Una ex addetta al duty free presso l’aeroporto di Heathrow in Gran Bretagna, Nohad Halawi, ha intrapreso un’azione legale sostenendo di aver subito discriminazioni sul posto di lavoro. La donna, di origine libanese, e altre persone di fede cristiana avrebbero subito atti di intimidazione e ricevuto insulti da parte dei componenti islamici dello staff. Halawi dice di essere stata licenziata sulla base di lamentele speciose dei suoi colleghi musulmani, proprio per aver segnalato la situazione di attrito venutasi a creare con loro. Un uomo d’affari ebreo, Arieh Zucker, ha denunciato inoltre vessazioni da parte degli agenti di sicurezza di religione islamica durante i controlli.
Valentino Salvatore
Speriamo che la signora sia stata abbastanza lungimirante da poter dimostrare i fatti, tramite registrazioni e testimonianze incrociate.
Una bella vertenza, reintegro sul lavoro con indennizzo e licenziamento in tronco per chi discrimina sarebbe una buona soluzione.
Spero che anche il signore ebreo in questione possa dimostrare l’atteggiamento vessatorio degli addetti alla sicurezza e, nel caso ciò sia dimostrabile, avere lui le giuste tutele e gli addetti pagare per i loro comportamenti.
Gli aereoporti son pieni di telecamere e sicuramente (almeno per il signore ebreo) è tutto registrato.
Bene, sperando che sia registrato anche l’audio (non mi intendo di questi sistemi), perchè spesso la vessazione può essere dimostrata dai discorsi dell’addetto.
Fuori la religione dal posto di lavoro.
Figurati…Recentemente siamo stati capaci di farne entrare ancora negli atenei!!
se ci teniamo al nostro Paese e alla nostra Patria, sarà meglio che ci svegliamo, altrimenti Italia, Democrazia e Stato di Diritto Costituzionale addio.
Dovremo lottare per fare causa alle religioni anziché lavorare!
Non possiamo buttarci via così, il risorgimento e le guerre di liberazione dell’Italia ci sono costate qualcosa a tutti, possibile che ci siamo fatti ipnotizzare a tal punto da regalare il nostro stato e la nostra ricchezza a i fanatici religiosi, islamici, cattolici, partitocratici clericali?
Non ci voglio credere, ci possiamo riscattare, qualcosa si muove, anche se è ancora poco.
Non si campa di religione, occorre lavorare dando ognuno un suo contributo: non votiamo per i politici e i partiti manifestamente corrotti che finanziano e regalano lo stato e la repubblica alle religioni, tanto per cominciare.
religione = intolleranza
Bisogna leggere tutto l’articolo inglese, perchè nel riassunto dell’Ultimissima non è chiaro il punto fondamentale: com’è che ha perso il lavoro proprio lei che si dichiara vittima di soprusi?
Infatti, a sentire lei, è stata licenziata dopo che ha tentato di difendere un suo amico (del quale tace il nome) dai vari soprusi dei quali era stata vittima anche lei, in quanto cristiana.
Invece, la motivazione ufficiale sembra un’altra. A seguito della segnalazione di cinque suoi colleghi musulmani al manager del Duty Free, lei è stata licenziata. La lettera di licenziamento le diceva che la causa era dovuta a come aveva apostrofato uno dei colleghi musulmani, in quanto lo aveva accusato di distribuire “volantini estremistici”.
Tra lei e questi colleghi musulmani esistevano accese discussioni, sempre formate da aggressioni verbali sulla religione di lei. In sostanza, sembrerebbe poi che il manager abbia dato ascolto a quelli più aggressivi nelle discussioni, e che si sono lamentati di poca cosa, rispetto alle ragioni della donna, che subiva senza lamentarsi.
E tutto questo,notate bene,sta succedendo in Gran Bretagna,un paese che aveva saputo tener testa a Napoleone e ad Hitler,che aveva saputo creare un impero mondiale durato secoli,per cui si puo’ ben credere che possedesse,in un passato non lontano,uno spirito nazionale estremamente solido.
Provate ad immaginarvi cosa succedera in un paese come il nostro fra non molto.
Nel tricolore restera un solo colore,il verde.(Per chi non lo sapesse,non e’ solo il colore della Lega,come pure degli omosessuali,ma e’ anche,ironia del caso, quello dell’Islam !)
Gli omosessuali hanno la bandiera arcobaleno.
@Soqquadro
Pero ‘,se ricordo bene,il verde e’ stato il simbolo degli omosessuali dai tempi di
Oscar Wilde,che usava come simbolo un garofano verde.
Cmq concordo Laverdure.
Vorrei aggiungere qualcosa a proposito del “razzismo”.
Qualcuno ha detto:”Il razzismo e’ un fatto naturale,paradossalmente e’ l’antirazzismo
ad essere innaturale !”,ed aveva ragione.
Il razzismo deriva da quell’istinto ancestrale che porta qualunque animale a diffidare delle “diversita”,perche’ possono nascondere insidie mortali,e che la selezione darwiniana ha rafforzato perche’ e’fondamentale per la sopravvivenza,come lo sono,per un animale,la spietatezza e la violenza.
Solo lo sviluppo dell’intelligenza e della civilta ha introdotto,nellì’uomo,dei nuovi fattori che alterano l’equazione e fanno si che questo istinto non sia piu’ necessariamente vitale,sebbene sia ancora saldamente radicato nel nostro inconscio, e possa alla lunga diventare addirittura dannoso per la sopravvivenza della specie,come pure la violenza.
Ma da tempo in occidente assistiamo ad un fenomeno semplicemente paradossale:
anziche eliminare il razzismo spesso ci limitiamo ad “invertirlo”,concedendo ai “diversi” per razza,sesso,ecc dei privilegi che non concederemmo ai nostri simili.
Dove i nazisti vedevano degli “untermensch” noi tendiamo a creare degli “ubermensch”,dove prima le minoranze erano vittime di soprusi impuniti ora spesso
diventano libere di commettere soprusi piu’ o memo impuniti ai danni della maggioranza ,come nei casi citati sopra,all’insegne di un “politicamente corretto”
che lega le mani al buonsenso.
Il Manzoni aveva intuito qualcosa di simile quando diceva che ,convinta la gente che qualcuno non merita di essere squartato,non occorre aggiungere verbo per convincerla che merita di essere osannato.
Ma anche se non l’ha detto,penso che avesse intuito che il discorso resta valido anche rovesciandolo .
E che cioe’ questo “razzismo alla rovescia”doppiamente innaturale pone le premesse ideali per una rinascita,prima o poi,di una nuova ondata di razzismo convenzionale,naturalissimo.
speriamo che questa ondata di cui parli venga presto e rianimi l’Europa e l’intera civiltà bianca che sembrano ormai senza speranza di sopravvivenza!
In Albania, Kosovo, Bosnia le donne medico anche se di religione musulmana non si rifiutano mai di curare uomini o vice versa, quindi questo che succede in Francia e altri paesi occidentali sembra quasi un piano/volontà per cambiare le regole nelle società occidentale. Ha ragione Laverdure e se la situazione non cambia si avvera o la previsioni di Mannaz cioe tornerà un nouvo Hitler a riempire i campi di stermino con musulmani oppure in 50 – 100 anni gli abitanti del europa sarano musulmani.
In Francia il personale musulmano negli ospedali pubblici sempre piu’ spesso chiede di fare il ramadam durante il servizio, di avere sale e permessi temporanei per pregare, le donne medico rifiutano di curare uomini, e viceversa, de facto hanno imposto pasti halal nel menu, e gli esterni cercano sistematicamente di far passare il velo al momento della stipula del contratto.
Il razzismo, a ben vedere, non è solo paura del diverso, ma è accorgersi che in quel diverso c’è qualcosa di molto simile a noi; non si può essere razzisti coi cani, coi maiali, con le anatre.
Accorgersi che c’è qualcosa di simile a noi, in gente che ci sembra diversa e più miserabile, perchè di solito chi arriva in altre terre, perlomeno nelle società contemporanee è povero, se non miserabile, e visto come un paria, mentre difficilmente il razzismo si scatena con stranieri benestanti…quando si dice extracomunitario, facciamoci caso come piccola conferma linguistica inconscia, si indica sempre gente che viene dal terzo e quarto mondo, per uno statunitense o un giapponese usiamo la nazionalità di riferimento, basta leggere i giornali per notarlo.
Dunque, notare che nella diversità con costoro, c’è anche somiglianza ci mette paura addosso, e appunto il razzismo fa di tutto per sottolineare, anche con teorie infondate, la radicale diversità (e nostra superiorità) con chi percepiamo come simile, per tranquillizzarci inconsciamente.
Anche indulgere al buonismo è una forma di suprematismo paternalistico in stile ‘buon selvaggio’, ma qua, appunto, credo che tutti auspichiamo una punizione (come secondo legge) dove saranno accertate le responsabilità soggettive.
Ovvio che il razzismo si scatena quando c’è carenza di territorio, lavoro e profitto e ovvio che parlo del razzismo contemporaneo nelle società moderne occidentali quando parlo di povertà.
A sua volta l’immigrato rischia di chiudersi nella sua cultura tradizionale, la quale, spesso e soprattutto quando è islam, non è certo una cultura tollerante.
Pensando invece al razzismo schiavista, anche qua la teoria che fossero ‘razze diverse come il pero dal melo’, così come il dibattito precedente sugli indios e l’anima, risponde al dilemma etico per cui vogliamo pensare di non schiavizzare qualcuno di simile a noi, ma qualcosa di più simile agli altri animali.
Lo stesso razzismo islamico verso i kuffar (come miscredenti e ‘cattivi’) nasce da motivi bellici, di conquista ed asservimento.
Dunque, e mi scuso per i tre interventi ma la questione è intrigante, il razzismo nasce spesso da problemi di risorse/popolazione e spesso è un alibi ideologico: ieri per asservire altri, oggi per garantire il nostro poco benessere, visto che quello che viene a contenderci quel poco che abbiamo non ha nulla a che vedere con noialtri: ottimo per fare una guerra tra poveri anzichè polarizzare lo scontro con chi detiene mezzi e ricchezze a dismisura (1.318 multinazionali detengono il 40% della ricchezza mondiale).
Il razzismo di risposta, tipo la teoria della melanina del potere nero, è una reazione comprensibile umanamente, ma embrionale e da superarsi; il razzismo tra altre etnie nasce spesso (vediamo i neri coi cinesi e viceversa) per una guerra tra poveri per le risorse e il territorio.
Dunque, il razzismo non è semplice (e naturale nel senso in cui la intende Laverdure) diffidenza di ciò che non si conosce, ma un fenomeno sociale e psicologico a mio avviso più complesso.
se non mi sbaglio sono stai i cinesi gia nel 13-14 secolo a promulgare le prime “leggi razziale” verso tutti gli altri e in particolar modo aspre verso i neri. Eppure in quel particolare caso non era verso il lavoratore “povero” straniero ma verso il commerciate quindi ricco.
Condivido in toto le analisi di Batrakos.
Bardhi.
Non conosco bene la questione in Cina, ma evidentemente c’era un problema, come sempre, di rapporti tra risorse e ricchezze, peraltro in società molto diverse dalle nostre; anche il razzismo antisemita mitteleuropeo di fine secolo si basava sul fatto che, siccome molti ebrei erano ricchi, c’era la paura che l’ebreo affamasse l’europeo.
Scusa Bardhi, mi è partito l’invio.
Faccio dunque mia la tua integrazione: esiste anche un razzismo del tipo che didi tu, cioè che lo straniero benestante (a differenza dell’americano o del giapponese, non turista ma entrato nella società) sia un pericolo in quanto straniero, dunque sia per sua natura ‘infido e malvagio’, ma la sostanza del problema (voler vedere le differenze più delle somiglianze/ rapporto territorio ricchezza) mi pare rimaner valida.
Batrakos (o rana se preferisci 🙂
Penso che il meccanismo del “razzismo” scatta appena il diverso, ricco o povero che sia, diventa una minaccia per le nostre risorse senza dimenticare che per un maschio la risorsa piu importante è proprio la femmina, in parte quello spiega come mai le donne femministe sono le meno razziste verso il lo straniero, solitamente maschio e sano.
Il razzismo secondo me più che altro scatta quando c’è un territorio comune: gli inglesi imperialisti e gli schiavisti USA erano razzisti, ma nessuno toccava le loro risorse.
E’ proprio la vicinanza fisica a far scattare la polarità diverso/uguale che dicevo.
Parlando di donne, mi faresti venire voglia di fare un ragionamento anche sul sessismo come fobia (in qualche modo riconducibile alla polarità psicologica che dicevo), ma andremmo mostruosamente off topic e non voglio tediare ulteriormente.