Dopo la pubblicazione sul web della lista di dieci politici italiani etichettati come omosessuali ma che hanno votato contro la legge anti-omofobia, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti. Se ne occuperanno il procuratore aggiunto Nello Rossi e il sostituto Eugenio Albamonte. Le ipotesi di reato riguardano la violazione sulla normativa inerente la privacy e reati informatici. Al momento, è noto solo che i nomi dei dieci politici sarebbero stati diffusi in rete dalla California. Ciò crea complicazioni per la necessità di ottenere rogatorie internazionali, al fine di proseguire le indagini.
Diversi politici hanno criticato la pubblicazione della lista ma ancora non risultano denunce dai diretti interessati, mentre la comunità omosessuale rimane divisa.
Luciano Vanciu
La comunità lgbt dovrebbe risentirsi per essere stata associata a figuri loschi e mediocri come quelli. La procura dovrebbe aprire un’inchiesta in quella direzione piuttosto, per attentato alla reputazione di gay, lesbiche e trans.
Concordo col il tuo commento in quanto io qui ci vedo, e ci ho sempre visto, un caso in cui si scopre apertamente l’ipocrisia della casta, per additarla all’ostracismo elettorale, come altri ha giustamente scritto sempre qui approposito della faccenda, e non l’orientamento sessuale dei suoi loschi componenti.
Mi pare ovvio che volendo dimostrare (?) l’ipocrisia della casta si debba toccarla nel punto che più duole…ma hanno una tale faccia tosta!
Non me ne intendo, ma potrebbe essere perchè è un vicolo cieco?
Possono denunciare o per violazione della privacy (e quindi ammettere la propria omosessualità) o lasciar perdere, perchè essere gay (o dire che qualcuno lo è) non mi pare sia reato…
Certo, potrebbero voler comunque dimostrare di non essere gay, ma come potrebbero farlo?
Neanche essere prostituta è reato, ma se dici alla tua collega che è una prostituta quella ti può querelare.
Provare per credere
Non sono un legale; ma il principio è che non si può dare della puttana ad una puttana.
Cioè: si può dire tutto ciò che si vuole, ma non l’offesa.
Ma allora perchè non querelano?
Per un omofobo non dovrebbe essere offensivo vedersi definire omosessuale?
Certo, potrebbero voler comunque dimostrare di non essere gay, ma come potrebbero farlo?
In teoria, dovrebbero essere gli “accusatori” a dimostrare l’omosessualità, ma sappiamo che per molti elettori non vale il principio che una persona è innocente fino a prova contraria.
Tralasciando il fatto che qui non si parla di innocenza o colpevolezza di qualcosa, ovviamente, ma il tema è stato già ampiamente sviscerato.
“ma sappiamo che per molti elettori non vale il principio che una persona è innocente fino a prova contraria.
Tralasciando il fatto che qui non si parla di innocenza o colpevolezza di qualcosa, ovviamente, ma il tema è stato già ampiamente sviscerato.”
È l’esatto motivo per cui alla fine avevo aggiunto “Certo, potrebbero voler comunque dimostrare di non essere gay” 😉
però messa così suona come un “è vero e per saperlo qualcuno ha invaso la loro privacy”.
Direi che è un atto dovuto, nel senso che nel nostro ordinamento dire che qualcuno è gay rappresenta violazione della privacy, ma dire che uno è etero è cosa buona e giusta…
Vedrete che non se ne farà nulla: se c’è stata violazione, si ammette implicitamente che le affermazioni sono vere. Ma i nomi sulla lista non lo vorranno!
Odis e Flavio.
Forse la violazione della privacy legalmente sussiste indipendentemente dal fatto che la notizia sia vera o falsa.
Ma se viene detto il falso, non si va a parlare di calunnia? E’ quindi calunnia dare del gay a qualcuno?
Sono concetti diversi.
Leggendo in rete, la diffamazione -calunnia è un po’ diverso- dovrebbe consistere nel ledere l’onorabilità di una persona, alcuni dicono anche dal suo punto di vista (quindi per un omofobo etero sentir dire che è gay è diffamazione), ma appunto la diffamazione credo che sia solo su querela diretta dell’interessato e non so se valga anche se il fatto è vero, questo dovrebbe chiarircelo qualcuno di più esperto.
La violazione della privacy è diversa e la spiega secondo me molto bene Francesco S. sotto (26 settembre ore 12:13).
Io penso che anche dare dell’etero a un politico omosessuale possa essere diffamazione, se la dichiarazione è mendace e vuole rovinare la fama di detto politico.
Comunque sono cose decide il giudice, io non sono competente in materia.
Sta avvenendo quello che avevo predetto. Fortunatamente un parte considerevole della comunità gay s’è dissociata.
La violazione della privacy, come dice Batrakos, potrebbe sussistere comunque a prescindere se la cosa è vera o falsa, il semplice fatto che qualcuno ha indagato nella vita privata di qualcun altro forse anche a mezzo di hacking e poi è arrivato anche a conclusioni potenzialmente errate costituiscono solo un aggravante.
Se io pubblico ad esempio sul giornale Grillini è eterosessuale e finora ha ingannato tutta la comunità gay, non solo posso essere accusato di violazione della privacy ma anche di calunnia se la cosa non è vera.
Se Grillini decide di non querelarmi, per motivi suoi, non si può trarre la conclusione che allora l’affermazione è vera. Siamo obbiettivi quanti in quella lista sono davvero gay: secondo voi un Calderoli può essere gay?
Difficilmente le querele arriveranno, perchè gli autori sono “ufficialmente” anonimi quindi l’interessato non sa chi querelare, non so se si può querelare un anonimo. Tra l’altro il fatto che siano anonimi la dice lunga sulla credibilità di tale lista. Se io sono sicuro di una cosa ed ho le prove ci metto la faccia, al di là della possibile denuncia per violazione della privacy.
Con ‘ste iniziative iniziative non si ottiene nulla, stada maestra è la legalità L’UAAR ad esempio ha ottenuto molte vittorie con iniziative legali. Invece di far liste dovrebbero RACCOGLIERE FIRME PER UNA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE CONTRO L’OMOFOBIA, se poi in parlamento la ignorano, vorrà dire che dimostreranno che i politici che gli andranno contro se ne fottono del popolo.
“Se io pubblico ad esempio sul giornale Grillini è eterosessuale e finora ha ingannato tutta la comunità gay, non solo posso essere accusato di violazione della privacy ma anche di calunnia se la cosa non è vera. ”
Re: diffamazione, non calunnia. La calunnia si ha quando si denuncia qualcuno all’autorità giudiziaria, sapendolo innocente.
Si infatti ho sbagliato termine tant’è che in un commento cronologicamente (12:28) successivo ho parlato di diffamazione. Come dice Nanni Moretti “le parole sono importanti”
Quindi ovunque ho scritto calunnia sostituite DIFFAMAZIONE, poi il senso del discorso resta quello.
“la violazione sulla normativa inerente la privacy e reati informatici” non mi sembrano reati per cui si proceda normalmente d’ufficio, quindi deve esserci stata una denuncia: da chi?
Se così non fossi vuol dire che le nostre forze dell’ordine sono soltanto cani da difesa del potere che agiscono senza neppure essere stati interpellati
La comunità omosessuale non è divisa ma favorevole. Sono le associazioni ad essere contrarie. Non c’è da stupirsene considerando che certi lagnosi di professione vedono come una manna dal cielo la repressione e la difesa strenua di quella privacy che permette a politici, professionisti e prelati di mascherarsi da comuni mortali e tesserarsi per godere di certi angoli bui. I soliti politici gay dichiarati che hanno starnazzato sono giustamente preoccupati su come ricollocarsi una volta risolto il nodo “essere gay in italia”. E vista la scarsità di proposte oltre quelle inerenti la causa omosessuale, non si può non partecipare alla loro preoccupazione.
“RACCOGLIERE FIRME PER UNA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE CONTRO L’OMOFOBIA, se poi in parlamento la ignorano, vorrà dire che dimostreranno che i politici che gli andranno contro se ne fottono del popolo.”
O ti sei perso gli ultimi 17 anni o hai vissuto in un’altra dimensione se pensi che ci sia ancora bisogno di dimostrare un fatto così ovvio. Io non credo che certe ingenuità siano utili.
E’ il commento al post di Francesco S. Chiedo venia.
Diciamo che avendone 23 di anni, e iniziandone a capire “seriamente” a 17 anni, diciamo che me ne sono persi soli 6.
Per ora l’iniziativa ha riscosso solo un procedimento giudiziario, non vedo un miglioramento della situazione degli omosessuali, ma capisco la tua “incazzatura”.
POI una legge d’iniziativa popolare dimostrerebbe molto di più, ovvero che esiste una parte consistente di società che è contro le discriminazioni, scusami se è poco, molto di più di una lista di anonimi priva di prove che raccoglie procedimenti giudiziari
La lobby gay agisce dalla California; non mi sorprende.
La lobby cattolica agisce da Roma; ancora meno sorprendente.
Sarei curioso di sapere, se degli omofobi avessero fatto una lista di parlamentari contrari all’omofobia ma eterosessuali cosa sarebbe successo?
Si sarebbero sentiti dire che sono cripto-gay. Difendere i diritti di coloro di cui “(non) si sa ma/e (non) si vede” è sempre più difficile che difendere i diritti di coloro di cui “si sa e si vede” SEMPRE (i neri, per esempio).
Il motivo? Chiaro: “se non racconti barzellette omofobe o non ci ridi, vuol dire che sei ‘dell’altra sponda’ (vista da dove?)”.
È l’ultima frontiere del razzismo: un razzismo basato sul fatto che il tabù nei confronti dell’oggetto è più forte della riprovazione sociale nei confronti del razzismo stesso.
È il razzismo perfetto: quello a costo zero che, se praticato, permette di sentirsi migliori senza alcun merito e senza alcun rischio.
Come ogni razzismo, si alimenta di silenzio e di rimosso.
Come ogni razzismo, ha bisogno di generalizzazioni figlie dell’ignoranza.
E la “privacy” dei politici gay incoerenti ne è un ottimo, irrinunciabile ingrediente.
Mi riferisco ai parlamentari eterosessuali e ai rischi da loro corsi. Forse non era chiaro.
“Le ipotesi di reato riguardano la violazione sulla normativa inerente la privacy ..”
qualche utente, evidentemente più intelligente di altri, aveva già scritto in merito a questa possibilità.
Con migliaia di detenuti in attesa di giudizio, con processi che durano anni ed anni, con i magistrati che continuano a belare di mancanza di mezzi, con le ristrettezza delle risorse, si apre un inutile fascicolo, che dovrà necessariamente produrre costose rogatorie internazionali
(pare che il sito incriminato sia registrato in California) per che cosa?
Per poche righe a cui la maggior parte di coloro che ne sono venuti a conoscenza, non ha dato peso !
I magistrati hanno l’obbligo dell’azione giudiziaria, questo vale anche per un omosessuale che ha subito violenza ma non denuncia per paura di ritorsioni, in tal caso i magistrati sono obbligati ad intervenire se hanno notizia di reato.
No, nella violenza serve la denuncia di parte. Non serve la denuncia di parte solo se la parte che dovrebbe fare la denuncia è morta.
@ Soqquadro
La definizione “la parte che dovrebbe fare la denuncia è morta” si applica in effetti alla perfezione, in senso traslato, alle così dette Associazioni Gay Politicamente Corrette – e politicamente garantite. Cane non mangia cane.
Non m’interessa minimamente alimentare polemiche che già da sole si alimentano così bene in un paese povero in risorse e ricchissimo in litigiosità.
Al di là delle beghe interne e delle ripicche tra Mancuso da un lato (fra l’altro, protagonista di un coming out vendoliano: si è dichiarato cattolico a viso aperto) e quel che resta del gotha (o sedicente tale) per i diritti degli omosessuali dall’altro, almeno una cosa mi viene però da dirla.
Premetto che quanto espongo ha rilevanza puramente teorica e non si riferisce al caso specifico della “top 10” (che, poi, potrebbe anche essere una “bottom 10”, ma non cambierebbe ovviamente un fico secco): è una riflessione sui principi.
Guardiamo i fatti. Si è parlato di “metodo Boffo”. È vero: il metodo Boffo c’entra, ma vediamo in che senso.
In questo ipotetico schema, nella casella: “legge contro l’omofobia”, cosa abbiamo? Zero spaccato.
Nella casella: “difesa della privacy in relazione alla sessualità”, cosa abbiamo, invece? la legge 167 – ovvero: qualcosa più di zero. Qualcosa, insomma, ANCHE per i “diversamente sessualmente sensibili” (parlando la VERA lingua dei “politicamente corretti”, spero di farmi capire meglio).
Orbene, in linea di principio, come si è comportato il fascismo nel gestire la politica razzista di “purificazione del popolo italico e salvaguardia del maschio latino DOCG” recentemente evocata “a propria difesa” da uno degli appartenenti all’elenco dei “forse-gay”? Come è stato concepito il confino sulla base di criteri ispirati al “sentire” delle gerarchie cattoliche? Che tipo di rapporto c’è tra quella linea e l’assenza dall’ordinamento italiano del reato di omosessualità negli stessi anni in cui nei paesi anglosassoni vigeva come tale?
Il tutto si è retto – e sembra reggersi ancora – sull’aureo principio del “se non ne parli, non esiste”. Tradotto: il modo in cui la dittatura fascista perseguì gli omosessuali “comuni” (non certo quelli ai vertici del regime), ispirato al dettame cattolico a sua volta riflesso nella legislazione, è il modo di chi, negando, sgomina il nemico privandolo di identità e relegandolo ai margini della società con lo stigma generico dell'”asociale”, senza mai nominare – uso il termine di Fede, ché rende l’idea: “Pendoli in Italia??? Ma se l’Italia vanta [segue motto di Bossi, prima versione e dichiarazione di Baccini ‘a sua discolpa’ (?)]”.
Insomma:
1. legge antiomofobia (fatta apposta e riconosciuta apposta per riconoscere che gay e lesbiche corrono più di altri il rischio di esser riempiti di lividi per il solo fatto di avere una sessualità, così come ogni altra minoranza corre più rischi se “esposta in quanto non conforme” [= ASSENZA E MENEFREGHISMO];
2. legge per la privacy “sessuale” (che-vale-per-tutti-quindi-anche-per-i-più-strani-e-la-buttiamo-un-po’-in-caciara-proprio-perché-“vale-per-tutti-e-a chi-tocca-non-s’-ingrugni”) [= PRESENZA E GARANTISMO].
A questo punto, chiunque abbia l’onestà di riconoscere come i massimi livelli di omofobia abbiano convissuto bene (alla perfezione), in Italia, con i massimi livelli di negazione dell’omosessualità, facendo uno più uno si accorgerà in che senso il “metodo Boffo” s’inserisca nel quadro così tratteggiato:
primo passo: cerco di isolare il più possibile gli omosessuali perché ognuno di essi senta il più possibile di essere solo e sbagliato. Nego dunque il più possibile l’omosessualità, ne minimizzo la portata, dico in giro che si tratta di un vizio, di una moda, di comportamento passeggero – del resto, meno se ne sa, più posso sostenere bestialità insostenibili come queste;
secondo passo: una volta ben piantata la spessa cortina di silenzio e di oblio, lascio fermentare tutte le bestialità che ho messo in giro – al resto, ci penserà l’ignoranza e la pigrizia mentale della gente;
terzo passo: alla bisogna, attingendo dal deposito di rimosso che ho creato ad arte soffiando su un fuoco che sarebbe meglio definire altrimenti, intervengo ad libitum caso per caso, a seconda della bisogna:
a) quando si tratta di nemici miei, attingo alla palude, puntando sul metodo “Boffo in chiaro” (“diffamo” il politico e la figura pubblica di turno chiamandola gay e intendendo “pendolo”, per dirla sempre carinamente con Fede. Ricordate? “Attenzionato dalla polizia per le sospette frequentazioni omosessuali”. Roba che ai tempi d’oro del confino non ipocrita non avrebbero saputo dire meglio);
b) quando si tratta di “amici miei”, tiro fuori dal cappello la “vergogna del metodo Boffo” facendo leva sul fatto che “Cribbio! C’è una legge sulla privacy!”, sottintendendo poi che, tutti, dicono “gay” e intendono “pendolo” – e dicono “gay” e intendono “pendolo” perché l’omosessualità è roba da privacy molto privacy, roba da nascondere, melma della più melmosa, tabù dei tabù.
Concludo ribadendo che quanto osservato si riferisce alla “teoria e pratica” dell’outing e al suo brodo di coltura e non entra nel merito dell’efficacia, della sensatezza o della strategia dell’elenco dei dieci, bensì della possibilità virtuale e ideale dell’outing come azione (perché anche questa è stata contestata in quanto tale).
Cerchiamo di vedere la questione da una prospettiva più ampia, senza aggrapparci al boato del momento, che dura come una farfalla diurna. Guardiamo più indietro e più avanti, e scopriremo che, di certo, c’è un fatto solo: A Leonardo e a Michelangelo è andata bene perché avevano buone aderenze “colà dove si puote ciò che si vuole”; ai politici “movimentisti gay” attuali la vita sociale può forse andar meglio che ad altri “consimili” quanto a orientamento sessuale, al punto di sentirsi i dovere di “fare squadra” (ammanicatori di ammanicati) piuttosto e di preferenza con i loro “consimili” quanto a orientamento politico (o, ancora più terra terra, consimili perché politici – a prescindere da retti e corretti; ma un po’ d’ipocrisia garantista non guasta mai). C’est plus facile. C’est plus italien.
Che serva più antropologia applicata a lungo termine e meno tatticismo liofilizzato”mordi e fuggi”, quando si analizza un singolo fenomeno che dà adito a considerazioni più ampie?
Mi fa piacere essere oggetto di diffamazioni da ANNI a causa di stalker che ha avuto qualcosa come 30 denunce e ancora resta lì a metter m3rda su gente a caso presa dalla rete.
Qui invece si scatta subito e pare senza nemmeno precisa denuncia dietro…
siamo sicuri che non si tratti della solita bufala per far comunque parlare di sè certi politici a corto di idee per continuare a obnutilare ovili sempre più confusi (anche se mi stuzzica la curiosità immaginare tizi come Gasparri o Calderoli in cotanti frangenti)?
E’ bello vedere che la procura di Roma si attiva con tale solerzia nei confronti di un’iniziativa, magari di dubbio gusto, ma con un reato praticamente inesistente, quando a piede libero ci saranno chissà quante persone che perseguitano sul serio gli altri (lo stalking è una cosa seria) e restano impunite. La verità è che qualcuno dei dieci, evidentemente con la coda di paglia, si è lamentato ed è stato prontamente accontentato con un’iniziativa che rimarrà lettera morta.
L’esistenza di omosessuali omofobi dimostra che l’omosessualità non è contronatura secondo me …
http://popolosodeserto.blogspot.com/2011/09/omosessuali-omofobi.html
Articolo estremamente interessante, che peraltro sostiene la stessa tesi che il sottoscritto ha qualche volta tentato di argomentare.
L’omofobia interiorizzata di alcuni gay, come dici bene, non è detto che sia ipocrisia, ma come dici tu dimostra per l’ennesima volta, casomai ve ne fosse bisogno, la condizione biologica dell’omosessualità, condizione biologica che, come spieghi bene, precede tutti i successivi costrutti mentali.
Ti ringrazio, Batrakos, della condivisione.
L’omofobia, che spesso degenera in violenze, e’ un male che davvero non riesco a sopportare.
Nel mio piccolissimo cerco di combattere questa follia con il metodo ‘della Litografia Bavarese’ 🙂
http://popolosodeserto.blogspot.com/2010/09/litografia-bavarese.html
Ciao!
Gio
E’ solo un atto dovuto quello della Procura…Un atto pienamente inutile peraltro, se si considera che i soggetti pubblicanti la lista SENZA LO STRACCIO DI UNA PROVA, si sono dati una mazzata nei denti da soli, che si ricorderanno per il resto dei loro giorni.
L’aver minacciato di smascherare politici omosessuali che si comportano da omofobi, e poi l’aver pubblicato quella lista che non dice assolutamente nulla, penso sia stato tra i più grandi “autogol” a cui si potesse assistere da parte del mondo omosessuale.
Pienamente d’accordo con lo smascheramento di certi politici IPOCRITI, in quanto i cittadini TUTTI per me hanno il diritto di sapere circa la lealtà e la coerenza di chi li governa, sono sbigottito, dal pessimo risultato derivante dall’iniziativa…Un risultato che manifesterà la sua fallacia, appena qualcuno dei presenti sulla lista, capirà quanto e’ facile strumentalizzare la situazione.
Il panorama LGBT ha appena mostrato il fianco ai politicanti omofobi, senza una prova che accompagni quella lista. A questo putno mi auguro solo che ce ne abbiano almeno una di queste prove, e che venga fornita al piu’ presto.
Non ne hanno prove, altrimenti non sarebbero anonimi. Fortunatamente una parte consistente delle associazioni gay se ne dissociata.