Il sito del Cognitive Science Journal Archive ha pubblicato un paper preliminare di quattro ricercatori dell’università di Boston dal titolo Religious Belief Systems of Persons with High Functioning Autism. Gli studiosi hanno realizzato un’inchiesta, che essi stessi giudicano assolutamente propedeutico, in cui hanno analizzato le discussioni su un forum online dedicato all’autismo e realizzando un questionario che ha incluso 61 persone affette da HFA (autistici con elevate capacità). Ne è emerso che la percentuale di atei e agnostici tra questi autistici è più alta che nel resto della popolazione. Una componente del team, Catherine Caldwell-Harris, ha pubblicato un articolo su Science and Religion Today dal titolo Why Are High-Functioning Autistics More Likely to Be Atheists or Agnostics? in cui ha analizzato questo dato. La psicologa conclude sostenendo che gli affetti dalla sindrome di Asperger non sono necessariamente caratterizzati da disabilità, problemi mentali o condizioni psichiatriche, ma si distinguono piuttosto per un differente profilo sociale e cognitivo. Tom Rees, commentando la ricerca su Secular News Daily, ha ricordato che la ricerche basate sulla tecnologia di neuroimmagine hanno mostrato come le persone che pregano utilizzano le stesse parti di cervello attivate per interagire con altre persone. E si è domandato: “se gli autistici non sono interessati ad avere amici reali, perché mai dovrebbero essere propensi ad avere amici immaginari?”
Raffaele Carcano
“se gli autistici non sono interessati ad avere amici reali, perché mai dovrebbero essere propensi ad avere amici immaginari?”
Ci può stare, direi!
Oppure (ipotesi mia), se gli autistici possono più degli altri evitare di pensare mediante luoghi comuni, e quindi possono sviluppare una mentalità propria IMMUNE da condizionamenti, anche il condizionamento religioso non farà presa su di loro.
Psicologicamente, è vero che gli autistici tendono a rifiutare l’ “altro”, quindi è probabile che sviluppino un sistema cognitivo autonomo (anche dai lavaggi del cervello, intendo).
Ma è meglio lasciare la parola agli sviluppi futuri della scienza medica.
Fatemi però puntualizzare che non tutti gli autistici “non sono interessati ad avere amici reali”; molti lo vorrebbero, almeno in qualche misura, ma hanno problemi di abilità sociali.
Comunque avevo letto un altro articolo in proposito, in cui si affermava che gli autistici rispetto ai neurotipici (= non-autistici) sono meno portati al “pensiero teleologico”, cioè al vedere un “fine ulteriore” dietro eventi casuali della vita (ciò anche rispetto ai neurotipici non credenti): http://blogs.scientificamerican.com/observations/2010/05/29/people-with-aspergers-less-likely-to-see-purpose-behind-the-events-in-their-lives/
TBH però non saprei dire quanto ciò sia dovuto a un modo di pensare (e di interpretare le domande) più letterale, anziché a minore inclinazione religiosa in senso proprio.
Probabilmente gli autistici, essendo poco o niente interessati alla “chiacchiere” degli altri, sono anche poco indottrinabili.
Se per chiacchiere intendi small talk, sì, sono poco interessati. Ma c’entra poco con la religione.
Sull’indottrinamento dipende, soprattutto dall’età e dal livello cognitivo. Qui parliamo di alto funzionamento quindi quest’ultimo è assodato. Diciamo che un Aspie adulto è (in genere) poco propenso a essere indottrinato, ma un bambino al contrario è facile che prenda per buono in maniera letterale tutto quello che gli dici, non avendo il concetto che gli altri mentono o che possono pensare cose sbagliate.
Penso che proprio la tendenza all’interpretazione letterale possa essere una fonte di stress mentale per un bambino autistico: le contraddizioni della religione che un bambino “normale” è in grado di vedere (l’assenza dei dinosauri nella narrazione biblica, la creazione, o i regali di babbo natale per tutti i bambini ma di piu’ per quelli ricchi, ecc.) e in qualche modo di aggiustare e assorbire, potrebbero essere fonte di conflitto per chi tende a disporre le conoscenze in categorie distinte per necessità “patologica” di coerenza.
Poi potrebbe giocare anche l’indifferenza all’appartenenza a un gruppo sociale, come rileva anche l’articolo. A un bambino con difficoltà di interpretare i meccanismi sociali, puo’ risultare incomprensibile partecipare a riti ripetitivi, per la “gioia” di stare insieme.
Avevo letto anni fa che un famoso Aspie è Bill Gates che infatti destinava aiuti piuttosto generosi ai suoi dipendenti con figli nello spettro autistico (pare che la silicon valley sia ad alta densità di questo problema).
Dove non mi aspetterei di trovare autistici ad alto funzionamento sono tutte le attività che prevedono una certa interpretazione ideologica della realtà allo scopo di manipolare e quindi controllare gli altri. Tra cui la religione. Ci sono state grandi menti che si presume fossero autistici ad alto funzionamento ma tutti solitari, non ci sono, mi sembra, trascinatori di folle, nessuno che ha sfondato in politica. Geni in matematica, scienze, musica, ma nessuno in attività che richiedevano capacità sociali.
Secondo me la religione risponde a un’esigenza individuale di appartenenza a un gruppo, è un pretesto per dare supporto attraverso la validazione sociale. Per un autistico passare per la validazione sociale implica al contrario sottolineare la propria “invalidità”, e quindi non ha senso.
Mi piace molto il tuo commento, Sandra!
Ah non è esatto neanche dire che “Psicologicamente, è vero che gli autistici tendono a rifiutare l’ “altro”” perché si tratta di una differenza neurologica (che ha a che fare con la percezione in primis) piuttosto che con un tratto opposizionale della personalità/della psicologia. Insisto perché è un argomento cui tengo molto.
Come scienziato trovo questa correlazione per lo meno strana. Mi piacerebbe sapere di più sulle modalità dell’esperimento.
Che poi la preghiera faccia bene , in tempi lunghi lo escludo sia a priori che a posteriori, in quanto ottinene risultati opposti a quelli della meditazione (vedi samyama).
interessante, leggerò l’articolo
Ricerca interessante.
scusate ma è molto difficile capire. Un dubbio però ce l’ho , da quando non credo più in dio(un percorso iniziato circa dieci anni fa) sono diventata più introversa e non amo particolarmente parlare con la gente. Sarà perchè le persone che conosco sono tutte più o meno credenti anche se non praticanti e perciò mi sembrano limitate(nel senso che non ricercano), sarà che alcune di queste persone mi ritengono strana se non stravagante per la mia scelta. sta di fatto che probabilmente ci escludiamo a vicenda. Quindi potrebbe essere che l’autismo inteso come sistema cognitivo autonomo abbia questa prerogativa e fra un po’ magari scoprirò di essere autistica, niente di male, l’importante è sopravvivere…
l’autismo è un po’ più complicato di “non gli interessa avere amici” 😉
A me risulta che si nasca non si diventi autistici, e mi risulta tra gli altri sintomi che dovresti avere una vera fobia per il disordine.
e ti risulta male…solo erronei luoghi comuni. leggi di più e capisci meglio. autistici, per lo più, si diventa. è solo lo spunto iniziale che ti do. io sono autistico, come mia figlia.
Sì, è genetico per cui si nasce e non si diventa; semmai si diventa più introversi come mi pare sia capitato a Marilena.
La “fobia per il disordine” non è nei criteri diagnostici; i tratti caratterizzanti sono propriamente (vado a spanne, anche perché non mi entusiasma la formulazione del DSM) difficoltà nelle abilità sociali e nella comprensione della comunicazione non verbale, interessi ossessivi, resistenza al cambiamento; non è formalmente fra i criteri ma dovrebbe esserci la presenza di percezioni sensoriali anomale (NON nel senso di percepire cose che non ci sono, ma per esempio essere molto sensibili a luci e rumori, esperiti come più forti e disturbanti che per le altre persone, etc). La fobia per il disordine può essere un aspetto della resistenza al cambiamento, se la persona ha l’ordine fra le sue routine, ma non è affatto detto lo sia.
In generale va ricordato che non ci sono due casi identici e che ciascuno dei tratti che vengono esemplificati può essere o meno presente o comunque manifestarsi in forme e intensità che variano di molto.
Chiedo scusa della mia ignoranza Carlo, se in qualche modo può averti offeso. Però cerca di essere meno aggressivo.
Quello che è successo a te, Marilena, è solo la conseguenza del fatto che frequenti un gruppo di persone non stimolante.
Probabilmente (azzardo a indovinare), il suddetto gruppo è composto da persone che devi vedere quotidianamente (compagni di classe, colleghi di lavoro) o persone che ti sono vicine perchè è anni che le conosci.
La soluzione al tuo problema? Conoscere altra gente.
la soluzione al suo problema? tornare a Cristo…..
uahahahhahahah si certo, come no.
lei non sembra ridere così allegramente
non è colpa sua se è circondata da amebe. basta “cambiare giro”.
la colpa è sempre degli altri. specie se sono cattolici.
beh lei lamenta appunto le reazioni dei suoi cattolici conoscenti, quindi perdonami, ma perchè lei dovrebbe tornare pecora per farsi accettare da chi altrimenti non l’accetta?
hai un modo ben strano di ragionare.
ma comunque, hai qualcosa da dire sull’articolo?
adesso mi tocca fare il bambinio dell’asilo :”Però ha cominciato lei!!!” nel senso che le persone che conosceva le parevano limitate. Non mi pare un buon modo per continuare una frequentazione. Se, inoltre, non erano comunque praticanti, e credenti “più o meno”, mi pare improbabile che sia stata oggetto di ostracismo. Ammesso e non concesso che questo sarebbe stato il naturale comportamento dei credenti e praticanti (Cicero pro domo sua). Infine, a ‘sto punto deve abitare in un paesino di 100 anime a 73 km dalla città più vicina, se in tutto questo tempo non ha trovato nessuno con cui valga la pena relazionarsi. Oppure, più semplicemente, è un SUO problema.
infatti non vedo perchè dovrebbe continuare a frequentare persone che le sembrano limitate.
o appunto può essere un suo problema che non ha nulla a che vedere con l’ateo si/ateo no.
quindi in pratica hai parlato per niente.
avevo solo suggerito una pssibile soluzione. scusa, non lo faccio più…
una non-soluzione, vorrai dire
puoi anche vederla così. si chiama libero arbitrio.
beh è come dire “mi sono reso conto di esser circondato da babbei…”.
e come soluzione tu proponi una lobotomia.
eh beh.
Non ho dato del babbeo a nessuno. Ho semplicemente detto che possiamo scegliere di credere o non credere. Tu hai scelto di non credere. Io ho scelto di credere. Questo ti rende più intelligente di me?
“tornare in cristo”…
evito di risponderti…
Rimane il fatto che puoi scegliere quello che vuoi, ma continuera` a non esistere alcun dio.
Per me è l’esatto contrario. Da quando ho acquisito piena consapevolezza del m io ateismo latente (non sono mai stato un credente, ero solo uno incanalato in un binario… insomma qualcuno aveva detto per me che ero cattolico ed io non mi ero mai posto alcun problema, cioè non mettevo piede in chiesa e non mi facevo mai domande circa dio e comunque stavo bene lo stesso), sono diventato ancora più godereccio, mi piace stare con le persone ancora di più di prima, divertirmi sempre quando posso, ridere, godere della vita in tutto, perchè apprezzo la vita ed il corpo e non li mortifico e non ho sensi di colpa per le mie abitudini sessuali, per le mie preferenze, per quello che penso, faccio, dico. Si, decisamente meglio.
da vivere a sopravvivere, che percorso interessante…
hai qualcosa da dire sull’articolo? no giusto per sapere…
@ kaworu
stai parlando con josepf-giusepe il padre di gesu, lui dire il vero sta cercando ovvunque lo spirito santo non so come mai ma ce l’ha a morte con lui,il resto, l’articolo compreso, non li interessa affatto
Mah, ovvio il commento sugli “amici immaginari” (sito che vai…). Sono perplesso su due punti: gli autistici in genere si rifugiano negli schemi, e questo spiegherebbe il perchè non cerchino al di fuori del “razionale”, a parte il fatto che la ricerca di Dio non è solo un percorso interiore ma si articola anche in una esperienza interpersonale, il che suffragherebbe l’articolo stesso. Da credente, invece, mi chiedo se è veramente possibile che Dio stesso metta un “ostacolo” (queste particolarità dell’autismo e/o sindrome di Asperger) tra Sè e chi lo dovrebbe raggiungere. L’ostacolo in sè non parrebbe insuperabile, visto che lo studio (gli ho dato solo un’occhiata) mostra che comunque ci sono credenti in buona percentuale anche tra queste persone, ma vale la pena meditarci un po’…
è già bello che non pensi che sia stato il diavolo a creare l’autismo come ostacolo…
@Joseph
Con tutta la buona pace di quando Gesù dice a un ceco che la sua menomazione è causata dall’amor divino…
*pardon: disse*
joseph il minorato,
poniti qualche domanda sull’ostracismo sociale di cui parla marilena, e vergognati quale sottospecie di fertilizzante che sei
@ kaworu: l’unico ostacolo che il diavolo può metter tra noi e Dio è la nostra superbia. Ma sta a noi accettarla e viverla.
quindi stai dicendo che sta a noi accettare di esser superbi e vivere da superbi? geniale XD
pardon, la risposta qui era a joseph qui sopra.
E a chi altri spetterebbe? Credi che qualcosa o qualcuno controlli le tue azioni dall’esterno, tipo marionetta? No, presumo, quindi ogni tua azione è dettata dalla tua coscienza e dal tuo intelletto. Ergo…
non so se hai capito quel che ho scritto io e quel che hai scritto tu.
Qua un fulgido esempio, uno dei miei idoli:
http://www.youtube.com/watch?v=6mMLSFVuZQE
ah il problema era il link? tranquillo, i link youtube sono mo de ra ti di default, non perchè sei tu o altro.
gli altri dipende, se ne posti più di uno per post, è probabile che finisca bloccato.
(Nota: il tuo commento è in attesa di essere approvato)
siete proprio una banda di stronzi.
Almeno argomenta, che ci facciamo due risate 🙂
Beh la censura preventiva mi pare si sappia di che stampo è…
“siete proprio una banda di stronzi.”
certo! ma non abbiamo bisogno di un capo, puoi andartene! 😀
Ce l’avete, e non sono certo io (Me ne guardo bene)
Credo che dipenda dal filtro automatico: capita a tutti di essere messi in ‘aspettativa’…io di solito mando una mail all’amministrazione.
L’unica cosa che non capisco: il filtro censura anche sintagmi interni alle parole che possono evocare turpiloquio, poi si vede che escono tranquillamente commenti contenenti turpiloquio esplicito o, al contrario, vengono messi in mod commenti senza questi sintagmi (a me è capitato e ci sono stato attento)…boh?
In ogni caso, Rasputin, non credo che sia una volontaria censura a te, altrimenti sarebbero stati messi in quarantena anche gli altri tuoi commenti.
Io ho visto che vengono messi in quarantena anche puri e semplici links a commenti sulle Ultimissime: L’UAAR che mette in quarantena sè stessa… Mah?
è il filtro automatico -.- che non capisco sinceramente su quali criteri si basi, dato che appunto “stronzi” lo lascia passare, per dire.
Ci sarai tu e tua nonna.
PS per gli admin: perche’ mi appare (Nota: il tuo commento è in attesa di essere approvato) su un commento altrui?
Esatto…
Occhio mi riferivo alla moderazione/direttivo UAAR non agli utenti;-)
Sai quello “stronzi” detto così era ambiguo. Tante volte sono andato anche io in moderazione, dipende dalle parole che si usano o se si inseriscono link. io risolvo mandando una mail, fallo anche tu.
Sì è proprio la parola S-T-R-O-N-Z-I che mette in moderazione, appena testato.
Hai ragione mi sonjo spiegato male (Malissimo)
è la Grande Cospirazione Giudaica che conduce una Censura Preventiva sulle Verità Scomode.
@Batrakos: mi conoscono, credimi.
forum & ultimissime son due cose diverse con moderazioni diverse (e del tutto indipendenti) eh.
comunque tranquillo che non sei l’unico a finire in moderazione 😉
forum & ultimissime son due cose diverse con mo dera zioni diverse (e del tutto indipendenti) eh.
comunque tranquillo che non sei l’unico a finire in mo deraz ione 😉
Il commento conteneva un link, e come dovrebbe essere noto i link sono moderati, onde evitare OT e, soprattutto, spam delle più diverse forme. Valutino poi i navigatori se questa semplice circostanza giustificava una reazione di quel tipo.
@ Moderazione Ultimissime
La stranezza è che alcuni link passano immediatamente mentre altri vengono messi in attesa, e non è chiaro il “criterio con cui” alcuni passano e altri no.
Io sinceramente non ho MAI capito cosa evitare di scrivere: se lo sapessi, eviterei senza problemi di scrivere parole che verrebbero bloccate (oppure, se necessario, le scriverei lo stesso, ma cosciente in partenza di dover attendere), e le discussioni filerebbero lisce.
Mah, prima o poi diranno che gli atei sono così perché sono simili agli autistici, quindi dei malati…
con tutto il rispetto, la vedo veramente dura.
Con tutti i dubbi sulla scientificità dell’esperimento (quanta è la possibilità di controllare le variabili che possono condizionare l’avere o meno una fede?), non credo che abbia nulla a che fare con il considerare gli atei dei pazzi; anche perché, come l’articolo stesso mette in luce, l’autismo ad alto funzionamento *non* è da considerarsi una malattia (anzi qualche Aspie che leggesse il commento potrebbe offendersene – non io perché sono ben aware della mancanza di informazione).
Cara Kaworu, il livello di mala fede e di stupidità dei vari avvenire, ma anche di libero, del giornale di Berlusconi, del foglio di Ferrara e dei vari Minzolini di turno non hanno limiti. Parafrasando il buon Einstein, la intelligenza è una quantità finita, mentre la stupidità non ha limiti. Ornai non mi meraviglio + di nulla. Vedi il famoso tunnel tra il CERN ed il Gran Sasso. Di castronerie se ne possono dire molte. Quindi non mi meraviglierò affatto quando leggerò che noi miscredenti siamo paragonabili agli autistici e che abbiamo delle tare.
Iging, per favore un po’ di rispetto per gli autistici che non hanno voglia di farsi dare dei “tarati”. D castronerie se ne sentono ma non è di questo che si sta parlando. La ricerca è sui processi cognitivi, almeno dovrebbe esserlo, non vedo (complottismi a parte) come dovrebbe riflettersi negativamente sugli atei.
@ iging
No, non ci posso credere. Ma allora la gente crede davvero che ci sia un tunnel tra Cern e Gran Sasso? Un tunnel di 430 Km? Sono allibito.
@ C.
Io invece credo che qualcuno potrà usarla per metterci in cattiva luce.
Quando dici “autismo”, la gente pensa a Dustin Hoffman nel film Rainman; ben pochi sanno cosa sia l’Asperger e che esistono molti gradi di autismo.
Aggiungici che un buon numero di credenti, quando dici “non credo in nessun essere sovrannaturale” hanno un’espressione del tipo “ma questo è scemo!”.
A questo punto il piatto è servito.
Sembra che l’autismo (Altamente Funzionale, importante) predisponga alla non credenza -> È sicuro che le tare mentali implicano il rigetto di Dio -> È sicuro che chi rigetta Dio ha delle tare mentali.
Basta sostituire *sembra* con *è sicuro*, *Asperger e simili* con *Rainman* e giocare liberamente con la logica per arrivare a queste conclusioni. È un ragionamneto totalmente errato, ma sono dell’opinione che qualcuno lo farà. Anche se spero di sbagliarmi.
Marco, però il problema è educare al fatto che autismo non è solo “rainman” o “basso funzionamento”; così si evitano derive come quelle che temi e, al contempo, si fa anche un po’ di informazione corretta sull’autismo (e sarebbe ora! Nel nostro paese siamo a livelli di disinformazione abissale). Poi uno studio è corretto o scorretto a prescindere dall’uso che se ne fa in seguito (o se ne potrebbe fare).
//Sembra che l’autismo (Altamente Funzionale, importante) predisponga alla non credenza -> È sicuro che le tare mentali implicano il rigetto di Dio -> È sicuro che chi rigetta Dio ha delle tare mentali.// Questa è pessima logica, anche se lo so che viene usata, purtroppo.
Sì, stiamo dicendo le stesse cose.
Riprendendo l’esempio di iging, il fatto che gente creda che sia possibile costruire un tunnel di 430 Km dalla Svizzera al Gran Sasso (per di più perfettamente diritto, altrimenti come passano i neutrini?) la dice lunga non tanto sulla cultura (non credo sia banale sapere che i neutrini attraversano migliaia di km di materia senza problemi) quanto sulle capacità di ragionamento della “gente comune”.
Quando si parla di scienza, alcune persone adottano un ragionamento “io non ci capisco niente!” a priori e si basano sui luoghi comuni. In questa prospettiva, temo che l’assurda catena di ragionamenti da me esposta possa funzionare.
Secondo me è fondamentale l’atteggiamento della stampa: se qualche giornalista ignorante (oppure in malafede) ricamasse sulla cosa, questo farebbe da cassa di risonanza per far scoppiare il caso.
Credo comunque che un’eventuale attacco non possa causare troppi danni. Atei e agnostici preferiscono ragionare con la propria testa e si faranno una risata (amara). Chi lascia che il testo sacro X pensi al posto suo, avrà la conferma di qualcosa di cui era già certo prima.
concordo con C. (che mi ha risparmiato un sacco di risposte 😉 )
Per par condicio .. già si dice che i credenti siano simili ai paranoici e quindi anche loro dei malati!
In realtà la variabilità di un carattere complesso che si osserva fra individui di una popolazione, si presenta come una curva a campana: gli individui che si trovano entro certi limiti, fissati a destra ed a sinistra di un valore centrale, sono considerati normali; quelli che si trovano fuori da questi limiti, sia a destra che a sinistra, sono considerati malati. Nel caso di cui stiamo parlando, secondo certi autori, ai due estremi opposti ci sono le sindromi autistiche e le varie forme di psicosi; in mezzo la gente “normale” anche se con caratteristiche più o meno spostate verso i due estremi. Un ateo sistemizzante (che l’articola suggerisce che stia dalla parte che ha come estremo l’autismo) non è detto che sia malato.
Peraltro, Freud ha scritto un interessante saggio nel 1907: “Azioni ossessive e pratiche religiose”.
Ottimo, allora questo commento non contiene alcun link: sul valore di tantissimi iscritti dell’associazione, non c’è certo da discutere.
Su quello delle ‘istituzioni’ in sé, ovviamente il blog ed forum non possono essere altro che una prosecuzione dell’associazione, con le medesime impostazioni etiche e politiche.
E il mio parere è che queste facciano schifo. Nel suo piccolo, trovo che segua le medesime deteriori logiche di una chiesa.
E, cari miei, se questo può rassicurarvi, ogni tanto la proposta di togliere dal nome la parola “Razionalisti” continua a saltare fuori, il segretario non la può soffrire, quasi quanto “Atei”.
Non mi piace il suo tono. Non mi piace neppure il suo gratuito turpiloquio. Le sue reazioni mi sembrano inappropriate e fuori tema.
Inoltre, francamente, le sue considerazioni sull’associazione sono penose.
Mi chiedo quale motivo la spinge a farsi del male leggendo in un sito di cui non condivide i contenuti e senza avere nessuna intenzione di partecipare civilmente a un dibattito. Lo stadio è un luogo più appropriato per esaudire i suoi desideri.
Rain Man – Il teologo della pioggia
Susanna: Sei un egoista! Stai sfruttando Raymond, stai sfruttando me, chiunque ti serva!
Teologo: Sto sfruttando Raymond? Raymond, ti sto sfruttando? Ti sfrutto, Raymond?
Raymond: Sì.
Teologo: Piantala! Sta rispondendo a una domanda che gli ho fatto mezz’ora prima!
da Rain Man di Barry Levinson 1988.
P.s. Per chi non conoscesse il film Raymond (interpretato da Dustin Hoffman e’ autistico) da qui la battuta-scusa di charlie (Tom Cruise ribattezzato teologo) il fratello che all’inizio del film lo prende con se per motivi economici, Susanna (Valeria Golino) e’ la fidanzata stanca del comportamento del suo fidanzato.
Ovviamente un teologo (soprattutto cattolico) non sarebbe in grado di fare una battuta cosi crudele ma di un certo livello. 😆
Con tutto rispetto per gli autistici, chi ha letto qualche volta il nuovo testamento noterà che Gesù combaciava perfettamente in un profilo autistico.
uhm…
sinceramente non mi pare, perchè lo dici?
Premesso che non sono un dottore (forse per questo mi sono azzardato a fare diagnosi, mi ritratto e tolgo il “perfettamente”) vorrei far notare che spesso e volentieri vengono citati episodi di comportamenti abbastanza incomprensibili, come il modo di esprimersi persino bizzarro per i suoi coetanei, gli episodi di isolamento e astrazione che lo riportavano a sentire voci e interagire con dei personaggi immaginari, incomprensibili attacchi spontanei di ira o tristezza, una formidabile memoria e una strana forma di comunicazione che denotava la difficoltà nel dare risposte senzate o addirittura normali risposte, la maggior parte delle volte rispondeva con altra domande o doveva fare un lungo discorso per esprimere un semplice concetto. Un’altro comportamento era quello di cercar di riportare tutto in ordine (al proprio ordine stabilito) e far notare anche in modo esagerato i mini cambiamenti.
che ca.ga.ta, ma investano i soldi ad aiutare gli altri, invece che fare ste ricerche inutili
Le ricerche servono esattamente per capire come aiutare. Tu sapresti come aiutare un autistico?
E’ indubbio che non solo il nostro aspetto fisico ma anche la base del nostro comportamento (collegata allo sviluppo anatomico e biochimico del cervello) hanno basi genetiche. Variazioni nei geni producono la variabilità individuale che, oltre certi limiti, può sconfinare nella patologia.
Recenti studi sembrano indicare che l’autismo da una parte e certe psicosi dall’altra sono due estremi del mal funzionamento di un meccanismo biochimico-genetico detto imprinting genomico. Questo meccanismo si è originariamente evoluto alla comparsa della placenta per “regolamentare” la lotta fra i sessi. Nei Placentati, infatti, gli interessi genetici dei padri (rappresentati dai loro spermatozoi) sarebbero avvantaggiati se conferissero all’embrione la tendenza a sfruttare al massimo la madre, estraendo da essa più risorse possibili. D’altra parte gli interessi genetici delle madri (rappresentati dai loro ovociti) sarebbero avvantaggiati se l’embrione “usasse” la madre con discrezione e non come un vuoto a perdere. Questo conflitto è stato risolto, appunto, evolvendo il meccanismo genetico dell’imprinting genomico.
Nei Mammiferi la cosa è stata ulteriormente complicata poiché lo sfruttamento della madre da parte del feto prosegue anche dopo la nascita. Per questo il meccanismo dell’imprinting genetico, in questi animali, estende la propria influenza anche sullo sviluppo del cervello che controlla i comportamenti “predatori” del neonato nei confronti della madre. In generale un ruolo prevalente dei geni materni produce un cervello più “comprensivo” quindi più empatico, più emotivo, con maggiore tendenza a vedere “intenzioni e significati” in ogni cosa e quindi più magico, superstizioso, mistico, religioso … Al contrario un prevalere dei geni paterni produce un cervello più “materialista”, sistematizzante e meno credulone ….
Come dicevo, si ritiene che uno sbilanciato (patologico) controllo dei geni dell’embrione da parte dei geni ricevuti o dal padre (spermatozoo) o dalla madre (ovocita) possa portare, insieme a molte altre patologie, anche alle sindromi autistiche ed a varie forme di psicosi.
Questo link da accesso ad un recente articolo scaricabile. http://www.springerlink.com/content/p06j8312022n4q8r/
Di questo articolo, purtroppo, per i non addetti è accessibile solo il riassunto
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=psychosis%20and%20autism%20as%20diametrical
Quindi non era una stupidata quando mi risultava che autistici si nasca? Bruna Tadolini lei conferma?
Sì, si nasce, almeno questo è ciò che dice la scienza largamente prevalente. E’ una configurazione neurologica, non un “problema psicologico”.
Sono convinta che la personalità dipenda da fattori genetici (e dall’interazione tra fattori genetici e ambientali) molto più di quanto generalmente si creda.
Però questo studio sulle influenze materne e paterne mi sembra molto speculativo. Avanzare teorie è lecito, ma mi pare che poco sia dimostrato. Tanto più che la “cautela” della prole nello sfruttamento della madre si può spiegare senza tirare in ballo l’epigenetica: limitare i danni alla propria madre, che così può essere in grado di prolungare le cure parentali e produrre fratelli (che dal punto di vista genetico hanno lo stesso valore dei propri figli) è una strategia vincente per i geni del figlio, indipendentemente dalla loro provenienza materna o paterna.
Da quel che ho capito l’autismo dipende da geni che possono essere sia paterni che materni; è un cluster di caratteristiche che spesso ricorrono nelle famiglie (in modo più o meno riconoscibile).
Sono sicuramente teorie, ma le teorie si basano sui dati sperimentali che oggi esistono. Ad esempio si conosce il gene con cui i padri “incentivano” i futuri comportamenti materni delle loro figlie: ancora una volta uno strumento per assicurarsi una discendenza ben nutrita (i nipoti) a spese delle figlie femmine.
Inoltre l’imprinting genomico non si è evoluto in un mondo animale in cui un maschio ed una femmina formano una coppia eternamente fedele:
a) il padre non può contare sul fatto che i fratelli di suo figlio siano figli suoi; per questo i suoi geni sfruttano, a favore del proprio figlio, la femmina che sta fecondando
b) il figlio avrà certamente più possibilità di sopravvivenza se avrà per sé tutte le cure della madre; per questo i suoi geni (quelli ricevuti dal padre) sfruttano la madre limitandone le possibilità di avere altri figli (che potrebbero essere di padri diversi e quindi geneticamente diversi da lui).
Certo che la natura le pensa proprio tutte.
Quindi esisterebbe anche un “sfruttamanto” biologico della donna?!
Nel momento in cui l’evoluzione ha diversificato il contributo che i due sessi danno alla sopravvivenza della prole, è indubbio che il ruolo più oneroso è toccato alle femmine. Oneri ed onori … infatti i cambiamenti legati al “lato” femminile della riproduzione sono alla base dell’evoluzione che ha portato a noi (Amnioti .. Placentati … Mammiferi ….). L’antica cultura umana aveva ben chiaro questo concetto e dava un’enorme importanza alla femmina (Dea madre) ma la recente evoluzione culturale (che ha dato ai maschi un ruolo crescente nell’assicurare la sopravvivenza della prole) ha decisamente cambiato il suo status nella società.
E’ chiaro che lo studio ha valore proprio grazie alla clausola HFA.
Queste persone dimostrano una capacità cognitiva almeno pari a quella di un non-autistico, pertanto il loro deficit non è nell’apprendimento ma nella capacità di interiorizzare un’informazione esterna.
Questa premessa permette quindi di addurre, o almeno di supporre, che la religione si propaga per indottrinamento e non è “a prescindere”.
La fede inCristo cura tutte le infermit ,lo dimostraFrateiCosimo,Padre Pio,ma anche il recarsi con fedeA,Fatima,Lourdes,Medjugorie,o,anche stando a casae pregareN.S.Ges Cristo,con tutto ilCuore,l’anima.
purtroppo per te, la prova vivente che si tratta di fuffa sei proprio tu.
ma continua a pregare, magari prima o poi imparerai a scrivere in italiano.
Ho sentito, da persone che sono state a Lourdes, di una signora che, nella piazza di Lourdes antistante la statua della madonna, è inciampata, ha battuto la testa ed è morta lì.
Mia madre (cattolicissima!) è pure inciampata nella stessa piazza, e nella caduta si è fratturata un polso; a Lourdes l’hanno ingessata male e frettolosamente, e per molti anni mia madre ha avuto problemi al polso e problemi di sensibilità alle dita, talmene che ora (dopo circa 20 anni) sta meditando di farsi rioperare in Italia.
Per gli interessati all’articolo/studio originario (in inglese)
ecco il link: http://csjarchive.cogsci.rpi.edu/proceedings/2011/papers/0782/paper0782.pdf
@silvia
« Sono convinta che la personalità dipenda da fattori genetici (e dall’interazione tra fattori genetici e ambientali) molto più di quanto generalmente si creda. »…..
–Possiamo affermare che due persone sono (geneticamente parlando) simili a 99%, nel senso che su trè miliardi di unità delle basi che compongono il DNA, solamente 3 milioni differiscono da un individuo all’altro. Ma per cio’ che riguarda la configurazione neuro-sinattica cerebrale il ragionamente è diverso! Il genoma « pilota » l’istituzione di qualche 100 miliardi di neuroni dalla nascita in poi, ma le loro connessioni non dipendono più dall’innato ma bensi dall’acquisito ! (Solo i circuiti più interni sono assemblati in un modo più determinista « innato » che i circuiti neo-corticali). Questo mi fa dire che l’uomo non è predisposto geneticamente ad essere « buono », « cattivo », avvocato , muratore ecc.. , ma che la nostra personalità dipende, in grandissima parte, dal luogo (inteso culturalmente e tradizionalmente) nel quale si evolve. NB. Senza l’acquisito culturale ci sarebbe ben poca differenza comportamentale nella scimmia epifenomenale della specie umana alla quale noi apparteniamo.
Ne approfitto per aggiungere che ci sono diversi tipi d’autismo ; le cause precise non sono attualmente molto chiare, (pochissimi sono gli studi sull’autismo ! alle multinazionali -e non solo- non piace spendere soldi la dove il profitto è a basso rendimento…) sembra pero’ essere accertato che la causa sia genetica. Il miglioramento, o peggioramento, del bambino affetto d’autismo dipende moltissimo dal comportamento (competenza) delle persone che lo educano e assistono .
Sembra un articolo interessante.