La Pubblica Assistenza del paesino Chiesina Uzzanese (PT) si è vista regalare dalla Pro Loco della zona una statua della madonna. Ma sulla base dello statuto, che non ammette l’esposizione di simboli religiosi, ha quindi rimandato al mittente l’omaggio. Tra l’altro lo stesso consiglio della Pubblica Assistenza aveva votato a maggioranza per non accettare il dono. Durante l’inaugurazione della nuova struttura comunque era intervenuto anche il vescovo, che aveva proceduto alla benedizione sia dell’edificio, sia della madonnina in questione.
Ne è nata una diatriba, con tanto di lettera firmata da alcuni componenti della Pro Loco che hanno contestato l’applicazione del regolamento, chiedendo di modificarlo. Lettera in cui si sostiene tra l’altro che la “stragrande maggioranza della popolazione” è cattolica e che quindi non si può “espellere dagli spazi pubblici comuni ogni riferimento alla nostra religione”. Anzi, secondo i contestatori, “i diritti delle minoranze (quella dei laici o sedicenti atei o quantomeno degli indifferenti) passano avanti a quelli delle maggioranze”.
Così risponde Antonio Berti, vicepresidente dell’istituzione: “a parte il crocifisso non possiamo esporre alcun altro simbolo religioso”. Nonostante ciò “lo stesso abbiamo portato la questione all’esame del nostro consiglio direttivo, che si è espresso democraticamente declinando l’offerta”.
Valentino Salvatore
E’ come se un’associazione cattolica donasse una statua della madonna ad un circolo UAAR e poi si incazzassero perchè non viene esposta.
mi hai fatto venire un’idea
E certo, ti la farai pagare a sovrapprezzo da provincia, regione o comune. Non perdi l’occassione per rubare.
vuole in dono una bellla statua di Priapo a grandezza naturale da esporre in chiesa?
o in alternativa nei locali del catechismo.
@parroco
Se la mandassi a me una madonna, te la farei tornare indietro con i baffi disegnati sul viso! 😀
invece di dare un contributo economico alla Pubblica Assistenza, le regalano un simbolo religioso
e poi si lamentano perche’ viene rispedito al mittente
dei cittadini laici garantistono la Pubblica Assistenza, e del clericali vogliono imporle dei simboli di parte: bell’esempio di “salvaguardia del bene comune”
imporre a tutti i simboli ideologici di una (presunta) maggioranza e’ una caratteristica specifica di regimi totalitari: e questi lo rivendicano senza pudore
Manderò una scatoletta di condom in regalo a tutti i preti che conosco.
🙂
Lascia perdere , faresti loro solo un piacere…
Ipocritamente e con arroganza si appellano ai diritti della maggioranza, chissà perchè mai a quelli dell’uguaglianza.
Ma infatti, proprio la maggioranza (del consiglio direttivo) ha deciso che non voleva la statua.
Mi riferivo ai bigottoni della Pro loco che parla di “stragrande maggioranza della popolazione che è cattolica” secondo loro e pertanto possono imporre di mettere madonne dove c.a.z.z.o gli pare imponendo di prepotenza simboli religiosi.
Lo so, il mio intervento mirava proprio a questo: pretendono l’installazione della statua perché lo chiede la maggioranza della popolazione (il che è tutto da dimostrare), e un’altra maggioranza (quella dell’associazione) vota per rispedire la statua al mittente.
Chi di (dittatura della) maggioranza ferisce, di dittatura della maggioranza perisce.
È il ragionamento che è allucinante: se improvvisamente tutto il mio paese diventasse ateo, avremmo il diritto di fare irruzione in chiesa e dare alle fiamme il crocifisso (o magari la chiesa stessa)? E se il parroco si opponesse, avremmo il diritto di pestarlo? Ma stiamo scherzando? Queste cose mi fanno pensare al sacco di Roma del 476, non all’Italia del 2011.
“a parte il crocefisso”: se togliessero anche il crocefisso sarebbero più meritevoli, ma meglio poco che niente, rimane un notizia positiva, non guasta ogni tanto un po’ di coraggio laico
magari l’avevano truccata per farla piangere
Ma regalarla a sua volta a qualcuno ai cui possa interessare?
Tanto i soldi ormai sono buttati, perche’ rispedirla indietro?
Del resto e’ un regalo e uno ne puo’ fare quello che vuole.
quelli della CCAR sono degli esibizionisti incontinenti e perciò fanno come i cani che per delimitare il porprio territorio p.i.s.c.i.a.n.o. su ogni albero !!!
Che se li tengano nelle chiese i loro feticci!
Per una volta la Chiesa non c’entra.
no, ma il cattolicesimo e le pretese da prepotenti dei cattolici sì……per una volta la prepotenza l’ha tentata il gregge, invece del circolo dei pastori in nome del gregge…..
Hai ragione teologo non e’ come lo scandalo della pedofilia nel clero, i finanziamenti pubblici, l’evasione fiscale dove invece c’entra.
E’ il metodo e la logica da “dittatura della maggioranza” dei vostri fedeli, che la fà rientrare dalla finestra…! Meno Vangelo e piu’ John Stuart Mill, Tocqueville e Montesquieu per voi. Non vedo altra soluzione.
Scusate sempre la mia abissale ignoranza, ma qualcuno sa dirmi la natura giuridica di questa Pubblica Assistenza?
Cosa è?
Associazione privata? Patronato? Ente Pubblico? Cosa?
Se nello Statuto è chiaramente detto che non è ammessa la presenza di alcun simbolo religioso, hanno già creato un precedente e mostrato il fianco , tenendo affisso il crocefisso.
Se fin dalla costiruzione di detta Assistenza Pubblica, nei suoi locali, c’è sempre stato il crocefisso, sono in netta contraddizione con il loro Statuto e forse dovrebbero provvedere o a modificare lo Statuto o a rispettarlo, anche perchè adesso risulta incomprensibile ogni futuro rifiuto verso omaggi che simboleggiano qualsivoglia religione.
“Lettera in cui si sostiene tra l’altro che la “stragrande maggioranza della popolazione” è cattolica e che quindi non si può “espellere dagli spazi pubblici comuni ogni riferimento alla nostra religione”. Anzi, secondo i contestatori, “i diritti delle minoranze (quella dei laici o sedicenti atei o quantomeno degli indifferenti) passano avanti a quelli delle maggioranze”.”
le solite boiate trite e ritrite… non ci arrivano a capirlo che il diritto serve, tra le altre cose, per preservare le minoranze dall’arroganza delle maggioranze. Non conoscono il significato della parola Democrazia.