Per la prima volta un giudice britannico ha sentenziato per lasciare in vita una donna, con danni cerebrali irreversibili e caduta in stato vegetativo persistente a seguito di una encefalite virale che l’aveva colpita nel 2003, i cui parenti avevano fosse lasciata morire con la sospensione di idratazione e nutrizione artificiali. Secondo la madre e la sorella, la donna avrebbe detto loro di non voler essere tenuta in vita in certe condizioni, riporta il Telegraph.
Ma il giudice Baker non ha convenuto con loro, pur esprimendo vicinanza verso la famiglia che per anni si è presa cura della donna, sostenendo che ci sarebbero “prospettive ragionevoli” per un miglioramento e che le dichiarazioni della donna in stato di coscienza non hanno valore legale. Primario è secondo il giudice il principio della “preservazione della vita” che, sebbene “non sia una regola assoluta” rimane “principio fondamentale”. Una equipe medica avrebbe inoltre rilevato che la donna si trova in uno “stato minimo di coscienza”, quindi sarebbe in qualche modo consapevole di sé, oltre a poter compiere alcuni movimenti e sperimentare sensazioni, seppur limitate.
Valentino Salvatore
le parole sono importanti. non si possono usare a caso.
O si tratta di stato vegetativo permanente,
O si tratta di stato minimo di coscienza (che può esser reversibile o meno a seconda che sia acuto o cronico. in questo caso direi che se è questo, non è reversibile visto il tempo).
le due cose non sono sovrapponibili.
in ogni caso è evidente la necessità di un testamento biologico. non solo in italia.
Kaworu, a leggere qua dall’ultimissima lo stato vegetativo è persistente, non permanente, ovvero, se non sbaglio, ha alcune possibilità di reversibilità.
Qua bisogna capirci meglio.
se è messa così dal 2003 e si tratta di stato vegetativo persistente, ha ottime probabilità di esser diventato permanente.
lo stato minimamente cosciente è una sorta di emersione dall’SVP, ma non è che sia così frequente il passaggio.
e non è nemmeno così facile fare una diagnosi, quindi di sicuro c’è da vederci chiaro su questo punto.
permane il problema del “questa persona non avrebbe voluto restare così” e la necessità di poter mettere per iscritto (e veder rispettate) le proprie volontà.
Sì, è vero.
Mi sa che i tempi sono molto lunghi per poter prevedere ragionevolmente una ripresa, e inoltre, sempre da quel pochissimo che ho appreso, anche le possibilità di riportare danni sono altissime.
Comunque concordo con te, come puoi vedere anche dal mio commento sotto, dove non parlo direttamente di testamento biologico ma, aggiungo ora qua, convengo che esso sia sempre lo strumento più semplice e chiaro.
Infatti, le parole sono importanti, qui si parla di “preservazione della vita”, sai come la conservazione dei salamini o dei formaggi.
Non so come funzioni la legge da quelle parti, ma io credo che sia sempre bene mettere per iscritto certe cose, alla presenza di testimoni e possibilmente di un notaio.
Scripta manent verba volant: le dichiarazioni a voce, visto che non possono essere constatate, sono facilmente impugnabili, dato che potrebbero essere considerate invenzione del richiedente in vece dell’ammalato, il quale, per ovvii motivi, non può pronunciarsi sul momento.
Questo lo dico come principio generale di cui sono convinto, però, nel singolo caso qua trattato, non conosco le leggi in materia vigenti in Gran Bretagna.
Non ho capito, la donna è in stato vegetativo persistente o in uno stato di minima coscienza?
è quel che mi domando anche io, visto che non risulta affatto chiaro e che son due cose diverse.
resta comunque che in una situazione terminale/senza speranza uno deve avere tutto il diritto di decidere del suo corpo e della sua “vita”.
purtroppo per lei, non ha lasciato nulla di scritto.
Appunto. Poi a me che “Sarebbe in qualche modo consapevole di sé, oltre a poter compiere alcuni movimenti e sperimentare sensazioni, seppur limitate” pare una tortura pure peggio.
In Gran Bretagna vige il principio giuridico della Common Law, profondamente diverso dal nostro ( e francese) Diritto dove tutto viene stabilito per legge. Evidentemente il giudice ha sentenziato in base a precedenti. Sarebbe stato diverso – e @Batrakos ha centrato il punto – se vi fosse stata una inoppugnabile volontà scritta o testimoniata dell’interessato. Per inciso nel Regno Unito non esiste la figura del notaio e le volontà possono essere raccolte dalle due figure di avvocato esistenti: il Barrister e il Solicitor.
@ Kaworu: d’accordo con te su l’uso dei termini usati che implicano situazioni non sovrapponibili e, se vogliamo, profondamente diverse.
Si deve preservare la vita ,tranne che per gli atei impenitenti,la loro non vita.
parli ancora in senso figurato come quando ti sei messo la coda fra le gambe tempo fa, oppure parli chiaramente di uccidere gli atei?
no così, per sapere.
occhio a non bruciare le omelette anche oggi, che poi il prete ti leva ancora la connessione per punizione.
e con questa ti sei giocato il paradiso, caro il mio Alecatto.
Ci si vede all’inferno: vedrai, ti divertirai un mondo con noi (e noi con te) 😉
@ Ale.
La vita delle amebe cattoliche come te, invece, non vale proprio un fico secco.
Più straparli più affondi nella melma, per non dire altro.
se non altro lui non avrà mai il dilemma del “SVP si, SVP no”. EEG piatto.
Alecattolico, parafrasando Petrolini, io non ce l’ho con te ma con l’amministrazione che non ti banna.
Aluccio, senza volerlo (ovviamente) l’hai scritta giusta: i cattolici devono restare i decenni attaccati alle macchine a soffrire senza remissione, gli atei se ne vanno quando vogliono.
Il rispetto della vita dovrebbe partire dal rispetto degli ecosistemi.
Tanto per ricordare:
Giornata Mondiale della Gioventù = 4 tonnellate di rifiuti (non diferenziata) + tonnellate di CO2 di viaggi aerei da tutto il mondo
Congresso eucaristico di Ancona = €100.000 di raccolta rifiuti (non diferenziata).
Poi però s’impegnano in tener vivo un cadavere e venerare le mummie.
Quanto sei lontano dalla Verità………
tu invece ce l’hai in tasca, immagino
L’unica Verità che accetto è la realtà. L’ecologia se ne frega della tua Verità. Spero soltanto che tu non abbia contribuito a questo innutile inquinamento.
Gargiulo,
la tua stima per difetto non tiene conto dei papaboys
mah, fossi stato il giudice forse avrei deciso così anch’io…stato minimo di coscienza…consapevole di sé….
C’ha ragione Kaworu, questo caso dimostra solo l’evidente e sempre maggiore necessità di un testamento biologico.
Tutti siamo d’accordo che la “preservazione della vita” è un “principio fondamentale” e sacrosanto (laicamente e religiosamente parlando).
Della vita, per l’appunto.
Ma lo stato vegetativo permanente senza alcuna speranza di uscirne è vita?
Sarebbe bello se una volta tanto i cattolici intervenissero con un commento/contributo serio…
Tutti siamo d’accordo che la “preservazione della vita” è un “principio fondamentale”
Più che un “principio fondamentale” io lo definirei un “diritto fondamentale” così anche la mia volontà espressa in modo lucido. La mia vita personale mi appartiene e non ho nessun “obbligo di vivere” inculcato da nessun “principio”.
Giusta precisazione
Dal 2003 e’ in queste condizioni, e’ parlano di possibilita’ di miglioramento?
Certo tra qualche anno sara’ capace di morire da sola.
Il giudice stavolta ha fatto bene.
C’è uno stato di “minima coscienza”, la paziente non ha lasciato volontà chiare per iscritto ed evidentemente la testimonianza dei familiari non è convincente.
Nel dubbio, è meglio lasciare le cose come stanno. Ecco perchè è importante indicare le proprie volontà in materia di fine vita SCRITTE DI PROPRIO PUGNO.
è che il dubbio a quanto pare c’è anche sull’effettivo stato della paziente, tra le altre cose.
Soltanto una persona che ignota del tutto le leggi della vita e delala biologia moderna può parlare in questo modo. L’ignoranza delle leggi non va mai ammessa, neanche per quella delle scienze.
“Con danni cerebrali irreversibili e caduta in stato vegetativo persistente a seguito di una encefalite virale che l’aveva colpita nel 2003”
Dal 2003 ridotta in queste condizioni?
“Sospensione di idratazione e nutrizione artificiali?”
Eutanasia e di corsa.
Vogliamo assumerci le nostre responsabilita’ o no?
“Preservazione della vita” : non e’ compito della magistratura fare filosofia.
Gli antichi Egizi erano piu’ civili, almeno imbalsamavano le persone quando erano morte.