La scorsa settimana circa duecento miliziani di al-Qaeda, al comando dello sceicco Tareq al-Dhahab, hanno preso il controllo della città di Radda (Rida), nello Yemen, instaurando la sharia. La cittadina si trova a circa cento chilometri dalla capitale San’a’.
Lo ha annunciato lo stesso leader fondamentalista con un videomessaggio su Youtube, in cui promette l’instaurazione di “un nuovo califfato islamico” su tutta la penisola arabica. Al giornale Al-Masadr, riporta AdnKronos, il capo islamista ha raccontato che “la nostra avventura” è partita con un’azione per riaprire una moschea e una madrasa nela cittadina, chiuse 14 anni fa dal governo. La popolazione avrebbe accolto i miliziani, che chiedono il rilascio di 400 detenuti.
Da mesi lo Yemen è scosso dalle proteste popolari, come accaduto in altri paesi arabi, che hanno portato alle dimissioni e alla fuga a Riyad dell’autoritario presidente Ali Abdullah Saleh. Nella situazione di forte instabilità politica che sta vivendo il Paese, si fanno strada anche i gruppi dell’integralismo islamico. Questi guerriglieri, che si fanno chiamare genericamente Ansar al-Sharia (partigiani della sharia), avevano tra l’altro occupato l’estate scorsa la città di Zinjibar.
ecco un altra guerra a causa della religione. Morti, fame, malattia, guerra civile senza fine!!! bah.
In realtà io penso che questa guerra sia dovuta alla povertà su cui stanno giocando i fondamentalisti per ingraziarsi il popolo.
Dunque, Bush aveva mandato i marines in Afghanistan in quanto rifugio dei vertici di al-Qaeda. Poi ha invaso l’Irak per catturare Saddam, reo di avere delle “inesistenti” WMD nonché alleato di al-Qaeda.
Ora salta fuori che al-Qaeda palesemente occupa una città, ma stranamente non si sentono ancora i falchi americani parlare di una invasione dello Yemen.
Pensi che qualcuno abbia ancora i soldi per fare una guerra? A prescindere dalla validità delle motivazioni, la guerra costa.
Concordo. Nella crisi economica attuale il costo delle guerre americane ha giocato un ruolo non indifferente. Non nel senso che ne sia una causa diretta, ma senza aver sperperato i soldi bombardando le montagne afgane il governo USA avrebbe avuto molte più risorse da spendere per reagire ai problemi finanziari prima e industriali poi. Senza contare che, anche prendendo per buone le motivazioni addotte all’epoca da Bush, si è trattato di un “investimento” rivelatosi errato: il fondamentalismo islamico è più forte di prima, in Iraq è stato rimosso un regime criminale ma la nazione è stata abbandonata nel caos di una guerra tra bande (religiose) , l’Afghanistan è di fatto nelle mani di una cricca di narcotrafficanti (religiosi). Soldi spesi: troppi. Risultati: pressocché nulli. Vite umane: incalcolabile.
Certo, le guerre costano e quindi si fanno solo se c’è un ritorno per le tasche di alcuni. È certa la presenza di al-Qaeda nello Yemen ed è certa la esistenza di armi nucleari della Korea del Nord, ma ultimamente si è sentito parlare soltanto delle provocazioni di Mahmoud “Cane Pazzo” Ahmadinejad.
per non parlare di quello che sta succedendo in Nigeria
Pare che in realtà la guerra in Afghanistan fosse stata pianificata da tempo prima degli attentati dell’11 settembre 2001 (che hanno fornito un comodo pretesto) con lo scopo reale di occupare l’Afghanistan per instaurare un governo fantoccio filoamericano per poter costruire un oleodotto (v. http://digilander.libero.it/falcemar/Usa/guerra/sotto.htm ).
La seconda guerra all’Irak era per il petrolio irakeno.
Certo, le guerre costano.
Obama, quando proponeva la sua riforma sanitaria a favore dei meno abbienti, ha detto, per cercare di convincere coloro che non la volevano, “Questa riforma sanitaria costerà meno di una guerra”.
Recentemente (10-20 gg. fa), con gli USA in piena crisi economica, sempre Obama ha dichiarato: “Possiamo permeterci solo una guerra alla volta con tutt’al più un qualche piccolo conflitto locale”.
Chi altro ci guadagna dalle guerre? Ovviamente i fabbricanti di armi.
Ehm la fonte originale di quel documento?
Sul chi ci guadagna aggiungi:
– ditte di edilizia per la ricostruzioe
– ditte di sicurezza per le “consulenze”
E dopo qualche anno praticamente tutti…. qui in italia vendiamo veramente una marea di roba in Iraq, sopratutto.Io sono nel ramo autotrasporti e VEDO cosa e quanto và giu.
Gli ultimi?
-30 camion completi di cucine a Suleymanya
– un 60 circa camion per la nettezza urbana su Erbil
Poi macchinari, vestiti, cibi (vanno forte le nostre mele), computer, ecc.
Il kurdistan iraqeno sta pagando un bel po’ di stipendi agli italiani… certo in zona Sciita e Sunnita di porta molta meno roba, sono troppo impegnati ad ammazzarsi fra di loro.
@ Senjin
http://www.supremelaw.org/cc/gwbush/wsap212982.htm
http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/obiettivo_usa_nuovo/te_petrolio.htm
Ovviamente concordo con te sul fatto che con le “ricostruzioni” ecc. dopo le guerre ci guadagnano un sacco di altre persone e aziende.
concordo!! Con la guerra si guadagna in molti, ma non tutti però.
@ Senjin
La mia risposta è “in attesa…”
@ diego
“Con la guerra si guadagna in molti, ma non tutti però.”
Soprattutto, non ci guadagnano i morti e feriti civili, e la quasi totalità dei sopravvissuti, che dovranno pagare con le loro tasse gli aiuti vari per le ricostruzioni; e se alcuni aiuti sono dati “gratuitamente”, chi ci perde sono coloro che pagano le tasse (con le quali si comprano gli aiuti da donare) nel paese “donatore”.
E dopo 10 anni dove e’ l’Oleodotto?
E come farebbe un oleodotto a rimanere funzionante in mezzo a montagne in cui ci fosse anche un centesimo della guerriglia che c’e’ stata negli ultimi 30 anni??
Quella de grande interesse di un oleodotto che dal Kazakistan attraversi un altro paio di stati centroasiatici eppoi l’Afghanistan per andare a finire dopo migliaia di chilometri ad uno sbocco sull’oceano indiano in Belucistan regione del Pakistan anche essa in preda alla guerriglia da decenni e’ una bufala proprio esagerata, nella sua incredibilita’ palese, ma viene ripetuta di continuo dagli antiamericani tanto per non accettare la smentita alla loro tesi marxista che tutti gli interventi militari USA prevedano un interesse economico ed anzi piu’ strettamente solo l’accaparramento petrolifero. In Afghanistan non risulta finora una goccia di petrolio ed ecco che ci si inventano oleodotti, mentre il petrolio del Kazhakistan va gia’ in altre direzioni che lo assorbono gia’ tutto, e cioe’ in Russia e Cina. Se qualcosa avanza si accodera’ ai numerosi oleodotti in uso ed altri in costruzione che dall’Azerbigian e dalla Russia vanno verso l’Europa.
L’Afghanistan e’ stao invaso perche’ la’ c’era lo stato talibano che proteggeva la dirigenza di Al Qaeda che aveva comandato l’attacco all’America dell 11 Settembre 2001. La Riprova? Dopo la caduta del regime coloniale sovietico gli USA e l’EUROPA non si interessarono per niente dell’Afghanistan i cui mujaheddin che avevano cacciato i sovietici si sbranavano fra di loro dando cosi’ modo al Pakistan di conquistare il predominio sull’Afghanistan tramite la invenzione dei TALIBANI
( notate bene arrivati 10 anni DOPO il ritiro dei sovietici, non confondeteli coi mujaheddin).
Però, Marcus, Maresca nell’audizione quelle cose le ha dette davvero, almeno così parrebbe proprio.
@ Marcus Prometheus
“E dopo 10 anni dove e’ l’Oleodotto?”
Gli Americani (sempre molto sicuri di loro, tronfi nel bombardare quanto ottimisti e faciloni nel prevedere) avevano previsto fosse tutto troppo facile in Afghanistan, come fecero per il Vietnam già molto prima e con l’Irak dopo (ricordi la grande scritta “MISSION ACCOMPLISHED” sulla nave americana nel Golfo Persico su cui G. W. Bush tenne il suo discorso “da vincitore e liberatore” poco dopo la “presa” dell’Irak? Ad iniziare da quel giorno, gli Americani hanno avuto più morti ammazzati in Irak che nelle Torri gemelle).
Semplicemente, in Afghanistan agli Americani è andata buca un’altra volta… Al punto che ora gli Americani cercano trattative con i Taliban.
Quando l’uso della ragione tra le parti non è considerato da tutti uguale, cioè quando ognuno resta della sua opinione nonostante i vari tentativi di dialogo, si instaura un rapporto conflittuale. A questo punto le cose da fare sono due, la prima è ignorarsi e rimanere ognuno nel proprio ambito, la seconda è combattersi per sopraffare quello che è diventato avversario e nemico, tertium non datur.
La guerra,perche di guerra ormai si tratta,anche se nessuno sembra volerlo ammettere ufficialmente ,tra islam e occidente,viene definita dagli specialisti come “asimmettrica”,per un’infinita di motivi:le armi ,le tattiche,la volonta dell’opinione pubblica,la propaganda ecc
differiscono enormenmente dalle due parti,se ci riflettete un attimo.
Perfino nella seconda guerra mondiale,quando il nemico era il nazismo,le differenze erano minori ( e non sottovaluto certo le atrocita del nazismo !):quando l’asso inglese Douglas Bader ,detto “gambe di ferro”,fu abbattuto e catturato,l’asso tedesco Adolf Galland volle incontrarlo e i due si strinsero la mano calorosamente.
L’asso francese Clostermann,che combatte nella RAF nella stessa guerra,ricorda nelle sue memorie che alla notizia della morte di Walter Novotny,famoso asso della Luftwaffe,lui e i suoi colleghi quella sera a mensa ritennero giusto onorare con un brindisi la memoria di un nemico valoroso.
Anche se episodi come questo ovviamente non furono certo la regola nei rapporti tra i due belligeranti,ce lo vedete un solo caso simile possibile ora ?
e non parliamo del leggendario Manfred von Richthofen, sepellito dai propri nemici con tutti gli onori militari dopo essere stato abbattuto nel 1918, salma restituita ai tedeschi dopo la fine del conflitto. Molto diversa dalla “cerimonia di sepoltura” dedicata a Osama bin Laden.
@Brian
E non parliamo delle migliaia di avieri alleati abbattuti in precedenti incursioni ,che nel 1945,
dopo la distruzione di Dresda (si parla di 60000 morti)i tedeschi,avendo necessita di tutta la manodopera disponibile,misero a lavorare fianco a fianco alle loro squadre di soccorso in mezzo alle macerie per dissoterrare cadaveri e soccorrere i feriti,un lavoro durato molte settimane.
Per tutti loro fu un’esperienza shoccante ,tanto da influenzare il comportamento di molti di loro per tutta la vita.
Domandina maliziosa :pensi che molti talebani,messi di fronte ai massacri dei “kamikaze di allah” in ospedali,moschee,mercati affollati ,avrebbero profonde crisi di coscienza ?
E pensi che questo sarebbe dovuto a differenze “biologiche”dovute alla razza,o piuttosto invece al fatto che gli effetti del condizionamento culturale siano piu’
perniciosi in quella cultura che nella tanto vituperata cultura occidentale ?
E per anticipare una possibile obiezione:e’ verissimo che i bombardamenti alleati,allora,provocarono piu’ morti tra i civili italiani,tedeschi e giapponesi di quanti ne abbia provocati finora l’integralismo islamico.
Il punto chiave e’ quel “FINORA”.
Infatti finora il movimento integralista,malgrado i grandi mezzi finanziari di Arabia e Iran,e’ stato ben lontano dal possedere i mezzi militari necessari per ottere risultati analoghi.
Della “Virtu della necessita”sono piene le fosse come del “senno del poi”.
Se il programma atomico iraniano ad esempio verra portato a termine,le cose potrebbero cambiare radicalmente,e allora,cari amici “politicamente corretti”,come disse il grande bardo :”saranno ….azzi amari per tutti “!!!!
@Brian di Nazareth
Senza offensa… scendi dal pero! E non mettere in bocca ad altri parole che non hanno detto.
La guerra costa in soldi e vite umane. Nessun paese ora, a prescindere dall’ipotetico bottino, ha le risorse necessarie per fare guerre di qual si voglia tipo.
Non in Yemen, non in Somalia, ne da nessun’altra parte.
Le totalmente fallimentari guerre in Afghanistan e Iraq, congiuntamente alla crisi economica, hanno prosciugato le risorse… la NATO ora come ora al massimo può permettersi la carta igenica per i dipendenti ora come ora.
L’ONU idem, nessuno ha soldi per finanziare i caschi blu da mandare.
@Senjin,
Scusa ma non capisco. Quali parole avrei messo in bocca ad altri?
I soldi certamente aiutano, ma non è necessario aspettare di averne per iniziare una guerra. Quando è scoppiata la prima guerra mondiale, la popolazione europea di certo non viveva nell’opulenza e nel lusso, la seconda è iniziata appena 10 anni dopo la grande crisi economica del 1929, e oggi nonostante le tasche ormai prosciugate della NATO e compagnia bella, i soldi per un “piccolo intervento” in Libia li hanno trovato.
Molte volte una guerra inizia perché un paese possiede qualcosa che serve a qualcun altro per sopravvivere (oggi è il petrolio, domani sarà l’acqua). Man mano che la popolazione aumenta e le risorse diminuiscono, i conflitti per la sopravvivenza non possono che aumentare.
@ Federico Tonizzo:
Dove vai? Son Cipolle!
Invece di dimostrare, ma che dico, di portare un solo motivo per cui la causa della attuale guerra Afghana sarebbe sto un fantomatico interesse a costruire oleodotti in Afghanistan, tu
esegui una perfetta “mutatio controversiae”, insomma passi ad altro, fai una diversione!
Gli oleodotti non erano proprio mai stati programmati da nessuno.
Chi ne parla lo fa SOLO per non riconoscere la realta’ della invasione dell’Afghanistan come LEGITTIMA e necessaria occupazione delle basi nemiche dalle quali si e’ subito un grave attacco, ossia per denigrare i LEGITTIMI motivi degli USA e per confermare la falsa e FANATICISSIMA tesi ideologica marxista scollata dalla realta’ degli “interessi economici SEMPRE presenti”. (“Spesso” e’ vero, “sempre” proprio NO.)
Vero e’ invece che sono state fatte (per la gioia degli ipercritici) che dichiarazioni frettolose di “Mission Accomplished” relative comunque alla guerra in IRAQ sono state fatte quando una sola fase bellica ma non la guerra era “accomplished”.
FALSISSIMO e’ che dichiarazioni di mission accomplished ed OLEODOTTI abbiano avuto una qualche relazione, e sai perche’ non c’e’ stata nessuna relazione?
Perche’ mai c’e’ stato il motivo di invasione ” Oleodotti”.
Il resto sono seghe mentali ideologiche marxiste.
Il fatto che tu non lo voglia riconoscere non cambia la realta’, ne’ la rende meno visibile da chi non abbia il tuo identico condizionamento ideologico.
Bell’esempio di cecita’ selettiva e miraggi selettivi direi.
Però, ripeto, l’audizione di Maresca è chiara (soprattutto nelle righe finali), se ti prendi la briga di leggerla (io non ne sapevo nulla e l’ho appresa qua, ma, da una ricerca, sembra proprio esserci stata), e mi pare impossibile da ricondurre ad un vizio onanista mentale comunista.
Puoi dire che sia rimasta inascoltata e che dunque sia tutto un puro caso…legittimo pensarlo, ma d’altro verso mi pare che pensare ad una concausalità sia più di una semplice paranoia da dogmatica marxista, e dunque, nel campo della doxa, sia abbastanza legittimo anche l’argomento di Federico.
Per evitare strali polemici molto aggressivi tipici tuoi, dico subito che io non sono mai stato un gran sostenitore della teoria dell’oleodotto come motivo della guerra per cui cerco di vedere il dibattito con la massima oggettività possibile.
“Invece di dimostrare, ma che dico, di portare un solo motivo per cui la causa della attuale guerra Afghana sarebbe sto un fantomatico interesse a costruire oleodotti in Afghanistan, …”
Come sarebbe a dire, non li ho portati? Hai letto i miei link di sabato 21 gennaio 2012 alle 23:53 in risposta a Senjin? Non ti bastano?
“tu esegui una perfetta “mutatio controversiae”,”
Veramente non ho “mutato”, ma ho “aggiunto” qualcosa, dopo i discorsi precedenti, per meglio spiegare le cose allargando l’orizzonte.
“per denigrare i LEGITTIMI motivi degli USA e per confermare la falsa e FANATICISSIMA tesi ideologica marxista”
Scusa, cosa c’entra il marxismo?
Intendevo solo dire, questione (documentata) dell’oleodotto a parte, che se gli Americani avessero avuto solo l’intenzione di reagire ad un attacco, hanno FALLITO il tentativo: primo, perchè ci hanno messo ben 10 anni a disfarsi di Bin Laden; secondo, perchè ci hanno speso oceani di soldi dei contribuenti americani, terzo, perchè ora i Taliban sono ancora lì più forti di prima (e non finanziati da governi “marxisti”, anzi gli USA ora si vedono costretti a scendere a patti con loro); terzo, perchè ci hanno fatto andar di mezzo (cioè hanno ucciso) molte migliaia di innocenti; quarto, perchè hanno distrutto un paese (che non era certo evoluto ma che ora è disastrato).
La frase “Mission Accomplished”, per come la intendeva trionfalisticamente Bush allora, significava proprio “Abbiamo compiuto la missione di conquistare l’Irak, abbiamo vinto!”, e non credo proprio che gli Americani si fossero resi conto, allora, di essere entrati in una palude fino al collo; ripeto: DOPO quel proclama, gli statunitensi hanno subìto più morti in Irak che sotto le macerie delle Torri Gemelle, ma se ne sono accorti solo negli anni, quando si stavano rendendo conto che l’avventura militare in Irak si stava trasformando in una “neverending story”.
Non ho detto che i fatti di “mission accomplished” in Irak e “oleodotto” in Afghanistan siano in relazione tra loro (anche se in realtà lo sono, essendo entrambi riconducibili alla sete di petrolio degli USA), ma li ho citati come due esempi di “Vietnam-revival” per gli USA.
“Il fatto che tu non lo voglia riconoscere non cambia la realta’, ne’ la rende meno visibile da chi non abbia il tuo identico condizionamento ideologico.
Bell’esempio di cecita’ selettiva e miraggi selettivi direi.”
Non posso che ricambiare, proprio con le tue stesse parole…