Secondo il quotidiano cattolico La Croix, cresce tra i sacerdoti cattolici il dissenso verso le posizioni della Chiesa in merito ai divorziati risposati. A giugno, circa 400 preti austriaci hanno firmato un appello alla “disobbedienza”, avvertendo che daranno la comunione ai divorziati risposati. Anche in Germania alcuni vescovi sono propensi ad un’apertura. In Francia, una ventina di preti della diocesi di Rouen hanno sostenuto l’appello dei ‘colleghi’ dell’Austria.
Valentino Salvatore
Porello B16 e porello il suo “entourage”… 😉
Cianciano, ordinano, lanciano scomuniche ed anatemi, e poi alla fine, sembre che tutti vogliano gestire la faccenda a modo loro! 😆
Dopo “Cafeteria Catholicism” ( http://en.wikipedia.org/wiki/Cafeteria_Catholicism ), qui abbiamo anche un “Clero cafeteria”!! 😆
versato il vino prese i tarallucci li spezzò li diede ai suoi discepoli ecc. ecc.
In Italia il problema è già stato risolto: basta che il divorziato risposato rompa il secondo (o terzo o più) matrimonio e si dia al bunga-bunga. Allora può ricevere tranquillamente la comunione, con la massima pubblicità e l’approvazione di illustri vescovi e rievangelizzatori dell’Europa.
@ Paul Manoni
“Porello B16 e porello il suo “entourage”… ”
Beh, propio “porello” non direi proprio…
“porello”, non nel senso di povero, ci mancherebbe…”porello” nel senso di compassione che suscita in alcuni casi.
A prescindere, il commento era ironico. 😉
Ma tutti ‘sti preti non hanno ancora capito che il loro capo è infallibile?
Ciò premesso, sono loro a sbagliare. Il resto è fuffa.
Non ti va? Esci dalla ccar e cambia strada.
Punto. Fine della discussione.
Beh, dai, pretendere addirittura che siano coerenti…
vorrai mica che rinuncino al posto sicuro!
Hai ragione. Sono un isolato idealista… 🙁
ancora crepe!! Per i prossimi anni c’è da aspettarsi il grande cambiamento!!
Domanda:daranno la comunione, e tutti gli altri accessori,ai divorziati risposati perche ci tengono alla salvezza delle loro anime,e intendono compiere la loro missione di seguaci di Cristo,oppure perche anche i divorziati risposati sono potenziali parrocchiani PAGANTI ?
(Che volete,gia da piccolo giocavo con la “Scatola del piccolo cinico ” !
Con il continuo assottigliarsi del numero di frequentatori di chiese e sacramenti, non si possono più permettere di fare i “difficili” !
🙂
E vedrai che ,a tempo debito,celebreranno in chiesa anche i matrimoni tra gay.
E questo fatto verra ovviamente salutato come una dimostrazione della “capacita della Chiesa di adattarsi al mondo moderno” .
Esattamente come dopo pochi secoli dal “caso Galileo” ha ammesso che la terra gira
intorno al sole.
In Svezia mi sembra che ci siano matrimoni gay celebrati con rito religioso.
qualcuno chiedera’ i nomi dei dissidenti, uno per uno. Bisogna essere scettici
per coerenza mi aspetterei che questi sacerdoti diventassero pastori protestanti
Pretendi troppo. Il prete non sa nemmeno il significato etimologico del termine coerenza.
Per trovare un prete coerente bisogna munirsi della famosa lanterna di Diogene.
fanno sempre le elezioni personali consultando il dio denaro. La loro coerenza è inversamente proporzionale all’incoerenza dei fedeli e lo Stato italiano.
Al di là delle nostre opinioni personali che lo facciano per interesse, esistono, come ci ha spiegato Lyra qualche tempo fa, grosse differenze dottrinali coi protestanti, per cui non vasta essere in disaccordo col papa per sentirsi protestanti.
Alcune differenze riguardo i protestanti: predestinazione, salvezza per fede, non credenza nella transustanziazione e nella confessione e in altri sacramenti, non credenza nella madonna e nei santi, non esistenza del sacerdozio nel senso cattolico.
Personalmente sono contrario al matrimonio ma non vedo perché un divorziato non possa risposarsi. Anzi, in realtà può tranquillamente farlo in comune, senza rivolgersi a una religione qualsiasi. In sintesi, ancora una volta la religione e la chiesa si rivelano un ostacolo per le persone civili. E i preti dissenzienti non mi fanno alcuna simpatia, che lascino perdere la chiesa e tornino a fare le persone normali.
Ma come fanno a sapere se uno è divorziato e risposato ?
Gli chiedono un certificato storico oppure un’autocertificazione …. o un giuramento ?
Basta che il divorziato risposato vada a messa in una parrocchia non sua , dove non è conosciuto. Alla base di questo divieto vi è anche il concetto di “pubblico scandalo”, che darebbe lo spettacolo di un divorziato risposato, che è pubblico peccatore, che prende la comunione, alla vista degli altri partecipanti al rito, che conoscono la sua situazione.
Continuo però a non capire come abbiano fatto a dare la comunione a quello bidivorziato del bunga-bunga, che la ha presa “coram populo et televisione”, alla messa dei funerali di Raimondo Vianello, e illustri vescovi gli hanno dato ragione, compreso il grande rievangelizzatore dell’Europa. O forse lo capisco anche troppo, pensando alle esenzioni ICI.
Nel film “Il marchese del grillo”
alla domanda “ma lei non sa che è peccatro fare l’amore con una donna incinta ?”
… il marchese rispose, ” … ma io c’ho la dispensa !”
Alla gente importante la chiesa perdona, altrimenti ci rimetterebbe.
Un sistema poi ci sarebbe comunque, … la comunione la prende una persona e poi la passa al divorziato risposato.
Cattolici=adoratori del dio pongo,il dio che ognuno si modella a propria immagine e somiglianza
il dio cattolico è stato fatto a immagine e somiglianza dei credenti: ipocrita, incoerente, sadico, padrone di tutto e di tutti.
Il vaticano non si aprirà a queste disobbienze e proposte di apertura, e a mio avviso fa bene, che asppettono ancora ste divorziati e risposati ad uscire dal gregge? Se ne escano e basta, cosa stanno ancora a pretendere aperture dal Vaticano?
Cari credenti cattolici, separati, divorziati o risposati, ma uscite dal gregge, il vaticano e la sua CCAR è così e non la cambiate a suon di disobbedienza, fatela finita, e premuratevi che i vostri figli vengano ritirati dall’ora di religione e dal catechismo in parrocchia. Staccate anche la spina dell’8×1000 e fate altre scelte più profique per voi e per i vostri figli.
Il problema è che i credenti praticanti sono sempre di meno, quindi i preti si rendono conto che se non vogliono trovarsi con le chiese deserte devono racimolare il racimolabile e non fare tante sottigliezze. A presto l’enciclica “brodum ex omnibus rebus factum”, tutto fa brodo
(prima che vengano i soliti noiosi cattopignoli: è maccheronico)
dio ha un modo semplicissimo per manifestare la sua disapprovazione: non farsi digerire.