Nuova recensione sul sito: ‘Liberi di non credere’ di Raffaele Carcano

Una nuova recensione è stata pubblicata nella sezione Biblioteca del sito UAAR. Il libro è Liberi di non credere del segretario UAAR Raffaele Carcano, pubblicato da Editori Riuniti. La recensione è a cura di Valentino Salvatore.

La Redazione

32 commenti

god afternun

Mi è piaciuta questa parte:

“Per arginare il calo, la Chiesa opera sul “fronte dell’immagine”, riproponendo le sue posizioni tradizionali con una “neolingua” di stampo orwelliano, che stravolge il significato di parole come “laicità” e bolla i non allineati come estremisti (o “laicisti”). Questa strategia si accompagna a “forme di vera e propria demonizzazione” dei non credenti”.

E’ stata riportata dallo stesso Carcano anche nell’introduzione dell’ultimo numero “dell’Ateo”, che consiglio vivamente di leggere a chi non l’abbia ancora fatto.

😉

Costantino Rossi

Il libro sembra molto interessante. Leggo tuttavia nella recensione:
“I non credenti oggi vivono di fatto una “libertà fittizia”, obbligati ad accettare l’invadenza delle religioni in nome della ‘libertà’ altrui e senza possibilità di critica. Anzi, beccandosi anche accuse di “fondamentalismo” quando timidamente ci provano. La situazione italiana appare immobile, asfissiante. Nel libro non ci sono formule preconfezionate da applicare”.

C’è da preoccuparsi, visto che l’autore è il segretario UAAR? Nemmeno l’UAAR ha idea di come risolvere la situazione?

god afternun

Ti consiglierei di leggere i libri, non soltanto le recensioni. In efetti c’è scrito “ci sono formule PRECONFEZIONATE da applicare”. Non atei e agnostini non abbiamo una bibbia da accettare e seguire come le peccore seguono i pastori.

teologo cattolico

la recensione è però fatta da un ateo e pubblicato su uaar. in ogni caso, si, devi leggere il libro. Strano che non abbiamo postato il collegamento diretto a IBS questa volta. sarebbe sato più chiaro che si tratta di pubblicità.

firestarter

te lo ripeto teologo: certe notizie vengono date per dare spazio ai falliti pseudofurbi che vogliono dettare i contenuti del sito dell’UAAR invece di essere grati per lo spazio che gli viene dato nonstante postino di continuo insulti alla intelligenza e vomito clerico-fascista. I suddetti falliti dovrebbero limitarsi a frequentare siti come cattoliciromani e pontifex dove la feccia loro simile si masturba su quanto era bravo torquemada e su come lo stalinismo fosse ateo (solo perche’ non ha stilato un patto con la chiesa). Invece per qualche motivo (la liberta’ piace a tutti, eccetto che la feccia clerico fascista vuole il privilegio per se piuttosto che la liberta’ per tutti) continuano ad infestare questo sito con la loro ignobile esistenza, togliendo di fatto spazio ai credenti ragionevoli (e ce ne sono, solo che purtroppo qui ci becchiamo l’onda di feccia ciellina ed altri droni lobotomizzati).

Costantino Rossi

@ god afternun
Capisco che Carcano e l’UAAR non vogliano imporre niente a nessuno, ma mi limitavo a chiedere (a chi l’ha già letto) se il libro indica percorsi per uscire dalla situazione che tutti ben conosciamo.

Paul Manoni

@teologo
Istruzioni per l’uso:
-Esci di casa e copriti bene perchè fa freddo.
-Recati in una libreria.
-Chiedi alla commessa il libro “Liberi di non credere” di R. Carcano, Editori internazionali riuniti, 2011
-Se non ce l’hanno, chiedi di ordinarlo.
-Paga e ritira il libro.
-Leggilo.
-Torna qui a commentare il libro.

Gianluca

“Il problema – ribadisce l’autore per mettere in chiaro che il suo è un approccio pragmatico e non semplicisticamente anticlericale – non è tanto che il papa affermi certe cose: fa il suo mestiere.”

Non sono d’accordo. Tra il suo mestiere rientra anche offendere chi non la pensa come lui e prevaricare gli altri? Anche il mafioso “fa il suo mestiere”?

Gianluca

Mi spiego megio: ho capito cosa intende R.Carcano quando dice che il papa, in fondo , fa il suo mestiere, ma non penso si debba giustificare il suo comportamento o concedergli la dignità reciproca che si danno, ad esempio, due soldati che combattono per due nazioni l’una contro l’altra.

Lorenzo Galoppini

Il problema é che in un mondo civile dire certe cose non dovrebbe essere un “mestiere”.

god afternun

Si, avevo capito il senso, stavo scherzando.
Non credo che Carcano stia giustificando le affermazioni del papa. Basta che tu aggiunga semplicemente il paragrafo successivo e il senso cambia completamente:

““Il problema – ribadisce l’autore per mettere in chiaro che il suo è un approccio pragmatico e non semplicisticamente anticlericale – non è tanto che il papa affermi certe cose: fa il suo mestiere. Piuttosto, sta nel fatto che i mass media riprendano acriticamente tali giudizi”.

In questo caso non c’era bisogno di contestualizzare come fanno i cattolici ma piuttosto di non decontestualizzare.

😉

Marco

Vedo che pubblicate sempre molte Ultimissime sul libro di R. Carcano: gli fate pubblicità perché sta vendendo poco?
Ma se sta vendendo poco una ragione ci sarà: ad esempio che le iniziative (e quindi anche le pubblicazioni) prodotte dai membri dell’UAAR interessano a ben poche persone.
Io ogni tanto vedo il banchetto UAAR nella mia città: sempre perfettamente deserto, nonostante il centro sia frequentato da parecchia gente (ciò vorrà pur dire qualcosa).

Kaworu

ma dai, è la stessa cosa che succede a me quando passo davanti a qualche chiesa (ma devo dire che invece quella che non so se sia protestante o altro, comunque sicuramente non cattolica, ha gente fin sui gradini fuori).

pensa te che coincidenza O_o

comunque sia, perchè non provi a continuare le discussioni che hai iniziato in altre ultimissime, anzichè trolleggiare?

god afternun

Quella vicina a casa mia, cattolica, lo so per certo, a volte è pienissima: quando fanno un banchetto. Altrimenti non si vedono neanche i cani. A dirla tutta, ci sono quasi sempre tre ragazzi stranieri sfruttati che mantengono il giardino e puliscono tutti i giorni a cambio di qualche pasto caldo.

Marco

Di sicuro c’è molta più gente nelle Chiese (cattoliche) che nei banchetti UAAR.

god afternun

@ Marco

L’UAAR non fa i banchetti per attrarre i tirchi e speculare sulla miseria.

Francesco

Marco ci sono piu’ persone che vanno a vedere i film del genere “cinepanettone” che non quelli seri, cio’ vorra’ dire qualcosa?

Lorenzo Galoppini

@ Francesco

Senza offesa, ma fare un parallelo fra cinepanettoni e film seri da una parte, e chiesa cattolica e banchetti Uaar dall’altra, mi sembra una grossa sciocchezza.
Un po’ troppo massimalista, perlomeno.

Francesco

Scusami Lorenzo, ma non penso che tu abbia capito il senso del mio intervento.

Lorenzo Galoppini

@ Francesco

Ooops…pardon! 😉
Però onestamente se non era quello il senso non ho capito cosa tu volessi dire.

Francesco

Per Lorenzo.

Il paragone non era tra l’Uaar e la chiesa cattolica, ma tra le persone che decidono di andare a vedere un film serio (quindi che richiede attenzione da parte loro come accade a chi si presenta ad un banchetto dell’Uaar) e tra coloro che vanno a vedere un film del genere “cinepanettone” dove lo spettatore pretende di divertirsi passivamente (in questi film la comicita’ non e’ certo quella di Woody Allen) senza impegnarsi troppo (anzi meno si pensa e’ meglio e’ come accade a chi decide di andare a messa).
E’ piu’ facile che siano attratte piu’ persone dai primi o dai secondi?
Insomma sono di piu’ le persone serie o le persone meno serie?

teologo cattolico

@marco

ovvio che è pubblicità. solo che le altre volte si mostra il link direttamente all’IBS o alla Feltrinnelli con cui l’uaar ha dei contratti di sponsorizzazione; niente di male naturalmente, ma appunto allora sarebbe meglio rendere esplicito e non occulto il messaggio promozinoale.

Admin

Come dire che se il sito del Vaticano parla di un libro di Ratzinger sta pubblicando un messaggio promozionale. Ma alle università pontificie vi insegnano logica :-)?

L’UAAR pubblica sul suo sito le recensioni dei libri che ritiene meritevoli: quelli che non valuta come tale non sono segnalati. Le commissioni che riceve tramite gli acquisti fatti attraverso il suo sito, oltre che essere pienamente legittime e utilizzate per le iniziative culturale avviate dall’associazione, non hanno nulla a che fare con le scelte e le segnalazioni editoriali, in quanto sono percepite su ogni acquisto: libri segnalati, libri non segnalati, libri di Ratzinger.

Paul Manoni

@Teologo
Quale sarebbe il tuo problema se sul sito UAAR, si sponsorizza un libro che parla di Laicità ed Ateismo, scritto da un non credente come Raffaele Carcano?
Te lo chiedo perchè la realtà dei fatti e’ una sola. Tutto questo rientra a pieno titolo negli scopi statutari dell’UAAR.

http://www.uaar.it/uaar/statuto

Statuo UAAR
Art. 3 Scopi
L’UAAR si propone i seguenti scopi generali:
a)…..
b)…..
c) Promuovere la valorizzazione sociale e culturale delle concezioni del mondo razionali e non religiose, con particolare riguardo alle filosofie atee e agnostiche.

I tuoi commenti sono quindi RIDICOLI.

hexengut

bel lavoro, il ‘Liberi di non credere’ di Carcano, che con questo saggio di tipo giornalistico completa, come ben nota Salvatore, il più’ scientifico Uscire dal gregge’. E se il testo è di più
facile approccio, identici permangono l’ironia, lo sdegno e la passione civile, tutti espressi con una pacatezza raramente riscontrabile in scritti di questo tipo . Con in più una brillante disamina delle correnti politiche italiane.

giancarlo bonini

Marco, vogliamo paragonare la pubblicità che fa la Chiesa con quella dell’UAAR?

bruno gualerzi

“Con la secolarizzazione – e nonostante il millantato “ritorno del sacro” – gli increduli iniziano ad emergere.”

Anche solo rimettendomi alla recensione (a proposito: vergognatevi voi UAAR di far pubblicità al segretario UAAR nel blog UAAR! A chi volete darla a bere?) trovo che vengano affrontati tutti i nodi cruciali che riguardano il rapporto tra credenti e non credenti. Con una serie di rivendicazioni, non solo legittime, ma doverose in una realtà come quella italiana così condizionata a tutti i livelli (il più subdolo è pur sempre quello culturale) dalla presenza invasiva, capillare, di una chiesa cattolica che sfrutta da sempre la sua doppia natura di istituzione religiosa e di realtà politica autonoma. Cosa di cui la società italiana, in quasi tutte le sue componenti, non sembra rendersi conto.
Detto questo, c’è un punto – richiamato nel brano riportato – che a mio avviso UAAR sta troppo sottovalutando… anche se capisco che le priorità siano definite da quanto detto sopra.
Il millantato credito del ‘ritorno del sacro’ è certamente ‘millantato’ se riferito alle religioni (in Italia, ‘alla’ religione) più diffuse… ma molto meno millantato se ci si riferisce al sacro vissuto come superstizione. La ‘morte di dio’ è un evento tutt’altro che scontato, come se si trattasse di un frutto ormai marcio che prima o poi cadrà dall’albero, mentre se non si estirpa la pianta (portino pazienza gli amici del blog, ma devo parlare ancora una volta del pensiero magico-religioso) al posto dei frutti caduti se ne sostituiranno sempre altri.
Questo per dire che certamente bisogna rivendicare con forza a tutti i livelli il diritto a ‘non credere’ (e, al solito, soprattutto in Italia)… ma, in quanto agli ‘increduli’, più che la quantità guardarei alla qualità.

RobertoV

Veramente la natura della chiesa è trina: istituzione religiosa, realtà politica autonoma e realtà economica.
Riguardo al sacro vissuto come superstizione non credo che vi sia un aumento, ma credo che diventi solo sempre più visibile perchè piano piano si toglie la copertura della religione che lo sfruttava e alimentava, cioè c’è un reindirizzo della superstizione.

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