Il nuovo mufti della Libia, lo sheykh al-Sadeq al-Gharyan, è contrario alla celebrazione di un funerale islamico pr il colonnello Gheddafi. Lo scrive Repubblica, che dà notizia di una fatwa del mufti con cui sostiene che il defunto leader libico era “un miscredente”.
Luciano Vanciu
Questa è la dimostrazione che la religione divide anche i gruppi della stessa credenza oltre a quelli appartenenti ad un’altra. Divisione nella divisione, le religioni dividono l’umanità in gruppi di stupidità creando odio e miseria.
Sono assolutamente d’accordo. D’altronde ho sempre pensato che il “religare” di una religione fosse un legame tra persone di un gruppo, ma contro un altro gruppo come la Storia ampiamente dimostra. Per l’uomo inteso in senso universalistico la religione non religa un bel niente…anzi!
E lo stesso fa la Patria che è altro concetto ipocrita come la religione…e chi ce l’ha non disdegna di distruggere le Patrie altrui: proprio come fa la religione.
Caro Manlio,
non sono d’accordo con l’equiparazione di patria a religione (concetto ipocrita). Intanto non è detto che le patrie vogliano sempre distruggere altre patrie. Ma poi cos’è una patria (reale o ideale – pensiamo per esempio agli ebrei che non avevano fino a poco tempo fa una patria reale)? Una identità, un’individualità, un gruppo che si distingue da un altro gruppo. Gli uomini sono esseri sociali che tendono ad aggregarsi e con ciò anche a separarsi da altri gruppi umani. Con i quali possono interagire, avere rapporti di buon vicinato o ostili. Esattamente come gli individui: che sono ovviamente interessati soprattutto a sopravvivere, ma possono interagire con altri individui, nell’interesse proprio e di tutti. Chi propaga la distruzione delle patrie, l’abbattimento di tutti i confini, deve logicamente anche desiderare la distruzione dell’individuo.
L’individuo è sempre una potenziale minaccia per altri individui (come le patrie lo sono per altre patrie). Ma la natura ci ha creato così: come individui (poteva se no creare un solo individuo, una massa gelatinosa che si estendesse su tutta la terra, come certi funghi che si estendono per chilometri e chilometri).
La società e la Chiesa (cioè il potere) hanno un rapporto ambiguo e conflittuale con l’individuo: non ne possono fare a meno, se no non c’è progresso, ma giustamente lo temono e tendono perciò a delimitare la sua azione.
Società liberali lasciano più spazio all’iniziativa individuale. Il potere in genere tende a ingabbiare l’individuo (già con l’educazione). Vedi anche il martellamento della Chiesa sulla necessità di operare per il “bene comune” (cioè meno individualismo, più comunità).
Perciò non demonizziamo le patrie.
“era un miscredente” l’unica virtù che aveva.
presto rimpiangeranno la miscredenza.
Anche in Italia, dopo la caduta del duce, molti fascisti sono improvvisamente tramutati in democristiani. Fintanto che era in vita Gheddafi veniva additato come islamico perfetto degli stessi che ora lo mettono all’indice.
Mica tanto: è un pezzo che Gheddafi era inviso alle frange più legate all’islam.
Del resto aveva anche ‘osato’ più volte mettere bocca sull’ortodossia musulmana, dicendo anche che, secondo la sua interpretazione, la visita alla Mecca e addirittura alla Kahbah non dovevano essere consentite solo ai musulmani ma a tutti.
D’altronde farlo rientrare nel kufr (miscredenza) è ottimo metodo per evitare a chi lo ha ucciso la critica di aver commesso un atto haram (illecito), cioè quello di aver ucciso deliberatamente e a freddo un altro musulmano (cosa, peraltro, che lo stesso Gheddafi ha fatto impunemente per quarant’ anni).
D’altronde, come sarà in Tunisia per Enhada (la quale si è già dichiarata favorevolmente in tal senso), per l’Occidente capitalista, se uno Stato è retto dalla Sharia ma è aperto alle ‘partnerships’ con l’economia e inoltre non rovina al turista occidentale la sua vacanza, quale è il problema?
Così va il mondo: della laicità importa solo a noialtri, non certo a chi interessa il guadagno e il controllo della situazione geopolitica.
La caduta di Gheddafi non porterà -a mio modesto parera- alcuna democrazia, come alcuni (secondo me) ingenui credevano, ma solo un aumento della povertà ed una diminuzione di quel decente stato sociale che c’era e che, se Gheddafi fosse stato una persona onesta e non avesse cercato l’esasperato arrichimento personale oltre ogni decenza, avrebbe potuto essere decisamente migliore, soprattutto per gli immigrati che facevano i peggio lavori che i cittadini libici non svolgevano e che davvero erano i paria di una società apparentemente improntata ad una certa equità sociale, equità da cui ovviamente era esclusa (nel senso di sproporzione a proprio favore) la gerarchia dei fedelissimi del Raiz, pronti poi a venderlo per aver parte nella ‘nuova Libia’.
Allo stesso modo, personalmente, sono sempre stato molto scettico verso le ‘primavere arabe’ usate spesso in modo totalmente privo di analisi materialista dagli indignados stessi: non basta abbattere qualche satrapo perchè le cose cambino davvero, e le condizioni sociali e i presupposti ideologici delle piazze maghrebine sono assolutamente impossibili da rapportare all’Europa (l’Italia è per me una via di mezzo tra il terzo mondo e gli Stati avanzati d’Europa a causa del ritardo della formazione dello Stato nazionale e del metodo di conquista con cui esso si è dato).
D’altronde i nonviolenti a priori esaltavano le rivolte, definendole ‘pacifiche’, dimenticando che ci sono stati un sacco di morti, prezzo che una società europea non è disposta a pagare.
Scusate se sono andato un po’ fuori dal seminato, ma mi vien difficile parlare di laicità in Libia senza analizzare il contesto materiale di quello Stato e di tutta l’area.
Non conosco appieno il caso Gheddafi. Osservo però una attitudine delle gerarchie religiose di scaricare rapidamente i deposti, o -viceversa- annoverare tra le proprie fila i grandi del pianeta una volta scomparsi.
Accade che Hitler viene scaricato dai cattolici e classificato come ateo, mentre si cerca di etichettare Einstein come credente.
Rocco.
Certo, ma questa è un’attitudine di tutti quelli che compartecipano ad un potere per poi saltare su un altro: dai piccoli satrapi che mangiavano alla sua mensa, a tanta gente comune che salta sul carro del vincitore alle gerarchie religiose, soprattutto cristiane.
In questo gli ‘islamisti’ (con quest’accezione intendo quelli che vogliono l’applicazione politica di gran parte dei dettami religiosi musulmani, ovvero la teonomia) sono un po’ diversi dai religiosi nostrani, proprio perchè l’islam, per molti, è tuttora anche ideologia politica e organizzazione sociale: le segrete delle carceri di Gheddafi furono sempre piene di radicali islamici e certo i fautori dell’islam politico non sono gente che se ne sta quieta sul carro del vincitore (basta vedere la storia di tanti Paesi di tradizione musulmana), salvo poi volere che le minoranze lo facciano quando sono al potere loro (anche per essi è validissima la teoria di Salvemini sui clericali e la libertà).
Sono convinto che arriveremo a rimpiangere il puzzone.
Cane pazzo,cartman.;)
ciò mi fa venire in mente qualcosina…
chissà da noi che cosa faranno le autorità religiose quando “qualcuno” leverà le tende (metaforicamente parlando, in questo caso).
mi aspetto tripli salti mortali carpiati che nemmeno la Comaneci.
Non vorrei che prima di levare le tende un certo “qualcuno” ci riduca tutti a vivere in tenda.
🙂
Non avete visto come se la ride?
beh ma sai, ci sono comunque cose inevitabili, anche con tutti i soldi del mondo.
@ Kaworu.
Per la puttæna di Babilonia un pappone vale l’altro.
Se poi il fregnone puzza troppo, una sciacquata di acquasanta e torna tutto odoroso di lillà.
Finquando lo Stato italiano caccerà i soldi e farà le leggi che vuole la troja, a Palazzo Chigi ci potrà andare pure Giorgio Aiazzone con un corteo di puttæne nane.
iscritto al UAAR magari
MA voi dell’UAAR perchè avete deciso di non proclamare il 25 ottobre la giornata dello “sbattezo”?
Avevate paura di un altro flop come quello dell’ anno scorso?
Meglio lasciar passare tutto sotto silenzio…gli “insuccessi” meglio non ricordarli….