Inizialmente dovevano essere tagliate le festività civili del 25 aprile, del Primo Maggio e del 2 giugno. Anche l’UAAR protestò, e il governo Berlusconi fece retromarcia: ad andarci di mezzo doveva essere il Santo Patrono. Immediate furono le proteste di alcune diocesi, tra cui Napoli e Bologna. L’accorpamento alla domenica successiva della festa patronale doveva però essere disciplinato da un provvedimento del governo da emanarsi entro il 30 novembre. Scrive ora La Stampa che il governo Monti se n’è dimenticato (oppure ha ritenuto opportuno salvare i numi tutelari delle sempre più disastrate aministrazioni italiane). Per cui, a quanto pare, anche nel 2012 la festività patronale continuerà a essere celebrata in ogni Comune.
Lingue disponibili
Articoli recenti
- Buone novelle laiche
- La clericalata della settimana, 44: il senatore Ignazio Zullo (FdI) presenta la conferenza anti-aborto
- Parte la campagna “Ritratti di Famiglia”, c’è anche l’Uaar
- Unioni laiche e serie tv: cerimonie destrutturate ma dal gusto autentico
- “La tutela dei minori fra diritto e religione”. In uscita gli atti del convegno organizzato dall’Uaar
- La clericalata della settimana, 43: la crociata del sindaco di Beura-Cardezza (VB) contro Halloween