E’ in uscita Vivere senza Dio (Marsilio) di Paolo Caruso. L’autore si dichiara “agnostico”, si legge nel lancio dell’editore. Non si chiede “se dio esista o no”, non si pone neppure questo problema perché lo ritiene “irresolubile”. Per questo l’autore vive “da ateo” e rifiuta “come superstizione (o magia) la fede cieca in qualunque idolo o divinità, la fede quia absurdum”. “Taluni credenti obietteranno quanto sia arduo vivere, agire, lottare, morire sapendo che dio non c’è”, si legge, “È arduo, certo: ma proprio questo è il destino di ogni essere vivente, e quindi anche di ogni essere umano. Che lo si accetti o meno”.
La redazione
Mah, a me non sembra necessariamente arduo vivere senza Dio, voglio dire, alcuni agnostici vivono con angoscia questa mancanza di fede, altri se ne sbattono altamente li B@.. .
Anche io quando mi affido a Dio (o meglio spero in un Dio che mi dia il classico “aiutino”), non cerco un dio di nessunissima religione (io le odio tutte perchè odio il concetto di religione in sè, la più grande delle bestemmie per me).
Ma in una cosa sono sicuro, vuoi perchè amo la libertà, tanto mia quanto degli altri, vuoi perchè non bisogna prendersi troppo sul serio (in questo, non me ne vogliano i vari Florenskji, teologhi etc, gli atei/agnostici sono meno superbi e più umili di chi ha la verità in tasca), dicevo, mai e poi mai mi sognerei di dire: “Dio mi ha detto questo, perciò devo indottrinare gli altri a fare e comportarsi così….”
Al solo pensiero di comportarmi come un invasato mi verrebbe da ridere.
Condivido Manfredi: “Mah, a me non sembra ……..
Pare proprio chiaro il richiamo all’ Amor Fati. Non sono un grande supporter -perdonate il termine mutuato dal tifo sportivo ma mi è venuto e mi diverte- di Nietzsche, ma quello lo ritengo uno dei migliori concetti da lui elaborati.
Mi incuriosisce il libro per vedere cosa l’autore farà seguire a questo assunto, dato che proprio per l’incipit stesso si chiude ad ogni discussione metafisica…forse parlerà di etica personale e della sua sensibilità verso la natura, di conseguenze sociali della religione e dell’irreligiosita…il campo è apertissimo.
Insomma, per curiosità, magari me lo compro…
• La morale è roba troppo seria per lasciarla nelle mani delle religioni.
• Facile essere Dio. Difficile è essere uomini.
• Piuttosto che pretendere da me spiegazioni sul mio comportamento, Dio dovrebbe fornirmele sul Suo.
• Il problema non è la libertà delle religioni ma la libertà dalle religioni.
• Quando parlo di Dio, non è di Dio che parlo ma dell’idea che gli uomini hanno di Dio.
• Nessuno è più pericoloso di chi crede che i propri pensieri siano i pensieri di Dio.
Sono solo alcuni degli aforismi di Pino Caruso, che ho voluto riportare per fargli omaggio.
E su questi punti, Rothko61, la penso esattamente come il Buon Caruso.
No, la mia perplessità riguarda la difficoltà di vivere senza dio (almeno stando alle frasi estrapolate da questa ultimissima).
Sarò banale, ma vi sono tanti modi di essere atei e agnostici; ripeto, alcuni vivranno questa mancanza di fede, come una “mancanza”, appunto, altri non si porranno più di tanto problemi e vivranno (ORRORE!) tranquillamente.
Posso comprendere l’angoscia di chi non sia pronto a vivere senza dio, o forse, più probabilmente, a morire senza dio. Per molti, infatti, il problema è il post mortem: il nulla spaventa.
Personalmente non ho questo assillo: ho già “vissuto” il nulla per un’infinità di tempo prima di venire al mondo e… non si stava poi così male. 😉
Torneremo tutti in quella condizione, ma chi non se ne capacita si inventa divinità e paradisi (inferni per gli altri, cattivi). Se gli serve, faccia pure… ma senza rompere al prossimo (non mi riferisco a te, ovviamente, ma agli esponenti di tutte le religioni che pretendono di condizionarci ogni momento della vita).
Perchè ORRORE?
ERRATA CORRIGE
L’autore del libro in questione si chiama PAOLO, non Pino.
Allora ci ridiamo tutti su… 🙂
Veramente per me non è affatto arduo vivere senza alcun superfluo concetto di dio, anzi trovo molto più duro e angosciante al posizione di chi vive tutta la vita nel timore del giudizio di un grande sadico.
“Taluni credenti obietteranno quanto sia arduo vivere, agire, lottare, morire sapendo che dio non c’è”, si legge, “È arduo, certo: ma proprio questo è il destino di ogni essere vivente, e quindi anche di ogni essere umano. Che lo si accetti o meno”.
Re:
può essere arduo anche vivere con Dio, se si crede in una di quelle religioni che proibiscono tutto e impongono regole assurde. E anche se si teme di finire all’inferno. Oppure se uno è gay e la sua religione è omofoba.
Ed è x questo che erroneamente si accosta la parola Dio a religione, si può ipotizzare o non escludere a priori l’esistenza di un Dio; ciò che è ridicolo è agganciarlo ad una religione facendogli dire conseguentemente tutto, ed il contrario di tutto.
Già l’esistenza/non esistenza di Dio è indimostrabile, ma si parla sul piano della fede, se poi ci mettiamo le religioni con i loro divieti, stiamo freschi (o meglio, viste le tradizioni religiose, stiamo arrosto……).
condivido molte delle osservazioni lette qui.
1) nessuna difficoltà a vivere senza dio, anzi: un gran sollievo! Permette di affontare la vita con maggiore levità e disincanto. (senza contare che vivere senza qualcosa che non esiste è la cosa più naturale del mondo).
2) ero giunto anche io alle conclusioni di Rothko61:
(ho già “vissuto” il nulla per un’infinità di tempo prima di venire al mondo e… non si stava male). Un concetto elementare, perchè in così pochi ci arrivano?
“se dio esista o no”, non si pone neppure questo problema perché lo ritiene “irresolubile”.
> ma cosa pensa, che noi credenti l’abbiamo risolto?
l’autore rifiuta “come superstizione (o magia) la fede cieca in qualunque idolo o divinità, la fede quia absurdum”.
> beh, anche noi, che problema c’è?
parroco, non si fanno le sigarette con l’incenso che poi si dicono cose strane.
oh, ci fosse uno di voi che sapesse in cosa NON crede!
parroco, in dio, noi non crediamo in dio… è da un bel pezzo che vieni qui e non hai ancora capito che gli atei non credono negli dei?
in dio o negli dei?
non so, l’uno e trino come va considerato?
comunque anche tu sei ateo.
però verso tutti tranne (beh si suppone) la tua trinità (e tutto il pantheon annesso e connesso chiaramente).
parroco,
non sopravvalutarlo: il tuo dio è in compagnia di una numerosa ciurma di buontemponi.
“se dio esista o no”, non si pone neppure questo problema perché lo ritiene “irresolubile”.
> ma cosa pensa, che noi credenti l’abbiamo risolto?
Però sapete che è uno e trino: ah però!
Se cota e la sua gente sono il nuovo che avanza, figuriamoci…
Opps, ho sbagliato pagina, il commento andava scritto in quella relativa ai manifesti antiabortisti (ma non si può cancellare un commento?)
I commenti sono più indelebili ed eterni che le tavole dei 10 comandamenti…
Non si chiede “se dio esista o no”, non si pone neppure questo problema perché lo ritiene “irresolubile”…. per dirlo irresolubile il problema se lo deve pur essere posto.; e ci ha scritto pure un libro- e magari vende- su una questione di cui non si è posto la domanda…mi intrippa questa logica sbarazzina degli agnostici…
beh di solito l’onere della prova sta a chi afferma qualcosa.
Basta esserselo posti una volta e aver capito che è irrisolvibile per non porselo più: difficile no?
Ma sei diventato teologo con la raccolta punti dell’Agip?
Teo, Teo,la tua rabbia è che qualcuno possa vivere senza il tuo dio,se
esiste un fine ultimo a cui l’uomo è chiamato non sara certo la tua teologia a
detterminarne il risultato.
Continua a vivere nel tuo mondo, quelle regole che cerchi di propinare
valgono solo per te e le rispetto, ogni scarraffone e bello a mamma sua.
@Murdega
Il suo problema, non e’ la rabbia perchè qualcuno riesce a vivere senza il suo dio…Il suo problema e’ che quel qualcuno senza dio, vive FELICE!! 😉
Vivere senza un dio: quello che fanno tutti in continuazione, credenti compresi.
teologo, teologo!!! “per dirlo irresolubile il problema se lo deve pur essere posto”
Mi sa che tu non conosci neanche i punti fondamentali delle tue sacre scritture!
Paolo ha fatto dell’AGNOSO TEO (Al DIO IGNOTO) il suo problema risolvendolo con le sue fantasie da impostore. Ma l’IGNOTO divinizzato non costituisce un problema perchè di ciò che non si sa, è doveroso tacere.
Un dio offre i vantaggi da sempre decantati dagli esperti del marketing religioso: una forza nelle difficoltà, speranza di vita dopo la morte, ricongiungimento con i cari defunti, ecc. ecc.
Ma il costo di questa sicurezza e di queste belle speranze?
Alto, anzi altissimo: violenze inaudite, guerre, lo spopolamento di continenti, la soggesione psicologica di miliardi di individui, la repressione degli istinti naturali, la mortificazione della vita sessuale, i massimi freni al progresso e alla ricerca, per citare i primi che mi vengono in mente.
E chi è così imbelle dal volere tutto ciò a fronte di qualche flebile speranza, in assenza di qualunque prova?
La gente è veramente strana.
altrimenti non avrebbe votato berlusconi e tutta la massa di m. che lo circonda !!!!!!
Vorrei porre l’accento su questo Caruso Paolo, “Agnostico” che “vive da Ateo”… 😉
Ti ricorda qualcuno… 😉 ?
Nessuno in particolare, ma e’ una vita che si dibatte sulle due “diverse” visioni…Ed e’ una vita che ribadisco che entrambe le parti sono perfettamente compatibili. 😉
Nella teoria ci si dice Agnostici, in quanto come posizione risulta essere più razionale rispetto a quella dell’Ateo (soprattutto querlla dell’Ateo forte!). Nella pratica invece, l’Agnosticismo viene vissuto come un vero e proprio ateismo, a causa delle bassissime ed irrisorie probabilità riguardanti l’esistenza di dio. 😉
Pare che “Agnostico che vive da Ateo”, sia scelta del 70% circa dei non-credenti di questo pianeta! 😀