Israele: scontro tra archeologi, ebrei accusano palestinesi di “revisionismo”

Il sito Ynetnews.com rende noto come la ricerca archeologica in Israele sia influenzata da condizionamenti religiosi e anche politici. Secondo l’articolo gli studiosi palestinesi starebbero avviano una vera e propria campagna di “revisionismo”, per minimizzare la presenza degli ebrei in Palestina nei tempi più antichi. D’altro canto, anche gli studiosi ebrei cercano di confermare tramite l’archeologia i racconti della Bibbia. In particolare, viene criticato il professor Hamdan Taha, il ministro dell’Autorità Palestinese che si occupa di antichità e cultura.

Valentino Salvatore

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13 commenti

giancarlo bonini

Consiglio a tutti la lettura del bel libro “Le tacce di Mosè”, scritto da archeologi Israeliani.

stefanogio

Anche io ho un libro da consigliare: “L’invenzione del popolo ebraico” di Shlomo Sand, professore di storia contemporanea presso l’Universita’ di Tel Aviv

whichgood

Io consiglio anche questo:

Le tribù perdute di Israele. Storia di un mito (Tudor Parfitt)

Nathan

L’archeologia in quell’area è materia esplosiva, perche ogni dato archeologico va a confermare o smentire (caso più frequente, invero) elementi delle “storie sacre” alla base delle identità nazionali e delle rivendicazioni territoriali.

whichgood

Ho vissuto 3 anni in Israele. Gli scavi archeologici vengono gelosamente segretati e non pubblicati fino quando non hanno almeno già fatto degli studi e hanno ottenuto delle conclussioni. La verità fa mooooolta paura ai religiosi e anche ai politici.

giulio

@ Nathan
In linea di principio è come dici tu, l’archeologia è un’arma propagandistica per entrambe le parti, però in Israele c’è una libertà di dibattito e di opinione eterodossa che non mi pare abbia riscontro fra i palestinesi, ragion per cui un archeologo israeliano che volesse contraddire la mitologia nazional-religiosa lo potrebbe fare, non credo che lo stesso valga per gli archeologi palestinesi.

whichgood

ehehe, libertà di dibattito per quanto riguarda la religione può darsi ma quando tocchi temi che riguardano lo Stato, i suoi confini e la relazioni con i “vicini” ti posso assicurare che troverai un’omogeneità agghiacciante.

Florenskij

C’è qualcosa di peggio dell’abominevole negazionismo: è il citazionismo. La specie “citazionista insipiens insipiens vulgaris” ha il maledetto vizio di non ( voler ) affermare nulla senza aver letto prima la letteratura antecedente riguardante l’argomento, e di farvi riferimento quando argomenta: ciò con il malefico scopo di presentare agli altri le “pezze d’appoggio” del suo dire, per conferma o smentita. Il che ovviamente viene preso per spocchia.

A riguardo della questione presentata nel post è opportuno aggiungere a Finkelstein e Sand anche Mario Liverani “Oltre la Bibbia” (2004 ). Anche il dottissimo prof. Liverani sostiene che la storia di Israele precedente il ritorno dall’esilio babilonese venne inventata per costruire una tradizione tale da legittimare il possesso del territorio da parte degli Ebrei. Tutto sembra filare liscio come l’olio; senonchè leggo da qualche parte che il prof. Liverani “tifa” per i Palestinesi contro gli Israeliani. Come risolvere il busillis? Con la stesso atteggiamento dettato dalla parola d’ordine di Palmiro Togliatti: “Studiare, studiare, studiare!”.
Torna opportuno ricordare che già alla fine dell’800 il gonnellone fuffologo padre Lagrange fondò la “Ecole biblique” in Palestina per consentire il confronto della fuffologia cattolica vetero e neotestamentaria con i dati archeologici e storico-culturali direttamente sul posto. Frutto di questo atteggiamento è la “Vita di Gesù Cristo” di Giuseppe Ricciotti, un best seller del 1941, che consentì al sottoscritto quindicenne di cominciare a pensare che il Vangelo non fosse tutto fuffa e di respingere l’idea pazzesca ( per non dire di peggio ) che Gesù Cristo non sia mai esistito.

Il problema posto dai “demitizzatori” della storia biblica dei patriarchi è molto arduo, come si evince anche dalle parole del card. Ravasi, il fuffologico apriporta del “Cortile dei Gentili”, peraltro uomo dalle conoscenze strepitose nel campo delle letterature antiche, oltre che moderne.
Io personalmente, non avendo più i tremori di un quindicenne a ogni soffio di dubbio, mi chiedo però: il racconto biblico è congegnato con tale artistica efficacia, da rendere difficilmente sostenibile l’idea che si tratti solo di m leggende costruite a tavolino con il metodo copia e incolla.
Anche la vicenda dell’Iliade era considerata più che altro invenzione finchè Schliemann non scoprì le rovine dell’antica città.

Certo che andiamo proprio bene se la notizia della messa on line dei Rotoli del Mar Morto viene qui salutata con osservazioni sulla carta igienica. Come spirito critico non c’è male davvero.

Marcus Prometheus

la storia di Israele precedente il ritorno dall’esilio babilonese venne inventata per costruire una tradizione tale da legittimare il possesso del territorio da parte degli Ebrei.

Marcus Prometheus:
No. Detta cosi’ la cosa e’ sbagliatissima.
Di ritorno dall’Esilio Babilonese durato in totale circa 70 anni, la classe dirigente (sacerdotale-nobiliare) ebraica che (piu’ che in schiavitu’) era stata presa in ostaggio e deportata dai babilonesi ottenne dall’impero persiano (nuovo conquistatore di Babilonia), l’ autorizzazione a rientrare nella PROPRIA PATRIA. Questa patria e la sua capitale Gerusalemme era chiaramente esistente ed identificata, cioe’ Israele era la terra dove era semplicemente sempre rimasta la stragrande parte del popolo ebraico, cioe’ tutti gli agricoltori ed i pastori che non erano stati deportati, proprio in quanto la deportazione Babilonese aveva avuto scopo politico di tenere in ostaggio i capi e non scopo economico di sfruttare schiavi.
Israele era composto da Giudea (sud) Galilea (nord) e Samaria ( centro), terra quest’ultima condivisa coi samaritani, parenti strettissimi degli ebrei, ma staccatisi come pratica politico religiosa dall’ebraismo (o viceversa).

I falsi politici e religiosi cominciarono dopo il rientro dei nobili sacerdoti emigrati che trovando poco ascolto dai loro ex sottoposti si misero a inventar trucchi per ri – assoggettare piu’ di prima il popolino diventato troppo autonomo durante la loro assenza e dunque fabbricarono un testo religiosi attribuito a ben sette secoli prima e di cui per i sette secoli relativi mai nessuno aveva saputo nulla e “miracolosamente” scoperto nelle rovine del tempio di Gerusalemme.

Il libro inventato fu l’Esodo, ossia l’uscita dall’Egitto, e tutte le balle precedenti relative ad una mai avvenuta discendenza da un Giuseppe ebreo “vizir” del faraone, ad una mai avvenuta propagazione immensa in terra egiziana e neppure permanenza per 4 secoli in Egitto (e tanto meno schiavitu’) egiziana, alla mai avvenuta strage dei primogeniti egiziani, al mai avvenuto passaggio miracoloso del Mar Rosso e distruzione dell’esercito del faraone, ed alla mai avvenuta permanenza per 40 anni nel Sinai.
Le favole inventate servivano ad accreditare Iahwe’ come dio di esperienza e di successo specializzato nel salvare il popolo ebraico da periodi di cattivita’ (schiavitu’) e post cattivita’ purche’ ci si affidasse totalmente alla guida dei suoi rappresentanti in terra, la classe sacerdotale ebraica!

Ma gli archeologi laici ebraici moderni questo ormai lo sanno e lo dicono da tempo, e questo non sta bene solo ai religiosi, ma non danneggia per niente la narrazione storica di un antichissima proprieta’ della terra di Israele da parte del popolo ebraico.

E’ vero che NON vi furono le fulminanti e genocide conquiste ebraiche millantate nei libri dei Giudici e dei numeri, e vi fu invece una piu’ lenta talvolta pacifica e talvolta litigiosa (con guerriciole e schrmaglie, non con mega stragi epiche ed impossibili genocidi ripetuti piu’ volte sulle stesse citta’, come da ordini terribili di Yahweh, ma di questo ogni persona di buon senso se ne puo’ solo rallegrare. Insomma l’insediamento ebraico e’ di circa 3 millenni fa, anche se accorciato di un secolo o due rispetto alle pretese di impossibile letteralita’ delle vantate conquiste genocide, mai avvenute in quei termini.

Insomma se dal punto di vista della storia della religione cambia tutto se l’archeologia seria sostiene che son tutte balle, dal punto di vista della storia degli insediamenti dei popoli nella regione non cambiano se non dettagli, dato che resta verissimo che glli ebrei son la’ da 3 millenni e gli islamici ono arrivati solo dal tempo subito dopo la morte di Maometto cioe’ da 14 secoli (e Gerusalemme non e’ mai citata nel Corano mentre e’ citata un migliaio di volte nella Bibbia).

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Detto questo invece ne’ dalla notizia delle ULTIMISSIME, ne’ dai commenti ancora si capisce bene quale sia il problema con gli arabi.
Ebbene, il problema, doppio, e’ questo:
1) per l’islam Allah ha creato il mondo e lo ha creato mussulmano! Adamo era nussulmano, tutti i profeti ebraici erano buoni mussulmani, Gesu’ e la Madonna (vergine) erano mussulmani, percio’ E’ Tutto loro legittimamente e da sempre. (sono ebrei e cristiani che hanno corrotto i testi originari della bibbia ed ammazzato i profeti), e per questo vanno anche strapazzati dai buoni mussulmani padroni di tutto ed obbligati da Allah per comandamento religioso a sottometterli con le buone (conversione) o con le cattive (jihad ed imposizione delle discriminazioni della dhimmitudine).
2 NON e’ mai esistito nessun regno di Israele nella terra che i Romani dopo l’ultima ribellione israeliana (detta di Bar Kokhba) al tempo di Adriano, anno 125 era volgare) rinominarono Palestina. Non e’ mai esistita una Gerusalemme ebraica, non e’ mai esistito un tempio di Gerusalemme centro del culto ebraico, e pertanto si oppongono gia’ in partenza anche a qualsiasi ricerca archeologica condotta dagli ebrei, che se scopre qualsiasi testimonianza ebraica e’ per principio accusata di essere falsa e tendenziosa!
Insomma negano totalmente ogni legame degli ebrei con quella terra (nella quale gli ebrei erano comunque gia’ maggioranza a Gerusalemme gia’ dalla meta’ dell’Ottocento!
Pertanto negano ogni diritto a spartire quella terra in due stati uno arabo ed uno ebraico ( o del popolo ebraico), e pretendono anche che mentre in Israele vivono piu’ di un milione e mezzo di arabi (il 20% della popolazione di Israele) in Giudea e Samaria (cioe’ riva occidentale o West Bank della Palestina) futuro stato palestinese non possa rimanere a vivere nessun ebreo (proprio come voleva il loro alleato Hitler che voleva tutti stati JUDEN REIN liberi da ebrei!.

E con quest

Francesco

“Pertanto (gli arabi) negano ogni diritto a spartire quella terra in due stati uno arabo ed uno ebraico ( o del popolo ebraico), e pretendono anche che mentre in Israele vivono piu’ di un milione e mezzo di arabi (il 20% della popolazione di Israele) in Giudea e Samaria (cioe’ riva occidentale o West Bank della Palestina) futuro stato palestinese non possa rimanere a vivere nessun ebreo (proprio come voleva il loro alleato Hitler che voleva tutti stati JUDEN REIN liberi da ebrei!. ”

1)Mi sembra evidente che tu confonda gli arabi con i musulmani
2)se fai riferimento ai musulmani, non si capisce perché un trattamento analogo a quello di judenreinizzazione che prevedi non sia mai stato, per lo stesso principio, applicato ai cristiani che in Gaza e West Bank risiedono
3)esistono almeno una decina di stati a maggioranza musulmana: me ne citi uno che abbia formalmente adottato una politica juden rein?
4)Sei a conoscenza del fatto che il “più grande nemico dell’Occidente e d’Israele”, nonché la più grande Repubblica Islamica del mondo, garantisca seggi parlamentari agli ebrei e ad altre minoranze religiose non musulmane, tra cui i cattolici?
5)cambia spacciatore…

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