Elezioni Egitto: candidata senza volto del partito salafita, nei manifesti “è la moglie di”

Anche il partito salafita Nur si è candidato per le prossime elezioni in Egitto. Tra i candidati, una donna, di cui però non si conosce il volto né il nome. Nei manifesti di propaganda appare infatti una foto del marito, con didascalia “è la moglie di Ismael Mustafa”.

Anche il partito salafita Al-Nur si è candidato per le prossime elezioni in Egitto. Tra i candidati, una donna, di cui però non si conosce il volto. Si chiama Marwa Ibrahim al-Qamash ed è in lizza nella provincia di ad-Adaqahliyah. Ma sulla base di una rigida interpretazione del dettato islamico infatti nei manifesti di propaganda non appare una sua foto. Inizialmente c’era un fiore, ma la cosa ha suscitato commenti ironici su internet, in particolare su Twitter. Poi è stata messa quella del marito, con didascalia “è la moglie di Ismael Mustafa”. Ma ciò non ha fatto altro che suscitare ancora reazioni ironiche.

Luciano Vanciu

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18 commenti

Calinero Della Torre

Non a caso le neuroscienze e il cognitivismo, a proposito dei prototipi neurologici con cui la mente organizza il sapere, parlano di ‘metafora’, ‘enbodyment’, ‘etopea’ e ‘polarizzazione’.
La ‘polarizzazione’ starebbe ad indicare la tendenza fondamentale del pensiero umano di organizzare il proprio sapere secondo la logica binaria (uno o zero, si o no).
Accertato ciò, diviene ancora più chiaro il perché dell’aver conferito un sesso anche a elementi del linguaggio. La ricaduta di una “ontologia sessuale” nelle strutture e negli elementi del linguaggio sembrerebbe, tra le altre cose, in armonia col significato stesso della parola “sesso”. “Sex” sta a significare “separazione in due taxa”. Polarizzazione uno-zero, o più “naturalmente” maschio-femmina.

Infatti, nel meccanismo della polarizzazione: L’1 indica maggiore presenza, attività, grandezza, forza ecc (l’1 è associato per questo al ruolo maschile o comunque al sesso maschile).

Tuttavia la differenza tra i due poli 1/0 non consiste solo nel fatto che l’1 sia maggiore dello zero, ma anche nel fatto che lo zero sia derivato dall’uno.

Così come lo zero deriva dall’uno, i nomi femminili derivano da quelli maschili attraverso il procedimento della mozione.
Un esempio linguistico di mozione è rintracciabile nella coppia man/woman; caso in cui “man” significa “uomo”, mentre, “woman” deriva da “who-man” ossia “donna di che uomo?”.
Allo stesso modo “regina” indica “colei che appartiene al re”.
Stessa cosa per “madonna” (mia donna) e per “leonessa”.

(Tratto da Essere o potere di Umberto De Palma)

Calinero Della Torre

I luoghi prototipici del linguaggio (attivo/passivo, animato/inanimato, ruvido/liscio ecc..) si ricollegano dunque a enti naturali percepibili immediatamente per via estetica e mediatamente attraverso il procedimento della metafora.

Secondo Jacob Grimm […] la struttura del mondo linguistico è vivificata e caratterizzata sessualmente: non solo dunque gli aspetti salienti ed umili del mondo, non solo le rappresentazioni concrete ed astratte della nostra mente, ma anche consonanti e vocali, verbi e nomi, forme primare e derivate, manifestano le loro prerogative sessuali, e sono simmetricamente divisi nei due domini, ciascuno a seconda dei propri requisiti. (“Spesso si deve attribuire complessivamente alle vocali un fondo femminile, alle consonanti uno maschile […]; il verbo è il principio generatore o maschile, il sostantivo, invece, indica ciò che porta in sé (femminile). Il verbo fornisce tutte le radici, il nome produce ogni forma e figura”. (Grimm, 1851, pp. 184, 311)
In particolare il sentimento immediato dell’“io” si esprime con vocali chiare, in genere [i], quello degli oggetti che ci circondano, invece, con vocali medie [a] e quello degli oggetti molto lontani con vocali scure, in genere [u]. I contenuti proposti si chiariscono ulteriormente nella loro valenza psicologica profonda quando van Ginneken precisa che la vocale [u] e in generale le vocali ‘scure’ si trovano nelle marche grammaticali del maschile, dell’attivo, del plurale e dell’accrescitivo. (van Ginneken, 1907, pp. 425-6)

Per Jacob Grimm, il campione della teoria romantica del genere, il maschile corrisponde a ciò che è “più antico, grande, solido, ruvido, pronto, attivo..); il femminile a ciò che è “più tardo, piccolo, morbido, fermo, passivo..); il neutro a ciò che è “generato, prodotto, ciò che è materiale, generale, maturo, collettivo”.

(Ibid.)

Calinero Della Torre

ogni vorta che li britanni dicono “regina” stanno a dì a cosa der Re, pure la 🙂

Era per mettere in luce anche che attraverso l’analisi della linguistica storica scopriamo che non si tratta di semplice storia politica o culturale di un popolo quanto proprio di meccanismi estetici dell’essere umano.
Che poi quelli rimangano dei cafoni che non solo perpetuano ma anche zappano sulle linee di confine tra natura bestiale e cultura politica QUESTO è sicuro.

ser joe

Sempre più ridicoli. Alla prossima candidata per individuarla metteranno la foto di un burka con una targa come le automobili.

whichgood

Il prossimo spot sarà la forto di un burka con scritto: “è qui dentro”

antoniadess

da noi avanza il neo-temporalismo, da quelle parti la sharia: bel guadagno fanno i democratici della “primavera araba” 🙁
e naturalmente le donne sarnno quelle che pagheranno sempre di più, a cominciare dal nascondimento del volto, che significa negazione della loro identità

Federico Tonizzo

Se gli Egiziani eleggeranno questo FANTASMA, allora sapremo che hanno bisogno prima di tutto di un’energica terapia psichiatrica! 😯

Diocleziano

In Egitto: “è la moglie di Ismael Mustafa”

In Italia: ”è la escort di Silvio Berlusconi”

Tutto sommato direi che siamo messi peggio noi.

vico zanetti

non c’è mika da ridere dietro agli egiziani … poteva finire che in Italia mandavamo in parlamento la nipote di Mubarak 😉

Manfredi

Questi liquami religiosi (tutte le religioni, per principio sono originate nelle fogne e dalle fogne cacciate via per eccessivo olezzo), questi liquami religiosi, dicevo, imperversano in tutto il mondo arabo, ed il bello è che militarmente sono ad un tiro di missile dalle nostre coste.
Delle due l’una, o siamo in una sorta di guerra fredda non dichiarata contro il mondo islamico, o peggio, agli inizi di una terza guerra mondiale contro il mondo islamico (vedi la tensione di Israele7Usa contro il probabile ingresso dell’Iran nel club delle nazioni armate di armi nucleari).
Il brutto è che anche da noi i religiosi stanno invadendo ogni giorno di più la sfera della libertà altrui.

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