Verifica fiscale per parroco, ma sono offerte non tassabili

Don Giorgio Pugliese, parroco di Sant’Antonio Abate di Fasano, vive in un’antica villa di proprietà, ha una colf con contratto regolare e guida una Fiat Croma. Il suo tenore di vita ha fatto insospettire l’agenzia delle entrate, visto che il suo stipendio è di circa mille euro, tuttavia il parroco ha spiegato che il suo “reddito” è fatto di offerte dei fedeli in occasioni di messe, funerali, battesimi e benedizioni. Somme che, riporta Repubblica, i sacerdoti non sarebbero nemmeno obbligati a dichiarare, e comunque non tassabili.

Non è chiaro tuttavia perché il prete prenda uno stipendio, visto che la Cei dovrebbe solo compensare fino a una certa soglia i sacerdoti che godono di altre fonti di sostentamento.

Luciano Vanciu

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64 commenti

whichgood

No, i poveri vengono sistematicamente sfruttati per due soldi, come la sua colf.

ANCIA LIBERA

ma non sono quelli che dicono beati i poveri perchè di loro è il regno dei cieli ???

si vede che questo sacerdote ha una memoria corta e non ricorda bene il
vangelo – che ne dice don una bella rispassatina……. ( mi raccomando non fraintenda) !

Roberto Grendene

come e’ possibile dare contributi pubblici ad una organizzazione che non scrive in un bilancio con tutte le entrate che riceve?

FabioFLX

Domanda emblematica, a cui molti rispondono “ti fai troppi problemi”, come canta Caparezza, per dirne uno…

paolo

“come e’ possibile dare contributi pubblici ad una organizzazione che non scrive in un bilancio con tutte le entrate che riceve?”

…mistero della fede…

Roberto Grendene

curioso che il fatto che le buste che gli vengono passate il prete le intenda come soldi a sua disposizione da non rendicontare a nessuno, mentre immagino che i fedeli pensino che vengano messe in un (inesistente) bilancio della parrocchia

Kaworu

è assolutamente opinabile, pare.

(ma ti senti sempre chiamato in causa? va che tranquillamente si ammette che esistano dei preti onesti. così come esistono dipendenti della philip morris che non fumano)

whichgood

No?, allora falsato secondo la notizia.

E’ incredibile come salti fuori ogni volta che si tocca il tema dei soldi delle parrocchie !. Ti senti minacciato ?

Roberto Grendene

diciamo che e’ facoltativo?

tu quindi lo redigi, lo pubblichi e lo fai approvare ad una assemblea?

se si’, sei una eccezione o no?

il parroco di Funo

il bilancio è obbligatorio

l’unica struttura obbligatoria nelle parrocchie è il Comitato Parrocchiale per gli Affari Economici (non lo è p. es. il consiglio pastorale), proprio per garantire l’efficienza, la professionalità e la pubblicità degli interventi (lavori, appalti e pagamenti)

non c’è nessun problema a redigerli e a pubblicarli (tanto sono sempre in passivo. Solo nella vostra immaginazione con i (miei) 200 euro mensili dell’ottopermille si vive nel lusso e si mantiene parroco, parrocchia, oratorio e caritas)

non sono un’eccezione (lo vedo pubblicato in tanti bollettini parrocchiali)

Roberto Grendene

@ parroco di Funo

quindi a fronte di entrate per messe “fatte dire”, da buste per funerali e matrimoni, vengono emesse ricevute?

mai vista una cosa del genere, tra i parenti che “fanno dire messe” o per buste date sottobanco al parroco il giorno del matrimonio o del funerale

i 200 euro di tasse dello stato che dici di intascarti per tuo stipendio sono un privilegio

e basta guardare ai possedimenti immobiliari della Curia bolognese per capire che di sussiudi pubblici non c’e’ alcun bisogno

Sandra

don Alberto,
sul sito della tua parrocchia c’è il Bollettino ma non c’è il bilancio.

C’è invece il ringraziamento alle “mamme” per aver fatto le pulizie. Ma lo sanno che intanto tu perdi così tanto tempo e da così tanto tempo su un sito di atei? E le suorine della scuola materna (che il comune finanzia), soffrite tutti di allergia a polvere e detergenti?

il parroco di Funo

abbi pazienza e aspetta un attimo.

sì lo sanno, parlo continuamente dei “miei atei”,
a volte in modo lusinghiero (beh) a volte un po meno

il parroco di Funo

quindi a fronte di entrate per messe “fatte dire”, da buste per funerali e matrimoni, vengono emesse ricevute?
>se la chiedessero perché offerta detraibile (succede con le benedizioni pasquali) non ci sarebbe nessun motivo per non farla

mai vista una cosa del genere, tra i parenti che “fanno dire messe” o per buste date sottobanco al parroco il giorno del matrimonio o del funerale
>non c’è niente di “sotto banco”

i 200 euro di tasse dello stato che dici di intascarti per tuo stipendio sono un privilegio
>va bene, ma non ci mantieni la parrocchia, come qualcuno pensa

e basta guardare ai possedimenti immobiliari della Curia bolognese per capire che di sussidi pubblici non c’e’ alcun bisogno
>si vede che tu non amministri immobile (per di più vecchi e i cui inquilini si sentono in diritto di non pagare l’affitto)

Roberto Grendene

@ parroco

invece “amministro” degli immobili, visto che possiedo 1/16 di 2 appartamenti
affittati a canone concordato, con canoni inferiori a quelli della Curia di Bologna che chiede 600 euro per dei tuguri:
http://bologna.repubblica.it/multimedia/home/23284647/3

fino a qualche mese come locataria c’era una pensionata, che non ci pagava nemmeno 300 euro al mese
ora c’e’ una mamma+figlia e una coppia di pensionati

il parroco di Funo

grazie di avere postato e confermato:

«Spesso queste case che prevederebbero grossi lavori di restauro – spiega Beghi – vengono messe all´asta perché richiederebbero un investimento troppo alto». In questo momento sono 4 le proprietà in vendita sul sito http://www.idscbo.it.

Ma anche in città la “ragnatela” delle proprietà ecclesiastiche è capillare. Le abitazioni costituiscono la fetta maggiore: case e appartamenti sono poco meno di 600, la stragrande maggioranza di categoria “economica” e 12 definite “popolari”

Roberto Grendene

@ parroco

confermato cosa, scusa?

hanno un immenso patrimonio immobiliare e si lamentano perche’ scelgono di vendere case per euro sonanti invece che ristrutturarle e affittarle in consizioni decenti

hai omesso di riportare che:
«Al secondo posto nel patrimonio immobiliare della Chiesa a Bologna ci sono gli uffici, con più di 70 studi diffusi sia in centro che in periferia e i negozi. Anche le attività commerciali ospitate in locali della Chiesa sono più di 70, e non si tratta solo di esercizi che vendono paramenti religiosi o libri di materia confessionale, ma anche veri punti di riferimento dello shopping cittadino.»

RobertoV

Le loro lamentele mi sembrano quelle di certi condomini alle riunioni condominiali che si lamentano di quanto costi loro mantenere tre appartamenti.
La chiesa cattolica ha un enorme patrimonio immobiliare in Italia, dell’ordine dei mille miliardi di Euro (ottenuto in un’epoca tutt’altro che trasparente e democratica), esagerato rispetto alle sue esigenze che può tranquillamente vendere in parte monetizzandolo ed utilizzando il ricavato per le sue attività: una chiesetta diroccata può valere 1 o 2 milioni di Euro.
Un nullatenente, invece, non può fare altro che vivere di quello che guadagna.

il parroco di Funo

lo Stipendio” del prete è fatto da:
-una cifra pro-capite calcolata sul numero degli abitanti della parrocchia (si preleva dalle offerte generiche che vengono fatte: questua, benedizioni pasquali …)
-un integrazione (per arrivare al migliaio di euro circa dello stipendio-tipo) dall’istituto centrale sostentamento clero, che gestisce i beni ex-beneficiali
-le offerte della messe, se la c’è che “le fa dire” (non la questua)

dalle offerte per battesimi ecc, va trattenuta solo l’offerta per la messa, che viene stabilita dalla diocesi (la cosiddetta “sinodale”), il resto va alla parrocchia.

per me il tipo in questione potrebbe avere delle altre entrate (beni di famiglia)

Roberto Grendene

il “diritto di stola” è una invenzione giornalistica?

Roberto Grendene

@ parroco

puoi dire “io non ne usufruisco”

ma di fatto ci sono tuoi colleghi che ne usufruiscono, no?

il parroco di Funo

puoi trattenere solo l’offerta sinodale
il resto ora deve essere versato alla parrocchia

Roberto Grendene

l’offerta sinodale?

e quanto sarebbe?
e chi controlla che tutto quadri?

Roberto Grendene

c’e’ una assemblea eletta democraticamente o un organo che la rappresenti che controlla e approva il bilancio?

Roberto Grendene

@ parroco

forse parliamo lingue diverse: io mi riferisco ad una associazione democratica dotata di statuto, che ha il potere di mandare a casa il parroco-cassiere se non gli sta bene, che ha il potere di cambiare le regole della struttura-parrocchia, che pubblica il bilancio online e ne manda copia al Comune se per caso riceve anche un euro di finanziamento pubblico

per il centro sociale che presiedo funziona così, e i bilanci sono pubblicati:
http://www.casalecchionet.it/cscmeridiana/doc.html

non e’ che tu ti riferisci a prassi dettate dalla gerarchia ecclesiastica?

il parroco di Funo

il parroco lo manda a casa eventualmente il vescovo, al quale il cpae può fare relazione.
più che finanziamenti si può ricevere qualche sovvenzione per spese già sostenute e documentate

Roberto Grendene

“il parroco lo manda a casa eventualmente il vescovo,”

ok, una assemblea senza poteri

Rothko61

comprendo il tentativo di difendere la categoria ma molto spesso si ha l’impressone che il “prelievo” dalle offerte generiche sia cospicuo, senza possibilità di controllo e, comunque, in un regime fiscale che vi favorisce e consente l’evasione/elusione.

il parroco di Funo

di solito è il parroco che ne mette dei (pochi) suoi nella parrocchia
(non bastano mai),
non il contrario

Roberto Grendene

@ parroco

ma e’ quello che dovrebbero fare tutti i volontari per progetti di volontariato

invece tu hai parte del tuo stipendio pagato dallo stato (per non parlare dei tuoi colleghi cappellani militari, generali di corpo d’armata come Bagnasco, assistenti religiosi nelle ASL pagati dalle Regioni, ecc.)

Rothko61

Di solito i preti sanno come arrotondare.
Se vuoi consigli rivolgiti al tuo collega soprannominato “don bancomat”… lui sì che versava del suo…
Non so se ci fai o ci sei, ma non ti sei ancora reso conto che fai parte dell’organizzazione più atroce e criminale che la storia abbia mai conosciuto?

Murdega

Don di Funo, cercati un lavoro, se i soldi non ti bastano perchè vieni a dirlo quì.

alessandro

dovresti vergognarti solo per il fatto che raccontando frottole riesci anche a guadagnarti 1000 euro al mese provenienti in gran parte da uno scippo legalizzato mentre i ricercatori guadagnano meno di te.

pastore tedesco

x Parroco di Funo
A me qualcosa non quadra. Mi risulta che un parroco di prima nomina becchi € 989 lordi e poi aumenti in base a dei parametri. L’ho letto sul sito ufficiale della ccaar. Non credo che con questi tu debba pagarci luce, acqua, gas. Non credo che tu debba pagare l’affitto ma che tutto sia coperto dalle offerte per la parrocchia. Mai in vita mia ho sentito che in chiesa sia stata richiesta e quindi rilasciata ricevuta. Quindi il tuo stipendio (basso ma molto più di 200 €) lo puoi spendere tutto per te.
Con il mio solo stipendio (magrissimo) devo vivere io, mia moglie e 2 figli, pagare l’affitto e tutte le spese. Io il posto di lavoro lo posso perdere. Io devo pagare le tasse. Nessuna offerta da parte di nessuno.
Tu quante persone devi sostenere con il tuo stipendio? Non credo tu abbia figli. Tu puoi essere licenziato? In che modo hai contribuito allo stipendio che percepisci e che in parte arriva dalle mie tasse?
Anche se tu ricevessi solo 1 € sarebbe rubato perchè è frutto delle losche trame tra i nostri onesti politici e i tuoi odiosi superiori.
Sulla veridicità dei bilanci parrocchiali, ma fammi il piacere.
Poi con tutto quello che vi regalano i parrocchiani?
Senti, ti do un consiglio, fatti cambiare sede di lavoro. I tuoi parrocchiani sono dei tirchi e ti fanno fare la fame.

Roberto Grendene

dall’articolo:

«In base al concordato del 1984, i sacerdoti non sono tenuti a dichiarare il loro “diritto di stola”, ovvero, secondo la definizione del Vaticano “le donazioni che i parroci hanno diritto di percepire dai fedeli in occasione di funzioni religiose, riguardante specificamente i singoli»

«È grazie a queste, come ha spiegato don Giorgio all’Agenzia delle entrate, che chi guadagna meno di un operaio può condurre una vita da benestante con tanto di villa, berlina e personale di servizio.»

Stefano

Dipende dall’onesta di un parroco..
bisogna vedere se le varie tipologie di offerte vanno ai settori alle quali sono destinate o al portafoglio del prete.
Nel paesino dove abitavo prima il don che si è ritirato si è comprato una villetta da quattrocento mila euro 🙂
Ovvio c’è chi è onesto e chi no.
In un organizzazione

ser joe

Dipende anche dalla stupidità dei creduloni.
Al mio paese al parroco destinato ad altra parrocchia gli è stata regalata l’automobile.
Mentre la scuola comunale versa in grandi difficoltà anche per l’acquisto di carta igienica, gessetti, manutenzione ordinaria e pulizia delle aule.

whichgood

Alcuni danno in “offerta” i loro figli al parroco… non è la prima volta che diffendono loro stessi i preti pedofili.

antoniadess

“non solo le spese del sostentamento dei parroci, come ai tempi della congrua, ma l’intera attività della Chiesa cattolica…”: lo stipendio è comunue previsto mi pare; poi so che non sono obbligati a rendicontare sulle “offerte”, che in larga parte derivano dalle tariffe di messe per i defunti (fuori da quelle ordinarie), battesimi o matrimoni, sono fior di buste, senza fattura naturalmente, immaginiamo quante entrate in nero, l’8xmille sono spiccioli in confronto!

RobertoV

Strano che quando si ha la possibilità di controllare in modo trasparente gli stipendi dei preti risultano ben più elevati di quello che viene dichiarato.
Abbiamo visto nel caso della suora filippina assistente spirituale in ospedale che prendeva 45 mila Euro all’anno, del monsignore assistente spirituale che prendeva sui 130 mila Euro.
All’estero, in Austria, Germania e Svizzera dove gli stipendi sono trasparenti un prete di 50 anni prende circa 4000 Euro al mese più la casa, un prete di prima nomina sui 2800 Euro al mese, un vescovo sui 9000 Euro al mese (più la casa), un arcivescovo circa 10 mila Euro al mese. Veniva riportato anche lo stipendio di un cardinale tedesco pari a circa 11500 Euro al mese. Nella povera Grecia un prete ortodosso prende circa 33 mila Euro all’anno.
Invece in Italia, paese di evasori, quando vediamo gli stipendi dei preti e vescovi italiani vediamo dichiarazioni da fame: strano che al centro dell’impero vengano trattati in modo così differente. In Italia chi può non dichiara e loro ci dichiarano solo la parte proveniente dall’ 8 per mille.

il parroco di Funo

no caro,
abbiamo il cud (con tanto di trattenute) per quello che viene dall’icsc

pastore tedesco

Leggi bene quello che ha scritto RobertoV. Ti ha detto che dichiari solo quello che ricevi dall’8xmille. Cioè quello che è scritto nel Cud. Dubito che poi riusciate a tenere la contabilità del fiume di denaro che vi passa nelle mani. Ma Funo è in provincia di Bologna? Se è così fatti mandare in un posto meno rosso, che ne sò, in Veneto. Ripeto che neanche un centesimo è guadagnato. E’ tutta ricettazione.

marcigno

Da queste parti (Puglia-Salento) questo tipo di prete ed il suo tenore non sono una eccezione! Tutte le somme (funerali, suffragi, battesimi, matrimoni…) sono incassate dai preti! Solo come esempio, si pensi alle offerte al rialzo da parte di alcuni fedeli per portare a spalla le statue nelle processioni – si arriva facilmente a cifre importanti. Nel periodo pasquale, durante la processione dei misteri, si toccano cifre di migliaia di euro per una statua da portare a spalla e questo avviene perché per questi “fedeli” è importante farsi notare dalla popolazione… se poi a maggio si vota, le cifre si alzano anche di molto!
Vi riporto le tabelle vigenti (i preti talvolta raggiungono un accordo, talvolta si accapigliano per dividersi la torta…):
– funerali: 100 euro
– suffragio: 30 per messa cantata, 15 euro solo citazione nome
– matrimonio: 150 e, adesso, 200 euro (in alcune parrocchie).
Sono tutte somme incassate dai preti, esentasse!

il parroco di Funo

per funerali matrimoni ecc l’offerta è alla parrocchia,
al sacerdote compete solo “la messa” (qui in diocesi 10 euro)

se uno fa un’offerta di 50 euro per un funerale: 10 al sacerdote e 40 alla parrocchia

marcigno

caro parroco, non è mica un’offerta… sono le tariffe vigenti, e poi che differenza passa tra le 10 euro al parroco e le 40 ala parrocchia? tutto, e dico tutto, è introitato dal parroco che, e questo è chiaro, porta avanti la parrocchia, anche se poi le spese per restaurare, rimodernare o altre amenità… la parrocchia sono ripartite tra i fedeli (gli oboli) e i benefattori, presentate (le spese) come straordinarie e contingenti… sono, insomma, spese extra a cui collaborano in tanti. E i soldi introitati dal prete restano a lui solo…

anti-clericale

parroco ma che stai a dì!

un prete prende 700 euro di suo , appena nominato.
a questo si dovrebbe aggiungere l’affitto che il prete NON paga per la sua abitazione, proprietà della parrocchia.
a secondo della zona d’italia vai dai 100 euro(per la provincia meridionale) a più di 1000 euro.
dalle offerte alla parrocchia , il prete si mette in tasca una parte che varia a secondo del numero di abitanti della parrocchia. i dati che ho io parlando di 0.073 centesimi per abitante.
significa che in una parrocchia di 2500 abitanti raccimola quasi 2000 euro l’anno .

a questi, da quanto dici tu, bisogna aggiungere i 10 euro(ma perchè non 20?) a messa. Solo contando i riti “grossi” : funerale si conta per 3 (funerale,primo mese, primo anno), batteismo, comunione, matrimonio.
se consideriamo 10 persone (e dico poco) per ogni funzione si hanno altri 600 euro.
spalmando i 600 dai riti ed i 2000 dalla parrocchia sui 700 mensili abbiamo uno stipendio pieno di 1000 euro al mese a cui si aggiunge sempre l’appartamento non pagato.

e stiamo escludendo tutti i lavori che il parroco potrebbe fare e che potrebbero incrementare il suo stipendio.
sto inoltre escludendo anche le benedizioni … che i preti sono come i carabinieri ed ogni tanto devono far cassa tra i cittadini.

è sostanzialmente lo stipendio di un impiegato pubblico di cui hanno anche più tutele in tema di sanità e pensione. insomma roba rara.

a questo si aggiunge la quantità di doni in natura, specie se sei in una parrocchia di area agricola. ed allora vino,olio,prosciutto,… abbondano!

per quanto riguarda la spese, a parte far notare quanto costa i figli che i preti non hanno(almeno in teoria) :
le spese per elettricità/riscaldamento dei luoghi di culto li pagano i comuni,
come si capisce sopra le entrate delle parrocchie sono cospicui grazie a messe varie, alla rendita dal santo patrono, a vari beni immobili da fittare.

se poi un prete è furbo, gli basta dire che la differnza verrà versata ad un ente no-profit di sua fiducia dove lavorano amici e parenti.
con i tanti preti africani che vi sono in questo periodo… vorrei proprio controllare quanti piccoli imperi economici stanno sorgendo in africa con i soldi delle parrocchie italiane!

Sandra

La quota capitaria (0,073 euro per abitante, nella diocesi di Milano è 0,083 per il parroco) è calcolata in base agli abitanti. Non sarebbe piu’ corretto in base ai battezzati? Piu’ corretto ancora sarebbe a quelli che in parrocchia ci vanno, cioè sui veri “credenti”, ma qualcosa mi dice che non conviene molto….
In Germania la celebrazione religiosa del matrimonio per esempio è gratuita, è un diritto che deriva dall’aver pagato la kirchensteuer: molto piu’ logico e trasparente. E anche sulla trasparenza la chiesa italiana avrebbe molto da imparare da quella tedesca.

Sandra

Mi correggo, la quota capitaria per il parroco è 0,073. E’ elevata a 0.083 alle parrocchie che non abbiano presentato il rendiconto amministrativo annuale.

fonte: Istituto per il sostentamento del clero della diocesi di milano

Sandra

parroco,
questo è quello che stabilisce il canone. Ma quali sono gli strumenti di controllo? Siete obbligati a fare una ricevuta? I fedeli sono obbligati a richiederla? Altrimenti, e dai, sappiamo come va a finire, l’occasione fa l’uomo ladro, e la colpa maggiore è naturalmente di chi l’occasione fa in modo di crearla.
Invece di scassare tanto su preservativi e robe di letto, perché non informate meglio sugli aspetti finanziari? Domanda retorica, lo so.

Sandra

Vedi? E’ ovvio che ci siano abusi.

Can. 958 – §1. Il parroco come pure il rettore di una chiesa o di un altro luogo pio ove si è soliti ricevere offerte di Messe, abbiano un registro speciale, nel quale annotino accuratamente il numero delle Messe da celebrare, l’intenzione, l’offerta data e l’avvenuta celebrazione.

Tutto riposa sulla “fiducia”.

Emanuele

Un’altra domanda per gli esperti:

da quanto posso capire dall’articolo il prete in questione riceve delle offerte. Capisco che l’offerta quanto tale non sia tassata, ma non capisco se una volta che il prete ha acquisito il bene o il denaro perché mai non dovrebbe dichiararli: una volto suoi diventano a tutti gli effetti parte del suo patrimonio e quindi tassabili oppure rimangono non tassabili?(la seconda opzione mi sembra alquanto stranuccia)

il parroco di Funo

grendene ha sopra citato il nuovo concordato per cui quelle offerte non sono tassabili

Emanuele

«In base al concordato del 1984, i sacerdoti non sono tenuti a dichiarare il loro “diritto di stola”, ovvero, secondo la definizione del Vaticano “le donazioni che i parroci hanno diritto di percepire dai fedeli in occasione di funzioni religiose, riguardante specificamente i singoli»

Ok, ma questo riguarda le donazioni…ma una volta che le donazioni sono parte del patrimonio complessivo del sacerdote…continua a valere la regola che non devono essere computati nella dichiarazione fiscale?

Era questa secondo parte che mi interessava, grazie comunque della risposta.

Roberto Grendene

@ Emanuele

non so se debbono essere dichiarati

ma se sono esenti fiscalmente come sembra, non dichiararli non comporterebbe alcun danno erariale e quindi sarebbe considerato dall’Agenzia delle Entrate solo un inadempimento formale (ossia senza provvedimenti a carico dell’inadempiente)

Emanuele

quindi in conclusion se io dono un mega villone del valore di svariati milioni di euro ad un sacerdote, qusto non sarà mai tassato, ne nel momento del passaggio di proprietà ne in futuro come parte del suo patrimonio….beh ma siamo proprio fessi a non esserci fatti ancora preti….

Doriana

La storia del prete Don G.Pugliese la ritengo imbarazzante. Ero convinta che le offerte date
fossero poi impiegate per fini benefici a favore comunque della parrocchia o della comunità. Mi
chiedo come possa lui la domenica appellarsi continuamente alla bontà dei fedeli e lui vive da nababbo.

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