Bologna, curia e CGIL contro l’accorpamento della festa patronale

Il decreto legge del governo, oltre ad accorpare al venerdì o al lunedì le festività civili cadenti durante la settimana, potrebbe avere identici effetti sulla festa patronale. L’eventualità è vista con preoccupazione dalla diocesi di Bologna: trattandosi di “un appuntamento molto sentito”, fanno sapere, “sarebbe un bel sacrificio per Bologna”. Ancor più drastico il giudizio del segretario della CGIL Danilo Gruppi, riporta Repubblica: “La cancellazione di San Petronio è una idiozia, è da tempo che quella festività ha trovato ampia regolamentazione nelle contrattazioni aziendali e non è mai stata fonte di difficoltà”. “Da laico”, continua Gruppi, “riconosco che è comunque un’occasione incardinata nella memoria collettiva e nella tradizione della città”, per cui ribadisce di essere rimasto “senza parole”. Gruppi definisce comunque “una stupidaggine monumentale” anche la decisione di “criminalizzare le pochissime festività importanti che fanno parte della memoria collettiva del Paese, come il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno”.

Raffaele Carcano

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13 commenti

Giuseppe Recanati

Un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Non si sa mai.

Gargiulo

Il Sig. Danilo Gruppi è una laica pecorella, vada a pasteggiare invece di “difendere” il lavoratori.

bruno gualerzi

Al di là degli aspetti economici (che così, a naso, non mi sembrano molto rilevantii), togliere, o anche semplicemente spostare, il ‘patrono’ agli italiani temo che sarebbe come togliere loro, alla maggioranza di loro, prima di tutto una ‘festa’ (a chi interessa veramente il patrono’?), un’occsione, per la maggioranza di loro, di staccare dal lavoro, cosa che chi può lo fa senza certo bisogno di aspettare il ‘patrono’…
d’altra parte… visto il controllo assoluto della chiesa su queste feste per poter volgere a proprio vantaggio quella che è anche una sagra della superstizione (tutto fa brodo)… ridimensionarle accorpandole (meglio ancora abolirle), non sarebbe male.
Francamente non saprei decidere… anche se realisticamente, magari proprio per una ragione ‘e’ per l’altra, penso resteranno dove e come sono.

Roberto Grendene

ma la festa rimarrebbe, si tratterebbe solo di attaccarla al week end

in gererale concordo che gli aspetti economici non siano enormi (piu’ gente che fa ponti, produzione e servizi che ne risentono)

ma nel caso del patrono gli aspetti economici sono piu’ rilevanti: oltre al forte disagio di tante famiglie come la mia, con bambini a casa da scuola per San Martino e genitori a casa dal lavoro per San Petronio, ci sono le imprese con attività su piu’ comuni che hanno personale a casa in blocco in tante giornate diverse, con danni operativi evidenti (uno sciopero organizzato nella stessa maniera penso proprio sarebbe vietato!)

davide

io però manco in questo caso la capisco…io poche volte ho fatto ponte (di solito sto in vacanza, poi lavoro e poi mi faccio il weekend), ma quelle poche volte che l’ho fatto ho comunque dovuto prendere un giorno di ferie…giorno che mi spetta di diritto e che giustamente mi è stato decurtato dal monte ore.

Ora, avere giovedi festa, venerdi di ferie e poi il weekend, o avere venerdi di festa, il weekend…e poi mi prendo per cavoli miei un giorno di ferie, non vedo dove cambi la questione…mica vengo pagato di più…

Roberto Grendene

@ davide

non e’ una questione di togliere giorni di ferie

in un discorso di efficienza generale del paese si pensa che i giorni di ponte siano giorni problematici per la produzione e i servizi in generale, perche’ tanti prendono ferie, ma non tutti, oppure certi servizi rimangono aperti, ma poi non c’e’ utenza

non so poi quanto regga questo ragionamento

giuseppe

Ma perché abolire le feste, religiose o civili che siano ? Pensate davvero che il problema si risolve cosi ?

Kaworu

“pensate”?

va che lo pensano le teste (ometto di che cosa) che ci governano.

firestarter

poveretto, devi capirlo. Viene qui in preda ad ossessioni compulsive che gli fanno scrivere frasi a caso, come se in combutta con questo squallido governo clerico fascista non ci fossero lui ed i suoi gerarchi.

Roberto Grendene

è Tremonti che pensa di ridurre le festività perchè pensa che così si risollevi l’economia

solo che, pure avendo giurato sulla Costituzione, discrimina le feste della Repubblica, quelle di tutti, a vantaggio di quelle religiose

Paul Manoni

No giuseppe, il problema non si risolve SOLO così…Pero’ uno Stato Laico, dovrebbe pensare prima a garantire le sue di feste, POI semmai quelle del concordato fascio-craxiano.

Prova ad andare in Francia, con la bella idea di “spostare” la festa che celebra la “presa della Bastiglia” (14 Luglio), o in America a voler “accorpare” la festa dell’Indipendenza (4 Luglio), alla domenica seguente, e poi ne riparliamo…!

Solo in QUESTO paese di scellerati genuflessi al Vaticano, viene a mancare il minimo rispetto anche per le feste civili piu’ importanti…E poi ciarlano di orgoglio nazionale, e fuffa di questo genere. E’ la nostra classe politica, il nemico numero uno dei valori fondanti il nostro stesso paese. Sono privi di spina dorsale!!

fab

giuseppe, dubito che qui ci sia qualcuno che vuole abolire qualche festa. E’, come sempre, questione di “o tutti o nessuno”; dopodiché la scelta migliore è molto spesso “nessuno”.

Maurizio_ds

Ma la cgil è diventata una provincia dell’impero vaticano? Dopo che sono diventati un succursale della fiat?

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