Puglia: sì e no ai migranti, ma sempre in nome della cristianità

“Considerato che la nostra città è un centro della cristianità tra i più importanti del globo, l’amministrazione comunale si oppone fermamente all’ingresso di extracomunitari sommariamente identificati, perché tra questi potrebbero annidarsi potenziali cellule terroristiche”. L’ha scritto il sindaco di San Giovanni Rotondo (FG), Luigi Pompilio (PDL), in una lettera inviata al ministro degli interni Roberto Maroni. Secondo Pompilio, riporta Repubblica, sarebbe molto meglio ospitarli nelle strutture alberghiere della costa.
Fabiano Amati (PD), assessore regionale pugliese alla protezione civile, ha definito le affermazioni del primo cittadino “scempiaggini”. E ha aggiunto di aver chiesto al presidente della Conferenza episcopale pugliese, monsignor Francesco Cacucci, e al ministro provinciale dei padri cappuccini di Foggia, frate Francesco Colacelli, “autorità morali della mitezza, almeno per me”, “di consigliarmi una risposta efficace” a Pompilio.

Raffaele Carcano

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35 commenti

Godspeed you

“Considerato che la nostra città è un centro della cristianità tra i più importanti del globo, l’amministrazione comunale si oppone fermamente all’ingresso di extracomunitari sommariamente identificati, perché tra questi potrebbero annidarsi potenziali cellule terroristiche”
giusto, potrebbero esserci dei cattolici tra i migranti, meglio effettuare adeguati controlli e poi lasciare entrare gli altri…
Ma ‘sta gente il cervello dove lo ha lasciato…?

max2212

quale cervello? Ho seri dubbi se certe affermazioni vengano fatte per puro servilismo con un fine preciso, o credono veramente in ciò che dicono…..

Benjamin l'@sino

Ultimissima: «Secondo Pompilio, riporta Repubblica, sarebbe molto meglio ospitarli nelle strutture alberghiere della costa.»

Secondo me, invece, sarebbe molto meglio non ospitarli proprio e rimandarli al più presto nel posto dal quale provengono. Per qualche strana ragione un’idea simile viene considerata non solo inaccettabile, ma addirittura impronunciabile. Dal momento che sono abituato a prendermi dell’odioso, non mi faccio alcun problema a pronunciarle io in vece di Pompilio e di chiunque altro sia altrettanto pavido o financo più pavido di lui. A chi mi etichetterà con i soliti stantiti quanto immotivati attributi d’infamia, rispondo preventivamente con una frase dalla Fattoria degli animali: «gli asini hanno la vita lunga».

Reiuky

secondo me sarebbe da fare una politica seria sull’immigrazione. NOn alla “come viene meglio” fatta finora.

Che poi, una politica seria comporti il rispedire a casa tutti gli immigrati irregolari è un effetto secondario.

Benjamin l'@sino

Io non parlavo solo degli immigrati “irregolari”. Siamo pieni “a tappo”, per cui come comunità non abbiamo proprio necessità di ulteriori ospiti, fossero anche i lavoratori più indefessi. Per conto mio azzererei le quote d’ingresso.

Piuttosto, per colmare le esigenze in certi settori d’occupazione, si potrebbe cominciare a parlare seriamente di riconversione del personale e di formazione in servizio, deviando personale dalle attività oggettivamente non essenziali alle altre. Ad esempio, non interrompendo il rapporto di servizio, con la dovuta formazione PAGATA, e mantenendo o migliorando i livelli retributivi, io insegnante di musica accetterei tranquillamente di passare nel settore dell’assistenza alla terza età qualora mi si dicesse: “l’insegnamento della tua materia è inessenziale, non possiamo più permettercelo”.

Reiuky

Cose che fanno parte della mia idea di “seria politica sull’immigrazione”.

Non mi pare corretto rimandare indietro i regolari, sinceramente, in quanto, come regolari, sono a tutti gli effetti cittadini italiani. Fare una legge che imponga a dei cittadini italiani con certe caratteristiche di allontanarsi dall’Italia è, di fatto, discriminazione.

giulio

@ reiuky
Gli immigrati regolari non sono cittadini italiani, una cosa è avere il permesso di soggiorno e un’altra è avere la cittadinanza italiana.
Convengo che l’espulsione generalizzata degli immigrati regolari, se qualcuno la propone, è un’idea sbagliata.

@ benjamin
Vedo difficile e utopico fare del tutto a meno di nuovi arrivi perchè vuol dire che per certi lavori non si trova nessuno e interi settori dell’economia devono chiudere, stante la decadenza demografica dell’Italia e l’ostinato rifiuto degli italiani di fare i lavori dequalificati.

Benjamin l'@sino

Giulio, probabilmente non hai dato il dovuto peso a quella parte di commento nella quale io per primo mi dichiaro disponibile a cambiare le mie mansioni. Non ho problemi, fatte salve le condizioni descritte, a fare anche il cantoniere, l’asfaltatore, la guardia giurata, l’elettricista…. insomma, qualsiasi cosa. Se ci pensi, siamo pieni di gente (me in testa, probabilmente) che fa mestieri inessenziali. I lavori dequalificati che nessuno vuole fare diventano lavori qualificati ricercati da molti nel momento in cui li paghi per quel che valgono, ovvero in base alla necessità che si ha di trovare qualcuno per svolgerli.

Lyra

Benjamin l’@sino

“Secondo me, invece, sarebbe molto meglio non ospitarli proprio e rimandarli al più presto nel posto dal quale provengono.”

Massì, certo rimandiamoli tutti a casa! E poi chi fa la badante e tutti gli altri lavori che noi italiani non vogliamo più fare?
Magari lei sarà anche disposto a riconvertire la sua professione in “assistenza alla terza età”, ma di certo non tutti gli italiani la pensano a questo modo. La verità è che siamo diventati “snob” e che quindi gli immigrati ci servono per fare tutti quei lavori essenziali a cui noi non vogliamo più provvedere(e di cui forse non abbiamo più nenache la capacità: assistere un’anziana non è cosa facile e richiede molta umiltà, gentilezza, pazienza, compassione).
E poi diciamoci la verità: chi lavorerebbe per una retribuzione da fame che viene spesso data agli immigrati, sfruttati dai datori di lavoro con turni massacranti e paghe disoneste?
Io per 5 euro all’ora non lavorerei, per questione di principio.

Volenti o nolenti gli immigrati ci servono e forse è meglio che iniziamo a trattarli con più dignità e rispetto, dato che sono esseri umani come noi e che, per di più, ci sono particolarmente preziosi.

Benjamin l'@sino

Lyra, la mia compagna lavora per 5,60 euro l’ora, che è la paga minima sindacale, dovrebbe vergognarsi? Eppure è italiana. A tal proposito aggiungo che quei 5,60 che sono pochi per un Italiano che deve pianificare la propria intera esistenza in Italia, sono invece un’ottima paga, addirittura esosa, per chi proviene da Paesi nei quali il potere d’acquisto di quella cifra è assai più elevato.

Citi l’esempio di chi si cura degli anziani, ebbene molto spesso chi si cura degli anziani lo fa in regime di vitto e alloggio compresi nell’accordo lavorativo, in aggiunta alla paga, per cui una persona di buona volontà può benissimo vivere spendendo niente o quasi, accantonando pressoché per intero la propria paga giornaliera (quanto ipotizziamo?, 50 euro al giorno?) Considera che un capomastro in Marocco (per fare un esempio) con buona anzianità guadagna intorno ai 300 euro al mese; in certi Paesi dell’Est o dell’Africa Centrale anche meno. Considera che la persona che lavora in Italia per una paga che definisci “da fame” di 5,60 euro l’ora nelle condizioni descritte riesce ad accantonare quello stipendio mensile in meno di una settimana. Considera che un campomastro qualificato e capace qui da noi non lavora certo per meno di 1500 euro mensili. Ora, fatte le dovute proporzioni e confronti, la persona proveniente dal Marocco che si occupasse di un anziano qui in Italia (spesso senza alcuna qualifica, magari pure in nero) percepirebbe di fatto una paga che, per poter essere confrontata, è da considerare equivalente a 25-30 euro l’ora. Prova a proporre una paga simile a degli Italiani, e vedi quanti ne trovi disponibili ad assistere gli anziani! In definitiva, con paghe del genere e spese prossime allo zero si tratta di darsi da fare per pochissimi anni per poter poi tornare al proprio Paese con un gruzzolo che diversamente sarebbe stato fuori portata. E lo scopo di chi approda da noi da Paesi a basso costo della vita, al di là della retorica, è proprio quello: far su una fortuna nel più breve tempo possibile, non “sfuggire alla miseria”.

Questo se si lavora onestamente. Poi c’è il capitolo di chi si occupa di attività un po’ meno… ehm… “socialmente utili”. Applica a quelle il ragionamento che ti ho proposto, e dovrebbe essere facile capire come mai così tanti forestieri ambiscono ad approdare in Italia per dedicarsi ad attività censurabili o per delinquere: leggi colabrodo applicate a gente “invisibile” che ha davanti a sé la possibilità di lucrare cifre ingentissime e poi scomparire (sostituita dai numerosi rincalzi, ovviamente). Un paradiso per gli avventurieri.

Ci sono numerose altre incongruenze nella mitologia che qui da noi circonda la figura dei “migranti come poveretti” e dei “migranti come risorsa essenziale”. Una mitologia creata ad arte per formare la pubblica opinione in modo da renderla funzionale ad esigenze e interessi che non sono certo quelli degli Italiani comuni come me e, forse, come te.

San Dokan

Benjamin l’@sino

Sono d’accordo col fatto che non è materialmente possibile ospitare tutte le persone che vorrebbero entrare in Italia e in Europa, ma è anche becero il volersi mettersi a cercare tutti coloro i quali non siano di pura razza italica per costringerli a tornare nel loro Paese d’origine (dove magari li aspetta la forca, come agli omosessuali in Iran).

Riguardo il fatto che chi fa servizi di assistenza agli anziani avrebbe vitto e alloggio compreso, devo dire che una cosa simile l’ho vista solo in rari casi, dove “casualmente” l’assistito era un uomo e l’assistente era una giovane tutt’altro che brutta. E sorvoliamo anche sulle cifre che hai dato, visto che solo tu sembri conoscere anziani in grado di permettersi una badante da 50 euro al giorno (che, fatti i conti, sono 1500 euro al mese, cifra quasi sempre inferiore alla pensione mensile di un pensionato).

Strano, poi, che tu non abbia citato altre tipologie di lavoratori. Io, ad esempio, conosco un mungitore di vacche nordafricano, con il quale a volte ho condiviso il posto sull’autobus, che lavora a 700 euro al mese (con contratto regolare). E non mi sembra che gli avanzi qualche gruzzolo da godersi in Patria…

Non riesco proprio a capire perchè abbiamo questa dannata propensione a farci la guerra tra poveri in base alla nazionalità e alla provenienza geografica: perchè io, tu e la tua compagna che lavora con uno stipendio da fame abbiamo più cose in comune con un immigrato tunisino piuttosto che con Marchionne o con Lapo Elkann. C’è sempre la propensione (fatta propria anche dal fascismo e dal berlusconismo) ad essere forti con i deboli e deboli con i forti.
E poi, stiamo sempre attenti a voler porre barriere verso gli altri in base all’appartenenza geografica, magari un domani saremo noi italiani poveri a venir respinti da qualcun altro (magari un po’ perchè italiani, e un po’ perchè poveri).

Benjamin l'@sino

San Dokan: «Sono d’accordo col fatto che non è materialmente possibile ospitare tutte le persone che vorrebbero entrare in Italia e in Europa»

Su questo sono d’accordo, con una clausola: non è materialmente possibile ospitare altre persone in Italia, particolarmente in certe zone d’Italia già sovrassature, indipendentemente dal numero. Ogni nuova persona in italia, particolarmente al Nord, in Campania, in Sicilia e nelle altre regioni “sovraccariche”, è di troppo. Anche quando proviene da italianissimi lombi. Fortunatamente gli Italiani hanno abbandonato la loro propensione a figliare come conigli, ma le losche dirigenze che giustamente citi hanno fiutato il pericolo di perdere parte di quella che considerano la loro mandria e importano attivamente fiumane di nuove persone forestiere per “compensare”. E lo fanno in modo dannatamente pianificato. A costoro (le suddette dirigenze) va il mio disprezzo e financo una certa dose d’odio; agli altri (le nuove persone) va semplicemente il mio fastidio e una certa avversione collettiva (non certo individuale, se non nei casi in cui è personalmente meritata).

Benjamin l'@sino

San Dokan: «magari un domani saremo noi italiani poveri a venir respinti da qualcun altro»

Guarda che già è così.

whichgood

Anchio andrò da monsignor Cacucci a chiedere dove posso lasciare i miei risparmi e soprattutto se posso sbattezzarmi !.

Gianluca

Per me la cosa peggiore è questa:

“”E ha aggiunto di aver chiesto al presidente della Conferenza episcopale pugliese, monsignor Francesco Cacucci, e al ministro provinciale dei padri cappuccini di Foggia, frate Francesco Colacelli, “autorità morali della mitezza, almeno per me”, “di consigliarmi una risposta efficace” a Pompilio.”””

Un assessore regionale pugliese che chiede consiglio a frati e monsignori su cosa rispondere a un sindaco.

Diocleziano

Se chiedeva a me, di risposte efficaci gliene fornivo un catalogo… :mrgreen:

Gianluca

tra l’altro, da notare l’strema modestia e umiltà:

“…la nostra città è un centro della cristianità tra i più importanti del globo”

Non dell’universo?

teologo cattolico

@gianluca. quoto. L’assurdo è chiedere l’intervento in qeustioni di politica delle autorità della Chiesa, magari dagli esponenti di quel partito che spesso (non ultimamente, perchè siamo vicini alle elezioni, o il “clima” è comuqnue pre-elettorale) si sono scagliati contro la commistione di religione e stato.

firestarter

ma chi? il PD? il partito della binetti e fironi? ma vai a fare in c, mentitore in malafede

andrea tirelli

eddai, sforzati almeno un po’ di fingerti teologo: non pensi che tu dovresti essere il primo a scagliarsi “contro la commistione di religione e stato”?
Ti pare che i testi magisteriali ammettano “la commistione di religione e stato”?
No, dico, la dottrina sociale della chiesa cattolica e il catechismo secondo te parlano bene della “commistione di religione e stato”?

Southsun

@ firestarter.

Guarda che stavolta il teologo ha tutte le ragioni. L’uscita di questo frescone del PD è surreale.

DURRUTI 51

é ovvio che bisogna identificare in modo non sommario, sperando che sia possibile sempre, ed anche che si vigili rispetto alla possibilità che si infiltrino malintenzionati di tutti i tipi. Che centra col centro di cristianità? Se era un centro fra i più importanti del Buddismo che si doveva fare ? Dare la massima accoglienza, con banda musicale e buffet a mafiosi, terroristi, rapinatori ,spacciatori?

whichgood

Accoglienza e servilismo cristiani tipici.

Accolgano in Vaticano i bisognosi se non possono “rovinare” il business religioso in altre città i mercanti del tempio.

Paul Manoni

Scusate ma gli alberghi di S.Pio, non erano tutti o quasi in semi bancarotta???
Quale miglior modo per renderli utili rimanendo esempio di coerenza, se non quella di utilizzarli per gli immigrati!?

kundalini444

Che c’entrano i migranti? Il santo padreppio non è benevolo nei loro confronti? Perchè no?
Dio non è per tutti? Il centro della cristianità non accoglie tutti? Ci sono i figli-di-dio-di-serie-B ? E come si fa ad individuarli? I pellegrini sono solo quelli paganti e pieni di soldi? Dov’è finita la storia degli “ultimi saranno i primi”?

ANCIA LIBERA

quando ci sono di mezzo i soldi come si dice non ci sono santi che tengano !

MassimoP

“Considerato che la nostra città è un centro della cristianità tra i più importanti del globo”…

Se questa è la “premissa maior” non è del tutto chiaro il “sequitur”. È come dire che credere nell’al di là nei termini indicati dal catechismo cattolico (o cristiano in genere, nel “migliore” dei casi) sia di per sé garanzia di trasparenza e comportamenti tutt’altro che violenti e, in forma implicita, che ogni forma di terrorismo (ogni forma, ripeto) sia per sua natura estranea al cristianesimo reale (quello praticato e organizzato) e con esso incompatibile. Su tali basi insostenibili è ben difficile che qualunque cosa segua abbia senso (anche poco).

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