Svezia, insegnanti autorizzati a mettere al bando il burqa

L’agenzia nazionale per l’istruzione svedese, scrive New Europe, ha autorizzato gli insegnanti a vietare alle studentesse di indossare il velo integrale. Il provvedimento non riguarda il chador, ma si attende comunque che l’agenzia chiarisca meglio. Il velo potrebbe infatti essere interdetto in particolari situazioni, come gli esperimenti in laboratorio.

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59 commenti

San Dokan

Stando così le cose, si tratterebbe di una norma di puro buonsenso. L’unico rischio è che l’applicazione della regola potrebbe essere estremizzata da insegnanti autoritari (come aneddoto personale, riporto la circostanza in cui nei mesi invernali mi veniva imposto di togliere il berretto durante la lezione in quanto indossarlo avrebbe costituito una “mancanza di rispetto” nei confronti dell’insegnante… roba da fascisti paranoici e repressi).

Federico Tonizzo

Sai che in qualche modo il comando di togliersi il berretto (o, più anticamente, il cappello) davanti ad una cosiddetta “autortà” mi fa pensare ad un’analogia con l’obbligo della circoncisione, di triste plurimillenaria memoria? 😯

Batrakos

O anche a quello paolino, ripreso dalla bibbia, per gli uomini di scoprirsi il capo in chiesa per deferenza verso dio (mentre le donne devono coprirlo perchè la gerarchia ontologica vede l’uomo capo della donna, cristo capo dell’uomo).

San Dokan

Federico, che il tuo paragone sia un modo gentile ed edotto per dire che sono una testa di c….? 😀 😀 😀

A parte gli scherzi, in effetti entrambi i “riti” presi in esame hanno una buona carica di irrazionalità intrinseca, anche se per fortuna con me si sono limitati al berretto 😀

Federico Tonizzo

@ Batrakos
Ai tempo di Paolo si usava una specie di cappuccio fatto con un lembo del mantello, o qualcosa del genere; non diresti che anche “togliere il cappuccio” ricordi “togliere il prepuzio”?

Federico Tonizzo

@ San Dokan:
No, certamente non tu!!! 😀
Devo comunque ammettere che quello che avevo detto poteva essere equivocato, ma ho sperato che la cosa passasse inosservata… 😉

Batrakos

Tonizzo: oggi sei alquanto ‘fallico’, volendo fare i freudiani 🙂

A proposito di psicologia: manca da tempo Kaworu…speriamo che torni a farsi sentire, almeno ogni tanto se non ha tempo!

Enrico

Quel insegnante aveva ragione, il capo coperto di un uomo in un luogo chiuso è mancanza di rispetto.

San Dokan

roba da fascisti paranoici e repressi

Mi auto-quoto. E aggiungo anche che per considerare un cappello (non una parola sgarbata, un gestaccio, ma un semplicissimo CAPPELLO) una mancanza di rispetto bisogna avere dei complessi di inferiorità non da poco.

Enrico

Perchè cosi vogliono le regole sociali. Perchè allora non nudi?

San Dokan

@ Enrico

Quali “regole sociali”? Le uniche regole sociali sono quelle sancite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato, e non mi sembra che nel codice civile si parli del “divieto di copricapo”.

Come al solito ti confermi nella tua fama di bigotto retrogrado e irrazionale, sei il ritratto perfetto del cattolico coerente con la propria (disgustosa) dottrina.

nightshade90

1) non dicono così le regole sociali odierne (al limite lo dicevano delle regole sociali arcaiche, ormai in disuso): se una persona normale incontra una persona normale con un cappello in un luogo chiuso, non si mette a pensare che lo stia mancando di rispetto. solo quelli OSSESSIONATI dall’autorità che PRETENDONO che altri diano loro un rispetto incondizionato a prescindere notano certe cose.

2) la nudità pubblica è un tabù (sensato o meno che sia). il cappello no.

Paul

Mi accodo alle risposte che hai ricevuto, sottolineando che la nudità è una faccenda antropologicamente e sanitariamente un po’ più complessa di un capo scoperto o meno…

Gérard

Per una volta do ragione a Enrico . Anche in altri paesi è cosi . In Germania se vai in un locale qualsiasi, devi toglierti il copricapo, anche in un bar per esempio .
Adolescente, mi ricordo un inverno gelido in Danimarca, avevo un berretto e sono entrato in una birreria senza ritirarlo : tutti presenti mi hanno guardato male e l’ oste mi ha chiesto gentilmente di toglierlo . Ovviamente mi sono dopo scusato .
( In Francia per esempio dare del Tu a chiunque è una mancanza di rispetto ) La burqa è, oltre una mancanza del rispetto per gli altri, anche un simbolo religioso che non ha il suo posto nella vita pubblica .

San Dokan

@ Gérard

Non ho molta esperienza delle birrerie danesi, ma la cosa che mi chiedo è questa: c’è qualche legge in Danimarca (o in Germania) che vieta di entrare nei locali, o in qualsiasi altro posto, con un copricapo? Io penso che al posto tuo avrei chiesto all’oste (altrettanto gentilmente) perchè mi aveva fatto tale richiesta, visto che il cappello stava sulla mia testa e non causava danno a nessuno.
Comunque mi sembra che un po’ dappertutto usare il “tu” tra estranei sia considerato inopportuno (a questo proposito, ricordo un mirabolante articolo di Vittorio Messori, letto qualche tempo fa, che proponeva una sorta di fatwa cattolica contro il “tu”…); qui da me nel Sud Italia tra estranei si usa più spesso il “voi”, mentre so che al Nord è più diffuso il “lei”. Nei Paesi anglofoni invece mi sembra di aver sempre notato usare il “tu”, probabilmente anche per via del fatto che il pronome personale “you” è la seconda persona sia singolare che plurale, e significa sia “tu” che “voi”, ma non sono sicuro di questa cosa.

fab

@ San Dokan

Enrico, non essendo altro che un tradizionalista acritico e pertanto a volte piuttosto insopportabile, non è in grado di chiarire la risposta, che è antropologica: il copricapo maschile, in tutte le culture umane, rappresenta un’elevazione di chi lo indossa e quindi è riservato ai capi. Autorizzare il cappello in classe può essere letto, in modo in genere inconscio, come un volere mettere i piedi in testa all’insegnante. Tuttora quasi tutti i miei colleghi inorridiscono all’idea. Personalmente, non gli dò grande importanza; quello che conta è tutto il contorno sociale.

San Dokan

@ Fab

Grazie mille per la spiegazione, tantopiù che rispondermi sarebbe spettato a quel lobotomizzato e non a te. Ma evidentemente non è capace di fare un ragionamento più complesso di: “le regole sociali, gne gne, allora dobbiamo stare nudi, gne gne”… sarà per questo che i suoi commenti sono quasi sempre molto brevi.

manimal

Enrico risponde:

sabato 14 gennaio 2012 alle 11:34

Quel insegnante aveva ragione, il capo coperto di un uomo in un luogo chiuso è mancanza di rispetto.

quindi benedetto XVI manca spesso di rispetto, seguendo il tuo ragionamento.
a chi?

Giorgio Pozzo

@ San Dokan

Lo “you” dei paesi anglofoni significa “voi” in quanto deriva dall’uso del francese “vous”, che appunto significa “voi” e non “tu”.

San Dokan

@ Giorgio Pozzo

Grazie mille per la precisazione, erano anni che avevo questo dubbio.

Enrico

*manimal

Be anche i militari in divisa possono tenere il copricapo d’ordinanza in chiesa.

*Nightsade90

Ma lei quindi non adatta il suo vestiario in base al luogo ed all’occasione che frequenta.

manimal

@ enrico

vabbè, non interessa nessuno, ma sei sicuro sui militari?

quando l’ho fatto io, mi obbligavano ad indossare berretto in luogo aperto e a scoprire il capo in luogo chiuso.

resta il fatto che un militare deve seguire il regolamento militare.
un cittadino le leggi civili, che mi pare vietino solo di coprire il volto.

Gérard

San Dokan
E stato una birreria ma poteva essere un posto qualsiasi . Nei paesi nordici è una regola che non si sta in un luogo dove stanno altre persone con il capo coperto .
Come si dice : altri paesi, altri costumi ….
Siamo molto o.t. del tema burqa mi sembra….

San Dokan

@ Gérard

È vero, siamo parecchio OT… ma vediamo se riusciamo a tornare sull’argomento: se, come dici, nei Paesi nordici (ma nordici quanto? Solo Scandinavia oppure anche Germania-Belgio-Paesi Bassi?) non si usa stare col capo coperto nei posti chiusi in presenza di altre persone, allora il burqa e gli altri tipi di veli islamici non dovrebbero essere già proibiti “de facto”?

Nathan

Per gli ebrei è il contrario, durante le cerimonie religiose gli uomini devono mettersi un copricapo, almeno la Kippah, ed anche i non-ebrei che presenziano a tali cerimonie sono un po tenuti a mettesela.
Relativismo anche nei copricapi e nelle acconciature!
Sembra comunque che tutte le religioni abramitiche aborriscano più o meno l’esposizione delle capigliature femminili.

Paul Manoni

GIUSTISSIMO! 😉
Esperimenti in laboratorio, ma anche educazione fisica, e musica per esempio sarebbero completamente preclusi alle giovani mussulmane con velo integrale. Il provvedimento svedese non mi sembra che derivi da una particolare tendenza ideologica, ma un da una semplice questione di logica.
Giovani islamiche che si danno fuoco da sole mischiando elementi instabili durante la lezione di chimica. Giovani islamiche che non vedono il pallone quando si gioca a pallavolo o si inciampano quando e’ ora di saltare la cavallina. Giovani islamiche che non azzeccano una nota suonando il flauto. E gli esempi potrebbero essere infiniti.
Questo per richiamare l’attenzione sul semplice fatto che le giovani islamiche, con quel coso in faccia, non sono UGUALI alle altre giovani.

Federico Tonizzo

Anche giovani islamiche che, durante un compito in classe, potrebbero nascondere sotto il “copriorecchie” un ricevitore per avere illeciti suggerimenti telefonici…

Paul Manoni

Senza dotarsi di apparecchiature da 007, anche semplici “bigliettini” con formule matematiche o cose simili, se e’ per questo. 😉
Ma volevo commentare senza malafede. 😉

diego

e se facessimo mettere il burka anche a tutti gli altri?? in svezia fa piuttosto freddo… e qualche bigliettino nascosto durante le verifiche male non fa.

Viet

Allora io voglio il mio burqa maschile, almeno riparo a quei 3 e 4 che mi ritrovo sempre 😀

serlver

IL burqa mi sembra il minimo, mi stupisco che non fosse vietato anche prima: come si può tollerare che uno vada in giro senza rendersi riconoscibile soprattutto a scuola o in edifici istituzionali.

chiericoperduto

L’unico neo è che siano gli insegnanti autorizzati a vietare il burqa e non la Direzione, il Provveditorato o altra autorità più alta e meno attaccabile.
Pensate al povero insegnante che si vede l’auto bruciata perchè ha osato “svelare” delle ragazze di famiglie integraliste.

Stefano Grassino

Questa è un’ottima osservazione. Lo stato ha il dovere di far sentire a nome di tutto il paese la legalità e non delegare una singola persona caricandola di responsabilità così grandi. Spero che qualche politico ci ripensi e rimedi a questo grossolano errore.

gmd85

@enrico “Perchè cosi vogliono le regole sociali. Perchè allora non nudi?”

Vedi è questo il punto. Quando ci si affida ciecamente a dogmi e a regole non riesce a essere neanche minimamante relativisti? Io ti chiedo:

Perchè vestiti? Senza ricorrere alla cacciata dall’Eden, come giustifichi il pudore?

Una domanda tecnica per chi sa rispondere: come faccio a citare commenti precedenti?

San Dokan

@ gmd85

Per quotare un intervento altrui, devi usare il tag

:

codice:

Testo da quotare

Fri

io credo che i vestiti servano a supplire quei peli che abbiamo perso durante l’evoluzione. Ci proteggono sia dal freddo che dal sole. Il pudore e’ venuto dopo.

Giordano Bruno Mazzacurati

In Italia dovrebbero essere in vigore dai lontani anni ottanta delle norme che vietano a chiunque di coprirsi il volto (non il capo), per ragioni di ordine pubblico. Secondo me sono giustissime e vanno fatte rispettare senza eccezioni, salvo in caso di malattie deturpanti o simili.

Quanto al capo, anche le suore cattoliche se lo sono sempre coperto, per incutere rispetto. Signori, scappellatevi davanti ad esse! :mrgreen:

Otto Permille

Vedo che il problema di quattro gatti che portano il burka sta diventando uno dei più grandi assilli degli stati occidentali. Tra poco si finisce tutti a catafascio e questi si preoccupano del burka.

GM

Che pensiero geniale. Se non siamo capaci di fare rispettare la Legge nelle piccole cose, come si può pensare di esssere in grado di farla poi rispettare nelle grandi?

luigi

Su,scappelliamoci tutti davanti alle suore ( e anche ai preti……..)

San Dokan

Scusa, LittleMissGiggle, ma penso che tu ti sia confusa con Giorgio Pozzo. Comunque, grazie anche a te per il contributo, anche se mi sa che, vista la discordanza di fonti, il mio dubbio resterà tale.

Francesco S.

@Sandokan

Ma tanto a te interessava se significava anche “voi”, al di là della storia del termine.

Ti posso assicurare che si usa anche come forma di rispetto (anche se non so come faranno a distinguere, del resto è una lingua molto primitiva :))

San Dokan

@ Francesco S.

Adesso ho capito che c’è stato un misundestanding: LittleMissGiggle si riferiva all’origine etimologica dello “you” inglese (equivocando quello che ha detto Giorgio Pozzo), mentre Giorgio Pozzo si riferiva all’utilizzo dello “you” come forma di cortesia che ha il significato “voi” e deriva, non a livello grammaticale, ma come assimilazione del significato in quel contesto, dal francese “vous”.

ziomaul

Il Burqa NON è un precetto religioso mussulmano! Le donne mussulmane devono (ma è controverso) solo coprirsi i capelli (hijab) e consigliato d’indossare l’abeyya che è simile alla veste usata delle nostre vecchie nel sud.

Non c’è scritto da nessuna parte di nascondere il viso o altro.

Ciao

fab

Ma siccome le religioni, non avendo contatto con alcuna realtà, variano secondo i capricci di chi dichiara di crederci…

Giogio

Il burqa in Italia lo dovrebbero portare gli atei ed i razionalisti, a simboleggiare la chiusura mentale dello stato che occupano, e quanto la libera espressione sia possibile.

stefania demori

IN ITALIA CIRCOLARE COL VOLTO COPERTO E’ REATO. E LE LEGGI ITALIANE DEVONO ESSERE RISPETTATE.

San Dokan

Su questo non c’è dubbio, però la notizia parla della Svezia, non dell’Italia.

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