Il Tribunale penale internazionale sta giudicando l’esponente religioso islamico Delawar Hossain Sayedee, leader del partito Jamaat-e-Islami e noto ‘telepredicatore’, coinvolto nel conflitto del 1971 che portò all’indipendenza del Bangladesh. L’uomo è infatti processato per crimini di guerra, scrive tra gli altri il Daily Star, poiché guidò un gruppo di miliziani in azioni di violenza e rappresaglia nel distretto di Pirojpur. Nel corso del conflitto si era infatti distinto per aver gestito un fondo con diverse proprietà e denaro razziati soprattutto a famiglie hindu e per aver imposto l’islam con la minaccia delle armi. Nonché per aver emesso una fatwa che legalizzava il bottino di guerra e per aver segregato e stuprato, assieme ad altri, una donna hindu.
Valentino Salvatore
Violenza…Sesso…Soldi…Imposizioni…Segregazioni…Stupri…Bottini di guerra…Anatemi&Fatwe…Non manca proprio niente al solito repertorio! 😯
Mi auguro che buttino la chiave!
Sembra un passo della Bibbia.
Ma gli idolatri nascono sotto i funghi o dio li fa con lo stampino e poi li distribuisce alle religioni?
altro paese islamizzato con la forza.
già,adesso però sarebbe da spiegarlo ai comunisti abbraccia-islamici,visto che non lo ammettono che l’islam è una religione con mire imperialiste che vuole imporsi in tutto il globo.
L’islam è una religione imperialista e i musulmani sono persone con due braccia, due gambe e un naso come noi, che non cambieranno soltanto perché li si insulta.
I fanatici in galera, gli altri vanno trattati come persone e chissà mai che non arrivi qualche risultato. D’altronde, chi l’avrebbe detto che i milanesi avrebbero votato Pisapia… c’è speranza di incivilimento per tutti.
Pisapia = incivilimento? Hahahahahahaha!!!
Eh sì, caro. Decisamente.
Beh, certo che se la Moratti è stata segno di civiltà fin dai tempi di ministro dell’istruzione siamo messi maluccio…………..
@ fab
Chi è che ti vende quella robaccia?
@ ser joe
Poi mi spieghi che cosa c’è che non va.
@ Mannaz.
Ridi, ridi.
Intanto Suor Letizia Moratti sta facendo genuflessioni a Sucate, nella nota moschea di via Giandomenico PUPPA.
Vai a puppare con lei e quelli di CL.
Guarda che il bANGLA deSH ERA GIA ISLAMICO, SI CHIAMAVA PAKISTAN ORIENTALE, e aveva raccolto i mussulmani del bangala e della parte orientale dell’India inglese. oviiamente nella spartizione, costata spostamenti di milioni di persone e massacri reciproci a gogò, qualche indù e cristiano era restato in zone mussulmane, e qualche centinaio di milioni di mussulmani vive ora in India, con qualche reciproco massacro ogni tanto. Nel 1971 ci fu una rivolta e una guerra di secessione del pakistan orientale, autodenominatosi Bangla Desh, dal Pakistan occidentale, che è uno dei paesi più fanaticamente islamici del mondo, rivaleggiuando con Arabia Saudita, Sudan, e Iran nel campo sciita. L’india ovviamente appoggiò la secessione ed entro in guerra, liberando il bangla desh dalla terribile prressione dei pakistani occidentali.
Appunto,Pakistan e Bangla Desh,una volta facevano parte di un altro stato l’india,interamente indù e in seguito islamizzato mediante invasioni militari.
2 stati nati a spese di un altro…come avviene spesso nella storia…ehi un momento,ma non c’è la parola israele a farvi indignare.
Io non sono per la pena di morte, ma gli darei l’ergastolo e butterei via le chiavi, inoltre gli farei vedere e sentire tutti i giorni almeno per 1 ora i crimini che lui ha commesso e che han commesso gli islamici fino ad oggi, e poi per almeno mezz’ora consecutivamente gli farei udire: Allah non esiste, sei stato tu, sei un criminale, quello che hai fatto è un crimine, non è Allah che te l’ha detto. Devi pagare per i tuoi crimini, la morte sarà la fine della tua pena, fra una frase e l’altra le urla delle donne seviziate e torturate e uccise.
E mi considerero ancora umano, meriterebbe di peggio.
Cocordo ,sarebbe una pena abbastanza misericordiosa visto il suo operato.
Il Tribunale penale internazionale sta giudicando l’esponente religioso islamico, felicita’ da parte degli arabi moderati, infatti dicono non ha fatto granche’ per considerarsi un vero leader religioso musulmano.