In libreria: “Qualcosa di grandioso”

E’ arrivato in libreria il mese scorso il libro Qualcosa di grandioso. L’infinita bellezza e complessità di tutto ciò che esiste, edito da Dalai Editore (255 pagine, 17,50 euro). Il volume è curato da Armando Massarenti e contiene saggi sulla conoscenza scientifica di Edoardo Boncinelli, Gilberto Corbellini, Giulio Giorello, Telmo Pievani, Carlo Rovellli e Paolo Zellini. Il libro riprende nel titolo la chiusura dell’Origine delle specie di Darwin e, scrive Massarenti, vuole rammentarci che vi è anche qualcosa di “intrinsecamente bello nella scienza in sé, nei suoi metodi e nei suoi strumenti, senza bisogno di ulteriori legittimazioni estetiche”. Boncinelli definisce “immaginifici frenati” gli scienziati, “vincolati a dare una dimostrazione di tutto ciò che affermano”: anche se poi, quando “riescono a dare una visione complessiva del mondo  di alcune sue leggi fondamentali, sono superiori e molto più propositivi e costruttivi di qualsiasi altro approccio che l’umanità abbia mai avuto alla realtà”. Come scrive Rovelli, se “da una parte c’è la certezza di conoscere la Verità”, dall’altra “c’è il riconoscimento della nostra ignoranza, e la messa in dubbio di ogni certezza. Molte religioni, e soprattutto il monoteismo, hanno una difficoltà profonda ad accettare il pensiero critico”. Ma, commenta ancora Boncinelli, visto con gli occhi della scienza “il mondo è certamente più bello di come lo rappresentano le mitologie e le religioni. Non è necessario inventarsi un mondo che non c’è. E’ già bellissimo così”.

La redazione

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41 commenti

blitz

Sarà… ma a me sembra la scoperta dell’acqua calda. L’esperienza estetica non può che essere un fatto soggettivo, quindi credo sia acontato che lo scienziato possa vivere la pratica scientifica come qualcosa di gratificante non solo sul piano puramente razionale… o anche su questo piano (si può godere, e come, del puro dispiegarsi del pensiero come tale, che non è solo prerogativa del filosofo)… ma solo e comunque come esperienza soggettiva, non formalizzabile e quantificabile.
Certo, mettere in evidenza quegli aspetti di cui parla il libro può servire come arma polemica contro chi vede la scienza solo come freddo esercizio razionale che priva delle grandi emozioni che possono ispirare, ad esempio, le opere d’arte, o far risiedere la gratificazione della scienza solo nella ‘verifica scientifica’ di un creato come sublime opera divina… ma quanto tutto ciò sia poi gratificanre resta, a mio parere, un fatto sempre e solo soggettivo.

Giorgio Pozzo

Non è che “molte religioni abbiano difficoltà ad accettare il pensiero critico”.

Piuttosto

TUTTE le religioni hanno IMPOSSIBILITA’ ad accettare il pensiero critico.

Pensiero critico e pensiero dogmatico fanno a pugni.

whichgood

Sono completamente d’accordo, non c’è bisogno d’inventarsi un mondo che non c’è, basta accettare la realtà e trovare la bellezza con intelligenza, senza evadersi, senza dover accettare dogmi e credenze imposte. Le religioni placano la curiosità, dio è una risposta troppo facile per qualsiasi quesito, un vero “peccato”.

Florenskij

Il mondo è bellissimo così. Infatti in un post precedente si racconta come Lucio Magri, uno dei fondatori de “Il manifesto” abbia chiesto l’eutanasia per depressione abissale, senza altra sofferenza fisica.
Riguardo alla bellezza ed eleganza delle leggi scientifiche, quanto deve essere bello trarre spunto da uno tsunami per mettere a punto con maggiore precisione le leggi della dinamica dei fluidi, magari con trattazione matematica !
Uno dei temi fissi della letteratura contemporanea ( cito solo Leopardi e Pirandello ) è l’angoscia di fondo dell’uomo, consapevole di trovarsi per caso su un frammento infinitesimale dell’universo, fruendo di un’esistenza che è la fiamma momentanea di un fiammifero o “un’affacciata di finestra”. “Ciascuno vive sul cuore del mondo / trafitto da un raggio di sole / ED E’ SUBITO SERA.” ( Salvatore Quasimodo ). A proposito della precarietà della vita della specie umana e della biosfera in generale e magari dello stesso pianeta Terra chi vuole può leggersi “Catastrofi a scelta” di Asimov.
Ovviamente oiò lavoro scientifico offre gratificazioni bellissime nella ricerca di ragioni che rendano ragione di fenomeni svariati ed apparentemente aleatori al massimo grado; però queste “ragioni zonali” tendono a convergere in una RAGIONE UNICA E UNIFICANTE, in un sistema onnicomprensivo. Guarda un po’, si tratta dello stesso impulso che muoveva il pensiero medievale, teologico e filosofico, e che portò quella civiltà a esprimersi nell’enciclopedismo e nelle cattedrali, sintesi della varietà delle cose raccolte nell’UNIverso.
E guarda un altro po’, UNO in greco si dice MONOS, da cui MONOTEISMO. Il che vorrebbe dire che l’impulso a una ragione – logos unificante ancora in opera è lo stesso che ha mosso l’umanità civilizzata a spingersi verso il monoteismo. Già, perchè i monoteismi di sono affermati nelle civiltà superiori dell’antichità.
Il discorso di Boncinelli ha una connotazione mistica incosciente o repressa, con una connotazione nel genere “La volpe e l’uva”. Non potendo arrivare a una visone universale – armonica del mondo si afferma di essere completamente o quasi soddisfatti della sola ricerca, utile o anche disinteressata, con connotazione estetica. Un po’ come il “coraggio” di confessarsi mortale di Bertrand Russell: fare buon viso a cattivo gioco, gonfiare il petto, irrigidire i muscoli e autoconvincersi che il surrogato stoico sia meglio del prodotto originale: la vita eterna promessa dalle delle religioni.
La situazione degli “immaginifici frenati” non è solo delle scienze, ma di tutte le reltà umane, dal calcio all’architettura balletto: una dialettica tra regole infrangibili e libertà espressiva.
Quanto alle boncinelliane affermazioni delle difficoltà delle religioni monoteistiche ad accettare il pensiero critico, sarebbe il caso di darsi una bella guardata alla filosofia medievale, che partendo dal pensiero antico creò e diffuse l’armamentario concettuale indispensabile per il balzo in avanti della scienza moderna.
Boncinelli ha scritto Verità con la V maiuscola: che faranno i tanti che qui negano l’esistenza della verità, preferendo la molteplicità irriducibile dei punti di vista, ad esempio in estetica?

Già mi aspetto interventi su Dio creatore di un mondo disastrato: rispondo che il mondo è insieme meraviglioso e disastrato, e che non lamenteremmo il disastro come scandaloso se non intuissimo che sarebbe giusto un mondo perfettamente armonico. Personalmente sono portato a pensare che lo sfascio si è manifestato fin dalla singolarità originaria, come ripartenza da un mondo armonico. Se volete potete chiamarlo peccato originale. Tale lo chiama pure la prof. Tadolini, conferenziara UAAR di scienze naturali.

firestarter

le ricordo che lei ha propostoo la teoria del peccato originale pre-bigbanghiano, non a partire dalla singolarita’. Sia coerente.

Quanto alle boncinelliane affermazioni delle difficoltà delle religioni monoteistiche ad accettare il pensiero critico, sarebbe il caso di darsi una bella guardata alla filosofia medievale, che partendo dal pensiero antico creò e diffuse l’armamentario concettuale indispensabile per il balzo in avanti della scienza moderna.

male, molto male. Uno come lei dovrebbe sapere che le scienze logico-deduttive basate sul metodo dimostrativo risalgono alla Grecia Alessandrina (pensi un po’ prima di cristo). Googli “macchina di Antichitera” (o gogoli come direbbe il presidente tanto amato dai suoi capi religiosi). Gogoli anche Archimede da Siracusa, Apollonio di Perge, Aristarco di Samo, Eratostene, Galeno (scoprira’ molta terminologia della medicina moderna), ed ovviamente Euclide. Gogoli fascistello, e forse si rendera’ conto che le premesse vanno cercate altrove.

Francesco

Magari l’avesse letto Magri questo tuo commento Florenskij, forse il farsi quattro risate gli avrebbe fatto passare la voglia di suicidarsi.

Murdega

Se volete potete chiamarlo peccato originale.
Flò, Flo, a parte che non capisco tutto quell’apparato che hai messo in opera per dire
una cosa semplice ed acclarata.
Però fai tanto ed alla fine la parolina sulla tua religione ci scappa sempre, non ti riesce
mai di fare qualcosa “sic simpliciter” ;oh dio m’è partita la massima latina .

fab

Florenskij, la singolarità originaria non l’ho mica voluta o determinata o accettata io, neh?
E la chiesa nel medioevo ha affinato la logica soltanto perché si illudeva di poterla usare in religione; è poi finita come con i pifferi di montagna.
Infine, quando uno scienziato cerca un principio unificatore, ne cerca uno SOLIDO (e, possibilmente, elegante; cosa che l’ipotesi biblica, nella sua farraginosità ed arbitrarietà, non è).

FSMosconi

@Flo’

Una qualsiasi prova contraria deve essere tenuta in conto nella formulazione di una qualsiasi legge scientifica, ergo è la legge che si adatta nel modo più preciso me pur sempre approssimativamente alla natura. Esistendo questo gap pare evidente che non ci sia identità tra legge astratta umana e natura in sé, che seguirà al massimo una moda limitata.

Stante ciò, la pretesa che queste leggi convergano deriverà da semplice comodità, visto che il modello diventa più semplice generalmente dacché sottosta a una legge, appunto, generale. Ma si tratterà sempre di un modello e null’altro.

E per inciso: uno non viene dal greco ma dal latino:
LT: Unus-a-um agg: unicus-a-um, primus-a-um
GR: Eis-Mia-En agg: protos-e-on, oios
Comprendo che la comune radice linguistica possa aver tratto in inganno ma un po’ più d’attenzione non guasterebbe…

Otzi

“E guarda un altro po’, UNO in greco si dice MONOS, da cui MONOTEISMO. Il che vorrebbe dire che l’impulso a una ragione – logos unificante ancora in opera è lo stesso che ha mosso l’umanità civilizzata a spingersi verso il monoteismo.”
Niente di più falso di questa affermazione di Florenskij per quanto riguarda l’antica cultura greca classica quale sorgente di civilizzazione umana ed il nucleo del suo pensiero. Florenskij dimostra la più gossolana ignoranza in merito.
Dico solo che il grande pensiero greco è l’esatto contrario: non l’uno, ma il molteplice. Ed in ogni aspetto non solo del pensiero, ma del vivere sociale e della politica. Non aggiungo altro. A mio modo di vedere non si può essere più ignoranti di così e pretendere di pontificare.

firestarter

ad ogni intervento di Florenskji sembra di leggere don giussani (che disprezzo profondamente). Raramente ha dimostrato lucidita’ e sintesi, indulgendo piuttosto in contorsioni tritatesticoli e liguaggio volutamente (o necessariamente) vago in linea con la tradizione teologica che deve elevare a virtu’ tale vaghezza.

firestarter

p.s.: il problema e’ ovviamente anche di comprendonio, altrimenti non si capisce come mai uno che si vanta di leggere cosi’ tanto materiale sia carente sulle basi.

FSMosconi

@Otzi

Appunto se non erro l’idea aristotelica del Motore Immobile era nata per spiegare i moti planetari (sulla scorta del Demiurgo platonico ovviamente)…

Stefano

@ Otzi

Aggiungo che Florenskij non fa altro che riproporre, ricombinandoli, temi che si sono già ampiamente criticati. Senza tenere in alcun conto le critiche.

Altro elemento che conferma quanto dice Giorgio Pozzo:

TUTTE le religioni hanno IMPOSSIBILITA’ ad accettare il pensiero critico

😉

Ferrer

@ Otzi

“A mio modo di vedere non si può essere più ignoranti di così e pretendere di pontificare.”

Perfettamente d’accordo, all’inizio mi ero illuso che fosse un po’ meglio dei vari alecattolico, teologo e altri cattotroll, ma mi rendo conto sempre più che è di un’ignoranza abissale (in campo scientifico ed umanistico) che tenta di mascherare con supponenza, citando a sproposito ed utilizzando un linguaggio volutamente involuto.
La sua strombazzata “cultura” è solo un’accozzaglia di stereotipi e frasi fatte tratte dal pensiero cattolico più retrivo.
Non dimostra alcun rispetto per gli altri, né alcuna reale volontà di confronto visto che non risponde mai nel merito alle obiezioni che gli vengono mosse.
Anche dal punto di vista umano si è dimostrato squallido, esprimendo opinioni paurosamente reazionarie e, nell’ultimo intervento, speculando a sproposito sulla scelta di Magri di morire.

RobertoV

Solo uno con una preparazione umanistica può non trovare affascinante o emozionante, una scoperta scientifica od uno studio scientifico. La curiosità ed il conoscere sono affascinanti e provocano emozioni, personalmente più dell’arte.
….deve essere bello trarre spunto da uno tsunami per mettere a punto con maggiore precisione le leggi della dinamica dei fluidi, magari con trattazione matematica…. Perchè no? Studiare uno tsunami è bello perché la miglior conoscenza ci permette di capirne meglio la dinamica, di prevederlo e di attuare dei sistemi di allarme e protettivi che consentono di salvare vite umane: e non è affascinante e utile se riusciamo a salvare delle vite umane e migliorare la nostra esistenza? Per esempio anche il miglioramento delle capacità dei satelliti e delle conoscenze meteorologiche e di dinamica dei fluidi ci permettono di studiare e prevedere l’evoluzione degli uragani consentendoci di limitarne l’effetto distruttivo e salvare vite umane. Cose analoghe per le tecniche costruttive antisismiche che ci consentono di limitare enormemente gli effetti distruttivi dei terremoti. E quando riusciremo a prevedere anche le eruzioni vulcaniche? E’ stato più utile all’umanità Fleming o Michelangelo? Sono stati più utili all’umanità quelli che hanno inventato il frigorifero e la lavatrice, o Giotto? Purtroppo si parla tanto dei secondi e poco del primi.

Giorgio Pozzo

Florenskij,

due errori grossolani di fondo sulla scienza, uno particolare e uno generale:

1. la dinamica dei fluidi NON può definire equazioni di uno tsunami, in quanto trattasi di moto turbolento e non laminare

2. la scienza non cerca affatto le ragioni di un fenomeno; anzi, lascienza parte proprio dal postulato che dietro ad un fenomeno fisico NON vi sia alcun finalismo.

Amico mio, lei sarà anche fortissimo nelle materie umanistiche, ma le consiglio di andar cauto sulle considerazioni circa la scienza. Anzi, magari lasciar proprio perdere….

Ferrer

“Ciascuno vive sul cuore del mondo / trafitto da un raggio di sole / ED E’ SUBITO SERA.”

E questo sarebbe esperto di letteratura….

Per la cronaca Quasimodo aveva scritto:

« Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole
ed è subito sera… »

Ormai questo poveraccio sta diventando un tale collezionista di figurini, che non ritengo valga più la pena rispondergli seriamente; anche perché, visto che propone sempre gli stessi sciocchi pseudo-argomenti, se avesse un minimo di serietà andrebbe a leggersi le obiezioni che gli sono già state fatte più volte e alle quali è evidentemente del tutto incapace di rispondere.

whichgood

” Riguardo alla bellezza ed eleganza delle leggi scientifiche, quanto deve essere bello trarre spunto da uno tsunami per mettere a punto con maggiore precisione le leggi della dinamica dei fluidi, magari con trattazione matematica ! ”

E quanto deve essere bello immagino pensare che c’è un dio sadico che non agisce mai e che sta li a godersi la sofferenza. Per fortuna c’è la scienza che ha permesso (come in Giappone ad esempio) la costruzione di strutture antisismiche che hanno potuto contenere il disastro.

Gianluca

@ Florenskij

Nonostante lei lo ripresenti sempre in forme diverse, la sintesi del suo pensiero credo sia tutto qui:

“Il discorso di Boncinelli ha una connotazione mistica incosciente o repressa, con una connotazione nel genere “La volpe e l’uva”. Non potendo arrivare a una visone universale – armonica del mondo si afferma di essere completamente o quasi soddisfatti della sola ricerca, utile o anche disinteressata, con connotazione estetica. ”

Al che le pongo l’ennesima obiezione mossa da tanti utenti di questo forum:
e quale sarebbe questa visione universale e armonica del mondo, quella che dice la religione cattolica?

Riguardo la volpe e l’uva mi sembra esattamente il contrario, cioè vista l’impossibilità di conoscere la REALTA’ da parte delle religioni rivelate, se ne escono con le loro… non teorie, con le loro Verità riguardo le quali la sola pretesa di veridicità è il fatto che lo affermano loro.

Stefano

@ Florenskij

” fare buon viso a cattivo gioco, gonfiare il petto, irrigidire i muscoli e autoconvincersi che il surrogato stoico sia meglio del prodotto originale: la vita eterna promessa dalle delle religioni.”

Non dispero che un giorno capisca il problema della verità, contrapposto a quello dei desideri.
E forse comprenderà chi si autoconvince.

““Il nocciolo dell’atteggiamento scientifico sta nel rifiuto di considerare i nostri desideri, gusti e interessi come la chiave per la comprensione del mondo”

Bertrand Russell, quello che gonfia il petto…

PS Non faccia dire ad altri quel che pare a lei al di fuori delle religioni. La Prof. Tadolini potrebbe prendersela.

PS PS. Ricordi – anche se le dà fastidio – che lo “sfascio” dipende SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dal suo dio.

firestarter

con un titolo come questo il nostro puo’ semanticamente arrivare ovunque e “dimostrare” tutto

whichgood

E la cosa più importante: ” Quanto è bello il mondo senza dio !!! “

calogero

Mi chiedo se sono più i libri che scriviamo o quelli che leggiamo …

Lyra

“Qualcosa di grandioso. L’infinita bellezza e complessità di tutto ciò che esiste.” l’ho già inserito nella mia lista di libri da comprare e lo leggerò con sommo piacere!!

“il mondo è certamente più bello di come lo rappresentano le mitologie e le religioni. Non è necessario inventarsi un mondo che non c’è. E’ già bellissimo così”.

Che che ne dicano certi cattolici il mondo è bellissimo così!! La bellezza dell’universo andrebbe apprezzata di per sè: la questione se esista altro oltre questa realtà fisica non è essenziale per apprezzare questo mondo, che di sicuro esiste!
L’universo è di una bellezza sorprendente e non è necessario pensare a un altro mondo per rendersene conto: con o senza Dio siamo immersi in una realtà fisica che ha qualcosa di meraviglioso (basti pensare al genuino senso di meraviglia che provava l’agnostico Carl Sagan di fronte al numero immenso di galassie, di stelle, di pianeti presenti nell’universo)!

Per me guardare il cosmo, sapere che siamo “polvere di stelle”, che i nostri atomi sono stati forgiati nelle stelle miliardi di anni fa, ha un che di spirituale, una sorta di connessione profonda con tutto ciò che esiste, a prescindere o meno dall’esistenza di un dio creatore.
Noi siamo l’universo che si è fatto cosciente e ciò, anche se frutto del caso, dovrebbe riempire tutti di meraviglia. L’universo e la vita biologica dovrebbero essere mistero fascinans sia per credenti che per non credenti: “Se c’è in me qualcosa che si può definire sentimento religioso, è proprio quella sconfinata ammirazione per la struttura del mondo nei limiti in cui la scienza ce la può rivelare.” Albert Einstein

RobertoV

Concordo con questa visione del mondo.
E nonostante i detrattori, questo mondo oggi è ancora più bello perchè abbiamo risolto diversi problemi che ci affliggevano in passato (elevatissima mortalità infantile, delle donne di parto, varie malattie, duro lavoro fisico, devastanti malattie professionali, ecc.) permettendoci di vivere in questo mondo non per soli 30-35 anni come mediamente in passato, ma per 80 e più anni. Certo ci sono anche i nuovi o vecchi problemi non risolti, ma si lavora per migliorare e, credo, che sarebbe noiosa una vita senza problemi da risolvere.

Lorenzo Galoppini

Concordo comunque che sia tutto molto soggettivo, come diceva Blitz nel primo commento.

Otto Permille

Così, dalla presentazione non si capisce molto che cosa intendano gli autori. Se vogliono dimostrare che il mondo è migliaia e migliaia di volte più vasto e complesso di come lo hanno descritto le antiche cosmologie (e perciò le religioni) è assolutamente vero. Ora però è bene che la gente faccia il suo mestiere e non credo che questi studiosi siano degli esperti di storia dell’arte o di estetica per potere disquisire tra ciò che è “bello” e ciò che non lo è. L’arte “espande” il mondo, espande la nostra capacità di immaginazione, crea dei nuovi mondi e perfeziona i nostri organi di senso. Il mondo in sé (ammesso che sia accessibile) non è né bello e ne brutto, bensì è un enorme caos, solo in parte accessibile alla nostra intelligenza. Da anni i neuroscienziati stanno cercando di capire come lavori il nostro cervello, questa enorme rete telefonica costituita da miliardi di fili e collegamenti. Non ci riescono!!!
E quindi che dire? Dove sta la “ragione”? Dove sta il sapere? La realtàò per chi conosce veramente il mondo è che in pratica noi non conosciamo un bel cavolo di niente! Solo la tradizionale arroganza dei filosofi, che non è minore della tradizionale arroganza dei preti da cui provengono, ritiene il contrario.

pendesini alessandro

@Florenskij
Il nostro mondo reale non è il mondo che noi vediamo ! Si trova altrove, si trova nel mondo proiettivo creato dal nostro cervello, che potremmo chiamare il mondo dell’immaginario in tutte le sue forme, quello dell’arte in generale e della scienza in particolare. In altre parole la mia percezione non è il mondo, ma un modello del mondo creato dal mio cervello.
Non esiste in sè alcuna realtà estetica. Questa esiste solo a livello del nostro universo mentale; è la risultante di un’interpretazione personale. La bellezza sembra esistere solo per chi la risente; è relativa e non ha nessun riscontro d’esistenza nell’assoluto.
Non sapere di più che il “sufficiente”, non è sapere un po’, ma non sapere niente ! Conoscere consiste a spingere sempre più in là i confini della nostra ignoranza.
Lo scienziato (che conosce) sa di sapere quasi nulla su quasi tutto. Ma è caratterizzato da una grande propensione per imparare e scoprire, pur riconoscendo i suoi relativi limiti cognitivi.
La formazione dell’intellettuale del XXI secolo, lo lascia generalmente in una soprendente ignoranza nella branca scientifica ! Ne consegue che, come cio’ che accade in politica, è pronto a credere qualsiasi tipo di assurdità. Le religioni monoteistiche hanno una grande parte di responsabilità su quello che accade da circa 2000 anni, diffondendo false simmetrie, miti e dogmi, strumentalizzando l’ignoranza (che rende l’uomo vulnerabile) a dei fini arcaici ed egocentrici !

C’est ici que “le bât blesse”…..

kundalini444

Io posso inventarmi, con la mia fantasia, un mondo più bello di quello reale.
Posso scriverne libri, girarne film, coinvolgere nella mia illusione altri milioni di persone.
Essi ed io godremo della “bellezza” estetica di questa fantasia confortante.
Ma c’è un pensiero che può sciupare il nostro godimento, e cioè che questa bellezza sia solo un’invenzione, frutto di fantasia, e non corrisponda alla realtà dei fatti.
Arrivato a questo punto, ho due scelte: accettare la realtà, anche se mi piace meno della mia immaginazione, e riconoscerle un maggior grado di “bellezza” proprio in quanto consapevole che è vera e non inventata; oppure rigettare il pensiero e rifugiarmi nella mia illusione, dimenticando o ignorando che sia fasulla, solo perchè è più bella.

Stefano

@ kundalini444

Direi una chiarissima sintesi del Florenskij pensiero….

pendesini alessandro

“Io posso inventarmi, con la mia fantasia, un mondo più bello di quello reale”…
@kundalini :
Ragionamento paradossale ! Come potremmo definire il mondo “reale” ? Su quali referenziali ?
PS La realtà (o mondo reale) esiste, ma le possibilità cognitive del nostro cervello sono insufficenti per accedere alla realtà e ancora meno definirla ! Purtroppo, dispiaccia ai creazionisti e non solo, l’uomo non è una “creatura” eccezzionale, ma besi un animale epifenomenale relativamente limitato, e particolarmente irrazionale…

kundalini444

non siamo privi di strumenti conoscitivi. Il mondo reale è quello che possiamo percepire con tali strumenti.
Ciò che invece non possiamo percepire, ma solo immaginare, fa parte del mondo immaginario.
Ora se la nostra immaginazione NON è supportata da un modello “scientifico” (ovvero uno che risponde alle esigenze di verifica sperimentale e riesce a fare delle previsioni su fenomeni osservabili) è di fantasia.

Esempio: la legge di dilatazione termica è “reale” nel senso che offre un modello che risponde a verifiche e previsioni concernenti fenomeni osservabili da chiunque.
L’esistenza di un aldilà invece è “immaginaria” nel senso che offre un modello non verificabile.

pendesini alessandro

@Kundalini :
I colori non esistono nella natura ! La retina capta delle onde elettromagnetiche (fotoni) che vengono trasdotte e inviate (via il nervo ottico) ai diversi moduli visivi i quali rendono possibile l’apparire dei colori entro una limitata frequenza. NB. Chi oserebbe dire che i colori che noi « percepiamo » non esistono ?
Quando noi contempliamo ad esemplio la Gioconda, siamo certi di vedere cio’ che vediamo (il che è vero), ma in sostanza cio’ che vediamo è in maggior parte del vuoto pieno di cariche elettriche in agitazione…..
Ogni volta che guardiamo il mondo, i segnali percepiti non significano niente in sè, non contengono nessuna informazione. Questa si trova solamente nello stato del cervello che suscita e che prende un senso in funzione del repertorio dei vari stati disponibili. Ogni minuto della nostra vita cosciente si traduce in una interpretazione che non cessiamo mai di elaborare !
Vorrei per concludere riassumere che la variabilità interculturale è ridotta ; la sua estensione apparente è un’illusione dovuta alla nostra incapacità di immaginare forme culturali diverse da quelle che il nostro cervello è in grado di concepire.

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