Città del Messico, proposta per matrimonio ‘a tempo’

L’assemblea legislativa del distretto federale di Città del Messico dovrà decidere sulla proposta di introduzione del matrimonio ‘a tempo’. Sulla base di questa, una coppia scegliere di sposarsi anche con un matrimonio da rinnovare ogni due anni. Ciò, secondo i proponenti, per evitare l’accumulo di cause di divorzio e lasciar decidere alla coppia se rinnovare o meno il matrimonio, una volta scaduto il termine. Lizbeth Rosas Montero, deputato del Partito de la Revolucion Democratica (Prd), ha avanzato la proposta sostenendo che in questo modo la relazione di coppia sarà “più sana e armonica” e che ciò “aiuterà a ristabilire il tessuto sociale e la stabilità della famiglia”.

Valentino Salvatore

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62 commenti

Gianluca

Bisognerenbbe vedere se il rinnovo è tacito, altrimenti si intaserebbe di più la burocrazia se ogni coppia dovesse produrre istanza di rinnovo ogni due anni. Comunque concettualmente non mi sembra male, è un’alternativa,

Florasol

Direi che la cosa ha senso. Ricorda molto l’antico matrimonio celtico, o l’attuale matrimonio neopagano, che dura un anno e un giorno, dopo di che si sceglie se scinderlo o confermarlo…

Stefano

@ crebs

In linea di principio nessuna. A meno che dal matrimonio si vogliano far discendere diritti ed obblighi differenti. Allora, direi, almeno temporaneamente la differenza c’è.

teologo cattolico

@Stefano..diritti e obblighi che durano ovviamente due anni.

due anni sono troppi, o pochi? probabilmente dipende dalla prospettiva: la parte debole della coppia vorrebbe avere diritti per più anni, quella forte vorrebbe sostenere doveri nei confronti della debole per meno anni.

Stefano

@ teologo

Fermo restando che l’ipotesi deve essere vagliata circa la sua fattibilità, uno non ci si trova dentro per caso…
E non mi pare essere l’unica possibilità.
Certo, per te è peccato. Ogni altra considerazione è inutile.

il parroco di Funo

la relazione di coppia sarà “più sana e armonica” e che ciò “aiuterà a ristabilire il tessuto sociale e la stabilità della famiglia”.

si potrebbe chiedere ai figli

Kaworu

conosco figli che hanno letteralmente festeggiato quando i genitori hanno divorziato.

non credere che l’ambiente sia il massimo della vita per i figli, quando i due genitori stanno insieme per forza.

Florenskij

@ Kaworu. Ha mai sentito parlare della RETROAZIONE? Non ritengo di doverle dire come ho votato a suo tempo ( visto che si era detto “occorre sistmare legalmente ed economicamente i pochi “casi pietosi” ), ma di una cosa mi sono accorto: una legge spessissimo ha valore non solo in sè, ma in quanto favorisce o addirittura determina un cambiamento del costume. E COSTUME, proprio come per gli abiti ( tipica quella dei costumi da bagno ), vuol dire imitazione del fare, del come fare e del non fare, inoltre dei valori base a cui si ispirano queste scelte, in larga parte “guidate” dal contesto sociale.

L’esistenza legale del divorzio – questo è ormai assodato – determina scelte matrimoniali molto meno impegnative, anzi moltissimo meno; il che retroagisce sull’educazione di bambini e ragazzi, che si disabituano ad impegni seri e meditati; un “moltiplicatore” ulteriore del disfacimento dell’istituzione familiare. I casi da lei citati si sarebbero presentati, o si sarebbero presentati con la stessa virulenza se quei genitori aveesero fondato la loro scelta di unione sui valori solidi della fedeltà, dell’onore, della coscienza, della comprensione, del perdono, della veracità che rifiuta tradimenti e sotterfugi? A prescindere dalle scelte religiose, occorre chiedersi quali siano le funzioni della famiglia ( procreazione, assistenza reciproca tra coniugi e generazioni diverse, senso di identità intergenerazionale… A seguire quali di queste funzioni debbano essere mantenute nell’ambito della famiglia “tradizionale”e quali svolte da altre “agenzie”.

Questo, ovviamente, senza passare sotto silenzio i matrimoni che si facevano in passato per convenienza, con esiti drammatici. ( Ma perchè, oggi non ci sono unioni di convenienza? E che dire di contro della spudorata mancanza di coscienza e di decenza morale di tanti “sfasciafamiglie” maschi o femmine? )

Stefano

@ Florenskij

L’esistenza di “costumi” quali battesimi, comunioni, matrimoni in chiesa non spinge atei convinti ad usufruirne.
Lei sta dicendo che i suoi correligionari non possono resistere alla tentazione di usufruire di istituti contrari alle loro idee?

Benjamin l'@sino

Florenskj ha puntato il dito su una questione mica da poco, nè. Direi che non è il caso di banalizzare quel che ha scritto, né di classificarlo come “insensato” per pregiudizio. Anche il ricorso ai sacramenti, e in questa sede siete in molti a saperlo, avviene molto spesso per questioni di opportunità e di costume sociali. Ovvio che, così come gli “atei convinti” non inseguono le questioni di opportunità e costume, chi ha piantata in profondità nel cervello l’idea che il matrimonio è una cosa seria da ponderare con tutte le cautele del caso non si fa influenzare dalla presenza o meno d’una legge sul divorzio. Ma quanti siamo noi “atei convinti”? Quelli duri e puri che non si fanno problemi a pensare in un certo modo ed agire di conseguenza indipendentemente dal plauso o dalla deprecazione della comunità? Pochi, pochissimi (in percentuale). Ecco, con ogni probabilità sono altrettanti quelli che prendono il matrimonio altrettanto sul serio sapendo che si tratta di una scelta irrevocabile o di una scelta dalla quale si può retrocedere.

Stefano

@ Benjamin l’@sino

Togliamo di torno le auto perché qualcuno le guida ubriaco o senza rispettare il codice.
Ritorniamo ai cavalli. No, pericolosi anche quelli.
Meglio andare a piedi, però stando attenti alle storte.

sin.night.

“L’esistenza legale del divorzio – questo è ormai assodato – determina scelte matrimoniali molto meno impegnative”.

Uso un paragone religioso (anche se sono ateo, però l’immagine rende bene): il divorzio è come l’inferno, se non ci vuoi andare ti devi prendere le tue responsabilità.
Se non ci fosse il divorzio, ogni matrimonio sembrerebbe predestinato al “vissero insieme felici e contenti” di memoria fiabesca (anche se nei fatti spesso si limita ad un “vissero insieme”), ci potrebbero essere incompatibilità caratteriali, mancanza di collaborazione, tradimenti, violenze ma la convivenza proseguirebbe sempre e comunque senza che ci debba prendere le proprie responsabilità.
Col divorzio invece la prosecuzione del matrimonio non è qualcosa di scontato, bensì una cosa da portare avanti giorno dopo giorno impegnandosi ed assumendosi le proprie responsabilità.

E’ possibile che dopo l’introduzione del divorzio ci sia stato un “momento di euforia” in cui il matrimonio è stato preso alla leggera, però ormai le conseguenze di un divorzio sono note a tutti e penso che nessuno si auguri di sperimentarlo sulla propria pelle (salvo casi di bieco opportunismo). Questo comporta che bisogna scegliere un patner con cui ci si trova davvero bene, che il matrimonio deve essere una scelta davvero convinta e che ci si deve impegnare tutti i giorni per la buona riuscita… In linea puramente teorica sarebbe dovuto essere così anche quando il divorzio non era permesso, però ritengo che lo “spauracchio del divorzio” possa essere uno stimolo all’impegno più che al disimpegno.
Alla fine si tratta solo di agire con un po’ di testa (anche se riconosco che spesso non è così, altrimenti vivremmo in un mondo ideale).

Il problema non è la presenza o meno del divorzio (che comunque è uno strumento utilissimo per risolvere alcune situazioni), quanto diffondere una mentalità della responsabilità di fronte alle proprie scelte ed azioni.

Comunque – spero non siano le ultime parole famose – la vedo in modo positivo per le relazioni di lunga durata, credo (spero!) che le nuove generazioni (di cui faccio parte) abbiano imparato qualcosa da tutti i matrimoni che hanno visto andare a rotoli in questi anni… mal che vada si evita il matrimonio, se non si è in grado di affrontarlo come si deve…

Lyra

@ sin.night.

Ottima replica!

“Il problema non è la presenza o meno del divorzio (che comunque è uno strumento utilissimo per risolvere alcune situazioni), quanto diffondere una mentalità della responsabilità di fronte alle proprie scelte ed azioni.” E’ proprio quello che dico anche io; non so come funzionino in dettaglio le pratiche del matrimonio, ma mi sono fatta questa idea: che anche prima della cerimonia civile occorebbe un corso prematrimoniale, in cui vengono spiegate con cura le conseguenze civili di ciò che si sta decidendo…insomma una sorta di educazione al matrimonio! Penso che più che sbraitare contro il divorzio( la cui legalizzazione, in uno Stato laico e civile, è doverosa) si dovrebbe prevenirlo, lavorando sulle coppie affichè gli sposi siano veramente consapevoli dei diritti e doveri che comporta la loro unione e delle loro responsabilità, anche verso futuri figli.

SilviaR

Ci sono momenti in cui vorrei essere ancora credente solo per poter augurare a tutti quei celibi maschi che hanno condannato intere generazioni di donne e figli alla prigionia del matrimonio, di godere per l’eternità delle medesime gioie domestiche. Nulla di più.
Soprattutto, nulla di meno.

Florenskij

@ Silvia. Dato lo svolgimento della mia esperienza matrimoniale ( impensabili i “giri di valzer” ! ) e l’esito delle scelte educative per le figlie ( più che confortante: impegno sociale, volontariato, estrema apertura agli altri e ai problemi sociali ) ringrazio il cielo per essermi conformato all’ideologia gonnellonesca. Si sa che un tempo c’erano casi terribili di oppressione familare; ma quanti casi di depressione ci sono oggi? Chissà che i danni dell’assetto attuale non siano peggiori? In ogni caso i credenzoni credono che ci sia un bel posto dall’altra parte, dove “ogni lacrima sarà asciugata” e si vivrà “nella gioia del Signore”. Per sempre.

Non è un fervorino, è la spiegazione di un meccanismo psicosociologico.

Stefano

@ Florenskij

Chissà che i danni dell’assetto attuale non siano peggiori?

Ricordo che chi dovesse pensarla così non è obbligato da alcuna legge.

“In ogni caso i credenzoni credono che ci sia un bel posto dall’altra parte, dove “ogni lacrima sarà asciugata” e si vivrà “nella gioia del Signore”. Per sempre.”

I credenzoni, appunto…

Gli stessi che vorrebbe, tuttavia, preservare da soluzioni alternative a quella prospettata.

Florenskij, la bontà delle sue soluzioni si nota con estrema chiarezza nel rigore e nell’eleganza logica dei suoi interventi. Mai una contraddizione, mai un rifiuto dei fatti. Complimenti credenzone (spiegazione di un meccanismo psicosociologico).

Roberto Grendene

la questione riguarda i coniugi
se ci sono anche i figli, di cui i genitori sono responsabili

non vedo come dovrebbe riguardare celibi e rinunciatari alla sessualità per scelta/dogma, come sono i sacerdoti

i coniugi cattolici, invece, devono essere liberi di non divorziare, ci mancherebbe

Florenskij

@ R. Grendene. Veda sopra: i meccanismi sociali della retroazione educativa e del costume. Ci vuole tanto a rendersene conto?

Florenskij

@ R. Grendene. Veda sopra: i meccanismi sociali della retroazione educativa e del costume. Ci vuole tanto a rendersene conto?

Stefano

@ Florenskij

“i meccanismi sociali della retroazione educativa e del costume”

Veda sopra la risposta: Ci vuole tanto a rendersene conto?

Sandra

Si potrebbe chiedere alla sacra Rota. E’ di agosto la notizia riportata dal sole24ore:
“Oltre al danno la beffa. Non solo aveva sposato il “farfallone” che l’aveva messa incinta ma, ora, dopo l’annullamento della Sacra Rota, e la delibazione di un tribunale italiano si ritrova single, con il pargoletto a carico e nessun riconoscimento del suo status di ex.”

Si direbbe proprio che a ingrassare a sufficienza la Rota, ai preti non importa molto dei figli.

Florenskij

@ Stefano. I suoi interventi per lo più mancano assolutamente di originalità: “parassitano” quelli della controparte rigirandoli, quasi fossero frittate, con andamento retorico, concettualmente quasi irrilevante.

Proprio lei, che naviga nel mulinello della retorica circolare, accusa gli altri di circolarità concettuale. Soprattutto dispiace il tono rancoroso che non l’abbandona praticamente mai.

Stefano

@ Florenskij

Primo: impari cosa significa ragionamento circolare. Eviterà di parlarne a sproposito.
Secondo: irrilevante un bel paio di ciufoli. Quello che lo è veramente sono i suoi argomenti strampalati sul costume, confutati dai controesempi che le ho postato (che non sono ragionamento circolare).
Terzo: se lei non si accorge delle contraddizioni il problema è suo. Se lei – dopo avergliele fatte notare – continua a tediarci con argomenti già criticati (il sole a Fatima, sono già quattro volte che le posto link al riguardo) il rpoblema diventa nostro. Dobbiamo sorbirci le sue, quelle si, osservazioni concettualmente del tutto irrilevanti.
Quarto: per tutto quanto sopra e per la sua supponenza e insistenza, le assicuro che la pazienza (non credo solo la mia) va molto al di là del “rancore” che attribuisce ai miei interventi. Altri sono già andati oltre.

Continui pure con Fatima, la teleologia dell’evoluzione, i costumi e così via.
Per ognuno di questi “argomenti” le ho già risposto a dovere dalle quattro alle cinque volte. Se lei non comprende che risposte ragionevoli chiudono il discorso a quelle irragionevoli il problema è suo. Se la riproposizione di argomenti irragionevoli non la disturba provi a comprendere che a noi si.
Non è che certi agomenti, riproposti, diventano improvvisamente razionali. Pare che il problema le sfugga completamente. Probabilmente perché non riesce a trovare bibliografia al riguardo.

Riguardo all’originalità, in particolarità la sua, legga qui sopra per intuire qualcosa.

Benjamin l'@sino

Chissà che anche certi figli un po’ “sopra le righe” riescano così a percepire la necessità di essere a loro volta meno spacca… famiglie. Perché non piace dirlo, e gli amanti della retorica familista lo negheranno fino alla morte (quasi), ma per quel che ne so esistono anche i matrimoni che vanno a rotoli proprio per via dei figli. Solo che non fa “fine” ammetterlo e si tende a rimuovere l’argomento.

Florasol

idem. Ho amici e amiche che stavano andando in manicomio a furia di vedere i genitori urlarsi contro un giorno sì e l’altro pure, e che hanno recuperato un po’ di serenità solo quando i genitori si sono finalmente decisi a dividersi. Mica si divorzia dai figli, sai?

Giovanni Duovi

Fosse per me in italia abolirei il divorzio.Come? riformando il matrimonio in modo tale che abbia la durata di 1 anno alla cui fine si autorinnova,altrimenti una semplice lettera da parte di uno dei 2 coniugi recapitata all’ufficio anagrafe dove sono registrati,indicando che non hanno più intenzione di proseguire il rapporto.

Ehh lo sò è un sogno che non si avvererà mai,e non solo per i cattobigotti,ma anche per via di tutte quelle categorie,inclusi tanti atei e agnostici,che a loro volta credono a questo obsoleto istituto del matrimonio.

Benjamin l'@sino

Mi sembra una proposta molto sensata, da non applicare in due casi:

1. in presenza di prole
2. in presenza di situazioni di grande disparità economica tra i coniugi

In questi due casi mi sembra assai migliore l’assetto attuale, perché nel caso 1. si rischierebbe di avere bambini e ragazzi ancor più “sbalestrati” di quelli attuali, sballottati in qua e in là come pacchi nelle mani dei capricci di genitori poco scrupolosi, e nel caso 2. si rischierebbe la istituzionalizzazione di pratiche di concubinaggio abbondantemente sconfinanti nella prostituzione e nel suo sfruttamento.

Stefano

@ Benjamin l’@sino

L’idea, da prendere in considerazione, deve ovviamente essere valutata con attenzione. Ciò che dici è sensato.
Quello che mi irrita, per esempio in Florenkij, è che ogni possibilità che esca dai LORO schemi debba essere rigettata perché considerata a priori negativamente. A lui non passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello valutare (attentamente) questa possibilità: è peccato.

Alex

@ Benjamin l’@sino

Io non concordo con le tue obiezioni.
Riguardo alla presenza di figli non credo che rendere più difficile una separazione renda “migliore” la loro vita. Quando ormai un rapporto è finito secondo me è meglio anche per i figli ognuno vada per la sua strada. Poi una persona si separa dal proprio coniuge, non dai figli.
Per quanto riguarda la diparità economica io sono dell’idea che ognuno dei coniugi dovrebbe riappropriarsi esclusivamente delle sue”proprietà” . Non concordo affatto con l’idea dell’exconiuge “mantenuto a vita” (discorso diverso per i figli naturalmente).

Roberto Grendene

un segno di civiltà

i difensori del matrimonio tradizionale potranno continuare con la versione tradizionale (più irresponsabile, a mio avviso)

Federico Tonizzo

Condivido senz’altro l’idea, anche perchè mi era venuta una ventina di anni fa, ma non avevo accesso ad alcun politico per proporgliela.
D’altra parte, ora che i politici italiani sono (teoricamente) accessibili perlomeno attraverso i loro siti, si potrebbe tentare; però dubito che qualcuno darebbe ascolto ad una proposta così (a parte forse qualche radicale e qualcun altro che non so?), e comunque temo che la proposta verrebbe bocciata da qualunque “maggioranza”.

Florenskij

@ R.Grendene. Nel senso di cui sopra si vede bene ( se lo si vuol vedere ) che la deregulation spinta o molto spinta non è una strategia sociale-istituzionale neutra ( chi ci sta ci sta, chi non ci sta… affari suoi ). Ogni strategia influisce nella vita sociale NEL SUO INSIEME. Anch’io un tempo non me ne ero reso conto. Ora vedo che il panorama di rovine matrimoniali, con depressione e frustrazioni, è drammatico.

serlver

Rovine che c’erano anche prima e che magari prima erano nascoste da unamaggiore omertà o del vecchio detto che “i panni sporchi si lavano in famiglia.

Ma come fa una persona a spendere mille parole e a dire ogni volta il nulla?

Stefano

@ servler

“Ma come fa una persona a spendere mille parole e a dire ogni volta il nulla?”

Non solo, ma se si critica questo nulla ha l’ardire di affermare (diretto a me):

I suoi interventi per lo più mancano assolutamente di originalità: “parassitano” quelli della controparte rigirandoli, quasi fossero frittate, con andamento retorico, concettualmente quasi irrilevante (sic)

Lamentandosi, in sovrappiù, se poi uno si stufa di doversi sorbire le solite corbellerie vestite a festa.

Non comprende che se i problemi matrimoniali esistevano prima del divorzio trovavano comunque altre “soluzioni”meno chiare e quindi sicuramente più negative. Sia a livello interpersonale sia intrapersonale. Ma per lui l’ipocrisia PAGA. Per me invece RISCUOTE.

alessandro

ma chi ti dice che depressioni e frustrazioni siano di più oggi rispetto a ieri?

Cerberus

@ Florenskij

infatti il mal costume religioso a prodotto molte iniquità nella società,senza parlare delle guerre religiose,ma si ritorna in temi triti e ritriti(o no?).
Il malcostume religioso e la RETROAZIONE di cui parli ha parlato fin troppo chiario in tempi anche non lontanissimi.Il maschilismo imperante delle leggi e i cosidetti delitti d’onore (quest’ultimo solo dopo le lotte del 74 fino alla abrogazione nel 81,del 1981!).
La retroazione è pericolosa nel vostro caso.
La ferma condanna della chiesa alla omosessualità ha scaturito nelle menti dei conservatori un arbitrio totale su i “non umani” i glbt.Senza contare i suicidi di quest’ultimi sempre per le ferme condanne e le persecuzioni subite.
Senza contare gli aborti clandestini e le morti a seguito…(o no?)

Stefano

@ Cerberus

Il discorso di Florenskij sui costumi va bene solo per quelli che a lui non piacciono. Così difficile da comprendere?

Cerberus

@ Stefano

Fortunatamente il pensiero di Florenskij (almeno da quello che dice) è un libro già letto e riposto nella libreria nella categoria “medioevo”.

Giovanni Duovi

@Florenskij

Le coppie indissolubili e felici di una volta SONO UNA GRANDE BALLA!

Non c’era divorzio e la donna non aveva indipendenza economica,una volta sposata come gli veniva e veniva il marito doveva tenerselo.
Se quello la tradiva,se non la rispettava,se peggio le cagionava un danno fisico o mentale o anche si dimenticava di bombarsela per qualche mese di fila,questa non poteva fare altro che SUBIRE questo stato delle cose.
Chiaro che se all’interno della coppia c’è un elemento dei 2 che somatizza e basta,il matrimonio va avanti,per forza d’inerzia ma va avanti lo stesso.

Non dico questo per far contente le donne che leggono,ci mancherebbe altro,maschilista come sono poi…è solo raccontare le cose come stanno.

Appena le donne hanno raggiunto l’emancipazione ed è stata approvata la legge sul divorzio,gli altarini sono venuti allo scoperto.

Quando poi parli di “rovine matrimoniali, con depressione e frustrazioni, è drammatico”

o che tragedia ,mi si spezza il cuoricino…in epoca recente molte volte sono le donne a sfanculare il partner non all’altezza …direi che stanno selezionando ben benino gli uomini hihi,…la cosa non mi dispiace,anzi,meglio cosi,significa che devi darti da fare se ci tieni al tuo matrimonio.
E quindi non parlerei di rovine e scenari drammatici,semplicemente,come sempre,sarà l’individuo più forte a emergere,chi non ce la fa resta fuori,anche perchè non è obbligatorio sposarsi.

Inoltre vorrei ricordare come l’individuo ha tutto il diritto di mandare a monte la sua relazione qualora si renda conto di avere un partner non all’altezza di quelle che sono le sue aspettative,senza dover quindi dover dare conto alla società di improbabili doveri morali.

Ah forse con macerie ti riferivi al fatto che con questo andazzo…le persone come, sta avvenendo,si sposeranno sempre meno,…prima di rispondermi,sappi che non me ne può fregare di meno.

Gargiulo

Io proporrei il battesimo a tempo. Visto che non danno la possibilità di scegliere ai poveri pargoli, allora si può dare almeno la possiblità di non rinnovare l’appartenenza religiosa.
Mi sembra quanto meno di buon senso. Se il “credente” decide di non credere non vedo perchè deva restare iscritto forzatamente a una fede religiosa.

Mac

mi sembra una mossa intelligente. e, in riferimento alla prole: cmq sta male (o benissimo) in caso di separazione.

e-sugar

Il termine “matrimonio” forse ha una valenza concettuale fuorviante: anche se a tempo, evoca comunque il concetto di “gabbia”, cioè vincolo uguale per tutti, a prescindere dalle motivazioni personali: obiettivi, affinità, dinamiche di scambio… per le quali si vuole restare o meno vicini ad una certa persona.
E invece debbono essere proprio questi ad essere esplicitati con termini appropriati e generare un lavoro di progettualità condivisa a catena, che può anche esaurirsi o interrompersi.
Ci si pone l’obiettivo di generare e sostenere nella crescita un figlio? Bene: facciamo la lista dell’occorrente in termini di progetti educativi e di accudimento, risorse materiali, tempo per stare insieme, modalità di coabitazione (ma anche di continuità educativa con scioglimento della coabitazione, se questa dovesse rivelarsi disfunzionale)…
Si vuole che le risorse economiche di ciascuno diventino una garanzia anche per l’altro? Allora si stabilisce un regime di comunione, oppure un fondo patrimoniale dove versare parte dei guadagni… si definiscono, cosa importantissima, piani di uscita da questo progetto…
L’adesione psicologica ad un progetto è forte nella misura in cui questo viene modellato perchè risulti adeguato alle proprie esigenze. I modelli “standardizzati” che soddisfano innanzitutto le esigenze di controllo demografico della chiesa o dell’ufficio anagrafe non sono i più entusiasmanti!
Ovviamente, quando si tratta di tutelare persone deboli, come i figli o altri membri della famiglia, deve potere intervenire un mediatore, oppure il tribunale, per superare situazioni di stallo o conflitto rovinose.
Al di là di questo, deve essere ben chiaro che ogni persona adulta deve sempre e comunque avere un piano personale di autonomia economica ed abitativa, poichè il partner è una persona libera che può in ogni momento uscire dalla relazione. Sicuramente c’è molto da rivedere nel modo in cui comunemente ci si approccia alla vita di coppia, vale a dire autocensurando le prospettive di un’uscita dalla stessa.
Quali sono oggi in Italia le prospettive economiche per una donna che non benefici delle “garanzie” offerte dal matrimonio, comprese quelle ottenibili in sede di separazione? Lo dico da maschio a mia volta ben attento a non espormi a dinamiche economiche rovinose a motivo di una separazione coniugale.
Quanto è forte e diffusa l’idea di un progetto educativo condiviso per i figli ben strutturato e autonomo rispetto alle vicende relazionali dei genitori stessi?
Io vedo un ritardo socio-culturale enorme su questi aspetti.
Di recente ho letto libri sulla mediazione familiare: credo che questo ambito sia una fucina di paradigmi relazionali di cui potere beneficiare, in maniera proattiva, anche del tutto al di fuori dei contesti di mediazione stessa.
Poi lo Stato potrà andare all’inseguimento delle modalità con cui le persone stringono relazioni personali strutturate, e a sua volta proporre paradigmi che vedano un’adesione diffusa.
Ma attualmente vedo come prioritaria l’elaborazione culturale di base, siccome stiamo muovendo soltanto i primi passi al di fuori del modello di famiglia tradizionale, che era adeguato, forse, ad una società meno longeva, istruita e dinamica della nostra.

Losna

Potrebbe essere una buona iniziativa, ma in questo momento, in Italia basterebbe che per il divorzio non avesse bisogno di tempi lunghissimi, (min. 3 anni), e costi alti. Alla figlia di un mio amico, in Francia sono bastati 2 mesi e spese minime che sono andate a beneficio di tutti, bambini compresi.

Giorgio Pozzo

Florenskij, se un matromonio va in rovina, non è certo perchè esiste il divorzio. Sarebbe un po’ come dire che uno si becca un’infezione perchè c’è la penicillina! O meglio, ci sono più infezioni da quando esistono gli antibiotici. Questa è propaganda assurda e stereotipata: non la sentivo dal 1970.

whichgood

Anche battesimo a tempo determinato !. Diamo almeno un pochino di onore e libertà ai perfidi ! (sennò vanno a sbattezzarsi al’UAAR)

🙂

Francesco

Ma se due persone decidono di sposarsi con una forma di matrimonio a tempo, a coloro che sono contrari a questa forma di matrimonio “che gli frega”?

Senjin

Il punto è che un assolutista non può nemmeno sopportare l’idea che altri vivano diversamente.

Murdega

Senjin,la tua semplicità è più esplicita di tante teologie, è proprio coì,non possono
sopportare che altri vivano in modo diverso,per loro la sofferenza è
l’essenza della vita.

Giovanni Duovi

Francesco,il problema è che qui a parole sembrano tutti diventati atei,agnostici o si considerano cattolici secolarizzati di larghe vedute,poi però se tralasciamo l’ovvio (tipo credere a tizi che resuscitano dalla morte) e prendiamo qualche argomento pratico (pratico? …),in molti la pensano ancora come i ragazzi adolescenti:
il contratto che ci lega per sempre – l’amore eterno – restare insieme finchè morte non ci separi…

Con questi presupposti è chiaro che anche il modo di vedere il matrimonio sia abbastanza irrazionale.
Figurati a chiedergli di riformare il matrimonio,e quindi di rivedere le loro utopie.

E sbagliate se credete che si tratti solo dei credenti che ragionano cosi.

elena

Sono d’accordo. Secondo me quelli cui non va bene il matrimonio a tempo per questioni ideologiche non si rendono conto che in questo modo un matrimonio può *comunque* durare tutta la vita. Basta prorogarlo ogni due anni. È come quando ti scade la patente: nulla ti vieta di rinnovarla!
Io sono un po’ perplessa invece sulla praticità di un tale sistema. Forse sarebbe meno macchinoso limitarsi a snellire le pratiche di divorzio e renderlo meno oneroso sia da un punto di vista economico che da un punto di vista di tempi di realizzazione.

Francesco S.

Non mi piace l’idea di un matrimonio a tempo, mi sa troppo di diritti a tempo. Qual è il problema nel divorziare? Tra l’altro se la questione è meramente economica esistono gli accordi prematrimoniali, e secondo me qui in Italia ci vorrebbe un riconoscimento di tali contratti come in USA. Una legge così avrebbe avuto senso se non esistesse il divorzio.

Paul Manoni

Il cattolicissimo Messico, costretto a legiferare sui “matrimoni a tempo”, perchè l’accumulo di cause di divorzio stanno intasando i tribunali! 😯
Alla faccia della coerenza dettata da Madonne, Gesù cristi, Santi e patroni vari!! 😉

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