Su Avvenire odi oggi un articolo di Umberto Folena dal titolo Voglia di sacro, l’Italia resiste commenta in maniera trionfalistica i risultati degli studi di Franco Garelli sulla religiosità in Italia, pubblicati in Religione all’italiana. L’anima del Paese messa a nudo, da domani nelle librerie. Le domande sono simili a quelle della precedente ricerca di Garelli condotta con altri studiosi, pubblicata nel 1995 nel libro La religiosità in Italia. Folena scrive sul quotidiano della Cei che “gli italiani costituiscono un’eccezione nell’Occidente” dal punto di vista della secolarizzazione e che “si dichiarano, e si dimostrano, altrettanto e più credenti” rispetto agli anni passati. Ma confrontando proprio il testo del 1995 di Garelli – consultabile presso la biblioteca UAAR – e i risultati recenti, ci si rende conto che le cose non stanno proprio così. La secolarizzazione, sebbene in maniera più lenta anche a causa della pervasività del cattolicesimo, sembra avanzare, come emerge da un confronto critico dei dati. Basti analizzare i dati forniti da Garelli ieri e oggi su alcune questioni chiave come l’esistenza di Dio, la credenza nella vita dopo la morte, la frequenza ai riti religiosi e la pratica della preghiera.
Secondo i dati recenti, il 6,6% afferma che “Dio non esiste”, mentre il 6,2% si dichiara “indifferente”: quindi gli atei e gli agnostici ammonterebbero al 12,8%. Il 4,5% crede in qualche forma di “potere superiore”, l’11,7% crede in Dio “in alcuni momenti, non in altri”, il 25,1% nonostante risponde che “sebbene abbia dei dubbi, sento di credere in Dio”. Il restante 45,8% non ha dubbi sull’esistenza di Dio. Nel libro precedente le opzioni contemplate erano diverse, ma si nota una crescita dei non credenti. Alla domanda ‘Lei si considera personalmente credente?‘ il 53,5% si identificava con gli insegnamenti della Chiesa, il 30,5% credeva in Dio ma solo in parte negli insegnamenti della Chiesa, il 2,2% era credente ma non cattolico, il 6,4% non apparteneva ad una religione specifica sebbene credesse in Dio o in una “realtà superiore”. Quelli che negavano l’esistenza di un Dio o affini erano solo il 2,8%, il 2,7% si dichiarava “in ricerca” e l’1,8% aveva risposto “non ci ho mai pensato, non mi interessa, non saprei”.
Anche per quanto riguarda la credenza su cosa vi sia dopo la morte, lo scenario è simile. Il 14,6% risponde ora che non c’è “nulla”, il 21,4% non lo sa, il 22,5% sostiene di non poterlo sapere, il 36,3% crede che esista “un’altra vita”, il 3,5% crede ci si reincarni e l’1,7% restante risponde “altro”. Ma nel libro precedente il 10,40% aveva risposto “nulla”, il 21% di non saperlo, il 22,3% che non era possibile sapere, il 41,5% che c’è un’altra vita. Stabile il dato su coloro che credevano alla reincarnazione e l’1,1% aveva risposto “altro”.
La frequenza alle messe (esclusi matrimoni e funerali) è pure in calo. Il 21,8% risponde che non ci va mai, il 35,9% una o più volte l’anno, il 15,8% da una a tre volte al mese, il 26,5% ogni settimana o più. Nella ricerca del 1995 invece il 13% aveva risposto di non andarci mai, il 17,6% una o due volte l’anno, il 19,7% più volte l’anno, il 6,8% una volta al mese “circa”, l’11,7% due o tre volte al mese, il 25,6% ogni settimana, il 5,5% più volte a settimana.
Aumentano inoltre coloro che non pregano. Il 23,7% oggi risponde di non pregare mai, il 16,8% di farlo qualche volta all’anno, l’11,2% qualche volta al mese, il 15,8 lo fa più volte alla settimana e il 32,5% almeno una volta al giorno. Nella precedente ricerca, il 17,1% diceva di non pregare mai, il 13,5% qualche volta l’anno, il 10,9% qualche volta al mese, il 17,3% qualche volta alla settimana, il 29,2% “circa” una volta al giorno e il 12,1% più volte al giorno.
Valentino Salvatore
“si dichiarano, e si dimostrano, altrettanto e più credenti” rispetto agli anni passati
Si, come Berlusconi.
La propaganda fascista era identica, devono cambiar metodo.
Io non capisco, dispongono di milioni e milioni di euro regalati sistematicamente dai fedeli e dallo Stato italiano e non sono capaci di investire un euro, uno che sia, per mettere in movimento una macchina del fango più oliata e un’agenzia di marketing più effettiva ?
Non c’è limite all’avidità economica.
Spiegate al sig Folena che esistono cose sacre anche al di fuori delle religioni.
Io ho voglia di sacro quando auspico che si consideri sacra la(cono)scienza umana.
Inoltre non è l’Italia che resiste semmai la religione i chi la promuove che cerca di resistere alle evidenze contrarie.
@lumen rationis. La conoscenza umana sarà anche sacra, ma non ha la “i”. Una cosa è la ragione, più o meno messa in grado di illuminare, un’altra l’ortografia.
Il sacro è legato alla religione per definizione. Il termine “RELIGIONE” ha due possibili etimologie: da re – ligare come insieme di credenze, valori, miti e riti che tengono insieme il “campo di forze” della vita associata o da re – legare nel senso di tenere a distanza di rispetto una realtà potente come sarebbe il fuoco o la corrente elettrica, qualcosa che può fare molto bene o molto male: qualcosa che è, giusta la classica definizione dell’antropologo Rudolf Otto “TREMENDUM ET FASCINANS”.
Un esempio dell’ineliminabilità del rapporto sacro – religione è offerto dall’intellettualmente onestissimo e non pentito ateo Foscolo nel suo poetico trattatello di antropologia intitolato “I sepolcri”. Il concetto che vi si esprime è semplice: siamo atei perchè scientisti, quindi non possiamo credere più alla religione tradizionale: allora coltiviamo una “religione delle illusioni” con “credenze” di per sè non vere, ma a cui dobbiamo far finta di aderire. Ad esempio una qualche presenza del morto nel sepolcro.
( Peggio che gli Egiziani antichi con le loro mummie! )
Personalmente trovo tristemente grottesco il “Ciao!” conclusivo dei funerali ateo-laicisti: “Ciao, Sandro!” “Ciao, Guido!”. Rigiriamo l’espressione in un altro modo: “E’ morto e ciao!” ( nel senso di “Chi s’è visto s’è visto.” )
Quanto più bello è il termine “Addio!”, nel senso di ” a Dio”, ti affidiamo a Dio, “padrone di casa” del Paradiso, grazie al quale ci rivedremo. Un saluto pieno di sommessa speranza.
Invece qual’è l’etimologia di “ciao”? Dal veneto “sciao” = schiavo, servo vostro. Un saluto originariamente fin troppo cerimonioso e antiquato-servile.
se avesse omesso la i, probabilmente avresti criticato la scelta dell’uso della parentesi per evidenziare la parola scienza, che di “i” sarebbe stata sprovvista.
Creduloni, non credenti.
@ Falloppio. “Creduloni, non credenti”. Suprema verità che fuoriesce ad uso del popolo dal profondo delle sue tube.
E’ proprio vero: lei non capisce un tube.
se le dicessi che io credo nella teiera di Russell lei mi chiamerebbe credente o credulone?
Forse intendevano dire che i pochi che restano sono più religiosi di quelli che se ne sono andati.
@ Diocleziano. E’ proprio vero: rimarranno quattro gatti. Ma i gatti del vicolo MIRACOLI.
a proposito…un bel MIRACOLO anche per te i seni al vento di Colpo Grosso vero?
@ Andrea Tirelli. L’argomento della teiera di Russell era ed è una bufala volutamente propalata dal baronetto filosofo radichal ( chic ). Essendo un logico eminente B.R. non poteva non saper distinguere tra un ente CONTIGENTE ( che può ESISTERE o NON ESISTERE ) e l’ESSERE ASSOLUTO, come “fondo” dei fenomeni dell’universo ( in tedesco”Grund” ) o come suo sostegno. Una cosa la singola palla da biliardo, che può esserci o non esserci, essere più grande o più piccola, bianca o rossa o di altro colore, un’altra il “fondo” del tavolo, quello che rende possibile il gioco. Il fondo può esistere senza palle, le palle non possono esntrare nel gioco delle loro varie relazioni senza il fondo. Il Dio dell’Ebraismo è l’Essere Assoluto: Jahwè, “Io sono Coluui che E'”.
Con la sua teiera Russell giocava sull’equivoco, e lo sapeva: evidentemente gli serviva una “sapida” immagine per ottenere una facile audience. Alfred North Whitehead, un accademico suo amico e collaboratore invece sviluppò una metafisica religiosa di tipo platonico, con tanto di “idee”. Un altro amico, l’aistriaco Wittgenstein, affermò “Delle cose di cui non si può parlare si deve tacere”, Tacere, appunto: meglio tacere che dire spropositi, peggio ancora se messi in campo per confondere.
“l’austriaco Wittgenstein, affermò “Delle cose di cui non si può parlare si deve tacere”.”
Florenskij, devi avere una certa eta’ se Wittgenstein ti conosceva.
@ Florenskij
La contingenza o assolutezza non c’entra assolutamente niente con l’argomento della teiera di Russell.
E’ piuttosto la scusa (non pertinente) che lei usa per dismettere l’argomento.
E ne comprendo perfettamente il motivo.
Riguarda la falsificabilità….
Hanno una faccia di bronzo che fa provincia.
@ fab. Le provincie vanno abolite. facciamo le cose più in grande: regione. E’ vero: i credenti – creduloni sregionano.
Nel mondo cattolico l’oggetto di bronzo più importante è il portone del Vaticano: il celebre “portone di bronzo”.
A parte questo, sono personalmente convinto che il crollo delle adesioni al Cattolicesimo sia un fatto: constatazione empirica. Comunque in Italia il Cattolicesimo è più radicato che altrove.
@florenskij
Tutto il resto è d’oro
caro Flo,
intendiamoci: chi è davvero cattolico?
Se tra chi dice d’esserlo togliamo quelli che non vanno quasi mai in chiesa e non riconoscono il papa come loro capo o guida, usano o hanno usato il preservativo o altri anticoncezionali, convivono o hanno convissuto, fanno l’amore senza essere sposati/e, riconoscono il divorzio e l’aborto come diritti civili, si masturbano, sono d’accordo con il testamento biologico etc. etc. etc. rimangono ben in pochi.
Ad esempio lei lo è veramente cattolico?
@ Florenskij
… La conoscenza umana sarà anche sacra, ma non ha la “i”. Una cosa è la ragione, più o meno messa in grado di illuminare, un’altra l’ortografia.
… Le provincie vanno abolite.
Prof mi perdoni. Provincia al plurale diventa province. La regola impone che cia e gia precedute da consonante al plurale perdano la “i”. Chi di spada ferisce … 🙂
In Italia i cattolici praticanti sono sempre meno ed è un dato di fatto palese, chiunque abbia un minimo a che fare con persone sotto i 60 anni se ne rende benissimo conto.
@ A. Tirelli. Cattolico ? Mi sono sempre sforzato di esserlo RAGIONANDOCI. Ultimamente – pensi che grazia celeste – sono riuscito a capacitarmi del perchè del NO ai metodi “non naturali”. Ci ho messo qualche decina di anni, perchè il ragionamento che sostiene l'”Humanae Vitae” è un meccanismo con rotelle molto precise, ma alla fine ce l’ho fatta.
Cioè, lei rifiuta le barriere meccaniche e chimiche alla fecondazione e accetta quelle temporali, che – al pari delle altre – hanno un unico scopo in comune, cioè quello di IMPEDIRE l’incontro uovo/spermatozoo, quindi la gravidanza?
E sorvola sul fatto che ambedue le tecniche sono “artificiali” in quando implicano l’alta tecnologia le une e la bassa tecnologia le altre (cioè termometro, penna, calcolatrice, calendario, ecc.) e il diretto intervento umano, in piena coscienza e consapevolezza.
Urca, 10 anni di contorcimenti e salti carpiati per queste ovvietà? Ciumbia!
Ora capisco perchè la Chiesa ci ha messo 400 anni a capire che Galileo aveva ragione……..
@ Southsun
Concordo assolutamente, 10 anni sprecati…
“si dichiarano, e si dimostrano, altrettanto e più credenti” rispetto agli anni passati.
Interessante che l’Avvenire faccia distinzione di differenti gradi di credulità. Secondo i vescovi, a che punto si troverà la Santanchè, e Borghezio che dice di essere così cristiano ?
Tra gli italiani “nativi” la religione è in calo da decenni, la religiosità aumenta solo grazie alle consistenti migrazioni di popolazione di religione islamica. Basta osservare (rigorosamente dall’esterno, di ritorno dalla colazione al bar) le persone che escono dalla messa domenicale: ultrasettantenni, qualche comunicando (ovviamente per tradizionalismo, senso religioso pari a zero) con genitori a seguito, un adulto ogni tanto; in sostanza quattro gatti.
Secondo me si parte da un voluto fraintendimento, da parte dell’autore, nel porre le domande.
Alla domanda “Credi in Dio?” Qualunque sia la risposta, si assume che si parli del Dio dei Cattolici, quando ognuno (che abbia risposto affermativamente) invece adatta alla propria persona la veste della religione cattolica secondo le proprie comvinzioni personali, che il clero vorrebbe invece uniformemente e universalmente accettata.
Perchè non chiede:” Credi che sia giusto amare i propri nemici?” “Se sì, vuol dire che se subisci un’ingiustizia non fai nulla per porvi rimedio?” “Credi che sia giusto che l’uomo si riproduca senza limiti in un pianeta con risorse limitate?” “Credi che mediante le preghiere l’intercessione dei Santi faccia compiere dei miracoli a Dio, influenzandone indirettamente le decisioni?” “Credi che sia giusto discriminare gli omosessuali che si amano fisicamente?” “Credi che sia giusto astenersi dai rapporti sessuali fino al matrimonio e in seguito al quale averli solo a scopo riproduttivo?”
Vorrei vedere la percentuale dei “credenti”…
Non sarebbe bene aggiornare un pò questa pagina?
http://www.uaar.it/ateismo/statistiche/religiosita/
è darle anche un pò più di visibilità, non ha così senso che Religiosità stia nella sezione Ateismo, dovrebbe stare nella sezione Religione.
Non molto tempo fa, era una domenica mattina, mi sono trovato fermo in auto al semaforo sulla via Tuscolana proprio di fronte a Santa Maria Ausiliatrice.
Stava uscendo la messa ed i miei occhi hanno visto una interminabile fila (si perche anche quando è scattato il verde le auto non sono partite dato che la pecora continuava a seguire quella che gli stava davanti) di ultraottantenni. Sembrava l’uscita domenicale dell’ospizio.
mah, se le cose continuano così, fra 20 anni si troveranno senza pastori e pecore per raggiunti limiti d’età
Una critica a questo libro la ho sentita giorni fa su RAI3: praticamente dicevano che l’autore presentava dati inequivocabilmente indicanti un calo di tutti gli indici di religiosità, per poi concludere invariabilmente che era vera il contrario: gli italiani sempre più convinti cattolici che pria…
Per fortuna che una certa frazione della popolazione, guarda caso coincidente abbastanza con quella che ascolta Rai 3, è in grado di figurarsi trends sociali dalle sequenze dei numeri.
SPLENDOR VERITATIS. Sì, altrimenti chi crede si deprime ancor di più…
la religiosità cala in Italia, ma meno che nel resto d’Europa.
Non siamo diventati più credenti, ma fra tutti coloro che diventano meno credenti, lo facciamo più lentamente.
Se mettiamo in ascissa il tempo e in ordinata la percentuale di credenti, l’autore parla della derivata della funzione ottenuta come se fosse la funzione stessa.
…
Purtroppo io vedo anche molta religiosityà in aumento tra i giovani, non è più roba solo per i vecchi.
E’ semplicemente un esempio di applicazione del principio della “self-fulfilling prophecy”,ovvero
di quel meraviglioso fenomeno che e’ il CONFORMISMO.
Principio grazie al quale per esempio e’ sufficente ripetere abbastanza a lungo su fonti “autorevoli” che l’onorevole “tizio” e’ il piu’ simpatico agli italiani ,perche una notevole percentuale di questi ultimi lo trovi tale,per nessun’altro motivo.(Vedi il Divo Giulio ad esempio).
Ma forse l’esimio Folena non tiene conto del fatto che mentre la semplice simpatia e’ un fatto puramente passivo,che non implica il minimo sforzo ne’ tantomeno il minimo sacrificio,per la
pratica attiva della religione vale il contrario,e questo fa MOLTA differenza.
Quando nessun italiano andrà più in chiesa, siete certi chr sarà sparita la cultura cattolica, fatta di ignoranza del fenomeno religioso, bigottismo, sessualità degradata a scopare, fottere, (che termini turpi), rifiuto della razionalità e della scienza?
@ D. Colombera. Non ho capito bene. I bigotti scopano o non scopano? Non erano accusati di essere troppo pudibondi? San Paolo non invitava a rispettare il corpo ( e a usarlo con delicatezza di sentimento ) in quanto “tempio di Dio”? Tempio in quanto “armadio delle scope”?
Gliene racconto una, anche se non è nel mio stile; ma “quanno cce vo’ cce vo'”. Su una rivista femminile radical-chic, come oggi usa, molto patinata & raffinata, alcuni mesi fa ho colto una chicca: la descrizione del “rito” ( chiamiamolo così ) dell'”orologio” in un villaggio turistico per nudisti-naturisti ( ovviamente laicissimi ). Ubicazione: la spiaggia.
Una coppia si dà alla copulazione, come se si trattasse di Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden: tutt’intorno sta un giro di “amici” che stimolati dalla situazione edenica si masturbano.
A queste finezze i credenzoni non erano ancora arrivati. Ci voleva la liberalizzazione del costume. Finalmente!
“rivista femminile radical-chic”
alta informazione vero? al pari di Popper e Sant’Agostino, sicuramente…
Ma Flo, ma ci fa o ci e’?
PS: ma lei c’e’ mai stato in una spiaggia nudista? ovviamente no (disgustoso, vero?). beh, ma guardi un po’, a me e’ capitato su una spiaggia di “tessili” (cosi si chiamano coloro che portano il costume da bagno in spiaggia), circondata da famigliole vocianti una signora molto per bene (elegante, senza tatuaggi, con un bel costume bianco) distesa sul lettino con una mano nel costume a masturbarsi… ma che sia forse che non e’ la nudita’ a spingere la gente a fare “certe cosacce”?
Mi sa che è lo stesso giornale dove il parroco di funo ha letto la notizia che in Danimarca l’assistenza medica è sospesa per gli ultrasettantenni. Che coppia.
Mentre in Italia non aumenta il numero dei credenti, anzi a quel che ho capito possiamo dire che diminuisca (si parla genericamente di dio e dell’aldilà, siamo complessivamente ben lontani dalla dommatica cattolica anche nei credenti), e mentre molti credenti lo sono piuttosto a la carte, la presenza di persone e organizzazioni clericali (penso soprattutto a CL) nella dimensione pubblica e politica aumenta.
Questo a mio avviso è il vero paradosso italiano, parlando dal punto di vista esclusivo della laicità
ormai il vero potere della chiesa non sta più nel numero di fedeli, ma negli agganci in politica, affari e media e nella sua capacità di gestire affari sporchi……in sostanza, ha imparato a copiare la parte più redditizia in termini di soldi e potere del lavoro della mafia facendolo pure meglio, in quanto avvantaggiata di partenza…..
Esistono difficoltà oggettive e di imbarazzo a dichiararsi “non credenti” in un sistema dove, con una posizione del genere, ci si espone al ludibrio dell’autorità e della maggioranza. Così, per non avere grane e per corrispondere alle aspettative generali, uno dice di essere credente … tanto va sempre bene. Una volta è stato domandato ad una amica comune (che si considerava credente) “Ma tu credi nell’aldilà?” E lei, con sorpresa, ha risposto: “Ma, che ne so, nessuno è mai tornato indietro!”
Insomma questa è la maggioranza dei “credenti”. Si fa meno fatica a dire “ma sì, va bene …” piuttosto che impegnarsi in una battaglia ideologica. Anche di fronte al problema dell’esistenza di Dio, la maggioranza risponde: “Ma, chissà, può anche darsi che qualcosa ci sia … ”
Questa però non deve essere considerata “fede”, perché la fede è certezza, incrollabile certezza. Se già uno esprime qualche dubbio o perplessità o possibilismo non deve essere considerato un “credente”
Uhmmm…
già risulta molto discutibile e opinabile una interpretazione delle risposte date a domande così semplicistiche e riduttive, persino parzialmente ambigue, ma se andiamo a vedere che l’edizione precedente riportava addirittura domande differenti, beh, allora non capisco proprio come si possano legittimamente confrontare i risultati.
Vedendo proprio il testo – e come riporto – le domande sono per la maggior parte e nella sostanza sovrapponibili. In alcune cambia l’intervallo di frequenza per certe azioni (come messa o preghiera), ma si nota comunque un aumento sensibile di coloro che negano l’esistenza di Dio, che non vanno mai a messa, che non pregano mai e che non credono in nulla dopo la morte.
io avrei aggiunto qualche domanda in piu al questionario della ricerca sulla religiosita’ vera e presunta degli italiani:ti masturbi?se la risposta è no,vuol dire che il cattolico crede alla sorveglianza dell’angelo custode.quindi un vero credente.se si……..
“gli italiani …si dichiarano, e si dimostrano, altrettanto e più credenti”
ma all’Avvenire non conoscono il Comandamento “non dire falsa testimonianza” ?
dall’affermazione si evince che non conoscono neanche la statistica.
😉
Posso fare la parte del Diavolo? I credenti non li convinci col rutilare di numeri e percentuali. “Loro” hanno una percezione vaga e irrazionale ma molto decisa di come stanno le cose: in Italia siamo tutti credenti ma c’è qualcuno che non ci crede, peggio per lui. Fine della statistica. E poi ci sono quelli dell’ … come si chiama … Uaar che si arrampicano a ogni specchio pur di contestare il cattolicesimo. La finissero!
Mi sembra evidente l’intento perseguito da chi ha effettuato l’indagine modificando leggermente le domande e le risposte possibili: confondere le acque per cercare di rendere i dati inconfrontabili e fare deduzioni arbitrarie. Operazione fallita miseramente grazie all’ottimo lavoro di Valentino Salvatore.
Valentino avrebbe diritto ad un posto d’onore nell’inesistente Paradiso degli Atei se completasse l’opera rendendo disponibile sul web una serie di tabelle in cui si confrontano il modo omogeneo i dati relativi al 1995 e al 2011, perche’ la grafica delle tabelle da’ una percezione piu’ immediata dello scritto. Alcune di queste ‘ricostruzioni’ sono veramente semplici, come quelle sulla frequenza della preghiera, della partecipazione alla messa, etc.
Basta un semplice dato, la percentuale dei matrimoni civili sul totale,
per (di)mostrare quanto gli italiani diventino ogni giorno piu’ religiosi…
@ Fabio. Giusto, basta guardare la percentuale dei matrimoni civili, senza dubbio sempre crescente. Crescente quasi quanto la percentuale dei matrimoni che si sfasciano nel contesto di tradimenti, sotterfugi, depressione , umiliazioni, disperazione, sballottamento e sbalestramento dei figli, nonchè parecchi fatti di sangue, direi forse più numerosi dei delitti d’onore di un tempo. Tant’è vero che, tutto consinderato, molti preferiscono nonn sposarsi. a vantaggio della stabilità sociale. Sono fresco di documentazione: sto leggendo il “Secondo rapporto Hite” su sessualità e affettività nell’universo femminile americano.
“..tradimenti, sotterfugi, depressione , umiliazioni, disperazione, sballottamento e sbalestramento dei figli, nonchè parecchi fatti di sangue, direi (statistica ?) forse più numerosi dei delitti d’onore di un tempo”.
Certo tutte queste cose una volta non succedevano? Cosa erano allora i figli di NN per esempio? Tutti gli esperti concordano sul fatto che il rispetto dei bambini è della nostra epoca non di quella passata. Picchiare i bambini, rinchiuderli per punizione, farli lavorare e sfruttarli era una cosa normale. 100 anni fa si facevano sondaggi chiedendo alle donne come si sentissero? Si registravano gli stupri e gli abusi su minori? Forse non sa che in passato picchiare la moglie non era reato. A lei piace il mondo falso ed ipocrita che nasconde tutto sotto il tappeto.
@ Roberto. Certo che si presentavano situazioni orribili. Crede che non lo sappia, dopo una vita passata a insegnare storia ( ivi compresa la cronaca ) e letteratura ( ad esempio le novelle di Verga e Pirandello ambientate nella zona delle zolfare )?
Si tratta di vedere quanto era dovuto agli orribili insegnamenti religiosi e quanto alla carenza di risorse necessarie alla creazione del “welfare state”. Si accusa spesso la Chiesa di essersi opposta al Capitalismo foriero di modernizzazione: ebbene, schiavitù e sfruttamento del lavoro minorile furono utilizati dalla classe impremditoriale pre-capitalistica per sviluppare la sua “volontà di potenza” quando ancora non era stata inventata la macchina a vapore; dopo che du inventata, il regime di schiavitù si trasferì nella catena di montaggio.
“La massima punizione per un alunno dve essere la privazione dell’affetto dell’insegnante. mai percuotere, ami umiliare”. Concetti centrali del “metodo preventivo” di san Giovanni Bosco.
“Si tratta di vedere quanto era dovuto agli orribili insegnamenti religiosi ”
Chiaro che lo era (e’), almeno in parte. Quando viene inculcata fin dalla piu’ tenera eta’ l’idea dell’autorita’ in qualche modo derivata da un dio onnipotente che punisce i peccatori con orribili torture eterne… mi pare che l’unica alternativa sia quella di chinare il capo (coperto, come dice la bibbia) al padre padrone e subire le angherie del potentello di turno (perche’ il suo potere e’ volere divino, come tutto il resto…)
In effetti, pure le convivenze sono un’altra ottima evidenza.
Cosa c’entri tutto cio’ con l’universo femminile americano invece mi sfugge…
@ Fabio. Ricerche psicosociologiche e letteratura ( ad es, erica Jong ) registrano la situazione di crescente insicurezza affettiva delle donne per l’allentamento, la fragilità e l’aleatorietà dei legami familiari. Una volta c’era l’oppressione; oggi, dopo la liberalizzazione del costume, la depressione.
è curioso flo, che tu faccia l’esempio solo per la letteratura e non per le ricerche psicosociologiche.
mi segnali alcune di queste?
(deduco che erica jong sia una scrittrice perchè “no items found” su pubmed a suo nome)
Io ero convinto stessimo parlando del fatto che la religiosita’ in Italia fosse in crescita o in decrescita. Ciao.
Ho visto degli studi in cui si constatava una apprezzabile differenza tra ciò che le persone dichiarano riguardo alla loro religiosità e ciò che fanno nella pratica.
Per esempio sulla partecipazione alla messa dichiarano molto di più di quanto effettivamente praticano nell’intento di dare una buona immagine di se, più conformista.
Quindi gli studi dovrebbe essere concentrati anche sugli aspetti pratici e su problematiche specifiche per misurare la effettiva religiosità. Resta il fatto che va verificato quanto la religiosità coincida con la cattolicità delle persone, perchè i cambiamenti in atto, anche migratori, modificano anche le appartenenze religiose.
[@Kaworu. A gentile richiesdta, pronta risposta. Shere Hite “LE DONNE E L’AMORE. ( il nuovo rapporto Hite ) Rizzoli 1988.
Quanto allo sfascio educativo in relazioe al disfacimento del costume il fim di Alan Ball “Niente velo per Jasira”, tratto dal romanzo di Alicia Erian “Beduina” ed. Adelphi. Scritta esplicativa sul contenitiore del video: “Il fidanzato di mia madre si è preso una acotta per me e lei mi ha mandato a vivere con papà”. Ovvero; “In famiglia il più monogamo è il gatto”.
[@Kaworu. A gentile richiesta, pronta risposta. Shere Hite “LE DONNE E L’AMORE. ( il nuovo rapporto Hite ) Rizzoli 1988.
Quanto allo sfascio educativo in relazioe al disfacimento del costume il fim di Alan Ball “Niente velo per Jasira”, tratto dal romanzo di Alicia Erian “Beduina” ed. Adelphi. Scritta esplicativa sul contenitiore del video: “Il fidanzato di mia madre si è preso una acotta per me e lei mi ha mandato a vivere con papà”. Ovvero; “In famiglia il più monogamo è il gatto”.
ok mi spiego meglio: qualcosa di consultabile su pubmed e che quindi probabilmente è passato per la peer review?
@ Kaworu. A gentile richiesta, pronta risposta. Shere Hite “LE DONNE E L’AMORE. Il nuovo rapporto Hite” ed. Rizzoli 1988.
In aggiunta, su sfascio educarivo da dissolvimeto del costume familiare film “NIENTE VELO PER JASIRA” di Alan Ball, dal romanzo “Beduina” di Alicia Erian, ed. Adelphi. Scritta di presentazione sul contenitore del DVD. “Il fidanzato di mia madre si è preso una cotta per me e lei mi ha mandata a vivere da mio padre”. Come dire:situazioni da “Sei personaggi incerca d’autore”.
Erica Jong è una scrittrice americana che presenta tipi di donne insicure – nevrotiche sul genere Lella Costa.
Quando alla sua curiosità di sapere se per caso… solo letteratura, nel senso di fumo arbitrario: all’università ho fatto una carrettata di esami psicosociologici: psicologia, psicologia sociale, psicologia dell’età evolutiva, psicologia didattica. Non solo letteratura fuffoloide.
Ed era la Cattolica, sentina di tutte le ignoranze!
Se smettessimo di fare il gioco della pentolaccia ? ( Io cerco di dare una legnata a te, tu tenti lo stesso con me… )
Come i “credenzoni” conservatori devono riconoscere che nell’assetto sociale tradizionale si verificavano casi di oppressione orribile ( vedasi nelle Novelle di Pirandello ) così i progressisti dovrebbero meditare sui casi di “anomia” e insicurezza affettiva, con seguito di depressione, prodotti dalla liberalizzazione massiccia del costume sentimentale-sessuale. Sarà anche il caso di seguire la cronaca dei delitti nell’ambito sentimentale – sessuale – familiare.
Quanti omicidi con autori uomini che, abbandonati dalla partner per ragioni più o mreno valide si sentono crollare il mondo addosso e afferrano un’arma?
ok flo, tu scrivi
Florenskij risponde:
giovedì 3 novembre 2011 alle 14:54
@ Fabio. Ricerche psicosociologiche
avrai delle fonti, no?
le sto aspettando.
evidentemente non hai ben capito la carrettata di roba che ti sei imparato a memoria.
dai su, se nomini ricerche psicosociologiche ne avrai qualcuna, no?
vai.
per capirci…
George R.R. Martin parla di draghi.
è molto carino quel che scrive, però non credo ai draghi.
un riscontro con la realtà (quindi ricerche psico sociologiche – o sono psicologiche o sono sociologiche, comunque) sarebbe gradito.
ora, mi citi bei libri di draghi. ma niente che ne dimostri l’esistenza.
@ Kaworu
“mi citi bei libri di draghi. ma niente che ne dimostri l’esistenza”
Ormai dovresti aver compreso che questo è ritenuto un passaggio assolutamente inutile nel Florenskij-pensiero.
eh vabbè, io continuo ad aspettare che flo faccia apparire ciò di cui va cianciando 😉
” ITALIANI PIU’ CREDENTI” suona come “UN MILIONE DI NUOVI POSTI DI LAVORO (ricordate?) è uno slogan, negare o correggere la lettura di un sondaggio in maniera meno sfavorevole è un trucco vecchio come il mondo.
I giornalisti U. Folena e F. Garelli sono forse stati espulsi dall’ordine dei giornalisti per aver pubblicato queste ricerche che – a vostro dire – sono mistificatorie (perché, infatti, io so che se un giornalista produce articoli in cui scrive cose contrarie alla realtà, ebbene costui verrà espulso dall’ordine)?
No, per ora non mi risulta che i due giornalisti siano stati espulsi: quindi per ora non si può parlare di articoli giornalistici in cui si sistiene il falso…
tu hai un concetto tutto personale di come funzionano le cose in italia eh?
Mai, stai delirando?
Ma stai delirando? Parlo ovviamente con Marco.
beh, magari è anche un fan del TG1 e del TG4.
“il 6,6% afferma che “Dio non esiste”, mentre il 6,2% si dichiara “indifferente”: quindi gli atei e gli agnostici ammonterebbero al 12,8%”
Non sapevo che agnosticismo fosse sinonimo di indifferenza al problema dell’esistenza di Dio.
Infatti, giulio, quello è ignosticismo.
Ed è proprio quello che facevo notare io: intendo dire che io potrei essere contemporaneamente ateo, agnostico e pure ignostico (infatti lo sono per quanto riguarda il dio della bibbia). In generale, considerando un dio senza attributi specifici (una delle domande parla di una forma di “potere superiore”), allora sono agnostico e ignostico. Ma se considero il significato (che rigetto) di “agnostico” nel senso di indeciso, allora sono solamente ignostico e ateo nel primo ma non nel secondo caso.
Senza contare che domande tipo “esiste qualcosa dopo la morte?” sono fortemente imprecise, in quanto è ovvio che esista qualcosa dopo la morte: la decomposizione del corpo, reazioni chimiche varie, tutto dipendente dall’ambiente. Bisognerebbe fare la domanda secca: “esiste l’anima?”.
Insomma, è una cagnara pazzesca. Penso siano utilizzabili solamente le domande precise e disambigue come “quante volte vai a messa?”.
@ Giorgio Pozzo. Mi saprebbe spiegare che cosa significa il termine IGNOSTICO? io non l’ho mai letto nè sentito.
Flo, vedi che frequentare questo sito ti… erudisce!
@ Floresnkij
http://it.wikipedia.org/wiki/Ignosticismo
Mi aspettavo percentuali più alte per le idee atee, invece son ancora molto in minoranza. Sembra che, sebbene non praticanti, gli Italiani siano ancora parecchio cristiani e credenti.
Sarei stato curioso di sapere i criteri per la scelta del campione e se siano random.
Che il 41% degli italiani vada a messa almeno una volta al mese non ci credo manco se lo vedo.
se hanno figli in età da comunioni e cresime (attività che si fanno solitamente solo per i regali, per farsi belli con la festa in pompa magna e perchè “se no chissà che dice la zia del macellaio”) una volta al mese a messa ci sta.
mettici poi qualche matrimonio, funerale e cerimonie suddette…
La chiesa cattolica rispetto a decenni fa ha aumentato gli obblighi per chi fa comunione e cresima, prima di tutto raddoppiando i tempi (due anni per ognuno) e ritardando di due anni la cresima, in modo da legare le persone all’andare in chiesa. Ai miei tempi solo le ultime settimane prima della comunione e della cresima era obbligatorio l’andare a messa, adesso per tutto il periodo, e le famiglie sono costrette a partecipare di più. Sarebbe da vedere quanto resta, dopo aver decurtato questa partecipazione obbligatoria che per molti è legata al conformismo.
Inoltre sono stati fatti degli studi che dimostrano la discrepanza, spesso notevole, tra il dichiarato e quello che effettivamente si rileva perchè tendenzialmente per conformismo dichiarano molto di più per dimostrare di essere buoni cattolici. Ho visto discrepanze anche di 10-15 punti percentuali.
Poi ci sarebbe da discutere su che cosa credono effettivamente i credenti che si dichiarano cattolici.
Si chiama arte di manipolazione dei dati. I dati dicono una cosa ma tu metti in risalto solo quello che ti interessa, e così si rovescia la frittata. La verità è che i non credenti sono in aumento dovunque, anche qui nella provincia dell’impero vaticano. Con buona pace di bagnasco, bertone e dei loro accoliti.