Milano: crescono separazioni e divorzi, calano matrimoni civili e religiosi

Per l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano, sono stati fornite le statistiche su separazioni e divorzi. Tra il 2009 e il 2010 sono aumentati di circa il 10%, passando da 8.445 a 9.243. Il Comune ha diffuso i dati sui matrimoni, sia religiosi che civili, entrambi in calo anche per l’incidenza della crisi economica. I matrimoni in Comune sono arrivati da 2.500 nel 2008, a 1.753 nel 2010, fino a 1.120 i primi dieci mesi di quest’anno. Ridotti a un terzo rispetto a dieci anni fa i matrimoni in chiesa.

Luciano Vanciu

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58 commenti

whichgood

” Ridotti a un terzo rispetto a dieci anni fa i matrimoni in chiesa. ”

Direi che questo non c’entra proprio con la crisi economica ma con la crisi di fede, cioè, con l’aumento dell’incredulità e con la capacità della gente di accettare la realtà e farsi carico.

Bismarck

Probabilmente nell’articolo intendevano che la diminuzione dei matrimoni totali da 2.500 del 2008 a 1.753 del 2010 sia dovuta alla crisi economica. In aggiunta a questo sottolinea la costante diminuzione dei matrimoni religiosi. La ccar perde quindi due volte: sulla diminuzione totale dei matrimoni (probabilmente a vantaggio delle convivenze) e sulla continua erosione della percentuale dei matrimoni religiosi sul totale.

myself

Sarà che molti uomini avranno capito che non gli conviene fare un contratto, il matrimonio, a loro completo sfavore in caso di separazione o divorzio.

Francesco S.

In realtà chi ci guadagna in caso di divorzio sono solo gli avvocati e generalmente ne perdono i figli. Secondo me molte persone si sposano tanto per …, senza capire l’importanza di tale contratto.

Meglio convivere per un po’ per conoscersi davvero.

Florasol

Myself, non è così… non più, almeno. Parla con un po’ di divorziati/e e te ne accorgi da solo/a.

rik

La ragione del calo dei matrimoni civili non è solo nella crisi economica, ma soprattutto di una norma cd. pacchetto sicurezza, voluta fortemente dalla Lega, volta a contrastare l’immigrazione, entrata in vigore nell’agosto 2009 (e i cui effetti statistici si sono visti soprattutto nel 2010)

La legge impone agli sposi extracomunitari l’esibizione, oltre al nulla osta del paese di provenienza, del permesso di soggiorno. Ovviamente gli immigrati clandestini non potranno più sposarsi.

Inoltre la legge limita fortemente l’acquisizione per matrimonio della cittadinanza italiana per il coniuge straniero o apolide. La cittadinanza sarà acquisibile quando, dopo il matrimonio, lo straniero risieda legalmente da almeno due anni in Italia, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente all’estero. Tenuto conto che il matrimonio è spesso escamotage per acquisire la cittadinanza italiana e che gli stranieri divorziano subito dopo aver avuto la cittadinanza, si comprende che i tempi lunghi per avere la cittadinanza scoraggino il matrimonio

Nel comune di Prato i matrimoni (civili) di cittadini cinesi sono calati dai 237 del 2009 ai 60 del 2010.

Occorre documentarsi prima di improvvisarsi giornalista.

Antonio72

L’articolo dice che in tre anni, dal 2008 ad oggi, i matrimoni civili a Milano si sono dimezzati. Poi afferma che i matrimoni religiosi si sono ridotti ad un terzo rispetto a dieci anni fa. C’è qualcosa di matematico che mi sfugge. Come si fa a confrontare due dati statistici su due archi temporali differenti? E’ ovvio che non si può fare, a meno di non essere in perfetta malafede. Se andiamo a verificare le statistiche a livello nazionale abbiamo avuto nel 2000 circa 214.000 matrimoni religiosi, contro i quasi 145.000 del 2009. In definitiva i matrimoni religiosi in Italia si sono ridotti in dieci anni del 30%, che è cosa ben diversa di 1/3 del caso milanese. Sempre nello stesso arco di tempo si è passati da 70.000 matrimoni civili (2004) a 86.000 nel (2009). Come si vede i matrimoni civili in Italia sono aumentati di circa il 18%. In percentuale si è passati da una ripartizione di matrimoni religiosi-civili del 75%-25% del 2000 a quella del 60%-40% del 2009. Ci si sposa sempre più in Comune e sempre meno in chiesa, e allora? Ed in più si fanno sempre meno figli, tanto che se non ci fossero gli extracomunitari il sistema pensionistico andrebbe a gambe all’aria in poco tempo.
Abbiamo scoperto l’acqua calda.
Cmq l’andamento generale dei matrimoni in Italia è calante da molto più di dieci anni, visto che dal 1972 al 2009 si sono ridotti della metà.
Infine non mi pare il caso di esultare visto che la maggior parte dell’economia italiana si regge sulle piccole e piccolissime aziende, praticamente familiari (al 90% con meno di 15 addetti).

http://demo.istat.it/altridati/matrimoni/

Sandra

A parte che l’articolo si limita a riportare i dati su tre anni senza parlare di dimezzamento, hai ragione, è meglio confrontare i dati sullo stesso periodo di tempo. Integrando i dati dell’articolo con quelli del comune di Milano (fino al 2007) e del Corriere della sera (“In Italia crollo dei «sì» Meno matrimoni del 1944”), i matrimoni risultano:

Cattolici: 2745 (nel 2000), 1696 (nel 2005), 1550 (nel 2007), 1119 (nel 2010)
Civili: 2349 (nel 2000), 2339 (nel 2005), 2400 (nel 2007), 1753 (nel 2010)

Se vuoi calcolare di quanto si sono ridotti, i dati adesso ci sono.

Antonio72

@Sandra

Ma il dimezzamento si evince proprio dall’articolo, si passa infatti da 2500 del 2008 ai 1120 del 2011.
E poi come già detto questi dati non sono significativi rispetto alla statistica nazionale.
Se per es. prendiamo i dati di tutti i capoluoghi italiani nel 2009 abbiamo avuto 35.400 matrimoni religiosi contro 28.500 matrimoni civili.
Se poi parliamo di province siamo a 145.000 (religiosi) contro 86.000 (civili).
E negli altri comuni 109.000 religiosi contro 57.000 civili.
Come puoi vedere la statistica milanese non fa testo per l’Italia.

Sandra

Antonio,
ti stai arrampicando sugli specchi. Hai iniziato a criticare l’articolo sulla base di un confronto di dati incompleto, sfuggendo al dato più importante, che ti procura fastidio, ossia che a Milano il matrimonio civile è da anni la prima scelta. In altre province non è così? Bene, ma l’articolo parlava di Milano. In molte province i civili superano i religiosi (Friuli, Trentino, Toscana, Emilia, Liguria), in altre, per esempio nell’Italia del sud, i matrimoni religiosi sono decisamente maggioritari.

Non capisco questo spirito agonistico: i matrimoni religiosi, come saprai, sono una scelta quasi obbligata in molte parti di Italia, dovuta a tradizione/abitudine/pigrizia. Del resto proprio nelle regioni dell’italia del sud dove ci si sposa quasi sempre in chiesa si registra il maggior incremento di divorzi e separazioni. A te fa piacere? A me no. Non sto a fare la ola ogni volta che due si sposano in municipio, e buuh a due che si sposano in chiesa. A tutte due le coppie auguro felicità. I dati però ci dicono che il matrimonio spesso naufraga, e non vorrei che questo spirito agonistico, questa partigianeria per il matrimonio à tout prix, fosse alla base di certa immaturità che spinge le persone a sposarsi, perché “è bello”, e non per una profonda convinzione a condividere la vita, che è in fondo completamente estranea dalla modalità con cui la si vuole formalizzare o meno. Io sono per la qualità, tu evidentemente per la quantità.

Antonio72

@Sandra

Tu forse non farai la olà, ma il tono dell’articolo è inequivocabile. Il matrimonio naufraga perchè molti la pensano come e-sugar, a cui ho tra l’altro già risposto.
Nessuno, o pochissimi, sono disposti a sacrificare sull’altare matrimoniale un’unghia della propria individualità. Individualità che viene esaltata proprio dagli atei laicisti e che è il motore primo di questi blog uaarini.

Kaworu

a me il tono sembra del tutto neutro.

ma so anche come funzionano proiezione e identificazione proiettiva, per cui vabbè.

Sandra

Antonio,
se inizi un matrimonio pensando che stai per sacrificare la tua individualità (??? e perché poi?), allora meglio che non ti sposi! Devi sacrificare la tua individualità per avere degli amici? Se vedi la vita di relazione come un peso, chiaramente non sei fatto per il matrimonio. O forse frequenti persone “pesanti”?

Francesco

Antonio72, la tua precisazione e’ come il tuo dio: inutile.

Antonio72

Quando si parla di statistiche si deve essere sempre precisi, altro che inutilità. O forse credi che la matematica sia un’opinione?
Portare dei dati parziali, induce a trarre delle conclusioni parziali.

Francesco

Ma non c’entra con la notizia (sei tu che hai parlato di confronto, non la notizia), quindi e’ inutile lo stesso.
Cerca di utilizzare tutta questa puntiglioseria quando leggi le favole del vangelo.

firestarter

Antonio,

dopo che avrai risposto numeri alla mano potresti per favore darmi l’indirizzo del tuo formitore di carne di volpe?

teologo cattolico

@Antonio: bisogna prendere atto che molti utenti uaarini sono felici di vedere aumentare divorzi e separazioni…quando parlo di necrofilia frommiana dell’ateo mi riferisco anche a questo.

Kaworu

semplice constatazione che la società cambia.

mica tutti sono dei fossili viventi

Francesco S.

Teologo ti dirò che non sono per nulla felice che i divorzi aumentino, anche perchè provo un certo dispiacere nell’avere conferma di ciò che già pensavo, ovvero che molti si sposano “tanto per”, senza conoscersi davvero, poi vale quanto detto da Kaworu.

Sandra

Io personalmente non sono felice dei fallimenti matrimoniali o sentimentali altrui, e non credo nemmeno gli altri. I dati servono per interpretare una situazione, il fatto forse che ci si sposa perché è un atto dovuto e per rispondere ad aspettative esterne, e magari meno per solida convinzione.
Poi direi che manca un dato del quadro milanese a completare l’analisi in termini di ipocrisia (e non di necrofilia…), cioè quale proporzione dei matrimoni cattolici è terminato con un divorzio. Sarebbe interessante avere il tasso di divorzi sui matrimoni cattolici celebrati negli ultimi 20-30 anni.

Southsun

@ teologo.

Guarda, caro, che io non sono AFFATTO contento che i divorzi aumentino e i matrimoni calino. Non ci vuole la zingara per capire che sono un chiaro sintomo di instabilità sociale, specialmente se sono divorzi giudiziari e non consensuali.

Il problema è che siete i primi VOI a voler rendere infernale anche la più semplice procedura di divorzio, anche senza figli di mezzo e con il perfetto accordo delle parti. E così uno prima di sposarsi ci pensa trenta volte. Non hai mica il futuro garantito come i preti sterili e mantenuti!

Il fatto è che a VOI brucia più il fatto che siano i matrimoni religiosi a perdere terreno.

Paul Manoni

Ma dove la vede la felicità “uaarina” (!!!) per i divorzi??? 😯
Vabbè che di mestiere fà il teologo, ma inventarsi le cose di sana pianta e’ piuttosto grave!

Murdega

Teo, le persone non ritengono importante il matrimonio religioso,tutto quì.
La soluzione più semplice, da un punto di vista teologico come lo spieghi ?
Dal momento che tu sei teologo voglio approffitare della tua scienza.
Naturalmente a gratis se è possibile.

firestarter

antonio, per favore considera la mia umile richiesta: vorrei l’indirizzo del tuo fornitore di volpe, dal quale sembra rifornirsi anche il teologhino. Per favore antonio, dimmelo

rik

Percentuali di matrimoni civili a Milano.

Come sopra detto, il calo dei matrimoni civili a partire dll’agosto 2009 è dovuto principalmente alle norme del cd. pacchetto sicurezza, che hanno fatto calare sensibilmente i matrimoni civili degli stranieri, in particolare extracomunitari.

1998: 39,6
1999: 42,9
2000: 45,8
2001: 48,6
2002: 52,0
2003: 50,7
2004: 55,0
2005: 57,8
2006: 56,9
2007: 60,6
2008: 64,5
2009: 60,9
2010: 61,0

Maurizio_ds

E’ la conferma della crescente secolarizzazione, a dispetto di quanto ne possano pensare bertone, bagnasco, e ora ci aggiungo anche monti.

e-sugar

Faccio notare le argomentazioni stereotipate addotte dal giornalista, sia per il calo dei matrimoni, che per l’aumento di separazioni/divorzi. Nel primo caso si tira sempre in ballo la crisi economica e nel secondo la mancata comprensione delle responsabilità derivanti dal matrimonio. Ammettere che la gente ha voglia di qualcosa di diverso, magari più funzionale alle proprie esigenze e aspirazioni, non è possibile?

RobertoV

Infatti un’analisi corretta implica il considerare ed analizzare le varie voci che possono aver effetto su tale andamento e non c’è mai una sola causa.
Una ragione trascurata per il numero di matrimoni in calo è legata al calo delle nascite (dimezzato rispetto agli anni ’50 e ’60) e, quindi, se ci sono meno giovani sarà normale che vi siano meno matrimoni. Ed i secondi matrimoni da noi sono poco diffusi (mi pare che siano al 7%), visto le difficoltà per divorziare dal primo (conosco gente che ha impiegato 6/7 anni per ottenerlo). Mentre sono in aumento le convivenze, anche tra i cattolici (che poi magari si sposano in chiesa)

Antonio72

Strano, ho visto sempre la questione esattamente al rovescio.
Il calo delle nascite è dovuto al calo dei matrimoni e non viceversa (se non ci si vuole impegnare come coppia è improbabile che si assuma l’impegno molto più gravoso dei figli); tanto più che oggi ci si sposa in età molto più avanzata di una volta. Negli anni ’50 e ’60 era normale che ci si sposasse a vent’anni, oggi invece un ventenne è considerato poco più di un adolescente.

RobertoV

Assolutamente no.
Guardi il numero di figli per coppia e vedrà che oggi ogni coppia fa meno figli perchè è più impegnativo e costoso del passato (secondo un recente studio della caritas ogni figlio costa 740 Euro/mese e nell’arco della loro vita costano circa 150 mila Euro ai loro genitori). Sono quasi uguali il numero di coppie con 1 solo figlio e quelle con due. Una piccola percentuale ha tre o più figli. E sono tante le coppie sposate senza figli. Fino a 50 anni fa era frequente imbattersi al sud in famiglie di 8-10 figli, oggi anche li la natalità per coppia si è ridotta drasticamente.
Oggi non ci si sposa a 20 anni come in passato perchè essendo aumentata nettamente la scolarizzazione (all’epoca si iniziava a lavorare a 15 anni, o prima) a 20 anni molti studiano ancora (o hanno appena finito) e, quindi, ci si dovrebbe far mantenere dai genitori. Ed inoltre mettere su casa è decisamente più difficile rispetto al passato, reso ancora più difficile dalle difficoltà degli ultimi 20 anni per i giovani ad ottenere un lavoro e con retribuzioni stabili e decenti.

rik

Assolutamente no cosa?

Le statistiche le fornisce l’Istat, mica l’Osservatore Romano!

e-sugar

Uscendo dalle evidenze statistiche: trend demografico, condizioni economiche… si rischia di essere molto soggettivi nel ricercare altre cause, più culturali, delle trasformazioni attuali riguardo alla famiglia.
Ammettendo questa soggettività, posso semplicemente esprimere le mie percezioni: una maggiore istruzione rende le persone più capaci di articolare percorsi soggettivi di partnership, che possono esprimersi in patti di sostegno reciproco diversi dal matrimonio. Forse nei prossimi anni anche in Italia tutto ciò acquisirà forme giuridicamente strutturate, perlomeno sotto forma di accordi diritto privato.
Anche l’amministrazione di sostegno, se frutto di un accordo preventivo di tutela reciproca tra due persone, può essere un’alternativa al matrimonio giuridicamente riconosciuta per far fronte alla necessità di non resare soli in caso di incapacità. E tale accordo valorizza sempre e comunque l’autonomia delle singole persone, mentre il matrimonio, e la relativa necessità di coabitazione continuativa, è indubbiamente improntato ad una sorta di vigilanza reciproca.
Oltre a tutto ciò, resta molto da fare per creare una cultura della progettualità educativa condivisa verso i figli, indipendentemente dal fatto di essere passati o meno attraverso un matrimonio o una convivenza.

Antonio72

Se ho capito bene il matrimonio del futuro è visto solo in chiave utilitaristica, non dal punto di vista sociale, ma da quello del singolo individuo. Così l’amore reciproco, che dovrebbe essere il fondamento di un rapporto intimo come quello di coppia, scade ad amore egoistico di sé, o peggio ad arido “accordo di sostegno preventivo”. Si evidenzia quindi la sola componente economica egoistica dell’istituzione matrimoniale.
Ma allora, visto che la famiglia è alla base della società, non ci lamentiamo se i rapporti extrafamiliari non si adeguino a quelli intrafamiliari, ovvero accettiamo senza riserve la presenza di speculatori senza scrupoli che si arricchiscono sulla pelle della gente comune, dei lavoratori.

Antonio72

Mi ha colpito anche il discorso della “vigilanza reciproca” che sottointende sfiducia reciproca. Ma appunto, se questo è il senso che vogliamo dare al rapporto tra persone all’interno delle proprie famiglie, ovvero un rapporto di diffidenza e di controllo reciproci, quasi una coercizione imposta dall’alto, non possiamo pretendere qualcosa di diverso al di fuori della famiglia. E una società basata sulla reciproca diffidenza o peggio indifferenza è una società destinata presto alla miseria, anche economica. E’ una sorta di regressione allo stato di natura inteso nel senso hobbesiano, come “homo homini lupus”.
La tua visione della famiglia e quindi della società mi mette i brividi.

Kaworu

e dire che i matrimoni potrebbero aumentare, dando la possibilità a tutti di accedervi 😉

Antonio72

Definire matrimonio l’unione tra due uomini è etimologicamente scorretto. Chiamalo come vuoi, ma non matrimonio e nemmeno nozze.

Fri

“Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un’altra parola avrebbe lo stesso odore soave?”

In ogni caso (da Wikipedia, ma anche il dizionario Garzanti da una definizione simile):
La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, ossia dall’unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere; il matrimonium era nel diritto romano un “compito della madre”, intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dalla unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il “compito del padre” di provvedere al sostentamento della famiglia.

Quindi secondo il tuo ragionamento due uomini non possono sposarsi ma due donne si visto che possono avere figli, magari da un matrimonio preesistente. Pero’ non possono sposarsi un uomo e una donna che per qualche ragione non possono avere figli (d’altra parte questo e’ in linea con la dottrina cattolica). Allo stesso modo le donne non possono provvedere al sostentamento della famiglia, visto che questo e’ compito del padre (ma anche questo e’ in linea con la dottrina cattolica).

D’altra parte “sposarsi’ significa semplicemente promettere, cosa che chiunque puo’ fare, non ci sono impedimente di genere (sessuale), quindi si puo’ tranquillamente usare il termine sposalizio, invece di matrimonio.

Nozze deriva dal latino “nubere”, velarsi. Anche qui sia uomini che donne possono indossare un velo, non mi pare ci siano impedimenti di genere. Quindi nozze si puo’ etimologicamente usare anche per i matrimoni… ops, scusa per gli sposalizi omosessuali.

Kaworu

quindi direi di cambiare nome al patrimonio, sei d’accordo?

Antonio72

@Fri
Mi spieghi come due donne possano procreare? Anche ammettendo le tecniche moderne di procreazione assistita vi è cmq necessità di un gamete maschile. Quindi il tuo ragionamento cade in contraddizione proprio perchè per procreare si devono congiungere, anche oggi nel 2011, i gameti dei due sessi.
Non è vero che la dottrina cattolica non preveda il matrimonio per la coppia sterile o che non possa procreare. In ogni caso la donna sposata sterile può considerarsi una madre in potenza, cosa impossibile per due uomini ed anche per due donne per le considerazioni fatte in precedenza. I primi per questioni di ordine naturale, le seconde perchè mancanti della materia prima necessaria alla procreazione che non sia estranea alla famiglia.

@Kaworu
Se ci limitiamo a considerare l’unione di due uomini o di due donne un semplice atto burocratico o un contratto pecuniario, allora si potrebbe chiamarlo anche patrimonio. In ogni caso non potrebbe essere mai parificato ad un matrimonio, per ovvie ragioni che credo intuirai.

Kaworu

vedo che non hai capito, o che non vuoi capire.

ma la cosa non mi stupisce.

Fri

Mi sa che non sai leggere. O che leggi quello che vuoi leggere. Pazienza, mi spiace per te.

luigi

E i cattolici fanno come gli pare: si sposano,divorziano,si separano,convivono ecc.ecc. Ah! davvero ECCELSA la formula di rito ” Ti sarò fedele fino all’ultimo dei miei giorni! “

whichgood

Ma si, tutto finto, anche i testimoni (di cosa??), la verginità (ahahaha!!!), il corso pre-matrimoniale (terapia del sonno), l’austerità cristiana (il mutuo per pagare festa e chiesa con l’obbiettivo di ostentare perfino davanti alla vecchietta che chiede elemosina davanti alla chiesa), la carità cristiana (ricordiamo il più bisognosi, ma soltanto col pensiero), il prete che fa pulire e mantenere la chiesa dai bisognosi a cambio di qualche pasto caldo, l’orgnista (musicista di proffessione) sfruttato per € 20, la lista di nozze!, la macchina di lusso, tutto tutto molto autentico e riguardoso dei bisognosi.

Kaworu

non so se t’è mai capitato di vedere “wedding planners”, programma dove due wedding planners appunto si occupano di organizzare matrimoni da decine se non centinaia di migliaia di euro.
beh, in una puntata c’era una tizia con tanto di frate “padre spirituale” al seguito che cianciava di beneficenza (tipo di voler fare una donazione anzichè le bomboniere). a occhio e croce, con quel che deve aver speso per il matrimonio, probabilmente poteva costruire un paio di ospedali in zambia.

whichgood

Si, l’ho visto qualche volta, patetico. Pensa che le chiese hanno la lista di prezzi a secondo il tipo di arredamento che vuoi: tipo di tappetto, arredi, composizioni fiorali, altro che mercatino, le discoteche sono delle ONLUS in confronto !

nonateo

non riesco a capire se da parte vostra c’è un certo “godimento” per il numero crescente di divorzi. Che non credo proprio sia una bella cosa… Anzi quando due persone si separano nascono diversi problemi: sofferenze psicologiche, bimbi che non sanno dove andare eccetera.
Ergo…

Kaworu

continuo a non capire dove tu e i tuoi colleghi vediate il godimento.

credo che abbiate seri problemi di percezione.

giuseppe

C’é poco da rallegrarsi per lo sfascio delle famiglie. Le conseguenze, anche economiche, dovranno piangerle tutti, anche i laicisti. E per chi divorzia, generalmente la qualità di vita ne risente molto. Basta darsi una guardata intorno.

Kaworu

adesso vorrei che tu e il tuo geniale collega teologo sottolineaste i passaggi dove qualcuno si è rallegrato.

grazie.

altrimenti come si dice “un bel silenzio non fu mai scritto”.

Sandra

Nessuno si è rallegrato. Nemmeno nessun capo cattolico si è mai molto rammaricato della sofferenza di bimbi costretti a crescere tra genitori che si lanciavano piatti o peggio. Anche per loro la qualità di vita ha molto risentito, eppure la gente si sposava senza avere la minima conoscenza, nemmeno di sè in ambito sentimentale e non parliamo sessuale, con la benedizione della chiesa. Una stima dei figli di matrimoni infelici, bimbi che hanno avuto la peggior educazione sentimentale sul campo possibile, penso non si sia mai fatta, ma devono essere numeri impressionanti. Io penso anche a tutti questi bambini, forse la maggioranza dei bimbi del passato, tu no? Forse a te importa soprattutto incrementare il contatore dei matrimoni religiosi, costi quello che costi.

RobertoV

Infatti è proprio degli ultimi decenni la difesa e tutela del bambino e la presa di coscenza dei suoi problemi, prima era una proprietà dei genitori, mandato presto a lavorare, picchiato e punito regolarmente e che non poteva parlare e doveva rivolgersi col lei ai genitori, le ragazzine dovevano sin da piccole svolgere il loro ruolo nella società, ecc. Non mi pare che si preoccupassero dei matrimoni di ragazzine con gente di 20-30 anni più vecchia o che figliassero giovanissime, ecc. Ne ci si preoccupava dei tanti figli di NN. Ne ci si preoccupava di cosa sentisse o provasse una donna all’interno del matrimonio, che doveva essere contenta di aver trovato un marito che non la facesse morire di fame e che non la picchiasse troppo: questo era il massimo a cui potesse aspirare.
Mi ricordo il commento di una vecchia contadina cattolica austriaca riguardo al matrimonio delle sue figlie dopo tanti anni di convivenza: “ai nostri tempi ci si sposava e poi ci si conosceva, oggi è diverso, forse è meglio così”.
Per certa gente è molto meglio il falso ed ipocrita mondo precedente, che nascondeva sotto il tappeto tutti problemi: rifiutano la trasparenza del mondo moderno che, invece, fa vedere qual’è la realtà umana, complicata dal fatto che è proprio oggi che ci si aspetta di più dal matrimonio con soggetti paritetici ed è per questo che spesso fallisce.

Sandra

A proposito di chi rifiuta la trasparenza, hai seguito la faccenda del Penn State?

fab

La vita senza separazione, non essendo scelta, sarebbe ancora peggio.
Scritto chissà quante volte, ma giuseppe nasce sempre ieri.

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