chang, un libro autobiografico che descrive la vita nella Cina comunista dipingendo un’immagine di Mao non inferiore per efferatezza a Hitler e Stalin, con la differenza che Mao nel mondo non è considerato allo stesso modo. L’autrice vive a Londra e naturalmente non può più mettere piede in Cina. Un libro che doverbbero leggere tutti.
ha voluto l’abolizione degli esami a settembre?
Io li ho fatti gli esami a settembre ed ero a scuola ben dopo il ’68. Per altro, chi ha mai dimostrato che gli esami a settembre siano un buon strumento educativo?
“Personalmente sono tra il perplesso e l’ostile di fronte al “mito” di don Milani, a mio parere esageratamente gonfiato dalla sinistra.”
Non so cosa intendi con ‘mito del ’68’ (o lo so benissimo), ma avendovi partecipato, sia pure ormai ‘fuori eta’, ti garantisco che il mito c’è stato, e c’è, sì, ma il mito di una scuola presunta disastrata da quanto accadde in quel periodo… non solo, ma il mito prosegue e si rafforza (ovviamente in senso negativo) per cui, se la scuola è nelle condizioni in cui si trova, cioè sempre ‘riformanda’, sarebbe ancora colpa del ’68, anche dopo ormai più di 40 anni! Perchè fa sempre comodo trovare un capro espiatorio.!
Parla uno che, essendo vicino allora al PSI (pre-craxiano, ci tengo a precisarlo) ad ogni incontro/scontro coi sessantotini si beccava come minimo del riformista ‘servo dei padroni’, quindi puoi immaginare quanto mi fossero simpatici… ma per quel che riguarda la scuola ciò che è accaduto – scontati anche qui stupidi eccessi – era sacrosanto. E la ‘Lettera ad una professoressa’ di don Milani in quei giorni fu veramente una boccata d’aria per una scuola, che, usando un’espressione oggi fuori moda. era a tutti gli effetti ‘scuola di classe’. Che anche personalmente – da quel ‘radical chic’ con cui vengo qui spesso gratificato (^_^) – ho subito e soffarto. E fu da allora che – sfruttando certo, non lo nego, la possibilità di accedere all’msegnamento attraverso una selezione più che approssimativa – ritornai nella scuola da insegnante. Ebbene – inteso ad adottare criteri didattico-pedagogici in qualche modo resi possibili dal saessantotto, dalle esperienze alternative che si erano tentate, e di cui vado ancora orgoglioso per il buon lavoro svolto assieme agli allievi e da loro sempre appprezzato – ti assicuro che ci siamo trovati in ben pochi a muoverci secondo quella ‘filosofia’. E non si tardò molto a rimpiangere, da parte di genitori e insegnanti, la scuola ‘seria’ di un tempo e, praticamente da quasi subito, prese corpo il mito di una scuola che, se non funzionava, lo si doveva al ’68. E sai perchè? Peccherò d’immodestia, ma fatta sul serio una scuola come ho provato a praticarla io e non molti altri, non era – e non è – per niente facile… mentre molto più facile era, ed è… o cedere al lassismo che certamente per alcuni significò sfruttare la moda ‘rivoluzionaria’ del ’68… oppure ricorrere all’autoritarismo vecchia maniera.
E, per concludere, dico una cosa: quel poco che oggi nella scuola funziona è perchè tanti insegnanti – consapevoli o meno che ne siano… anzi, magari pure loro vittime del mito negativo del ’68 – in realtà usufruiscono delle grandi trasformazioni che quel periodo ha reso possibili. E che non sono mai state digerite veramente – sfruttando la caricatura che purtroppo anche molti insegnanti ne hanno fatto – dal nostro ceto dirigente. Figuriamoci poi nel clima restauratore di questi ultimi anni…
Il mio intervento è una replica a Florenskij, naturalmente.
Florenskij risponde:
venerdì 12 agosto 2011 alle 9:33
_____
Allora quando vuoi il cervello lo fai funzionare.
Caro Florenskij, se la scuola è stata distrutta negli ultimi anni non è certamente per colpa del ’68 (per decenni ancora andremo a dare colpa a questo anno quanto se sono ben passati quattro?), ma di tutte le finte riforme susseguitesi negli anni il cui fine non era certo ispirato agli ideali del ’68 ma a quello di far cassetta, a quello di puntare più sull’immagine (le “tre i” dell’amatissimo Berlusca) che non sulla sostanza, e nel frattempo assistendo a un parallelo drenaggio di risorse dal pubblico al primato con la scusa che la scuola privata costerebbe di meno per lo Stato, in quanto si fanno, mentendo, calcoli sul presunto costo aggiuntivo di questi studenti che vano a scuola nella private, senza tener conto che comunque il costo non sarebbe proporzionale dato che comunque ci sarebbe delle non indifferente economia di scala nel riempire gli attuali istituti che in alcuni casi chiudono o vengono accorpati per mancanza di studenti.
@ FRI
“ha voluto l’abolizione degli esami a settembre?
Io li ho fatti gli esami a settembre ed ero a scuola ben dopo il ‘68.”
Evviva!!! La buona memoria è sempre la cosa migliore contro il revisionismo!!!
Florenskij, due sole parole: non sequitur.
Due lettere: OT.
Due nomi, bipartisan: Luigi Berlinguer e Maria Stella Gelmini.
Questi sono i veri autori dello sfacelo della scuola pubblica.
Quoto Batrakos. Non ne bastano due ma sono “esemplari”.
Bella pensata, così la gente che è disoccupata lo sarà 3 giorni in più all’anno. Mi sembra che non sappiano proprio cosa fare. Scommettiamo poi che non toccheranno i finanziamenti alle scuole private e continueranno a accanirsi su quelle statali?
-Giorgio Napolitano – Presidente della Repubblica italiana –
Cavaliere di Collare dell’Ordine Piano
-Gianni Letta – Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Segretario del Consiglio dei ministri (probabile prossimo Presidente della Repubblica, su segnalazione di papi Silvio Berlusconi) –
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano
nonché Gentiluomo di Sua Santità
-Gianfranco Fini – Presidente della Camera dei deputati –
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano
-Roberto Maroni – Ministro dell’Interno –
Cavaliere dell’Ordine Piano
Ricordo di aver letto che la lista completa dei servi ufficiali del Papa sia contenuta nell'”Annuario Pontificio”. Poi ci sono i servi occulti che saranno assai più numerosi di quelli ufficiali perché, come dice giustamente il Santo Padre quando accoglie e nomina i suoi Gentiluomini, “nella chiesa ogni compito è importante, quando si coopera alla realizzazione del Regno di Dio. La barca di Pietro, per poter procedere sicura, ha bisogno di tante nascoste mansioni, che insieme ad altre più appariscenti contribuiscono al regolare svolgimento della navigazione”.
“Con l’8 per mille alla chiesa cattolica, facciamo MOLTO per TANTI”
Ho notato che il link non è cliccabile, ci riprovo
Gentiluomo di Sua Santità
e approfitto per fare una mia personale esegesi del discorso che il Papa fa ai suoi Gentiluomini quando amorevolmente li accoglie e li nomina:
“nella chiesa ogni compito è importante, quando si coopera alla realizzazione del Regno di IOR. La Banca di Pietro, per poter procedere sicura, ha bisogno di tante nascoste mansioni, che insieme ad altre più appariscenti contribuiscono al regolare riempimento dei suoi forzieri”.
Lasciamo da parte, per un momento, la questione civile vs religioso e chiediamoci: si lavora per vivere o si vive per lavorare? Le festività sono uno dei pochi modi che hanno i nuovi schiavi per tirare il respiro di quando in quando. Già, perché chi ha disponibilità di rilievo non penso proprio abbia difficoltà a ritagliarsi tutti i “ponti” che crede, semplicemente rinunciando a una piccola fetta della parte in eccesso del proprio reddito, mentre i lavoratori salariati generalmente non hanno margini di reddito ai quali rinunciare, e comunque non hanno facoltà di decidere quando “concedersi” le loro interruzioni. Io queste cose alla Tremonti le chiamo prove tecniche di schiavitù, vedete voi come volete chiamarle.
A questo punto, piuttosto che vedere ridursi sempre più i momenti di “respiro”, preferirei un proliferare di festività religiose…
P.S. Quante ferie hanno, nell’anno, i lavoratori cosidetti “atipici” (che oggi come oggi sono quanto di più tipico sia dato di incontrare)? Che facciamo, per aumentare la produttività (degli schiavi) togliamo le ferie anche agli altri? Se non altro per equità di trattamento. Perché è lì che si vuole arrivare: spremere il limone fintanto che c’è un po’ di succo, poi buttarlo via (pensate un po’ alla fine che hanno già fatto le pensioni, please).
Sarebbe anche ora di piantarla con questa ossessione per la produzione. Quanti dei beni e servizi prodotti sono effettivamente utili, ci migliorano la vita, e di quanti, invece, si potrebbe fare a meno senza tanti drammi?
Non ci si chiede mai se aumentare la produzione è necessario perché c’è effettivamente carenza di beni e servizi. Si suppone automaticamente che sia l’obiettivo principale che ogni economia deve prefiggersi. Ma chi l’ha detto? Non staremmo tutti meglio se lavorassimo meno, consumassimo con più giudizio, eliminassimo le complicazioni inutili (quanta gente lavora per sostenere una burocrazia parassita?)?
Il problema è che chi lavora poco ha tempo per pensare. E per chi sta ai piani alti non è mai un bene se la massa si mette a pensare.
Meglio tenere la plebe occupata a lavorare a testa bassa come tanti cavalli da tiro e far circolare i soldi, che così finiscono più in fretta nelle tasche di chi tiene le redini. Meglio che ci sia crisi, meglio che ci siano molti disoccupati, così la gente pensa che poter lavorare sia un privilegio ed è disposta a riunciare ai diritti.
Parole sante. Il mantra della crescita – ripetuto da tutti, persino dalla Chiesa cattolica – è la psicosi collettiva dei nostri tempi. Purtroppo la psicosi non è curabile. Quindi la storia finirà con un gran botto.
Che i meno fortunati – les damnés de la terre – abbiano un sacrosanto diritto a un miglioramento delle loro condizioni è indiscutibile. Ma che ci si debba dannare tutti per produrre e consumare sempre di più è un’aberrazione insostenibile.
Il problema infatti non è la crescita del pil, ma la sua redistribuzione. I nostri signori vogliono un sistema capitalistico basato sul consumo, ma non vogliono dare ai consumatori un reddito sufficienti per potersi sostenere i consumi, vogliono che ricorrano al debito così da mettergli pure il cappio al collo.
Negli ultimi cent’anni la produzione mondiale è sempre cresciuta, ma ancora maggiormente è cresciuta la sperequazione reddituale (sempre in meno detengono di più, e sempre in più detergono di meno), il che porta il nostra sistema da un capitalismo basato sul consumo a una basato sulla finanza, poiché tutto quell’accumulo di capitale in poiché mani è nella finanza che trova impiego e con essa nella speculazione che a sua volta manda alle stelle i prezzi delle materie prime e rende il consumo ai poveracci ancora più inaccessibile.
Il 2 Giugno ricorrenza fondante? Ricorda solo l’ignobile imbroglio con cui venne instaurato il regime repubblicano nonostante la vittoria elettorale della Monarchia.
Vai a lavorare e prega un po di meno CERIOS, ti farà bene
Gargiulo Gargiulo, meglio pregare che prenderlo nel…..
(notare la rima!)
fine e garbata, adatta a un cattolico direi.
CERIOS guarda che di questi tempi quello che dici accade proprio a chi va a pregare soprattutto se sono bambini.
Ricorda solo l’ignobile imbroglio col quale è stato fondato il potere temporale della chiesa ah ah ah …
@ CERIOS
“Il 2 Giugno ricorrenza fondante? Ricorda solo l’ignobile imbroglio con cui venne instaurato il regime repubblicano nonostante la vittoria elettorale della Monarchia.”
E’ vero. Ciò non toglie però che se proprio bisogna sopprimere delle festività, sarebbe meglio quelle che rappresentano solo una parte di popolazione e non tutta. Tra l’altro, non dico il natale, ma ad esempio l’immacolata non è sentita dalla popolazione allo stesso modo.
@ CERIOS
Gargiulo Gargiulo, meglio pregare che prenderlo nel…..
(notare la rima!)
Ti risponderò in modo poco elegante ma efficace (spero, non si sa mai)
Ormai pregare e prenderlo in culo è diventato sinonimo per tanti bambini innocenti
PS. complimenti per la tua rima, seo proprio un artista
Dimenticavo caro CEDRIOS
se ti piace la rima e vuoi estendere la tua cultura magari ad altre arti, ti consiglio questi due capolavori:
“Hitler inginocchiato” e “La nona ora”, entrambi di Maurizio Cattelan
Accorpare tutte le festività religiose e tutti i festivi parlamentari in una sola domenica, questp si è risparmio.
Tra l’altro i ponti e le festivita’ danno una boccata d’ossigeno a servizi e turismo, perche’ invogliano la gente a passare il weekend lungo fuori porta, mangiare fuori, andare al cinema, pernottare in albergo ecc…
@ Cerios: hai ragione in riferimento alla Monarchia. ma vuoi mettere con il 25 dicembre che non c’entra un ca..o con la nascita del tuo bambinello??!?! rispetto alle bugie fiabesche dei tuoi prelati, l’episodio italiano del 2 giugno è una bazzecola.
Leggo di strali e invettive contro la “produzione”, a mio parere deve essere al centro dell’economia di uno stato, altrimenti c’è il mondo finanaziario e questo si sarebbe gravissimo. Sempre a mio parere la situazione di crisi mondiale e credo inoltre ormai stabile e non più sanabile (nel senso che non torneremo più come prima) sia il risultato di una finanza spregiudicata e molto meno controllabile del lavoro produttivo, quindi pericolosissima. Banche, assicurazioni, borse, ecc… si reggono sul nulla, basta l’annuncio di un raffreddore e si perdono milioni di dollari in pochi minuti. Oppure il contrario un annucio di una fusione produce un rialzo in borsa sempre di milioni di dollari, ma da ignorante mi chiedo, sia quando si guadagnano che quando si perdono, questi soldi chi li perde o chi li guadagna? Leggo che le borse hanno fatto un balzo in avanti del 4% bene, chi li ha rimessi per far guadagnare gli azionisti?. Boh…
Ma è proprio il mito della produzione non accompagnata dalla redistribuzione del reddito che ha gettato il nostro modello economico nelle mani della finanza.
Sì, ma non è necessariamente o solamente colpa della produzione. La produzione in un certo senso é “necessaria”, altrimenti dovremmo importare tutto, anche quello che possiamo produrre qui, e via discorrendo: la cattiva redistribuzione del reddito non è direttamente “colpa” della produzione o di chi produce o di chi fa produrre agli altri, creando posti di lavoro (si spera); per come la vedo io, è più che altro un problema politico/burocratico/amministrativo, e si sa, sono principalmente queste le cose che in Italia non funzionano (Vaticano incluso, ovviamente…)
«Siamo di fronte alla resa incondizionata dell’intero arco parlamentare alle esigenze del Vaticano», commenta Raffaele Carcano, segretario dell’UAAR: «l’incapacità di intaccare gli enormi privilegi di cui gode la Chiesa cattolica è giunta ormai alla completa abdicazione del potere temporale nei confronti di quello spirituale: per trovare qualcosa di simile bisogna tornare ai tempi dello Stato pontificio».
Quanti isterismi inutili, per un progetto che mira solo a ridurre i giorni non lavorativi, senza togliere niente a nessuno. La domenica é un giorno a cui nessuno vorrebbe rinunciare, anche voi laicisti ipocriti che ve la godete sempre come tutti.E se le ricorrenze civili saranno in concomitantza con quelle religiose non vedo qual’é il problema. Se volete essere coerenti con la vostra insensata visione delle cose, andate a lavorare tutte le domeniche, a Natale, a Pasqua e in ogni festa religiosa.
mi potresti cortesemente dire l’utilità di togliere 3 – 4 giorni festivi?
tra l’altro chi ti dice che “noi laicisti ipocriti” godiamo della domenica come tutti?
nel caso ti fosse sfuggito, esiste un discreto numero di mestieri che non hanno “giorni festivi” come quelli che hai tu. ristoratori, camerieri, autisti di mezzi pubblici (ma anche autisti in generale), medici, infermieri, alcuni operai di industrie che non si fermano certo il week end, chi lavora in zone turistiche… se vuoi vado avanti, ciccio.
smetti di piangere sul “andate a lavorare nelle feste religiose, ueee ueee”.
perchè innanzitutto c’è già gente che lavora in quelle occasioni (a meno che tu non trovi sensato chiudere un ospedale la domenica o a natale…), e in secondo luogo a meno che uno non sia il capo dell’industria o dell’ufficio, dubito molto che possa andare a lavorare “quando gli pare”, visto che non credo che restino aperti per lui.
su, prendi il fazzoletto e soffiati il naso, che i bambini grandi non piangono così.
Io ci andrei volentieri a lavorare a Natale, Pasqua, la Madonaccia e tutte le altre imposizioni religiose, peccato che l’azienda per cui lavoro chiude e devo prendere ferie forzate. Magari si potesse lavorare in queste date, lo farei molto volentieri, lavorerei tutte le domeniche e riposerei i lunedì.
Ma chi ti ha detto che alla domenica nessuno vuole rinunciare?. Vedi?, a forza di imporre si finisce per distorgere la realtà, quella terrena che è in definitiva l’unica che importa ai non credenti.
Gargiulo, l’equivoco nasce probabilmente dal fatto che molti confondono, per tradizione, la “domenica” col “riposo settimanale”. In effetti, che il giorno di riposo cada di domenica, di lunedì o di giovedì cambia ben poco — basta che ci sia. Anzi, azzarderei un plurale, perché ritengo che non sia più necessario lavorare tanto quanto lavoriamo, e che i giorni di riposo settimanale possano e debbano essere più d’uno o due. Se ancora lavoriamo così tanto è perché siamo costretti a farlo, per consentire ai soliti furboni di fare la cresta sulla nostra stessa vita.
@aldo
vai a spiegare quelle che per ogni persona normale sono banalità, a gente come giuseppe…
credo sia più facile provare a rompere un muro a testate. le probabilità di successo son pure più alte, mi sa.
@ giuseppe
“La domenica é un giorno a cui nessuno vorrebbe rinunciare, anche voi laicisti ipocriti che ve la godete sempre come tutti”
Senti a me va bene se si decide che il giorno di riposo settimanale è il martedì o il mercoledì. A TE?
giuseppe, invece di strillare imparerai mai a RAGIONARE e ad essere ONESTO?
Vediamo come rispondi alla domanda. E chi è IPOCRITA.
OK, giuseppe, dato che per te non fa differenza, spostiamo le feste religiose; dato che per noi fa differenza, non spostiamo le feste civili.
ANCIA LIBERA scrive:
12 agosto 2011 alle 8:38
una ed una sola parola: RIBELLIAMOCI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Una ed una sola parola : emigrate !!!!!!!!!!!
perchè mai? ah si, è vero… la tolleranza cattolica, l’amore… come ho fatto a scordarmene?
Piu’ che altro sono parassiti e pretendono che siano gli altri a fare qualcosa per loro e hanno paura.
Ma come possono degli intolleranti come voi pretendere tolleranza ? Come si dice dalle nostre parti, da quale pulpito viene la predica !!!
perdonami tesoro, ma questa si chiama “proiezione”.
io sono intollerante con gli intolleranti, e solo con loro. e tu, sei un intollerante. prova a pensarci su.
Ecco la tolleranza cattolica.
Visto che fate tanti compitini per raggiungere il vostro cielo, vi auguro di arrivarci quanto prima possibile.
beh se nel paese di giuseppe ospedali, polizia e pompieri fanno festa il week end, la cosa non è poi così peregrina 😆
chissà che paese è quello dove vive, dove tutto la domenica è fermo.
niente ospedali (e se uno sta male o qualche degente ha bisogno… beh si attacchi), niente polizia o carabinieri, niente vigili del fuoco, niente centri commerciali aperti, niente mercatoni del mobile e affini aperti, niente bar aperti…
insomma, tutti a lodare il signore.
boh deve essere un qualche universo parallelo che sfugge alla comprensione umana.
Gargiulo risponde:
venerdì 12 agosto 2011 alle 12:20
Ecco la tolleranza cattolica.
Visto che fate tanti compitini per raggiungere il vostro cielo, vi auguro di arrivarci quanto prima possibile.
Noi aspiriamo al cielo, ma amiamo anche la vita sulla terra. Visto che ami tanto la provocazione, tu puoi fare più presto a raggiungere il cielo, in quanto sei tra coloro che propongono eutanasia e suicidio liberi.
vedo che come sempre, il caro giuseppe ignora le argomentazioni e preferisce frignare.
poverino…
Noi aspiriamo al cielo, ma amiamo anche la vita sulla terra.
Male giuseppe leggiti il vangelo e vedi che il vostro messia dice che non si puo’ aspirare al cielo amando le cose terrene, e anche vero che non mi meraviglerei che tu come tanti bigotti il vangelo non l’abbia neanche aperto.
Giuseppe, sei anche più simpatico di Saddam Hussein.
Ma di poco…
Ma come siete gentili e simpatici. Per risultarvi graditi bisogna piegarsi alle vostre idee.
non mi pare proprio. in compenso questo vale per te. si chiama “Proiezione”
si giuseppe, ma tu continui a scordare le medicine, giuseppe.
@ giuseppe
“Per risultarvi graditi bisogna piegarsi alle vostre idee”
No guarda, quella è un’altra cosa. La obbligano a fare i tuoi. A cominciare dal tuo Dio.
@giuseppe
le tue parole vengono smentite dal fatto che i valdesi passati di qui sono stati bene accolti e loro a loro volta hanno bene accolto noi.
in compenso ci sono stati alcuni cattolici qui che hanno dichiarato senza appello che tutti i protestanti sono seguaci di una dottrina deviata e lontana da dio e che quindi tutte le volte che dissentono dalle vostre idee è perchè sono lontani da dio…..senza contare il fatto che voi stessi dite apertamente di essere gli UNICI detentori dell’unica vera verità e morale perfetta…..brutta cosa la proiezione, vero?
Hai ragione giuseppe tu ti pieghi solo davanti al tuo sacerdote.
Se si parla della Madonna, lasciatemi raccontare questa.
In tempo di guerra, di fronte a tutte le atrocità, troppa
gente non voleva più credere. Ed un parroco, per rime-
diare a questo, s’era fatto fare una statua della Madonna
con braccia mobili. azionate da due cordini in mano al
cappellano, nascosto dietro la statua.
Costui, nella notte, non dorme, per l’emozione di quel che
capiterà. Ed arriva alla messa, tutto assonnato.
Si addormenta dietro alla statua.
Quando il parroco dice: “Guardate come la Madonna vi
abbraccia!”, ed in quel mentre suona il campanello, il
cappellano si sveglia, tira una sola delle due corde, e
la Madonna, tenendo fermo un braccio, muove l’altro,
ponendo il suo palmo sull’omero del primo, come per
dire: “Vi frego”.
Preferisco i Simpson alla tua storiella, che noia!
Kaworu risponde:
venerdì 12 agosto 2011 alle 12:42
vedo che come sempre, il caro giuseppe ignora le argomentazioni e preferisce frignare.
poverino…
Sempre acida; pensavo che le vacanze ti avessero addolcita. Chissà di quale mancanze soffri.
nessuna mancanza, dato che mi limito a constatare l’ovvio 😉 e cioè che fai un massiccio uso della proiezione, dato che l’unico acido con qualche evidente mancanza qui sei tu (no vabbè dai, non sei l’unico forse… ci sono diversi tuoi colleghi a farti compagnia).
ah non ti ho ancora visto rispondere a nulla, argomentando…
ti ho visto solo frignare.
com’è la storia?
dai soffiati il naso e ammetti la figura di palta, dato che è più che evidente che mezzo mondo lavora la domenica e nelle tue sacre feste.
@ giuseppe
Noi aspiriamo al cielo, ma amiamo anche la vita sulla terra. Visto che ami tanto la provocazione, tu puoi fare più presto a raggiungere il cielo, in quanto sei tra coloro che propongono eutanasia e suicidio liberi.
Grazie giuseppe, allora mi auguri il cielo… ma noi pro eutanasia non dovevamo andare al inferno???, notinui a contraddirti in continuazione. Dai, prenditi un riposino e vai goderti una bella preghierina
Ti ho già risposto nell’altra pagina. Anche qui vale la stessa risposta.
mi pare che la tua risposta sia sempre la stessa: un silenzio imbarazzante.
Continua pure. Sai che non é cosi, quindi non mi affanno.
come vuoi, io sopra ho risposto ma non ho visto tue controargomentazioni.
il tuo modo di fare parla da sé, quindi in effetti è inutile che ti affanni.
giuseppe prende tempo per rispondere, ha bisogno di andare a chiedere al suo prete cosa dire 😉
Gargiulo risponde:
venerdì 12 agosto 2011 alle 13:01
giuseppe prende tempo per rispondere, ha bisogno di andare a chiedere al suo prete cosa dire
Quando mi si chiede di entrare nei dettagli, preferisco documentarmi per non fare come quelli dell’uaar che le sparano grosse solo partendo dai loro pregiudizi. Tu credi di avere la scienza infusa e spari ca…te
Sono convinto di quello che dico, altrimenti non parlerei e se mi sbaglio non devo andare a confessarmi, mi basta retrattarmi.
Ti consiglio di cambiare fonti per documentarti e comunque se vuoi essere coerente con la tua religione dovresti avere l’umiletà di dire “non lo sò” invece di evadere con aggressioni, no, no giuseppe, non ci siamo….
detto da uno che vive di pregiudizi…
o forse non hai la minima idea del fatto che appunto mezzo mondo lavori la domenica e nel resto delle tue sacre feste?
sai, non occorre documentarsi chissà quanto, basta aver messo una o due volte il naso fuori di casa.
Ora mi devo pure sentire le prediche sull’umiltà da voi…Questa é davvero bella.
in effetti dovresti sentirle, per evitare di peccare di superbia.
Io non predico caro giuseppe, io parlo, espongo, ascolto e dialogo, ma sarà possibile che non riesci a uscire due centimetri fuori dalla tua chiesa?. Le prediche le fanno quelli che non fanno nulla, quelli che vendono aria fritta, queli che approfittano della debolezza dei credenti e dei bambini senza possibilità di scegliere.
Aggiungo, immagino perchè continui a scrivere in questo forum in cui non ti identifichi e preferisci aggredire pittosto che dialogare. Sarà perche ti senti attratto da gente che pensa liberamente, senza condizionamenti religiosi, sarà perchè in fondo anche tu sai di avere le tue raggioni che non sono compatibili con la tua fede e ti affascina mettere il naso in acque sconosciute. Non ti arrendere giuseppe, sono sicuro che ce la farai, coraggio!
giuseppe, l’essere umili con te sarebbe troppo ipocrita data la tua evidente cretinaggine che fai di tutto per confermare ad ogni intervento. Quelli come te meritano solo scherno e dileggio, nessuna risposta seria.
A proposito: hai avuto conseguenze tangibili dopo la lobotomia oppure non te ne sei neanche accorto?
Dunque vediamo: 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno. Ma che razza di feste sono mai?Andrebbero abolite o riclassificate!
Il 25 aprile è una festa decisamente di parte (del resto celebra o no ‘i partigiani’?) e mantenerla significherebbe solo scontentare la maggior parte degli italian, quellii che hanno dato il loro consenso convinto a Berlusconi… il quale, giustamente, ignorava in TV che Alcide Cervi (chi era costui?) fosse morto da una ventina d’anni. Del resto abbiamo o non abbiamo al governo con incarichi del massimo rilievo, eletti dal popolo sovrano, vecchi e nuovi nostalgici del ventennio, quando i treni arrivavano in orario, di comunisti non si sentiva nemmeno parlare, e ‘in fondo il Duce ha fatto del bene’ come non manca mai di ricordarcelo la sua perseguitata nipotina?
il 1° maggio ormai è ricordato veramente perchè è stato il giorno in venne proclamato solennemente beato Giovanni Paolo, con una cerimonia a Roma di fronte alla quale i nostalgici della vecchia festa dei lavoratori a confronto dei fedeli accorsi da tutto il mondo in piazza Sn Pietro erano una sparuta minoranza (parola della questura). Quindi o la si abolisce oppure la si mantiene, ma per quel che è a tutti gli effetti: una festa religiosa!
Il 2 giugno festa della Repubblica? Ma quale repubblica, quella che è nata promulgando una Costituzione dove l’unico timido richiamo a quella chiesa cattolica in cui si riconosce la stragrande maggioranza degli italiani (l’art.7) affoga in mezzo a tanti altri articoli dove si inneggia al laicismo laicista invece che al ‘laicismo positivo’ teorizzato da Santa Madre Romana Chiesa? Quasi quasi meriterebbe di più di esere celebrata la Monarchia!
Ma si, tutto considerato non serve nemmeno accorparle queste festività,.
Sono schifato dal silenzio della sinistra .
Noi atei dovremmo votare compatti per un partito veramente laico ( a trovarlo caz.o !!!!!)
Il solito ricorrente regalo della nostra classe politica allo stato vaticano.
non è un regalo ma uno scambio
Paolo, come al solito non capisci un cavolo!
mmm questa non è a un livello sufficiente per vincere i marshmallows.
riprova dai, che magari ti danno una cocacola fritz.
@CERIOS
Io non capisco un cavolo? Come al solito? E quando mai abbiamo interloquito io e te da darti questa idea?
Mi conosci per affermare questo?
Stai attento a quello che scrivi riguardo a persone che non conosci, è un consiglio.
paolo, non te la prendere. il povero cerios voleva fare una rima in modo da far vincere alla sua squadra (probabilmente la gialla) il sacchetto di caramelle che gli animatori dell’oratorio hanno messo in palio.
Il governo è unito su posizioni di stallo. Aggiungere tre giorni lavorativi non cambierà nulla, considerato poi che il 2 giugno cadrà di sabato nel 2012 e di domenica nel 2013: resterebbero a breve due giorni quindi, utilizzati per ponti e perciò nel senso della produttività nel settore turismo.
Questi … non sanno cosa fare, l’unica cosa che hanno in mente è come restare attaccati ai propri privilegi e ogni tanto giocano a inventarsi balordaggini senza senso. In Germania ci sono più feste che in Italia, non è il quanto si lavora, è il come. Ma questi fanno finta di non capire, a cominciare dal confronto sul quanto e il come del loro modo di “lavorare” con gli omologhi tedeschi. Che di certo non si sognano di annunciare una settimana di ferie aggiuntiva per un pellegrinaggio e che non pagano una bistecca di manzo meno di 3 euro al ristorante del Bundestag.
…e Gondrano disse ancora: «Lavorerò di più!». A confortarlo era la promessa di quel praticello ornato dai meli, e si fidava. Il povero bestione non sapeva della fabbrica della colla.
http://vho.org/aaargh/fran/livres5/animalfarmit.pdf
Chi non lo avesse ancora letto ci si può “svagare” per qualche ora, tenendo presente che non è vero che la critica di Orwell si possa riferire in qualche modo particolare al comunismo, perché si adatta almeno altrettanto bene a qualsiasi altra forma di organizzazione sociale mai applicata nella pratica.
Vabbè ma chi se ne frega.
Sia che mi tolgano 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno oppure mi tolgono pasqua e lunedì dell’angelo e il 1° novembre sempre tre giorni festivi in meno sono.
Poi se uno è religioso da un significato diverso alle prime festività rispetto alle seconde.
Ma per un ateo come me festività civili o religiose son giorni di festa identici.
Qualcosa si può fare ancora. Se cercano di rascare il fondo con 2-3 giorni all’anno si può sempre fare uno SCIOPERO GENERALE che duri anche 1 settimana.
Considerando che i risparmi, con l’andazzo che han preso le cose, sono comunque destinati ad essere erosi fino all’esaurimento, direi che l’idea di “fonderli” in uno sciopero non di una settimana ma ad oltranza è un’idea tutt’altro che malvagia. Almeno li si utilizzerebbe per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
In Italia, che lo si ammetta o no, il governo è sempre stato eletto dalla preponderanza dei cattolici che hanno in mano ogni cmq. del territorio.
Non cade foglia che Vaticano non voglia.
Figuriamoci se questi caèpoccioni potranno mai accettare di sopprimere le festività dei patroni, dei santi, dei beati, dei risorti, degli assunti in cielo, dei vivi e dei morti.
Su questo si regge la struttura della ccar.
Dalla nascita alla morte il nascituro viene incasellato nelle forze terrene della più potente organizzazione umana narcotizzata dalla fede.
Non tutto gioacolp, l’UAAR ne è la dimostrazione!
Veramente in passato (più di 30 anni fa) questo è stato possibile con le 4 festività religiose soppresse:
S. Giuseppe (19 marzo);
Ascensione (mobile);
Corpus Domini (mobile);
SS. Pietro e Paolo (29 giugno).
(mi sembra di ricordare che per un certo periodo lo è stato anche per la befana, poi ripristinata). Inoltre a scuola facevamo festa per San Francesco.
Come cambiano i tempi! Eravamo più laici in passato e la chiesa era meno aggressiva! Oggi la chiesa sta buttando tutto il suo potere politico ed economico sulla bilancia (qui in Italia, non certo all’estero).
Comunque al di la di non voler scontentare il potente proprietario qui ci sono anche altri fini, in particolare riguardo al 25 aprile ed al 1° maggio, feste mai gradite per i tanti simpatizzanti al governo del fascismo e degli industriali (non per nulla Tremonti ha proposto anche la libertà di licenziare).
In effetti, la proposta è semplicemente ridicola. Come svuotare il mare con un cucchiaino. Se proprio bisogna eliminare delle festività, se ne eliminino un po’ di quelle religiose, che tenuto conto delle feste dei patroni locali sono centinaia, per altrettante centinaia di giornate lavorative perse a macchia di leopardo per l’Italia. Eliminare o accorpare le uniche feste civili rimaste (25 aprile, 1 maggio e 2 giugno) è tipico di un paese che ha rinunciato definitivamente alla propria storia, limitandosi a essere una provincia dell’impero vaticano.
Ma d’altra parte non ci si poteva aspettare niente di diverso da un parlamento e da un governo in cui un ministro, tal giovanardi, solo pochi giorni fa ha ribadito che i matrimoni gay non si faranno mai; buttandosi ancora nel mare del ridicolo e negando quei principi che gli altri paesi civili hanno adottato o stanno adottando. Il declino economico di un paese è solo la conseguenza del declino civile e morale; ma questi personaggi sono troppo ottusi e attaccati al potere per capirlo.
Io non credo che la Federazione della Sinistra accetti quel che dice Tremonti (peccato che di fatto sia un partito quasi inesistente); su Sel non saprei dire.
Manca un partito rappresentativo realmente di sinistra, che pensi all’interesse dei lavoratori.
Qua, come dice bene Aldo nell’altro post, il discorso va oltre la laicità (peraltro esiste il lavoro domenicale già per molte categorie).
Ma per il compleanno come faccio? Devo arrotondare ogni anno alla domenica più vicina o posso festeggiare solo quelli che cadono in tale giorno?
solo quando cade di domenica, così si invecchia più lentamente e si va in pensione più tardi.
vedi che giulietto pensa a tutto?
Aspetta, aspetta, entro un po lo faranno coincidere con il tuo onomastico
scusa, ho detto una c..ta, coincide gia con il tuo onomastico… hai visto?, hanno già pensato anche a quello 🙂
Bradipo,
perchè…il giorno del tuo compleanno tu puoi fare festa al lavoro?
Non dispiacerebbe nemmeno a me, visto che ancora il giorno del mio compleanno sono sotto contratto.
Ehm.. veramente “non possono” spostare le ricorrenze religiose perché coperte da concordato, stando a quel che ha detto Treconti.
Che poi “non vogliano” nemmeno perché sono dei baciapile ipocriti è assodato.
E provare a riempire tutti i siti dei Politici con critiche per queste decisioni?
16. La Repubblica italiana riconosce come giorni festivi tutte le domeniche e le altre festività religiose determinate d’intesa tra le parti.
Fonte: http://www.uaar.it/laicita/concordato/concordato_stato_chiesa_1984.html
In pratica non possono spostare quelle feste senza il permesso del clero.
La Costituzione stabilisce che il lavoratore subordinato “ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite”, ma non implica che il riposo settimanale debba essere goduto necessariamente di domenica: è solo abitudine
Dimenticato di citare la fonte, scusate:
http://www.giurisprudenzablog.it/2010/12/25/le-festivita-religiose/
ma infatti. tra l’altro non è affatto scontato che per tutti il giorno di riposo sia la domenica.
da che mondo è mondo determinate categorie (che vanno aumentando) di lavoratori lavorano tranquillamente la domenica o durante il natale, il capodanno, la pasqua e via dicendo.
con buona pace del bigottume. che probabilmente frignerebbe se trovasse il ristorante chiuso la domenica o il medico che incrocia le braccia e gli dice di tornare lunedì.
qui il problema è un altro.
@ Aldo
Gargiulo, l’equivoco nasce probabilmente dal fatto che molti confondono, per tradizione, la “domenica” col “riposo settimanale”. In effetti, che il giorno di riposo cada di domenica, di lunedì o di giovedì cambia ben poco — basta che ci sia. Anzi, azzarderei un plurale, perché ritengo che non sia più necessario lavorare tanto quanto lavoriamo, e che i giorni di riposo settimanale possano e debbano essere più d’uno o due. Se ancora lavoriamo così tanto è perché siamo costretti a farlo, per consentire ai soliti furboni di fare la cresta sulla nostra stessa vita.
Si, su questo sono d’accordo, non per lavorare di più si lavora meglio. Ma il senso del mio discorso era far notare come vengono scelti i giorni delle festività civili e non quelli religiosi quando decidono di aumentare il volume di lavoro . Il tema della domenica invece è proprio come dici tu, tranne per il fatto che ormai, anche se non ha probabilmente origine religioso (fino quanto ne so io), oggi è “leggitimato” come il giorno di preghiera, messa e cimitero oltre a quello di riposo. Inoltre, sempre secondo me, sarebbe meglio decentralizzare i giorni di riposo in alternativa alla riduzione di festivi, così si favorisce la produzione, aumenta la qualità dei servizi e facilita a tutti la possibilità di fare qualsiasi cosa senzadover ricorrere sempre al permesso di assentarsi.
Dobbiamo rispondere “apporcando” con tutto lo sdegno possibile i nostri ineffabili parlamentari.
Mi aspetto una fiera opposizione da parte di SEL, mi aspetto anche che SEL proponga di far pagare l’ICI alla CCAR.
Però non ho ancora letto dichiarazioni di Vendola in proposito.
Dov’è Vendola?
In sagrestia, oppure in udienza da don Verzè. Comunque in ambienti incensati
resa incondizionata”?perchè c’è mai stata una battaglia?