Il Tribunale di Delhi ha recentemente sentenziato che 22 social network, come quelli gestiti da Yahoo, Google e Microsoft, nonché Facebook, devono rimuovere qualsiasi contenuto giudicato “anti-religioso” e “anti-sociale”. Entro il 6 febbraio del 2012. A sporgere denuncia il mufti Aijaz Arshad Qasmi, fondatore del sito FatwaOnline.org e già portacove della Darul Uloom di Deoband, un istituto islamico indiano. Il religioso aveva trovato su diversi siti foto, video e testi che l’avevano indignato. E la sua istanza è stata accolta dal giudice Mukesh Kumar. La decisione è stata contestata dagli legali impegnati a favore dei diritti civili, considerata anche la suscettibilità dei religiosi integralisti. Il ministro per le Comunicazioni indiano, Kapil Sibal, aveva affermato che le compagnie che permettono la pubblicazione di contenuti su internet dovrebbero applicare una censura preventiva.
India, tribunale pretende rimozione di post “offensivi” verso religione da social network
30 commenti
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Dovrebbero invece venir ingattabuiati i “religiosi integralisti”, in un mondo civile!!!
Certo che in India si vive da dio, non hanno problemi e se ne creano per divertirsi un po’……….
E’ in Italia che qualche associazione a delinquere vive da dio.
insopportabili oppressori, da censurare sono le loro sparate liberticide.
“Il religioso aveva trovato su diversi siti foto, video e testi che l’avevano indignato”
Chiedo la rimozione di questo religioso, la sua stupidità mi indigna.
LAICITA’ VERA = RIMOZIONE DI TUTTI I SIMBOLI : RELIGIOSI, CIVILI, POLITICI, FILOSOFICI, ECC. ECC. ECC. = EQUITA’ PER TUTTI = LAICITA’ CON LA L MAIUSCOLA !!!
Tutte le altre iniziative sarebbero solo mezzese..e e castronerie fatte dai soliti che eseritano due pesi e due misure.
Chi ha le pa..e per chiedere la vera Laicità ????
@ Nella società cosiddetta democratica nessuna organizzazione può pretendere il monopolio assoluto della scelta e dislocazione dei simboli nello spazio pubblico; però all’opposto non è nemmeno accettabile l'”anomia” da totale deregulation della “proprietà” dei simboli ( una specie di copyright ).
Il simbolismo è una dimensione intrinseca della natura umana; cacciati dalla porta i simboli rientrano dal buco della serratura.
Un’assoluta neutralità – asetticità delle icone pubbliche equivarrebbe al nudismo come soluzione per evitare il confronto fra gli abiti, in quanto dotati di connessioni con l’economia e la vita sociale.
Domanda: che cosa direste della esclusione dagli spazi pubblici del simbolo arcobaleno?
A me dà un pochino fastidio, in quanto il mio approccio al problema della pace è diverso, anche se non proprio opposto. Per voi la bandiera arcobaleno deve essere esclusa dalla generale censura? E’ un’icona universale oppure solo di parte?
Seconda domanda: che cosa direste della circolazione nella rete stradale urbana ed extraurbana di mezzi con la scritta: “ATEO PUS – ATEISMO = MARCIUME MORALE E DISFACIMENTO DEI LEGAMI SOCIALI” ?
cioè di un bus che non fa altro che ripetere ciò che dicono molti religiosi da anni sulle reti nazionali e sui quotidiani?
provo ad argomentare una risposta.
ATEO PUS etc. e’ una diffamazione, in quanto pretende di dare un giudizio morale alle persone portatrici di alcune idee (sempre che le idee si possano distinguere in categorie). Cio’ e’ diffamatorio (oltre che infantile).
Dire che “dio (quasi certamente) non esiste”, o che “le persone non hanno bisogno di professare una religione per vivere bene” non e’ diffamatorio, e’ mero esercizio della liberta’ di pensiero.
Nella fattispecie, il tribunale ha chiesto di rimuovere pagine/oggetti/frasi che “offendono il sentimento religioso”. L’offesa al sentimento religioso non e’ confinabile. Non esiste argine a cio’ che si puo’ chiedere in nome di essa. Come persona ho il sacrosanto diritto (inalienabile) di sentirmi offeso di qualunque cosa. Ad esempio, ho diritto a sentirmi offeso dal fatto che tu usi la lettera “a”, in quanto vocale sacra per la mia religione, il cui uso e’ riservato agli adepti della mia religione.
Quello che non ho alcun diritto di fare, neanche per sogno, e’ limitare l’altrui liberta’ di espressione in nome del fatto che mi sento offeso. Se sono suscettibile sono problemi miei, e la soluzione e’ che me ne sto con chi la pensa come me. Se il mufti in questione si sente offeso, spenga il pc e raccomandi ai suoi fedeli di non visitare le pagine proibite. Il resto non lo riguarda.
@Sledge
@Flo’
Insomma entrambi ammettete che la religione è il solo modo per certi (e qui maligno) altrimenti assoluti disadattati di trovare un accordo comune di tipo mistico – da leggersi: che prende unicamente le caratteristiche proiettate del proprio ego fin’a che vengono accettate – con il resto della comunità o una sua parte…
Non per niente noto che entrambi avete fatto riferimento alla società e al disfacimento sociale manco tutto il mondo fosse uno stato teocratico.
Florenskij scrive:
> Nella società cosiddetta democratica nessuna organizzazione può pretendere il monopolio >assoluto della scelta e dislocazione dei simboli nello spazio pubblico; però all’opposto non è >nemmeno accettabile l’”anomia” da totale deregulation della “proprietà” dei simboli
Perfettamente d’accordo, l’anomia ha un suo intrinseco “nomos”. Ma io credo che nessuno soffra di iconoclastia, ci sono simboli che possono può o meno piacere (il crocifisso è esteticamente brutto e orrido ma è una mia opinione), si discute della opportunità della loro collocazione: a scuola un unico simbolo religioso-culturale come la croce può essere fuorviante, allo stesso modo come lo è sopra due enormi tette. Ho le stesse riserve per il crocifisso in classe come per una figura di nudo da mostrare ai bambini: mi pare abbia lo stesso significato violentemente pornografico.
> che cosa direste della esclusione dagli spazi pubblici del simbolo arcobaleno?
Credo che gli spazi pubblici debbano essere garantiti a tutti. Cosa diversa mettere dei simboli (diversi dalla bandiera della repubblica per fare un esempio) in luoghi istituzionali.
> che cosa direste della circolazione nella rete stradale urbana ed extraurbana di >mezzi con la >scritta: “ATEO PUS – ATEISMO = MARCIUME MORALE E DISFACIMENTO >DEI LEGAMI > SOCIALI” ?
La troverei finanche divertente. Pensi, scritta magari da chi ha difeso i preti pedofili o da chi ha appoggiato regimi totalitari sarebbe un incredibile autogol. Ma io difendo la libertà di espressione di chiunque. Trovo liberticida in Francia una legge che punisce chi nega il genocidio armeno (e penso che negare il genocidio armeno sia una enorme sciocchezza). Ho persino raccolto le firme per il proscioglimento di quei leghisti che avevano insultato la bandiera italiana (e le assicuro che non sono leghista). Le idee, le dottrine, le filosofie, le religioni possono essere criticabili, talvolta penso sia un bene che lo siano. Con una piccola regola aurea: la par condicio e l’attenzione a non accusare le persone se non nei tribunali e in presenza di prove.
OT
le devo anche una replica perché nei commenti sull’articolo di Bruno Gualerzi mi avevo rivolto qualche domanda.
> le sembra che la descrizione cruda della peste di Atene nel “De rerum natura” non
> riveli
> oggettivamente uno stato di meditazione angosciata?
Francamente, non lo credo. Non si deve necessariamente identificare lo stato d’animo dell’autore da quello descritto nella sua opera. Ancor più per gli autori antichi di cui conosciamo poco o per quello che altri riferiscono. E visto che lei è esperto in lettere moderne, vorrei spiegarmi con qualche esempio. Sicuramente si può trovare dell’autobiografico in autori come Dostoevskij quando scrive ne “Il giocatore”, o in “Memorie della casa dei morti”. Ma non è affatto una regola. Poche volte ho incontrato scrittori la cui opera è inscindibile dalla propria vita (Albert Caraco tra questi). Ricorda Camus che rimproverava agli esistenzialisti di barare perché il loro era solo un “suicidio filosofico” e in fondo erano solo dei borghesi che giocavano a fare i bohemien (ironia della sorte Camus vi rientrò perfettamente, con i dovuti distinguo). Prendiamo Kafka. Sulla sua angoscia esistenziale si è detto molto, trasuda dai suoi racconti. Pochi sanno, che il buon Franz era solito leggere in compagnia i suoi scritti e ci rideva sopra. Valga la lezione di Cioran: il suicidio è un’idea rassicurante ma è bene tenerla come prospettiva senza mai lasciarsene ammaliare troppo.
In sintesi potremmo dirla con De André nella traduzione che fece di Georges Brassens: “Morire per le idee, sì, ma di morte lenta”….
N.B.: Chi ha le pa..e per chiedere la vera Laicità non solo per l’ India ma anche per l’ Italia e ogni stato di questo pianeta ???? Chi di voi è il primo a iniziare a farla in Italia ????
Mi offro volontario.
Ma tu confondi il senso dello Stato con una religione 🙂 Non si venera la bandiera italiana che senso ha “laicità” riferita allo stato?
chissà quando usciremo da questa odiosa età del ferro, da questo medioevo della mente, dalle catene forgiate dal pregiudizio a dal disprezzo per l’altrui libertà
Quando saranno garantati a TUTTI il benessere economico, la cultura storica e scientifica a tutti i livelli, e sarà rivalutata nella pratica l’Educazione Civica.
I religiopitechi sanno che l’informazione è il grimaldello per una società più civile e giusta, e soprattutto avanzata ed è ll veleno di qualunque religione.
Infatti, in Italia ci provano in continuazione.
Ok San Dokan….
visto che gli altri fanno solo “BLA, BLA, BLA…e bei GIRI DI PAROLE”, si cominci la vera Laicità, quella pura e uguale per tutti: si tolgano tutti i simboli (TUTTI) e li si releghino alla sfera privata, e nei luoghi pubblici vi siano SOLO le cose direttamente utili e indispensabili.
Ma tu hai visto simboli ateistici in giro? Li hai visti esposti in luoghi pubblici?
Quali simboli ateistici hai visto?
Hai visto il logo UAAR sulla cima di qualche monte?
@Sledge
Per ribadire quanto ha detto Ratio: hai mi visto qualche luogo pubblico con i simboli di qualche altra confessione/credo/visione filosofica oltre quella cattolica (rimanendo nell’ambito dell’Italia)?
Mi sa che in India hanno problemi più grossi, tipo la sovrappopolazione e la povertà di ampie fasce della popolazione, pur essendo uno stato sostanzialmente ricco. Che fanno invece di risolvere i problemi ne aggiungono un altro?
Questo muftì ha la stessa isterica rabbia e la stessa bava alla bocca che aveva Pio IX contro le allora nascenti democrazie a suffragio universale.
Ha bisogno di un Garibaldi che gli ficchi un dito in chiulo e lo mandi a zappare la terra.
Sì però poi quel dito se lo deve tagliare, che schifo!
Rimuoviamo i religiosi integralisti, che ci offendono!
Eh si purtroppo!!!!! Anche in India ci sono braccia rubate all’agricoltura.
Rimuoviamo gli atei dalla faccia della Tera, ah la parola tribunale si scrive minuscola,almenochè Tribunale non sia la parola iniziale dopo un punto,oppure all inizio di una frese,o,proposizione,o,periodo,oppure sia un nome proprio,o,cognome,studiate.
Va bene essere ıgnoran†ı, ma tu te ne approfitti… L’Ignoranza in persona, quando ti vede, fa finta di non conoscerti.
Diocleziano, ormai è evidente che Ale cattolico sia solo una caricatura. Inutile perderci tempo