Chiesa e Ici, il ministro Riccardi: “Attività commerciali ecclesiastiche devono pagarla”

Intervistato da Lucia Annunziata su RaiTre, il neoministro per la Cooperazione e l’Integrazione, l’esponente della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, ha detto che le attività commerciali della Chiesa dovrebbero pagare l’Ici-Imu. “Credo che le attività di culto, culturali della Chiesa siano una ricchezza per il Paese e quindi l’Ici-Imu non va pagata”, ha detto. Ma “per quelle che possono essere le attività commerciali gestite dalla Chiesa, dai religiosi, dalle associazioni cattoliche vigilino i Comuni o chi è preposto a questo per vedere se l’imposta viene pagata e intervenga”. Senza “fare una grande battaglia”, ha concluso, “si valuti caso per caso e si intervenga: se c’è stata mala fede si prendano le misure necessarie”.

Intanto, un servizio su Il Fatto Quotidiano del 7 dicembre mette in evidenza i contatti di Sant’Egidio con il mondo della moda, della politica e degli affari. Si parla di Agenda Sant’Egidio, “joint venture di Bulgari con la comunità religiosa”, al cui gran galà vengono invitati vip, ricchi, prelati e politici. Nelle foto, anche Gianni Letta e il sindaco di Roma Gianni Alemanno, nonché il banchiere Luigi Abete (Bnl), Aurelio De Laurentiis, Francesco Bellavista Caltagirone, Maite Bulgari, Franca e Paola Fendi.

Luciano Vanciu

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55 commenti

alesssandro

quindi se mi invento una religione e dico che la mia casa è il luogo preposto al culto della neo-religione dovrei essere esente dal pagamento dell’ICI-IMU o vale solo per la chiesa ?

Alfonso

@alessandro
E’ sufficiente dichiararsi cristiano, così la tua casa diventa un luogo di culto come indicato esplicitamente nel Vangelo di Matte 6:6 dove Gesù indica chiaramente il luogo in cui pregare “Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.” Pertanto in base a questo precetto evangelico ciacuno di noi che si dichiari di religione cristiana non è dovuto a pagare l’ICI, in quanto la casa diventa luogo di culto, mentre le chiese cattoliche ed altri luoghi di culto ad esse attienti palesemente non cristiane devono pagare l’ICI. E’ quello che farò esattamente io, metterò un quadretto di Gesù in casa così la mia casa diventa un luogo di culto e nessuno potrà contestarmi in alcun modo, Vangelo alla mano!

nightshade90

ma che colpisce nel segno, cioè nell’ipocrisia di chi, come i cattolici, prende dalle scritture letteralmente quello che conviene e “interpreta” a a piacere il resto…

faidate

Non credo si debba insistere solo sull’ICI per le attività commerciali contrabbandate per attività di culto. E’ ovvio che se c’è stata frode debbano pagare, non è un sacrificio, è solo il dovuto, magari con una multa. Siccome si parla di sacrifici, anche la Chiesa rinunzi ai privilegi: per es. abbatta l’8 per mille e rinunzi agli insegnanti di religione: dia l’esempio. (Don Verzè permettendo).

Rasputin

“si valuti caso per caso e si intervenga: se c’è stata mala fede si prendano le misure necessarie”.

quindi sempre.

Brian di Nazareth

Anche La Stampa (oggi 9 Dicembre, pagina 9) parlano dell’iniziativa di MicroMega. Titolo: “dilaga la polemica sull’Ici alla chiesa”.

mirko

Il vero problema è che le realtà religiose sono intrecciate con una serie di realtà commerciali, che rende indistine le une dalle altre.
Sono comuni i luoghi religiosi che “ospitano” laici a prezzi di favore, oppure mi raccontava un amico postino delle centinaia di pubblicazioni religiose che vengono spedite a carico dello stato senza che l’ente pseudo religioso che le vende paghi un solo centesimo!
Posso cpaire che una casa accoglienza o una mensa dei poveri non paghi l’ici, ma perchè io dovrei pagare la sepdizione del calendario id frate indovino?

Molti poi obbiettano che la Chiesa fa volontariato e supplisce le carenze dello stato.

Questa è la peggiore delle compensazioni, non si può giustificare un privilegio e una illegalità con le buone azioni, per questo ci sono decine di associazioni aliche che di fanno il culo tanto quanto la Chiesa cattolica ma che spesso si trovano sull’orlo della chiusura perchè i comuni hanno stretto i cordoni della borsa e rivogliono affiti convenzionati non pagati o utenze, anche retroattivamente di 5 anni, dico 5 anni!!!!!

E loro che dovrebbero dire?

No la verità è che dietro la Chiesa c’è un potentato oscuro e poco chiaro che si fa scudo di decine di miglioni di fedeli inconsapevoli per i propri affari!!!

Meglio far chiarezza e subito! Caso per caso tanto poi a guardarci bene dentro non saranno di certo pochi! 🙁

Tuc

Parole SANTE!

La mossa dell’Egidiano è quella di spegnere il possibile focolarino (complimenti a tutti coloro che, nonostante tutto, continuano a fare pressioni).

Come? Semplicemente mostrandosi accondiscendente, dicendo “controllino i Comuni” (non lo faranno MAI!), come se la chiesa, a differenza di tutti noi, potesse pagare le tasse facoltativamente.

Quello che gli inglesi chiamano “whitewash”…

Paul Manoni

Ho già scritto al mio Sindaco affinchè vada a fare le pulci agli immobili della CCAR. Qui c’e’ nato nientepopodimenochè PIO IX e la Chiesa ha proprietà in ogni dove…Cinema, bar (acli), bocciofile, asili, locali parrocchiali, appartamenti, e palazzi che sono stati affittati allo Stato per ospitare la caserma dei CC e la polizia municipale. Quasi tutta un’intera via e’ di loro proprietà. Sarà mia cura seguire l’evolversi della vicenda. 😉

FSMosconi

Forse non è chiaro che il busillis è proprio l’ambiguità di quel “non esclusivamente”?

E devo forse commentare le fallacie logiche presenti nell’arringa finale o mi limito ad elencarle?

veni vidi v'ICI

Interessanti questo vademecum per il parrocchiano perfetto!

Francesco

Joseph, la mia opinione personale e’ che la chiesa debba sempre pagare, comprendo l’esenzione solo per gli enti che non fanno propaganda o addirittura costringano le persone bisognose ad accettare il loro credo per usufrire dei loro aiuti, come fa la chiesa.
Ma per quanto riguarda questo articolo lo hai letto?

“per quelle che possono essere le attività commerciali gestite dalla Chiesa, dai religiosi, dalle associazioni cattoliche vigilino i Comuni o chi è preposto a questo per vedere se l’imposta viene pagata e intervenga”. Senza “fare una grande battaglia”, ha concluso, “si valuti caso per caso e si intervenga: se c’è stata mala fede si prendano le misure necessarie”.

Parla dei casi (dimostrati in varie inchieste) in cui la chiesa dovrebbe pagare e non lo fa.

ale cattolico

Riccardi fa accattonaggio di consensi,probabilmente sta preparando la sua campagna elettorale, poichè la Chiesa l’Ici-Imu già la paga,continui cosi che alle elezioni sarà trombato.

fab

“accattonaggio di consensi”, nientemeno! Hai chiesto a qualcuno di scriverti la frase e poi tu hai messo gli errori?

il parroco di Funo

e vai con il solito e voluto equivoco:
le attività lucrative pagano già
(chi non paga è un evasore)

non c’è bisogno di nessuna nuova legge

FSMosconi

Ci sarebbe appunto bisogno di sciogliere l’ambiguità di quel “non esclusivamente” presente nella legge attuale.

Sempre bravo nel Sofisma dello Straw Man vedo…

alesssandro

dentro la mia casa non si fa attività lucrativa alcuna però io l’IMU la devo pagare

nightshade90

@parroco

ti è già stato DIMOSTRATO più e più volte che NON SOLO NON TUTTE LE ATTIVITA’ LUCRATIVE DELLA CHIESA PAGANO LE TASSE, ma che ADDIRITTURA LA LEGGE E’ STATA FORMULATA APPOSITAMENTE PER RENDERE LEGALE CIO’ (ti dice nulla il “sono esentate dall’ICI le attività a scopo non UNICAMENTE commerciale (e pertanto basta metterci dentro una cappella o farci dormire dentro delle suore)?).

cos’è, la vicinanza col teologo cattolico ti stà contagiando? come lui, O sei stupido perchè, dopo centinaia di volte che ti viene ripetuto il concetto. ancora non riesci a comptrenderlo (e sì che quando ti conviene con i testi sacri fai ogni tipo di esegesi) O sei in malafede (ed in genere tu sembri relativamente in buonafede. spesso e volentieri menti a te stesso per non vedere le ovvietà che non ti piacciono, ma non mi pare che spesso tu menta sapendo di mentire).

guglielmo

Il ternine è ambiguo soloper chi vuole che sia ambiguo, basterebbe informarsi un po’ e leggere ciò che lo stesso Ministero delle entrate scrive
“Occorre a questo punto soffermarsi sulla disposizione del comma 2-bis dell’art. 7 del
d.l. n. 203 del 2005, in base alla quale l’esenzione “si intende applicabile alle attività… che non abbiano esclusivamente natura commerciale”.
E’ necessario innanzitutto sottolineare che un’attività o è commerciale, o non lo è, non essendo possibile individuare una terza categoria di attività.
Pertanto, se non è possibile individuare attività qualificabili come “non esclusivamente di natura commerciale”, si può sostenere che quest’ultimo inciso debba essere riferito solamente alle specifiche modalità di esercizio delle attività in argomento, che consentano di escludere la commercialità allorquando siano assenti gli elementi tipici dell’economia di mercato (quali il lucro soggettivo e la libera concorrenza), ma siano presenti le finalità di solidarietà sociale sottese alla norma di esenzione.
Infatti, la combinazione del requisito soggettivo e di quello oggettivo comporta che le attività svolte negli immobili ai quali deve essere riconosciuta l’esenzione dall’ICI non siano di fatto disponibili sul mercato o che siano svolte per rispondere a bisogni socialmente rilevanti che non sempre sono soddisfatti dalle strutture pubbliche e che sono estranee alla sfera di azione degli operatori privati commerciali.
Ciò è particolarmente evidente per le attività svolte in regime concessorio o in convenzionamento e/o accreditamento con l’ente pubblico, in quanto si tratta di attività inserite in maniera completa ed esclusiva nel servizio pubblico gestito direttamente da un’istituzione pubblica.
L’esenzione in esame, infatti, trae la sua giustificazione, da un lato nella “meritevolezza” dei soggetti e delle finalità perseguite, e, dall’altro, nella rilevanza sociale delle attività svolte.

FSMosconi

E’ necessario innanzitutto sottolineare che un’attività o è commerciale, o non lo è, non essendo possibile individuare una terza categoria di attività.

ma come? Si esclude che nello stesso edificio si possano svolgere entrambe le azioni?

Pertanto, se non è possibile individuare attività qualificabili come “non esclusivamente di natura commerciale”, si può sostenere che quest’ultimo inciso debba essere riferito solamente alle specifiche modalità di esercizio delle attività in argomento, che consentano di escludere la commercialità allorquando siano assenti gli elementi tipici dell’economia di mercato (quali il lucro soggettivo e la libera concorrenza), ma siano presenti le finalità di solidarietà sociale sottese alla norma di esenzione.

Ovvio che se non fai A si fa B e viceversa. Ma vedo che la possibilità che si possano entrambe fare a fasi alterna sia del tutto depennata. Dimenticanza o malafede?

Infatti, la combinazione del requisito soggettivo e di quello oggettivo comporta che le attività svolte negli immobili ai quali deve essere riconosciuta l’esenzione dall’ICI non siano di fatto disponibili sul mercato o che siano svolte per rispondere a bisogni socialmente rilevanti che non sempre sono soddisfatti dalle strutture pubbliche e che sono estranee alla sfera di azione degli operatori privati commerciali.

Basterebbe sic et simpliciter non vendere l’immobile e farci attività all’interno quando “conviene”…

Ciò è particolarmente evidente per le attività svolte in regime concessorio o in convenzionamento e/o accreditamento con l’ente pubblico, in quanto si tratta di attività inserite in maniera completa ed esclusiva nel servizio pubblico gestito direttamente da un’istituzione pubblica.

La tiriamo per le lunghe con questa definizione di attività benefica eh? Alla faccia del “sì sì no no”…

L’esenzione in esame, infatti, trae la sua giustificazione, da un lato nella “meritevolezza” dei soggetti e delle finalità perseguite, e, dall’altro, nella rilevanza sociale delle attività svolte.

Ora che hai gentilmente fatto il ripasso di cosa sia giuridicamente un’attività benefica, ti spiace dire come si considerebbe la cosa se appunto le attività di volontariato e a scopi di lucro venissero entrambe svolte a fasi alterne nello stesso edificio alla luce di quell’avverbio?

giuseppe

Per maggiore chiarezza di informazione leggetevi questo articolo di Magister. Se poi volete solo alimentare la calunnia é inutile discutere. E voglio sperare che la moderazione non cancelli quanto scritto per paura di un confronto vero.

La legge esenta tutti questi enti non profit, compresi quelli che compongono la galassia della Chiesa cattolica, dal pagare l’ICI sugli immobili di loro proprietà “destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all’articolo 16, lettera a) della legge 20 maggio 1985 n. 222″, ovvero le attività di religione o di culto.

Questo vuol dire, ad esempio:

– che una parrocchia di Milano non paga l’ICI per le aule di catechismo e l’oratorio, ma la paga per l’albergo che ha sulle Dolomiti, abbia o no questo al suo interno una cappella.

– che la Caritas di Roma non paga l’ICI per le sue mense per i poveri, né per l’ambulatorio alla Stazione Termini, né per l’ostello nel quale ospita i senza tetto. E ci vuole un bel coraggio a dire che così fa concorrenza sleale a ristoranti, hotel e ospedali.

– che la Chiesa valdese giustamente non paga l’ICI per il suo tempio di Piazza Cavour a Roma, né per le sale di riunione, né per l’adiacente facoltà di teologia. La paga, però, per la libreria che è a fianco del tempio.

– che la comunità ebraica di Roma non paga l’ICI per la Sinagoga, per il Museo, per le scuole. Ma la paga per gli edifici di sua proprietà adibiti ad abitazioni o negozi.

– che Emergency non deve pagare l’ICI per le sue sedi. Ma la deve pagare per gli eventuali suoi immobili dati in affitto.

– che non va pagata l’ICI per l’ex convento che fa da quartier generale della comunità di Sant’Egidio, né per le sue case per anziani. Va pagata invece per il ristorante che la comunità gestisce a Trastevere.

Insomma, questo vuol dire che su case date in affitto, negozi, librerie, cinema, ristoranti, hotel, eccetera, di proprietà di un qualsiasi ente non commerciale, l’ICI già la si paga da un pezzo. Per legge. E da quest’obbligo la Chiesa cattolica non ha alcuna esenzione.

Tant’è vero che a Roma, dove Propaganda Fide e l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica possiedono un buon numero di palazzi, questi due enti vaticani “sono tra i primi se non i primi contribuenti ICI della capitale”, testimonia Giuseppe Dalla Torre, presidente del tribunale e dell’autorità di informazione finanziaria della Santa Sede.

Francesco

Giuseppe quello che dici dovresti provarlo, visto che ci sono inchieste (ad esempio quella dei radicali) da dove si deduce che la chiesa dica che si tratta di un ostello per i poveri e poi sono albeghi per persone facoltose, come ho detto a Joseph in questa notizia si parla di evasori quindi il tuo intervento non c’entra nulla, personalmente farei sempre pagare la chiesa per tutti i suoi edifici perche ‘ sono luoghi di propaganda e per quanto riguarda certi edifici dove si pratica la carita, vatti a leggere le inchieste serie non quelle fatte dalla chiesa o associazioni cattoliche, vedi come la chiesa scrocca i soldi allo stato (quindi a tutti i cittadini) per farsi principalmente i comodi suoi e poi dare qualcosa ai poveri. Ma vai ad importunare da qualche altra parte che qui siamo persone serie e anche se la chiesa meriterebbe disprezzo solo per le fesserie che pretende di insegnare, questo verra’ sempre dopo al disprezzo che una persona per bene deve portare a questa associazione, per le attivita’ economiche (spesso poco limpide) con cui si arrichisce.

John

Ehm, Francesco, veramente sei tu a dover provare le accuse. Io in ciò che hai scritto ho letto solo astratte supposizioni, non un solo caso concreto. Solo quando dirai “per l’immobile X, in via Y n. Z, adibito a questa precisa attività lucrativa, con questo standard ecc…”, allora la tua accusa sarà valida, e stai tranquillo che se si tratterà davvero di un caso di elusione della tassa, avrai tutto il mio appoggio nel denunciarla.

Francesco

John, guarda che e’ giuseppe a fare una serie di supposizioni non dimostrate, io ho parlato dell’inchiesta dei radicali vai nel loro sito e leggitela, anche in questo sito se cerchi nelle ultimissime passate trovi degli esempi di cui ho parlato.
Quali sarebbero le astratte supposizioni?

John

Aggiungo: bravo Giuseppe, sei l’unico che ha saputo parlare circostanziando i casi. E nessuno finora ti ha saputo rispondere con la stessa precisione.

Diocleziano

Hai già dimenticato il recente spu††anamen†o dell’albergo in pieno centro a Milano, merito dell’on. Staderini?

Tommaso

Si bravo !

Secondo Giuseppe, qui si starebbe parlando “solo” di un “albergo sulle Dolomiti. Non so Giuseppe dove abiiti ma se vuole venire a Roma lo porterò in giro a vedere tante strutture come quella che si definiva ufficialmente:
“Classificata Casa Religiosa, ma in effetti albergo a tre stelle”, sto parlando della Casa Bonus Pastor, che poi, nel suo sito, ha fatto opportunamemte sparire l’ incauta definizione !

Ma questo è solo un esempio tra mille !

Francesco

Diocleziano e Tommaso.

John e’ quello che fa i complimenti a giuseppe per non aver dimostrato nulla, che ufficialmente non si sapesse gia’ e pretende da ma le prove di come in realta’ stanno i fatti che sanno tutti.
Contento lui.

guglielmo

In tal caso non ci sarebbe esenzione si legge infatti:
1.Occorre, inoltre, precisare che, a norma del comma 2 dell’art. 7 in questione l’esenzione “spetta per il periodo dell’anno durante il quale sussistono le condizioni prescritte”.
e poi
2.un requisito di carattere oggettivo, in base al quale gli immobili utilizzati devono essere destinati esclusivamente allo svolgimento delle attività tassativamente elencate dalla norma e dette attività non devono avere esclusivamente natura commerciale.

Il famoso esempio della cappellina annessa all’albergo che non fa pagare l’ici a tutto qui cade
perchè è evidente che manca l’esclusività.

FSMosconi

manca l’esclusività.

Io però leggo “non esclusivamente”, ergo se l’italiano non è un opinione la negazione rientra nel quadro.

Sbaglio?

guglielmo

certo che sbaglia, perchè un conto è parlare dell’esclusività delle condizioni, un conto è dire che l’attività non è esclusivamente commerciale. La prima si riferisce a cosa faccio, la seconda a come la faccio, alle modalità di esercizio (sopra ho riportato”si può sostenere che quest’ultimo inciso debba essere riferito solamente alle specifiche modalità di esercizio delle attività in argomento, che consentano di escludere la commercialità allorquando siano assenti gli elementi tipici dell’economia di mercato (quali il lucro soggettivo e la libera concorrenza), ma siano presenti le finalità di solidarietà sociale sottese alla norma di esenzione.)

FSMosconi

@guglielmo

un conto è parlare dell’esclusività delle condizioni, un conto è dire che l’attività non è esclusivamente commerciale

E in questo caso non coincidono. O meglio, la legge in soldini non stabilisce che “se vi attività esclusivamente commerciale allora non devi pagare l’ICI”.
Giusto lo specificare che sia l’attività commerciale ma ci si dimentica sempre di quel “non esclusivamente”, che in italiano significa che non detiene necessariamente l’esclusiva. Ora però questo è il punto: se l’ente svolge a fasi alterne entrambe le funzioni (lucrativa e benefica) non rispetta quel “non esclusivamente”?

La prima si riferisce a cosa faccio, la seconda a come la faccio, alle modalità di esercizio (sopra ho riportato”si può sostenere che quest’ultimo inciso debba essere riferito solamente alle specifiche modalità di esercizio delle attività in argomento, che consentano di escludere la commercialità allorquando siano assenti gli elementi tipici dell’economia di mercato (quali il lucro soggettivo e la libera concorrenza), ma siano presenti le finalità di solidarietà sociale sottese alla norma di esenzione.)

Allora questo significa non leggere: e se ci fossero entrambe le caratteristiche tramite il sotterfugio evidenziato?

guglielmo

veramente ho già risposto:
Occorre, inoltre, precisare che, a norma del comma 2 dell’art. 7 in questione l’esenzione “spetta per il periodo dell’anno durante il quale sussistono le condizioni prescritte”.
e poi
2.un requisito di carattere oggettivo, in base al quale gli immobili utilizzati devono essere destinati esclusivamente allo svolgimento delle attività tassativamente elencate dalla norma e dette attività non devono avere esclusivamente natura commerciale.

se quindi a fasi alterne fa attività lucrativa e non, l’ici lo paga non sussistono le condizioni prescritte e perchè nell’immobile non si ga esclusivamente beneficienza

FSMosconi

L’hai ridetto:

un requisito di carattere oggettivo, in base al quale gli immobili utilizzati devono essere destinati esclusivamente allo svolgimento delle attività tassativamente elencate dalla norma e dette attività non devono avere esclusivamente natura commerciale.

Così non se ne esce fuori anche considerando l’altra norma… 😐 🙄

guglielmo

ma come non se ne esce? un’attività lucrativa come un albergo ha esclusivamente natura commerciale e questo non cambia se ci metto assieme un’attività non lucrativa. la possibilità che si dica: non pago l’ici sull’albergo perchè ho una chiesa e quindi nell’insieme non ha esclusivamente natura commerciale (c’è infatti il fine non commerciale del luogo di culto) non esiste perchè l’intero immobile deve essere distinato” esclusivamente allo svolgimento delle attività tassativamente elencate dalla norma “e tra esse non c’è l’attività turistica a fine di lucro.

FSMosconi

@guglielmo

Sì ma la norma è appunto ambigua perché non delimita l’esclusività.
Se fosse scritto “esclusivamente commerciale” sarebbe corretto, ma guardacaso c’è un “non” anteposto che lascia adito a qualsiasi altra cosa sia commerciale…

guglielmo

scriva su google “CIRCOLARE 26 GENNAIO 2009, N. 2 / DF DEL MINISTERO DELLE FINANZE” e leggerà righe e righe che specificano cosa voglia dire “non esclusivamente commerciale” e che delimitano l’esclusività

FSMosconi

@Guglielmo

Va bene: mi stai ribadendo il concetto di “esclusivamente”. Il problema è proprio il “non” davanti a quell’avverbio. 🙄

sgrz

scusate ma sapete dirmi i riferimenti normativi che esentano la Chiesa dal pagare l’ICI dal pagamento per le attività commerciali?

John

Guarda sgrz, rinunciaci, almeno finché sei qui. In questo forum vengono formulate solo generiche accuse basate su generalizzazioni incredibili, figurati se qualcuno cita qualche norma o qualche caso circostanziato.
Ricordo per esempio che ai fini del diritto italiano ciascuna diocesi è una persona giuridica a sé, e invece tutti qui criticano “la chiesa”, che a fini fiscali non è da considerarsi come entità unitaria. Ma agli autori di questo sito fa comodo circostanziare il meno possibile le accuse, perché se provassero a farlo, esse si ridurrebbero sensibilmente rispetto a ciò che appare nei proclami super-generici a cui sono abituati.

Paul Manoni

@John
Qui la lista degli esenti… http://it.wikipedia.org/wiki/Imposta_comunale_sugli_immobili#Esenzioni_ed_esclusioni

Si legge tra le varie voci anche:

-fabbricati posseduti da ENTI NON COMMERCIALI e destinati esclusivamente ad attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, nonché ad attività di religione e di culto.

Se un Ente non commerciale, come potrebbe benissimo essere la CCAR, adibisce i suoi immobili ad attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, nonché ad attività di religione e di culto, MA FA PAGARE PER QUESTE ATTIVITA’ (Si veda soprattutto le attività ricettive, sportive, sanitarie e didattiche), automaticamente diventa un ENTE COMMERCIALE, per cui si configura il PAGAMENTO DELL’ICI. E’ il caso di tutte quelle strutture ricettive smascherate da Mario Staderini e Marco Cappato (Radicali), nei video che circolano in rete e che puoi benissimo andare a reperire da solo.

Quel “non eslusivamente commerciale” significa che per evadere l’ICI, l’immobile e’ stato presentato come se si dedicasse al culto con tanto di cappella votiva all’interno, o all’ospitalità di preti e suore, ma in realtà si tratta di un palazzo che si dedica ad attività ricettiva, con tanto di camere e preziario all’ingresso, aperto a qualsiasi altro cittadino che ne faccia richiesta…!

Insomma, gli immobili che evadono l’ICI e che sono stati smascherati nei video e nelle varie liste che circolano, HANNO UN TARIFFARIO DI PREZZI DELLE CAMERE PER NOTTE, e tanto di PORTINAIO AD ACCOGLIERE I TURISTI!!

mirko

Tutto corretto però conosco situazioni dove:
1) lo spazio commerciale è dato in sub affitto a terze parti laiche e che quindi pagano loro le tasse, ma peccato che queste parti abbiano conpartecipazioni della chiesa, ovvero i soldi finiscono in mano alla chiesa stessa.

2) ci siano realtà che fanno lucro ma dovrebbero essere sulla carta finalizzate a servizi caritatevoli o di assistenza, date un’occhiata agli ostelli religiosi, io per un certo periodo li ho ache usati!

Ecc.

Ovvero fatta la legge trovato l’inganno, il problema, ripeto, non è che non pagano l’IC ma che possono arrivare con questa elgge a non pagare e fanno operazioni del tutto non trasparenti. Cosa che se lo facessi io mi metterebbero in galera come evasore!

Che poi mi vengano a dire che però i solidi così “risparimiati” siano usati a fin di bene, peremttetemi, lo dicono loro ma io di prove alla mano, visto il sistema borbonico di tutta la faccenda, non ne ho!

Basterebbe mettere chiarezza, ed esporre bilanci e introiti in modo chiaro e sono certo che il problema di risolverebbe!

Domandiamoci perchè non vogliano questa trasparenza!!!!!!

RobertoV

Infatti, invocano la legge come se l’Italia fosse un paese del diritto, come se la legge non permettesse l’aggiramento (siamo in Italia) e l’Italia non fosse un paese con un’enorme evasione fiscale, un enorme numero di abusi edilizi che poi vengono regolarmente condonati, uno dei primi paesi europei per corruzione, un paese dove i controlli non vengono fatti (per mancanza di volontà, incapacità o per mancanza di risorse) o vengono fatti male, dove esistono caste intoccabili, ecc.

Maurizio_ds

Ho l’impressione che un governo come questo, di dipendenti del vaticano, non andrà mai a chiedere soldi alla chiesa. Sarebbe la dimostrazione ulteriore che di monti e company non c’è da fidarsi.

RobertoV

Ho trovato due articoli di alcuni anni fa dei Valdesi in cui prima si protesta sulla versione iniziale per una legge pro chiesa cattolica sull’ICI e sul fatto che in parlamento fosse stata fatta notare inutilmente l’ingiustizia, poi dopo che la cosa è stata estesa anche agli altri hanno cambiato atteggiamento.
“Che cosa vuol dire che enti prettamente “non commerciali” come quelli elencati possano svolgere le loro attività istituzionali anche in forma “commerciale”? ………Per essere più chiari: oggi sono esenti gli immobili utilizzati per ospedali, cliniche, istituti per anziani, foresterie, case e ostelli per la gioventù, alberghi, scuole ecc. purché siano gestiti da enti “no profit” (pubblici, privati, religiosi). Se invece sono gestiti da enti “profit” (srl, spa, ecc.) pagano l’ICI.
Ma tutti questi enti “non commerciali” non hanno l’esenzione “per natura”. Se per esempio utilizzano un immobile per affittarlo a un’attività commerciale (negozio, bottega artigiana, grande magazzino ecc.) o a privati per uso abitativo o di ufficio, devono pagare l’ICI.”
“La situazione che abbiamo descritto per sommi capi è sostanzialmente quella prevista dalla norma che ha istituito l’ICI nel 1992 e che una sentenza del 2004 della Corte di Cassazione aveva messo in forse, anche a causa di comportamenti non molto lineari di alcuni enti, soprattutto cattolici.”
“Per esempio, dichiarando esente un albergo, classificato come tale, e quindi fuori da un’area oggettiva di “interesse sociale”. Ma se è gestito da un ente che ha diritto all’esenzione, ciò può avvenire.” (sembrerebbe essere questo il trucco)
“Meno entrate? Almeno, per quanto si può immaginare oggi, anche perché molto dipenderà da che cosa decideranno di fare soprattutto gli enti cattolici per quelle situazioni che in precedenza erano apparse dubbie.”
“Continueremo a considerarci esenti, invece, per gli istituti diaconali come le case di riposo, le comunità per minori, le foresterie, che svolgono effettivamente un’attività di interesse sociale. Ricordiamo che questo nostro comportamento non è mai stato contestato dai comuni.” (Sono stati fatti i controlli ?)
…”Non solo, li “premia” soltanto quando svolgono un’attività di tipo sociale (o tendenzialmente tale) e non di puro reddito (anche se l’interesse sociale degli alberghi o di certe cliniche può apparire legittimamente dubbio).
Certo, visti i numeri, dopo gli enti pubblici (ma per loro è ovvio, sarebbe solo una partita di giro) sono gli enti della Chiesa cattolica quelli che ci guadagnano di più, anzi, potremmo pensare che l’esenzione non ci sarebbe stata senza la spinta cattolica.
Per ulteriore chiarezza, ricordiamo che c’è un altro settore di attività esente dall’ICI fin dall’origine: l’attività religiosa, cioè i locali di culto e loro pertinenze. Anche qui la logica è l’interesse sociale, e l’esenzione riguarda tutti gli enti religiosi, da quelli grandi a quelli piccoli. Anche la Chiesa valdese ha considerato e considera esenti dall’ICI questi immobili.”
Perchè considerare tutte le chiese luogo di culto con i fedeli in calo come pure la loro frequentazione di chiese?

Cesare b

In fondo questa emersione del problema ICI della Chiesa si puo’ considerare provvidenziale.
Prima che la cosa fosse discussa pubblicamente, circolavano – diffuse ad arte – infamanti voci di diffusa EVASIONE. Ora, grazie a Di, sono cessate, evidentemente perche’ infondate (o, al massimo, riferite a pochi casi, che nessuno e’ stato in grado di denunciare in particolare, un po’ come l’ubicazione del nido dell’Araba Fenice). Si e’ cominciato, allora, a parlare di meno vergognosa ELUSIONE, che poi potrebbe essere anche un’interpetazione favorevole al contribuente assunta in perfetta buona fede. Comunque, in modo piu’ giustificato di quanto avviene per tanti circoli “culturali” che di “culturale” non hanno (o non hanno piu’) nulla. Qui qualcosa da denunciare si e’ trovato, ma meno (MOLTO MENO) di quanto si sperasse, se si e’ cominciato a parlare di AREE DI ELUSIONE.
L’ubertosa Terra Promessa si e’ trasformata in un arido deserto, con, tutt’al piu’, qualche stentata oasi. Allora si e’ cominciato a strepitare d’INGIUSTO PRIVILEGIO. Pero’ senza precisare in quanti casi esso puo’ trovare una giustificazione che la maggior parte degli Italiani approva senza riserve, cioe’ che e’ ingiusto soltanto se qualcuno ne abusa. E proprio per difenderlo nei casi in cui e’ giustificato, occorre eliminare le citate AREE DI ELUSIONE (comprese quelle non ecclesiastiche, che sono molto piu’ consistenti). Cosa che, forse, si potrebbe fare anche in via amministrativa, con un’intrpretazione piu’ rigorosa della legge vigente: il documento sopra citato dell’ Agenzia delle Entrate ne costituisce la dimostrazione.
In ogni caso la Chiesa avra’ occasione di farsi onore, accettando di buon animo questo maggior rigore, ed anzi facendosene, per quanto sta in lei, promotrice, come, a quanto pare, sta gia’ avvenendo.
Saluti.

Francesco

Sto aspettando le prove di quello che dici insieme a quelle delle dichiarazioni di giuseppe, intanto gli scandali aumentano e provvedimenti da parte della chiesa non se ne vedono, ne tanto meno la volonta’ di farsi onore della tua chiesa a rinunciare a certi privilegi.

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