Cincinnati, scuola cattolica licenzia single incinta con inseminazione artificiale

Christa Dias, sistemista informatica per due scuole cattoliche a Cincinnati nell’Ohio, è stata licenziata perché single incinta con l’inseminazione artificiale. Ma gli istituti, per non incappare nelle leggi anti-discriminazione vigenti negli Usa, hanno fatto leva sulla dottrina cattolica. La donna ha fatto ricorso all’inseminazione artificiale, una pratica condannata dalla Chiesa cattolica perché stride con la funzione sacra del matrimonio tra uomo e donna. Il portavoce dell’arcidiocesi locale sostiene che ricorrendo all’inseminazione la donna abbia “violato il suo contratto di lavoro”. Nel contratto, si disponeva che dovesse agire in accordo con la dottrina cattolica. Dal canto suo la donna non rinnega la decisione: la sua bambina, dichiara, “è un dono di Dio”. Dias ha fatto causa alla scuola già in aprile.

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106 commenti

FSMosconi

Nel contratto, si disponeva che dovesse agire in accordo con la dottrina cattolica.

Non capisco: attinenza col mestiere di sistemista informatica? 🙄

Soqquadro

Come lasciare senza lavoro una single con prole ha attinenza con la “carità cristiana”

Francesco S.

Evidentemente in USA non esistono i contratti nazionali, anche se la cosa mi sembra comunque in contrasto con la costituzione.

vico

avrebbero pure licenziato la madonna, che mi sembra il primo caso d’inseminazione artificiale e eterologa, per giunta?
Comunque, povera Christa 🙁

Roberto Grendene

e sarebbe il primo caso in cui l’aggettivo “eterologa” sarebbe usato propriamente
di norma si riferisce infatti a “specie diverse”

Alessio

La lotta contro le teste di ca-doppiazeta-0 è senza speranza. Tra gli uomini gli stupidi rappresentano, ha detto qualche studioso di statistiche, almeno il 50%.

Federico Tonizzo

“Tra gli uomini gli stupidi rappresentano, ha detto qualche studioso di statistiche, almeno il 50%.”
Forse si riferisce alla statistica riguardante il cosiddetto “Quoziente di Intelligenza”: rispetto al Q.I. medio, per definizione il 50 % delle persone ce l’ha inferiore e il 50% ce l’ha superiore (con funzione di distribuzione del Q.I. di tipo gaussiano rispetto alla popolazione, cioè con molto affollamento di persone nelle vicinanze (cioè poco sopra o poco sotto) del Q.I. medio e affollamento decrescente man mano che si considerano le persone con Q.I. distante (in senso maggiore o minore) rispetto al Q.I. medio.
Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Funzione_gaussiana
E’ nella “natura” delle cose…

Odis

Esatto… e, se non sbaglio, era una battuta. 😀

Just think of how stupid the average person is, and then realize half of them are even stupider!
George Carlin

Alessio

Deve essere proprio così. I “suonati” affollano il centro della “campana” di Gauss.

whichgood

Continuiamo a sussidiare le scuole cattoliche nel nostro paese. Esiste il rischio gravissimo che le leggi della Chiesa si sovrappongano a quelle dello Stato, come questo caso dimostra.

Loredana

Temo che questo già accada!
In maniera subdola ma succede. Soprattutto in Italia, c’è un ‘patto silenzioso’ (anche da parte di quei partiti che si definirebbero di ‘sinistra’ – a miopersonal parere il pd NON è sinistra) con il vaticANO: i partiti non rompono alle gerarchie ecclesiastiche, tranne che tuonare alla folla parole già stabilite con il vescovo di turno per poi NON agire. Il peggio è che inneggiano ad un come don gallo come il vero simbolo della chiesa! Così tutti son contenti e il vaticANO può legiferare in Italia (stato Sovrano ed Estero rispetto ad esso) come vuole!
Fin quando non ci sbattezzeremo TUTTi noi ATei convinti, il vaticANO potrà dettare le leggi che vuole in barba ad ogni diritto sancito nella Nostra Costituzione!

Artemio

Si pero’ siamo alle solite: ti dichiari cattolico, firmi un contratto in cui ti si richiede di comportarti come tale e se ti licenziano perche’ violi i moralismi del pastore tedesco fai ricorso al tribunale???
Enno’… troppo comodo tenere il piede in due scarpe… adeguati o cambia religione e lavoro! Cocca bella… mica te l’ha ordinato il medico di essere cattolica. Hai voluto la bicicletta? Ora pedala!

Calinero Della Torre

E così, dopo l’inseminazione artificiale, se l’è presa anche nel
😀

schiaudano

massi massi, corriiiii.
Qui sotto Airone90 s’è permesso di chiamarla cretina.

Francesco S.

Io penso che la signora sia vittima di discriminazione a prescindare da quello che ha firmato, un contratto del genere non avrebbe valore legale in Italia (diverse violazioni costituzionali) e credo anche in USA.

Quando c’è il bisogno di lavorare si firma di tutto ed è accaduto anche in Italia su altre questioni.

Francesco S.

Aggiungo che uno stato laico non dovrebbe permettere che si possano aggiungere simili condizioni a un contratto e spero che la signora vinca il ricorso.

G.B.

Sono abbastanza d’accordo con te. Tuttavia bisognerebbe anche chiedersi se questa scuola beneficia di finanziamenti pubblici, nel qual caso dovrebbe essere costretta dalla legge a garantire ai suoi dipendenti uno stato giuridico analogo a quello dei dipendenti pubblici, tra l’altro anche per quanto concerne i criteri di assunzione. Naturalmente la questione non riguarda solo gli Stati Uniti, ma anche altri paesi, fra i quali il nostro. E’ troppo comodo per gli istituti religiosi pretendere di esercitare un servizio pubblico per avere i finanziamenti, salvo poi rivendicare la propria peculiarità confessionale per discriminare i dipendenti. Ma è altrettanto opportunistico per dei dipendenti assunti in base a criteri puramente discrezionali (cioè quasi sempre raccomandati)e che si sono impegnati per contratto a rispettare certe regole anche nella loro vita privata, appellarsi ai principio di uguaglianza dei cittadini e di non discriminazione. Tutta la questione, peraltro non nuova, si può ricondurre insomma alla mancanza di una chiara distinzione tra pubblico e privato, un tempo caposaldo del liberalismo(ma più nella sua versione europea che in quella americana), oggi sempre più in crisi(vedi anche il famigerato principio di sussidiarietà).

G.B.

Pardon, volevo dire che mi trovo abbastanza d’accordo con Artemio(intervento precedente)

Artemio

Ma certamente! Pero’ questo è un altro problema ancora. Indubbiamente connesso, ma che va oltre la mia osservazione.
La vita impone scelte. Scegliere significa prendere qualcosa e rinunciare a qualcos’altro. Solo i bambini pretendono di scegliere prendendo tutto non rinunciando a niente. Questa signora ha liberamente scelto una fede con dei vincoli.
Non le stanno bene i vincoli? Si trovi un’altra fede. Vuole la fede cattolica ? Ne accetti i vincoli… a me sembra ovvio.

serio

Questa donna ha “scelto” un lavoro per quanto ne sappiamo, non una religione, poi il fatto di aderire a una religione non significa essere costretti a prendersi tutto il pacchetto che ti preconfezionano le gerarchia autolette

Batrakos

Concordo con Serio.

In democrazia è inammissibile che per svolgere un lavoro ci sia il vincolo religioso, se quel lavoro non crea problemi etici coi precetti della propria religione.

Certo che parlare di democrazia dove non esiste il contratto nazionale è per me difficile, perchè la democrazia non dovrebbe essere sola tutela dei diritti individuali, ma anche, almeno secondo me, di quelli sociali.

Artemio

“di questi tempi pur di arrivare a fine mese firmi di tutto”.
Giusto. Quindi poteva firmare, lavorare, prendere uno stipendio, vivere decentemente e rinunciare alla fecondazione assistita, magari evitando del tutto di procreare.
Dov’è il problema?
Non vi piacciono gli squallidi ricattucci catto-vatic-ani ? Neppure a me, ma, almeno oggi nessuno obbliga nessuno ad accettarli. Se li accetti devi rispettarli. Non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Stesso discorso per esempio per l’eutanasia: vuoi che sia un tuo diritto? D’accordissimo, ma poi non ti lamentare se il vaticano ti nega i funerali religiosi (v. caso Welby). Hanno ragione loro su questo. Il cattolicesimo è un club e il vaticano ne stabilisce le regole di appartenenza. Non ti vanno bene? Trovati un altro club e non rompere le palle.

robby

ma nei paesi civili-non cè scritto che bisogna rimuovere,tutti gli ostacoli,che frenano la personalita del cittadino,ora artemio,dire che sè le cercata non e giusto,perche faresti il gioco delle 3 carte,se tale scuola e finanziata da fondi pubblici,allora anche le modalita contrattuali devo essere equivalenti a tutt igli altri enti pubblici,se è privata allora e un altra cosa.

robby

tu la fai troppo facile artemio,ci sono condizioni personali,dove le propie certezze,a volte vengono messe in 2 piano,per forza di cose.

Airon90

Cretina ad aver firmato un simile contratto.
Meglio mille volte precario piuttosto che con il posto fisso a contratto indeterminato con simili clausole.

Artemio

Quoto. Problemi suoi. Fossi un giudice le darei torto. Pensaci prima e pensaci Primex.

ser joe

E io non quoto ne te ne airon 90. Quoto però chi dice che siete due testicoli. La questione riguarda la sua sfera personale. Nel suo lavoro di sistemista informatica non ha usato il computer per diffamare la scuola cattolica. Solo dei dementi spostano il problema senza capire che è un’azione discriminatoria ingerendosi nella sua vita privata.

Airon90

La questione non riguarda la sua sfera personale. Lei ha volontariamente deciso di firmare tale contratto. Ciò comporta quinidi il rispetto dei vincoli contrattuali. E ora cosa pretende di vincere in tribunale? Vuole far credere di essere la Madonna?
E vedi di non offendere nessuno dato che nessuno ti ha offeso, grazie.

serlver

Se uno fa discorsi che offendono l’intelligenza il minimo che si può aspettare sono le offese!
“Lei ha volontariamente deciso di firmare tale contratto.” si vede caro mi che nella vita non hai mai dovuto cercare lavoro, o capiresti che di questi tempi pur di arrivare a fine mese firmi di tutto, ma non è di certo un atto di volontà quanto di costrizione, se no vuoi morire di fame.

Airon90

Assurdo: alternative ce ne sono. Stava a lei se chinarsi o se dire di no e trovare altro. Ha scelto di sottostare a degli accordi stipulati con un contratto. Lei li ha rotti e adesso lei non può pretendere che le diano ragione in tribunale… mah… poi va beh, staremo a vedere.
Cmq no, sto ancora studiando e propabilmente avrò anche un posto di lavoro, dato che insegnanti di matematica ce ne sono troppo pochi. Ho firmato due contratti a progetto che ho scrupolosamente letto prima di firmare e non contenevano simili assurdità.
E poi dimmi se è più offensivo per l’intelligenza umana sottostare a simile trattamento o se esprimere il proprio punto di vista.

Airon90

ser joe e serlver:
Se vi offrissero un posto di lavoro chiedendo esplicitamente di essere fedeli al catechismo della CCAR che fate? Firmate il contratto facendo la doppia vita ateo in casa e catto al lavoro o dite di no perché avete un minimo di dignità anche adesso in piena crisi? Questa è mera curiosità, non voglio offendere nessuno e non voglio esserlo altrettanto da voi due.

Reiuky

Oddio… la clausola era di “Rispettare la morale cattolica”. Mica c’è scritto chiaramente cosa significa. Magari ha pensato che bastava non far sapere in giro cosa faceva quando nessuno la guardava (cosa che, se ci pensate un attimo, è il modo in cui tutti interpretano la morale cattolica)

Airon90

Non la morale ma la *dottrina* cattolica.
E la dottrina cattolica è scritta nero su bianco sul catechismo.
Se decidi di fare cose che violano la dottrina cattolica devi essere in grado di coprire tutto. E se non sei sposata e sei incinta, a meno che tu sia la Madonna (…) non è possibile che accada senza rapporto sessuale o inseminazione 🙂

Soqquadro

Ma doveva agire SUL LAVORO in ottemperanza alla morale o anche nella sua VITA PRIVATA? SUL LAVORO è una cosa (chessò: abbigliamento, oscuramento dei siti informatici non ammessi dalla scuola), nella vita privata è un altro. Anche perchè non so che valore legale possa avere un contratto di lavoro che si estende alla vita privata.

Roberto Grendene

più che un contratto di lavoro, accettazione di un regime totalitario in cambio di denaro

whichgood

Doveva agire SUL LAVORO, infatti, avrebbe dovuto lasciare l’utero a casa prima di recarsi a scuola.

🙂

Roberto Grendene

la stessa cosa vale in Italia per gli insegnanti di religione cattolica, che sono scelti dal vescovo a suo insindacabile giudizio
basta che il vescovo ritiri il “nulla osta” all’insegnamento e l’insegnante è per la strada

e anche in questo caso abbiamo insegnanti che per danaro accettano questo regime totalitario, passando davanti agli insegnanti veri (*) costretti al precariato e senza la possibilità di avere la “raccomandazione” del vescovo

(*) l’insegnamento della religione cattolica è impartito, come recita il protocollo addizionale al Concordato, “in conformità della dottrina della Chiesa”

whichgood

Scusa Roberto,
Io sono d’accordo sul fatto che questi “insegnanti” rimanangano per strada (e con il c…lo per terra) quando il loro vescovo decide di favorire un’altro raccomandato. Questi “insegnanti” sono pienamente coscienti del loro privilegio (non da poco) rispetto a chi invece accede all’insegnamento tramite concorso pubblico. E per completare il quadro inculcano dottrine nelle suole pubbliche percependo per questa aberrazione uno stipendio !. Roba da pazzi !

cesares

Nel contratto, si disponeva che dovesse agire in accordo con la dottrina cattolica.

Frase piuttosto ambigua. Prima di tutto commettere “peccato” è proprio della natura umana e ciò non è in disaccordo con la dottrina cattolica, visto che anche il giusto pecca “70 volte 7” in un giorno. Non dice così il vangelo?
In secondo luogo il peccato può essere lavato con una bella confessione. Le convenva farlo. Un buon posto di lavoro val bene una confessione, tanto è solo una stronzata senza importanza.
E per giunta avrebbe spiazzato i suoi cattolicissimi datori di lavoro che si sarebbero comportati contro il cristianesimo rifiutando di accogliere nel gregge la pecorella smarrita.

Gradient

Le religioni puzzano di muffa e quella cattolica è la più marcia di tutte. Che schifo!

whichgood

Le donne che non procreano non vanno bene, quelle che lo fanno fuori dal matrimonio neanche, quelle che non si sposano ancora meno, quelle che divorziano non ne parliamo, quelle risposate neanche.

Non è che si può aspettare che lo spirito santo scenda ancora !

Maurizio_ds

E’ il solito ammmmore cattolico che si esprime al suo massimo livello.

Andrea65

A prescindere da quelle che sono le leggi dell’Ohio, è moralmete una vergogna il comportamento degli istituti nei confronti dell’insegnante.

Ciao a tutti

Francesco

Poteva dire che era stato lo spirito santo, non solo non la licenziavano ma magari le davano un aumento.

giulio

Bisognerebbe valutare tutta la questione delle scuole religiose. Hanno senso delle scuole fatte apposta per discriminare e per impartire un insegnamento tendenzioso?
Istintivamente non simpatizzo per l’insegnante che ha violato gli impegni che ha assunto e porta avanti la solita morale cattolica del “faccio quello che mi pare basta che nessuno lo venga a sapere”, però chi discrimina è la scuola, che è anche la parte più forte.

kundalini444

bella scusa! Ai suoi capi non gliene frega niente dell’inseminazione artificiale, vogliono solo un PRETESTO per licenziare una donna incinta, cioè per violare anche le più elementari normative sui diritti dei lavoratori!

A tutti i capi piacerebbe poter licenziare le dipendenti quando fanno un figlio, grazie tante! Peccato però che non possono perchè certi diritti sono difesi e garantiti, dopo anni di lotte sindacali! E adesso vorrebbero tirar fuori che è per motivi “religiosi”… ma mi facciano il piacere, NON CI PROVATE!

Senjin

In USA non esistono i CCNL e tutti i contratti sono strutturati unicamente sulla contrattazione fra azienda e dipendente. Quindi è tutto da vedere se questa donna avesse un contratto che prevedeva cose come l’assicurazione medica, ferie, malattia e maternità.
Non per niente in USA c’è la delirante possibilità di avere contratti nei quali ti è vietato di avere relazioni con colleghi pena il licenziamento (wallmart docet), il contratto è rescisso se non tieni il comportamento X, ecc.
Quindi non c’è purtroppo da stupirsi se questa donna si è trovata col “sedere a terra”. Quanto concordado in contratto è “vangelo” in USA quindi se la donna ha accettato di “seguire le norme di comportamento cattoliche” purtroppo si è impiccata con le sue stesse mani nel momento in cui ha deciso di fare 2 cose altamente riprovate dalla CCAR (fare figli senza essere sposata e usare la fecondazione artificiale).
Non è bello ma c’è poco da farci.

Quindi eviterei di parlare dei perfidi padroni che vogliono erodere le lotte sindacali in relazione a questo caso, in quanto le legislazioni USA e quelle europee non sono nemmeno lontanamente paragonabili (in effetti per un dipendente e moooolto meglio lavorare in EU).

Batrakos

Anche noi presto non avremo più i contratti collettivi…l’american dream si avvicina, purtroppo…

Francesco S.

Spero proprio di no, o la vedo male non per i lavoratori ma per i governanti. Ma meglio non parlarne qui.

San Dokan

@ Batrakos

È sempre più raro trovare tanta verità in così poche parole. Che dire: peccato che troppa poca gente riesca a vedere e capire queste cose come ci riesci tu.

Senjin

Si e no. Ci sono, nel bene e nel male, degli standar minimi dettati dalla UE.
Quindi, per fortuna, dubito che ci troveremo effettivamente in una situazione all’americana.

Il discorso sarebbe lungo ma il mercato del lavoro italiano ha bisogno di una rinnovata profonda su tutti i fronti. Sia sul fronte tutele, ma anche sul fornte contrattistica e flessibilità.

Federico Tonizzo

Ok, la “dottrina” cattolica è assolutamente demenziale, e questo si sa.
Capisco benissimo il fatto che la signora abbia firmato quel contratto anche se poi ha fatto ricorso all’inseminazione artificiale, vista la demenzialità della “dottrina” cattolica e soprattutto vista la difficoltà di trovare lavoro di questi tempi.
Però, per evitare guai in quell’ambiente così gretto e così ostile all’umanità, forse sarebbe bastato che la signora NON avesse rivelato come fu che si trova incinta, e, se qualche collega o superiore indiscreto gliel’avesse domandato, forse alla signora sarebbe bastato rispondere di essere rimasta vittima di una violenza al buio da parte di sconosciuti (e quindi non denunciati per l’impossibilità di riconoscerli) ma di voler comunque tenere (cristianamente) il figlio… La bugia sarebbe stata forse vissuta intimamente come un umiliante ripiego, ma sarebbe dovuta essere invece vissuta intimamente con orgoglio, visto che era per evitare il rischio di venir licenziata a causa della demenzialità dell’ambiente di lavoro.

whichgood

Nono sono sicuro che sarebbe funzionato. E’ meglio se dichiarava di voler abortire; allora l’avrebbero costretta a portare avanti la gravidanza pena il licenziamento.

faidate

Molti anni fa, la signora irlandese che lavava la vetreria nel laboratorio che frequentavo negli USA mi disse che prima era cattolica, ma, siccome la Chiesa non le permetteva il divorzio, aveva cambiato religione. Spero che la licenziata si sia almeno sbattezzata.

ALESSIO DI MICHELE

Voglio porre un problema: premetto che, come disse “il Vernacoliere”: “noi ‘un s’ è razzisti perchè ci stanno sul caxxo alcuni di un certo ‘olore: a noi ci stanno ‘nsur caxxo di tutti ‘olori”, pongo questa ipotesi: il sig. Rossi apre un esercizio pubblico in uno di quei “posticini” dell’ Alabama dove impera il Ku Klux Clan. Trova un dipendente negro bravissimo, efficiente, preparato,…, ma, ovviamente, per tenerlo perde clientela e deve chiudere. Oppure lo licenzia ed i suoi affari vanno a mille. Ch’ ave a fà ?

Magari è lo stesso per quella scuola (ipotizzando che non prenda sussidi pubblici).

ser joe

Senza andare in Alabama ti racconto cosa è successo ad un mio amico a Cremona.
Aveva un negozio frequentatissimo. Era un assiduo donatore Avis ed avendo ricevuto l’encomio con tanto di pergamenta e medaglietta d’oro, orgogliosamente la attaccò al muro del negozio. Pian piano ogni giorno aveva meno clienti e pensava fosse a causa dell’apertura di ipermercati. Quando si accorse invece che la causa era perchè si trovava in una zona a forte presenza di testimoni di geova ormai era tardi e dovette chiudere l’attività.

Paul Manoni

Sono oggettivamente indeciso. Non so se mi fà più pena una ragazza che viene licenziata per un contratto che lei stessa a firmato con un’istituzione criminale travestita da istituzione benevola, o se mi fanno più pena coloro che ce l’hanno licenziata quando in attesa di avere un figlio, nonostante ciarlino in continuazione di “difesa della vita” e “abortisti pro-morte”.
Davvero una bella gara… 😯

Sandra

Il prete che ha licenziato questa donna, padre James Kiffmeyer, venne sospeso in seguito ad accuse mossegli da due studenti maggiorenni, e il prete contestò la decisione del suo vescovo fino ad ottenere, dopo ricorso alla Congregazione del clero nel 2002, la revoca della sospensione e l’incarico di amministratore pastorale presso la Holy Family School. Secondo il comunicato dell’arcidiocesi di Cincinnati, il prete arrivò a un accordo finanziario a quattro cifre.

Dal punto di vista cattolico è proprio un caso di “Da che pulpito…”.

Beatrice

Mettiamola così negli Stati Uniti le imprese fanno quello che vogliono, ma mettere nei contratti che una persona deve seguire anche nella sua vita privata una certa religione rende impossibile ad un tribunale di uno stato decidere se ci sia stata violazione, buona o cattiva fede, rispetto della vita privata della persona.
Se apro una scuola anti-cattolica e nello statuto richiedo che il personale deve negare la transustanziazione (sto un po’ esagerando per farmi capire, ma nemmeno troppo ci sono delle NGO che hanno questo requisito nello statuto), appena un membro del personale va alla messa cattolica, o si sposa con un cattolico/cattolica lo chiamo davanti ad un dirigente che gli chiede di dimostrare che non crede alla transustaziazione e siccome il dirigente non è abbastanza convinto, il dipendente viene licenziato perché ha violato la clausola di anti-cattolicità.
Ora, per quanto questa clausola qualche volta mi piacerebbe metterla in risposta a clausole simili che i cattolici “dimenticano” qua e la, è evidente che non si può fare uno stato decente se si tollerano trappole legali inverificabili di questo tipo.
Se un dipendente pensa di essere stato svantaggiato ingiustamente, e si va a lamentare in un tribunale, il tribunale cosa verifica? Che i preti cattolici che hanno ricevuto dal papa il potere di transustanziazione siano segnalati con il contatore Geyger oppure brillino al buio?

Se un’impresa può mettere nei contratti clausole religiose la conseguenza è che può discriminare e licenziare i propri impiegati quando vuole.
I cattolici se lo ricordano volentieri quando sono minoranza nei paesi di maggioranze islamiche o indù, mentre quando sono maggioranza o sono relativamente forti se lo dimenticano volentieri.

Beatrice

Una seconda rifleissione: se una scuola chiede ai dipendenti per contratto di seguire le regole del cattolicesimo anche fuori dalla scuola, e un dipendente non fa battezzare il figlio (lasciando ad es. al figlio di decidere se farsi battezzare o meno quando avrà l’età per capire di cosa si tratta, posizione che mi sembra non sia perniente anti-religiosa ma piena di buon senso), allora la scuola può licenziare l’impiegato perché non ha fatto battezzare il figlio nella religione della scuola?

Batrakos

Io sto dalla parte della tipa in questione, perchè, giustamente, se si accetta il cattolicesimo se ne portano le conseguenze, ma questo vale per scelte di vita privata e di etica, non può essere la conditio sine qua non per un contratto di lavoro.
Se la legge USA permette contratti del genere, è la legge ad essere abominevole.
Che poi la tipa abbia firmato ‘liberamente’ e può cercarsi un altro lavoro…beh, chi scrive questo forse non si rende conto che quando c’è di mezzo la sussistenza materiale la libertà di scelta è molto limitata e, di questi tempi, dire di cercarsi un altro lavoro è, appunto, fuori dalla realtà delle cose.
Io sto sempre per la parte debole: davanti ad una lavoratrice che va contro un contratto (anche se lo aveva firmato, si possono contestare anche impegni firmati se questi sono ingiusti e se una parte non era nelle condizioni di poter scegliere liberamente, visto che bisogna pur mangiare) ingiustamente lesivo della sua condotta extralavorativa e che nulla c’entra con le sue mansioni, a me pare impossibile pensare che si possa dire che sono affari suoi perchè può cambiar religione.
Esistono, se si accetta il concetto di democrazia (come teoricamente qua fanno tutti) diritti base, che valgono per qualsiasi cittadino indipendentemente dalla religione che vuole seguire…e poter svolgere il lavoro per cui si è qualificati, essendo giudicati solo sulle proprie capacità, è uno di questi, almeno secondo me.
Che poi la legge USA dica altro non vuol dire nulla, non è che le leggi siano sempre giuste e da osservare, altrimenti, estremizzando il concetto, Rosa Parks sarebbe semplicemente una piccola delinquente.

Sandra

Debole in che senso? Questa donna ha studiato in una scuola cattolica (con una borsa di studio di palla a volo) e ha cercato lavoro in una scuola cattolica nel 2008: evidentemente le piaceva l’ambiente, pur dichiarandosi non cattolica ma cristiana. Se io assumo alle mie dipendenze una persona e le chiedo un certo comportamento, mi aspetto che la persona sia coerente con la mia “linea”. E una gravidanza non è qualcosa che si possa nascondere, questo una donna lo sa. Se fosse rimasta incinta per sbaglio, l’avrei difesa. In questo no, possibile che non sapesse, e che non dubitasse, e quindi non le sia mai venuto in mente di chiedere prima? Comunque sta ancora a ringraziare perché la figlia è un dono di Dio. Magari troverà lavoro in una scuola cristiana. A me sembra strana una che a 32 anni mette in piedi tutto questo pasticcio, io non la assumerei.

Batrakos

La parte debole è il lavoratore, visto che le condizioni a cui deve lavorare le stabilisce un altro, che ha molto più esercito di riserva tra cui scegliere, rispetto alle possibilità del lavoratore di trovare un lavoro e un reddito equivalente che invece sono molto più scarse.
In qualsiasi trattativa, chi ha meno chance è la parte debole per definizione.
Ora, che uno per assumere una lavoratrice debba volere una sua condotta etica e che non rimanga incinta per me è fuori di ogni umanità, ancor prima che di democrazia sociale.
E che poi una sia ipocrita e non segua la sua religione quando non ne ha voglia è materia che deve interessare al prete che la confessa, ma in alcun modo può entrare su una trattativa di lavoro; se si ha la pretesa di chiamarsi democrazia credo che uno Stato non possa permettersi ciò.

Sandra

Batrakos,
lei ha firmato un contratto:
“CONTRACT CLAUSE DIAS AGREED TO WHEN HIRED
The teacher will “comply with and act consistently in accordance with the stated philosophy and teachings of the Roman Catholic Church and the policies and directives of the School and the Archdiocese.””

La scuola è un’impresa che lavora offrendo un servizio ai suoi “clienti”. Se i genitori che pagano per il servizio “educazione cattolica” l’impresa deve essere coerente, se vuole sopravvivere. Anche l’impresa è parte debole se perde lavoro, non ti pare? Il lavoro non è un diritto, è uno scambio, ci sono clausole dare e avere: una volta che hai firmato un contratto, le parti danno il diritto che sia rispettato e il dovere di rispettare. Questa donna è giovane, appena laureata, come sistemista non mi sembra proprio risponda al profilo di lavoratrice debole, tipo metalmeccanica cinquantenne. Si è cercata una gravidanza chiaramente in contrasto con quello che aveva firmato. Se il datore di lavoro impone una sua linea, in assenza di contributi statali e di monopolio, è libera scelta, la debolezza non c’entra. Sarebbe interessante capire se la donna in questione per esempio abbia continuato a cercare un altro lavoro, mentre era impiegata in queste due scuole cattoliche.
Che poi l’amministratore abbia avuto anche certi trascorsi, completa il quadro, ma appunto non mi sento di difendere una persona che sceglie di lavorare in tale contesto, consapevole di cosa sia il cattolicesimo dato che ha studiato in un college cattolico, in un ambiente chiaramente ipocrita, e poi vuole imporre una sua scelta.

Batrakos

Il lavoro, almeno da noi, mi pare che sia un diritto, e, allo stato attuale del rapporto domanda/offerta nel mercato del lavoro (salvo alcune professioni) mi pare difficile pensare che un’impresa perda lavoro, tantopiù evidentemente, guardando il dato empirico, se può permettersi di porre condizioni così stringenti per i contratti.
Per cui, oggi più che mai, nella trattativa lavorativa le parti non sono alla pari, tantopiù, come dirò meglio alla fine, dove lo Stato non entra e la trattativa è tra due.

Poi, sul resto c’è poco da dire: se a te pare normale per una democrazia far rientrare in un servizio scolastico il fatto che l’insegnante debba mantenere un profilo privato cattolico, quando è sufficiente che insegni la materia secondo programma, a me no.
Io infatti non me la prendo con l’impresa, che fa il suo gioco e potrà avere una maggior pubblicità tra i cattointransigenti (e questo è il destino di non avere una scuola pubblica forte, ovvero trasformare l’istruzione in marketing, che se va bene va bene per le merci ma l’istruzione non è una merce), quanto con lo Stato, che dovrebbe essere l’ente terzo atto a dirimere, attraverso l’applicazione di cardini base della democrazia sociale, quella che stabilisce che il lavoro è un diritto, il quale ovviamente vuole che il lavoratore abbia precisi doveri professionali, su cui, se siamo laici, non possiamo permettere che si giudichi la vita privata di una lavoratrice.
Ma laddove si riduce il lavoro ad una semplice trattativa tra due parti (come rischiamo che avvenga anche qua) è chiaro che il lavoratore è sempre più debole, non avendo una forza organizzata come sponda politica e sindacale nè avendo stabiliti i suoi diritti.

Batrakos

Correggo, nemmeno è un’insegnante, ma una sistemista…per cui non si pone nemmeno il dilemma tra la materia insegnata e la condotta privata.

Sandra

Penso fosse anche insegnante: la persona che l’ha sostituita dal 2010, Ed Keyes, risulta essere “Technology Coordinator/Teacher at Holy Family School, Cincinnati and Computer Teacher at St. Lawrence School, Cincinnati”.

Batrakos

Ok, ma anche fosse insegnante in una scuola cattolica a me pare impensabile -impensabile come detto non riguardo all’impresa (che poi la scuola possa essere gestita a mo’ di impresa a me pare un altro problema enorme) la quale ha le sue strategie di marketing ma riguardo allo Stato e alla tutela dei diritti- che debba seguire la morale cattolica nella sua vita privata quando compito di un insegnante è attenersi ai programmi.
Peraltro anche questo tipo di problema si porrebbe più per un’insegnante di storia, la quale magari dovrebbe insegnare la sua materia dando un taglio preciso e magari andando contro le sue idee, ma per una che insegna informatica credo che sia difficile -per la natura della materia stessa- che insegni la materia con una linea ideologica anticlericale.
Per finire: la scuola-impresa arriva a prendersi delle ‘libertà’ di questo tipo proprio per la mancanza di tutela politica al lavoratore, e questo contesto agli USA.
Dove esistono maggiori tutele dei lavoratori non si possono imporre contratti contrari ai diritti stessi, anche se il lavoratore li firma.
Che poi ciò sia un bene o un male, dipende dalle proprie concezioni sociali di fondo, non rientra ovviamente nell’ambito dell’oggettività scientifica, anche se la totale deregulation del lavoro non mi sembra diffondere benessere sociale, se non per le classi altissime.

Sandra

Quindi secondo te una scuola privata cattolica (o islamica o altro tipo dogmatico) non ha diritto di esistere. Perché se una docente ha il diritto di lavorare in contrasto con la policy della scuola, ciò corrisponde al dovere della scuola di assumerla, perdendo contemporaneamente la possibilità reale di dichiararsi cattolica.
Io, poniamo genitore cattolico convinto, ho il diritto o no di mandare mio figlio in una scuola in linea con il mio credo? Se sì, la scuola ha il diritto di esistere e di offrire questo servizio. Di conseguenza i dipendenti, firmando un contratto che li vincola, decidono di lavorare secondo questa linea. Se la scuola viene obbligata ad avere docenti in contrasto alla propria linea, corre il rischio che i genitori esercitino il loro diritto a cambiare scuola. Ma lo puoi vedere anche girato: se un domani scoprissi che la babysitter che si occupa dei tuoi figli recita la preghiera prima di mangiare come sua irrinunciabile necessità, come concilieresti il suo diritto al lavoro con il tuo diritto a non volerla più per casa?
Se tu affermi un diritto assoluto di qualcosa (in questo caso il lavoro), qualcun altro è obbligato a un dovere corrispondente. I diritti qualcuno alla fine li paga, e se hai un’impresa devi fare i conti con le richieste del cliente, come il fatto riportato da ser joe, perché alla fine con i diritti non mangi.

Sulla deregulation al lavoro potresti guardare la situazione in Olanda, dove non mi sembra che la liberalizzazione abbia portato a miseria. La vedo molto più nera, la miseria, in posti dove il diritto al lavoro ha portato a un enorme numero di dipendenti statali che poi lo Stato non è più in grado di mantenere (Grecia), essendosene assunta il dovere.

Batrakos

Io molto più semplicemente e banalmente dico (e in Italia lo dice pure la legge) che una scuola, per privata che sia, non può mettere bocca sulla vita privata di un suo dipendente fuori da orario e luogo di lavoro (dunque il parallelo della baby sitter non tiene minimamente, visto che, se lo facesse, in ogni caso, che a me vada bene o no, lo farebbe durante il lavoro, non fuori dove non ho poteri su di lei; allo stesso modo non tiene l’altra… ella non ‘lavora’ contro la policy, ma fa quel che vuole del suo privato, non durante il suo lavoro), ma solo sulla professione.
L’Olanda è forte soprattutto nelle banche -a proposito, due banche olandesi erano tra quelle che detenevano il debito greco, ma posso sbagliare- e in altri settori che non mi pare siano legati alla produzione manufatturiera; l’esempio degli Usa, massimo esempio di deregulation, ci dice che le cose non vanno benissimo (la Germania invece che ha politiche decenti di regulation non mi pare vada male), e io parlavo di diritti del lavoro generale e non solo di dipendenti statali (sulla Grecia il discorso è anche più complesso e secondo me il grosso errore greco fu quello di voler entrare in Europa con una situazione a monte già difficile pensando di ottenere miglioramenti che forse avrebbe avuto maggiormente rimanendo fuori).
Riguardo a come la penso sulle scuole private: per me se non ci fossero sarebbe meglio, ma, al di là delle mie idee, considerarle come un negozio (dunque il cliente può cambiare scuola-negozio perchè lì ci sono le insegnanti che non restano incinte) è allucinante, anche per la qualità della scuola.
Infatti le scuole private di elites, quelle che costano ma hanno anche qualità, non licenzierebbero una dipendente se valida per un motivo del genere, ma solo per scarso rendimento o comunque situazioni legate al lavoro e non alla privacy).
Se il discorso di Ser Joe vale appunto per le merci, siamo di nuovi pronti a considerare l’istruzione una merce, ma, con quest’ottica stiamo attenti, perchè come spesso non sono le merci migliori come qualità a sfondare sul mercato, la stessa cosa potrebbe darsi per l’istruzione con conseguenze pesantissime sulla società intera.

Sandra

Guarda che non ho detto che condivido lo spirito di questi allucinati! Che uno giudichi una professionista dal come e perché resti incinta, non sta in piedi, ma è la mia opinione. Che si fa, li rinchiudiamo? No, perché non è democratico. Se vogliamo essere democratici, dobbiamo assicurare agli altri il diritto di opinione ecc.
La scuola privata è come una casa, e se io insegno certe cose ai miei figli, pretendo una certa coerenza da coloro che dovessi assumere. Ora, di queste due scuola cattoliche, una accoglie 170 bambini, dalla scuola dell’infanzia e poi otto anni di scuola. Te lo immagini il bambino che chiede “ma tu sei sposata? E chi è il papà? Come hai fatto a restare incinta?”. La risposta a un bambino è dovuta e deve essere il più possibile sincera. Capisci che c’è qualcosa che non va in questo, dal loro punto di vista, ovviamente. Io e te non avremmo nessun problema, ma una famiglia di ciellini non accetterebbe un’insegnante del genere. Sbagliano? Per me sì. Ne hanno diritto? Eh sì, hanno diritto, c’è il diritto di essere stupidi e bigotti. Non c’è rimedio.
Invece la signora in questione che ha dichiarato “I’ve always wanted to have a baby, I’ve always known that. That’s why I became a teacher, because I love kids. I didn’t think it would be a problem.” fa un po’ la figura di quella che scende dal pero. Non pensava che fosse un problema??? In due scuole cattoliche che dipendono dalla diocesi?? A me sembra una un po’ fulminata, se è sincera, no? Anche se ha tutto il diritto di esserlo.

Una delle due scuole, poi, ha un Parent Group che si riunisce una volta al mese, per cui non è detto che la questione non sia stata definita in questi termini per volere dei genitori. Che hanno il diritto di vedersi come clienti della scuola, la pagano, no? O pensi sia meglio imporre la scuola di stato obbligatoria? Si può fare, ma anche in questo caso le conseguenze per la società sono piuttosto pesanti.

Sandra

Piccola parentesi ot su Germania e Olanda:
Lavoratori/GDP industria: Germania (29,7%/27,9%) Olanda (29%/19%)
Lavoratori/GDP servizi: Germania (67,8%/71,3%) Olanda (64%/79%)

Batrakos

Il problema rimane l’arbitrio totale: per me, e credo anche per la nostra costituzione, un genitore bigotto non ha il diritto di volere i propri figli circondati da gente che segue la morale a lui prediletta, come un genitore creazionista non ha diritto che il figlio impari il creazionismo come verità, o un nazista che il figlio studi la shoah col metodo negazionista e via così…è il solito problema delle religioni (e di alcune ideologie) rispetto alla società che dovrebbe giuridicamente superare il diritto alla scuola privata (dove si insegna religione, si chiede e si offre un certo contegno e approccio culturale) che però non può arrivare a giudicare la privacy dei suoi dipendenti, perchè altrimenti si rischia una società di tipo totalitario o alla peggio separatista, dove le diverse ‘culture’ seguono le loro regole etiche.

Che poi lei, personalmente, non sia un’esempio di coerenza etica, anzi risulti anche antipatica, pare anche a me, ma qua il problema è generale e riguarda la sfera di influenza dello stato nella scuola, e se ci fai caso io non me la sono mai presa con la scuola privata in questione, visto che, credo, agisce a norma di legge dunque secondo suo diritto.
Quello che non mi piace in questa situazione, come non mi piacciono le due parti in causa, è il ruolo dello Stato e a questo mi riferivo; per il resto, umanamente, non ho molta simpatia per la tipa e condivido quel che dici su di lei.

Sandra

Ma scusa, ma certo che il genitore ha il diritto! Non piace che ce l’abbia ma ce l’ha! Se un genitore crede nel creazionismo ha diritto di insegnarlo a suo figlio (pensa che un compagno di mio figlio alle medie ogni tanto si tappava le orecchie per non sentire cose che contrastavano con quello che gli era insegnato a casa!), e lo fa, e lo stato non può negare questo diritto che rientra nella libertà di opinione. Lo stato può sempre esercitare il suo diritto a non assumere una persona del genere come insegnante (che quindi non ha alcun diritto al lavoro che gli arrivi dall’alto: se per contratto deve insegnare una cosa, la deve fare).
Ah, un’amica mi raccontava che l’insegnante di scienze delle medie di suo figlio ha dichiarato in classe di non credere allo sbarco sulla luna (tra l’altro sembra senza spiegazioni, come dogma, “una cosa inventata dagli americani”). Tu cosa faresti, vale più il diritto dei ragazzi a un’educazione scientifica o il diritto al lavoro dell’insegnante?

Sandra

“non può arrivare a giudicare la privacy dei suoi dipendenti”

Direi di no. Il punto è che il pancione non è qualcosa che una donna incinta può nascondere. Forse avrebbe potuto chiedere un anno sabbatico, e tornare al lavoro senza che questo ponesse un conflitto palpabile con la scuola. Trovo che nei rapporti anche di lavoro ci voglia una certa correttezza, quando possibile. Forse se avesse gestito con maggiore trasparenza la faccenda non si sarebbe trovata in questa situazione. Cosa aveva da perdere? Che le dicessero che l’avrebbero licenziata? Beh, è quello che è successo. Messi di fronte al fatto compiuto i preti si sono risentiti, e sinceramente in questo caso non mi sento di dare maggior torto a loro: lei ha accettato le loro regole, e loro si aspettavano che le seguisse. Mi spiace, ma lei per me ha sbagliato. Sarà un caso, ma a sostituirla è stato chiamato un uomo.

Batrakos

No, non è ammissibile secondo me che si insegnino cose false ed assurde come vere, pena la diffusione dell’ignoranza sociale e dell’oscurantismo e danni enormi futuri a quei ragazzi e alla società.
Un conto la diversità di opinioni, ma esagerare al punto il diritto di un genitore fino al punto di permettergli di insegnare al figlio ad essere, chessò, razzista oppure, come nel caso, discriminatore di chi agisce fuori da una certa morale, oppure a credere che la terra è piatta o che il sole gira intorno alla terra lede il diritto del figlio ad avere una giusta educazione ed istruzione.
Per il diritto di un genitore ad insegnare al figlio lo stigma sociale non si possono secondo me barattare addirittura due diritti: il diritto di un lavoratore ad essere valutato per le proprie capacità e non per quel che fa fuori dal lavoro, nel suo tempo, si badi bene, libero o lasciare che a decidere che questa violazione sia possibile sia l’arbitrio di una scuola privata che deve vendere ai genitori compiacenti il proprio pacchetto-merce educativo; e il diritto del figlio a ricevere un’educazione improntata alla democrazia e alla tolleranza, e nemmeno barattare questa educazione per la libertà di impresa (che per la verità qua sarebbe una scuola…) mi pare molto laico e/o democratico.

Ci sentiamo dopo, devo chiudere brevemente ma oggi ho parecchio tempo, per cui se mi sarà possibile tornerò a seguire.

Batrakos

Sandra, non avevo letto il secondo intervento, che comunque è abbastanza contenuto nella risposta sopra.
A parte che bisogna vedere le leggi sulla maternità e l’aspettativa di là…ma, anche se fosse…il diritto all’insegnamento dello stigma sociale, anche non fosse una cosa direttamente legata alla privacy, non può arrivare a far licenziare una persona che fuori del suo lavoro si avvale di un diritto che come cittadina le è garantito; non in una società libera, democratica e civile.
A me questa -contrariamente ad altre discussioni tra noi oggettivamente controverse, come quella sui musulmani- sinceramente pare una faccenda di una semplicità interpretativa esorbitante.

Sandra

Ma un pancione è esorbitante! Infatti se ho capito bene la sua difesa verterà sul fatto che un uomo donatore di sperma, docente in una scuola cattolica, non verrebbe licenziato, e che quindi il suo licenziamento in quanto donna poggia sulla discriminazione di genere.
Non conosci dei ciellini? Io non posso immaginarmi che sia pensabile imporre a questi un’insegnante che passa tra i banchi, incinta per inseminazione artificiale e senza essere sposata, non possono accettarlo. Come se ci fosse una scuola di vegani e dalla borsa dell’insegnante spuntasse una busta di prosciutto e salame. Non che sia proibito all’insegnante mangiarlo ma certo non di fronte ai bambini che i genitori vogliono siano educati al rifiuto della carne. Purtroppo per le donne la gravidanza le discrimina, è una realtà oggettiva. Un uomo potrà sempre sostenere di essere vergine e casto, ma per una donna che pretendesse di sostenere altrettanto, il pancione è un po’ come il naso di Pinocchio. Una specie di manifesto che dice “siamo bugiardi!”. questo è il vero problema per i cattolici!

Alex

@Sandra
Il genitore che crede nel creazionismo ha certamente il diritto di dire al figlio quello che vuole. Ma non ha il diritto di pretendere che in una scuola si insegnino le sue credenze.
In una scuola (sia essa statale o privata) vanno seguiti programmi forniti dal ministero.
Ne va del diritto dell’alunno a ricevere un’istruzione adeguata.
O ti sembrerebbe giusto che un genitore razzista potesse fare frequentare al figlio una scuola in cui gli insegnamenti consistono nella supremazia della razza bianca o nel negazionismo dell’olocausto? L’esempio del ragazzino che si tappa le orecchie mi ha fatto venire un misto di rabbia e tristezza. L’ennesimo genitore che considera il figlio come una sua piccola fotocopia. Come se un figlio non fosse una persona che ha il diritto di avere una propria opinione. Comunque ad esempio il genitore del ragazzo con le orecchie tapppate non ha di certo il diritto di pretendere che il figlio non sia interrogato sull’argomento “non gradito” e in caso di risposta non corretta non deve lamentarsi del brutto voto che ne consegue.

Batrakos

Sandra.

Per questo dico che non ci può essere diritto ad insegnare lo stigma sociale, nel senso che questi bambini -che ai genitori stia bene o no- impareranno che al mondo c’è gente che rimane incinta; poi sta all’insegnante decidere come destreggiarsi sulla spiegazione ai pargoli.
Ma che questa possa essere una giusta causa di licenziamento mi sembra impensabile.

SilviaBO

In generale concordo con Batrakos: il lavoro e la vita privata sono due cose separate e un datore di lavoro non ha diritto di impicciarsi in ciò che un dipendente fa al di fuori del lavoro.
Però è anche vero che non tutti i lavori sono uguali, alcuni richiedono l’adesione a certi canoni di comportamento che possono anche sconfinare nella vita privata, nel senso che la loro violazione in ambito privato ha influenze sulla credibilità del lavoratore in ambito pubblico. Ad esempio, se una persona lavora raccogliendo fondi per un’associazione di vegani e viene vista mangiare una fiorentina, chi le ha dato i propri soldi può perdere fiducia nell’associazione, che viene quindi danneggiata.

Batrakos

Silvia.

Concordo: infatti c’è solo da vedere se un tipo di lavoro non entra in conflitto coi precetti etici della persona (un poliziotto nonviolento per esempio).
Qua il problema non si pone: parliamo di una sistemista informatica, che, non essendo luddista o primitivista, non ha di questi problemi.

Francesco S.

In Italia cosa fa il lavoratore a casa sua, se non lede la legge, e fa bene il suo lavoro, non può essere motivo di licenziamento e non può essere incluso in clausule contrattuali.

Questo è sancito nella costituzione e nelle leggi nazionali a difesa di tutti, credenti, non credenti, movimenti filosofici. E questo è un principio di laicità

Senjin

@Batrakos

Beh ringrazia i sindacati e la “tutela del lavoratore a prescindere”. Sai che se un dipendente passa tutto il giorno a sfogliare siti porno invece di lavorare non puoi usare i log server per dimostrare la giusta causa? Perchè, poveriono, violi la sua privaci… il suo diritto ad usare beni e mezzi aziendali per farsi solo i fatti suoi.
Sai che se qualcuno ruba in azienda non puoi mettere telecamere che riprendano i lavoratori?
Per non parlare dei contratti che premiano solo il mero presenzialismo (anzianità) e non la produttività. Cosa che, ovviamente, và a trascinare in basso la qualità del lavoro visto che oltretutto in italia chi si fà il mazzo al lavoro viene visto come fumo negli occhi.

Nei paesi scandinavi non esite l’illicenziabilità del fannullone come da noi. Se non c’è giusta causa (abuso mezzi aziendali, furto, danneggiamento propietà, ecc) l’azienda per licenziarti deve darti una buona uscita pari a 2 anni di stipendio. Non mi sembra così male, con 2 anni di stipendio hai tutto il tempo di cercarti un altro lavoro. Solo in italia c’è il feticcio del posto fisso dove stare 20 anni a “tirare a campà”.

Un altro grosso problema è il costo del lavoro. Giusto per chiarire: se tu in busta paga prendi un lordo di 1500 €, oltra a questo l’azienda solo in contributi diretti ne sborsa altrettanti. Per non parlar poi dei vari TFR, assicurazioni globali, ecc, ecc.
Ora come ora assumere un dipendente è un terno al lotto. Sai che ti costerà un occhio della testa ma non hai nessuna garanzia che lavori bene.

Vogliono almeno fare finta di rilanciare l’economia? Bisognerebbe iniziare con:

– riduzione del cuneo fiscale come minimo del 5% sia sul lavoratore che sul datore
– modifica dell’art.18 introducendo la licenziabilità con buona uscita (stabilita per legge in un numero di almeno 20 mensilità)
– abolizione dei vari CCNL(*) per istituirle uno unico con “bonus base ” riconosciuti per rischi biologici legati al lavoro (es.chimico), turni, lavoro pesante\usurante, lavoro stressante(**), ecc.
– introduzione di sistemi di valutazione del merito\produttività ed aumenti contrattuali legati a questo.

(*)Io digerisco molto, molto malte il fatto ad esempio che a parità di mansione con alcuni CCNL si prenda molto di più che con altri. Giusto per fare un esempio una segretaria in una metalmeccanica ha 13 mensilità, una segretaria in banca prende uno stipendio base più alto e 16 mensilita.
(**) Ci sono fior di studi sugli effetti negativi sulla salute dello stress eppure a nessuno è mai venuto in mante di compensare questo sacrificio al lavoratore.

Con le attuali condizioni del mercato del lavoro italiano NESSUNO è interessato a investire. Le tasse sono spaventose, il costo del lavoro è enorme e manca completamente un equilibrio fra la tutela del lavoratore e il diritto di una azienda di retribuire chi effettivamente lavoro e non chi ozia e basta.
Un dipendende fannullone, sopratutto nelle PMI, danneggia innanzitutto i suoi colleghi inquanto genera carichi di lavoro maggiori per gli altri e danneggiando la “salute” dell’azienda a lungo termine rischia di essere una delle cause che può portare a riduzioni generiche di personale per tagliare i costi.

Ok ora linciatemi.

Batrakos

Ti sei già risposto.
Dove non c’è l’articolo 18 e c’è più facilità di licenziare esistono ammortizzatori sociali che noi non ci sognamo.

Sul resto: l’Italia era forte per il made in Italy, ovvero la qualità delle manifatture.
Portare al precariato e al risparmio sul costo del lavoro e della sicurezza fa sì che le maestranze lavorino male e facciano fatica ad apprendere il lavoro: non mi sembra che dalla legge 30 in poi, la grande deregulation preceduta da Treu, la qualità della produzione sia migliorata, con la differenza che abbiamo cifre record di morti sul lavoro, e il toyotismo mi sembra proprio incrementare le condizioni che tu imputi esclusivamente alla negligenza del lavoratore.

Batrakos

Ovviamente il discorso di riorientare la produzione, posta ormai l’assurdità del concetto classico di crescita industriale in situazioni ambientali limite, valorizzando il territorio e l’eccellenza e dunque organizzare diversamente le infrastrutture e il lavoro (togliendo a monte il problema insolubile in questo tipo di economia di ricollocare la mano d’opera eccedente) è secondo me l’aspetto che oggi sfugge all’operaismo classico della Fiom, che ancora deve capire Latouche e gli studiosi a lui ispirati e che sfugge anche a molti liberali.
Non è un caso che il problema del lassismo sul lavoro è un aspetto generale del problema della cultura dell’italiano, cioè totale assenza del senso della collettività nazionale rispetto al senso del proprio privato, e che probabilmente deriva dalla nostra stessa storia patria.

Aggiungo che, per evitare il lassismo di molti, precarizzare la vita di tutti non mi pare la risposta più produttiva a certo corporativismo sindacale: la possibilità di licenziare per scarso rendimento c’è e può essere migliorata (ridurre il numero dei richiami per il licenziamento, superamento di norme esasperate sulla privacy), e basta lavorare lì anzichè operare su un diritto generale, quello della stabilità del lavoratore onesto.

Otto Permille

Che ridicoli! Proprio loro che venerano una “single”, tale Maria, rimasta incinta per vie traverse.

paniscus

ALMENO, a differenza dell’Italia, negli Stati Uniti questo genere di scuole hanno un pregio: si compiacciono di essere indipendenti da tutte le istituzioni statali, e non si sognano di chiedere fondi pubblici allo stato.

In Italia farebbero esattamente la stessa cosa a una dipendente incinta, ma in più lo farebbero rivendicando diritto di essere mantenuti dalle istituzioni pubbliche…

Lisa

paniscus

Ma scusa, ma certo che il genitore ha il diritto! Non piace che ce l’abbia ma ce l’ha! Se un genitore crede nel creazionismo ha diritto di insegnarlo a suo figlio (pensa che un compagno di mio figlio alle medie ogni tanto si tappava le orecchie per non sentire cose che contrastavano con quello che gli era insegnato a casa!), e lo fa, e lo stato non può negare questo diritto che rientra nella libertà di opinione.

Il genitore ha diritto di insegnare al figlio quello che vuole, certo… ma NON HA il diritto di pretendere che tutto il mondo circostante si adegui alle sue posizioni, e che il figlio sia tenuto completamente isolato da qualsiasi opinione diversa, e che sia tenuto addirittura all’ìoscuro dell’esistenza di opinioni diverse.

Il ragazzino che dici tu, appunto, si tappava le orecchie, ma a scuola ci andava, e presenziava anche alle lezioni che non piacevano alla famiglia.

E’ cosa ben diversa dall’eventualità che quella famiglia avesse preteso che quelle lezioni non venissero tenute affatto, perché il figlio non doveva venirci a contatto per niente, o venire a sapere che esistessero!

Lisa

Sandra

Certo, ma appunto mi riferivo all’eventualità di una scuola di fede creazionista. Se però stabiliamo che la legge dello stato vale sopra qualsiasi contratto privato (che per me va benissimo), arriviamo al punto in cui una scuola privata non può garantire di avere docenti coerenti con la propria “linea educativa” perdendo di fatto la propria denominazione. Il che sembrerebbe essere una dimostrazione che il pensiero religioso, nel momento in cui “va nel mondo”, non può sopravvivere. A me può andare bene, però mi sembra che in un certo senso cozzi con la libertà di opinione, dato che nella pratica la rende impossibile. Non so se mi sono spiegata, ma mi sembra che a questo punto l’unico modo che ha la chiesa cattolica di avere una scuola “garantita” cattolica sia di avere solo personale non laico, perché il personale laico ha il diritto di abortire, divorziare, concepire in modo non naturale, ecc.

Giorgio Pozzo

Dov’è che il catechismo proibisce la fecondazione artificiale?

Negli USA tutte le norme vengono prese alla lettera. E, soprattutto, la mancanza esplicita delle medesime. Esiste gente che ha fatto causa (vincendo, credo, ma non ho tempo a cercare riferimenti, scusate) a un costruttore di forni a microonde perchè sopra non c’era scritto “non usare con animali vivi”. Ci avevano messo il loro gatto per asciugarlo, e la cosa ovviamente non ha funzionato.

Secondo me, se l’avvocato della donna riesce a dimostrare che la dottrina cattolica non proibisce esplicitamente la fecondazione artificiale, vince. D’altronde, lei non ha mica commesso fornicazione? Ergo, non ha violato alcuna regola cattolica.

Ovvio che se invece da qualche parte questa proibizione è scritta, allora la donna perderà sicuramente.

PS: c’è un altro simpatico esempio del quale ho alcune foto (digitali) che però sconsiglio ai deboli di stomaco. Un tizio aveva un forte prurito nel naso, e ha usato un trapano. Il risultato, mostrato nelle foto, è che mezzo naso e tutto lo zigomo sono stati distrutti. Vorrei sbagliare, ma l’uomo aveva la ferma intenzione di citare in giudizio i costruttori del trapano perchè mancava il “warning” da non usare per grattarsi.

Senjin

@Batrakos

Credo che su molti punti potremmo essere più d’accordo di quel che pensi, solo che se continuiamo a parlare dei massimi sistemi economici gli admin ci inseguono col forcone digitale 😆

Se ti và di continuare la piacevole chiacchierata mi trovi a questa mail trollollero(AT)gmail.com

Sulla notizia specifica io sono dell’idea che un datore di lavoro NON debba avere alcun modo di censurare un lavoratore per i suoi comportamenti privati. L’unico ambito cui un datore deve essere consentito intervenire e quello lavorativo, cosa e come fà un dipendente nel tempo libero sono solo fatti del lavoratore. Quindi no a contratti che impongano pseudomorali politico-religiose… purtroppo non sono io a fare le leggi ne in Italia ne negli USA.

Batrakos

Segno l’indirizzo e, casomai volessi scrivermi tu (facilmente mi dimentico), ti fornisco il mio: batrakos74 chiocciolina gmail.com
Ciao.

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