La chiesa cattolica e l’ICI: elusione o delusione?

Marco Accorti*

Marco Accorti

Negli ultimi tempi sembra risvegliarsi quel sano anticlericalismo ottocentesco che 150 anni fa permise l’unità del paese cancellando secoli di divisioni fomentate da una teocrazia dispotica e spesso sanguinaria. Non si preoccupino però le gerarchie ecclesiastiche, non è anticlericalismo: è solo sempre più duro arrivare a fine mese, così etica e moralità non possono fare a meno di fare quattro conti.

Per questo da molte parti, non solo laiche ma anche confessionali, ci si accorge finalmente degli innumerevoli privilegi accordati alla chiesa cattolica (CCAR) e si comincia a esigere che anch’essa paghi quanto dovuto così come, in questo difficile momento, sono tenuti a fare tutti i cittadini.

La principale pietra dello scandalo riguarda l’ICI-IMU, forse la più sgradita delle imposizioni fiscali, ed oggi si invoca che venga regolarmente corrisposta anche dalla CCAR, tanto più che risulta il principale immobiliarista italiano in quanto proprietario del 20-25% del patrimonio per un valore non inferiore ai 1.000 miliardi di euro. Ovviamente fatte salve dal pagamento dell’ICI-IMU le esenzioni di cui ha diritto:

  1. i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto,
  2. destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive”;
  3. gli immobili destinati ad attività di religione o di culto, quelle dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.

In pratica l’esenzione riguarda le attività “che non abbiano natura esclusivamente commerciale”, definizione che in molti casi ha permesso di godere in maniera furtiva dell’esenzione di immobili che, pur esercizi commerciali (pensioni, alberghi, ecc), nella struttura contenevano anche una cappella.

Ovviamente da parte cattolica si garantisce di essere in regola e se ne forniscono anche esempi concreti come recentemente ha fatto il periodico della diocesi di Firenze «Toscana Oggi» in “Chiesa e Ici, ecco quanto pagano le diocesi ai Comuni”.

In breve sintesi la diocesi di Firenze paga ai vari comuni del comprensorio fiorentino 498.406 euro di ICI, di cui 107 mila euro solo a Firenze. «L’Istituto diocesano di Firenze – spiega Marco Galletti, direttore dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero di Firenze – amministra 1.859 unità immobiliari: di queste solo 232, circa il 15%, è esente dal pagamento dell’Ici: per tutto il resto paghiamo regolarmente». «Tra i 232 beni esenti 127 immobili sono adibiti al culto, oppure dati in comodato gratuito a enti e associazioni no profit per attività di utilità sociale; gli altri 105 sono terreni e immobili rurali in cui vivono coltivatori diretti (altro requisito che consente l’esenzione)». Inoltre a sostegno della trasparenza vengono riportati da «Toscana Oggi» alcuni esempi per Firenze e Scandicci.

Al Comune di Firenze vengono pagati ben 13.400 euro di ICI per Villa San Luigi, a Castello. Dal sito si ricava che, dato in affitto e gestito dall’Oda (Opera diocesana assistenza), è una struttura sanitaria accreditata presso la Regione Toscana e autorizzata all’erogazione di trattamenti di riabilitazione neuropsichica e neuromotoria. Secondo l’ELENCO STRUTTURE SANITARIE PRIVATE AUTORIZZATE al 31/12/2008 (B.U.R.T. n. 5 del 4/02/2009) sono disponibili 53 posti letto fra regime residenziale e regime diurno. Occupa una superficie di 2800 metri quadri oltre ad un grande parco di oltre 2500 metri quadri dotato, tra l’altro, di un’ampia piscina e un attrezzato parco giochi.

L’ICI di 1.044 euro è dovuta invece per il Centro internazionale studenti «Giorgio La Pira», in via dei Pescioni a Firenze: il centro svolge attività culturali, didattiche, assistenziali per gli studenti stranieri, offre corsi e lezioni individuali a pagamento.

Inoltre per il Convitto della Calza la Diocesi paga al Comune di Firenze ogni anno oltre 10 mila euro. «Il Convitto accoglie preti anziani, ma alcuni anni fa fu ristrutturato per poter ospitare anche convegni. Qui si svolgono eventi e incontri ecclesiali, ma anche congressi di vario genere […] e spesso è stato citato a sproposito tra i presunti «alberghi di lusso esentasse» della Chiesa».

L’amministratore Marco Galletti vola un po’ troppo basso visto che il sito del Convitto la racconta un po’ diversa: «Il Convitto della Calza è uno degli alberghi di Firenze associato alla F.I.E.S. – Federazione Italiana Case di Esercizi Spirituali – offre 36 camere e 7 sale meeting del centro congressi dell’hotel, attrezzate con moderne tecnologie e che ospitano da 20 a 400 persone, nonché il servizio ristorante con il rinomato catering, fanno del Convitto della Calza, l’albergo di Firenze perfetto come meeting center nel cuore della città».

Insomma «Toscana Oggi» rivendica, pur con eccessiva “sobrietà”, una correttezza esemplare sulla falsariga di «Avvenire», il quotidiano della CEI, che in sovrappiù afferma: «se qualcuno cercasse di non pagare il dovuto su attività a fini di lucro riconducibili alla Chiesa, violerebbe la legge e meriterebbe di esser sanzionato: i Comuni hanno i mezzi per farlo».

È ovvio che ogni oste non può che parlare bene del proprio vino, ma non è possibile ignorare che le informazioni di «Toscana Oggi» sono quanto meno parziali; infatti sulla cronaca cittadina del 2007 («la Repubblica» 22/12/07; p. III) si leggeva che gli immobili di proprietà dell’Arcidiocesi erano valutati in circa 7 mila unità raggruppate in diverse società immobiliari allora rappresentate dal vescovo ausiliario Claudio Maniago (il sodale del famigerato don Cantini) e dall’Istituto per il sostentamento del clero che tramite Marco Galletti oggi ne amministra 1.859, meno di un terzo.

Da questo discende che mancano notizie della maggior parte del patrimonio, tuttavia mi è venuto anche un dubbio. Io vivo in zona censuaria 3 (periferia) in un appartamento di circa mq 80 e di vani catastali 5,5 (ovvero quattro stanze), mia figlia e la sua tribù in un vicino appartamento di 5 stanze di vani catastali 6,5. Ebbene con le detrazioni prima casa l’importo ICI è rispettivamente di 510,02 e di 708,5 euro. Ebbene come è possibile che in pieno centro storico il Centro internazionale studenti «Giorgio La Pira», dall’esterno sicuramente più spazioso delle nostre pur confortevoli dimore, paghi di ICI solo 1.044 euro? non è un po’ poco che l’hotel congressi del Convitto ne paghi circa 10.000? e per Villa San Luigi, 13.400 euro sono congrui per una clinica con 53 posti letto distribuita su mezzo ettaro?

Dunque, quando si pone il problema dell’ICI/IMU della chiesa cattolica, non si tratta solo di verificare se l’imposta viene effettivamente pagata, ma se lo è nei termini dovuti e se gli immobili sono correttamente accatastati. Visto che siamo in tempi di rigore, equità e trasparenza niente di meglio che i comuni offrano in rete l’elenco delle proprietà delle diocesi, con l’ICI pagata per ogni unità immobiliare e le eventuali esenzioni. I cittadini potranno così verificare che la chiesa cattolica è in regola e non gode di alcuno privilegio. Insomma che si accolga l’invito di «Avvenire» e si dia il via ai controlli: «i Comuni hanno i mezzi per farlo» e poi ora c’è anche il placet del cardinale Bagnasco: «Non abbiamo pregiudiziali a rivedere norme vigenti su esenzione». Tanta disponibilità nella prospettiva che le proprietà ecclesiastiche saranno esentate dalla rivalutazione delle rendite catastali?

* Socio del circolo UAAR di Firenze

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.

59 commenti

Francesco

E ora vediamo se arriva quell’orda di bigotti, che dice che la campagna per far pagare l’Ici alla chiesa era solo una montatura per screditarla.

Cesare b

TUTTI gli immobili dichiarti d’interesse storico-artistico dalla Soprintendenza e da questa vincolati (quanto a uso e interventi tecnici) pagano l’ICI sulla base della minor tariffa d’estimo della relativa zona censuaria,a chiunque appartengano, a compenso delle maggiori spese e delle minori entrate che il vincolo comporta. Ovviamente il “La Pira” e “La Calza” hanno sede in immobili di quel tipo e soggetti a quel regime fiscale, cosi’ come, presumibilmente, immobili appartenenti, nel centro sorico fiorentino, a banche, compagnie d’assicurazione, eccetera.
Denunciate, vi prego, le vere evasioni ed elusioni imputabili a soggetti in qualche modo riconducibili alla Chiesa. Se la Gerarchia avra’ la dabbenaggine di difenderle, fara’ una pessima figura. Se, invece (come spero), saranno represse da un governo notoriamente gradito al Vaticano e con l’incoraggiamento del Card. Bagnasco in persona, vi sara’ un positivo ritorno d’immagine per la Chiesa.
Saluti.

Francesco

Per Cesare b.
“Ovviamente il “La Pira” e “La Calza” hanno sede in immobili di quel tipo e soggetti a quel regime fiscale”

L’ovviamente puo’ bastare solo a te (abituato a credere “ovviamente” che dio esista, che Gesu’ era suo figlio e che sua madre era vergine).
Qui contano i dati, porta i dati non chiacchere e comunque si parla anche di immobili che neanche risultano al catasto, leggi le inchieste dei radicali, di Repubblica e dell’Espresso.
I tuoi saluti ipocriti te li puoi tenere.

Cesare b

Non occorre un atto di fede per credere che il quattrocentesco, pregevole, ex convento della Calza sia un immobile storico-artistico vincolato dalla Soprintendenza, e di conseguenza fruitore di facilitazioni fiscali (in cambio di obblighi rigorosi), esattamente come altri immobili del centro storico fiorentino apartenenti a privati, banche e compagnie d’assicurazione.
Quanto agli immobili che neanche risultano al catasto, porta tu i dati e non le chiacchiere.
Saluti (graditi o no, non mi interessa).

Francesco

Ti avevo chiesto se eri a conoscenza (portando dei dati) se quelle erano veramente le giuste cifre da pagare ma mi rispondi che basta la tua impressione, io che ti dico che puoi cercare nelle inchieste dei giornali che ti ho detto, dove vengono spiegate certe cose (e ho specificato che si parla quindi non imposto una certezza come fai tu solo basandoti un’impressione) e mi dici che sono chiacchere.
Ma vai a cercare di prendere in giro qualcun’altro chiaccherone.
Il fatto che non interessino che tuoi saluti siano graditi e’ perche’ sono ipocriti, come ho detto prima.

Francesco

P.s.
Gli atti di fede, soprattutto i tuoi, non servono a niente.

B'Rat

Il comune accetta quelle cifre e Cesare ha portato in tavola la norma che le rende realistiche. Se vuoi dire che il Comune non rispetta le regole, accomodati e dimostralo…

Francesco

Il fatto che il comune accetti quelle cifre non significa niente B’Rat, possono sempre essere portati dati falsi catastali, ma ripeto se mi dimostra che e’ vero perche’ non dovrei crederci?
Ma la dimostrazione la deve dare pero’, non mi interessano “opinioni di comodo” e “norme” che rendono “realistiche” le cifre. Lo sa quanto dovrebbe pagare (dimostrato con certezza) e di conseguenza capire se lo fa o no regolarmente?
Si o no.

Francesco

Comunque tu e Cesare b, la potreste smettere con la storiella del tizio che dice “Io credo in dio” ad un altra persona e questa gli dice “Ma hai le prove?” e il tizio risponde urlando “DIMOSTRALO TU CHE NON ESISTE”.
Quando si fa un affermazione si devono portare le prove quindi accomodatevi e dimostratele voi…..

Ratio

Secondo me “tanta disponibilità” significa che il signor Bagnasco pensa di aumentare ulteriormente i privilegi della sua setta.

cesare b

Non potendo negare i fatti (la disponibilita’ di Bagnasco), si fa il processo alle intenzioni.
Saluti.

firestarter

ma quale disponibilita’? ma da quando il signor bagnasco si puo’ permettere di dare la sua disponibilita’ a negoziare il pagamento delle tasse per la sua associazione?

io sono pronto a negoziare il pagamento delle tasse per la mia abitazione che non e’ esclusivamente adibita a luogo abitativo ma e’ anche luogo di culto per il credo della bestemmia incallita. Ovviamente questi sono tempi difficili ed occorre equita’.

Quello che mi fa veramente schifo non sono i gerarchi ma gli insignificanti minorati che li seguono ripetendo allo sfinimento i loro nonsensi.

Goethe

perché continuare la balla della cappellina nell’albero per evitare l’ICI
L’Hotel Giusti paga l’Ici
A rettifica di quanto affermato venerdì scorso a pag. 9 si precisa che l’Hotel Giusti sito in Roma e di proprietà della nostra Congregazione è un albergo a una stella che paga regolarmente l’Ici. L’Ici viene pagata addirittura su tutto l’immobile, nonostante questo sia in parte destinato a convento e a cappella. La nostra Congregazione, così come tantissimi altri enti ecclesiastici, non si sottrae certamente al proprio dovere tributario e anzi lo fa con senso civico in un momento di grande difficoltà del Paese. Non chiediamo privilegi ma solo il riconoscimento della verità e il rispetto per tante attività che, diversamente, svolgiamo sottocosto o gratuitamente a favore della cittadinanza, particolarmente bisognosa in momenti di crisi come questi.
CONGR. SUORE DI SANT’ANNA
Chi scrive il falso ? i razionalisti o le suore. Grazie.
Gentile la suora al suo posto come fanno i razionalisti inizierei una causa per diffamazione

Francesco

“perché continuare la balla della cappellina nell’albero per evitare l’ICI”

Ma leggiti l’articolo prima e vedi di cosa parla, la balla mi sembra che la stiate racconto voi superstiziosi con sta storia che chi vuole che la chiesa paghi l’ici racconti sempre sta storiella, e’ l’unica cosa a cui vi potete attaccare?

ΔΙΩRAMA

IMHO non vi hanno informato che magari potreste non pagare l’I.C.I.
…MA il grande senso civico porta più consensi, genuflessioni, firme per l’8×1000.

Il vantaggio del bosco.

La Chiesa paga l’ICI che deve pagare seconde le leggi. Punto.
Il resto son corbellerie

davide p2

ma perchè i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto devono essere esenti??? capisco quelli che svolgono opere caritatevoli che è giusto aiutare ma perchè quelli di culto????

Flavio

A me va anche bene che una organizzazione non profit sia esente. Quindi se un luogo di culto non genera profitto, non ho nulla in contrario.

Federico Tonizzo

Ma la chiesa cattolica ti sembra un’organizzazione no-profit?
A me sembra un mostro vorace. O, se si vuole, un’associazione a delinquere di stampo religioso.

teologo catolico

non ho letto tutto..anzi confesso che mi sono fermato al titolo..ma se si rispetta la legge non vedo perchè confondere esenzione da elusione…aver goduto dell’esenzione della prima casa per questi anni è elusione?? perchè non ne lo ha denunciato nessuno? Quando – stando ad alcune dichiarazioni- superata la crisi non si pagherà più l’IMU per la prima casa, e vi sarà l’esenzione, gli uaarini, e il sig. Accorti, continueranno invece a pagarla??
Voglio prporio vedere
Faccio notare che in tutti i Paesi occidentali vi sono numerosisssimi casi di esenzione…sono tutti da condannare e togliere in quanto casi di elusione??

nightshade90

perchè non è una sola categoria privilegiata di persone a possedere una prima casa, nè possedere un prima casa esentata dall’ici permette di fare concorrenza commerciale sleale verso chi di case ne ha più di una.
sempre la solita ipocrisia, vero teologo? non leggi nemmeno l’articolo per tua stessa ammissione ma lo contesti lo stesso per partito preso, e infarcisci la risposta di straw man in cui associ l’esenzione dell’ici per una SPECIFICA CATEGORIA (la legge è stata foprmulata affinchè sostanzialmente l’esenzione riguardasse solo i beni ecclesiastici, visto che non sono tante le associazioni che hanno edifici a scopo non UNICAMENTE commerciale e che, pur essendo associazioni non commerciali, gestiscano cliniche, campi sportivi, scuole, ecc. a scopo di lucro….) all’esenzione PER LA PRIMA CASA, DI CUI SOSTANZIALMENTE BENFICIANO TUTTI E NON UNA CATEGORIA IN PARTICOLARE.

teologo cattolico

night

.. stai dicendo che invece l’esenzione ICI (o IMU) vale per la SOLAa proprietaria Chiesa Cattolica? mi linki la legge in questione?

“l’esenzione riguardasse solo i beni ecclesiastici, visto che non sono le associazioni che hanno edifici a scopo non UNICAMENTE commerciale e che, pur essendo associazioni non commerciali, gestiscano cliniche, campi sportivi, scuole, ecc. a scopo di lucro”…. ah ah…questa si chiama contraddizione. Se vi sono altre categorie la chiesa cattolica non è l’unica… logica, questa sconociuta…

Francesco

Teologo della frase iniziale di nightshade90 hai dimenticato di leggere l’inizio

“la legge è stata formulata affinchè sostanzialmente……
Non leggi l’articolo, non leggi i commenti, esprimi giudizi e fai brutte figure.

nightshade90

QUESTA specifica esenzione (gli edifici a scopo non ESCLUSIVAMENTE commerciale, e cliniche, campi sportivi, scuole, ecc. gestiti in modo commerciale da associazioni non commerciali) PRATICAMENTE è riservata alla chiesa, visto che appunto NON SONO TANTE (il che è un eufemismo per dire che non ci sono quasi e quelle poche e rare che ci sono sono piccole e limitate) le associazioni che rientrano in tali definizioni.

se io faccio una legge per cui coloro che hanno il nome che inizia con la stessa iniziale del mio, che contiene lo stesso numero di lettere del mio e lo stesso numero di sillabe, sono nati nello stesso mese e anno in cui sono nato io e nella stessa città in cui sono nato io, è parecchio evidente che mi sto facendo una legge su misura a mio favore, visto che appunto NON SONO TANTE (di nuovo, per usare un eufemismo) le persone che rientrano in tale categoria e, quelle poche che rientrano, è evidente che ci entrano solo per striscio e non perchè calcolate nelò calcolo della legge, mentre è parecchio palese la categoria di poersone a cui è finalizzata tale legge (cioè la categoria “ME”).

lo stesso vale per tale legge sull’ICI/IMU: la categoria a cui è destinata l’esenzione è palese (chi mai può possedere edifici commerciali ad uso “non esclusivamente commerciale”, data la sua abitidine di inserire una parvenza di sacro ovunque?), le associazioni alternative che possono accedere a tale esenzione sono praticamente nulla (quali associazioni, oltre alla chiesa, rientrano in tali criteri), la conseguenza è ovvia…..quindi puoi anche smettere con l’ipocrisia e queste patetiche arrampicatre sugli specchi: non inganni nessuno, ed ad ogni commento non fai che evidenziare sempre di più a chiunque ti legga la tua cattiva fede…..tanto più che fino ad alcuni giorni fà sostenevi che non esistesse alcuna esenzione e che la chiesa pagasse l’ici fino al suo più piccolo albergo, e che gli unici edifici coimmerciali a non pagare fossero quelli che evadono le tasse…..ora ammetti l’esistenza delle esenzioni, dopo che anche la chiesa ha ammesso la cosa…..ma ti guardi bene dall’ammettere di aver (volutamente, visti che fingevi anche di non capire cosa sostenesse l’UAAR sull’argomento) avuto TORTO e ora provi con arrampicate siugli specchi diverse per continuare a difendere l’indifendibile……sei patetico…

Cesare b

“chi mai (oltre alla Chiesa) può possedere edifici commerciali ad uso “non esclusivamente commerciale”? Chiunque si associ – senza fine di lucro – a scopi di culto, beneficenza o cultura e negli edifici a cio’ destinati inserisca una qualche attivita’ commerciale di supporto. Ad esempio, se un’associazione vegana aprisse un ristorante nell’edificio in cui si insegna e si promuove il sistema d’ idee e di pratiche proprie di quella corrente di pensiero, secondo me avrebbe tutto il diritto d’esentare quell’edificio dall’ICI. Idem nel caso in cui un edificio fungesse nello stesso tempo da sede per l’UAAR e per una libreria specializzata in saggisica ateista ed anticlericale. Che la mia ipotesi non sia puramente teorica lo dimostrano Case del Popolo, circoli ARCI ed altre simili realta’ associative.
A proposito: le sedi centrali delle verie obbedienze massoniche, la pagano l’ICI?
Saluti.

cartman666

mi spieghi perche’ 3.500 dipendenti del vaticano non pagano una lira di tasse, e che sono i figli della gallina bianca?

teologo cattolico

@cartmann

ah ah ..scusa…ma perchè i dipendenti di uno stato dovrebbero pagare le tasse ad un altro??

Ma li selezionate con delle prove scritte gli utenti dell’uaar?

whichgood

” ah ah ..scusa…ma perchè i dipendenti di uno stato dovrebbero pagare le tasse ad un altro?? ”

Forse perchè anche essi godono di acqua e fogne a scapito di un’altro Stato?. Ti sembra una buona ragione per la tua logica cattolica ?

Lello77

ma perchè il Vaticano diventa uno stato estero solo quando si tratta di pagare e non anche quando invece pretende e riceve? sto fatto non lo capirò mai

andrea pessarelli

ah ah …scusa… ma perchè gli atei dovrebbero (devono) pagare lo stipendio ai preti?

teologo cattolico

@andrea…se vi sono atei così sciocchi da versare liberamente l’ottopermille per mantenere i preti che ci posso fare??

nightshade90

@teologo

“così sciocchi?”

se versiamo i soldi alla chiesa, vanno ai preti

se li versiamo allo stato, vanno comunque ai preti

le uniche alternative allo stato e alla chiesa concesse dall’8×1000 sono anche esse delle chiese, seppur diverse.

e poi vieni anche a dire che il sistema dell’8×1000 non è truffaldino, osando anche dire che sono gli atei gli “sciocchi” che danno tali soldi alla chiesa…..

e tra l’altro, o maestro nella sacra arte della becera ignoranza, non è con l’8×1000 che lo stato, comuni e regioni regalano ogni giorno milioni di euro alle diocesi con le sxcuse più assurde, nè con cui il vaticano paga i suoi debiti, tantomeno elettricità, acqua e fognature…..tali servizi li ottiene a sbafo dall’italia che, secondo gli accordi, dovrebbe farsi pagare, ma che di fatto non ha mai ricevuto un soldo nè ha mai fatto pressioni per riceverli, in virtù degli accordi sottobanco tra vescovi e politici…..

andrea pessarelli

teologo sei un piccolo ipocrita parassita della società. vivi dell’inganno che operi sulle menti deboli e del compromesso con i potenti. la menzogna è il tuo pane quotidiano. se esistesse davvero un luogo così triste e noioso come il paradiso cattolico ti augurerei davvero di finirci per l’eternità

ΔΙΩRAMA

“…ma perchè i dipendenti di uno stato dovrebbero pagare le tasse ad un altro?”
ovvero
i dipendenti di uno stato non devono pagare le tasse ad un altro stato
Sono totalmente d’accordo con teologo cattolico. Estenderei il principio anche ai cittadini.

Diocleziano

Il proctologo cattolico, come tutti i parassiti, se la gode un mondo a provocare,
felice solo di mangiare pane rubato. Non serve a nulla dialogare con i cıaItronı.

firestarter

@ Diocleziano

purtroppo la gentaglia della genia teologica in itaglia ci sguazza perche’ invece di essere presi a calci in bocca a dovere vengono sempre vezzeggiati. In altri luoghi come ad esempio in Francia sono stati messi in riga una volta e poi non si sono piu’ permessi. Qui da noi invece sono riusciti a cancellare le legnate risorgimentali grazie al connubio con il fascio di cui sono parte integrante, ed ora ci ritroviamo dei letterali pezzi di m a ridere di chi non facendo parte della loro associazione criminale non ha accesso agli stessi privilegi.

In quale paese civile si farebbe passare a bagnasco una discettazione sulla equita’?

Alfonso

I sacramenti somministrati nelle chiese sono a pagamento, in molte di esse ci sono esposti i listini prezzi, esattamente come una qualsivolgia attività commerciale e come tali sono dovute a pagare, non solo l’ICI, ma tutte le altre tasse annesse e connesse.

Segnalo nuovamente la video inchieste delle Iene a riprova che ciò che affermo corrisponde alla realtà e non a fantomatici “rigurgiti anticlericali”.
Il tariffario dei matrimoni
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/182447/golia-il-tariffario-dei-matrimoni.html

Ratio

Nessun rigurgito anticlericale, anch’io penso che i luoghi di culto debbano pagare le tasse così come le palestre e i centri di benessere.

cesare b

“ma perchè i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto devono essere esenti???”
E perche’ devono godere d’un regime di favore quelli destinati allo sport dilettantistico? Perche’ le biblioteche devono essere gratuite? Perche’ i teatri lirici devono essere sovvenzionati?
Perche’ deeve essere possibile studiare la filosofia con insegnanti pagati dallo Stato? Perche’ si pagano con pubblico denaro gli astonomi e gli egittologi? Perche’ si devono conservare e persino restaurare opere d’arte che non attirano un numero tale di turisti da renderle economicamente attive?
Esistono attivita’, per loro natura passive sul piano economico, che la comunita’ ritiene di dover incoraggiare. Quali esse siano in particolare e’ questione di maggioranza. Per ora, in Italia, la religione e’ stata considerata una di queste dalla maggioranza. E questo sia detto anche a difesa dell’ otto per mille (che peraltro si giustifica anche con l’espropriazione dei beni ecclesiastici compiuta nell’ ‘800).
Saluti.

Paul Manoni

@cesare b
Ma perchè non guardi prima la trave che si trova nell’occhio della CCAR, anzichè sindacare sulla pagliuzza delle società sportive dilettantistiche? 😆

Sandra

Prima di preoccuparsi dell’esproprio dei beni ecclesiastici, ci si dovrebbe porre la domanda di come quei beni erano stato acquisiti. Stiamo parlando dello Stato pontificio, il territorio venne espropriato: ma come l’avevano ottenuto i papi? Lavorando forse? In cambio di servizi? No, in cambio dell’appoggio a guerre sanguinose, che costavano la vita a tanta povera gente. Quindi lasciamo perdere l’esproprio di beni che erano stati “guadagnati” nella peggior maniera. Almeno se poi uno vuole credere alla difesa della vita umana, che il Vaticano non ha mai esitato a sacrificare gli altri per il proprio potere.

Se ci fossero (o fossero state) più biblioteche pubbliche in Italia, invece di investire in abracadabra, il paese si troverebbe in una situazione migliore, solo gli italiani hanno potuto votare in maggioranza per Berlusconi, come nessuno dei paesi che invece investono in biblioteche al posto di chiese avrebbe fatto. Sei mai entrato in una biblioteca pubblica in Francia, per esempio?
I soldi spesi per la chiesa non solo sono “non produttivi” – al pari della lirica o della filosofia -, sono anche deleteri, perché costituiscono un freno allo sviluppo, mentale in primis, e sociale-economico come conseguenza.

RobertoV

A parte il discorso sul come li hanno ottenuti e dei diritti che effettivamente hanno, resta il discorso del perchè (e allora perchè non indennizzare anche gli aristocratici per i beni che hanno perduto da allora? e così sarebbero in tanti a recriminare rispetto al passato) e per quanto tempo un indennizzo debba essere attivo. Perchè dover pagare degli indennizzi per l’eternità significa pagare molto di più del reale valore del bene. Ad un certo momento l’indennizzo deve decadere. Sarebbe utile valutare quanto quell’indennizzo è costato allo stato da allora. In Germania l’anno fatto e hanno scoperto che hanno pagato alcune volte il valore del bene, anche in Austria si stanno ponendo il problema e stanno raccogliendo le firme per un referendum. Ed in Italia? Io ho provato a fare una stima minimale e risulta che dal 1870 abbiamo versato alla chiesa cattolica almeno 200-300 miliardi di Euro attualizzati (probabilmente molti di più). Non sarebbe corretto che dopo un certo tempo si chieda con un referendum se i cittadini vogliono continuare a pagare certi privilegi e che certe leggi e privilegi di epoche non democratiche (i vari concordati capestro di Italia, Austria e Germania sono stati firmati non dagli stati liberali, ma dal fascismo, dall’austrofascismo o clerico fascismo e dal nazismo) non obblighino degli stati democratici a rispettarle?

Sandra

E’ un po’ come per i Savoia, che chiesero un indennizzo, mentre in realtà sarebbero ancora in debito per i danni e l’impatto negativo della loro presenza nel paese. La Chiesa ci è costata molto, ma molto di più dei soldi e dei beni che hanno ottenuto sulla scorta di privilegi.

RobertoV

..”i Comuni hanno i mezzi per farlo”
Ho molti dubbi su questa affermazione. Non mi sembra che l’Italia brilli per i controlli ne per la loro affidabilità. Gli evasori contano proprio su questo fatto altrimenti non si spiegherebbero l’elevata evasione fiscale, l’elevato abusivismo (poi in genere condonato a priori) e l’elevata corruzione. Inoltre abbiamo un catasto inefficiente, non aggiornato e ci sono vari edifici che non risultano neanche al catasto.

whichgood

é il solito giochetto della Chiesa:

quando si tratta di un merito va attribuito al Vaticano
quando si tratta di un debito devi rivolgerti alla singola sotto-sotto-sotto-sotto istituzione

Un gioco di scatole cinesi come quelle delle società truffaldine.

cesare b

“Un gioco di scatole cinesi come quelle delle società truffaldine”.
Le societa’ truffaldine, saggiamente, lavorano su beni mobili, per cui quando l’imbroglio e’ scoperto, chi recupera il maltolto e’ bravo.
Quando ci sono beni immobili, se si scoprono irregolarita’ si fa presto a colpire.
Anzi: per il fisco ed altri eventuali creditori e’ molto meglio avere come controparte una parrocchia, una diocesi, un convento, eccetera piuttosto che il Vaticano.
Saluti.

whichgood

@ cesare b

“si fa presto a colpire” nel caso delle chiese, parrocchie, ecc. è un’utopia. Hai mai sentito di beni immobiliari confiscati alla Chiesa in Italia per mancati pagamento di tasse statali o comunali ?

@ ΔΙΩRAMA

le organizzazioni malavitose investono in quello che rende, mattone compreso, cercando ovviamente di intestare tutto ad altre società prestanomi oppure svincolate fiscalmente da quelle proprietarie.

Alfonso

@RobetoV
dimentichi la cosa più importante, cioè che preti e politci sono soci in affari, quindi non si pesteranno mai e poi mai i pidi l’un laltro. Accade a livello centrale come a livello periferico. Nel mio paese accade che il sindaco va culo e camicia con il Vescosco e parroci perché l’uno con soldi pubblici finanzia tutte le attività di propaganda cattolica (processioni, “seminari” etc) e gli altri ricambiano concedendogli appalti per la ristrutturazione delle chiese – anche all’estero- (non ho le prove, ma vox populi…). Così il cerchio si chiude. Non si compie nessun reato e tutti si arricchiscono (con soldi pubblici) felici e stracontenti..

RobertoV

Proprio oggi leggevo che ad Olbia la chiesa vuole costruire 5 nuove parrocchie e ha chiesto ed ottenuto quasi 10 mila m2 di terreni dal comune che le sono stati ceduti a prezzo simbolico come dichiarato dal sindaco il quale invitava i cittadini e anche i vari costruttori del posto a dare una mano per una così lodevole iniziativa utile alla comunità.

Qualche settimana fa sui giornali asutriaci era stata riportata la notizia che in Romania la chiesa ortodossa sta costruendo la nuova cattedrale e pertinenze da ben 600 milioni di Euro ricevendo per il momento il terreno gratis e altri 50-60 milioni dallo stato (quello stesso stato che ha pochi soldi e chiude degli ospedali).

RobertoV

In realtà i lotti ceduti dal comune di Olbia sono singolarmente da quasi 10 mila m2, cioè il comune ha regalato alla chiesa terreni complessivamente del valore di almeno 5-10 milioni di euro.

cesare b

Sulle inadempienze, o le eccessive generosita’, di questo o quell’organo della Pubblica Amministrazione … si raccomanda di prendersela con gli amministratori responsabili, caso per caso, magari andando a verificare il parere della popolazione interessata. Ah, gia’ dimenticavo … per voi la poplazione italana e’ “il popolino”. Per adeguatamente educarla si conferiscano pieni poteri al Prof Odifreddi. Lui si’ che mettera’ tutti in riga. Per crederlo basta leggere il suo splendido intervento sul caso della ragazza che incinta che rifiuta di abortire (e che se fosse per lui dovrebbe essere costretta).
Saluti.

ΔΙΩRAMA

OT
Odifreddi non comanda. Ha la facoltà di esprimere opinioni al pari di te e di me.
Se però tutti gli uomini sono uguali nell’esprimere opinioni, non è dato che le opinioni siano del tutto uguali.
È un concetto semplice.

firestarter

Cesare b,

se fossi dotato di un minimo di onesta’ intellettuale ti saresti accorto che anche qui molti hanno criticato quell’intervento di Odifreddi. Quindi tieniti il tuo commento sciocco e ipocrita. Piuttosto sono in attesa che uno di voi droni una c…o di volta si permetta di criticare uno dei vostri ignobili gerarchi, mentre sembra che non assoluto sprezzo del ridicolo vi fiondate sempre e comunque a difendere l’indifendibile.

Marco ACCORTI

Concordo pienamente con Cesare B dove afferma: “Sulle inadempienze, o le eccessive generosita’, di questo o quell’organo della Pubblica Amministrazione … si raccomanda di prendersela con gli amministratori responsabili, caso per caso”. Più volte da altre parti mi sono espresso negli stessi termini. La chiesa cattolica fa il proprio interesse; quindi “chiede” e chiedere non è né reato né peccato. Solo una classe politica prona e ipocrita può vendere privilegi in cambio di accondiscendenza, voti e alibi e non vedo perché, per prima, sia la chiesa a rinunciare a qualche cosa: deve essere la politica a recuperare quelle pari opportunità da lei distorte. Quanto all’aria da “purificare”, il puzzo è di quella gerarchia ecclesiale che per tanti anni si è tappata il naso, la bocca e gli occhi in cambio dei privilegi accordati ed ora butta nel cesso il limone spremuto.

Per il resto, mi permetto di osservare, che le critiche mosse da Cesare B. non sembrano derivare da una attenta lettura della mia analisi, magari discutibile, ma diversamente orientata. Non entra nel merito del fatto che l’articolo del periodico della diocesi non riferisce dell’intero patrimonio immobiliare, ma solo di una piccola parte. Perché? Quanto alle quote di ICI pagate mostro un dubbio – che spero mi sia lecito esprimere – circa l’equità delle differenze di accatastamento che puniscono il cittadino che non usufruisce di magioni storiche?per lo più “fruttifere”.

In fin dei conti, da non credente, concludo chiedendo trasparenza non alla chiesa cattolica, ma alla mia amministrazione comunale. Presumo che un cattolico abbia lo stesso interesse nei confronti della propria fede di riferimento.

Infine, cosa non secondaria su cui discordo, sembra che non si tenga conto che siamo in presenza di differenti realtà non confrontabili. Da un lato ci sono la chiesa cattolica e lo stato, dall’altra la cosiddetta società civile rappresentata dall’associazionismo laico e da quello cattolico. Queste ultime due componenti godono a torto o a ragione degli stessi vantaggi, mentre non c’è nessuna ragione che la chiesa cattolica debba rivendicare dei privilegi per i propri aderenti rispetto al resto della popolazione. Quanto a difendere l’otto per mille “con l’espropriazione dei beni ecclesiastici compiuta nell’ ‘800”, be’ se vogliamo andare a ritroso il primo a espropriare non fu proprio Costantino? (Valla docet)

Grazie per l’attenzione
Marco Accorti

Cesare b

Grazie per la civile considerazione con cui discuti i miei interventi.
Per la verita’, degli immobili che mancano all’appello non so nulla. Ma se fossero in qualche modo occultati al fisco e qualcuno (chiunque, UAAR compresa) scoprisse tale imbroglio, non mi sentiresti dire altro che: “La legge faccia il suo corso e le somme evase siano recuperate con interessi e penali”.
Quanto agli edifici vincolati e’ questione di carattere generale (di rango legislativo nazionale), da discutere, eventualmente, nelle sedi opportune, che trascendono anche il Comune. Ma non ha senso prendersela, su questo argomento, con la Chiesa in particolare.
Spero che almeno tu gradirai i miei saluti.

neverclean

La questione del pagamento dell’ICI – ora IMU – sugli edifici di proprietà riconducibile alla Chiesa Cattolica va inquadrato nel contesto del rapporto fra la Chiesa – meglio: la gerarchia ecclesiale – e i partiti – meglio: i maggiorenti dei partiti.
La CCAR e i partiti politici italiani – nella quasi totalità – sono, in estrema sintesi, due associazioni a delinquere di stampo rispettivamente religioso e clientelare le cui GERARCHIE si scambiano favori vicendevolmente, attingendo ai fondi dello stato e quindi gravando sulle spalle di noi tutti. I favori sono massimi ai VERTICI delle rispettive gerarchie, ma hanno ricadute “positive” in maniera decrescente giu’ giu’ fino ai livelli più bassi della gerarchia: i circoli dell’ARCI e quelli delle ACLI, le parrocchie, le case del popolo, gli oratoi, etc.
Per convincerci della correttezza di questa brevissima analisi per quanto riguarda i vertici delle due gerarchie, basta aver visto la trasmissione Report di Domenica scorsa sul San Raffaele di Milano, che ha mostrato il coinvolgimento della politica lombarda e pugliese, dei servizi segreti, della malavita, etc. nelle attività piuttosto oscure di Don Verze’. Ma, se vogliamo andare un po’ indietro nel tempo, possiamo rifarci al libro Vaticano S.p.A. che ci ricorda come la megatangente ENIMONT fu in parte riciclata (convertita in obbligazioni dello stato) dallo IOR per conto del PSI di un Bettino Craxi che aveva da poco firmato la revisione del Concordato. Naturalmente pagando una percentuale per il servizio di riciclaggio fornito dallo IOR.
Per quanto riguarda la parte bassa delle due gerarchie, queste gestiscono immobili destinati a civile abitazione e immobili destinati a attività sociali varie. Per gli immobili destinati a civile abitazione, patrimonio rilevante solo per la Chiesa – che in particolare a Roma viene usato dalla CCAR come elemento di scambio corruttivo con la politica e dintorni (affitti o vendite sottocosto), non dovrebbero esserci problemi: questi dovrebbero pagare l’ICI. Secondo me anche per quelli adibiti a CIVILE ABITAZIONE del CLERO: perchè io debbo pagare l’ICI sulla prima casa e loro no? E chi sono costoro per me che sono ateo o diversamente credente? Al piu’ si potrebbe discutere se debbano avere una detrazione di 200euro sull’ICI della loro canonica!
La situazione per quanto riguarda gli immobili destinati a attività sociali è più complicata, e coinvolge anche le associazioni, i partiti, etc., benchè la Chiesa faccia la parte del leone, come sempre. Il cinema con annesso bar della parrocchia ovvero della associazione culturale deve pagare l’ICI come fa una multisala, anche se quest’ultima proietta solo film commerciali?
E’ complicato entrare nel merito di cosa è commerciale o esclusivamente commerciale o culturale punto e basta. Noi come associazione UAAR possiamo fare, in pratica, solo ingressi a offerta – credo. E questo vale anche per altre associazioni che organizzano spettacoli, cene etniche, etc.
Possiamo chiedere di fare altrettanto ai cinema delle parrocchie, se non vogliono essere classificati come commerciali e quindi pagare la sacrosanta ICI?

Commenti chiusi.