Il tavolo di lavoro sull’erosione fiscale voluto dall’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti (PDL) e capitanato da Vieri Ceriani, divenuto nel frattempo sotosegretario all’economia nel governo Monti, ha presentato la sua relazione finale. A pagina 385, la relzione affronta la misura “ICI – Enti non commerciali (enti ecclesiastici, ONLUS ed enti di
volontariato) (Art. 7, comma 1, lett. i) del D.L. n. 504 del 1992 – Misura n° 603)”, che, scrivono, “prevede l’esenzione dall’Imposta comunale sugli immobili (ICI) per gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all’art. 73, comma 1, lettera c), del TUIR destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all’art. 16, lettera a), della Legge 20 maggio 1985, n. 222 (attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana)”. E basandosi esclusivamente su “dichiarazioni dei redditi UNICO-Enti non commerciali e Anagrafe unica delle ONLUS”, stima
“una perdita di gettito pari di circa 100 milioni di euro, ottenuta simulando l’abrogazione della disposizione in esame”.
Avvenire ha già salutato con plateale soddisfazione la notizia (“nessuna cifra miliardaria”). La formulazione è però ambigua: non è infatti esplicitato che la norma presa in esame comprende anche la specifica di cui al dl 223/2006, che all’articolo 39, comma 1, specifica che “l’esenzione disposta dall’articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, si intende applicabile alle attività indicate nella medesima lettera che non abbiano esclusivamente natura commerciale”.
Avvenire ha peraltro omesso di ricordare le altre esenzioni presenti nell’elenco di cui gode la Chiesa cattolica:
Deduzione delle erogazioni liberali in denaro a favore dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero della Chiesa Cattolica Italiana
Deduzione dal reddito d’impresa con limiti determinati per le single fattispecie – tra cui: a) opere o servizi destinati ai dipendenti per finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto
Non si considerano destinati a finalità estranee all’esercizio d’impresa e sono considerati distrutti ai fini IVA, i prodotti editoriali e le dotazioni informatiche ceduti gratuitamente a enti Locali, religiosi, ecc.
Non assoggettamento ad IVA delle operazioni di divulgazione pubblicitaria svolte a beneficio di enti e associazioni che perseguono finalita’ educative, culturali, sportive, religiose e di Assistenza e solidarieta’ sociale, nonche’ delle ONLUS
Non assoggettamento ad IVA delle cessioni di beni e prestazioni di servizi ai soci, associati o partecipanti effettuate in conformita’ alle finalita’ istituzionali da associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali sportive dilettantistiche di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della Persona in presenza di determinate condizioni
Esenzione per i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto, purché compatibile con le disposizioni degli artt. 8 e 19 della Costituzione, e le loro pertinenze
Esenzione per i fabbricati di proprietà della Santa Sede indicati negli artt. 13, 14, 15 e 16 del Trattato lateranense
Esenzione a favore delle pertinenze degli edifici di culto, degli immobili e delle attrezzature fisse destinate alle attività di oratorio e similari dagli enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, nonché dagli enti delle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha Stipulato un’intesa ai sensi dell’art. 8, comma 3, della Costituzione
Occupazioni effettuate dallo Stato, regioni, province, comuni e loro consorzi, da enti religiosi per l’esercizio di culti ammessi nello Stato, da enti pubblici di cui all’art. 87, comma 1, lettera c) del TUIR, per finalità di assistenza, previdenza, sanità, Educazione, cultura e ricerca scientifica
Pubblicità relativa a manifestazioni politiche, sindacali e di categoria, culturali, sportive, filantropiche e religiose, da chiunque realizzate, con il patrocinio o la partecipazione degli Enti pubblici territoriali
Pubblicità relativa a festeggiamenti patriottici, religiosi, a spettacoli viaggianti e di beneficenza
Manifesti relativi ad attività politiche, sindacali e di categoria, culturali, sportive, filantropiche e religiose, da
chiunque realizzate, con il patrocinio o la partecipazione degli Enti pubblici territoriali
Manifesti relativi a festeggiamenti patriottici, religiosi, a Spettacoli viaggianti e di beneficenza
Occupazioni effettuate dallo Stato, regioni, province, comuni e loro consorzi, da enti religiosi per l’esercizio di culti ammessi nello Stato, da enti pubblici di cui all’art. 87, comma 1, lettera c) Del TUIR, per finalità di assistenza, previdenza, sanità, Educazione, cultura e ricerca scientifica
L’uomo corresponsabile della perdita di 6 miliardi d’euro all’anno (8×1000) ora pretende regalare anche l’ICI alla Chiesa?.
Povera Italietta…
Errata corrige
1 miliardo d’euro all’anno
se si calcola: 8×1000,ici non pagata,finanziamenti per ristrutturare edifici del vaticano, restauro chiese, restauro opere d’arti di proprietà vaticano, stipendi a preti, ed altro ancora, ogni anno gli italiani spendono circa 14.000.000.000 di € escluso gli oboli.
http://www.icostidellachiesa.it/
Se siamo sicuri delle nostre ragioni, mi pare l’occasione per metterle ancor più in risalto dimostrando l’infondatezza del documento ministeriale e la falsità e l’incomptenza (e l’ipocrisia?) di chi lo ha redatto.
D’altronde se è un sottoposto di chi afferma che non esisteono poteri forti, lui che ha vissuto sempre nella ricchezza (magari rubata) e nella classe sociale delle conoscenze (che noi più onestamente chiamiamo raccomadazioni) che cosa si può pretendere?
Errata corrige n2
è a pag 391 non 385 del documento
Correttamente l’articolista riporta che l’esenzione riguarda appunto immobili di “Enti non commerciali (enti ecclesiastici, ONLUS ed enti di volontariato” (tipo Uaar), immobili per svolgimento di “attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive…”
L’importante è che non si dica che è un priviliegio, dunqune unicamente rivolto ad un unico proprietario, e specificamente la Chiesa cattolica italiana.
“Non assoggettamento ad IVA delle operazioni di divulgazione pubblicitaria svolte a beneficio di enti e associazioni che perseguono finalita’ educative, culturali, sportive, religiose e di Assistenza e solidarieta’ sociale, nonche’ delle ONLUS”
Ad integrazione, riposto questo link con tutti i privilegi fiscali per le Onlus (tipo l’Uaar), oltre l’esenzione ICI/IMU ovviamente:
http://associazioni.avvocatoferrante.it/agevolazioni-fiscali-onlus.html
Il privilegio infatti non sta nell’esenzione per “Enti non commerciali”, ma per quelli “non ESCLUSIVAMENTE commerciali” concetto che a voi difficilmente entra nella zucca: basta che solo una frazione dell’edificio sia dedicata ad attività di culto che tutto l’edificio non paga l’ici anche se nella restante parte si svolge una attività commerciale in piena regole: un pratica è che se gli edifici di una qualsiasi impresa commerciale fossero esenti iva solo perché al loro interno vi hanno adibito un misero locale a nido interno.
@serlver
ah ah..dunqnue se un albergo si fa mettere nella hall una statuetta e un inginocchiatoio è esente ICI? E perchè non lo fanno? …mi fate morire..
okkio che non hai nemmeno capito cosa si intende per “enti non commerciali” e quale è il problema.. hai fatto l’esempio sbagliato (semmai dovevi portare quello delle attività cosidette “ricettive”)
@teologo
Magari perché non è la loro ragione sociale? Non so: indovina…
Al solito svii da quel non esclusivamente che ti si sbatte in faccia continuamente…
Se l’albergo è della Chiesa sì. Ve do che a te proprio non entra in testa il concetto di attività “non esclusivamente commerciale” che permette alla Chiesa – non ad altri – di esercitare di fatto una attività commerciale dietro il paravento del culto o della finta solidarietà e non pagare al contempo l’ici su quegli immonili.
@serlever
Ti ha risposto @mosconi: un albergo non paga l’ICI, indipendentemetne dal proprietario, in quanto Albergo…sveglia.
In ogni caso siccome è una questione giuridica, ti invito a indicarmi il passo e l’articolo di quella legge che preveda invece che l’albergo di proprietà della Chiesa sia esente ICI, così chiudiamo il discorso. Altrimenti ribadisco il solito: sveglia, sei ateo, non sciocco.
Teologo, veramente, sta diventando difficili capire se la tua sia incapacità di leggere o vera e propria stupidità:
1) Un albergo, in quanto attività commerciale, l’Ici la paga eccome! se la pago io come privato cittadino su un immobile che non mi da reddito, figuriamoci se non lo deve pagare uno stabile che ne dà.
2) un albergo dunque paga l’ICI; mosconi ha detto che non può un albergo di un tizio qualsiasi esentarsi dal pagarla semplicemente mettendo una statuina perché non basta per passare per un luogo legato al culto, e quindi per un’attività o un ente non esclusivamente commerciale.
3) Un albergo di proprietà di un ente religioso, invece, può piazzandoci non certamente una statuina, ma una piccola cappellina sì (e le cappelline negli edifici della Chiesa non mancano mai), dichiararsi un ente non esclusivamente commerciale e, per le leggi indicate nell’articolo, esentarsi dal pagamento dell’Ici.
La “sveglia”, caro mio, dovresti dartela tu quando ti alzi la mattina, perché alle 3 del pomeriggio se ancora li che dormi, o forse se semplicemente tonto (non sciocco, ma proprio tonto!)
“Un albergo di proprietà di un ente religioso, invece, può piazzandoci non certamente una statuina, ma una piccola cappellina sì”
ah ah.. e mi dici dove la trovi la legge che lo consente? me la citi per piacere. Le tue personalissime opinioni non valgono molto.
altrimenti ti spiego io. intanto ti faccio il solito e ripetuto copia-incolla:
“Basta una cappellina per ottenere l’esenzione”
Questa è più simpatica che ridicola. È del tutto falso che una piccola cappella posta all’interno di un hotel di proprietà di religiosi renda l’intero immobile esente dall’ICI, in base al fatto che così si salvaguarderebbe la clausola dell’attività di natura “non esclusivamente commerciale”. È vero esattamente l’opposto: dal momento che la norma subordina l’esenzione alla condizione che l’intero immobile sia destinato a una delle attività elencate e considerato che – come abbiamo visto sopra – l’attività alberghiera non è tra queste, in tal caso l’intero immobile dovrebbe essere assoggettato all’imposta, persino la cappellina che, autonomamente considerata, avrebbe invece diritto all’esenzione.”
http://www.facebook.com/notes/papa-benedetto-xvi/ma-quali-privilegi-e-ici-la-chiesa-le-tasse-le-paga-sei-non-sei-anche-tu-una-pec/247474578607943
Poi ti ricordo la norma in questione sulle esenzioni, che è l’art. 7 del dlgs 504/92. In questo articolo al punto i) si richiama quanto copia incollato sopra, ossia sono esenti, tra l’altro
“i) gli immobili utilizzati da enti pubblici e privati, diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o PRINCIPALE l’esercizio di attività commerciali, DESTINATI ESCLUSIVAMENTE allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche (risoluzione ministeriale n. 66/E del 23 maggio 2000), ricettive, culturali, ricreative, sportive ed attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi e all’educazione cristiana, così come stabilito dalla lettera a) dell’articolo 16 della legge 20 maggio 1985, n. 222. ”
ora: gli alberghi hanno una attività PRINCIPALE, in quanto alberghi, e non sono DESTINATI ESCLUSIVAMENTE alle svolgimento di attività assistenziale. ergo per legge non sono esenti.
se hai altre leggi sotto mano postale.
http://www.dossier.net/guida/immobili05.htm
@serlever.
ti riscrivo qui il mio post precedente, senza link, altrimenti non lo pubblicano. o almeno tento.
“Un albergo di proprietà di un ente religioso, invece, può piazzandoci non certamente una statuina, ma una piccola cappellina sì”
ah ah.. e mi dici dove la trovi la legge che lo consente? me la citi per piacere. Le tue personalissime opinioni non valgono molto.
altrimenti ti spiego io. intanto ti faccio il solito e ripetuto copia-incolla:
“Basta una cappellina per ottenere l’esenzione”
Questa è più simpatica che ridicola. È del tutto falso che una piccola cappella posta all’interno di un hotel di proprietà di religiosi renda l’intero immobile esente dall’ICI, in base al fatto che così si salvaguarderebbe la clausola dell’attività di natura “non esclusivamente commerciale”. È vero esattamente l’opposto: dal momento che la norma subordina l’esenzione alla condizione che l’intero immobile sia destinato a una delle attività elencate e considerato che – come abbiamo visto sopra – l’attività alberghiera non è tra queste, in tal caso l’intero immobile dovrebbe essere assoggettato all’imposta, persino la cappellina che, autonomamente considerata, avrebbe invece diritto all’esenzione.”
Poi ti ricordo la norma in questione sulle esenzioni, che è l’art. 7 del dlgs 504/92. In questo articolo al punto i) si richiama quanto copia incollato sopra, ossia sono esenti, tra l’altro
“i) gli immobili utilizzati da enti pubblici e privati, diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o PRINCIPALE l’esercizio di attività commerciali, DESTINATI ESCLUSIVAMENTE allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche (risoluzione ministeriale n. 66/E del 23 maggio 2000), ricettive, culturali, ricreative, sportive ed attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi e all’educazione cristiana, così come stabilito dalla lettera a) dell’articolo 16 della legge 20 maggio 1985, n. 222. ”
ora: gli alberghi hanno una attività PRINCIPALE, in quanto alberghi, e non sono DESTINATI ESCLUSIVAMENTE alle svolgimento di attività assistenziale. ergo per legge non sono esenti.
se hai altre leggi sotto mano postale.
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PS: l’osservazione fatta da @mosconi l’ho usata per sgamare un tuo pregiudizio, ossia che un albergo della chiesa dovrebbe essere esente ICI, in quanto della Chiesa, mentre un albergo di altra proprietà non è esente. Ma dove trovi scritta questa benedetta e ipotetica legge che per gli stessi immobili, li dice esenti o meno a seconda del proprietario??
Carissimo se lo stabile è di proprietà di un ente religioso possono benissimo farlo passare un edificio in cui si svolga dentro “attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana” poi ci piazzano di fatto un bel albergo attività commerciale, ma tanto basta che l’attività non sia esclusivamente commerciale e l’ICI non la pagano.
Poi, puoi continuare a negare la realtà finché vuoi, ma di alberghi di proprietà di enti religiosi che non pagano l’ICI ne hanno mostrati più d’uno nei report televisivi, e non erano certamente evasori, perché le leggi attuali purtroppo glielo consentono, il problema è che è una legge vergognosa a permetterlo.
Inoltre ti riporto l’art. 39, comma 1, dl. 223/2006 – citato e virgolettato dall’articolo – che tu e l’articolista di Avvenire glissate, il quale modifica il tuo citato articolo (Art. 7, comma 1, lettera i del D.L. n. 504 del 1992), ampliandolo con quanto segue:
“l’ESENZIONE disposta dall’articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, si intende APPLICABILE alle attività indicate nella medesima lettera che non abbiano ESCLUSIVAMENTE natura commerciale”
Non si tratta di opinioni, la legge c’è: che tra rimandi e legalese sia difficile raccapezzarcisi è vero, ma la norma c’è (vergognosamente) nero su bianco.
A me piace leggere. 😀
So di essere isolata nella mia posizione, ma io credo sarebbe meglio rinunciare a qualsiasi tipo di esenzione.
Anzi, credo che il primo passo indietro (o in avanti) per rinunciare ai privilegi dovrebbe essere fatto dalle fedi che sono maggiormente beneficate (anche se molti sostengono sia l’arci a goderne di più), valdesi in testa che godono la stima di molti e che, per la verità, sono stati la prima confessione a rivendicare gli stessi privilegi della Chiesa cattolica (prima l’otto per mille e poi la ripartizione della quota inespressa).
Naturalmente sarebbero tagliati fuori dal beneficio tanti enti che hanno maggiore necessità di sgravio, ma ogni tanto stare a schiena dritta porta ad essere più credibili nelle nostre esatte citiche e condanne alle religioni.
@tiziana
si, in efeftti sei un po’ isolata.
le esenzioni in quanto tale non sono un male. l’esenzione dal ticket sanitario per anziani, per quei pazienti che devono avere farmaci salvavita, per indigenti, ecc.. non sono necessariamente un male.
L’esenzione dal pagamento ICI sulla prima casa non è un male assoluto: perchè altriemnti non si sono fatti fino ad ora proclami e manifestazioni contro quella esenzione?
Le esenzioni esistono in Italia per una notevole casistica di categorie e in tutit i paese democratici, semplicemente perchè non tutti ci troviamo nelle stesse omogenee condizioni, dunqnue è pensabile che alcuni paghino più tasse, altri meno, altri siano esenti.
L’ UAAR ha benefici che come Radio Radicale dimentica con facilità
perchè impegnata a vedere quelle degli altri 🙁
L’uaar non possiede un patrimonio immobiliare miliardario…
Ma comqune è esente ICI. e non paga per tutte le sedi, non solo per quella romana (che per altro mi dicono che è in affitto), ma anche per quelle decine di sedi dei circoli territoriali (per i quali non sono contemplati gli affitti da bilancio)..e ni ogni caso sono esenti ICI, questo è il punto.
Il problema è che nelle sedi dell’UAAR non si svolgono attività commerciali.
@serlever
ribadisco, l’urgenzia di svegliarsi: svolgono “attività non esclusivamente commerciali”. Infatti l’uaar vende e commercializza. Ma non solo.
“ribadisco, l’urgenzia di svegliarsi: svolgono “attività non esclusivamente commerciali”. Infatti l’uaar vende e commercializza. Ma non solo.”
Tu proprio non hai la minima idea di che cosa sia giuridicamente un’attività commerciale, vero?
@servlever
le tue opinioni, che beli da altri, non hanno fondamento giuridico.
come sopra leggerai nell’altro mio posto, se mai mi pubblicheranno il commento la legge dice che sono esenti
i) gli immobili utilizzati da enti pubblici e privati, diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o PRINCIPALE l’esercizio di attività commerciali, DESTINATI ESCLUSIVAMENTE allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche (risoluzione ministeriale n. 66/E del 23 maggio 2000), ricettive, culturali, ricreative, sportive ed attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi e all’educazione cristiana, così come stabilito dalla lettera a) dell’articolo 16 della legge 20 maggio 1985, n. 222. ”
Ti risulta che una albergo abbia una attività principale? Se si, e se è commerciale, non è esente ICI.
Ti risulta che sia destinato esclusivamente a attività assistenziali, ecc..? se no, allora non è esente ICI.
ciao.
Ti ho risposto sopra riportandosi semplicemente quella parte dell’articolo che tu hai casualmente dimenticato di citare.
E’ vero! Anche l’UAAR non paga tasse sui suoi luoghi di culto, sui suoi monasteri e sui suoi alberghi. E poi non paga neanche l’acqua.
E Radio radicale inquina con le onde elettromagnetiche e rovina la salute a milioni di abitanti di Paperopoli.
E Monti è ateo e vuole far pagare le tasse ai preti.
E’ una vergogna!
Non per i luoghi di culto, ma per gli immobili in cui ha sede. Ti risulta da bilancio che paghi l’ICI la sede di Bologna, quella di Firenze, di Verona, ecc..? La maggior parte dei circoli sono ospiti di altre onlus (ad esempio ARCI) , esenti ICI.
Le onlus che sono più di ventimila in Italia e non pagano l’ICI, nemmeno quella di Luca Coscioni, associazione radicale, il cui co-presidente Maria Coscioni è deputata del partito radicale..che tanto si lamentano delle esenzioni ICI.
Infatti le onlus tutte non pagano l’ICI, il problema è quando lo fa chi svolge un’attività commerciale col paravento del “non esclusivamente”.
L’UAAR è in affitto: http://www.uaar.it/news/2011/12/19/costi-pubblici-della-chiesa-uaar-lancia-campagna-pubblicitaria/#comment-597062
@federico
é in affito la sede centrale (il che non contraddice che l’uaar sia in quanto onlus comunque esente ICI: essere in affito non toglie l’esenzione all’onlus, spero che questo sia chiaro.).
in ogni caso visto che riprendi l’argomento, ti chiedo: e le altre sedi dei circoli uaar (a parte la sede romana, voglio dire), sono in affito? Hai notizie? Bologna, firenze, verona, Pisa, bari, trieste ecc.. cerca “circoli territoriali uaar”.
Rispondimi, perchè il Carcano a suo tempo ha glissato sulla questione e vorrei chiarimenti. Almeno so come stanno le cose.
Grazie
per il circolo di trieste sembra che gli eventi vengano organizzati in vari locali, per cui mi sembra difficile che esista una sede
per il circolo uaar di firenze : Indirizzo sede: c/o Circolo ARCI-CdP S. Bartolo a Cintoia (mi sembra improbabile che l’UAAR possegga la sede)
mi astengo dall’evidenziare la ignobile arroganza di chi si identifica in una associazione criminale dagli immensi possedimenti e si permette di disquisire delle eventuali proprieta’ (inesistenti) dell’UAAR
credo che le stime Anci siano decisamente piu’ accurate e parlano di 400 milioni di euro.
Secondo me l’abolizione dell’art.148 c.8 del tuir potrà dare delle belle soddisfazioni in termini di gettito all’erario.
A coloro che dicono che l’UAAR è esentata dall’ICI in quanto onlus, non bisognerebbe ricordare, tra le altre cose, che la Chiesa cattolica è proprietaria del 20% del patrimonio immobiliare italiano (al contrario dell’UAAR)?
E poi, l’UAAR è in affitto: http://www.uaar.it/news/2011/12/19/costi-pubblici-della-chiesa-uaar-lancia-campagna-pubblicitaria/#comment-597062
e le altre sedi? .
Teologo, dimostrami tu se tutte proprieta’ della chiesa sono in regola con le tasse.
Da la pagina del sito. Chiama e chiedi, ma sembra che il circolo di Bologna non abbia una sede (esponenti del circolo potranno essere piu’ precisi). Magari la tua organizzazione criminale preferita puo’ fare la carita’ e donare una sede.
P.S. trovare queste informazioni non era difficile, ma lo ho fatto cosciente della tua incapacita’ pretesca di fare un c di niente se non sciatti giochetti maieutici scovabili da infanti
Ribadisco il dubbio che mi è venuto quando ho trovato anche qui l’articolo di Repubblica che diceva che il Vaticano possiede 1.500 edifici a Roma. A me sembra una cifra RIDICOLMENTE PICCOLA!! Perché Scalfari pubblica un assist così alla CCAR? E perchè non ho trovato una smentita con tanto di dati per dimostrare, una volta per tutte, che la piovra ecclesiale è padrona di 1/4 del patrimonio immobiliare italiano? E non saranno tutte chiese o mense per i poveri no?
Fossero tutte mense e ci sarebbe posto per sfamere l’ntera Africa.
la maggior parte delle mense caritas di roma sono proprietà del comune di roma. quindi la chiesa comunque non paga l’ici e neanche usa casa sua per le mense. peraltro assai beneficate da donazioni varie. i cittadini romani in blocco hanno contribuito per tutto il mese di agosto al mantenimento delle mense caritas mediante un prelievo forzoso di 3 centsimi su ogni biglietto d’autobus acquistato (1 euro).
Non c’è solo l’ICI non pagata… per tutte e dico tutte le attività ecclesiali dovrebbero essere applicato un normale regime fiscale! Mi sapete dire che differenza c’è tra un’ora di attività di formazione a 50 euro, regolarmente pagata al 38% di tassazione, e una messa (ad. es. di suffragio), che è di circa un’ora, regolarmente pagata al prete dai richiedenti (normalmente da 30 a 50 euro e, se matrimonio, anche 200 euro)?
Il prete incassa e non paga tasse; il normale cittadino paga!
Tutte le attività ecclesiastiche devono essere tassate!
Questi mentecatti stanno giocando col fuoco.
Ci prendono in giro con i giochetti e i doppisensi delle leggi a favore della chiesa,
col tiraemolla sulla vera consistenza dei loro stipendi, mentre stanno letteralmente
massacrando i cittadini con tasse a raffica. Prima di chiedere soldi agli italiani avrebbero
dovuto restituire tutto quello che hanno rubato, perché in questa situazione ci hanno
cacciato i politici ladri e incapaci. Solo un irresponsabile può sottovalutare il debito della chiesa
così sfacciatamente, a danno dello stato.
Solo 100 milioni in tutta Italia? Che strano! Ma non era almeno 1 miliardo? Hanno tolto un pallino così tanto per fregare lestamente?