Intervistato ieri dal programma Un giorno da pecora su Radio Due, il vescovo emerito di Ivrea mons. Luigi Bettazzi ha detto la Chiesa dovrebbe pagare l’ICI “per le cose che le danno dei vantaggi”. “Sulle cose che sono di servizio religioso o caritativo non dovrebbe pagarla”, ha aggiunto, “ma se ha delle opere che le danno guadagni, io credo che sarebbe giusto che la paghi”. Sul caso del suicidio assistito di Lucio Magri, ha detto: “per un uomo che abbia forti convinzioni religiose non è approvabile, per una persona laica posso capirlo”. “Per lui la vita non aveva più un grande valore e allora non voleva più andare avanti”, ha concluso, “dal punto di vista laico, io lo rispetto”.
Valentino Salvatore
Luigi Bettazzi a detto due cose condivisibili
attendo che completi il suo pensiero, dicendo che le due ore settimanali di religione cattolica insegnata “in conformità della dottrina della Chiesa” nella scuola della Repubblica sono una mostruosità, che l’8×1000 dovrebbe rimanere tutto nelle casse dello Stato, che dovrebbe sparire la norma “salva preti”, ecc. ecc.
Da quando due ore!? Comunque attento alle ‘h’! 😉
Questo signore ha detto cose che condivido, specialmente per quanto concerne Lucio Magri.
L’ICI, però, andrebbe pagata anche per i luoghi di culto, se la pagano le palestre e i centri di benessere non vedo perché i primi debbano essere esentati.
all’asilo (alle elementari non so) sono due ore.
sottolineo “asilo”.
Kaworu si chiamano adesso Scuola d’Infanzia e Scuola Primaria. Alla scuola Primaria (ex elementari) si fanno 2 ore come a quella d’Infanzia (ex asilo)
con la revisione del Concordato del 1984 c’e’ stata l’estensione dell’insegnamento della religione cattolica alla scuola dell’infanzia (3-5 anni! nemmeno nelle madrasse!) e le ore sono diventate due la settimana fino al completamento delle primarie di primo grado (le “elementari”)
in pratica la scuola italiana offre piu’ religione cattolica di informatica, o di educazione motoria, o di musica, o di scienze 🙁
CERTO BETTAZZI è ABBISSALMENTE MEGLIO DI BAGNASCO. il mondo cattolico non è omogeneo, e purtroppo l’ ala più conservatrice ha sempre emarginato quella più progressista .
le diverse ale cattoliche si possono azzannare a vicenda, l’importante è che tutte quante si stacchino dalla mammella dello Stato, schifosi parassiti indegni !
Francamente, non capisco perché non dovrebbero pagarla sugli edifici di culto, qualcuno mi può dare qualche idea?
perche’ altrimenti non servirebbe a nulla fingere che le attivita’ commerciali siano luoghi di culto
Una mia interpretazione e che forse hanno capito che stanno maturando i tempi in cui anche loro dovranno rinunciare ad alcune esenzioni,vuoi per la crisi che richiede sforzi da parte di tutti,vuoi per l’indignazione di tanti,anche cattolici, difronte ai loro privilegi,quindi cominciano a far trapelare l’intenzione di voler pagare almeno le tasse sulle rendite,nella speranza di avere un effetto psicologico del tipo,rinuncio a un privilegio,l’esenzione dalle attività con rendite, facendolo passare come una concessione fatta allo stato,nella speranza che questo li accontenti e non pretendano anche la tassa sui luoghi di culto.
diplomazia at work.
Interessanti entrambi i vostri interventi. Aggiungo anche la convinzione di erogare un servizio indispensabile, al pari dell’assistenza ospedaliera..
I cattos che hanno subito un marcato priming da piccoli e che poi non sono piu’ riusciti ad emanciparsi lo ritengono veramente un servizio indispensabile. Triste ma vero.
Dato che la Chiesa (come tutte le ONLUS e i sindacati) non paga l’ICI solo sugli immobili destinati, in maniera non prevalente, ad attività economiche … mi piacerebbe sapere di che cosa sta parlando il Bertazzi … voi lo sapete?
Beh le chiese, almeno quelle non abbandonate al culto, l’ici dovrebbero pagarla, perchè la redditività la danno, funerali,matrimoni, le offerte domenicali, e soprattutto godono di frequenti contributi pubblici per la ristrutturazione.
Condivido. Ora, visto che essendo monsignore ha molto più potere di me, invece di parlare faccia qualcosa di concreto, ad esempio, potrebbe convincere l’attuale vescovo d’Ivrea di donare volontariamente allo Stato italiano l’equivalente dell’ICI delle attività commerciali. Potrebbe anche donare parte del suo stipendio come compenso (anche simbolico) per il mancato introio allo Stato.
Parlare è facile.
Sicuramente migliore della media dei suoi colleghi, sarei curioso se avesse detto le stesse cose quando non era in pensione, sbaglia lo stesso pero’:
L’ici la chiesa la dovrebbe pagare sempre, perche’ anche quando fa’ la carita (molto raramente) questa e’ associata al proselitismo quindi fa solo propaganda, pubblicita’ a se stessa.
Per quanto riguarda le distinzione del valore della vitta tra laico e religiose non capisce che esattamente l’opposto: il laico da valore alla vita e preferisce rinunciare ad essa quando non puo’ farlo come vuole, mentre e’ il religioso che non da valore alla vita visto che preferisce andare avanti in qualsiasi condizione anche quando ormai non si puo’ piu’ parlare di vita.
non puo’ farlo = non puo’ viverla come vuole
per queesto è ex?
per questo è prete: bla, bla, bla
forse è ex perchè a 88 anni…..
Quanti anni ha Napo Presidente Capo? Eh, già…
A parte il discorso dell’I.C.I., sarebbe anche il caso che la Compagnia delle Opere rinunciasse alla proprietà delle Banche, etc. etc.
Diciamo la verita’, la chiesa la dovrebbe pagare (e basta). 😆
No, la chiesa dovrebbe ridarci il già pagato, prima di tutto, quindi non ricevere più, e poi finalmente iniziare a pagare.
Quando ho detto che “la dovrebbe pagare” intendevo in senso che dovrebbe essere punita, quindi comprende anche quello che dici tu. 😉
Mi ricorda i nostri (ahimè nostri) politici che affermano che si devano tagliare i privilegi della casta politica ma poi dietro le quinte se la spassano tutti insieme.
Siamo stanchi delle parole dei preti, contano i fatti.
il paragone regge
Mons.Bettazzi è vescovo emerito e appartiene quindi alla generazione del Vaticano II, cui partecipò con le sue idee vicine al pensiero di Rosmini; recentemente ha scritto la prefazione al libro su Adriana Zarri a un anno dalla morte: altri tempi, altre idee, altri modi, altra civiltà, altri sacerdoti.
… altre schifezze.
Ma chissenefrega di quello che dicono o pensano i preti?. Basta che si tolgano dai nostri piedi e guadagnino il pane col sudore della LORO fronte. Non m’interessa assolutamente cosa pensa un parassita mio.
“il vescovo emerito”
Beh, è facile parlare quando si è ex vescovi, ex dirigenti, ex politici, ex, ex, ex…
Dopo una vita da parassiti e con un piede nella tomba, si può essere anche sinceri.
Se continua a dire queste cose, il prossimo impiego del Vescovo d’Ivrea, sarà in Africa a scavare qualche buco per trovare acqua!!