Calogero Martorana*
Essere non credenti in Italia non è solo anomalo ma soprattutto faticoso. Nessun libero cittadino dovrebbe faticare più di una ragionevole media! Perché il non credente sì?
Per esemplificare questo concetto, mi permettano lorsignori si srotolare la «giornata tipo» di un non credente, che è vita vissuta un po’ romanzata ma non inventata. Ah! Il non credente in questione è di Napoli, spero non sia motivo di eccezione. Lo chiameremo non Calogero Martorana ma Gennaro, per ovvi motivi di privacy. Si vada dunque senz’altro indugio a principiare.
Quando apre gli occhi, Gennaro deve ogni volta sperare di non avere sulla parete un crocifisso e di fronte sul comò una «campana» di vetro con dentro la statua di sant’Anna. Nello stato ipnagogico che precede il completo risveglio, certi dubbi gli vengono giacché in mezzo a quei graziosi monili è stato allevato dalla propria famiglia (non religiosa, non osservante, ma di più: superstiziosa). E non è sicuro neppure della donna che impalmò anni addietro. Per fortuna, le nebbie clericali si fugano assai presto, e Gennaro tira un sospiro di sollievo quando ricorda finalmente tre cose in galoppante successione: di vivere in una camera da letto laica, che a sua moglie credente è riservato uno ghetto ben distinto dal proprio, e soprattutto che lui non ha mai comprato un comò.
Purtroppo, la blanda erezione anticlericalista precipita peggio del Nasdaq greco se Gennaro ha la pessima idea di accendere il televisore. Il diabolico elettrodomestico, a quell’ora di mattina, è fatale e incontrastato dominio di una funzione religiosa chiamata «Uno Mattina». Non importa chi siano i conduttori-celebranti: oggi Franco Di Mare con tale Elisa Isoardi, ieri Gerardo Greco piuttosto che Luca Giurato, Cucuzza ecc; in tutti i casi, fin dalla prima puntata del 1986, costoro ospitano sempre e solo torme di credenti in tonaca o senza, spacciati di volta in volta per opinionisti generici, esperti in omicidi, violenze o cucina d’altri tempi, e distributori self service di consigli, reprimende moraloidi e spot pro-Vaticano. Gennaro, oltre che spegnere quelle emissioni nocive, vorrebbe pure cambiare canale; ma l’alternativa è fra il tapis roulant che si chiude in un metro quadrato e scoraggianti telenovelas intitolate a Leonela, Maddalena, Marilena e Manuela.
Superato in qualunque modo lo scoglio televisivo, è l’ora della rapida, quotidiana affacciatina su internet; che per Gennaro significa soprattutto quotidiani online. E qui è l’ennesimo stress. Non c’è orientamento politico che tenga: ogni giornale che Gennaro lascia scrollare sul monitor, inizia e continua con qualunque titolo che riguarda la sfera religiosa: la top ten ce l’ha saldamente il papa, a cui i giornali si prostrano per ogni pensierino della sera che esprime, per ogni idea che sventaglia dalla finestra del suo studio, per ogni rigo che verga. Subito dietro di lui ci sono i cardinali, autorevolissimi commentatori politici, sociologi, psicologi, antropologi, sessuologi, giuristi e costituzionalisti, che dettano l’agenda quotidiana al parlamento e ai cittadini. Infine fanno la loro porca sortita sui giornali pure i papisti arrembanti: politici nostalgici della DC, catto-populisti trasversali, esponenti della kultura filo vaticana, psichiatri massoni ed ex soft pornoattrici oggi adoratrici di Padre Pio.
Basta, cancelliamo questi debosciati siti con tutti i loro cookies e andiamo a lavorare.
Gennaro insegna in una scuola statale, che si erge in una piccola piazzetta. Sennonché, questi pochi metri quadri di spazio pubblico hanno ben due presìdi cattolici: un enorme crocifisso ferroso giusto al centro del giardino della piazzetta e rivolto strategicamente al vicino Corso, e una chiesa attaccata – non vicina, proprio attaccata – alla scuola. Gennaro è costretto a fendere queste due fonti di radiazioni credenti prima di varcare il soglio scolastico, la qual cosa – a detta del medico – a lungo andare potrebbe pure pregiudicare la sua pazienza.
La scuola prevede una specie di via crucis: la prima stazione è la guardiola del portinaio, su cui stanziano figurine le più varie di santini, cristi e madonne. Poi c’è un corridoio su cui si affacciano tre uffici amministrativi, le cui scrivanie e postazioni sono stabilmente adornate da quadretti religiosi, coroncine, manufatti cattolici e i soliti variopinti santini.
La stanza del dirigente scolastico, che chiude questo corridoio, è un’altra dependance della Chiesa; difatti gronda di crocifissi e foto estatiche, coartatamente fatte convivere con attestati, diplomi e libri didattici. La sala docenti è apparentemente meno ossessionata dall’idolatria figurativa; però su una parete espone un calendario, e lì i santi in offerta speciale sono circa un migliaio…
Dopo aver vomitato nell’attiguo spazio dei servizi igienici tutto il proprio disappunto, Gennaro raggiunge finalmente le classi ma, ohibò!, non raggiunge la serenità. In ognuna di quelle aule, difatti, spicca un crocifisso a muro proprio in asse con la cattedra, e lui ogni volta per un attimo rimane indeciso fra due reazioni: schiodare violentemente il cadaverino per defenestrarlo, oppure metterci attorno la Menorah, la Ruota a 8 raggi, il Torii, l’Om, la Luna con la Stella, la Ruota solare e l’emblema della Repubblica italiana.
Alla fine, però, Gennaro inghiotte l’ennesimo rospo e, sentendosi come uno straniero ateo senza permesso di soggiorno in uno Stato etico, maledice Casaroli e Craxi e si siede compostamente al proprio posto senza fare alcunché.
Inizia la lezione; lui è simpatico e preparato, i ragazzi lo rispettano e gli vogliono bene… ma tutto ciò non mitiga l’amarezza proveniente da alcune osservazioni. La prima, evidente e pacchiana, riguarda certi braccialetti che molti studenti hanno al polso: un’orripilante sequela di quadratini di legno ognuno con l’effige di un santino. Poi ci sono le crocette al collo, di legno per i maschietti e di metallo per le femminucce; ma il top – o il down? – si raggiunge quando si deve fare un compito in classe. Invece di affidarsi alla propria preparazione, quei disgraziati tirano fuori santini e coroncine (e i più incerti anche amuleti e pupazzi portafortuna) e solo con quelli confidano di risolvere bene problemi ed esercizi! I più arditi, Gennaro li vede transitare per la chiesa prima di entrare in classe, nella quasi certezza che una preghiera e un lumino, aggiunti all’armamentario apotropaico, garantiranno un discreto voto. Per inciso, le suddette certezze crollano quasi sempre al momento della correzione.
Quando, come sia sia, finisce l’ora, è una gara a chi suona prima: la secolarizzante e discreta campanella istituzionale, oppure i bronzei campanoni dell’attigua chiesa che, guarda un po’, confinano con molte aule facendo rimbombare pareti e orecchie. Il rumoraccio papista dipinge sui visi dei prof fedeli una certa beozia; su quello di Gennaro, invece, tatua con dolore l’ennesimo disappunto e disgusto.
Lui alla fine esce da quell’antro malefico, raggiunge casa per il pranzo e affronta il pomeriggio; e quindi la solita passeggiata.
Ora, non so nelle vostre città, ma in quella di Gennaro «passeggiare» equivale a visitare un museo all’aperto di manufatti religiosi. Tutte le mura di Napoli, o quasi, sono punteggiate dalle cosiddette «edicole votive»: piccole e medie strutture scavate nelle mura e contenenti foto di santi e relativi addobbi floreali e luminosi. In quanto costruzioni, dovrebbero assoggettarsi al piano regolatore e pagare le tasse; ma risulta la loro totale illegalità, peggiorata dall’incondizionata approvazione popolare. Non solo. Per lo meno a far data dal 2002, anno della canonizzazione, come in un film di fantascienza, Napoli ha subìto l’invasione degli ultra-bronzi: spropositate e cupe statue del pietrelcinese Padre Pio che non hanno niente di meglio da fare che fissare di sbieco i passanti da marciapiedi, giardini e vie pubbliche. Anche qua, grazie all’approvazione popolare.
Gennaro si chiede da tempo l’utilità di queste cose. E, mentre si sforza di fare lo slalom fra di esse pur di racimolare uno straccio di sano moto pedestre, spesso perviene all’illuminante consapevolezza sull’estrema debolezza psichica di chi vuole quelle presenze.
Ma finalmente viene la sera: l’ora di leggere un libro o di seguire le mailing-list. I libri di un non credente, per ovvi e banali motivi, non sono contaminati dalla religiosità. Cosa che invece non garantisce una mailing-list. Gennaro scarica quelle a cui è iscritto e quasi sempre precipita nell’ennesimo disappunto.
In quella dell’ «Associazione Non Timorati di Dio», ANTID, fioccano invece post di moralizzatori isterici, che vergano cervellotiche missive contro questo o quel comportamento. Nella ML degli «Atei A Tutto Spiano», ATUS, i moderatori sono permalosi anche più dei parrocchiani, nonché inclini a una perfezione in odore di divino. Infine, nella lista dei «Razionalisti Cinici e Incorrotti», RACIN, Gennaro legge di supponenti Verità e incriticabili dazioni di saggezza.
È troppo, anche per un imperfetto come lui. Gennaro spegne il computer e va a letto. Come d’abitudine, prima di addormentarsi accende la radiolina; ma guai a sbagliare sintonia! Nella sola provincia di Napoli ci sono sei frequenze off-limits, che però sembrano seicento: sono quelle dell’onnipresente Radio Maria, la radio più potente che ci sia. Ed è un’impresa superarle per cercare radio più laiche. È l’ultimo sberleffo a un non credente che vuole solo vivere senza dèi che gli piovono addosso.
Il sonno arriva ristoratore su quel corpo e quella mente martirizzati da una giornata campale. Speriamo che le «emozioni» provate non inneschino qualche incubo a sfondo credente; eh no!, sarebbe davvero troppo!
* insegnante, coordinatore del Circolo UAAR di Napoli.
Grazie, Calogero, per questa comunicazione…
Cosa succede se Gennaro accenna a parlare di “religione” con i suoi studenti?
Ahaha, sorrido per l’assetto ironico e stilistico di questo bel racconto che ci porta a Napoli (l’invasione degli ultra-bronzi! 🙂 … e tento di non pensare alla mesta morale di fondo. Grazie!
Complimenti, prof. Martorana, il suo è un articolo magistrale, perchè riesce a coniugare alla perfezione una graffiante ironia con la descrizione di contesti che, pur parodiati, rispecchiano al 100% la realtà dei fatti.
E non le nascondo che, una volta finita la lettura e svanita l’aura di simpatia che trasuda dal suo scritto, non posso fare a meno di pensare che quello che lei descrive è uno degli aspetti che sopporto di meno della mia terra (sì, anch’io sono campano), ed è anche uno dei motivi che mi spingono a volermene andare via da qui il più presto possibile.
Buona giornata e buon lavoro.
Su questo aspetto nella vita mi è andata meglio: gli ambienti di lavoro e di vita privata in cui sono capitato (perchè poi nella vita molte cose capitano senza meriti o demeriti) sono molto più libere da queste ostentazioni e anche nella mia formazione ho avuto un minor imprinting clericale, anche se comunque la religione cattolica era creduta dalla mia famiglia per quanto non con esagerata attenzione, se non una zia.
Devo dire infatti che, a meno di pacchiane ed esibite ostentazioni che dunque risultano evidenti allo sguardo, prima di conoscere l’UAAR non mi ero mai accorto se in un luogo istituzionale da me frequentato ci fosse il crocifisso o meno, e spesso continuo a non accorgermene anche ora.
Ovviamente ciò non vuol dire che io non sia contro la presenza del crocifisso (discorso che poi si ricollega in qualche modo al post di Bruno Gualerzi) nei sopradetti luoghi, visto che comunque rappresenta una preferenza ideologica (e i simboli, appunto perchè simboli, hanno un significato) che potrebbe poi essere voluta anche da altre religioni e anche perchè comunque addobbare sale con ‘arredi religiosi’ non è necessario (a me non piacciono nemmeno bandiere e presidenti a dire il vero, tanto che siano luoghi pubblici lo si deduce egualmente, come è palese) e per me nemmeno di buongusto, soprattutto se fossi un credente, a pensare che ‘il mio dio fatto uomo’ ecc… è una sorta di arredo a cui nessuno fa caso; infatti anche protestanti e comunità cattoliche di base si sono espresse contro il crocifisso in quei luoghi.
Due giorni fa ho partecipato all’inaugurazione di nuovo laboratori e reparti in un ospedale di Cosenza. C’era, fra gli ospiti, l’immancabile sacerdote, il quale, dopo il taglio del nastro da parte del presidente Scopelliti, si è esibito in una benedizione dei nuovi locali.
Pazzesco!
Direi che è divertente ma tristissimo allo stesso tempo! Comunque, voglio dirti che non ovunque è così: ad esempio, per mia fortuna, ho spesso a che fare con persone atee: nella mia classe, tanto per farti capire, la maggior parte dei miei compagni non fa religione, e chi la fa (come me) la fa perchè la nostra prof, per quanto religiosa, ci fa vedere film, o fare altre cose interessanti.
Non saprei dirti con certezza se i miei prof sono credenti o non credenti, proprio perchè non esprimono il loro parere in merito e non condizionano i propri giudizi da questa cosa, come è giusto che sia.
Per il resto, ti posso consigliare di andare su Facebook, in quanto lì ci sono moltissime pagine atee nella quale discutere con tranquillità.
Buona giornata
simpatico.
(naturalmente a non prenderlo sul serio)
Riusciresi a prenderlo sul serio solo se ti mettessi nei panni di “Gennaro”…Cosa che risulta sostanzialmente impossibile.
E certo parroco, tu sei abituato a prendere sul serio i cadaveri che resuscitano, per cui ti riesce difficile prendere sul serio una cosa seria.
Funese, mi raccomando sempre con l’ortica.
Mi accodo al commento di San Dokan, e faccio anchio i complmenti al Prof. Martorana.
L’articolo e’ scritto in chiave piuttosto sarcastica, ma rispecchia perfettamente la realtà della vita quotidiana di un qualsiasi Ateo…Insomma, si ride per non piangere o cosa!? 😉
🙂
Nella mia casa natale (in sud america) c’era anche una “edicola votiva” proprio accanto alla porta d’ingresso principale, soltanto che i miei genitori, essendo ebrei “dichiarati” avevano tolto la da essa la “Virgen de Lujàn” (una delle milioni di vergini che, sicuramente per qualche mistero cattolico, cambiano residenza ma non abitudini) e l’avevano sostituita con una pianta pensile; poi però, all’interno della porta, avevano appeso una “mezuzàh” mal posizionata sullo stipite.
Caro Gennaro-Calogero, era da tempo che non leggevo qualcosa di così seriamente divertente. La tormentata giornata di Gennaro, per fortuna del lettore, ha fatto respirare una boccata di aria pultita a chi, come lui, vive in questo clima ammorbato dalla superstizione. Di tutti i livelli, senza distinzione di classe o di istruzione. Forse non con la prepotenza di Napoli, ma altrettanto intossicante.
Grazie Gennaro, e sforzati di pensare – per quel che può valere – che non sei solo.
A proposito di citazioni cinematografiche, si potrebbe parlare del “Il giorno dei cattolici viventi”.
Molto divertente e moto vero. Approfitterò della giovane età che ho, ora che mi sono accorto di una situazione che non ce la faccio a tollelare, per cercare, nel mio piccolo, di cambiare le cose. I non credenti comunque hanno uno stomaco di ferro, a forza di ingoiare bocconi amare, avvelenati, mortali.
Fuori di dubbio!
(anch’io ne so qualcosa)
Eccellente, Calogero. Chissà se un giorno una rete televisiva abbia l’ardire di tradurre in cortometraggio i disagi vissuti quoridianamente da un ateo, perdipiù parte-nopeo.
Solo qualche anziano li ascolta e se la trasmisisone è durante un TG sono parole che entrano da un orecchio e escono dall’altro.
Ci sono tantissimi canali, parabole, …. si cambia canale !
grazie a te, luigi. non è detto che quel filmato lo possa produrre e proporre l’uaar …
Occupazione mediatica clericale con la complicità poilitica trasversale.
Sembra incredibile che più l’Italia si secolarizza e maggiore è l’invadenza clericale, ma è ovvio, le chiese si svuotano e loro vanno in TV, non nell’impossibile tentativo (e lo sanno) di rievangelizzare gli italiani, bensì con il più ragionevole obiettivo di “mascherare” gli effetti della gravissima perdita di fedeli soprattutto tra i giovani e anche per lanciare qualche messaggio rassicurante alla minoranza cattolica sulla presunta vitalità del cattolicesimo in Italia, il clero teme infatti uno … scoraggiamento e abbandono anticipato della pratica religiosa anche da parte dei pochi (15%) praticanti rimasti, con disastroso effetto sulle posizioni dei potere dei cardinali in Vaticano, … è infatto ovvio che tutte quelle poltrone importanti i cardinali italiani dovranno in parte cederle, se l’Italia diventa un paese dove in chiesa non ci vanno pochi e poi pochissimi (decremento attuale -2% annuo in aumento).
Questi dati da dove li hai presi? Mi interessa…
doppiamente grazie, Calogero
per l’umorismo (o il sarcasmo?) ed per non essere salito in cattedra 🙂
Non salgo mai su cattedre in asse coi crocifissi 😉
Tre piccoli commenti: 1) ha mai provato Gennaro a misurare scientificamente se le preghiere (o i santini etc.) servono a qualcosa, per es. nei compiti in classe? Doppio cieco, da sperimentare anche a altri livelli, per es. quando J.R. invita a pregare per la pace. C’è differenza tra chi prega e chi non prega? Fatto 100 il credente, l’ateo paragonabile ha voti migliori, peggiori o eguali? Le preghiere sono insufficienti (i credenti devono pregare di più) o non servono a niente? 2) Quelli che insistono a inculcare superstizioni (sangue di S.Gennaro per restare in tema) sono in smaccata malafede, o c’è qualcuno che ci crede? E se le “Autorità” non ci credono, perché incoraggiano la superstizione? Non equivale ad abuso di minori (tanto per cambiare), anche se non anagrafici? 3) Evidentemente il pezzo è stato scritto prima delle festività del SS. Natale (ma quanto è durato il travaglio della Vergine, se il Papa comincia a fare auguri il 10/12?)
E’ sempre un piacere .
Mah, io sono talmente assuefatto ai parafernalia cattolici che non mi fanno nè caldo e nè freddo, anche se approvo le iniziative per rimuovere i simboli religiosi dagli uffici pubblici.
Quello che mi infastidisce è la preponderanza mediatica raggiunta dalla Chiesa Cattolica negli ultimi venti anni. Inoltre noto con disappunto che le continue interferenze politiche degli episcopi non vengono più rintuzzate come avveniva negli anni settanta.
Non ricordo nulla di simile nella mia fanciullezza e giovinezza.
D’altronde non si dice che la natura odia il vuoto?
Ebbene , i papisti occuparano maramaldescamente il vuoto lasciato dalle grande organizzazioni di massa, sia politiche che sindacali, durante la squallida diaspora verificatasi
negli anni 80 /90.
Adesso ne paghiamo le conseguenze.
leggo che i funerali di G. Bocca avranno luogo nella chiesa di San Vittore a Milano. Chi l’avrebbe dettp. Davvero non c’é più religione
direi che ce n’è troppa … 🙁
questo dovrebbe insegnare qualcosa…che quando si è alla fine della vita molte certezze potrebbero vacillare…certo potrebbe essere che quando si è vecchi si può perdere la ragione, comunque è un fatto su cui ragionare..
grazie, Cal. mi conforta sapere di non essere sola in qst paese surreale. sto lavorando in una scuola di un paesino tra i colli dell’oltrepò e, in ufficio, ho santini appesi everywhere… tra Napoli e Lombardia cambia poco.
ah! la campanella della scuola è avanti di sette minuti: è coordinata con la campana della chiesa… ultima chicca: il preside è un diacono e mi tocca spesso chiamare vescovi vari per passarglieli al telefono. e, per cotanto lavoro, sono pagata dal Tesoro…
Giornata difficile dell’ateo descritta con ironia.
L’ironia e’ sempre stata la mia salvezza. Ateo circondato da supercredenti, che si sentono in dovere di ricordarmi che sono un povero disgraziato, destinato ad eterne e inenarrabili sofferenze, a differenza di loro, che viaggiano su un’autostrada a 8 corsie verso un’eternita’ di gioia indicibile. Vivono perennemente in cattedra e col ditino mi ammoniscono in continuazione: loro i perfetti, io il reprobo. Una volta ho chiesto loro se erano al corrente che la superbia e’ un peccato: hanno farfugliato un’infilata di stupidaggini. Mi ha fatto tanto bene al cuore.
A Bologna la vita dell’ateo è più semplice. Non che qua manchino le ingerenze della Chiesa nella politica, ma nelle piccole cose di tutti i giorni la presenza della religione non è così invadente come nella realtà descritta nell’articolo.
Certo che gennaro se la prende comoda al mattino: televisione, poi una bella rassegna stampa via internet… gran relax e finalmente va a lavorare, ma che “fatica” guardare quelle edicole votive ovunque, ragazzi superstiziosi, crocifissi, madonne, madonnine in ogni angolo, le assicuro che io non li ho mai visti, almeno, dove vivo io, ma a napoli non sono mai andata, sarà una specialità della sua città, comunque non è una gran “fatica” visto che non mi sembra si ammazzi di lavoro, fa l’insegnante, colgo una certa intolleranza verso i suoi studenti superstiziosi, spero ciò non lo condizioni nei giudizi, spero anche che non insegni economia: il nasdaq greco non esiste, bastava scrivere la borsa greca, internet serve a documentarsi.
catto-acìdula, eh? no comment.
L’insegnate è uno dei mestieri più faticosi e importanti nella nostra società. E’ uno dei pochi lavori nei quali non si “stacca” mai. A casa si è isegnanti quanto a scuola.Più che intolleranza a me sembra tristezza nei confronti di ragazzini che “puntano sui cavalli sbagliati”. Spero che lei non faccia la comica, perchè non riesce a discernere le battute dai discorsi seri 🙁
Che l’insegnante sia uno dei mestieri più faticosi mi pare esagerato: fare il facchino industriale, il muratore, lo sguattero, il raccoglitore di pomodori, il tornitore è immensamente più faticoso.
Che sia molto importante è certo, ma moltissimi lavori sono altrettanto importanti, dal fornaio al netturbino.
Che l’insegnante sia sempre concentrato ed in attività…beh, dipende dalla persona, visto che il lavoro statale ha spesso garantito anche gente che stava alla cattedra solo per lo stipendio. Ho conosciuto insegnanti ineccepibili ed altri che usavano quel mestiere per farne il meno possibile, dunque credo conti molto la casistica umana.
Non esagererei con la demagogia di Karina (che è sostanzialmente guerra tra poveri, nel senso che attaccare come un privilegiato uno che ha magari un lavoro meno faticoso fa solo il gioco dei nababbi che realmente dominano la società, ed è solo invidia sociale e non esigenza di giustizia), ma nemmeno con la retorica di Daniele, per cui l’insegnante è apriori un modello di dedizione ed un lavoratore indefesso.
Fare l’insegnante, per conto mio, è una benedizione, non foss’altro perché non devi rendere conto a capi incompetenti di quello che fai (in passato mi è capitato anche questo).
Ma DIVENTARE insegnante non è una passeggiata: se Karina vuole, può sempre partecipare al prossimo concorso pubblico, studiando ogni giorno dopo le sue 8 ore lavorative per almeno 2 anni, per arrivare nel primo 2% dei candidati (selezione decisamente più tosta di quella che c’è fra giudici e notai), con l’obiettivo di avere lo stipendio bloccato fino al 2014. Che è la situazione di chiunque sia di ruolo.
Ma dubito che Karina riesca, e soprattutto voglia, dato che da come scrive si capisce subito che la cultura non è il suo forte.
fortunatamente adesso c’e’ internet, che e’ per sua natura quasi incensurabile. Ho smesso di guardare tv da molti anni oramai. Pertanto non possiamo lamentarci rispetto ai tempi in cui c’erano solo le reti rai, nelle feste ti facevano venire il sangue acido.
@Karina: acidula, eh? cos’è, invidia?
Ah Ah Mac, NON lo invidio, è che c’è gente che si sveglia alle seiemmezza per pagare lo stipendio a questo pubblico dipendente, stanco, brontolone, altro che guardare la tv al mattino e poi il giretto in internet, si lamenta perchè non c’ha proprio nient’altro da fare, non lo invidio proprio e chissà che noioso che deve essere a casa, magari durante i duri mesi delle vacanze estive…
@Karina
anche prima delle 6emmezza… molto prima.
ma quanto può essere ignorante certa gente? ma quanto?
Ma, la “blanda erezione anticlericalista” è forse “a cappella”?
Non è detto, può essere anche “orchestrata” e perfino suonata a quattro mani.
Vittimismo ridicolo. Se il signor Gennaro detesta tanto il patrimonio culturale in cui vive ( quello stesso che gli da il diritto di esprimersi liberamente e di non credere) ,e che é amato e voluto dalla maggioranza dei cittadini, cambi paese. E’ molto semplice. Io quando vedo un ateo non ho incubi, cosi come quando vedo la scritta uaar : ci rido sopra.
Vittimismo ridicolo il tuo, visto che devi deformare l’articolo e la realta’ per poterti fare ragione.
La superstizione e l’invasione/imposizione religiosa non sono valori culturali, anzi, sono la principale causa di regressione intellettuale, con tutte le conseguenze che questo comporta. L’esempio più chiaro è la tua incapacità d’interpretare questa squisita esposizione sarcastica di Calogero Martorana.
Per il resto, come le scimmie, puoi ridere di quello che vuoi.
E allora se l’UAAR ti fa ridere perché sei sempre così incazzato?
Figuriamoci se non arrivava giuseppe a ribaltare la frittata. Comunque, tieniti tutto quello squallido ciarpame che secondo te è cultura; la cultura vera ti brucerebbe come una falena al fuoco.
Sgr. Calogero, lei irradia simpatia per tutto l’angolo solido che la circonda, e la diffonde via autostrade informatiche e non solo; il suo volto dice “se mi guardi ti prendo per il naso”, mentre le sua parole sono leggere e nondimeno occupano la memoria. Non so se la consola, ma lei sa che noi puri , o purificati (se ha dovuto sbattezzarsi), siamo “fortunati”; non dobbiamo chiedere perdono almeno una volta la settimana per le fesserie che abbiamo commesso. il chè, sia detto in minuscolo, ci aiuta a commetterne di meno.
Leggerla, è un piacere,
La giornata di un ateo non può che essere schifosa,visto che chi è ateo non gli è da meno.
Vedo che ci hai messo quasi una settimana a capire come inserire le tue porcherie col nuovo sistema. Decisamente molto meno del previsto. Qualcuno ti deve aver tenuto un corso full immersion. Prenditi tutto il tempo che vuoi per riposare, evitando di inserire altre porcherie.
Era talmente annoiato del natale che si è sforzato al massimo e con l’aiuto di dieci correligionari è riuscito a trovare il “Visualizza i commenti “. Ora riesce nuovamente a tirar fuori tutto il meglio di sè.
Ha mai pensato a creare la figura dell “eremita ateo?”
E tu non hai mai pensato a creare la figura del “cattolico tollerante” ?.
E’ lui che non sopporta le insegne religiose. Per accontentarlo, in nome della tolleranza bisognerebbe bruciarle tutte. So che ti piacerebbe, ma per ora non sarebbe democratico. Ho solo indicato la via meno traumatica per trovare un compromesso accettabile.
calogero non vuole bruciarle tutte: gli basterebbe che vengano trattate come quelli di tutte le altre religioni, invece che essere infilate OVUNQUE, NACHE NEI LUOGHI PUBBLICI e soprattiutto TRAMITE IL MONOPOLIO DEI MEDIA.
e tu sei il primo degli ipocriti, joseph, visto che tu e i tuoi amici troll siete sempre tra i primi a lamentarvi di quando l’UAAR provò a fare gli ateobus, dicendo che è un’affronto ai credenti, e quando in tv compare qualcuno pro-choice senza contraddittorio, lamentandovi magari pure di “quanto sia diffursa la propaganda laicista”……non volete scritte in luoghi pubblici adibiti a fine PUBBLICITARIO per cui gli atei PAGANO su cui si afferma che dio non esiste, ma PRETENDETE di avere il crocifisso IN OGNI LUOGO PUBBLICO, vi lamentate se in una trasmissione un gruppo di persone si schiera a favore dell’aborto MA AVETE UN SACCO DI TV E RADIO DEDICATE SOLO AL PAPA. e poi avete pure la faccia tosta di parlare di democrazia…..
calogero non vuole bruciarle tutte: gli basterebbe che vengano trattate come quelli di tutte le altre religioni, invece che essere infilate OVUNQUE, NACHE NEI LUOGHI PUBBLICI e soprattiutto TRAMITE IL MONOPOLIO DEI MEDIA.
Sai com’è… siamo stati cristiani per 2mila anni, qualche segno qua e là resta, magari anche nella cultura e nella società… che faccio capo, epuro?
tra i primi a lamentarvi di quando l’UAAR provò a fare gli ateobus, (questo più che altro ha fatto ridere..)
e quando in tv compare qualcuno pro-choice senza contraddittorio, (in TV i prochoice compaiono PREVALENTEMENTE senza contraddittorio….)
“Sai com’è… siamo stati cristiani per 2mila anni, qualche segno qua e là resta, magari anche nella cultura e nella società… che faccio capo, epuro”
siete stati cristiani per 2000 anni, ma ora non avete più l’esclusiva e non siete nemmeno più la stragrande maggioranza della popolazione.
quando è capitato a voi di passare da minoranza a non più minoranza, non vi siete fatti tanti scrupoli ad “epurare” tanti secoli di religione pagana precendenti, arrivando anche a massacrare i pagani, bruciare biblioteche e profanare templi pagani come il pantheon, oltre che rubare le feste pagane e convertirle in cristiane.
a noi basta molto meno: visto che lo stato è LAICO, ci basta che NON IMPONGA tramite leggi di stato dei simboli religiosi (come crocifissi in luoghi pubblici) e non usi mezzi di informazione STATALI (come la rai) per far propaganda filocattolica.
non è che se una cosa si è fatta per 2000 anni, allora non è più un sopruso. una cosa non è MAI giusta solo perchè è tradizione, OGNI TRADIZIONE và vagliata per giudicarne la correttezza.
“(questo più che altro ha fatto ridere..)”
ma intanto avete chiamato le autorità per impedircelo, e tramite agganci e pressioni varie ce l’avete impedito, e ancora oggi saltano fuori ogni tanto giornalisti che ritirnao fuori la questione cercando di farla passare per una provocazione usando pretese ridicole (http://www.uaar.it/news/2011/11/09/per-attaccare-marta-vincenzi-libero-cita-a-sproposito-uaar/)….evidentemente le vostre erano risatine nervose che servivano a mascherare ben altro…..
“(in TV i prochoice compaiono PREVALENTEMENTE senza contraddittorio….)”
in tv i pro choice compaiono AD OGNI MORTE DI PAPA, mentre il papa compare SOLO senza contraddittorio preticamente UN GIORNO SI’ E L’ALTRO PURE, e questo per non parlare dei vari preti e vescovi chiamati continuamente alle più diverse trasmissioni rigorosamente SENZA contraddittorio…..per lamentarsi del fatto che (nei rari casi in cui succede) compaiano in tv dei pro choice senza contraddittorio si deve avere proprio la faccia come il culo…..
joseph, mi contento di rimetterti a posto sull’ultima bojata: in TV i prolife appaiono almeno altrettanto spesso senza contraddittorio, in termini percentuali, ma soprattutto appaiono MOLTO DI PIU’.
siete stati cristiani per 2000 anni, ma ora non avete più l’esclusiva e non siete nemmeno più la stragrande maggioranza della popolazione.
quindi procediamo con l’epurazione?
quando è capitato a voi di passare da minoranza a non più minoranza, non vi siete fatti tanti scrupoli ad “epurare” tanti secoli di religione pagana precendenti, arrivando anche a massacrare i pagani, bruciare biblioteche e profanare templi pagani come il pantheon, oltre che rubare le feste pagane e convertirle in cristiane.
ecco, infatti. tutti i monumenti pagani presenti oggi sono delle ricostruzioni. I grandi classici del passato sono giunti a noi copiati da solerti scribacchini laici e NON dai monaci amanuensi, e per quanto riguarda il Natale, beh, sembra che la laicità se lo stia riprendendo (è molto più bello così, no?).
Per quanto riguarda i pro choice, non dico che appaiano in tv con la didascalia PRO CHOICE sotto (da fazio e su la 7 manca poco, comunque…) ma è la stessa cultura pro choice a farla da padrona: nei dibattiti, nei salotti tv, nei telefilm, (immancabile la scena della ragazza incinta: “Che fai, lo tieni?” come fosse un cagnolino o un paio di scarpe col numero sbagliato). Per non parlare dei film, specie americani, dove il fellone dei felloni è manco a dirlo, il prelato di turno, e per dire che uno è retrogrado lo si bolla come cattolico (qui condividete, lo so, risparmiate i commenti). Ricordo persino un paio di episodi di “CSI” di questo tenore….
Con una differenza: quando c’è la messa o il prete di turno in tv uno cambia canale e ciau, mentre questi messaggi flash passano continuamente……
E io cosa dovrei dire? Trasloco in una casa nuova col nome della via ancora da definire e sapete a chi la intitolano? A GP2 con tanto di monumento e diretta televisiva all’inaugurazione!
E da voi come vanno i busti del vecchio papa? Qui sbucano come i funghi.
Non c’è altra soluzione: ritrasloca.
Che sfiga, ti hanno degradato la zona !
Un bell’articolo che descrive allegramente la triste realtà della teocrazia che stiamo subendo.
E’ sempre meglio essere “costretti” a vedere simboli
che
vedersi la propria libertà e incolumità limitata o minacciata (come succede in molti paesi)
perchè le tue idee non sono “allineate” a quanto richiede il governo e/o il potere locale !!!
Ma si sa: molti atei che scrive qui lo fanno o per demagogia o per pubblicità 🙁
Dai, fa qualche esempio!
Sledge,
posso chiedere perchè la parola “costretti” è stata messa tra virgolette?
patetico