L’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi) mons. Vincenzo Pelvi durante un incontro ieri a Roma, ha invitato ad una “alleanza terapeutica” tra “psichiatri, psicologi e cappellani” dove “diverse competenze si incontrano e si confrontano senza che si assolutizzi la volontà né dell’una né dell’altra”. Ciò per “un fine comune”, appunto “il bene del sofferente”. Non basta la competenza professionale, ha sostenuto, “si tratta, infatti, di esseri umani e gli esseri umani necessitano sempre di qualcosa in più di una cura tecnicamente corretta”. Riferendosi ai caduti e ai feriti in guerra, ha detto che anche la religione “senza prevaricare, esercita una funzione importante nella salute mentale”. Il suo intervento ha aperto il terzo corso di psichiatria e psicologia militare e di polizia organizzato dallo Stato maggiore della Difesa.
Ricordiamo, sempre dall’inchiesta effettuata dall’UAAR sui costi della Chiesa, che i cappellani nelle carceri, negli ospedali, nella polizia e nelle forze armate costano all’anno almeno 60 milioni euro.
Valentino Salvatore
Pur non perdere i loro privilegi, i rappresentati del clero sono sempre piu’ disposti a comportarsi come delle prostitute.
Nel senso “i medici curano e i preti ringraziano Dio”?
La religione “esercita una funzione importante nella salute mentale”. Esatto!!! La rende precaria.
A proposito di costi, nel caso di specie, Mons. Pelvi riveste il grado di Generale di Corpo d’Armata e percepisce il trattamento economico spettante ai Dirigenti Generali di classe B, più le relative indennità.
Diciamo che lo Stato gli versa una decina di migliaia di Euro al mese? Forse qualcosina in più… 🙁
Io lavoro nel esercito e ti posso confermare che prendono dai 7 ai 15 mila euro al mese.
@ Alfonso
Alfonso, scusa se ne approfitto ma visto che sei nell’esercito vorrei farti alcune domande.
Qual è la situazione degli atei nell’esercito, nel senso vi rompono le scatole con cerimonie cattoliche (messe ecc.) o benedizioni religiose (tipo benedizioni delle armi)?
Come funziona per le esequie funebri?
Esempio: se, toccando ferro, uno muore in servizio come si regolano per le esequie, vi chiedono al momento dell’entrata nell’esercito che rito volete, chiedono ai parenti o vi propinano il rito cattolico mascherato da funerale di stato?
Ciao e scura se ti rompo le scatole.
@ Odino
Non mi rompi assolutamente le scatole, anzi sono contento per l’interessamento.
Ti parlo della mia esperienza personale.
Nella prima caserma dove ho prestato servizio (Livorno) non sapevo neanche che ci fosse un cappellano. In 5 anni di servizio di religione non se ne è neanche mai parlato.
Nella caserma dove sono adesso (Verona) devo dire che non ho problemi, anzi direi che sono io che “rompo le scatole” con argomentazioni atei.
Una cosa che mi ha sorpreso è che ci sono molto più atei di quanto pensassi. Solo nel coridoio dove lavoro io siamo in 5.
Comunque non sono mai stato costretto a celebrare ceremonie religiose. Non ho mai subito discriminazioni, e anche col cappellano ho un buon rapporto. Nel mio ufficio non ci sono simboli religiosi e nessuno è mai stato costretto a metterli. Purtroppo poco tempo fa abbiamo avuto un lutto, un ragazzo morto in afghanistan, ma anche in quel caso sono stati i parenti a decidere per il funerale.
Ho trovato più discriminazioni religiose nelle scuole e non nell’esercito.
Questa è la mia esperienza personale, di altre caserme proprio non saprei.
@ alfonsotoscano
“Ho trovato più discriminazioni religiose nelle scuole e non nell’esercito.”
Credo sia perche nelle scuole si tenta di condizionare l’educazione dei ragazzi tentando di inculcare credenze e comportamenti che da adulti daranno per scontati. I militari sono ormai persone adulte formate (in teoria).
@ Lumen
Si lo credo anch’io. Avolte mi sembra che ci sia una totale indifferenza verso la religione. A proposito di “condizionare l’educazione” mi viene in mente un episodio OT. Ero entrato in una scuola elementare a Marsala (una decina di anni fa) e sono rimasto sconcertato da un cartellone appeso al muro che spiegava la nascita dell’universo, iniziava cosi: “All’inizio non c’era solo il vuoto, poi è arrivato Dio e c’è stato una grande esplosione, Il Big Bang.” Ho chiesto spiegazioni ad un’insegnante e mi ha detto: e tu che ne sai che non è stato Dio, c’eri tu?
Indifferenza verso la religione nell’esercito intendevo.
@ Odino
Vedo che ti interessa ricevere informazioni riguardo la situazione dei non credenti nell’esercito, allora mi permetto di riportare un aneddoto del quale sono a conoscenza, riferitomi non molto tempo fa da mio padre, che per quasi vent’anni è stato insegnante dei sottufficiali in una scuola dell’Aeronautica: sul finire degli anni ottanta, mentre stava facendo lezione ai ragazzi, arrivò un ufficiale che distribuì un questionario agli allievi; tra le domande del questionario, ce n’era una che chiedeva di specificare anche il proprio orientamento religioso, e l’ufficiale raccomandò con severità ai ragazzi di scrivere assolutamente che erano cattolici. Allontanatosi l’ufficiale, un allievo non credente si rivolse a mio padre per protestare dell’accaduto e chiedere spiegazioni su questa cosa, ma ovviamente mio padre (che tra l’altro pur trovandosi ad insegnare ai militari, era sempre un civile) non potè aiutarlo in questa faccenda, e così l’allievo dovette “ingoiare il rospo” e mentire sulle proprie idee religiose per via delle indicazioni dall’alto.
È passato parecchio tempo e non so se le cose siano migliorate da allora, ovviamente spero di sì, comunque mi sono stupito (in positivo) della testimonianza di Alfonsotoscano, perchè io avevo sempre avvertito il mondo militare come un po’ ridondante di retorica religiosa o para-religiosa. Anche se sulle sue esperienze potrebbe influire il fatto che lui si trova al centro-nord, dove la non credenza è più diffusa, mentre io vivo nel Meridione, dove la credulità è alta ed ho sempre faticato a trovare altri atei come me.
Sarei curioso di sentire l’oppinione dei militari italiani non credenti o appartenenti ad altre fedi su questo scempio.
Ci sono medici che hanno capacità e volontà di assistenza psicologica, altri che si comportano come meccanici del corpo e nient’altro, forse anche per difendersi da una eccessiva partecipazione alle sofferenze del paziente, che li renderebbe meno sicuri nell’effettuare interventi dolorosi. Quindi non vedo perchè considerare inutile l’assistenza psicologica. Semplicemente si tratta si proporzionare l’assistenza di taglio religioso e quella laica alla percentuale effettiva delle richieste. Meno cappellani cattolici ? E allora più assistenti laici. Ho letto che in alcuni presidi medici sono state istituite queste figure non confessionali. Benissimo.
Per quanto ne so, in guerra i cappellani fungevano anche da assistenti sociali, mantenendo le relazioni con le famiglie e – ai tempi – tenendo la corrispondenza per gli analfabeti e gli impossibilitati dalle ferite.
E’ esemplare la figura di don Carlo Gnocchi, che volle partire per la Russia non volendo essere da meno dei suoi alunni dell’istituto Gonzaga. Là durante la terribile ritirata del Don raccolse le volontà e i saluti dei morenti e in seguito, girando per svolgere questa sua missione, si accorse di quanti bambini fossero rimasti menomati per gli eventi bellici: da cui l’opera dei mutilatini di don Gnocchi. Fra tutti si salva almeno questo?
Il Cattolicesimo finora ha svolto la funzione di “religione civile”; il che dipendeva e dipende dalla percentuale di adesione al medesimo, più o meno forte o blanda. Nulla impedisce di organizzare ritualità laiche; rimane il fatto che di solito la struttura ideologica di fondo rimane più o meno velatamente parareligiosa, soprattutto nel tema del SACRIficio, termine per il quale attendo un sinonimo laico, completamente depurato dall’elemento religioso.
Quindi non vedo perchè considerare inutile l’assistenza psicologica. Semplicemente si tratta si proporzionare l’assistenza di taglio religioso e quella laica alla percentuale effettiva delle richieste. Meno cappellani cattolici ? E allora più assistenti laici.
Chi ha mai sostenuto il contrario?
Diciamo più precisamente dalla prima Guerra Mondiale all’Era DC. Prima era palesemente anti-italiano (il papa esortava i cattolici a non entrare e non partecipare alle attività stateli tipo la politica) per via dei poteri temporali che i suoi rappresentanti ritenevano usurpati…
Invero sarebbe più corretto dire il contrario visto che come hai fatto notare tu la religione faceva da equalizzatore sociale e freno per lo status quo.
Per quel che riguarda il sacrificio, se vuoi usa pure il termine seppuku o il più volgare harakiri. Sempre tu non ti riferisca ad altri tipi di significati: sai i sinonimi non li hanno mica inventati per inspessire i vocabolari…
@ Florenskij
soprattutto nel tema del SACRIficio, termine per il quale attendo un sinonimo laico, completamente depurato dall’elemento religioso.
Se non legge le risposte o le ignora attenderà all’infinito.
E neanche può pretendere che si ripetano di continuo, non fosse altro per educazione nei confronti degli altri.
Nessuna delle sue richieste è mai rimasta inevasa.
Purtroppo non si può dire altrettanto delle nostre.
Militari e contemporaneamente sacerdoti: bell’ossimoro!
Ricordati del dio degli eserciti:
http://archiviostorico.corriere.it/2002/maggio/22/Cossiga_Dio_degli_Eserciti_resti_co_0_0205227948.shtml
E ricorda:
Come recitava il Sanctus al posto di “Signore Dio dell’Universo”, prima del
Concilio Vaticano II? :
Signore Dio degli Eserciti
Hai ragione. Con una mano il rosario e con l’altra la spada!
Nah nah, con l’altra una mitraglietta AK-47.
Breivik e Bin Laden hanno fatto proseliti, e ieri l’altro ne abbiamo avuto un altro assaggino a Firenze.
Prima del concilio la liturgia non recitava “Signore Dio degli Eserciti” siccome era esclusivamente in latino; ma recitava “Dominus Deus Sabaoth” che è di derivazione ebraica ed ha come significato schiere e, per estensione, eserciti.
Nella liturgia post conciliare, la versione latina del sanctus recita ancora “Dominus Deus Sabaoth” identicamente a quella preconcilio.
Sono invece le traduzioni nelle varie lingue volgari che hanno tradotto in tre modi differenti la parola: alcuni hanno usato schiere (che mi pare il più appropriato); altri hanno usato eserciti (che, anche se linguisticamente meno apprpriato, è forse più aderente al senso originale); altri ancora hanno usato universo che mi sembra una traduzione più esegetica che testuale.
La religione ha sempre usato ed è stata usata dagli eserciti e dai loro capi. I preti nell’esercito italiano sono l’equivalente del commissario politico nell’armata rossa ai tempi dell’URSS.
Affatto. Sono le due facce della stessa medaglia, il bastone e la carota, il: “o mangi questa minestra o salti dalla finestra”.
Qualcuno, con molta delicatezza, può spiegare che la guerra è finita nell’aprile 1945? Cosa servono i generali cappellani? (Ricodo che mons. Bagnasco prende la pensione di un generale, e raccomanda di fare sacrifici)
Servono a distinguere i “bravi cristiani” dalle “mele marce”.
La religione “senza prevaricare, esercita una funzione importante nella salute mentale”.
La storia dimostra il contrario.
Parole senza pudore.
Curare un’inquietudine inducendo la paranoia.
Ipreti, ai congressi di psichiatria, dovrebbero intervenire solo come pazienti da ( tentare) di curare, per il bene proprio e del resto dell’umanità.
La religione esercita una funzione molto,molto,molto,molto,molto PRECARIA sulla salute mentale della persona!
‘Ordinario militare’? Ma qual è veramente la funzione di questi ‘ordinari’ oltre a promuovere iniziative terapeutiche…naturalmente valide solo se assieme c’è l’apporto della religione? Non sarà per caso che in questo modo, più che condannare la guerra, si pensa solo a curare le ferite morali che provoca… di fatto legittimandola? E il cappellano non ha sempre offerto il supporto religioso perchè il combattente combattesse meglio?
Integrazione. La ‘croce rossa spirituale’ gestita da questi ‘ordinari’ ottiene lo stesso effetto della Croce Rossa storica. Per la quale naturalmente non è in discussione nè la buona fede nè il nobile intento umanitario del suo promotore… ma mi pongo sempre una domanda: la Croce Rossa come tale – al di là ripeto delle intenzioni – ha contribuito a scoraggiare i conflitti armati o non piuttosto, col suo compito di ‘restaurare’ i militari feriti, l’ha resa, come dire, più ‘umana’… quindi più tollerabile? Meno terribile?
Lo stesso discorso… anzi, ancor più per il secondo fine perseguito, cioè ‘sfruttare’ il supporto psicologico che dovrebbe dare la religione per contrabbandarne l’insostituibilità proprio di fronte all’eventualità molto concreta in guerra della morte stessa… vale per il cappellano militare..
Certo: attuare il meccanismo della giustificazione morale e razionalizzare le tendenza infantili aiuta molto a reinserirsi nel contesto civile… 🙄
azzo ma qunte persone ci tocca mantenere in questo azzo di paese – anche i cappellani militari – se ci penso chiudo baracca e burattini e me ne vado all’estero !!!
Vincenzo Pelvi ha invitato ad una alleanza terapeutica tra cappellani e psichiatri, psicologi.
Infatti i primi procurano pazienti ai secondi.
Accidenti ai preti che vogliono sempre intrufolarsi dappertutto!!! 👿
Alleanza con psicologi/psichiatri? Ma stanno tralasciando il concetto che espresse Freud in “La fine di un’illusione”? 😀
A proposito di quanto ci ha comunicato alfonsotoscano circa la condizione dei non credenti nell’esercito, posso apportare una conferma quasi storica: mio padre, classe 1891, partito volontario per la Libia, seguì poi la carriera militare sino al 1951 e al grado di generale di c.d’a, senza che la sua coerente e aperta professione di agnosticismo assai vicino all’ateismo gli sia mai stata di pregiudizio. D’altra parte, se ben ricordo lontane letture, Hemingway in “Addio alle armi” riporta dialoghi della mensa degli ufficiali italiani nella guerra mondiale improntati a un sano libero pensiero e a un’altrettanto sana e bonaria persecuzione del cappellano militare. Son contento che così sia ancor oggi.
Non so perché, ma penso che il caso sia diverso in marina. Chi mi sa dire qualcosa?
Ad esempio, per il vescovo cattolico Franz Josef Rarkowski, ordinario militare nell’esercito di Hitler, l’obbligo dei soldati cattolici di servire Dio e quello di servire il Terzo Reih furono della stessa portata, se non addirittura intercambiabili. Egli dichiarava: “Per più di mille anni gli eserciti tedeschi hanno raccolto fama impareggiabile come guerrieri. Col linguaggio efficacissimo dei fatti essi hanno dimostrato che il cristianesimo facilita anzi incoraggia lo sviluppo del carattere eroico militaresco” [perchè] “Il cristianesimo esige obbedienza e rispetto per l’autorità, nonché leale collaborazione per tutte le grandi imprese che vengono compiute in nome del Volk e della nazione. Pertanto il nostro regalo al Fuhrer sia l’intima disposizione al sacrificio e la devozione al Volk. Se oggi ben sappiamo che la lealtà al Volk è un obbligo richiesto da Dio, ringraziamo il Fuherer per aver approfondito questa consapevolezza”.