Nuova risoluzione ONU sulla intolleranza religiosa

L’assemblea generale dell’Onu ha approvato lunedì scorso una risoluzione sull’intolleranza religiosa. Per la prima volta, scrive il sito della Reuters, il documento votato non è ricorso al concetto di protezione dalla “diffamazione religiosa” per combattere l’intolleranza religiosa, tanto caro ai paesi a maggioranza islamica (che l’hanno sovente applicato per violare fondamentali diritti umani). Per questo motivo è stato salutato con soddisfazione da una nota del Center for Inquiry. L’associazione laicista americana ne ha tuttavia sottolineato anche i limiti: la risoluzione non sollecita esplicitamente gli stati a rimuovere le restrizioni al proselitismo, nonché alla critica (anche sarcastica) alla religione, e l’ampia formulazione sia dell’art. 20 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, sia del testo della risoluzione può essere interpretata anche come un “diritto” dei non credenti a non essere offesi.

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11 commenti

Batrakos

——-L’associazione laicista americana ne ha tuttavia sottolineato anche i limiti: la risoluzione non sollecita esplicitamente gli stati a rimuovere le restrizioni al proselitismo—

Non ho capito perchè per l’associazione laicista sarebbe un limite della risoluzione il non sollecitare a rimuovere le restrizioni al proselitismo.
Io credo che meno proselitismo ci sia e meglio è, visto che le religioni più esclusiviste si fondano sul proselitismo, nè mi pare pensabile che l’associazione definisca proselitismo la diffusione del pensiero laico e razionale, che dovrebbe negare il proselitismo (perlomeno nella sua normale accezione di opera di convincimento verso l’adesione ad un sistema religioso o ideologico) per essenza, proprio in quanto laico e razionale.
O ho capito male o c’è un refuso; insomma, non saprei.

Otzi

… forse perchè “il sollecitare” potrebbe essere visto e inteso come proselitismo ateo da parte delle democrazie laiche.
Comunque un nuovo passo verso la piena dignità e libertà di ogni umano.

Batrakos

Boh…non mi convince molto.
La frase è molto contorta, ma, resa semplice, risulta che l’associazione laicista vede di cattivo occhio una restrizione al proselitismo, e, a quel che posso intendere, a me pare che, se non si restringe il proselitismo, ciò che ne risulta è una maggiore ingerenza delle religioni nella vita pubblica.
Se, invece, le restrizioni al proselitismo che si criticano sono uno specchietto per le allodole per impedire la circolazione di materiale critico verso le religioni ma invece autorizzano il proselitismo delle religioni (cosa un po’ strana, ma si sa che la legge spesso viene aggirata), è altro paio di maniche, ma forse andava spiegato meglio.
Non saprei.

Federico Tonizzo

Il passo incriminato è:
“Unfortunately, the new resolution has its shortcomings. Mainly, it does not include a provision that CFI has urged for: one explicitly barring states from restricting proselytizing, discussion, or criticism of beliefs, or expressions of antipathy, dislike, ridicule or insult of beliefs, whether secular or religious.”

Che ci sia qualche errore? Forse avrebbero voluto scrivere “one explicitly barring FOR restricting proselytizing”… Boh?

cesareTS

ONU, l’inutilità totale. Un organismo idiota, comletamente inutile e anzi dannoso. Inascoltato da tutti e da tutti voluto.

massi

Art. 20 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2. Nessuno può essere costretto a far perte di un’associazione.

whichgood

Il punto 2. mi ricorda la palese violazione da parte di chi battezza i figli.

ale cattolico

Se il suono delle campane non vi piace tagliatevi le orecchie,oppure uccidetevi,altre alternative non sarebbero giuste e tra l altro sono impraticabili,fatevi questo regalo di Natale,estinguetevi.

Federico Tonizzo

Ti SFIDO a far leggere al tuo prete e al tuo vescovo i tuoi interventi in queste discussioni: secondo me non hai detto loro che scrivi qui, poichè se essi leggessero le “cose” (eufemismo) che scrivi qui ne rimarrebbero assolutamente esterrefatti e scandalizzati e …non dico che ti taglierebbero le orecchie (perchè senza dubbio non sono tanto pazzi ne’ tanto scemi da arrivare a tale criminale atrocità), ma te le tirerebbero energicamente senz’altro!!!

Marcus Prometheus

@ BATRAKOS: Si’ la seconda che hai detto!
…. le restrizioni al proselitismo che si criticano sono uno specchietto per le allodole per impedire la circolazione di materiale critico verso le religioni

IL PASSO POCO CHIARO (individuato da Tonizzo):
“Unfortunately, the new resolution has its shortcomings. Mainly, it does not include a provision that CFI has urged for: one explicitly barring states from restricting proselytizing, discussion, or criticism of beliefs, or expressions of antipathy, dislike, ridicule or insult of beliefs, whether secular or religious.”
TRADUCE Marcus Prometheus:
Sfortunatamente, la nuova risoluzione ha i suoi difetti. Principalmente, non include una disposizione che il CFI (associazione laicista Center for Inquiry) ha sollecitato
[di introdurre] : [si tratta di] una [disposizione] che esplicitamente blocchi gli stati dal limitare il proselitismo, la discussione o la critica di credi, o espressioni di antipatia, non apprezzamento, messa in ridicolo o insulto di credi, siano essi laici o religiosi.

Dunque “barring from restricting proselytizing” in inglese ha senso compiuto, non c’e’ contraddizione (ed il senso e’ massima coerenza libertaria a pro o a scapito di chiunque, questo non deve importare) !

POI traducendo in Italiano si puo’ mantenere il “from” (DA) dopo il verbo “bloccare” che ho usato io sopra, oppure tradurre anche meglio usando altri verbi che reggano il “DI”

Ed allora diventa ancora piu’ scorrevole:
“introdurre una disposizione che esplicitamente proibisca agli stati DI limitare le discussioni, il proselitismo, la satira, l’insulto…”

Ma notando che sono comunque corrette entrambe le traduzioni se ne deduce che non e’ problema di FROM or FOR (DA o DI), per cui avendo infine compreso l’espressione del pensiero del CFI coerentemente sempre a favore della massima liberta’ di parola.
si tratta di passare a riflettere se si e’ d’accordo o meno su cio’.

Stiamo parlando di liberta’ di critica anche estrema e dunque anche liberta’ di proporre alternative radicali, il che puo’ significare sia proporre l’ateismo, sia proporre una ALTRA religione.
Insomma non c’e’ liberta’ massima di parola se non c’e’ anche liberta’ di proselitismo.
E conviene mantenere anche la liberta’ di proselitismo purche’ vi sia anche la liberta’ di controproselitismo = critica, satira, ridicolizzazione ecc.

E la cosa resta valida anche se in coscenza secondo noi criticare le aberrazioni delle religioni e dei loro esiti e’ cosa diversa dal volere fare proseliti.
Per gli altri e’ facile comunque accusarci di proselitismo.

Nessuna legge antiproselitismo ha mai fermato le sole scampanellate inopportune dei Testimoni di Geova. Le leggi antiproselitismo sono fatte per imbavagliare le critiche alle religioni maggioritarie. E allora tanto vale chiedere liberta’ di proselitismo per tutti anche se non non scampanelleremo mai la domenica mattina.
Chiaro?

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