Francia, hacker islamisti rivendicano attacco al sito di Charlie Hebdo

Dopo la distruzione della sede della rivista satirica Charlie Hebdo, per la pubblicazione di un numero dedicato all’islam, hacker islamisti hanno attaccato il sito web del settimanale. Ora questo gruppo di hacker, denominato Akincilar, minaccia anche il quotidiano francese Libération. Colpevole di pubblicare ancora la copertina di Charlie Hebdo che raffigura il profeta Maometto, secondo una intervista rilasciata da un esponente dei ‘pirati’, il ventenne Ekber.
“Noi non sosteniamo la violenza, l’islam è una religione di pace”, sostiene l’hacker, condannando l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo. Ma il gruppo di hacker è noto anche per altri attacchi contro anche siti israeliani e turchi, sempre in ‘difesa’ dell’islam.Dopo la distruzione della sede della rivista satirica Charlie Hebdo, per la pubblicazione di un numero dedicato all’islam, hacker islamisti hanno attaccato il sito web del settimanale. Ora questo gruppo di hacker, denominato Akincilar, minaccia anche il quotidiano francese Libération. Colpevole di pubblicare ancora la copertina di Charlie Hebdo che raffigura il profeta Maometto, secondo una intervista rilasciata da un esponente dei ‘pirati’, il ventenne Ekber.  “Noi non sosteniamo la violenza, l’islam è una religione di pace”, sostiene l’hacker, condannando l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo. Ma il gruppo di hacker è noto anche per altri attacchi contro anche siti israeliani e turchi, sempre in ‘difesa’ dell’islam.Dopo la distruzione della sede della rivista satirica Charlie Hebdo, per la pubblicazione di un numero dedicato all’islam, hacker islamisti hanno attaccato il sito web del settimanale. Ora questo gruppo di hacker, denominato Akincilar, minaccia anche il quotidiano francese Libération. Colpevole di pubblicare ancora la copertina di Charlie Hebdo che raffigura il profeta Maometto, secondo una intervista rilasciata da un esponente dei ‘pirati’, il ventenne Ekber.  “Noi non sosteniamo la violenza, l’islam è una religione di pace”, sostiene l’hacker, condannando l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo. Ma il gruppo di hacker è noto anche per altri attacchi contro anche siti israeliani e turchi, sempre in ‘difesa’ dell’islam.Ieri a Parigi si è svolta una manifestazione di sostegno alla rivista satirica, con centinaia di persone che si sono riunite anche per la libertà di espressione. Tra i presenti, il presidente di SOS Racisme Dominique Sopo, che ha rivendicato provocatoriamente: “il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”. “Si è sostenuta la primavera araba, ma si rifiuta l’autunno e l’inverno fanatico”, ha sottolineato Cabu, disegnatore del settimanale colpito, anche in riferimento alla recente interruzione di uno spettacolo teatrale a opera di integralisti cristiani.

Dopo la distruzione della sede della rivista satirica Charlie Hebdo, per la pubblicazione di un numero dedicato all’islam, hacker islamisti hanno attaccato il sito web del settimanale. Ora questo gruppo di hacker, denominato Akincilar, minaccia anche il quotidiano francese Libération. Colpevole di pubblicare ancora la copertina che raffigura il profeta Maometto. Lo dice in una intervista un esponente dei pirati informatici, il ventenne Ekber. “Noi non sosteniamo la violenza, l’islam è una religione di pace”, sostiene l’hacker, condannando l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo. Ma il gruppo è noto anche per altri attacchi contro siti israeliani e turchi, sempre in difesa dell’islam integralista. Intanto, a Parigi si è svolta ieri una manifestazione di sostegno al settimanale colpito, con centinaia di persone scese in piazza davanti all’Hotel de Ville. Tra il presenti, il presidente di SOS Racisme Dominique Sopo, che ha rivendicato provocatoriamente: “Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”. Da segnalare anche una contro-manifestazione, organizzata da musulmani, presso Place de la République.

Valentino Salvatore

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22 commenti

Gianluca

“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”

Da incidere nel granito per i secoli futuri.

”Noi non sosteniamo la violenza, l’islam è una religione di pace”

Certo, loro si limitano ad oscurare i siti che dissentono dal loro pensiero. Il loro concetto di pace è :”Tu non fare niente che possa minimanente infastidirci, così vivremo tutti in pace”

god afternun

Anche dare senso a quello che non lo ha è per loro un must, come ad esempio “il senso della vita”. Un modo di mettere i bollini per arrogarsi il diritto di decidere sul modo di vivere altrui.

Paul Manoni

@Kaw
A volte ribaltano anche lo stesso significato… 🙁

nightshade90

“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”

non per nulla in italia, che è una democrazia solo a parole, ma in realtà punta ad un’oligarchia filoteocratica (potere della casta dei politici a sua volta asservita alla dittatura ad elezione oligarchica chiamata vaticano) la blasfemia è ancora reato così come il vilipendio alla religione (ma evidentemente solo se fatte verso la fede cattolica, visto che non ho mai sentito in italia di casi perseguiti verso religioni diverse da quella cristiana)

god afternun

“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”
“Il diritto alla blasfemia è in democrazia un diritto assoluto”

I dieci comandamenti.

god afternun

è meglio tenere sempre i piedi per terra, la vita è solo questa e il mondo per ora anche.

Southsun

@ parroco.

Voliamo alto anche per te, che di solito strisci davanti ai tuoi superiori.

Marcus Prometheus

Ma non sono sempre 10 i Comandamenti.
A volte diventano 9
Erano 10 con il divieto di farsi immagini idoli etc.
Poi i cattolici (e gli ortodossi dopo aver dissanguato l’impero romano d’oriente per un secolo e mezzo in guerre civili fra iconoduli ed iconoclasti che al tempo della prima espansione arabo islamica furono influenzati dalla furia purista ed iconoclasta degli islamici stessi) decisero di mantenere il guadagno del culto dei santi (e relative immagini, icone e statue) piuttosto che mantenere la tradizione dei 10 comandamenti originari ed abolirono il comandamento anti immagini (mi pare fosse il secondo).
Rifecero cifra tonda (10 comandamenti) sdoppiando il non desiderare le varie cose di proprieta’ del vicino (fra il cui inventario l’asino e la donna) dedicando un nuovo comandamento tutto al divieto di desiderio della donna altrui.

Ma se ci si riflette bene questo desiderio riguarda i maschi, che dunque hanno tutti 10 comandamenti.
E le donne che c’entrano? A lume di logica per loro valgono solo NOVE COMANDAMENTI!
Costituisce un’altro abuso cattolico (a scopo di avere ancor piu’ peccati, utili armi di ricatto per spremere il gregge delle loro pecore cristiane) l’estensione del comandamento a qualsiasi desiderio sessuale verso uomini o donne non sposati e dunque non “roba” altrui.

E per gli Ebrei, come da Bibbia la faccenda e’ ancor peggiore dato che la lista dei comandamenti della torah e’ di ben 613 mitzvot.

Francesco

”Noi non sosteniamo la violenza, l’islam è una religione di pace”
Questo come nick usa teologo musulmano. 😆

Florasol

francamente la blasfemia mi par meno grave del più leggero insulto ad una persona
esistente… è più grave dire a un Carletto -che esiste- “Carletto sei un maiale!” che dire “Porco Babbo natale” o altra creatura immaginaria…

Calinero

Incazzarsi e punire qualcuno per aver offeso Dio indica (per questo qualcuno) 2 possibili e tristissime verità:
1) non si crede in realtà a questo Dio tant’è che si sente il bisogno di difenderlo
2) non si rispetta questo Dio e il rapporto personalissimo che ha con ognuno, ci si vuol fare lui stesso e sopra di lui nel momento in cui si vuole decidere al posto suo come agire. Ma l’offesa è a Dio, tu fatti i cazzi tuoi (per dirla con Dante insomma)

DURRUTI 51

Una religione di pace, però intanto si oscurano persino chi ci scherza su.

Soqquadro

Com’era quella vignetta con Maometto dallo psicanalista a lamentarsi? “Uffa, gli altri profeti hanno seguaci con il senso dell’umorismo”…

vime

Esatto! E fecero casino pure per quella vignetta, confermando così che era la triste verità.

Giona sbattezzato

Cristianesimo: religione dell’amore.
Islam: religione di pace.
Altre barzellette?

Gérard

L’ Islam non è e non fu mai una religione di pace . Il Corano raconta che quando Maometto faceva le sue razzie, c’erano angeli che lo guidavano . Dunque la guerra contro i non musulmano era gradita agli occhi di Allah .
A Istambul, nel museo di Topkapi sono esposte le spade di Maometto e suoi primi seguaci . Il pubblico deve sfilare con reverenza e nel silenzio davanti a loro .
L’ Islam si sente anche superiore a tutte le altre religioni e che un non musulmano possa riderci sopra è inaccettabile per un credente di questa religione .

Marcus Prometheus

articolo di Souad Sbai dal titolo “Gli imam ‘fai da te’, vero problema dei musulmani in Italia”.

In Marocco, il sindaco e parlamentare di centrosinistra di Gelmim Smara, 40.000 abitanti, Alia Otuman, blocca definitivamente e senza drammi la costruzione di una moschea, giustificando il provvedimento per motivi, diciamo, «urbanistici».
Tempo fa un amico mi fece una domanda che in molti si fanno: quante moschee ci sono in Italia? Una domanda alla quale si può rispondere solo con un’altra domanda: moschee o centri culturali usati come moschee? La sensazione, almeno dagli ultimi dati, è che questi minuscolimapericolosissimi centri di ritrovo siano migliaia.
Realtà che nella maggior parte non hanno né struttura né professionalità adeguate per gestire situazioni complesse come l’integrazione dei propri frequentatori nel tessuto sociale, o più spesso sono ricettacolo di estremisti. Il problema più serio è proprio quello di chi gestisce queste realtà, veri e propri imam fai da te, che si alzano una mattina, senza nessuna istruzione teologica né capacità di controllo sulle devianze del gruppo e spesso essi stessi fautori di un Islam lontano da quello autentico, e si mettono alla guida di una comunità.
Ricordo la violenza subita da una donna nel trevigiano alcuni giorni fa, perché non voleva mettere il velo e voleva continuare a vivere liberamente come faceva in Marocco, nel suo Paese d’origine.
I diritti e l’integrazione non sono un optional e la legge in discussione alla Camera su burqa e niqab è improrogabile, soprattutto per quanto riguarda le pene maggiorate a chi obbliga il velo integrale a mogli o figlie. Ecco il risultato degli imam fai da te, nascosti a qualsiasi controllo e pronti ad agire senza remorein nomedi unestremismo salafita e sanguinario. Moschee e imam, dunque, un binomio strettissimo e difficile da tenere saldo nella legalità, perché è proprio la religione islamica a non fornire una base su cui poggiarsi: non esiste infatti una struttura gerarchica che permetta l’individuazione di un soggetto unico con il quale dialogare.
Se si dovesse seguire questa direzione, si andrebbe verso l’obbligo di istituire tavoli di confronto con decine di scuole islamiche e centinaia di derivazioni territoriali.
Siamo chiari, la libertà di culto non è in discussione ma occorre capire che ci sono dei paletti oltre i quali non si può andare. Una moschea deve essere accettata dalla popolazione e il progetto valutato nei costi e nelle modalità. Basti l’esempio di Torino o Colle val D’Elsa, dove gli imam sono scappati con la cassa.
Una moschea deve essere una casa di vetro, dove si può entrare con facilità e apprezzare le attività che vi si portano avanti, senza essere bloccati alla porta. L’imam che si candida alla conduzione deve essere censito, inserito in un albo apposito; la sua posizione valutata per professionalità e serietà dalla Consulta per l’Islam italiano, unico organo autorizzato a operare in questo senso.

Paul Manoni

La vera e buona notizia, e’ che stavolta si sono limitati ad oscurare un sito… 😉
Negli anni passati, per le vignette di un quotidiano danese hanno dovuto chiudere ambasciate in più paesi e ci sono scappati diversi e svariati morti!!

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