Privilegi alla Chiesa, il circolo UAAR di Padova risponde alla diocesi

Alla fine, se si comincerà a riflettere e a cercare vie d’uscita a fronte della montagna di privilegi, finanziari e non solo, che costituiscono la rendita di posizione di chicchessia, vorrà dire almeno che questa crisi economica non sarà passata invano. Perfino sulla Chiesa Cattolica Apostolica Romana (CCAR) si sono accesi i riflettori, infrangendo un tabù fino a ieri invalicabile, cominciando a discutere sul significato della sua presenza diffusa, ma anche sulle sue incalcolabili ricchezze e sui costi che le sue attività impongono alla collettività intera.

La nostra associazione ha di recente avviato una ricerca aperta, resa pubblica sul sito internet icostidellachiesa.it, nella quale l’elenco di finanziamenti e privilegi fiscali di cui gode il cattolicesimo italiano tocca la cifra prudenziale di 6 miliardi di euro l’anno. Un prezzo che ricade su credenti e non credenti, quando invece le religioni dovrebbero essere sostenute soltanto da chi le professa.

La vicenda Ici/Imu rappresenta in quest’ottica solo una parte marginale del problema e, non esistendo bilanci finanziari pubblici da analizzare, ci accontentiamo di rilevare, nella obbligata replica imbastita in questi giorni dalla curia di Padova e dai suoi rappresentanti nelle Istituzioni civili, qualche novità, la conferma di cose note, e diverse sostanziali omissioni. Ribadire che le esenzioni sono a norma di legge, che contribuzioni vengono corrisposte da tempo, o ventilare il rischio di danneggiare limpide e disinteressate opere di carità, potrebbe perfino essere formalmente corretto, ma qualche elemento di riflessione, per completezza e decenza, andrebbe aggiunto per informazione alla cittadinanza.

Non possiamo ad esempio prescindere dal volume delle proprietà godute, che fanno della CCAR, nelle sue varie articolazioni, uno dei più grossi proprietari immobiliari esistenti, restio a cedere alcunché, anche quando una sua struttura versa in situazioni debitorie, risultando più agevole ricorrere all’aiuto pubblico. Si tratta poi non solo di verificare se l’imposta viene effettivamente pagata, ma anche se lo è nei termini dovuti e se gli immobili sono correttamente accatastati. Qualche dubbio lo fa sorgere proprio il dossier della Difesa del Popolo (il settimanale della diocesi di Padova) in edicola…

Arrivando a considerare, magari, che alcune pertinenze, esenti o meno, finiscono noleggiate a canone oneroso ad enti pubblici (sedi scolastiche, spazi di aggregazione), a volte fruendo di migliorie gratuite. Nella replica diocesana si sottolinea l’importanza delle opere caritative e dei servizi offerti. Noi, che non siamo per nulla estimatori del nostrano, viziato, principio di sussidiarietà, crediamo che da chiunque vengano svolti (con “sacrosanta” neutralità, però), possano essere riconosciuti e supportati dalle amministrazioni pubbliche. Le cui consistenze andrebbero però commisurate con la realtà la quale, per rimanere a Padova, parla di 2 milioni 800 mila euro annui provenienti dalla ripartizione dell’8 per mille (fonte: Cei, 2009), inclusi, come noto, gli involontari contributi di cittadini atei e agnostici.E senza sorvolare sui vari milioni alle scuole private, sui 300 mila per l’edilizia di culto, sui contributi all’associazionismo orientato, sui fondi per le parrocchie (500 mila euro piovuti or ora dalla Regione)… e su tutto il resto.

Insomma, in tempi di non evitabili rigore, equità e trasparenza, è ancora più vano prendersela con chi, come la Chiesa, chiede prebende e facilitazioni, e non con chi le concede senza problemi, distogliendo risorse da investimenti per istruzione, servizi sociali, cultura, ricerca, risanamento del territorio. Ridiscutere tutto, quindi, finanche rinegoziarlo; ma quando da una parte del tavolo troverà posto qualcuno che potrà definirsi laico non solo perché sprovvisto di talare, porpora e casula.

Il Circolo UAAR di Padova

27 commenti

Federico Tonizzo

“Ridiscutere tutto, quindi, finanche rinegoziarlo; ma quando da una parte del tavolo troverà posto qualcuno che potrà definirsi laico non solo perché sprovvisto di talare, porpora e casula.”
Gia: questa è la condizione più improbabile per il nostri “politici” e per i nostri “tecnici” 👿

libero

La secolarizzazione avanzante e la crisi economica in atto stanno creando problemi alla chiesa il cui punto debole non è la “Teologia” ma …. la vile pecunia, per la quale tanto si affanna quando se ne parla.

Continuare su questa linea ed evitare i doscorsi teologici che fanno solo il gioco (e il business) dei confessionalisti, perchè buttano funmo negli occhi per nascondere i soldi che incassano esentasse e a danno di famiglie e lavoratori e anziani in difficoltà, altro che Vangelo !

Sledge

Bene, e che “la crisi” sia una “lacrime e sangue” per tutti: per la CCAR e le sue proprietà e privilegi, ma anche per i “soliti ricchi” (comprese le loro famiglie e le loro aziende) sostenute dallo stato e defiscalizzate, delle loro ville considerate “casette”, dei loro conti e intrallazzi……insomma non si può non parlare ANCHE di questi ultimi, come mai ? Sarà perchè mordono come squali e sono intoccabili come i camorristi ?

E cosa dire dei benefit di radio radicale ? 40.000.000 all’ anno dallo stato ?
Ma se c’è già la RAI perchè finanziare una radio non statale per un servizio statale ?

E la politica e il suo indotto ! Fiumi di soldi e spese :

in Italia, “1milione e 300mila persone vivono – direttamente o indirettamente – di politica. 145 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali di cui 1.032 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.366 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 4.258 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 138.619 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali; 12 mila consiglieri circoscrizionali; 24 mila persone nei Consigli di Amministrazione delle 7 mila società, Enti, Consorzi, Autorità di Ambito partecipati dalle Pubbliche Amministrazioni; quasi 318 mila persone che hanno un incarico o una consulenza elargita dalla Pubblica Amministrazione; la massa del personale di supporto politico addetto agli uffici di gabinetto dei Ministri, Sottosegretari, Presidenti di Regione, Provincia, Sindaci, Assessori Regionali, Provinciali e Comunali; i Direttori Generali, Amministrativi e Sanitari delle ASL; la massa dei componenti dei consigli di amministrazione degli ATER e degli Enti Pubblici”.

Ah, le “auto blu” sono 72mila.

Come mai il blog UAAR va a spulciare solo nei soliti posti ?

Forse perchè fazioso e applica come al solito due pesi e due misure ?

VERGOGNA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Abdul Nequiet

Ha ragione, è veramente ingiusto che la LIPU non si occupi dell’aumento dell’obesità nei paesi del primo mondo, è scandaloso!

Diocleziano

Sledge,
una cosa alla volta: noi ci occupiamo del parassitismo vaticano.
Tu fai la tua parte, occupandoti di quello statale.
Vedrai che i risultati arriveranno. Però datti da fare, eh…

andrea tirelli

Grazie Sledge,
adesso inoltro il tuo commento al WWF, all’AIRC, ad Emergency, all’Associazione Nazionale degli Alpini e alla pro-loco del mio paesello…tutte associazioni che non dicono nulla delle auto blu e non si preoccupano dei costi della chiesa!
VERGOGNA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Lorenzo Galoppini

Se é per quello non si preoccupano nemmeno delle truffe on-line, dell’edilizia selvaggia e neppure del precariato…..ne vogliamo parlare si o no? 😉

Giordano Bruno Mazzacurati

Poche storie! Il sistema piu’ giusto e’ anche il piu’ semplice: NIENTE SOLDI DALLO STATO ALLA CHIESA. CHI VUOLE IL PRETE SE LO PAGHI!
Se i preti vogliono piu’ soldi, facciano la questua; se non gli basta, VADANO A LAVORARE (orrore!).
Il resto sono solo inutili bizantinismi da seminario!

Murdega

NIENTE SOLDI DALLO STATO ALLA CHIESA. CHI VUOLE IL PRETE SE LO PAGHI!
Se i preti vogliono piu’ soldi, facciano la questua; se non gli basta, VADANO A LAVORARE .
Concordo pienamente tranne che sul lavoro.
Ma lo sai che lavorare è fatica ?

Giordano Bruno Mazzacurati

Possono sempre accontentarsi di offerte volontarie e questua.
Oppure giocare alle slot.
O fare che cribbio gli pare.
Basta che non obblighino a pagare quelli che non vogliono (per fortuna sempre piu’ numerosi)!

luigi

40.000.000 a radio radicale? Ho fortissimi dubbi! Non ho dubbi sui 6.000.000.000 e oltre che lo stato versa alla chiesa cattolica!

sledge

E tu vai a “chiedere al ladro se ha rubato” ?

Povero ingenuo e illuso !!!

Paul Manoni

@sledge
Magari il ladro e’ difficile che possa mentire, in considerazione che si tratta di cifre rese pubbliche. Ma evidentemente questo dettaglio ti sfugge…

tommaso

I soliti avvocati difensori della malafede ecclesiastica ripropongono senza sosta l’ implacabile equazione:

SOLDI ALLA CHIESA (a qualunque titolo) = AIUTO AI POVERI

Balla gigantesca:

La chiesa, solo di 8 x 1000 incassa più di un miliardo di Euro, poi ai poveri destina 200 milioni
e 800 se li tiene.

Poi va in giro dicendo che TUTTO quello che incassa va in opere di carità !

Il resto è fuffa!

Paul Manoni

Ottima la risposta del Circolo di Padova alla Dicoesi. 😉
Ma occorre sbattere sotto il muso il link del sito “i costi della chiesa” a tutto l’intero paese, affinchè non sia una diocesi ad essere costretta all’arrampicamento sugli specchi, ma direttamente la CCAR, con una bella dichiarazione di uno dei vari B. Bagnasco, Bertone o Benedetto XVI…Uno qualsiasi dei tre, va benissimo! 😉

sledge

Ok , anche molti di voi hanno paura della verità e di “coloro che mordono” !

Un altra massa di tipedi pecoroni che belano convinti di scacciare il lupo !

W il Tao 🙂

Paul Manoni

“W il Tao”

…Ed anche le marmotte che incartano la cioccolata fatta con il latte delle mucche viola!

spapicchio

“l’elenco di finanziamenti e privilegi fiscali di cui gode il cattolicesimo italiano”

e certamente, perché di cattolicesimo romano della sola CCAR si tratta, non di chiese cristiane (evangeliche) italiane che vengono al contrario discriminate e censurate.

I cattolici (romani) fanno fesso Gesù Cristo e si mettono contro Dio.

http://www.ilcristiano.it/

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